Bitinia e Ponto: differenze tra le versioni

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{{Provincia romana
{{Provincia storica
| nome_provincia_romana = <span style="color:#FFA257;">Bitinia e Ponto</span>
|nomeCorrente = Bitinia e Ponto
| immagine = [[Immagine:Bithynia et Pontus SPQR.png|300px]]
|nomeUfficiale = {{la}} Bithynia et Pontus
|linkLocalizzazione = Bithynie_et_le_Pont_dans_l'Empire_romain.png
| legenda = La provincia di Bitinia e Ponto all'interno dell'Impero romano. I-III secolo d.C.
|didascalia localizzazione = La provincia (in rosso cremisi) al tempo dell'imperatore [[Traiano]]
| date = [[74 a.C.]]/[[63 a.C.]] - [[VII secolo]]
|linkMappa =
| capitale = [[Nicomedia]]
|didascalia mappa =
|motto =
|capitale principale = [[Nicomedia]]
|capitaleAbitanti =
|capitaleAbitantiAnno =
|altre capitali =[[Amastri|Amasra]]
|superficie =
|superficieAnno =
|popolazione =
|popolazioneAnno =
|dipendente da = [[Repubblica romana]], [[Impero romano]], [[Impero bizantino]]
|suddiviso in = ''Bithynia'', ''Paphlagonia'' e ''Diospontus'' con la [[tetrarchia|riforma tetrarchica]] di [[Diocleziano]]
|formaAmministrativa = [[Provincia romana]]
|titoloGovernatori = [[Governatore provinciale romano|Governatori]]
|elencoGovernatori = [[Governatori romani di Bitinia e Ponto]]
|organiDeliberativi =
|inizio = [[74 a.C.]]-[[63 a.C.]]
|primo governatore =
|provincia precedente = Regno di [[Nicomede IV]]
|evento iniziale = lasciato in eredità ai Romani da [[Nicomede IV]]
|fine = [[1204]]
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|provincia successiva = [[Selgiuchidi]]
|evento finale = [[Quarta crociata]]
}}
}}
'''Bitinia e Ponto''' (''Bithynia et Pontus'') fu il nome di una provincia asiatica dell'impero romano.
'''Bitinia e Ponto''' ({{Latino|Bithynia et Pontus}}) fu una [[provincia romana|provincia]] asiatica dell'[[impero romano]].


==Statuto==
== Statuto ==
{{Vedi anche|Province romane|Governatori romani di Bitinia e Ponto}}


La [[Bitinia]] fu annessa alla provincia d'[[Asia (provincia romana)|Asia]] dal [[74 a.C.]] al [[63 a.C.]], poi unita al [[Ponto]], divenendo provincia autonoma. Durante l'alto impero, fluttuò fra l'amministrazione senatoria e quella imperiale, certamente attestata all'inizio del II d.C. con [[Plinio il Giovane]] come legato. Il Ponto divenne provincia autonoma per pochi decenni (230 250 d.C.) circa, sotto l'autorità di un [[procurator Augusti]]. Con la [[Diocleziano#La politica interna|riforma dioclezianea]], la provincia venne divisa in tre parti: Bithynia, Paphlagonia e Diospontus; nel 384/7 venne creata dal territorio dell'antica provincia di Bitinia e Ponto la nuova provincia di Honorias.
La [[Bitinia]] fu annessa alla provincia d'[[Asia (provincia romana)|Asia]] dal [[74 a.C.]] al [[63 a.C.]], poi unita al [[Ponto]], divenendo provincia autonoma. Durante l'alto impero, fluttuò fra l'amministrazione senatoria e quella imperiale, certamente attestata all'inizio del II d.C. con [[Plinio il Giovane]] come legato. Il Ponto divenne provincia autonoma per pochi decenni (230-250 d.C.) circa, sotto l'autorità di un [[procurator Augusti]]. Con la [[tetrarchia|riforma dioclezianea]], la provincia venne divisa in tre parti: [[Bitinia|Bithynia]], [[Paflagonia|Paphlagonia]] e [[Diosponto|Diospontus]]; nel 384/387 venne creata dal territorio dell'antica provincia di Bitinia e Ponto la nuova provincia di '''Honorias'''.


