zona a sud-est della città di Siena
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Crete Senesi
Le Crete Senesi con l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Tipo itinerario
Stato
Regione
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Fine

Crete Senesi è un itinerario che si svolge attraverso la Toscana.

Introduzione

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Sono la zona a sud-est della città di Siena, che include territori molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e comuni importanti per la loro storia e per l'arte. Il paesaggio è caratterizzato da colline brulle e dolcemente ondulate, querce e cipressi solitari, i poderi isolati in cima alle alture, tratti di bosco negli avvallamenti, i fontoni che raccolgono l'acqua piovana. Tipiche conformazioni del terreno sono i calanchi, le balze e le biancane. All'interno delle crete senesi è presente un bosco naturalistico dove vi sono molti scoiattoli e anatre mute.

Come arrivare

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In auto

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Autostrada A1: uscita Chiusi-Chianciano Terme.

Mappa a tutto schermo Crete Senesi
Chianciano Terme
  • 43.06666711.8333331 Chianciano Terme È una delle località termali più famose d'Italia. Si trova a cavallo tra la Val d'Orcia con le sue crete (patrimonio dell'umanità dell'UNESCO) e la Valdichiana, tra le colline di Montepulciano e le bellezze rinascimentali di Pienza: luogo di cura e di relax ma anche punto di partenza per scoprire le bellezze della Toscana e della vicinissima Umbria. Le proprietà benefiche delle acque minerali di questa cittadina erano già apprezzate da Etruschi e Romani, che avevano occupato stabilmente la zona edificando un importante centro abitato. La presenza in questo territorio di numerosi sepolcreti fa pensare a un insediamento gravitante intorno alla città di Chiusi. La particolarità di questa necropoli è costituita dalla presenza di un numero così elevato di sepolcri e dalla ricchezza del materiale in essi contenuti. Mentre qui infatti esistono diverse centinaia di tombe, nell'agro chiusino sempre dello stesso periodo sono venute alla luce solo una settantina di sepolcri. Di notevole interesse sono poi i materiali contenuti in queste tombe: vasellame etrusco in terracotta acroma, in bucchero, gioielli in bronzo e argento (anelli, armille, collane). Nelle tombe più tarde sono frequenti vasi d'importazione: attici e corinzi. Merita una visita il museo etrusco "Museo Civico Archeologico delle Acque", situato nella villa Simoneschi.
Montepulciano
  • 43.111.7833332 Montepulciano Il centro abitato ha caratteristiche di borgo medievale a forma di "S" ed è racchiuso entro tre cerchia di mura, costruite tutte verso il XIV secolo. Di origine etrusca e fondata, secondo la leggenda da Porsenna, Lucumone di Chiusi; alcuni documenti e reperti rinvenuti in Fortezza, ne fanno risalire l'esistenza già al IV-III secolo a.C. In epoca romana fu sede di un esercito posto a difesa delle strade consolari. Nel XII secolo, la Repubblica di Siena volendo sottomettere Montepulciano, libera e ricca, dette inizio ad una serie di guerre, che i Poliziani affrontarono con l'aiuto di Perugia e di Orvieto, ma più assiduamente e con esiti alterni, con l'appoggio di Firenze. All'inizio del XIII secolo la vitalità della città, promossa dall'intraprendenza della borghesia mercantile, manifatturiera e agricola, prese ad attirare le mire di Firenze e Siena. Il Trecento fu segnato da forti contese per il potere tra le famiglie maggiori; una relativa stabilità si ebbe sotto la Famiglia Del Pecora che, divisi al loro interno nell'appoggiare Firenze, Siena o Perugia, divennero Signori di Valiano e tiranni di Montepulciano. Nel 1390 Montepulciano si alleò stabilmente con Firenze, cui premeva disporre di un caposaldo strategico a sud di Siena. Dagli inizi del Quattrocento a metà del Cinquecento, Montepulciano ebbe il proprio periodo aureo, scandito da stabilità politica, prestigio culturale, fioritura artistica. Dal 1559, con la sottomissione di Siena al principato mediceo, Montepulciano perse parte della rilevanza strategica e politica passata, ma mantenne il prestigio. Si stabilirono a Montepulciano storiche famiglie poliziane di nobili, che dettero grandi uomini alla Chiesa, alle lettere, alle arti e alle armi: un sommo pontefice, numerosi cardinali, molte decine di vescovi, prelati insigni in grande numero ed una grande quantità di uomini che furono eccellenti in molte discipline.
