Cavoretto: differenze tra le versioni
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'''Cavoretto''' (''Cavoret'' o ''Cavorèt'' in [[Lingua piemontese|piemontese]], pronuncia {{IPA|[kaʊ'rɛt]}} o {{IPA|[-et]}}) è un |
'''Cavoretto''' (''Cavoret'' o ''Cavorèt'' in [[Lingua piemontese|piemontese]], pronuncia {{IPA|[kaʊ'rɛt]}} o {{IPA|[-et]}}) è un'ampia frazione fluviale e [[Colline del Po|collinare]] della [[Circoscrizioni di Torino|Circoscrizione 8]] di [[Torino]], situata a sud-est di un tratto torinese della riva [[Destra e sinistra orografica|destra]] del [[Po]]. Fu un comune autonomo fino al [[1889]]. Il primo sindaco fu Antonio Galliani, nominato l'[[8 aprile]] [[1806]]. |
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== Storia e territorio == |
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Comprende il ''Borgo del Pilonetto'', ovvero la zona delimitata da Corso Sicilia-rotonda Scevola-Piazza Zara, così chiamata per via del nome informale del santuario della Madonna Addolorata di Corso Moncalieri 227; un ricco possidente, tal Michele Bert, fece qui erigere nel [[1891]] una chiesa, con un pilonetto votivo, provvisto di un crocifisso in cima, e collocato verso il fiume [[Po]]. L'antico pilonetto fu abbattuto nel [[1932]] per la costruzione di Corso Sicilia, mentre la chiesa rimase, e fu dedicata alla Vergine Addolorata. Verso nord, il quartiere è delimitato dall'antica barriera daziaria detta ''di Piacenza'', ovvero l'attuale chiesa gialla, dedicata a Sant’Agnese, di fronte a Corso Moncalieri 63. Da qui, si entrava nel ''Borgo Rubatto'' (oggi [[Borgo Crimea]]). |
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Nel [[1880]] inoltre, con l'espansione urbanistica della città, fu eretto l'attuale Ponte Isabella sul [[Po]] (che dà accesso a Corso Dante, in quartiere [[San Salvario]]), opera di Ernesto Ghiotti e dedicato a [[Isabella di Baviera]]. Nel |
Nel [[1880]] inoltre, con l'espansione urbanistica della città, fu eretto l'attuale Ponte Isabella sul [[Po]] (che dà accesso a Corso Dante, in quartiere [[San Salvario]]), opera di [[Ernesto Ghiotti]] e dedicato a [[Isabella di Baviera]]. Nel 1927, fu eretto anche un ponte a tre campate, oggi conosciuto come ''ponte Franco Balbis'' di Corso Bramante, su progetto di [[Giuseppe Pagano (architetto)|Giuseppe Pagano Pogatsching]]; in realtà, quest'ultimo andava a sostituire il già preesistente ponte, costruito provvisoriamente in occasione dell'[[Esposizione internazionale di Torino (1911)]] e dedicato a re [[Vittorio Emanuele III di Savoia]], mentre il nome [[Franco Balbis|Balbis]] fu dato dopo la [[seconda guerra mondiale]]. L'esposizione internazionale, inoltre, coinvolse molte delle zone fluviali al di qua della riva destra del Po, oltre che alla riva sinistra del [[Parco del Valentino]], dove furono eretti molti padiglioni in stile [[liberty a Torino|liberty]] e [[architettura neobarocca|neobarocco]], tuttavia solo provvisorie e quindi abbattute subito dopo l'evento. |
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La zona fluviale cavorettese prosegue verso l'ultimo lungo tratto meridionale di Corso Moncalieri fino a poco oltre la Strada del Fioccardo, ai confini con la stessa città di [[Moncalieri]]. Anche questa parte lungo le rive a [[destra idrografica|destra]] del fiume |
La zona fluviale cavorettese prosegue verso l'ultimo lungo tratto meridionale di Corso Moncalieri fino a poco oltre la Strada del Fioccardo, ai confini con la stessa città di [[Moncalieri]]. Anche questa parte lungo le rive a [[destra idrografica|destra]] del fiume Po ospita alcuni circoli ricreativi, sedi sportive ed esercizi pubblici (ad es. centro sportivo [[CUS Torino]], Piscina Lido, Patio, Amici del remo, Ronchi Verdi, etc.). |
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=== Zona pre-collinare === |
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=== Chiesa della Vergine Addolorata === |
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Come già descritto, fu eretta nel [[1891]] col nome di "Santuario del Pilonetto" di Corso Moncalieri, 227, per volere di Michele Bert e su progetto di Antonio Candelo e Corrado Gay, insieme a un antico pilonetto votivo, oggi inesistente, che diede l'antico nome |