==Storia==
== Storia ==
[[Immagine:Asia minor p20.jpg|thumb|300px|left|La divisione amministrativa dell'Asia romana nel III d.C.]]
[[File:Asia minor p20.jpg|thumb|upright=1.4|left|La divisione amministrativa dell'Asia romana nel III d.C.]]


L'ultimo re di Bitinia, Nicomede IV, fu sconfitto da [[Mitridate]] VI re del Ponto. Rimesso sul trono per intervento dei Romani, alla sua morte, nel 74 a.C., lasciò il regno in eredità a Roma che ne fece una provincia.
L'ultimo re di Bitinia, [[Nicomede IV]], fu sconfitto da [[Mitridate VI del Ponto|Mitridate VI]] [[re del Ponto]]. Rimesso sul trono per intervento dei Romani, alla sua morte, nel 74 a.C., lasciò il regno in eredità a Roma che ne fece una [[provincia (storia romana)|provincia]].


Dall'82 a.C. al 78 a.C., durante il regno di Nicomede IV alla corte di Bitinia risiedette, quale legato, [[Gaio Giulio Cesare]], nipote di [[Gaio Mario]], in fuga da Roma dove imperversavano i partigiani di Lucio Silla.
Dall'82 a.C. al 78 a.C., durante il regno di Nicomede IV, alla corte di Bitinia risiedette, quale legato, [[Gaio Giulio Cesare]], nipote di [[Gaio Mario]], in fuga da Roma dove imperversavano i partigiani di [[Lucio Silla]].


Inizialmente la Bitinia, la cui capitale rimane Nicomedia, fu annessa alla provincia di Asia. Dal 64 a.C., tuttavia, venne separata e unita al Ponto e andò a costituire la provincia di Bitinia e Ponto.
Inizialmente la Bitinia, la cui capitale rimane [[Nicomedia]], fu annessa alla provincia di [[Asia (provincia romana)|Asia]]. Dal 64 a.C., tuttavia, venne separata e unita al Ponto e andò a costituire la provincia di Bitinia e Ponto.


Sino al 27 a.C., la Bitinia rimase una provincia senatoria; lo fu poi a più riprese con [[Claudio]] e [[Nerone]], che intermezzarono l'amministrazione senatoria e quella legataria. Con [[Traiano]] la provincia fu sicuramente amministrata da un [[Legatus Augusti pro praetore|legatus Augusti]], come lascia intendere il carteggio di Plinio il Giovane, inviato a governarla da Traiano.
Sino al 27 a.C., la Bitinia rimase una provincia senatoria; lo fu poi a più riprese con [[Claudio]] e [[Nerone]], che intermezzarono l'amministrazione senatoria e quella legataria. Con [[Traiano]] la provincia fu sicuramente amministrata da un [[Legatus Augusti pro praetore|legatus Augusti]], come lascia intendere il carteggio di [[Plinio il Giovane]], inviato a governarla da Traiano.

Sotto [[Alessandro Severo]], il Ponto venne diviso e andò a costituire una provincia autonoma, assegnata ad un procurator Augusti. La conduzione equestre della provincia si protrasse fino all’età dei Deci, quando viene nuovamente sostituita da una conduzione senatoria, con a capo un ''vir perfectissimus''.


Sotto [[Alessandro Severo]], il Ponto venne diviso e andò a costituire una provincia autonoma, assegnata ad un [[procurator Augusti]]. La conduzione equestre della provincia si protrasse fino all'età dei Deci, quando viene nuovamente sostituita da una conduzione senatoria, con a capo un ''vir perfectissimus''.
[[File:Bithynia Hadrianeum MAN Napoli Inv79 n01.jpg|thumb|Rappresentazione simbolica della provincia Bitinia proveniente dal [[tempio di Adriano]]. [[Museo archeologico nazionale di Napoli|MANN]], collezione Farnese.]]
Con la [[Diocleziano#La politica interna|riforma dioclezianea]], la provincia venne divisa in tre parti: Bithynia, Paphlagonia e Diospontus; nel 384/7 venne creata dal territorio dell'antica provincia di Bitinia e Ponto la nuova provincia di Honorias.
Con la [[Diocleziano#La politica interna|riforma dioclezianea]], la provincia venne divisa in tre parti: Bithynia, Paphlagonia e Diospontus; nel 384/7 venne creata dal territorio dell'antica provincia di Bitinia e Ponto la nuova provincia di Honorias.


