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Regalia: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Russian regalia.jpg|thumb|right|250px|''Regalia'' dell'[[Impero Russo]].]]
[[File:Russian regalia.jpg|min|''Regalia'' dell'[[Impero russo]]]]
Per '''regalie''' ([[lingua latina|latino]]: ''regalia'', "le cose del Re", e ''iura regalia'', "i diritti del Re", in [[lingua italiana|italiano]], al singolare, '''regalia''') s'intendono, oltre che le insegne regali ([[Corona (copricapo)|corona]], [[scettro]], [[globo crucigero]], etc.), le prerogative della sovranità che nel [[Medioevo]] erano riservate solamente al [[re]], all'[[imperatore]] o al [[sovrano]] in generale.


La '''regalia''' ({{latino|regalia|le cose del re}}, e ''iura regalia'', "i diritti del re") è una prerogativa della sovranità che nel [[Medioevo]] era riservata al [[re]], all'[[imperatore]] o al [[sovrano]] in generale; sono regalie in particolare le tasse e le [[Insegna|insegne]] regali.<!-- (ma principalmente tasse) -->
== [[Insegne del Sacro Romano Impero|Regalie nel Sacro Romano Impero]] ==
[[Immagine:Holy Roman Empire 1648 Ecclesiastical.png|400px|right|thumb|[[Sacro Romano Impero]] ([[1648]]) e stati ecclesiastici (in indaco) entro i suoi confini.]]
Il fondamento giuridico formale delle regalie nell'[[Sacro Romano Impero|Impero germanico]] è la costituzione imperiale "quae sunt regalia" composta in occasione della [[dieta di Roncaglia]], voluta dall'imperatore [[Federico Barbarossa]] nel [[1158]].


== Storia ==
Tale costituzione imperiale elenca, tra le regalie principali, ''vectigalia'' (il potere di imporre le tasse), ''argentaria'' (il diritto all'estrazione mineraria), ''thesauri'' (il diritto sui tesori rinvenuti), ''fodrum'' (prestazioni dovute per il mantenimento della corte imperiale) e ''monetae'' (il diritto di battere moneta). Nel diritto longobardo si distingueva tra ''regalia majora'' e ''minora'', ovvero diritti sovrani veri e propri ed esercizio di monopoli volti unicamente a rimpolpare le casse imperiali, le cosiddette ''regalia fisci'' (diritti fiscali): di quest'ultimi faceva parte il diritto di imporre dazi, mentre il diritto di batter moneta aveva uno status ambiguo.
=== Sacro Romano Impero ===
{{vedi anche|Insegne del Sacro Romano Impero}}
[[File:Holy Roman Empire 1648 Ecclesiastical.png|upright=1.8|thumb|[[Sacro Romano Impero]] ([[1648]]) e stati ecclesiastici (in indaco) entro i suoi confini]]
Il fondamento giuridico formale delle regalie nell'[[Sacro Romano Impero|Impero germanico]] è la costituzione imperiale ''quae sunt regalia'' composta in occasione della [[dieta di Roncaglia]], voluta dall'imperatore [[Federico Barbarossa]] nel [[1154]]. Tale costituzione imperiale elenca, tra le regalie principali, ''vectigalia'' (il potere di imporre le tasse), ''argentaria'' (il diritto all'estrazione mineraria), ''thesauri'' (il diritto sui tesori rinvenuti), ''fodrum'' (prestazioni dovute per il mantenimento della corte imperiale) e ''monetae'' (il diritto di battere moneta).


Nel diritto longobardo si distingueva tra ''regalia maiora'' e ''minora'', ovvero diritti sovrani veri e propri ed esercizio di monopoli volti unicamente a rimpolpare le casse imperiali, le cosiddette ''regalia fisci'' (diritti fiscali): di questi ultimi faceva parte il diritto di imporre dazi, mentre il diritto di batter moneta aveva uno status ambiguo.
Ulteriori regalie erano i diritti di caccia, la tutela degli ebrei, il diritto sulle proprietà per le quali non vi erano eredi. Nel [[Sacro Romano Impero]], diversamente dalle altre monarchie europee, nel corso dei secoli si assiste alla tendenza ad affidare sempre più l'esercizio delle regalie ai principi territoriali (invece che riservarle al sovrano), distruggendo di fatto l'unità dell'impero.


Ulteriori regalie erano i diritti di caccia, la tutela degli ebrei, il diritto sulle proprietà per le quali non vi erano eredi. Nel [[Sacro Romano Impero]], diversamente dalle altre [[Monarchie dell'Europa|monarchie europee]], nel corso dei secoli si assiste alla tendenza ad affidare sempre più l'esercizio delle regalie ai principi territoriali (invece che riservarle al sovrano), distruggendo di fatto l'unità dell'impero.
====Lotta per le investiture====

=== Lotta per le investiture ===
Sono considerate regalie anche i diritti dell'imperatore o di un sovrano di nominare vescovi o arcivescovi, o di presiedere con funzionari statali all'amministrazione fiscale e giuridica delle diocesi dell'impero o della nazione. Tali privilegi sorsero entro la [[chiesa cattolica|Chiesa Romana]], nelle concessioni operate dai papi agli imperatori in lotta contro l'[[arianesimo]] o la [[chiesa ortodossa]], e furono poi ampiamente contrastate da [[papa Gregorio VII]], nel fenomeno conosciuto più genericamente dalla storiografia come [[lotta per le investiture]].
Sono considerate regalie anche i diritti dell'imperatore o di un sovrano di nominare vescovi o arcivescovi, o di presiedere con funzionari statali all'amministrazione fiscale e giuridica delle diocesi dell'impero o della nazione. Tali privilegi sorsero entro la [[chiesa cattolica|Chiesa Romana]], nelle concessioni operate dai papi agli imperatori in lotta contro l'[[arianesimo]] o la [[chiesa ortodossa]], e furono poi ampiamente contrastate da [[papa Gregorio VII]], nel fenomeno conosciuto più genericamente dalla storiografia come [[lotta per le investiture]].