Come già descritto, fu eretta nel [[1891]] col nome di "Santuario del Pilonetto" di Corso Moncalieri, 227, per volere di Michele Bert e su progetto di Antonio Candelo e Corrado Gay, insieme a un antico pilonetto votivo, oggi inesistente, che diede l'antico nome dell'odierna zona di Piazza Zara. Dapprima affidata all'[[Servi di Maria|Ordine dei Serviti]] e direttamente connessa con la vicina chiesa di ''San Vito'', passò all'[[arcidiocesi di Torino|arcidiocesi]] nel [[2001]]. Nel [[1898]], la chiesa fu oggetto di forte devozione a causa di un quadro sopra il fonte battesimale interno, a sinistra, e dedicato alla ''Madonna della Pietà'', trafugato nel [[1977]] e sostituito da una copia. |
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[[Villa della Regina]] è raggiungibile dalla via omonima che, a sinistra della [[Chiesa della Gran Madre di Dio (Torino)|chiesa della Gran Madre di Dio]] in quartiere [[Borgo Po]], sale dritta fino a Piazzale Villa della Regina che, di fatto, separa il suddetto quartiere da Cavoretto (Corso Giovanni Lanza - Corso Alberto Picco). L'edificio nacque da una prima idea di [[Ascanio Vitozzi]] nel [[1615]], ma fu poi realizzata dagli architetti di [[Casa Savoia]] [[Carlo di Castellamonte|Carlo]] e [[Amedeo di Castellamonte]]. L'idea era quella di una residenza per il cardinale [[Maurizio di Savoia]] che, nel [[1642]], rinunciò al sacerdozio per sposare la nipote [[Luisa Cristina di Savoia]], detta ''Ludovica'', da cui il primo nome di ''Villa Ludovica''. Dalla loro unione non nacquero figli, e la villa passò a [[Anna Maria di Borbone-Orléans]], la prima regina consorte del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], da cui il nome. |
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=== Villa Genero === |
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Situata su Viale |
Situata su Viale Settimio Severo, fu l'abitazione dall'industriale [[Riccardo Gualino]] all'inizio del [[XX secolo]], opera di [[Clemente Busiri Vici]]. Circondata da un vasto parco, fu sede museale di alcune collezioni d'arte, mentre i corpi esterni ospitano le sale dedicate alle esposizioni temporanee per teatro e musica. Dal [[1994]] ospita la sede della [[Fondazione europea per la formazione professionale]]. |
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[[File:Ottagono La Salle Torino.jpg|thumb|upright=0.6|left|Ottagono La Salle, in collina]] |
[[File:Ottagono La Salle Torino.jpg|thumb|upright=0.6|left|Ottagono La Salle, in collina]] |
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=== L'Ottagono La Salle === |
=== L'Ottagono La Salle === |
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L'edificio a forma di ottagono<ref>{{Cita web|http://www.torinostoria.com/avrebbe-dovuto-essere-una-chiesa-lottagono-misterioso-che-sorge-alle-spalle-della-gran-madre-2/|Ottagono alle spalle della Gran Madre|12 dicembre 2016|data=13 febbraio 2016}}</ref> che svetta da un'altura dietro il [[Monte dei Cappuccini]] e visibile in prospettiva poco sopra la [[Chiesa della Gran Madre di Dio (Torino)| |
L'edificio a forma di ottagono<ref>{{Cita web|http://www.torinostoria.com/avrebbe-dovuto-essere-una-chiesa-lottagono-misterioso-che-sorge-alle-spalle-della-gran-madre-2/|Ottagono alle spalle della Gran Madre|12 dicembre 2016|data=13 febbraio 2016}}</ref> che svetta da un'altura dietro il [[Monte dei Cappuccini]] e visibile in prospettiva poco sopra la [[Chiesa della Gran Madre di Dio (Torino)|chiesa della Gran Madre]], quasi a ridosso del quartiere [[Borgo Po]], a pochi passi dall'Ospedale San Camillo e da [[Villa della Regina]], è sede dell'organizzazione religiosa italiana ''La Salle''<ref>{{Cita web|http://www.museotorino.it/view/s/e205e17b4e8a41e19e604ae3e5f9868a|Centro incontri La Salle|12 dicembre 2016}}</ref>. L'Ottagono fu opera di [[Giuseppe Bertinaria]] del [[1875]], commissionato dall'allora canonico Giuseppe Ortalda, affinché diventasse un'imponente chiesa, con tanto di cupola. Il prete tuttavia, morì nel [[1880]], i lavori rallentarono, le finanze terminarono e l'opera rimase incompiuta, con la sola base ottagonale ancor oggi esistente. |
