Produzione di energia elettrica in Giappone: differenze tra le versioni

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La '''produzione di energia elettrica in Giappone''' si basa prevalentemente sull'importazione di [[fonti energetiche]] non rinnovabili. Il paese manca infatti di significative riserve interne di [[combustibili fossili]], tranne il [[carbone]], e deve importare sostanziali quantità di [[greggio (petrolio)|greggio]], [[gas naturale]] e altre risorse energetiche, incluso l'[[uranio]]. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia per le risorse naturali e l'energia, nel 2016 il tasso di autosufficienza energetica del Giappone era di appena l'8,3%.<ref name="enecho2017">{{cita web |url=http://www.enecho.meti.go.jp/en/category/brochures/pdf/japan_energy_2017.pdf |titolo=Japan's Energy - 2017 Edition |editore=Agency for Natural Resources and Energy |data=maggio 2018 |accesso=2 giugno 2018}}</ref>
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[[File:Power Grid of Japan.svg|thumb|upright=1.5|Mappa della rete elettrica del Giappone]]
{{T|inglese|energia|maggio 2018}}
La '''produzione di energia elettrica in Giappone''' si basa prevalentemente sull'importazione di [[fonti energetiche]] non rinnovabili. Il paese manca infatti di significative riserve interne di [[combustibili fossili]], tranne il [[carbone]], e deve importare sostanziali quantità di [[greggio (petrolio)|greggio]], [[gas naturale]] e altre risorse energetiche, incluso l'[[uranio]].


==Storia==
==Storia==
=== Gli inizi ===
=== Gli inizi ===
La prima compagnia elettrica giapponese, la [[Tokyo Electric Lighting]], fu istituita nel 1886,<ref>{{Cita pubblicazione |nome=Takeo |cognome=Kikkawa |data=2012 |titolo=The history of Japan's electric power industry before World War II |rivista=Hitotsubashi Journal of Commerce and Management |volume=46 |numero=1|pp=1–16 |accesso=31 maggio 2018 |url=https://www.jstor.org/stable/43295037|abstract=x|lingua=en}}</ref> mentre i primi esempi di sfruttamento di energia elettrica a scopi privati risalgono almeno al 1878, con l'installazione di una [[lampada ad arco]] in occasione dell'inaugurazione dell'ufficio di telegrafia dell'[[Istituto di tecnologia di Tokyo]]. Inizialmente l'uso dell'elettricità fu destinato principalmente all'[[illuminazione pubblica]], per via della sua sicurezza e pulizia, trovando gradualmente applicazioni più ampie come fonte di energia in alternativa al [[motore a vapore]].<ref name="history">{{Cita web |url=http://www.fepc.or.jp/english/energy_electricity/history/ |titolo=History of Japan's Electric Power Industry|editore=The Federation of Electric Power Companies of Japan|lingua=en |accesso=31 maggio 2018}}</ref>
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Nel 1896 in tutto il Giappone si contavano trentatré diverse compagnie elettriche e, con l'introduzione all'inizio del XX secolo delle grandi centrali termoelettriche e idroelettriche, i costi di produzione diminuirono e l'elettricità trovò ampio impiego in tutto il paese. Di conseguenza, l'elettricità divenne non soltanto una fonte di energia indispensabile a livello industriale, ma anche un bene essenziale per la vita dei cittadini comuni.<ref name="history"/>

Negli anni successivi il business delle aziende elettriche crebbe in parallelo con la modernizzazione del Giappone e lo sviluppo della sua industria. Allo stesso tempo, il settore dei servizi elettrici subì una profonda ristrutturazione che portò alla dissoluzione di settecento compagnie, che unendosi portarono alla nascita di cinque grandi aziende elettriche per la fine della [[prima guerra mondiale]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], l'intera industria energetica giapponese finì sotto il controllo dello Stato e le varie società furono integrate nella neonata Nihon Hatsusoden.<ref name="history"/>

Data la persistente [[Elasticità della domanda|rigidità tra domanda e offerta]] di energia nel paese, dopo il conflitto vennero adottate una serie di misure volte a ristrutturare totalmente l'industria elettrica nipponica, contribuendo alla democratizzazione dell'economia. Nel 1951 vennero istituite nove società elettriche regionali private ([[Hokkaido Electric Power Company|Hokkaido]], [[Tohoku Electric Power|Tohoku]], [[Tokyo Electric Power Company|Tokyo]], [[Chubu Electric Power|Chubu]], [[Hokuriku Electric Power Company|Hokuriku]], [[Kansai Electric Power Company|Kansai]], [[Chugoku Electric Power Company|Chugoku]], [[Shikoku Electric Power|Shikoku]] e [[Kyushu Electric Power]]) con lo scopo di fornire elettricità a ciascuna regione. Nel 1972, con la restituzione di [[Okinawa]] al Giappone, la [[Okinawa Electric Power Company]] si unì al gruppo come decimo membro.<ref name="history"/>

=== La crisi petrolifera ===
=== La crisi petrolifera ===
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, mentre il Giappone si riprendeva ed espandeva rapidamente la sua base industriale, era fortemente dipendente dalle importazioni di combustibili, in particolare dal petrolio del [[Medio Oriente]] (il petrolio alimentava il 66% dell'elettricità nel 1974). Questa vulnerabilità geografica e merceologica divenne critica con lo [[Crisi petrolifera del 1973|shock petrolifero]] del 1973.<ref name=":0">{{Cita web |url=http://www.world-nuclear.org/information-library/country-profiles/countries-g-n/japan-nuclear-power.aspx |titolo=Nuclear Power in Japan |data=maggio 2018 |sito=World Nuclear Association |accesso=24 maggio 2018|lingua=en}}</ref> Allora il Giappone aveva un'industria nucleare in crescita, con cinque reattori operativi. La necessità di rivedere la politica energetica nazionale portò alla diversificazione delle fonti, in particolare a un importante programma di sviluppo nucleare. Un'alta priorità fu data alla riduzione della dipendenza del Paese dalle importazioni petrolifere. Fu adottato un [[Ciclo del combustibile nucleare|ciclo del combustibile chiuso]] per ottenere il massimo vantaggio dall'uranio importato.<ref name=":0" />
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L'idea era che l'energia nucleare avrebbe giocato un ruolo sempre più rilevante nel futuro del Giappone. Nell'ambito del piano per le tecnologie energetiche innovative ''Cool Earth 50'' del [[Ministero dell'economia, del commercio e dell'industria]] (METI) nel 2008, l'Agenzia giapponese per l'energia atomica mise a punto una strategia per una riduzione delle emissioni di CO₂ del 54% (dai livelli del 2000) entro il 2050, per arrivare a una riduzione del 90% entro il 2100. In tal modo nel 2100 l'energia primaria sarebbe stata prodotta per il 60% circa da fonti nucleari (rispetto al 10% nel 2008), per il 10% da fonti rinnovabili (rispetto al 5%) e per il 30% da combustibili fossili (rispetto all'85%); inoltre, il nucleare avrebbe contribuito per il 51% alla riduzione delle emissioni di CO₂. Nel giugno 2010 il METI decise di accrescere l'autosufficienza energetica al 70% entro il 2030, sia per la [[sicurezza energetica]], sia per la riduzione delle emissioni. Questo richiedeva anzitutto nuove relazioni strategiche con i paesi produttori di energia. Il piano prevedeva inoltre un ruolo essenziale dell'energia nucleare e il raggiungimento di un grado di sfruttamento di tutti gli impianti pari al 90% della capacità installata.<ref name=":0" />

=== Il post-Fukushima ===
=== Il post-Fukushima ===
{{Vedi anche|Energia nucleare in Giappone#Il post-Fukushima}}
{{Vedi anche|Energia nucleare in Giappone#Il post-Fukushima}}
Mentre il Giappone in precedenza aveva fatto affidamento sull'energia nucleare per soddisfare circa il 30% dei suoi fabbisogni di elettricità, dopo il [[disastro di Fukushima Dai-ichi]] del 2011 tutti i reattori nucleari furono progressivamente spenti per preoccupazioni sulla sicurezza.<ref name=":0" /> Il reattore n. 3 della [[centrale nucleare di Ōi]] alla fine fu riavviato il 2 luglio 2012.<ref name="msnbc.msn.com">{{cita web |url=http://www.msnbc.msn.com/id/48034288/ns/world_news-asia_pacific#.T_DZPuge4XM |titolo=Japan restarts first reactor since Fukushima – World news – Asia-Pacific &#124; NBC News |editore=MSNBC |data=7 gennaio 2012 |accesso=10 dicembre 2012}}</ref> Tuttavia, nel settembre 2013 l'impianto fu chiuso affinché potesse subire le ispezioni di sicurezza e superare i controlli legali per la riapertura.<ref name=":1">{{cita web |url=https://www.bbc.com/news/world-asia-24099022 |titolo=Japan halts last nuclear reactor at Ohi |data=15 settembre 2013 |sito=BBC |accesso=20 ottobre 2016}}</ref> Rispettivamente l'11 agosto e il 1º novembre 2015 ripartirono i due reattori della [[centrale nucleare di Sendai]]. In seguito al disastro di Fukushima, l'opinione pubblica si è opposta all'uso dell'energia nucleare.<ref>{{cita web |url=https://www.theguardian.com/world/2015/oct/15/japan-restarts-second-nuclear-reactor-despite-public-opposition |titolo=Japan restarts second nuclear reactor despite public opposition |data=15 ottobre 2015 |sito=The Guardian |accesso=20 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita news |url=http://www.dw.com/en/opposition-to-nuclear-energy-grows-in-japan/a-36110302 |data=21 ottobre 2016 |accesso=4 ottobre 2017 |titolo=Opposition to nuclear energy grows in Japan |editore=Deutsche Welle}}</ref>
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Questo spinse inizialmente il governo giapponese nell'ottobre 2011, subito dopo il disastro di Fukushima, ad adottare una politica di riduzione della produzione di energia nucleare. Tuttavia, dopo la sconfitta alle elezioni del 2012, nel 2014 il nuovo governo approvò il 4º Piano strategico per l'energia (''4th Basic [''o ''Strategic] Energy Plan''), con una programmazione ventennale, che riaffermava il ruolo dell'energia nucleare come fonte energetica primaria, essenziale per garantire (sia pure in modo sicuro) un approvvigionamento energetico stabile e sostenibile e per combattere il riscaldamento globale.<ref name=":0" /> Fino al 2011, l'energia nucleare aveva rappresentato quasi il 30% della produzione totale di elettricità del paese, con una potenza installata (netta) di 47,5 GWe nel marzo 2011 e di 44,6 GWe dopo di allora. I nuovi piani prevedevano di aumentare tale quota al 41% entro il 2017 e al 50% entro il 2030. Nell'aprile 2015, tuttavia, il governo annunciò che voleva riportare la quota di elettricità prodotta dalle fonti che soddisfano il carico di base al 60% del totale entro il 2030, di cui circa un terzo nucleare.<ref name=":0" /> Le analisi del Research Institute of Innovative Technology for the Earth stimavano che i costi per l'energia (lievitati notevolmente negli anni precedenti) si sarebbero in tal modo ridotti a 2.400 miliardi di yen (20,0 miliardi di dollari) all'anno, rispetto all'attuale scenario del 40% del carico di base (le rinnovabili essendo il 30%). Allo stesso tempo, si prevedeva anche un significativo aumento della produzione delle centrali alimentate con combustibili fossili.<ref name=":0" />