Gregorio VII, nelle sue riforme, sancì il diritto esclusivo del papa di nominare vescovi e arcivescovi, e di stabilirne vicari e supervisori. Tale movimento noto come ''riforma gregoriana'' fu più volte oggetto di dibattito giuridico: al sorgere della [[riforma protestante]], quando fu messo in discussione il fondamento storico e teologico del primato del [[vescovo di Roma]], nelle scuole giuridiche europee più sensibili agli influssi del [[giansenismo]], e nelle disposizioni politiche di alcuni sovrani in [[Francia]] ([[gallicanesimo]], [[Napoleone|impero napoleonico]]), [[Austria]] ([[giuseppinismo]]), o [[Spagna]] e [[Regno di Napoli|Napoli]] ([[Borboni]]).
Gregorio VII, nelle sue riforme, sancì il diritto esclusivo del papa di nominare vescovi e arcivescovi, e di stabilirne vicari e supervisori. Tale movimento noto come "riforma gregoriana" fu più volte oggetto di dibattito giuridico: al sorgere della [[riforma protestante]], quando fu messo in discussione il fondamento storico e teologico del primato del [[vescovo di Roma]], nelle scuole giuridiche europee più sensibili agli influssi del [[giansenismo]], e nelle disposizioni politiche di alcuni sovrani in [[Francia]] ([[gallicanesimo]], [[Primo Impero francese|Impero napoleonico]]), [[Austria]] ([[giuseppinismo]]), o [[Spagna]] e [[Regno di Napoli|Napoli]] ([[Borbone|Borboni]]).


==Bibliografia==
== Bibliografia ==
*AA.VV., ''Atlante Storico Mondiale DeAgostini'' a cura di Cesare Salmaggi, Istituto Geografico De Agostini, [[Novara]] [[1995]].
*a cura di Cesare Salmaggi, ''Atlante Storico Mondiale DeAgostini'', Istituto Geografico De Agostini, [[Novara]] 1995.


==Voci correlate==
==Voci correlate==
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Regalia dell'Impero russo

La regalia (in latino regalia, "le cose del re", e iura regalia, "i diritti del re") è una prerogativa della sovranità che nel Medioevo era riservata al re, all'imperatore o al sovrano in generale; sono regalie in particolare le tasse e le insegne regali.

Sacro Romano Impero

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Lo stesso argomento in dettaglio: Insegne del Sacro Romano Impero.
Sacro Romano Impero (1648) e stati ecclesiastici (in indaco) entro i suoi confini

Il fondamento giuridico formale delle regalie nell'Impero germanico è la costituzione imperiale quae sunt regalia composta in occasione della dieta di Roncaglia, voluta dall'imperatore Federico Barbarossa nel 1154. Tale costituzione imperiale elenca, tra le regalie principali, vectigalia (il potere di imporre le tasse), argentaria (il diritto all'estrazione mineraria), thesauri (il diritto sui tesori rinvenuti), fodrum (prestazioni dovute per il mantenimento della corte imperiale) e monetae (il diritto di battere moneta).

Nel diritto longobardo si distingueva tra regalia maiora e minora, ovvero diritti sovrani veri e propri ed esercizio di monopoli volti unicamente a rimpolpare le casse imperiali, le cosiddette regalia fisci (diritti fiscali): di questi ultimi faceva parte il diritto di imporre dazi, mentre il diritto di batter moneta aveva uno status ambiguo.

Ulteriori regalie erano i diritti di caccia, la tutela degli ebrei, il diritto sulle proprietà per le quali non vi erano eredi. Nel Sacro Romano Impero, diversamente dalle altre monarchie europee, nel corso dei secoli si assiste alla tendenza ad affidare sempre più l'esercizio delle regalie ai principi territoriali (invece che riservarle al sovrano), distruggendo di fatto l'unità dell'impero.

Lotta per le investiture

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Sono considerate regalie anche i diritti dell'imperatore o di un sovrano di nominare vescovi o arcivescovi, o di presiedere con funzionari statali all'amministrazione fiscale e giuridica delle diocesi dell'impero o della nazione. Tali privilegi sorsero entro la Chiesa Romana, nelle concessioni operate dai papi agli imperatori in lotta contro l'arianesimo o la chiesa ortodossa, e furono poi ampiamente contrastate da papa Gregorio VII, nel fenomeno conosciuto più genericamente dalla storiografia come lotta per le investiture.

Gregorio VII, nelle sue riforme, sancì il diritto esclusivo del papa di nominare vescovi e arcivescovi, e di stabilirne vicari e supervisori. Tale movimento noto come "riforma gregoriana" fu più volte oggetto di dibattito giuridico: al sorgere della riforma protestante, quando fu messo in discussione il fondamento storico e teologico del primato del vescovo di Roma, nelle scuole giuridiche europee più sensibili agli influssi del giansenismo, e nelle disposizioni politiche di alcuni sovrani in Francia (gallicanesimo, Impero napoleonico), Austria (giuseppinismo), o Spagna e Napoli (Borboni).

  • a cura di Cesare Salmaggi, Atlante Storico Mondiale DeAgostini, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1995.

Voci correlate

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