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In Viale Thovez, 37, questo complesso religioso fu fortemente voluto da San [[Giovanni Bosco]], nei suoi ultimi anni di vita. Provvisto di scuola, centro congressi, centro sportivo e chiesetta neogotica del [[1898]], il progetto fu seguito dal prete [[Società salesiana di San Giovanni Bosco|salesiano]] don Giulio Barberis. La salma di |
In Viale Thovez, 37, questo complesso religioso fu fortemente voluto da San [[Giovanni Bosco]], nei suoi ultimi anni di vita. Provvisto di scuola, centro congressi, centro sportivo e chiesetta neogotica del [[1898]], il progetto fu seguito dal prete [[Società salesiana di San Giovanni Bosco|salesiano]] don Giulio Barberis. La salma di don Bosco riposò qui dal [[1888]] al [[1929]], quando le sue reliquie furono successivamente scomposte e conservate in altre località. |
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=== Parco Europa === |
=== Parco Europa === |
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[[File:Illuminazione Parco Europa.jpg|thumb|upright=1.3|Parco Europa nel [[1961]], coi lampioni detti ''Il Cairo'', progetto di [[Guido Chiarelli]]]] |
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Salendo da Piazzetta Freguglia, si arriva al grazioso parco pubblico Europa, spesso identificato con lo stesso Cavoretto, e da cui si gode di un discreto belvedere sulla città di [[Torino]].<br> |
Salendo da Piazzetta Freguglia, si arriva al grazioso parco pubblico Europa, spesso identificato con lo stesso Cavoretto, e da cui si gode di un discreto belvedere sulla città di [[Torino]].<br> |
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Fu progettato verso la fine degli anni cinquanta da Pietro Bertolotti, allora direttore del servizio Giardini e Alberate del Comune di Torino, nei possedimenti ceduti alla città per farne un parco pubblico dalla famiglia Morelli di Popolo. La realizzazione avvenne sulla grande spianata che avrebbe dovuto ospitare la dimora-fortezza del marchese [[Carlo Vincenzo Ferrero d'Ormea]], ministro di [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] e sepolto nella chiesa parrocchiale di Cavoretto, borgo di cui era signore. Il marchese fece costruire nel [[1737]] le prime terrazze, ma la costruzione non fu completata a causa del veto del re, [[Carlo Emanuele III]], che mal vedeva una vera e propria fortezza sovrastare la città, |
Fu progettato verso la fine degli anni cinquanta da Pietro Bertolotti, allora direttore del servizio Giardini e Alberate del Comune di Torino, nei possedimenti ceduti alla città per farne un parco pubblico dalla famiglia Morelli di Popolo. La realizzazione avvenne sulla grande spianata che avrebbe dovuto ospitare la dimora-fortezza del marchese [[Carlo Vincenzo Ferrero d'Ormea]], ministro di [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] e sepolto nella chiesa parrocchiale di Cavoretto, borgo di cui era signore. Il marchese fece costruire nel [[1737]] le prime terrazze, ma la costruzione non fu completata a causa del veto del re, [[Carlo Emanuele III]], che mal vedeva una vera e propria fortezza sovrastare la città, perché eventuali invasori avrebbero potuto impadronirsene e minacciare la città con l'artiglieria.<br /> |
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Il primo impianto del parco, risalente al [[1954]], si |
Il primo impianto del parco, risalente al [[1954]], si limitò al vasto poggio culminante, su cui furono impiantati 64 pini italici (''[[Pinus pinea]]''), ormai assai ben acclimatati grazie alla posizione soleggiata, e il roseto sottostante, ora dismesso. Negli anni successivi furono attuati gli altri espropri necessari, fino al Cimitero di Cavoretto e al perimetro di Strada delle Terrazze, arrivando alle dimensioni attuali nel [[1961]], quando fu portato a compimento per le Celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia e fu realizzata anche la funivia che si collegava alla sottostante zona detta, appunto, [[Italia '61]], nel quartiere [[Nizza Millefonti]]. La funivia fu dismessa nei primi [[Anni 1970|anni settanta]], ma è ancora visibile un tratto della stazione di arrivo. |