Con il 5º Piano strategico dell'energia, atteso per il 2018, il governo intenderebbe sostanzialmente confermare gli orientamenti già manifestati con il piano precedente. Precisamente, si vorrebbe confermare per il 2030 il "mix" delle diverse fonti di produzione di energia elettrica, mantenendo al 20-22% la quota del nucleare sul totale della produzione, portando al 22-24% la quota delle fonti rinnovabili e confermando il 26% della quota di combustibili fossili.<ref name="anre">{{cita web |url=https://www.numo.or.jp/topics/1-1Nakanishi.pdf |titolo=Japanʼs Strategic Energy Plan |editore=Agency for Natural Resources and Energy |data=12 aprile 2018 |accesso=25 maggio 2018}}</ref>

Alcuni osservatori ritengono tuttavia che questi obiettivi andrebbero rivisti, per tenere conto dei numerosi cambiamenti che si sono verificati dal 2014 in poi nell'industria energetica giapponese.<ref name=":3">{{cita news |url=https://www.japantimes.co.jp/opinion/2018/01/17/editorials/revamping-nations-basic-energy-plan/#.Wwgj3YhuaUk |titolo=Revamping the nation’s basic energy plan |pubblicazione=The Japan Times |data=17 gennaio 2018 |accesso=25 maggio 2018}}</ref> In primo luogo, anche se molte centrali nucleari sono state nel frattempo riattivate, il numero è comunque inferiore a quello programmato nel piano del 2014, anche per la necessità di adeguare gli impianti ai più severi standard di sicurezza adottati dopo il disastro di Fukushima. In secondo luogo, l'obiettivo di aumentare la quota delle fonti rinnovabili per la produzione di elettricità dal 22 al 24% entro il 2030 sembrerebbe troppo cauto, considerando che tale quota è già aumentata intorno al 15%, grazie soprattutto al netto calo dei costi delle suddette fonti, e che nel mondo l'uso dell'energia da fonti rinnovabili è in costante espansione. Infine, sarebbe da rivedere anche la quota del 26% che il piano assegna alle centrali alimentate a combustibili fossili (in particolare a carbone) nell'obiettivo di "mix" energetico per il 2030. Tale scelta comporterebbe infatti la costruzione di nuove [[centrali a carbone]], più inquinanti, in controtendenza rispetto alle scelte della maggior parte dei paesi avanzati che, come si è visto nella [[XXIII Conferenza delle Parti dell'UNFCCC]] (COP23), tenutasi a [[Bonn]] nel novembre 2017, progettano invece di abbandonare progressivamente i combustili fossili.<ref name=":3" />


== Consumi, potenza richiesta e potenza installata ==
== Consumi, potenza richiesta e potenza installata ==
[[File:Electricity Production in Japan.svg|thumb|upright=1.8|Produzione di elettricità in Giappone per fonte.]]
Il consumo di energia primaria nel paese era di 445,3 [[Tonnellata equivalente di petrolio|Mtep]] nel 2016, in lieve calo (-0,4%) rispetto all'anno precedente.<ref name="BP2012">{{cita web |url=https://www.bp.com/content/dam/bp/en/corporate/pdf/energy-economics/statistical-review-2017/bp-statistical-review-of-world-energy-2017-full-report.pdf |titolo=BP Statistical Review of World Energy 2017 |editore=BP |accesso=24 maggio 2018}}</ref>
Il consumo di energia primaria nel paese era di 445,3 [[Tonnellata equivalente di petrolio|Mtep]] nel 2016, in lieve calo (-0,4%) rispetto all'anno precedente.<ref name="BP2012">{{cita web |url=https://www.bp.com/content/dam/bp/en/corporate/pdf/energy-economics/statistical-review-2017/bp-statistical-review-of-world-energy-2017-full-report.pdf |titolo=BP Statistical Review of World Energy 2017 |editore=BP |accesso=24 maggio 2018}}</ref>


A maggio 2018, il Giappone doveva soddisfare circa il 90 per cento dei suoi fabbisogni energetici attraverso le importazioni di combustibili.<ref name=":0">{{Cita web |url=http://www.world-nuclear.org/information-library/country-profiles/countries-g-n/japan-nuclear-power.aspx |titolo=Nuclear Power in Japan |data=maggio 2018 |sito=World Nuclear Association |accesso=24 maggio 2018}}</ref> Il Giappone era anche il quarto importatore mondiale di [[greggio (petrolio)|greggio]] nel 2015, con 165 [[Tonnellata|Mt]] (8% delle importazioni mondiali totali di greggio), il terzo importatore di [[carbone]] nel 2016, con 189 Mt (15,6% delle importazioni mondiali totali di carbone) e il primo importatore di [[gas naturale]] nel 2016 con 116 miliardi di metri cubi (13.5% delle importazioni totali mondiali di gas).<ref name=IEA2017>{{cita web |url=http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/KeyWorld2017.pdf |titolo=IEA Key World Energy Statistics 2017 |editore=International Energy Agency |anno=2017 |accesso=24 maggio 2018}}</ref>
A maggio 2018, il Giappone doveva soddisfare circa il 90% dei suoi fabbisogni energetici attraverso le importazioni di combustibili.<ref name=":0" /> Il Giappone era anche il quarto importatore mondiale di [[greggio (petrolio)|greggio]] nel 2015, con 165 [[Tonnellata|Mt]] (8% delle importazioni mondiali totali di greggio), il terzo importatore di [[carbone]] nel 2016, con 189 Mt (15,6% delle importazioni mondiali totali di carbone) e il primo importatore di [[gas naturale]] nel 2016 con 116 miliardi di metri cubi (13.5% delle importazioni totali mondiali di gas).<ref name=IEA2017>{{cita web |url=https://www.iea.org/publications/freepublications/publication/KeyWorld2017.pdf |titolo=IEA Key World Energy Statistics 2017 |editore=International Energy Agency |anno=2017 |accesso=24 maggio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141021020232/http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/KeyWorld2014.pdf |dataarchivio=21 ottobre 2014 |urlmorto=sì }}</ref>


Il Giappone nel 2015 produceva 1.041 TWh di elettricità, 409 TWh da gas naturale, 343 TWh da carbone, 103 TWh da petrolio, 91 TWh da idroelettrico, 41 TWh da solare ed eolico, 41 TWh da biocarburante e rifiuti e 9 TWh da nucleare. Non c'erano importazioni o esportazioni, e il consumo finale nello stesso anno era di 957 TWh, pari in media a circa 7.500 kWh pro capite. La capacità totale installata era di circa 324 GWe alla fine del 2015.<ref name=":0" />
Il Giappone nel 2015 produceva 1.041 TWh di elettricità, 409 TWh da gas naturale, 343 TWh da carbone, 103 TWh da petrolio, 91 TWh da idroelettrico, 41 TWh da solare ed eolico, 41 TWh da biocarburante e rifiuti e 9 TWh da nucleare. Non c'erano importazioni o esportazioni, e il consumo finale nello stesso anno era di 957 TWh, pari in media a circa 7.500 kWh pro capite. La capacità totale installata era di circa 324 GWe alla fine del 2015.<ref name=":0" />

Mentre il Giappone in precedenza aveva fatto affidamento sull'energia nucleare per soddisfare circa il 30% dei suoi fabbisogni di elettricità, dopo il [[disastro di Fukushima Dai-ichi]] del 2011 tutti i reattori nucleari sono stati progressivamente spenti per preoccupazioni sulla sicurezza.<ref name=":0" /> Il reattore n. 3 della [[centrale nucleare di Ōi]] alla fine fu riavviato il 2 luglio 2012.<ref name="msnbc.msn.com">{{cita web |url=http://www.msnbc.msn.com/id/48034288/ns/world_news-asia_pacific#.T_DZPuge4XM |titolo=Japan restarts first reactor since Fukushima – World news – Asia-Pacific &#124; NBC News |editore=MSNBC |data=7 gennaio 2012 |accesso=10 dicembre 2012}}</ref> Tuttava, nel settembre 2013 l'impianto fu chiuso affinché potesse subire le ispezioni di sicurezza e superare i controlli legati per la riapertura.<ref name=":1">{{cita web |url=http://www.bbc.com/news/world-asia-24099022 |titolo=Japan halts last nuclear reactor at Ohi |data=15 settembre 2013 |sito=BBC |accesso=20 ottobre 2016}}</ref> Rispettivamente l'11 agosto e il 1º novembre 2015 ripartirono i due reattori della [[centrale nucleare di Sendai]]. In seguito al disastro di Fukushima, l'opinione pubblica si è opposta all'uso dell'energia nucleare.<ref>{{cita web |url=https://www.theguardian.com/world/2015/oct/15/japan-restarts-second-nuclear-reactor-despite-public-opposition |titolo=Japan restarts second nuclear reactor despite public opposition |data=15 ottobre 2015 |sito=The Guardian |accesso=20 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita news |url=http://www.dw.com/en/opposition-to-nuclear-energy-grows-in-japan/a-36110302 |data=21 ottobre 2016 |accesso=4 ottobre 2017 |titolo=Opposition to nuclear energy grows in Japan |editore=Deutsche Welle}}</ref>

Questo spinse inizialmente il governo giapponese nell'ottobre 2011, subito dopo il disastro di Fukushima, ad adottare una politica di riduzione della produzione di energia nucleare. Tuttavia, dopo la sconfitta alle elezioni del 2012, nel 2014 il nuovo governo approvò il 4º Piano strategico per l'energia (''4th Basic [o Strategic] Energy Plan''), con una programmazione ventennale, che riaffermava il ruolo dell'energia nucleare come fonte energetica primaria, essenziale per garantire (sia pure in modo sicuro) un approvvigionamento energetico stabile e sostenibile e per combattere il riscaldamento globale.<ref name=":0" /> Fino al 2011, l'energia nucleare aveva rappresentato quasi il 30% della produzione totale di elettricità del paese, con una potenza installata (netta) di 47,5 GWe nel marzo 2011 e di 44,6 dopo di allora. I nuovi piani prevedevano di aumentare tale quota al 41% entro il 2017 e al 50% entro il 2030. Nell'aprile 2015, tuttavia, il governo annunciò che voleva riportare la quota di elettricità prodotta dalle fonti del carico di base al 60% del totale entro il 2030, di cui circa un terzo nucleare.<ref name=":0" /> Le analisi del Research Institute of Innovative Technology for the Earth stimavano che i costi per l'energia (lievitati notevolmente negli anni precedenti) si sarebbero in tal modo ridotti a 2.400 miliardi di yen (20,0 miliardi di dollari) all'anno, rispetto all'attuale scenario del carico di base del 40% (le rinnovabili essendo il 30%). Allo stesso tempo, si prevedeva anche un significativo aumento della produzione delle centrali alimentate con combustibili fossili.<ref name=":0" />