  • 43.16666711.7666673 Torrita di Siena
Pienza
  • 43.07861111.6788894 Pienza La città fino al 1462 altro non era che un piccolo borgo di nome Corsignano. L'evento che ne cambiò le sorti fu la nascita nel 1405 di Enea Silvio Piccolomini che 53 anni dopo divenne Papa Pio II. Proprio un viaggio del pontefice verso Mantova lo portò ad attraversare il luogo di nascita e il degrado che trovò lo portò a decidere la costruzione di una nuova città ideale sopra l'antico borgo, affidandone il progetto di rinnovamento all'architetto Bernardo Rossellino: la costruzione durò circa quattro anni e portò alla luce una cittadina armoniosa e con forme tipicamente quattrocentesche. La morte prematura di papa Pio II chiuse anche la storia della nuova città, che da allora ha subito limitate modifiche. Per la bellezza del suo centro storico rinascimentale nel 1996 Pienza è entrata a far parte dei Patrimoni naturali, artistici, culturali dell'UNESCO, seguita nel 2004 dalla stessa zona valliva in cui sorge: la Val d'Orcia.
  • 43.14527811.6880565 Petroio
  • 43.18333311.6666676 Trequanda
Asciano
  • 43.23416711.5608337 Asciano Sorge a circa 30 km a sud-est del capoluogo, nel cuore delle Crete Senesi. L'attuale centro storico, di origini medievali, conserva pregevoli monumenti. La parte occidentale e meridionale del territorio comunale si caratterizza per un susseguirsi di biancane e calanchi che formano il suggestivo paesaggio dalle caratteristiche lunari delle crete senesi, conosciuto fin dal Medioevo come "Deserto di Accona". La leggenda di fondazione vuole la città sorta su iniziativa di Ascanio, figlio di Remo e fratello di Senio, che fondò invece Siena. La realtà restituita dai rinvenimenti archeologici è invece assai diversa. Oltre a rari ritrovamenti ascrivibili all'eneolitico all'età del bronzo e alla prima età del Ferro sono infatti etruschi i contesti che più diffusamente caratterizzano tutto il territorio comunale. Le notizie di Asciano in età longobarda sono legate ad una pieve, contesa, nell'anno 714, tra i vescovi di Siena e Arezzo, identificata con l'ormai sconsacrata Chiesa di S. Ippolito. Più tardi il centro divenne poi feudo dei conti Cacciaconti-Scialenga (IX secolo), finché non fu acquistato da Comune di Siena nel 1275. Nel Trecento i senesi rafforzarono le mura, tenendolo fino alla caduta della Repubblica nel 1554. Da allora ha seguito le vicende del Granducato di Toscana.
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
  • 43.17527811.5441678 Abbazia di Monte Oliveto Maggiore È un complesso monastico all'interno del comune di Asciano, sede dell'abate generale della Congregazione benedettina di Monte Oliveto. È situata su un'altura a dominio delle Crete Senesi all'interno di un bosco di cipressi, querce e pini, è uno dei più importanti monumenti della Toscana sia per l'importanza storico-territoriale che per l'elevato numero di opere d'arte in essa racchiusa. Si accede al monastero tramite un palazzo medievale in mattoni rossi, raggiunto percorrendo un ponte levatoio e sovrastato da una massiccia torre quadrangolare dotata di barbacani e merlature. La costruzione di questo edificio, adibito a porta d'ingresso fortificata del monastero, fu iniziata nel 1393, per terminare nel 1526 ed essere poi seguita da un restauro nel XIX secolo. Sopra l'arcone d'ingresso è posta una terracotta smaltata, raffigurante la Madonna col Bambino circondata da due angeli, attribuita ai Della Robbia.
  • 43.1511.5833339 San Giovanni d'Asso
  • 43.13333311.48333310 Buonconvento