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Tranne la parte nord, rimasta in condizioni seminaturali, il resto del parco fu tutto "costruito" su gradoni di pietra percorsi da viali e vialetti, con varie nicchie di vegetazione dai caratteri prevalentemente mediterranei, che costituiscono in fondo la vera peculiarità del Parco, col caratteristico uliveto.<br /> |
Tranne la parte nord, rimasta in condizioni seminaturali, il resto del parco fu tutto "costruito" su gradoni di pietra percorsi da viali e vialetti, con varie nicchie di vegetazione dai caratteri prevalentemente mediterranei, che costituiscono in fondo la vera peculiarità del Parco, col caratteristico uliveto.<br /> |
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Il parco contiene specie botaniche di grande interesse: oltre ai pini, platani, cipressi, una collezione di magnolie, biancospini monumentali, siepi di lauroceraso. Importante anche il giardino degli [[Iris (botanica)|iris]]. |
Il parco contiene specie botaniche di grande interesse: oltre ai pini, platani, cipressi, una collezione di magnolie, biancospini monumentali, siepi di lauroceraso. Importante anche il giardino degli [[Iris (botanica)|iris]]. |
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=== Villa Scott === |
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{{Vedi anche|Villa Scott}} |
{{Vedi anche|Villa Scott}} |
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Edificio di stile [[liberty torinese]] costruito nel 1902 su progetto di [[Pietro Fenoglio]]. |
Edificio di stile [[liberty torinese]] costruito nel 1902 su progetto di [[Pietro Fenoglio]]. Nel 1975 il regista horror [[Dario Argento]] la scelse come Villa del bambino urlante nel film [[Profondo rosso]], a causa ‘aria’ lugubre |
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== Servizi sanitari == |
== Servizi sanitari == |
Versione attuale delle 18:31, 7 ott 2023
Cavoretto | |
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Campanile della chiesa di Cavoretto, visto dal Parco Europa | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Torino |
Città | Torino |
Circoscrizione | Circoscrizione 8 |
Altri quartieri | Borgo Po, Madonna del Pilone |
Codice postale | 10131,10133 |
Superficie | 5,96 km² |
Nome abitanti | cavorettesi |
Sito web | www.quartieri.torino.it/cavoretto/index.asp |
Cavoretto (Cavoret o Cavorèt in piemontese, pronuncia [kaʊ'rɛt] o [-et]) è un'ampia frazione fluviale e collinare della Circoscrizione 8 di Torino, situata a sud-est di un tratto torinese della riva destra del Po. Fu un comune autonomo fino al 1889. Il primo sindaco fu Antonio Galliani, nominato l'8 aprile 1806.
Storia e territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il toponimo deriva dal vezzeggiativo latino di Caburrum, Caborro o Cavorro, a sua volta probabilmente originato da un poleonimo celtico riferito alla piccola tribù dei Caburriates, parenti stretti dei Taurini; il termine celtico cabu o cabo doveva indicare una bocca, un avvallamento o un pianoro inserito tra piccoli rilievi orografici, come probabilmente è avvenuto, ad esempio, per le località Cavoretto di San Secondo di Pinerolo, per la cittadina di Cavour e per frazione Cavorro di Costigliole d'Asti. L'antico insediamento urbano infatti è, ancor oggi, inserito tra la vetta del Bric Della Maddalena e il più basso crinale verso Torino, delimitato dal Parco Europa e Viale XXV Aprile. Nel 1104 poi, il proprietario terriero Milone Dondazio, detto Patono, fece dono di beni e di terreni alla vicina chiesa di Sant'Agnese di Corso Moncalieri, 39 (Borgo Po), pertanto questo avvallamento collinare prese anche il nome di Val Pattonera[1]. Un altro avvallamento, posto un po' più a sud, prese invece l'antico nome di Val Salice (o Valsalice).
Il comune di Cavoretto fu soppresso e aggregato a quello di Torino a seguito del regio decreto 28 luglio 1889, N. 6339[2].