Con il 5º Piano strategico dell'energia, atteso per il 2018, il governo intenderebbe sostanzialmente confermare gli orientamenti già manifestati con il piano precedente. Precisamente, si vorrebbe confermare per il 2030 il "mix" delle diverse fonti di produzione di energia elettrica, mantenendo al 20-22% la quota del nucleare sul totale della produzione, portando al 22-24% la quota delle fonti rinnovabili e confermando il 26% della quota di combustibili fossili.<ref name="anre">{{cita web |url=https://www.numo.or.jp/topics/1-1Nakanishi.pdf |titolo=Japanʼs Strategic Energy Plan |editore=Agency for Natural Resources and Energy |data=12 aprile 2018 |accesso=25 maggio 2018}}</ref> Alcuni osservatori ritengono tuttavia che questi obiettivi andrebbero rivisti, per tenere conto dei numerosi cambiamenti che si sono verificati dal 2014 in poi nell'industria energetica giapponese.<ref name=":3">{{cita news |url=https://www.japantimes.co.jp/opinion/2018/01/17/editorials/revamping-nations-basic-energy-plan/#.Wwgj3YhuaUk |titolo=Revamping the nation’s basic energy plan |pubblicazione=The Japan Times |data=17 gennaio 2018 |accesso=25 maggio 2018}}</ref> In primo luogo, anche se molte centrali nucleari sono state nel frattempo riattivate, il numero è comunque inferiore a quello programmato nel piano del 2014, anche per la necessità di adeguare gli impianti ai più severi standard di sicurezza adottato dopo il disastro di Fukushima. In secondo luogo, l'obiettivo di aumentare la quota delle fonti rinnovabili per la produzione di elettricità dal 22 al 24% entro il 2030 sembrerebbe troppo cauto, considerando che tale quota è già aumentata intorno al 15%, grazie soprattutto al netto calo dei costi delle suddette fonti, e che nel mondo l'uso dell'energia da fonti rinnovabili è in costante espansione. Infine, sarebbe da rivedere anche la quota del 26% che il piano assegna alle centrali alimentate a combustibili fossili (in particolare a carbone) nell'obiettivo di "mix" energetico per il 2030. Tale scelta comporterebbe infatti la costruzione di nuove centrali a carbone, più inquinanti, in controtendenza rispetto alle scelte della maggior parte dei paesi avanzati che, come si è visto nella Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico COP23, tenutasi a [[Bonn]] nel novembre 2017, progettano invece di abbandonare progressivamente i combustili fossili.<ref name=":3" />


== Tipologie di fonti energetiche primarie utilizzate ==
== Tipologie di fonti energetiche primarie utilizzate ==
=== Energia da fonti non rinnovabili ===
=== Energia da fonti non rinnovabili ===
{{vedi anche|Energia nucleare in Giappone}}
{{vedi anche|Energia nucleare in Giappone}}
I combustibili fossili rappresentavano circa il 94% della produzione netta di energia elettrica del Giappone nel 1973, il 62% nel 2010 prima del [[Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011|terremoto di Sendai e del Tōhoku]] e l'82% nel 2015.<ref name="enecho2017"/><ref name="eia">{{cita web |url=https://www.eia.gov/beta/international/analysis.php?iso=JPN |titolo=Japan - Electricity Generation |sito=eia.gov |data=7 febbraio 2017 |accesso=15 giugno 2018}}</ref> La quota della produzione alimentata da combustibili fossili aumentò quindi sostanzialmente per la prima volta da parecchi decenni sulla scia del disastro di Fukushima quando le aziende elettriche si rivolsero agli idrocarburi per compensare la perdita della produzione di energia nucleare.<ref name="eia" /> Attualmente, in Giappone ci sono oltre 60 centrali termoelettriche di proprietà delle 10 principali compagnie elettriche e della [[J-Power]].<ref name="eia" /><ref name="jepic2017">{{cita web |url=https://www.jepic.or.jp/en/data/japan_data.pdf |autore=Japan Electric Power Information Center, Inc. |titolo=Operating and Financial Data |accesso=gennaio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180615192716/https://www.jepic.or.jp/en/data/japan_data.pdf |dataarchivio=15 giugno 2018 |urlmorto=sì }}</ref>
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=== Energia da fonti rinnovabili ===
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=== Scambi con l'estero ===
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Il '''[[carbone]]''', usato tipicamente nel mondo come fonte del carico di base per la produzione di energia, continua ad essere un'importante fonte per la generazione di energia elettrica in Giappone. A partire dal 2002, con l'esaurimento pressoché totale della produzione interna, il Giappone cominciò a importare tutto il suo carbone dall'estero, in particolare dall'Australia. Tra il 2011 e il 2015 le importazioni crebbero da 175 a 190 milioni di tonnellate, grazie all'aumento di capacità delle [[centrali a carbone]] e malgrado una lieve diminuzione dei consumi nel 2011 a causa del terremoto. Quest'ultimo infatti aveva danneggiato alcune delle centrali elettriche alimentate a carbone e, per compensare la perdita di energia nucleare dovuta al disastro di Fukushima, il paese aveva dovuto ricorrere in modo massiccio al petrolio e al gas naturale.
<!-- prendi info da [https://en.wikipedia.org/wiki/Japan%E2%80%93Korea_Undersea_Tunnel da qui]-->


Con il ripristino delle [[centrali a carbone]] danneggiate e il crollo dei prezzi internazionali del carbone, l'utilizzo della materia prima aumentò nuovamente e la sua quota sul totale della produzione elettrica passò dal 23% stimato prima di Fukushima al 31% nel 2015. Il governo intende portare tale quota al 26% entro il 2030, confermando l'importanza del combustibile come carico di base per la produzione di energia.<ref name="enecho2017"/> A tal fine il Giappone sta investendo notevolmente in nuove tecnologie per le centrali alimentate a carbone, più efficienti e meno inquinanti, sostituendo gradualmente gli impianti più vecchi. Le compagnie giapponesi progettano di sviluppare circa 45 nuove centrali a carbone nel prossimo decennio, aumentando la capacità attuale di oltre 20 GW. Le nuove centrali a carbone dovrebbero sostituire gradualmente le più costose ed inquinanti [[Centrale a olio combustibile|centrali a olio combustibile]]; l'effettivo sviluppo di questo processo dipenderà però anche dal numero di centrali nucleari che verranno nel frattempo riattivate e dalla capacità dei nuovi impianti a carbone di superare i più rigidi vincoli ambientali stabiliti dal governo giapponese per rispettare gli obiettivi di riduzione del livello dei [[gas serra]] fissati per il 2030.<ref name="eia" />
== Problemi ==
{{...}}
=== Costo ===
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=== Divisione della rete elettrica nazionale ===
{{...}}


Anche il contributo del '''[[gas naturale]]''' sul totale della produzione di energia elettrica è cresciuto negli ultimi anni, soprattutto dopo la riduzione del ricorso all'energia nucleare successiva all'incidente di Fukushima del 2011. Precisamente, la quota del gas naturale, che nel 2010 rappresentava il 30% della produzione elettrica giapponese, nel 2015 era aumentata al 42%.<ref name="eia" /> Il gas naturale (più precisamente, il [[gas naturale liquefatto]] o GNL) si è infatti affermato negli ultimi anni in Giappone come il combustibile fossile di prima scelta per la sostituzione del combustibile nucleare, grazie alle sue minori emissioni di gas serra. Dopo la chiusura delle centrali nucleari conseguente agli eventi del 2011, il ricorso al GNL contribuì a stabilizzare la produzione di elettricità. La sua domanda continuerà quindi a crescere anche nei prossimi anni.<ref name="enecho2017"/> Già ora il Giappone sta sostituendo molte delle sue più vecchie e meno efficienti [[centrali a gas]] con unità più efficienti [[Gas naturale#Generazione di energia elettrica|"a ciclo combinato"]]. Attualmente, ci sono tre centrali elettriche a gas con una capacità combinata di 4,8 GW in costruzione e che si prevede entreranno in funzione entro il 2020.<ref name="jepic2017" /> Tuttavia, l'effettivo aumento dell'utilizzo del GNL (e del conseguente volume delle importazioni dall'estero) potrebbe essere in parte frenato dalla progressiva riattivazione di alcune centrali nucleari e dal ruolo crescente delle energie rinnovabili nel portafoglio energetico del Giappone. Entro il 2030, si prevede che il GNL fornirà il 27% della produzione di energia elettrica del paese.<ref name="eia" />
<!-- [https://en.wikipedia.org/wiki/Electricity_sector_in_Japan#Transmission guarda qui] -->


Per quanto riguarda il '''[[petrolio]]''', già prima del terremoto del 2011 le aziende elettriche giapponesi avevano cominciato a dismettere la capacità di produzione alimentata dal petrolio, a causa dei maggiori costi operativi, dell'obsolescenza di molti impianti e degli svantaggi ambientali. Tuttavia, le perdite di energia nucleare dovute al sisma spinsero alcune aziende a compensarle ripristinando le centrali a petrolio in disuso.<ref name="eia" /> La domanda totale di petrolio per energia elettrica, principalmente dalla combustione di olio combustibile residuo e di greggio diretto, crebbe drasticamente da 175.000 [[Barile (unità di misura)#Altre unità derivate|bpd]] stimati nel 2010 a 590.000 bpd nel 2012, quando il petrolio produceva il 18% della generazione di elettricità. Il consumo complessivo di energia elettrica si ridusse e altri combustibili meno costosi furono via via utilizzati per colmare il divario. La quota del petrolio nel settore dell'energia elettrica scese così a 270.000 bpd, ossia il 9% della produzione di energia elettrica nel 2015.<ref>{{cita web |autore=International Energy Agency |url=https://www.iea.org/statistics/statisticssearch/report/?country=JAPAN&product=oil&year=2010 |titolo=Statistics: Japan, Oil for 2010 |accesso=9 luglio 2018 |postscript=nessuno |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180711030642/http://www.iea.org/statistics/statisticssearch/report/?country=JAPAN&product=oil&year=2010 |dataarchivio=11 luglio 2018 |urlmorto=sì }}; {{cita testo |autore=International Energy Agency |titolo=Oil Market Report, |data=11 agosto 2016 |p=9 |postscript=nessuno}}; {{cita web |autore=Federation of Electric Power Companies of Japan |url=http://www.fepc.or.jp/english/news/generated_purchased/__icsFiles/afieldfile/2011/04/18/hatsuju_E_fy2010.pdf |titolo=Electricity Generated and Purchased (Bulletin), FY 2010 |anno=2011 |accesso=9 luglio 2018 }}</ref> La politica del governo giapponese per i prossimi anni è comunque quella di ridurre sensibilmente la quota dal petrolio sulla produzione di energia elettrica: via che le centrali nucleari ritorneranno in servizio, quindi, l'energia nucleare continuerà a sostituire il petrolio e un numero crescente di centrali alimentate da questo combustibile saranno chiuse.<ref name="jepic2017" />
=== Dipendenza ===
{{...}}