Punto 10 - Deviazione dall'itinerario principale

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Montalcino
  • 43.05916711.48916711 Montalcino Il profilo del paese è tipico di un borgo medioevale e grazie alla sua collocazione possiamo ammirare uno splendido paesaggio, a tal proposito in epoca medioevale è stata costruita una fortezza da cui la popolazione poteva intercettare e difendersi a sua volta dai nemici ed oggi grazie a operazioni di restauro può essere visitata. Il primo nucleo abitativo si ritiene risalga al X secolo e si sarebbe esteso nel corso dei secoli fino a raggiungere, nel XIV secolo, le dimensioni attuali. Grazie alla posizione della città, dominante la cima di una collina, dai suoi viali la vista può spaziare sulle valli dell'Ombrone e dell'Asso. In epoca medievale l'attività economica prevalente era la conceria e Montalcino disponeva di numerose fabbriche per la lavorazione del cuoio, fabbriche che erano celebri per la qualità dei loro prodotti. In seguito, come è successo a molti centri abitati della provincia di Siena, anche Montalcino conobbe una gravissima crisi economica e demografica. Come molti dei borghi medievali della Toscana, Montalcino ha vissuto lunghi periodi di pace e che hanno consentito agli abitanti una certa prosperità. Questa pace e la prosperità, tuttavia, è stata interrotta da una serie di episodi estremamente violenti. Nel corso del tardo Medioevo era ancora un comune indipendente di notevole importanza grazie della sua posizione sulla vecchia Via Francigena, ma col tempo Montalcino entrò nell'orbita della potente Siena. Come un satellite di Siena, al momento della Battaglia di Montaperti 1260, Montalcino fu profondamente coinvolto nei conflitti in cui anche Siena era coinvolta, in particolare in quelli con la città di Firenze nel corso del XIV secolo e del XV. Dopo la caduta di Siena, nel 1555 i nobili senesi si arroccarono in città per 4 anni con la speranza di poter un giorno ritornare a Siena, dando vita alla Repubblica di Siena riparata in Montalcino. Ma alla fine anche Montalcino entrò a far parte del Granducato di Toscana fino all'Unita d'Italia nel 1861. La situazione è radicalmente cambiata nella seconda metà del XX secolo. Nel caso di Montalcino la sua fortuna è stata quella di trovarsi al centro di una delle più importanti zone di coltivazione di uva. Il territorio, infatti, è celebrato per la presenza di vigneti di Sangiovese dai quali si ottiene il famoso "Brunello di Montalcino".
Abbazia di Sant'Antimo
  • 42.99963911.51563912 Abbazia di Sant'Antimo Si tratta di una delle architetture più importanti del romanico toscano. Il nucleo primitivo dell'abbazia risale al culto delle reliquie di Sant'Antimo di Arezzo, alla cui morte, nel 352, sul luogo del suo martirio venne edificato un piccolo oratorio. Nello stesso luogo sorgeva una villa romana: lo dimostrano i numerosi reperti di epoca romana come il bassorilievo con la cornucopia sul lato nord del campanile o alcune colonne nella cripta carolingia. Nel 770 i Longobardi incaricarono l'abate pistoiese Tao di iniziare la costruzione di un monastero benedettino e gli affidarono anche la gestione dei beni demaniali del territorio. Le abbazie erano utilizzate come sosta dai pellegrini diretti a Roma, dai mercanti, dai soldati e dai messi dei re. Il possedimento principale della comunità era il castello di Montalcino, dove il priore alloggiava in una residenza ora inglobata entro le mura della fortezza. Nel 1212 con un accordo tra l'abate di Sant'Antimo, la città di Montalcino e Siena è sancito che l'Abbazia deve cedere un quarto del territorio di Montalcino alla città senese. Con la perdita di Montalcino l'abbazia perde il centro più importante della propria giurisdizione. Siena inizia ad intaccare i beni della comunità benedettina: nel 1293 i monaci possiederanno soltanto un quinto di tutte le antiche proprietà situate tra Montalcino e Seggiano. Alla fine degli anni settanta il vescovo di Siena decide di ricostituire una comunità monastica a Sant'Antimo, e affida tale incarico a un gruppo di giovani sacerdoti che, nel 1979, fondano una comunità monastica ispirata alla regola dell'ordine dei "Canonici regolari di Sant'Agostino". Attualmente la comunità conta otto monaci, di diverse nazionalità, perlopiù italiana e francese. La comunità porta avanti da diversi anni, oltre alla tradizionale vita monastica, un'intensa attività pastorale rivolta soprattutto alle famiglie e ai giovani.
    Dell'antica abbazia rimangono soltanto la Cappella Carolingia, attualmente sagrestia della chiesa abbaziale, ed i resti della Sala capitolare e del chiostro.