Zona fluviale
[modifica | modifica wikitesto]Comprende il Borgo del Pilonetto, ovvero la zona delimitata da Corso Sicilia-rotonda Scevola-Piazza Zara, così chiamata per via del nome informale del santuario della Madonna Addolorata di Corso Moncalieri 227; un ricco possidente, tal Michele Bert, fece qui erigere nel 1891 una chiesa, con un pilonetto votivo, provvisto di un crocifisso in cima, e collocato verso il fiume Po. L'antico pilonetto fu abbattuto nel 1932 per la costruzione di Corso Sicilia, mentre la chiesa rimase, e fu dedicata alla Vergine Addolorata. Verso nord, il quartiere è delimitato dall'antica barriera daziaria detta di Piacenza, ovvero l'attuale chiesa gialla, dedicata a Sant’Agnese, di fronte a Corso Moncalieri 63. Da qui, si entrava nel Borgo Rubatto (oggi Borgo Crimea).
Nel 1880 inoltre, con l'espansione urbanistica della città, fu eretto l'attuale Ponte Isabella sul Po (che dà accesso a Corso Dante, in quartiere San Salvario), opera di Ernesto Ghiotti e dedicato a Isabella di Baviera. Nel 1927, fu eretto anche un ponte a tre campate, oggi conosciuto come ponte Franco Balbis di Corso Bramante, su progetto di Giuseppe Pagano Pogatsching; in realtà, quest'ultimo andava a sostituire il già preesistente ponte, costruito provvisoriamente in occasione dell'Esposizione internazionale di Torino (1911) e dedicato a re Vittorio Emanuele III di Savoia, mentre il nome Balbis fu dato dopo la seconda guerra mondiale. L'esposizione internazionale, inoltre, coinvolse molte delle zone fluviali al di qua della riva destra del Po, oltre che alla riva sinistra del Parco del Valentino, dove furono eretti molti padiglioni in stile liberty e neobarocco, tuttavia solo provvisorie e quindi abbattute subito dopo l'evento.
La zona fluviale cavorettese prosegue verso l'ultimo lungo tratto meridionale di Corso Moncalieri fino a poco oltre la Strada del Fioccardo, ai confini con la stessa città di Moncalieri. Anche questa parte lungo le rive a destra del fiume Po ospita alcuni circoli ricreativi, sedi sportive ed esercizi pubblici (ad es. centro sportivo CUS Torino, Piscina Lido, Patio, Amici del remo, Ronchi Verdi, etc.).
Zona pre-collinare
[modifica | modifica wikitesto]Questa parte ospita, dai primi anni del XX secolo, alcuni edifici residenziali, spesso progettati in stile liberty torinese. Lo stile seguì coerentemente quello delle adiacenti zone pre-collinari di Madonna del Pilone (verso nord) e Borgo Po-Borgo Crimea (verso sud); con quest'ultimo borgo, Cavoretto vi confina attraverso i parchi naturali dell'Ospedale di San Vito e il parco Giacomo Leopardi. Quest'ultimo ha il suo ingresso in Corso Moncalieri 147, e contiene al suo interno l'antica villa San Severino, già Quarello, successivamente acquistata da Albert Geisser.
Similmente, anche la pre-collinare meridionale verso Moncalieri, conosciuta con l'antico nome di Val Sappone, si popolò di case, ville e residenze liberty di inizio Novecento. La prima famiglia che vi abitò fu quella dei facoltosi Fioccardo, da cui l'attuale nome sia della strada principale che di questa zona. Seguirono poi le ville dei Ronchi, Bolla-Cerutti, Martino, Villino Maria, etc.
Zona collinare
[modifica | modifica wikitesto]Posta più a est, risulta più boschiva e selvatica, ed è separata dalle altre suddette zone dalla ideale direttrice di Corso Giovanni Lanza-Villa della Regina-Corso Picco. A nord-est, il quartiere termina con la strada collinare di Val San Martino (quartiere Madonna del Pilone). A est e sud-est invece, è delimitato dal Pian del Lot, dal Colle dell'Eremo e dal Parco della Rimembranza del Colle della Maddalena, questi ultimi tutti territori di Torino al confine con i comuni di Pecetto Torinese e frazione Revigliasco di Moncalieri. La vegetazione della collina è anche qui alternata da numerose ville sparse e case signorili, ad un'altezza media complessiva di 351 metri s.l.m.. Il nucleo abitativo di Cavoretto quindi, risulta il piccolo agglomerato intorno a Piazzetta Freguglia (330 m s.l.m.), che dà anche l'accesso al Parco Europa; l'agglomerato comprende la retrostante chiesa di San Pietro in Vincoli, in Via San Rocco, 29, con facciata e campanile tardo barocco del XIX secolo. La popolazione totale del quartiere è di 20 605 abitanti (2003).