<!--==Overview==
[[File:Japan energy and GDP.svg|thumb|GDP versus energy consumption, 1968–2012]]
{| class="wikitable" style="text-align:right"
|+ Energy in Japan<ref name=IEA2015>IEA Key World Energy Statistics Statistics [http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/KeyWorld_Statistics_2015.pdf 2015], [http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/keyworld2014.pdf 2014 (2012R as in November 2015] + 2012 as in March 2014 is comparable to previous years statistical calculation criteria, [http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/KeyWorld2013.pdf 2013], [http://www.iea.org/publications/freepublications/publication/kwes.pdf 2012], [http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2011/key_world_energy_stats.pdf 2011], [http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2010/key_stats_2010.pdf 2010], [http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2009/key2009.pdf 2009], [http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2006/key2006.pdf 2006] [[International Energy Agency|IEA]] October, crude oil p.11, coal p. 13 gas p. 15</ref>
|-
!
! Population<br/> (million)
! Prim. energy<br/> (TWh)
! Production<br/> (TWh)
! Import<br/> (TWh)
! Electricity<br/> (TWh)
! CO<sub>2</sub>-emission<br/> (Mt)
|-
| align="left" | 2004 || 127.7 || 6,201 || 1,125 || 5,126 || 1,031 || 1,215
|-
| align="left" | 2007 || 127.8 || 5,972 || 1,052 || 5,055 || 1,083 || 1,236
|-
| align="left" | 2008 || 127.7 || 5,767|| 1,031 || 4,872 || 1,031 || 1,151
|-
| align="left" | 2009 || 127.3 || 5,489 || 1,091 || 4,471 || 997 || 1,093
|-
| align="left" | 2010 || 127.4 || 5,778 || 1,126 || 4,759|| 1,070 || 1,143
|-
| align="left" | 2012 || 127.8 || 5,367 || 601 || 4,897 || 1,003 || 1,186
|-
| align="left" | 2012R || 127.6 || 5,260 || 329 || 5,062 || 989 || 1,223
|-
| align="left" | 2013 || 127.3 || 5,288 || 325 || 5,082 || 998 || 1,235
|-
| align="left" | Change 2004–10 || -0.2% || -6.8% || 0.0% || -7.2% || 3.7% || -5.9%
|-
| align="left" colspan=7 | <small> Mtoe = 11.63 TWh, Prim. energy includes energy losses that are 2/3 for nuclear power</small><ref name=Sverigetab49>[http://webbshop.cm.se/System/TemplateView.aspx?p=Energimyndigheten&view=default&cat=/Broschyrer&id=e0a2619a83294099a16519a0b5edd26f Energy in Sweden 2010] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131016045634/http://webbshop.cm.se/System/TemplateView.aspx?p=Energimyndigheten&view=default&cat=%2FBroschyrer&id=e0a2619a83294099a16519a0b5edd26f |date=October 16, 2013 }}, Facts and figures, The Swedish Energy Agency, Table 8 Losses in nuclear power stations Table 9 Nuclear power brutto</ref>
<small>2012R = CO2 calculation criteria changed, numbers updated </small>
|}

==History==
[[File:Electricity Production in Japan.svg|thumb|right|400px|Electricity production in Japan by source.]]
Japan's rapid industrial growth since the end of [[World War II]] doubled the nation's energy consumption every five years into the 1990s. During the 1960–72 period of accelerated growth, energy consumption grew much faster than GNP, doubling Japan's consumption of world energy. By 1976, with only 3% of the world's population, Japan was consuming 6% of global energy supplies.

Compared with other nations, electricity in Japan is relatively expensive,<ref>Nagata, Kazuaki, "[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20110906i1.html Utilities have monopoly on power]", ''[[Japan Times]]'', 6 September 2011, p. 3.</ref> and, since the loss of nuclear power after the earthquake and tsunami disaster at Fukushima, the cost of electricity has risen significantly.<ref>{{cite web|last=Nakamoto |first=Michiyo |url=http://www.ft.com/cms/s/0/bf0affbc-7d5f-11e1-bfa5-00144feab49a.html#axzz1vnj3MoWo |title=Tepco faces revolt over price rise |publisher=FT.com |date=2012-04-04 |accessdate=2012-12-10}}</ref>

==Energy sources==
<div style="float:right;border:1px solid black;margin:10px;padding:10px">
{|
|colspan="3" |'''Japan—primary energy use'''<ref name="EIA2004">[http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/Japan/Background.html Country Analysis Briefs – Japan] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080509154453/http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/Japan/Background.html |date=2008-05-09 }}, ''US Energy Information Administration'', published January 2004, accessdate 2007-05-10</ref>
|-
|'''Fuel''' || '''1950''' || '''1988''' || '''2001'''<ref name="EIA2004" />
|-
|'''Coal''' || 50% || 18.1% || 16.8%
|-
|'''Hydro''' || 33% || 4.6% || 4.0%
|-
|'''Oil''' || 17% || 57.3% || 50.2%
|-
|'''Natural gas || – || 10.1% || 13.6%
|-
|'''Nuclear''' || – || 9.0% || 14.4%
|-
|'''Other''' || – || 1.3% || 1.0%
|}
</div>
In 1950 coal supplied half of Japan's energy needs, [[hydroelectricity]] one-third, and oil the rest. By 2001 the contribution of oil had increased to 50.2% of the total, with rises also in the use of nuclear power and natural gas. Japan now depends heavily on imported fossil fuels to meet its energy demand.<ref name=EIA2012 />

Japan currently produces about 10% of its electricity from renewable sources. The Fourth Strategic Energy Plan set the renewable share goal to be 24% by 2030. In the next 15 years, Japan intends on investing $700 billion into renewable energy.<ref>{{Cite web|url=http://www.enecho.meti.go.jp/en/category/others/basic_plan/pdf/4th_strategic_energy_plan.pdf|title=4th Strategic Energy Plan|last=|first=|date=April 2014|website=Ministry of Economy, Trade, and Industry|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref> One initiative the Japanese government has implemented in order to boost the amount of renewable energy produced and purchased in Japan is the feed-in tariff scheme. The scheme encourages companies to invest in renewable energy by providing set prices for various types of renewable energy. The initiatives appear to be working, as renewable energy generation capacity now stands at 26.2 GW, compared to 20.9 GW in 2012.<ref>{{Cite web|url=http://nautilus.org/napsnet/napsnet-special-reports/energy_burst_japan|title=Renewable Energy Burst in Japan|last=Takase|first=Kae|date=27 May 2014|website=Nautilus Institute for Security and Sustainability|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref>

===Oil===
In the wake of the two oil crises of the 1970s ([[1973 oil crisis|1973]] and [[1979 energy crisis|1979]]), Japan made efforts to diversify energy resources in order to increase [[energy security|security]]. Japan's domestic oil consumption dropped slightly, from around {{convert|5.1|Moilbbl|m3}} of oil per day in the late 1970s to {{convert|4.9|Moilbbl|m3}} per day in 1990. While the country's use of oil declined, its consumption of nuclear power and [[LNG|Natural gas]] rose substantially. Several Japanese industries, including electric power companies and [[steelmaking|steelmakers]], switched from [[petroleum]] to coal, most of which is imported.

The state stockpile equals about 92 days of consumption and the privately held stockpiles equal another 77 days of consumption for a total of 169 days or {{convert|579|Moilbbl|m3}}.<ref>{{cite news|title= Energy Security in East Asia |publisher= Institute for the Analysis of Global Security|date=2004-08-13 |url=http://www.iags.org/n0813042.htm}}</ref><ref>{{cite news |title= Energy Security Initiative |publisher= Asia Pacific Energy Research Center |date= 2002-01-01 |url= http://www.ieej.or.jp/aperc/2002pdf/OilStocks2002.pdf |deadurl= yes |archiveurl= https://web.archive.org/web/20060620092529/http://www.ieej.or.jp/aperc/2002pdf/OilStocks2002.pdf |archivedate= 2006-06-20 |df= }}</ref> The Japanese SPR is run by the Japan Oil, Gas and Metals National Corporation.<ref>{{cite web|url=http://www.jogmec.go.jp/english/index.html |title=Japan Oil, Gas and Metals National Corporation |publisher=JOGMEC |date= |accessdate=2012-12-10}}</ref>

Oil demand has been waning in Japan, especially leading up to and since the [[Tohoku earthquake]] in 2011.
While oil consumption was over 5 million barrels per day (bpd) for decades, this had declined to 3.22 million bpd by 2017.<ref>{{cite news|last1=Editorial|first1=Reuters|title=UPDATE 1-Japan 2017 thermal coal imports hit record, LNG up for...|url=https://af.reuters.com/article/energyOilNews/idAFL4N1PJ1DT|accessdate=18 April 2018|work=AF}}</ref>
As of 2016, both India<ref>{{cite news|title=India beats Japan in oil use, only next to US, China|url=https://economictimes.indiatimes.com/industry/energy/oil-gas/india-beats-japan-in-oil-use-only-next-to-us-china/articleshow/52659580.cms|work=The Economic Times|date=9 June 2016}}</ref> and Texas<ref>{{cite web|title=Texas - SEDS - U.S. Energy Information Administration (EIA)|url=https://www.eia.gov/state/seds/data.php?incfile=/state/seds/sep_use/total/use_tot_TXa.html&sid=TX|website=www.eia.gov|language=en}}</ref> have overtaken Japan in oil consumption.

===Nuclear power===
{{Main article|Nuclear power in Japan}}
{{See also|2011 Japanese nuclear accidents|Fukushima Daiichi nuclear disaster}}
[[File:Fukushima I by Digital Globe crop.jpg|thumb|The 2011 [[Fukushima Daiichi nuclear disaster]], the worst [[nuclear accident]] in 25 years, displaced 50,000 households after [[radioactive isotopes]] were dispersed into the air, soil and sea.<ref>{{cite news |url=https://www.bloomberg.com/news/2011-06-26/fukushima-retiree-to-lead-anti-nuclear-motion.html |title=Fukushima Retiree Leads Anti-Nuclear Shareholders at Tepco Annual Meeting |author=Tomoko Yamazaki and Shunichi Ozasa |date=June 27, 2011 |work=Bloomberg }}</ref> Radiation checks led to bans of some shipments of vegetables and fish.<ref>{{cite news |url=https://www.reuters.com/article/2011/05/07/us-japan-nuclear-idUSTRE74610J20110507 |title=Japan anti-nuclear protesters rally after PM call to close plant |author=Mari Saito |date=May 7, 2011 |work=Reuters }}</ref>]]
Following Eisenhower's [[Atoms for Peace]] speech, the United States helped Japan develop their nuclear power program. When Japan decided to embark on the nuclear power field, it imported technology from the [[United States]] and obtained uranium from [[Canada]], [[France]], [[South Africa]], and [[Australia]]. The first nuclear reactor was commissioned in 1966, from then to 2010, 54 more nuclear reactors had opened, with total generation capacity of 48,847 MW.<ref>{{Cite web|url=http://www.fepc.or.jp/english/nuclear/power_generation/plants/|title=Nuclear Power Plants in Japan|last=|first=|date=|website=The Federation of Electric Power Companies of Japan|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref> The ratio of nuclear power generation to total electricity production increased from 2% in 1973 to around 30% in March 2011.<ref name=":0" /> During the 1980s, Japan's nuclear power program was strongly opposed by [[environmental group]]s, particularly after the [[Three Mile Island accident]] in the United States. In the 2000s, Japan had a few of the modern [[Advanced Boiling Water Reactor]], including some of the first new advanced [[Generation III reactor]]s. At [[Rokkasho, Aomori]] a facility was built to enrich nuclear fuel, deal with nuclear waste, and recycle spent nuclear fuel.