==Esercito e difesa==
== Esercito e difesa ==
{{Vedi anche|Classis Pontica}}

{{...}}

==Geografia politica ed economica==


Di stanza a ''Trapezus'' (l'odierna [[Trebisonda]]), la ''[[Classis Pontica]]'' pattugliava il Mar Nero meridionale e orientale. Istituita da Augusto nel [[14 a.C.]], operò stabilmente solo a partire dal principato di [[Nerone]]. Sembra infatti che, dopo una spedizione nel [[Chersoneso Taurico]], ovvero l'attuale [[penisola di Crimea]] (nel [[57]]), venne istituita una nuova flotta permanente a presidio e pattugliamento del ''[[Pontus Euxinus]]'' (oggi [[Mar Nero]]): la ''[[Classis Pontica]]'', utilizzando anche navi appartenute al precedente [[regno di Tracia]] (annesso nel [[46]] da Claudio).<ref name="Milan118">{{Cita libro |autore = [[Alessandro Milan]] |titolo = Le forze armate nella storia di Roma antica |volume = XII |p = 118 |annooriginale = 1993 |anno = 2014 |isbn = 88-7801-212-2 |id = ISBN 978-88-7801-473-2}}</ref>


== Geografia politica ed economica ==
Le maggiori città della provincia erano:
Le maggiori città della provincia erano:


* [[Calcedonia]]
* [[Calcedonia]] (oggi [[Kadıköy]])
* [[Helenopolis]]
* [[Helenopolis]]
* [[Nicomedia]] (oggi [[İzmit]])
* [[Nicomedia]] (oggi [[İzmit]])
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* [[Prusias ad Hypium]]
* [[Prusias ad Hypium]]


== Note ==
==Fasti della provincia di Bitinia e Ponto==
<references />


== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore = Christian Marek |titolo = Pontus et Bithynia: Die römischen Provinzen im Norden Kleinasiens |città = Magonza |anno = 2003 |isbn = 3-8053-2925-3}}