Monumenti e luoghi interesse
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa della Vergine Addolorata
[modifica | modifica wikitesto]Come già descritto, fu eretta nel 1891 col nome di "Santuario del Pilonetto" di Corso Moncalieri, 227, per volere di Michele Bert e su progetto di Antonio Candelo e Corrado Gay, insieme a un antico pilonetto votivo, oggi inesistente, che diede l'antico nome dell'odierna zona di Piazza Zara. Dapprima affidata all'Ordine dei Serviti e direttamente connessa con la vicina chiesa di San Vito, passò all'arcidiocesi nel 2001. Nel 1898, la chiesa fu oggetto di forte devozione a causa di un quadro sopra il fonte battesimale interno, a sinistra, e dedicato alla Madonna della Pietà, trafugato nel 1977 e sostituito da una copia.
Villa della Regina
[modifica | modifica wikitesto]Villa della Regina è raggiungibile dalla via omonima che, a sinistra della chiesa della Gran Madre di Dio in quartiere Borgo Po, sale dritta fino a Piazzale Villa della Regina che, di fatto, separa il suddetto quartiere da Cavoretto (Corso Giovanni Lanza - Corso Alberto Picco). L'edificio nacque da una prima idea di Ascanio Vitozzi nel 1615, ma fu poi realizzata dagli architetti di Casa Savoia Carlo e Amedeo di Castellamonte. L'idea era quella di una residenza per il cardinale Maurizio di Savoia che, nel 1642, rinunciò al sacerdozio per sposare la nipote Luisa Cristina di Savoia, detta Ludovica, da cui il primo nome di Villa Ludovica. Dalla loro unione non nacquero figli, e la villa passò a Anna Maria di Borbone-Orléans, la prima regina consorte del Regno di Sardegna, da cui il nome.
Villa Genero
[modifica | modifica wikitesto]Poco distante da Villa della Regina è presente la più piccola Villa Genero, con parco omonimo annesso. Fu donata al Comune nel 1888 dalla vedova di Felice Genero, banchiere e deputato; ricca di piccole statue sparse e di decorazioni, negli ultimi anni ha subìto un lento degrado.
Villa Gualino
[modifica | modifica wikitesto]Situata su Viale Settimio Severo, fu l'abitazione dall'industriale Riccardo Gualino all'inizio del XX secolo, opera di Clemente Busiri Vici. Circondata da un vasto parco, fu sede museale di alcune collezioni d'arte, mentre i corpi esterni ospitano le sale dedicate alle esposizioni temporanee per teatro e musica. Dal 1994 ospita la sede della Fondazione europea per la formazione professionale.
L'Ottagono La Salle
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio a forma di ottagono[3] che svetta da un'altura dietro il Monte dei Cappuccini e visibile in prospettiva poco sopra la chiesa della Gran Madre, quasi a ridosso del quartiere Borgo Po, a pochi passi dall'Ospedale San Camillo e da Villa della Regina, è sede dell'organizzazione religiosa italiana La Salle[4]. L'Ottagono fu opera di Giuseppe Bertinaria del 1875, commissionato dall'allora canonico Giuseppe Ortalda, affinché diventasse un'imponente chiesa, con tanto di cupola. Il prete tuttavia, morì nel 1880, i lavori rallentarono, le finanze terminarono e l'opera rimase incompiuta, con la sola base ottagonale ancor oggi esistente.
Liceo salesiano Valsalice
[modifica | modifica wikitesto]In Viale Thovez, 37, questo complesso religioso fu fortemente voluto da San Giovanni Bosco, nei suoi ultimi anni di vita. Provvisto di scuola, centro congressi, centro sportivo e chiesetta neogotica del 1898, il progetto fu seguito dal prete salesiano don Giulio Barberis. La salma di don Bosco riposò qui dal 1888 al 1929, quando le sue reliquie furono successivamente scomposte e conservate in altre località.