After the 2011 earthquake and tsunami some nuclear reactors were damaged, causing much uncertainty and fear about the release of radioactive material, as well as highlighting the ongoing concerns over seismic design standards (see [[Nuclear power in Japan#Seismicity|Nuclear power in Japan §Seismicity]]).<ref>Johnston, Eric, "[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20110922x3.html Current nuclear debate to set nation's course for decades]", ''[[Japan Times]]'', 23 September 2011, p. 1.</ref>
On 5 May 2012 Japan shut down the last nuclear reactor, the first time there has been no nuclear power production since 1970.<ref>{{cite news| url=https://www.theguardian.com/world/2012/may/05/japan-shuts-down-last-nuclear-reactor | location=London | work=The Guardian | first=David | last=Batty | title=Japan shuts down last working nuclear reactor | date=5 May 2012}}</ref>
On 16 June Prime Minister Yoshihiko Noda ordered the restart of [[Ōi Nuclear Power Plant|Ōi nuclear plant]]'s reactors number 3 and 4, saying that people's livelihood needs to be protected.<ref>{{cite web|url=http://www.world-nuclear-news.org/RS-Ohi_reactors_cleared_for_restart-1806124.html |title=Ohi reactors cleared for restart |publisher=World-nuclear-news.org |date=2012-06-18 |accessdate=2012-12-10}}</ref>
Ōi nuclear plant's reactor No. 3 was restarted on 2 July,<ref name="msnbc.msn.com"/> and No. 4 began operation on 21 July.<ref>{{cite web|url=http://zeenews.india.com/news/world/oi-nuclear-plant-s-no-4-reactor-begins-generating-power_788863.html |title=Oi nuclear plant's No 4 reactor begins generating power |publisher=Zeenews.india.com |date=2012-07-21 |accessdate=2012-12-10}}</ref> However, in September 2013 the [[Ōi Nuclear Power Plant|Ōi nuclear plant]] was shut down in order to have extensive safety inspections performed.<ref name=":1" /> By late 2015, both of the [[Sendai Nuclear Power Plant]]'s reactors had reopened and restarted producing nuclear energy. Other nuclear plants, such as the [[Takahama Nuclear Power Plant]], have received permission to reopen, and other nuclear reactors are beginning the process of restarting.<ref>{{Cite web|url=http://www.euronews.com/2015/12/24/four-nuclear-reactors-to-reopen-in-japan|title=Four nuclear reactors to reopen in Japan|last=|first=|date=24 December 2015|website=Euronews|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref>

In June 2015, the Japanese government released an energy proposal that includes the revival of nuclear power to account for Japan's energy needs. The proposal calls for an increase of about 20% in nuclear energy by 2030.<ref name=":0" /> This reverses a decision by the previous Democratic Party, the government will re-open nuclear plants, aiming for "a realistic and balanced energy structure".

===Natural gas===
Because domestic natural gas production is minimal, rising demand is met by greater imports. Japan's main LNG suppliers in 1987 were [[Indonesia]] (51.3%), [[Malaysia]] (20.4%), [[Brunei]] (17.8%), [[United Arab Emirates]] (7.3%), and the [[United States]] (3.2%).

The new Japanese LNG strategy published in May 2016 envisages the creation of a liquid market and an international LNG hub in Japan. This promises to radically change the traditional JCC (crude oil) based pricing system in Japan, but also potentially in the Pacific Basin as a whole. But the path to hub creation and hub pricing in the early 2020s envisaged by the Strategy will not be straightforward.<ref>{{Cite journal|last=Stern|first=Jonathan|year=2016|title=The new Japanese LNG strategy : a major step towards hub-based gas pricing in Asia|url=https://www.oxfordenergy.org/publications/new-japanese-lng-strategy-major-step-towards-hub-based-gas-pricing-asia/|journal=Oxford Energy Comment|publisher=Oxford Institute for Energy Studies|volume=|pages=|via=}}</ref>

===Hydroelectricity===
{{main article|Hydroelectricity in Japan}}
The country's main renewable energy source is hydroelectricity, with an installed capacity of about 27 GW and a production of 69.2 TWh of electricity in 2009.<ref>See [[Hydroelectricity#World hydroelectric capacity]]</ref>
As of September 2011, Japan had 1,198 small hydropower plants with a total capacity of 3,225 MW. The smaller plants accounted for 6.6 percent of Japan's total hydropower capacity. The remaining capacity was filled by large and medium hydropower stations, typically sited at large dams. Cost per kilowatt-hour for power from smaller plants was high at ¥15–100, hindering further development of the energy source.<ref>Johnston, Eric, "[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20110929f1.html Small hydropower plants keep it local]", ''[[Japan Times]]'', 29 September 2011, p. 3.</ref>

===Solar power===
{{Main article|Solar power in Japan}}
Japan was the world's second largest producer of [[photovoltaics|photovoltaic electricity]] in the early 2000s, although solar was a very minor contribution to the total at that time. The country was overtaken by [[Solar power in Germany|Germany]] in 2005, a year in which Japan had 38% of the world supply compared to Germany's 39%.<ref>[http://www.yomiuri.co.jp/dy/features/science/20070510TDY03003.htm Japan lags behind Europe in solar power]. ''[[Yomiuri Shimbun|The Daily Yomiuri]]'', published 2007-05-10, accessed 2007-05-14.</ref><ref>Johnston, Eric, "[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20110924f1.html Despite headwinds, solar energy making progress, advocates say]", ''[[Japan Times]]'', 24 September 2011, p. 3.</ref>
Since then, Japan had been slow to increase solar capacity compared to other countries until 2012.

On 1 July 2012, after the nuclear disaster at Fukushima, new tariffs for renewable energy were introduced by the Japanese government.
The tariffs, set at ¥42 per kWh over the next 20 years to solar power producers, were among the highest in the world.<ref>Watanabe, Chisaki, ([[Bloomberg L.P.|Bloomberg]]), "[http://www.japantimes.co.jp/text/nb20120704n3.html Japan to become No. 2 solar market]", ''[[Japan Times]]'', 4 July 2012, p. 7</ref><ref>Johnston, Eric, "[http://www.japantimes.co.jp/text/nn20120529i1.html New feed-in tariff system a rush to get renewables in play]", ''[[Japan Times]]'', 29 May 2012, p. 3</ref>
With the incentives in place, Japan added 1,718 MW of solar power in 2012. By the end of the year, Japan's total solar capacity was 7.4 GW.<ref name="19june">{{cite news|url=https://www.theguardian.com/world/2013/jun/18/japan-solar-energy-fukushima-nuclear-renewable-abe|title=After Fukushima, Japan beginning to see the light in solar energy|last=Harlan|first=Chico|date=19 June 2013|newspaper=The Guardian|location=London|accessdate=19 June 2013}}</ref>
Japan has seen sustained growth of solar PV capacity after 2012, reaching a cumulative installed capacity of 34 GW by the end of 2015, generating 3.5% of the national electricity consumption in that year.

===Wind power===
{{Main article|Wind power in Japan}}
Japan had 1,807 wind turbines with a total capacity of 2440 MW as of September 2011. Lack of locations with constant wind, environmental restrictions, and emphasis by power utilities on fossil and nuclear power hinders the employment of more wind power in the country.<ref>Johnston, Eric, "[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20110928f1.html Wind power quest faces stability, regulatory hurdles]", ''[[Japan Times]]'', 28 September 2011, p. 3. {{dead link|date=June 2016|bot=medic}}{{cbignore|bot=medic}}</ref> However, it has been estimated that Japan has the potential for 144 GW for onshore wind and 608 GW of offshore wind capacity.<ref>{{cite news| url=https://www.bloomberg.com/news/articles/2014-02-26/ge-says-japan-has-more-potential-to-harness-wind-energy | work=Bloomberg | first=Chisaki | last=Watanabe | title=GE Says Japan Has More Potential to Harness Wind Power | date=2014-02-27}}</ref>

===Geothermal energy===
{{main article|Geothermal power in Japan}}
Of other renewable energy sources, Japan has partially exploited [[Geothermal power|geothermal energy]].<ref>{{cite news| url=https://www.telegraph.co.uk/earth/energy/geothermalenergy/4117746/Japan-taps-into-power-of-volcanoes-with-geothermal-energy-plants.html# | location=London | work=The Daily Telegraph | first=Danielle | last=Demetriou | title=Japan taps into power of volcanoes with geothermal energy plants | date=2009-01-05}}</ref> The country had six geothermal power stations with a combined capacity of 133 megawatts in 1989. By 2011, the country had 18 geothermal plants.<ref>Johnston, Eric, "[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20110927f1.html Geothermal trove lies mostly untapped despite energy crisis]", ''[[Japan Times]]'', 27 September 2011, p. 3.</ref> Japan has the third largest geothermal reserves in the world, and geothermal energy in particular is being heavily focused on as a source of power following the Fukushima disaster and subsequent shut down of all nuclear reactors. The Ministry of Economy, Trade, and Industry is currently exploring over 40 locations to see if geothermal energy plants would be compatible.<ref>{{Cite web|url=http://www.renewableenergyworld.com/articles/print/volume-18/issue-3/features/geothermal/is-japan-the-next-boom-market-for-the-geothermal-energy-industry.html|title=Is Japan the Next Boom Market for the Geothermal Energy Industry?|last=Cichon|first=Meg|date=29 May 2015|website=Renewable Energy World|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref>

===Waste and biomass energy===
As of September 2011, Japan had 190 generators attached to municipal waste units and 70 independent plants using [[biomass]] fuel to produce energy. In addition, 14 other generators were used to burn both coal and biomass fuel. In 2008, Japan produced 322 million tons of biomass fuel and converted 76% of it into energy.<ref>Johnston, Eric, "[http://www.japantimes.co.jp/news/2011/09/30/national/with-backing-biomass-can-help-meet-energy-needs/#.WW-RI4iGNhE With backing, biomass can help meet energy needs]", ''[[Japan Times]]'', 30 September 2011, p. 3.</ref>

===Ocean energy===
In 2012, the government announced plans to build experimental [[tidal power]] and [[wave power]] plants in coastal areas. Construction on the projects, the locations for which have not been determined, would begin in 2013.<ref>[[Jiji Press]], "Wave, wind power project planned", ''[[Japan Times]]'', 20 March 2012, p. 7.</ref>

==Electricity==
{{Main article|Electricity sector in Japan}}
[[File:Power Grid of Japan.svg|thumb|Map of [[Electricity distribution in Japan|Japan's electricity distribution network]], showing incompatible systems between regions.]]
[[File:20040905 jpower sakuma 02.jpg|thumb|The Sakuma Frequency Converter Station]]
In 2014, [[Japan]] ranked fifth in the world by electricity production, after the [[United States]], [[China]], [[Russia]], and [[India]] with 934 TWh produced during that year.<ref>{{Cite web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2233rank.html|title=Electricity – Consumption|last=|first=|date=|website=The World Factbook|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref>