== Voci correlate ==
{| class="prettytable" width="100%"
* [[Bitinia]]
|- bgcolor="#FFDEAD"
* [[Ponto]]
! width="10%" | Anno
* [[Ponto (diocesi)]]
! width="32%" | [[Proconsole|Proconsoli]]
! width="26%" | [[Procurator Augusti|Procuratori]]
! width="32%" | [[Legatus Augusti pro praetore|Leg. aug. pr.pr.]]
|-
| 61–59 a.C.
| C. Papirius Carbo
|
|
|-
| 58-57 a.C.
| NN.
|
|
|-
| 56 a.C.
| C. Caecilius Cornutus
|
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|-
| 49/48 a.C.
| A. Plautius
|
|
|-
| 47 a.C.
| Gaius Vibius Pansa Caetronianus|C. Vibius Pansa Caetronianus<ref>Cos. 43 a.C.</ref>
|
|
|-
| 46-28 a.C.
| NN.
|
|
|-
| 27 a.C.
| colspan="4" align="Center"|BITHYNIA provincia senatoria
|-
| 16-13 a.C.
|
|
| C. Marcius Censorinus<ref>Marek (2003) S. 48</ref>
|-
| ?
| Thorius Flaccus<ref>Marek (2003) S. 47</ref> (prima del 15)
|
|
|-
| ?
| Ap. Claudius Pulcher (prima del 15)
|
|
|-
| ?
| L. Licinius (prima del 15)
|
|
|-
| 14-15
| M. Granius Marcellus<ref>[[Tacito]] nomina M. Granius Marcellus „praetor“</ref>
|
|
|-
| 15-17?
| L. Vedius Lepidus
|
|
|-
| 18/19
| P. Vitellius
|
|
|-
| 20-41
| NN (Lücke)<ref>Marek (2003) S. 48</ref>
|
|
|-
| 41–43
| ? L. Min(i)dius Pollio
|
|
|-
| 43–45
| ? L. Min(i)dius Balbus (zw. 42 u. 47)
|
|
|-
| 45–47
| ? L. Dunius Severus<ref>Marek (2003) S. 48</ref>
|
|
|-
| 47–49
| C. Cadius Rufus (49 verurteilt wg. Erpressung)<ref>Tacito ''Annales'' 12, 22. Sul ''praenomen'' "C.": Marek (2003) S. 48, vedi anche le monete menzionanti Γαίου "= Gaius"</ref>
|
|
|-
| 49-51
| P. Pasidienus Firmus (nach 47/48)<ref>Marek (2003) S. 48; Der Kleine Pauly 3, Sp. 642, forse da identificare con A. Licinius Nerva Silianus Pasidienus Firmus </ref>
| Iunius C(h)ilo I<ref>Cilo è menionato nelle monete come procuratore</ref>
|
|-
| 51–53
| ?
| Iunius C(h)ilo II<ref>Cassius Dio 60, 33, 6</ref>
|
|-
| 53–55
| ?
| Iunius C(h)ilo III ?
|
|-
| 55-57 ?
| ? Ti. Attius Laco (zw. 54 u. 59)<ref> Datato dalla monete, che mostrano Nerone e Agrippina, uccisa nel 59.</ref>
|
|
|-
| 57-59
| [[Titus Petronius|T. Petronius]] ?<ref>Tacitus ''Annales'' 16, 18.</ref>
| C. Iulius Aquila<ref>a cui forse è da riferire CIL III 346 </ref>
|
|-
| 59-61
| M. Tarquitius Priscus<ref>Tacitus ''Annales'' 14, 46.</ref>
|
|
|-
| 61-63
| ? L. Montanus
|
|
|-
| 63-65
| ?
|
|
|-
| 65-67
| ?
|
|
|-
| 67-69
| ?
|
|
|-
| ca. 70-71
| M. Plancius Varus<ref>Da monete del principato di Vespasiano. M. Plancius Varus fu ne 82/83 console suffetto</ref>
|
|
|-
| ca. 71-72
| M. Maecius Rufus<ref>Dalle monete di Vespasiano e Tito(79-81).</ref>
|
|
|-
| ca. 72-75
| ?
|
|
|-
| ca. 75-76
| M. Salvidenus Asprenas
|
|
|-
| ca. 76-77
| M. Salvidienus Proculus<ref>secondo Marek (2003) S. 48 sotto Vespasiano o Tito (prima del 81), anche se il suo nome compare nelle monete di Domiziano (81-96).</ref>
|
|
|-
| ca. 77-79
| ? M. Plancius Varus (sotto Vespasiano)
|
|-
| ca. 79-80
| Velius Paulus
|
|
|-
| ca. 80-82
| ?
|
|
|-
| ca. 82-83
| ? M. Minicius Rufus (zw. 81 u. 96)<ref>Nella monetazione di Domiziano(81-96).</ref>
|
|
|-
| ca. 83-84
| A. Bucius Lappius Maximus (zw. 81 u. 96)<ref>Plin. ep. 10,58,6.</ref>
|
|
|-
| ca. 84-85
| [[Tiberius Iulius Celsus Polemaeanus|Ti. Iulius Celsus Polemaeanus]] (fra 81/96)
|
|
|-
| ca. 85-89
| ?
|
|
|-
| ca. 89-90
| L. Iulius Marinus ( fra 81/96)
|
|
|-
| ca. 90-96
| ?
|
|
|-
| 96–97
| Tullius Iustus<ref> sotto Nerva, vedi Plin. ''ep''. 10,58,10.</ref>
|
|
|-
| 97-100
| ?
|
|
|-
| ca. 100-101
| C. Iulius Bassus<ref>C. Iulius Bassus fu difeso nel 103 da Plinio</ref>
|
|
|-
| 101-105
| ?
|
|
|-
| ca. 105-106
| Varenus Rufus
|
|
|-
| 106-108
| ?
|
|
|-
| ca. 108-109
| P. Servilius Calvus
|
|
|-
| 107-109
| ?
|
|
|-
| ca. 109-111
|
| Maximus<ref>Plin. ep. 10,27,1 10,85,1</ref>
| [[Plinio il giovane]]<ref>Sotto Plinio fu Gavius Bassus ''Preafectus orae Ponticae'' (Plin. ep. 10,21,1 10,86a,1).</ref>
|-
| 111-114/115
|
|
| C. Iulius Cornutus Tertullus
|-
| 114/115-134
| ?
|
|
|-
| ca. 134-136
|
|
| C. Iulius Severus
|-
| 142/143?
| Q. Voconius Saxa Fidus
|
|
|-
| 146/147?
| L. Coelius Festus
|
|
|-
| um 160
| Q. Cornelius Senecio Annianus
|
|
|-
| gegen 160
| Q. Roscius Murena
|
|
|-
|
| colspan="4" align="center"|BITHYNIA probabilmente sotto [[Marco Aurelio]] una provincia imperiale
|-
| ca. 162-166
|
|
| [[Lucius Hedius Rufus Lollianus Avitus (console 144)|L. Hedius Rufus Lollianus Avitus]]
|-
| fra 175/182
| L. Albinius Saturninus
|
|
|-
| 183
| Severus
|
|
|-
| fra 186/189
|
|
| [[Didio Giuliano|M. Didius Severus Iulianus]] (imperatore 193)
|-
| 193-194
|
|
| [[Lucius Fabius Cilo|L. Fabius Cilo]]
|-
| 198-199
|
|
| Q. Tineius Sacerdos
|-
| ?
|
|
| M. Claudius Demetrius
|-
| fra 202/205
|
|
| Ti. Claudius Callipianus Italicus
|-
|
|
|
| Aelius Antipater (unter Septimius Severus)
|-
|
|
|
| Pollio (sotto [[Elagabalo]])
|-
| 218
|
|
| Caecilius Aristo
|-
|
|
|
| C. Claudius Attalus Paterculianus
|-
| 230/235
|
|
| L. Egnatius Victor Lollianus
|-
| intorno al 220?
|
|
| [[Pupieno|M. Clodius Pupienus Maximus]] (imperatore 238)
|-
| 220-298
| NN.
|
|
|-
| ca. 299 bis n. 303
|
|
| Sossianus Hierocles
|-
| 305-355
| NN
|
|
|-
| 356
| [[Eusebius (console 359)|Fl. Eusebius]]<ref>consularis Bithyniae</ref>
|
|
|-
| 357
| NN
|
|
|-
| 380
| * Hormisdas<ref>Ammian 26,8</ref>
|
|
|}