Parco Europa
[modifica | modifica wikitesto]Salendo da Piazzetta Freguglia, si arriva al grazioso parco pubblico Europa, spesso identificato con lo stesso Cavoretto, e da cui si gode di un discreto belvedere sulla città di Torino.
Fu progettato verso la fine degli anni cinquanta da Pietro Bertolotti, allora direttore del servizio Giardini e Alberate del Comune di Torino, nei possedimenti ceduti alla città per farne un parco pubblico dalla famiglia Morelli di Popolo. La realizzazione avvenne sulla grande spianata che avrebbe dovuto ospitare la dimora-fortezza del marchese Carlo Vincenzo Ferrero d'Ormea, ministro di Vittorio Amedeo II di Savoia e sepolto nella chiesa parrocchiale di Cavoretto, borgo di cui era signore. Il marchese fece costruire nel 1737 le prime terrazze, ma la costruzione non fu completata a causa del veto del re, Carlo Emanuele III, che mal vedeva una vera e propria fortezza sovrastare la città, perché eventuali invasori avrebbero potuto impadronirsene e minacciare la città con l'artiglieria.
Il primo impianto del parco, risalente al 1954, si limitò al vasto poggio culminante, su cui furono impiantati 64 pini italici (Pinus pinea), ormai assai ben acclimatati grazie alla posizione soleggiata, e il roseto sottostante, ora dismesso. Negli anni successivi furono attuati gli altri espropri necessari, fino al Cimitero di Cavoretto e al perimetro di Strada delle Terrazze, arrivando alle dimensioni attuali nel 1961, quando fu portato a compimento per le Celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia e fu realizzata anche la funivia che si collegava alla sottostante zona detta, appunto, Italia '61, nel quartiere Nizza Millefonti. La funivia fu dismessa nei primi anni settanta, ma è ancora visibile un tratto della stazione di arrivo.
Tranne la parte nord, rimasta in condizioni seminaturali, il resto del parco fu tutto "costruito" su gradoni di pietra percorsi da viali e vialetti, con varie nicchie di vegetazione dai caratteri prevalentemente mediterranei, che costituiscono in fondo la vera peculiarità del Parco, col caratteristico uliveto.
Il parco contiene specie botaniche di grande interesse: oltre ai pini, platani, cipressi, una collezione di magnolie, biancospini monumentali, siepi di lauroceraso. Importante anche il giardino degli iris.
Parco della Rimembranza e Faro della Vittoria
[modifica | modifica wikitesto]Il Parco, chiamato anche Parco della Maddalena, molto più vasto del Parco Europa, si trova più a est, sul Bric della Maddalena, già sotto demanio del Comune di Torino al confine con Pecetto Torinese e con la frazione Revigliasco di Moncalieri. Fu inaugurato nel 1925 da Vittorio Emanuele III per il decennale dell'inizio della prima guerra mondiale, mentre l'imponente faro luminoso al suo interno, visibile da molti punti di Torino, fu voluto da Giovanni Agnelli tre anni dopo (1928), per il decennale della vittoria italiana della stessa guerra.
Villa Belfiore
[modifica | modifica wikitesto]In Strada antica di San Vito, 44 fu eretta all'inizio del XVIII secolo come villa Ruscala, poi suddivisa in villa Belfiore e la poco distante villa Orsi (quest'ultima al civico 36).
Villa Scott
[modifica | modifica wikitesto]Edificio di stile liberty torinese costruito nel 1902 su progetto di Pietro Fenoglio. Nel 1975 il regista horror Dario Argento la scelse come Villa del bambino urlante nel film Profondo rosso, a causa ‘aria’ lugubre
Servizi sanitari
[modifica | modifica wikitesto]- Ospedale San Vito, in Strada San Vito, 34, con annesso parco posteriore
- Ospedale San Camillo, Strada Comunale Santa Margherita, 136
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Atlante di Torino, su atlanteditorino.it. URL consultato il 12 dicembre 2016.
- ^ Augusto - Automazione Gazzetta Ufficiale Storica, su augusto.agid.gov.it. URL consultato l'11 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2016).
- ^ Ottagono alle spalle della Gran Madre, su torinostoria.com, 13 febbraio 2016. URL consultato il 12 dicembre 2016.
- ^ Centro incontri La Salle, su museotorino.it. URL consultato il 12 dicembre 2016.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cavoretto
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su quartieri.torino.it.
- La funivia Italia '61 - Cavoretto, su museotorino.it. URL consultato il 12 dicembre 2016.