In terms of per capita electricity consumption, the average person in Japan consumed 8,459 kWh in 2004 compared to 14,240 kWh for the average American. In that respect it ranked 18th among the countries of the world. Its per capita electricity consumption increased by 21.8% between 1990 and 2004.<ref name="JPELECTPCP2004">{{cite web|url=http://www.allcountries.org/ranks/electricity_consumption_per_capita_2004.html |title=Electricity Consumption Per Capita 2004 – Country Rankings |publisher=Allcountries.org |date=2007-05-25 |accessdate=2012-12-10}}</ref>

Japan had 282 GW of total installed electricity generating capacity in 2010, the third largest in the world behind the United States and China. However, after the damage by the 2011 earthquake, capacity is estimated to be around 243 GW in mid-2011.<ref name="EIA2012">{{cite web|url=http://205.254.135.7/EMEU/cabs/Japan/pdf.pdf|title=Japan|publisher=U.S. Energy Information Administration (EIA)|work=Country Analysis Briefs|accessdate=2 July 2012}}{{dead link|date=January 2018 |bot=InternetArchiveBot |fix-attempted=yes }}</ref> It is one of the world's largest users of solar energy, in fourth place behind Germany, Italy, and China. With 53 active nuclear power generating reactor units in 2009, that year Japan ranked third in the world in that respect, after the United States (104 reactors) and France (59).<ref name="JPNUCLEL2009">{{cite web|url=http://www.photius.com/rankings/nuclear_power_reactors_by_country_2009.html |title=Nuclear Power Plants by Country 2009 |publisher=Photius.com |date=2007-05-25 |accessdate=2012-12-10}}</ref> Almost one quarter (24.93%) of its electricity production [[Nuclear power in Japan|was from nuclear plants]], compared to 76.18% for [[Nuclear power in France|France]] and 19.66% for the United States.<ref name="JPNUCLPCT2009">{{cite web|url=http://www.allcountries.org/ranks/nuclear_share_electricity_generation_by_country_2009.html |title=Nuclear Share in Electricity Generation by Country 2008 |publisher=Allcountries.org |date=2007-05-25 |accessdate=2012-12-10}}</ref> However, after the [[2011 Tōhoku earthquake and tsunami]] and the subsequent [[Fukushima Daiichi nuclear disaster]], all plants eventually shut down in May 2012 and [[Ōi Nuclear Power Plant]] was restarted and operational between June 2012 and September 2013. On 11 August 2015<ref>[http://www.kyuden.co.jp/en_information_150811.html Startup of Sendai Nuclear Power Unit No.1] (11 August 2015)</ref> and 1 November 2015, the two nuclear reactor of the [[Sendai Nuclear Power Plant]] were restarted respectively.<ref>{{cite web|title=Japan Restarts First Nuclear Power Plant since Fukushima|url=http://www.bbc.co.uk/news/world-asia-33858350|website=BBC News|publisher=BBC|accessdate=11 August 2015}}</ref><ref>{{cite web|title=Japan restarts first nuclear reactor since Fukushima disaster|url=https://www.theguardian.com/environment/2015/aug/11/japan-restarts-first-nuclear-reactor-fukushima-disaster|website=The Guardian|accessdate=11 August 2015}}</ref><ref>{{cite news
| url = http://the-japan-news.com/news/article/0002534317
| title = Sendai No. 2 reactor in full-capacity operation
| date = 1 November 2015
| publisher = Japan News (The Yomiuri Shimbun)
| accessdate = 7 November 2015
}}</ref>

Since the generation disruption caused by the Fukushima disaster, rapid steps have been made to [[Electricity market|liberalize the electricity supply market]].<ref name="eurotechnology-2014">{{cite news |url=http://www.eurotechnology.com/japan-energy/japans-electricity/ |title=Japan electricity markets: structural changes and liberalization |newspaper=Eurotechnology Japan |year=2014 |accessdate=1 August 2016}}</ref><ref name="meti-2013">{{cite web |url=http://www.enecho.meti.go.jp/en/category/electricity_and_gas/electric/electricity_liberalization/what/ |title=What does liberalization of the electricity market mean? |publisher=METI |work=Agency for Natural Resources and Energy |year=2013 |accessdate=1 August 2016}}</ref> One way this was done in Japan is through the feed-in-tariff scheme. This was announced in 2012 as a direct consequence of the Fukushima disaster. The feed-in-tariff scheme encourages utility operators and companies to purchase and invest in renewable energy.<ref>{{Cite web|url=http://www.meti.go.jp/english/policy/energy_environment/renewable/pdf/summary201207.pdf|title=Feed-in Tariff Scheme in Japan|last=|first=|date=2012|website=Ministry of Economy, Trade, and Industry|publisher=|access-date=20 October 2016}}</ref> The [[Ministry of Economy, Trade and Industry]] set prices for various renewable energy sources to encourage the production and consumption of renewable energy. In April 2016 domestic and small business customers became able to select from over 250 [[Electricity retailing|supplier companies competitively selling electricity]]. Also wholesale electricity trading on the [[Japan Electric Power Exchange]] has been encouraged.<ref name="bl-20160328">{{cite news |url=https://www.bloomberg.com/news/articles/2016-03-28/japan-s-power-market-opening-challenges-entrenched-players-q-a |title=Japan's Power Market Opening Challenges Entrenched Players: Q&A |author=Stephen Stapczynski, Emi Urabe |publisher=Bloomberg |date=28 March 2016 |accessdate=1 August 2016}}</ref><ref name="jt-20160407">{{cite news |url=http://www.japantimes.co.jp/news/2016/04/07/national/electricity-market-shake-mainly-benefiting-tokyo-kansai/ |title=Electricity market shake-up mainly benefiting Tokyo and Kansai |newspaper=The Japan Times |date=7 April 2016 |accessdate=1 August 2016}}</ref>

===National grid{{anchor|Electrical power supply}}===
Unlike most other industrial countries, Japan doesn't have a single [[Electric power transmission|national grid]] but instead has separate eastern and western grids. The standard voltage at power outlets is 100 V, but the grids operate at different frequencies: 50&nbsp;Hz in Eastern Japan and 60&nbsp;Hz in Western Japan.<ref>{{cite web|url=http://www.japan-guide.com/e/e2225.html |title=Electricity in Japan |publisher=Japan-guide.com |date=2007-05-07 |accessdate=2012-12-10}}</ref> The grids are connected together by 3 [[frequency changer|frequency converter stations]] ([[Higashi-Shimizu Frequency Converter|Higashi-Shimizu]], [[Shin Shinano Frequency Converter Station|Shin Shinano]] and [[Sakuma Frequency Converter Station|Sakuma]]), but these can only handle 1 GW.<ref name=cw20110321 /> A converter station also exists at [[Minami-Fukumitsu]]. The [[2011 Tōhoku earthquake and tsunami]] resulted in 11 reactors being taken offline with a loss of 9.7GW.<ref name=cw20110321 /> The 3 converter stations did not have the capacity to transfer enough power from Japan's western power grid to significantly help the eastern grid.

The two grids were originally developed by separate companies. Tokyo Electric Light Co was established in 1883 which also established electric power in [[Japan]]. In 1885 demand had grown enough that TELCO bought generation equipment from [[AEG]] of [[Germany]].<ref name=cw20110321>{{cite news
|url=http://www.computerworld.com/s/article/9214758/A_legacy_from_the_1800s_leaves_Tokyo_facing_blackouts
|title=A legacy from the 1800s leaves Tokyo facing blackouts
|last=Williams
|first=Martyn
|date=18 March 2011
|work=[[Computerworld]]
|accessdate=21 March 2011}}</ref> The same happened in the western parts of Japan with [[General Electric]] being the supplier to Osaka Electric Lamp.<ref name=cw20110321 /> GE's equipment used the US standard 60&nbsp;Hz while AEG's equipment used the European standard of 50&nbsp;Hz.<ref name=cw20110321 />

===Utilities===
In Japan, the electricity market is divided up into 10 regulated companies:
{{Div col}}
* [[Chugoku Electric Power Company]] (CEPCO)
* [[Chubu Electric Power]] (Chuden)
* [[Hokuriku Electric Power Company]] (Hokuden)
* [[Hokkaido Electric Power Company]] (HEPCO)
* [[Kyushu Electric Power]] (Kyuden)
* [[Kansai Electric Power Company]] (KEPCO)
* [[Okinawa Electric Power Company]] (Okiden)
* [[Tokyo Electric Power Company]] (TEPCO)
* [[Tohoku Electric Power]] (Tohokuden)
* [[Shikoku Electric Power Company]] (Yonden)
{{div col end}}

<gallery>
File:TEPCO head office.jpg|Tepco
File:KEPCO-Bldg-02.jpg|Kepco
File:Chubudenryoku honsha.jpg|Chubu
File:Energy square cropped.jpg|Tohokuden
File:Kyudenhonsha.JPG|Kyuden
</gallery>

==Hydrogen energy==
In March 2016, METI set a target of 40,000 hydrogen fuel-cell vehicles on Japan's roads by 2020 and 160 fueling stations.<ref>Umair Irfan, "Japan Bets on a Hydrogen-Fueled Future", Scientific American, May 3, 2016</ref>

==Carbon emissions==

<div style="float:right;border:1px solid black;margin:10px;padding:10px">
{|
|colspan="3" |Carbon dioxide emissions<br />(thousands of [[tonne|metric tons]] of CO<sub>2</sub>)<br />compared to 1990 level<ref>{{cite web
|url=http://millenniumindicators.un.org/unsd/mifre/mi_series_results.asp?rowID=749&fID=r15&cgID= |title=Dioxyde de carbone (CO2), émissions en mille tonnes de CO2 (CDIAC)
|publisher=[[United Nations]]
|date=2006-11-20
|accessdate=2007-04-28
|archiveurl = https://web.archive.org/web/20070310160541/http://millenniumindicators.un.org/unsd/mifre/mi_series_results.asp?rowID=749&fID=r15&cgID= |archivedate = 2007-03-10}}
</ref>
|-
!Year || CO<sub>2</sub> || Change
|-
|'''1990''' || 1,072,420 || 0%
|-
|'''1991''' || 1,094,350 || 2.04%
|-
|'''1992''' || 1,106,500 || 3.18%
|-
|'''1993''' || 1,081,490 || 0.85%
|-
|'''1994''' || 1,132,560 || 5.61%
|-
|'''1995''' || 1,138,750 || 9.19%
|-
|'''1996''' || 1,169,550 || 9.06%
|-
|'''1997''' || 1,170,120 || 9.11%
|-
|'''1998''' || 1,130,600 || 5.43%
|-
|'''1999''' || 1,165,720 || 8.7%
|-
|'''2000''' || 1,207,980 || 12.64%
|-
|'''2001''' || 1,191,390 || 11.09%
|-
|'''2002''' || 1,205,480 || 12.41%
|-
|'''2003''' || 1,233,640 || 15.03%
|-
|'''2004''' || 1,259,659 ||17.46%
|-
|'''2005''' || 1,238,181 ||15.46%
|-
|'''2006''' || 1,231,298 ||14.81%
|-
|'''2007''' || 1,251,169 ||16.67%
|-
|'''2008''' || 1,207,686 ||12.61%
|-
|'''2009''' || 1,101,134 ||2.68%
|}
</div>
[[File:CO2 per capita per country.png|thumb|250px|CO<sub>2</sub> emission per capita per year by country, 2004 data]]
{{See also|Global warming|Kyoto Protocol}}
In 2014 Japan was the 6th largest [[List of countries by carbon dioxide emissions|producer of carbon emissions]]. In 2013 Japan ranked 28 in the [[list of countries by carbon dioxide emissions per capita]].