== Altri progetti ==
==Note==
{{references|2}}
{{interprogetto}}


== Collegamenti esterni ==
==Bibliografia==
* {{Collegamenti esterni}}
* Christian Marek: ''Pontus et Bithynia: Die römischen Provinzen im Norden Kleinasiens''. Mainz 2003, ISBN 3-8053-2925-3

==Voci correlate==
* [[Ponto]]
* [[Ponto (diocesi)]]


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{{Province romane}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma}}
{{Portale|Antica Roma|Turchia}}


[[Categoria:Bitinia]]
[[Categoria:Province romane]]
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[[Categoria:Ponto]]

[[en:Bithynia et Pontus]]

Versione attuale delle 11:14, 26 gen 2024

Bitinia e Ponto
Informazioni generali
Nome ufficiale(LA) Bithynia et Pontus
CapoluogoNicomedia
Altri capoluoghiAmasra
Dipendente daRepubblica romana, Impero romano, Impero bizantino
Suddiviso inBithynia, Paphlagonia e Diospontus con la riforma tetrarchica di Diocleziano
Amministrazione
Forma amministrativaProvincia romana
GovernatoriGovernatori romani di Bitinia e Ponto
Evoluzione storica
Inizio74 a.C.-63 a.C.
Causalasciato in eredità ai Romani da Nicomede IV
Fine1204
CausaQuarta crociata
Preceduto da Succeduto da
Regno di Nicomede IV Selgiuchidi
Cartografia
La provincia (in rosso cremisi) al tempo dell'imperatore Traiano

Bitinia e Ponto (in latino Bithynia et Pontus) fu una provincia asiatica dell'impero romano.