Dal punto 13 al punto 14

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Punto 14 - Deviazione dall'itinerario principale

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Siena
  • 43.31833311.33138915 Siena La città è universalmente conosciuta per il suo ingente patrimonio storico, artistico, paesaggistico e per la sua sostanziale unità stilistica dell'arredo urbano medievale, nonché per il celebre Palio. Nel 1995 il suo centro storico è stato inserito dall'UNESCO nel Patrimonio dell'Umanità. Siena si ritrova nel X secolo al centro di importanti vie commerciali che portavano a Roma e, grazie a ciò divenne un'importante città medievale. Alla fine del XII secolo Siena, sostenendo la causa ghibellina, si ritrovò nuovamente contro Firenze di parte guelfa: celebre è la vittoria sui toscani guelfi nella battaglia di Montaperti, del 1260, ricordata anche da Dante Alighieri. Dopo la peste del 1348, cominciò la lenta decadenza della Repubblica di Siena, che comunque non precluse la strada all'espansione territoriale senese, che fino al giorno della caduta della Repubblica comprendeva un terzo della Toscana. La fine della Repubblica Senese avvenne nel 1555, quando la città, dopo un assedio di oltre un anno, dovette arrendersi stremata dalla fame, all'impero di Carlo V, spalleggiato dai medicei, che successivamente cedette in feudo il territorio della Repubblica ai Medici, Signori di Firenze, per ripagarli delle spese sostenute durante la guerra.

Dal punto 16 al punto 18

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Abbazia di San Galgano
Abbazia di San Galgano
  • 43.14940811.15562818 Abbazia di San Galgano È un'abbazia cistercense, sita ad una trentina di chilometri da Siena. Il sito è costituito dall'eremo (detto "Rotonda di Montesiepi") e dalla grande abbazia, ora completamente in rovina e ridotta alle sole mura, meta di flusso turistico. La mancanza del tetto - che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica - accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scozia, di Tintern in Galles, di Cashel in Irlanda, di Eldena in Germania, di Beauport a Paimpol (Bretagna) e del Convento do Carmo a Lisbona.
    Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini, nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. Negli ultimi anni della sua vita Galgano era entrato in contatto con i Cistercensi e furono proprio loro ad essere chiamati a fondar la prima comunità di monaci che risulta già attiva nel 1201. Sotto l'impulso di questo primitivo nucleo monastico, ai quali si erano uniti molti nobili senesi e alcuni monaci provenienti direttamente dall'abbazia di Clairvaux nel 1218 si iniziarono i lavori di costruzione dell'abbazia nella sottostante piana della Merse. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227 sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1228 una delle infermerie era stata completata e l'anno successivo terminarono i lavori di costruzione della cella abbaziale. Alla metà del XIII secolo l'abbazia di San Galgano era la più potente fondazione cistercense in Toscana. Essa fu inoltre protetta e generosamente beneficiata dagli imperatori Enrico VI, Ottone IV e dallo stesso Federico II, che confermarono sempre i privilegi concessi aggiungendone via via degli altri, ivi compreso il diritto di monetazione. Il papa Innocenzo III esentò l'abbazia dalla decima. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. Nella seconda metà del secolo l'abbazia venne più volte saccheggiata dalla compagnie di ventura che scorrazzavano per il territorio. Tali vicende portarono ad una profonda crisi nella comunità monastica, tanto che alla fine del secolo essa si era ridotta a sole otto persone. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accelerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Uno di loro, alla metà del secolo, fece rimuovere per poi vendere la copertura in piombo del tetto della chiesa: a quel punto le strutture deperirono rapidamente. Risulta da una relazione fatta nel 1576 che abitasse presso il monastero un solo monaco, che neanche portava l'abito di frate, che le vetriate dei finestroni era tutte distrutte, che le volte delle navate erano crollate in molti punti e che, presso il cimitero, rimanevano solo parte delle rovine delle infermerie, demolite all'inizio del Cinquecento. Nel 1577 furono avviati dei lavori di restauro, ma furono interventi inutili che non riuscirono minimamente ad arrestate il progressivo degrado. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786 crollò anche il campanile; si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. I locali del monastero invece diventarono la sede di una fattoria e vennero parzialmente restaurati già nei primi decenni del XIX secolo.
Monticiano

Ritorno

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Da Monticiano raggiungere la frazione di San Lorenzo a Merse e quindi la SS 223 verso Siena.

Sicurezza

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Nei dintorni

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Altri progetti

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