In 2007, the BBC reported that Japan was having difficulty in meeting its 6% reduction target under the [[Kyoto Protocol]] partly because Japanese businesses were already very energy efficient.<ref name="BBC070524">{{cite news
|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asia-pacific/6688279.stm
|title=Japan eyes 50% greenhouse gas cut
|work=BBC
|date= 2007-05-24
|accessdate= 2007-06-20}}</ref> Despite this, in May 2007, the former Prime Minister [[Shinzō Abe]] said that world emissions should be reduced by 50% by 2050. He expected Japan to play a leading role in such an effort. "We must create a new framework which moves beyond the Kyoto Protocol, in which the entire world will participate in emissions reduction," Abe said.<ref name="BBC070524" />

However, since the events of the Tohoku earthquake, carbon emissions from energy production have increased to near record levels, with 1227Mt released from energy production as opposed to the Kyoto Protocol target of 1136Mt (8% reduction from 1235Mt), just a 0.6% decrease in energy production emissions.<ref>http://advancedglobaltrading.com/japans-co2-emissions-to-hit-record-high-this-year/</ref> The increased use of gas and coal to make up for lost nuclear capacity increased {{CO2}} production by over 3% despite an electrical demand drop of nearly 15%.
-->


==Note==
==Note==
Riga 300: Riga 54:
* [[Tokyo Electric Power Company]]
* [[Tokyo Electric Power Company]]
* [[Energia nucleare in Giappone]]
* [[Energia nucleare in Giappone]]

==Altri progetti==
{{interprogetto}}


==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==
* {{en}}[[File:PD-icon.svg|15px]] Questa voce incorpora materiale di [[pubblico dominio]] del sito [https://www.loc.gov/collections/country-studies/about-this-collection/ "Studi sugli Stati" della Biblioteca del Congresso]. [http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/jptoc.html Japan]
* {{en}}{{simbolo|PD-icon.svg|15}} Questa voce incorpora materiale di [[pubblico dominio]] del sito [https://www.loc.gov/collections/country-studies/about-this-collection/ "Studi sugli Stati" della Biblioteca del Congresso]. [http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/jptoc.html Japan]
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20090506060304/http://www.enecho.meti.go.jp/english/index.htm]
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20090506060304/http://www.enecho.meti.go.jp/english/index.htm]
** {{en}} [https://web.archive.org/web/20110322210924/http://www.enecho.meti.go.jp/topics/energy-in-japan/english2010.pdf Energy in Japan 2010]
** {{en}} [https://web.archive.org/web/20110322210924/http://www.enecho.meti.go.jp/topics/energy-in-japan/english2010.pdf Energy in Japan 2010]
** {{ja}}[https://web.archive.org/web/20110214202813/http://www.enecho.meti.go.jp/topics/hakusho/2010energyhtml/index.html Energy White Paper 2010]
** {{ja}} [https://web.archive.org/web/20110214202813/http://www.enecho.meti.go.jp/topics/hakusho/2010energyhtml/index.html Energy White Paper 2010]


{{Portale|economia|energia|Giappone}}
{{Portale|economia|energia|Giappone}}

Versione attuale delle 13:30, 9 mag 2024

La produzione di energia elettrica in Giappone si basa prevalentemente sull'importazione di fonti energetiche non rinnovabili. Il paese manca infatti di significative riserve interne di combustibili fossili, tranne il carbone, e deve importare sostanziali quantità di greggio, gas naturale e altre risorse energetiche, incluso l'uranio. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia per le risorse naturali e l'energia, nel 2016 il tasso di autosufficienza energetica del Giappone era di appena l'8,3%.[1]

Mappa della rete elettrica del Giappone

La prima compagnia elettrica giapponese, la Tokyo Electric Lighting, fu istituita nel 1886,[2] mentre i primi esempi di sfruttamento di energia elettrica a scopi privati risalgono almeno al 1878, con l'installazione di una lampada ad arco in occasione dell'inaugurazione dell'ufficio di telegrafia dell'Istituto di tecnologia di Tokyo. Inizialmente l'uso dell'elettricità fu destinato principalmente all'illuminazione pubblica, per via della sua sicurezza e pulizia, trovando gradualmente applicazioni più ampie come fonte di energia in alternativa al motore a vapore.[3]

Nel 1896 in tutto il Giappone si contavano trentatré diverse compagnie elettriche e, con l'introduzione all'inizio del XX secolo delle grandi centrali termoelettriche e idroelettriche, i costi di produzione diminuirono e l'elettricità trovò ampio impiego in tutto il paese. Di conseguenza, l'elettricità divenne non soltanto una fonte di energia indispensabile a livello industriale, ma anche un bene essenziale per la vita dei cittadini comuni.[3]

Negli anni successivi il business delle aziende elettriche crebbe in parallelo con la modernizzazione del Giappone e lo sviluppo della sua industria. Allo stesso tempo, il settore dei servizi elettrici subì una profonda ristrutturazione che portò alla dissoluzione di settecento compagnie, che unendosi portarono alla nascita di cinque grandi aziende elettriche per la fine della prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale, l'intera industria energetica giapponese finì sotto il controllo dello Stato e le varie società furono integrate nella neonata Nihon Hatsusoden.[3]

Data la persistente rigidità tra domanda e offerta di energia nel paese, dopo il conflitto vennero adottate una serie di misure volte a ristrutturare totalmente l'industria elettrica nipponica, contribuendo alla democratizzazione dell'economia. Nel 1951 vennero istituite nove società elettriche regionali private (Hokkaido, Tohoku, Tokyo, Chubu, Hokuriku, Kansai, Chugoku, Shikoku e Kyushu Electric Power) con lo scopo di fornire elettricità a ciascuna regione. Nel 1972, con la restituzione di Okinawa al Giappone, la Okinawa Electric Power Company si unì al gruppo come decimo membro.[3]

La crisi petrolifera

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Dopo la fine della seconda guerra mondiale, mentre il Giappone si riprendeva ed espandeva rapidamente la sua base industriale, era fortemente dipendente dalle importazioni di combustibili, in particolare dal petrolio del Medio Oriente (il petrolio alimentava il 66% dell'elettricità nel 1974). Questa vulnerabilità geografica e merceologica divenne critica con lo shock petrolifero del 1973.[4] Allora il Giappone aveva un'industria nucleare in crescita, con cinque reattori operativi. La necessità di rivedere la politica energetica nazionale portò alla diversificazione delle fonti, in particolare a un importante programma di sviluppo nucleare. Un'alta priorità fu data alla riduzione della dipendenza del Paese dalle importazioni petrolifere. Fu adottato un ciclo del combustibile chiuso per ottenere il massimo vantaggio dall'uranio importato.[4]

L'idea era che l'energia nucleare avrebbe giocato un ruolo sempre più rilevante nel futuro del Giappone. Nell'ambito del piano per le tecnologie energetiche innovative Cool Earth 50 del Ministero dell'economia, del commercio e dell'industria (METI) nel 2008, l'Agenzia giapponese per l'energia atomica mise a punto una strategia per una riduzione delle emissioni di CO₂ del 54% (dai livelli del 2000) entro il 2050, per arrivare a una riduzione del 90% entro il 2100. In tal modo nel 2100 l'energia primaria sarebbe stata prodotta per il 60% circa da fonti nucleari (rispetto al 10% nel 2008), per il 10% da fonti rinnovabili (rispetto al 5%) e per il 30% da combustibili fossili (rispetto all'85%); inoltre, il nucleare avrebbe contribuito per il 51% alla riduzione delle emissioni di CO₂. Nel giugno 2010 il METI decise di accrescere l'autosufficienza energetica al 70% entro il 2030, sia per la sicurezza energetica, sia per la riduzione delle emissioni. Questo richiedeva anzitutto nuove relazioni strategiche con i paesi produttori di energia. Il piano prevedeva inoltre un ruolo essenziale dell'energia nucleare e il raggiungimento di un grado di sfruttamento di tutti gli impianti pari al 90% della capacità installata.[4]

Il post-Fukushima

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Energia nucleare in Giappone § Il post-Fukushima.

Mentre il Giappone in precedenza aveva fatto affidamento sull'energia nucleare per soddisfare circa il 30% dei suoi fabbisogni di elettricità, dopo il disastro di Fukushima Dai-ichi del 2011 tutti i reattori nucleari furono progressivamente spenti per preoccupazioni sulla sicurezza.[4] Il reattore n. 3 della centrale nucleare di Ōi alla fine fu riavviato il 2 luglio 2012.[5] Tuttavia, nel settembre 2013 l'impianto fu chiuso affinché potesse subire le ispezioni di sicurezza e superare i controlli legali per la riapertura.[6] Rispettivamente l'11 agosto e il 1º novembre 2015 ripartirono i due reattori della centrale nucleare di Sendai. In seguito al disastro di Fukushima, l'opinione pubblica si è opposta all'uso dell'energia nucleare.[7][8]

Questo spinse inizialmente il governo giapponese nell'ottobre 2011, subito dopo il disastro di Fukushima, ad adottare una politica di riduzione della produzione di energia nucleare. Tuttavia, dopo la sconfitta alle elezioni del 2012, nel 2014 il nuovo governo approvò il 4º Piano strategico per l'energia (4th Basic [o Strategic] Energy Plan), con una programmazione ventennale, che riaffermava il ruolo dell'energia nucleare come fonte energetica primaria, essenziale per garantire (sia pure in modo sicuro) un approvvigionamento energetico stabile e sostenibile e per combattere il riscaldamento globale.[4] Fino al 2011, l'energia nucleare aveva rappresentato quasi il 30% della produzione totale di elettricità del paese, con una potenza installata (netta) di 47,5 GWe nel marzo 2011 e di 44,6 GWe dopo di allora. I nuovi piani prevedevano di aumentare tale quota al 41% entro il 2017 e al 50% entro il 2030. Nell'aprile 2015, tuttavia, il governo annunciò che voleva riportare la quota di elettricità prodotta dalle fonti che soddisfano il carico di base al 60% del totale entro il 2030, di cui circa un terzo nucleare.[4] Le analisi del Research Institute of Innovative Technology for the Earth stimavano che i costi per l'energia (lievitati notevolmente negli anni precedenti) si sarebbero in tal modo ridotti a 2.400 miliardi di yen (20,0 miliardi di dollari) all'anno, rispetto all'attuale scenario del 40% del carico di base (le rinnovabili essendo il 30%). Allo stesso tempo, si prevedeva anche un significativo aumento della produzione delle centrali alimentate con combustibili fossili.[4]

Con il 5º Piano strategico dell'energia, atteso per il 2018, il governo intenderebbe sostanzialmente confermare gli orientamenti già manifestati con il piano precedente. Precisamente, si vorrebbe confermare per il 2030 il "mix" delle diverse fonti di produzione di energia elettrica, mantenendo al 20-22% la quota del nucleare sul totale della produzione, portando al 22-24% la quota delle fonti rinnovabili e confermando il 26% della quota di combustibili fossili.[9]

Alcuni osservatori ritengono tuttavia che questi obiettivi andrebbero rivisti, per tenere conto dei numerosi cambiamenti che si sono verificati dal 2014 in poi nell'industria energetica giapponese.[10] In primo luogo, anche se molte centrali nucleari sono state nel frattempo riattivate, il numero è comunque inferiore a quello programmato nel piano del 2014, anche per la necessità di adeguare gli impianti ai più severi standard di sicurezza adottati dopo il disastro di Fukushima. In secondo luogo, l'obiettivo di aumentare la quota delle fonti rinnovabili per la produzione di elettricità dal 22 al 24% entro il 2030 sembrerebbe troppo cauto, considerando che tale quota è già aumentata intorno al 15%, grazie soprattutto al netto calo dei costi delle suddette fonti, e che nel mondo l'uso dell'energia da fonti rinnovabili è in costante espansione. Infine, sarebbe da rivedere anche la quota del 26% che il piano assegna alle centrali alimentate a combustibili fossili (in particolare a carbone) nell'obiettivo di "mix" energetico per il 2030. Tale scelta comporterebbe infatti la costruzione di nuove centrali a carbone, più inquinanti, in controtendenza rispetto alle scelte della maggior parte dei paesi avanzati che, come si è visto nella XXIII Conferenza delle Parti dell'UNFCCC (COP23), tenutasi a Bonn nel novembre 2017, progettano invece di abbandonare progressivamente i combustili fossili.[10]

Consumi, potenza richiesta e potenza installata

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Produzione di elettricità in Giappone per fonte.