Lo stesso argomento in dettaglio: Province romane e Governatori romani di Bitinia e Ponto.

La Bitinia fu annessa alla provincia d'Asia dal 74 a.C. al 63 a.C., poi unita al Ponto, divenendo provincia autonoma. Durante l'alto impero, fluttuò fra l'amministrazione senatoria e quella imperiale, certamente attestata all'inizio del II d.C. con Plinio il Giovane come legato. Il Ponto divenne provincia autonoma per pochi decenni (230-250 d.C.) circa, sotto l'autorità di un procurator Augusti. Con la riforma dioclezianea, la provincia venne divisa in tre parti: Bithynia, Paphlagonia e Diospontus; nel 384/387 venne creata dal territorio dell'antica provincia di Bitinia e Ponto la nuova provincia di Honorias.

La divisione amministrativa dell'Asia romana nel III d.C.

L'ultimo re di Bitinia, Nicomede IV, fu sconfitto da Mitridate VI re del Ponto. Rimesso sul trono per intervento dei Romani, alla sua morte, nel 74 a.C., lasciò il regno in eredità a Roma che ne fece una provincia.

Dall'82 a.C. al 78 a.C., durante il regno di Nicomede IV, alla corte di Bitinia risiedette, quale legato, Gaio Giulio Cesare, nipote di Gaio Mario, in fuga da Roma dove imperversavano i partigiani di Lucio Silla.

Inizialmente la Bitinia, la cui capitale rimane Nicomedia, fu annessa alla provincia di Asia. Dal 64 a.C., tuttavia, venne separata e unita al Ponto e andò a costituire la provincia di Bitinia e Ponto.

Sino al 27 a.C., la Bitinia rimase una provincia senatoria; lo fu poi a più riprese con Claudio e Nerone, che intermezzarono l'amministrazione senatoria e quella legataria. Con Traiano la provincia fu sicuramente amministrata da un legatus Augusti, come lascia intendere il carteggio di Plinio il Giovane, inviato a governarla da Traiano.

Sotto Alessandro Severo, il Ponto venne diviso e andò a costituire una provincia autonoma, assegnata ad un procurator Augusti. La conduzione equestre della provincia si protrasse fino all'età dei Deci, quando viene nuovamente sostituita da una conduzione senatoria, con a capo un vir perfectissimus.

Rappresentazione simbolica della provincia Bitinia proveniente dal tempio di Adriano. MANN, collezione Farnese.

Con la riforma dioclezianea, la provincia venne divisa in tre parti: Bithynia, Paphlagonia e Diospontus; nel 384/7 venne creata dal territorio dell'antica provincia di Bitinia e Ponto la nuova provincia di Honorias.

Esercito e difesa

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classis Pontica.

Di stanza a Trapezus (l'odierna Trebisonda), la Classis Pontica pattugliava il Mar Nero meridionale e orientale. Istituita da Augusto nel 14 a.C., operò stabilmente solo a partire dal principato di Nerone. Sembra infatti che, dopo una spedizione nel Chersoneso Taurico, ovvero l'attuale penisola di Crimea (nel 57), venne istituita una nuova flotta permanente a presidio e pattugliamento del Pontus Euxinus (oggi Mar Nero): la Classis Pontica, utilizzando anche navi appartenute al precedente regno di Tracia (annesso nel 46 da Claudio).[1]

Geografia politica ed economica

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Le maggiori città della provincia erano:

  1. ^ Alessandro Milan, Le forze armate nella storia di Roma antica, XII, 2014 [1993], p. 118, ISBN 88-7801-212-2, ISBN 978-88-7801-473-2.
  • Christian Marek, Pontus et Bithynia: Die römischen Provinzen im Norden Kleinasiens, Magonza, 2003, ISBN 3-8053-2925-3.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN243149271 · GND (DE4323195-0