Il consumo di energia primaria nel paese era di 445,3 Mtep nel 2016, in lieve calo (-0,4%) rispetto all'anno precedente.[11]

A maggio 2018, il Giappone doveva soddisfare circa il 90% dei suoi fabbisogni energetici attraverso le importazioni di combustibili.[4] Il Giappone era anche il quarto importatore mondiale di greggio nel 2015, con 165 Mt (8% delle importazioni mondiali totali di greggio), il terzo importatore di carbone nel 2016, con 189 Mt (15,6% delle importazioni mondiali totali di carbone) e il primo importatore di gas naturale nel 2016 con 116 miliardi di metri cubi (13.5% delle importazioni totali mondiali di gas).[12]

Il Giappone nel 2015 produceva 1.041 TWh di elettricità, 409 TWh da gas naturale, 343 TWh da carbone, 103 TWh da petrolio, 91 TWh da idroelettrico, 41 TWh da solare ed eolico, 41 TWh da biocarburante e rifiuti e 9 TWh da nucleare. Non c'erano importazioni o esportazioni, e il consumo finale nello stesso anno era di 957 TWh, pari in media a circa 7.500 kWh pro capite. La capacità totale installata era di circa 324 GWe alla fine del 2015.[4]

Tipologie di fonti energetiche primarie utilizzate

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Energia da fonti non rinnovabili

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Lo stesso argomento in dettaglio: Energia nucleare in Giappone.

I combustibili fossili rappresentavano circa il 94% della produzione netta di energia elettrica del Giappone nel 1973, il 62% nel 2010 prima del terremoto di Sendai e del Tōhoku e l'82% nel 2015.[1][13] La quota della produzione alimentata da combustibili fossili aumentò quindi sostanzialmente per la prima volta da parecchi decenni sulla scia del disastro di Fukushima quando le aziende elettriche si rivolsero agli idrocarburi per compensare la perdita della produzione di energia nucleare.[13] Attualmente, in Giappone ci sono oltre 60 centrali termoelettriche di proprietà delle 10 principali compagnie elettriche e della J-Power.[13][14]

Il carbone, usato tipicamente nel mondo come fonte del carico di base per la produzione di energia, continua ad essere un'importante fonte per la generazione di energia elettrica in Giappone. A partire dal 2002, con l'esaurimento pressoché totale della produzione interna, il Giappone cominciò a importare tutto il suo carbone dall'estero, in particolare dall'Australia. Tra il 2011 e il 2015 le importazioni crebbero da 175 a 190 milioni di tonnellate, grazie all'aumento di capacità delle centrali a carbone e malgrado una lieve diminuzione dei consumi nel 2011 a causa del terremoto. Quest'ultimo infatti aveva danneggiato alcune delle centrali elettriche alimentate a carbone e, per compensare la perdita di energia nucleare dovuta al disastro di Fukushima, il paese aveva dovuto ricorrere in modo massiccio al petrolio e al gas naturale.

Con il ripristino delle centrali a carbone danneggiate e il crollo dei prezzi internazionali del carbone, l'utilizzo della materia prima aumentò nuovamente e la sua quota sul totale della produzione elettrica passò dal 23% stimato prima di Fukushima al 31% nel 2015. Il governo intende portare tale quota al 26% entro il 2030, confermando l'importanza del combustibile come carico di base per la produzione di energia.[1] A tal fine il Giappone sta investendo notevolmente in nuove tecnologie per le centrali alimentate a carbone, più efficienti e meno inquinanti, sostituendo gradualmente gli impianti più vecchi. Le compagnie giapponesi progettano di sviluppare circa 45 nuove centrali a carbone nel prossimo decennio, aumentando la capacità attuale di oltre 20 GW. Le nuove centrali a carbone dovrebbero sostituire gradualmente le più costose ed inquinanti centrali a olio combustibile; l'effettivo sviluppo di questo processo dipenderà però anche dal numero di centrali nucleari che verranno nel frattempo riattivate e dalla capacità dei nuovi impianti a carbone di superare i più rigidi vincoli ambientali stabiliti dal governo giapponese per rispettare gli obiettivi di riduzione del livello dei gas serra fissati per il 2030.[13]

Anche il contributo del gas naturale sul totale della produzione di energia elettrica è cresciuto negli ultimi anni, soprattutto dopo la riduzione del ricorso all'energia nucleare successiva all'incidente di Fukushima del 2011. Precisamente, la quota del gas naturale, che nel 2010 rappresentava il 30% della produzione elettrica giapponese, nel 2015 era aumentata al 42%.[13] Il gas naturale (più precisamente, il gas naturale liquefatto o GNL) si è infatti affermato negli ultimi anni in Giappone come il combustibile fossile di prima scelta per la sostituzione del combustibile nucleare, grazie alle sue minori emissioni di gas serra. Dopo la chiusura delle centrali nucleari conseguente agli eventi del 2011, il ricorso al GNL contribuì a stabilizzare la produzione di elettricità. La sua domanda continuerà quindi a crescere anche nei prossimi anni.[1] Già ora il Giappone sta sostituendo molte delle sue più vecchie e meno efficienti centrali a gas con unità più efficienti "a ciclo combinato". Attualmente, ci sono tre centrali elettriche a gas con una capacità combinata di 4,8 GW in costruzione e che si prevede entreranno in funzione entro il 2020.[14] Tuttavia, l'effettivo aumento dell'utilizzo del GNL (e del conseguente volume delle importazioni dall'estero) potrebbe essere in parte frenato dalla progressiva riattivazione di alcune centrali nucleari e dal ruolo crescente delle energie rinnovabili nel portafoglio energetico del Giappone. Entro il 2030, si prevede che il GNL fornirà il 27% della produzione di energia elettrica del paese.[13]

Per quanto riguarda il petrolio, già prima del terremoto del 2011 le aziende elettriche giapponesi avevano cominciato a dismettere la capacità di produzione alimentata dal petrolio, a causa dei maggiori costi operativi, dell'obsolescenza di molti impianti e degli svantaggi ambientali. Tuttavia, le perdite di energia nucleare dovute al sisma spinsero alcune aziende a compensarle ripristinando le centrali a petrolio in disuso.[13] La domanda totale di petrolio per energia elettrica, principalmente dalla combustione di olio combustibile residuo e di greggio diretto, crebbe drasticamente da 175.000 bpd stimati nel 2010 a 590.000 bpd nel 2012, quando il petrolio produceva il 18% della generazione di elettricità. Il consumo complessivo di energia elettrica si ridusse e altri combustibili meno costosi furono via via utilizzati per colmare il divario. La quota del petrolio nel settore dell'energia elettrica scese così a 270.000 bpd, ossia il 9% della produzione di energia elettrica nel 2015.[15] La politica del governo giapponese per i prossimi anni è comunque quella di ridurre sensibilmente la quota dal petrolio sulla produzione di energia elettrica: via che le centrali nucleari ritorneranno in servizio, quindi, l'energia nucleare continuerà a sostituire il petrolio e un numero crescente di centrali alimentate da questo combustibile saranno chiuse.[14]

  1. ^ a b c d Japan's Energy - 2017 Edition (PDF), su enecho.meti.go.jp, Agency for Natural Resources and Energy, maggio 2018. URL consultato il 2 giugno 2018.
  2. ^ (EN) Takeo Kikkawa, The history of Japan's electric power industry before World War II (abstract), in Hitotsubashi Journal of Commerce and Management, vol. 46, n. 1, 2012, pp. 1–16. URL consultato il 31 maggio 2018.
  3. ^ a b c d (EN) History of Japan's Electric Power Industry, su fepc.or.jp, The Federation of Electric Power Companies of Japan. URL consultato il 31 maggio 2018.
  4. ^ a b c d e f g h i (EN) Nuclear Power in Japan, su World Nuclear Association, maggio 2018. URL consultato il 24 maggio 2018.
  5. ^ Japan restarts first reactor since Fukushima – World news – Asia-Pacific | NBC News, su msnbc.msn.com, MSNBC, 7 gennaio 2012. URL consultato il 10 dicembre 2012.
  6. ^ Japan halts last nuclear reactor at Ohi, su BBC, 15 settembre 2013. URL consultato il 20 ottobre 2016.
  7. ^ Japan restarts second nuclear reactor despite public opposition, su The Guardian, 15 ottobre 2015. URL consultato il 20 ottobre 2016.
  8. ^ Opposition to nuclear energy grows in Japan, Deutsche Welle, 21 ottobre 2016. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  9. ^ Japanʼs Strategic Energy Plan (PDF), su numo.or.jp, Agency for Natural Resources and Energy, 12 aprile 2018. URL consultato il 25 maggio 2018.
  10. ^ a b Revamping the nation’s basic energy plan, in The Japan Times, 17 gennaio 2018. URL consultato il 25 maggio 2018.
  11. ^ BP Statistical Review of World Energy 2017 (PDF), su bp.com, BP. URL consultato il 24 maggio 2018.
  12. ^ IEA Key World Energy Statistics 2017 (PDF), su iea.org, International Energy Agency, 2017. URL consultato il 24 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2014).
  13. ^ a b c d e f g Japan - Electricity Generation, su eia.gov, 7 febbraio 2017. URL consultato il 15 giugno 2018.
  14. ^ a b c Japan Electric Power Information Center, Inc., Operating and Financial Data (PDF), su jepic.or.jp. URL consultato il gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2018).
  15. ^ International Energy Agency, Statistics: Japan, Oil for 2010, su iea.org. URL consultato il 9 luglio 2018 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2018); International Energy Agency, Oil Market Report,, 11 agosto 2016, p. 9; Federation of Electric Power Companies of Japan, Electricity Generated and Purchased (Bulletin), FY 2010 (PDF), su fepc.or.jp, 2011. URL consultato il 9 luglio 2018.

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