Cava d'Ispica è un sito archeologico e naturalistico della Sicilia.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaQuando andare
modificaLa cava è fruibile tutto l'anno, seppur in piena estate le alte temperature possono rendere estenuante la visita.
Cenni storici
modificaLa Cava d'Ispica era insediata sin dall'età del bronzo; la città di Spaccaforno, l'antica Ispica, giaceva sul fondo della gola in un collo di bottiglia naturale, dove era stata eretta al Fortezza Forza fino al terremoto del 1693 quando venne distrutta.
L'interesse archeologico nella Cava d'Ispica è grande in quanto vi sono tracce di vari periodi di insediamento, dalla preistoria al primo periodo di cristianizzazione bizantina con abitazioni rupestri abitate fino al secolo scorso. Oggi la Cava d'Ispica è divisa in due parchi fruibili, l'uno a nord e l'altro a sud. Per questa ragione nel corso dei secoli diversi viaggiatori come Jean Pierre Louis Laurent Hoüel, Ignazio Paternò Principe di Biscari, Jean-Claude Richard de Saint-Non e Richard Colt Hoare, hanno disegnato o lasciato dei resoconti.
Come arrivare
modificaIn aereo
modifica- 1 Aeroporto di Comiso (Aeroporto Pio La Torre, IATA: CIY), ☎ +39 0932 961467, info@aeroportodicomiso.eu. Aeroporto convertito per uso civile, ha iniziato le operazioni di volo nel 2013 ed è servito da alcuni vettori a basso costo.
- 2 Aeroporto di Catania (Aeroporto di Catania Fontanarossa "Vincenzo Bellini". IATA: CTA), Via Fontanarossa, 20, Fontanarossa, ☎ +39 0957239111. 00:00-24:00. Aeroporto per voli nazionali e internazionali.
In nave
modifica- 3 Porto di Pozzallo. Il Porto di Pozzallo viene utilizzato perlopiù per scopi commerciali, ma effettua anche collegamenti giornalieri con Malta tramite traghetto della Virtu Ferries Limited. Le tariffe subiscono variazioni stagionali ed è previsto anche il trasporto auto.
In treno
modificaLe stazioni più vicine ai due ingressi sono le seguenti. Tuttavia non vi sono dei mezzi pubblici per spostarsi da esse a Cava d'Ispica.
- 4 Stazione di Ispica (la stazione si trova fuori dalla città, vicino alla ). I collegamenti ferroviari esistono solo da Siracusa, la linea Siracusa - Gela - Canicattì passa da Ispica, Ragusa e Modica.
- 5 Stazione di Modica (La stazione si trova all'estremità sud della città, una breve passeggiata ti porta nella città bassa.). Sei treni al giorno da lunedì a sabato vanno verso Gela (da 80 minuti a 2 ore, fermate comprendono Ragusa e Donnafugata) o Siracusa (90 minuti, le fermate includono Scicli, Pozzallo, Ispica e Noto). Da Gela ci sono collegamenti con Palermo, e da Siracusa a Catania e Messina. Non ci sono treni di domenica.
Permessi/Tariffe
modifica- 6 Cava d'Ispica Sud (Dalla svoltare per la e seguire le indicazioni). Questo ingresso consente di accedere direttamente alla cava.
- 7 Area archeologica del “Parco Forza”, Via Cavagrande, Ispica (si trova poco sotto Ispica e il convento dei Carmelitani), ☎ +39 0932952608. Chiuso al pubblico per l'esecuzione dei lavori di riqualificazione e valorizzazione.
- 8 Area archeologica di Cava d'Ispica (Cava d'Ispica Nord), ☎ +39 0932771667. Intero 4 €, ridotto 2 € (apr 2020). Nell'area è presente anche un 9 parcheggio.
Come spostarsi
modificaAll'interno della cava e presso le attrazioni ci si muove a piedi, essendo percorsi prevalentemente escursionistici. Tuttavia tra la parte nord e quella sud le distanze sono tali da rendere necessari degli spostamenti in auto onde raggiungere un punto in cui iniziare l'escursione.
Non sono presenti mezzi pubblici tra una parte e l'altra della cava.
Cosa vedere
modificaCava d'Ispica sud
modifica- 1 Rovine del castello (Fortilitium) (nell'area vicino all'ingresso del Parco Archeologico). Era un castello in cui aveva sede la famiglia Statella, difeso dagli strapiombi naturali e, dalla parte del macello, da un fossato che si poteva superare tramite un ponte levatoio. Si entrava attraverso un grande portale di legno fiancheggiato da altre due porte più piccole. Oggi non restano che poche mura che resistettero al terremoto del 1693. Jean Houel così lo descrive:
«C'è nei pressi di Spaccaforno un'isola di roccia tutta circondata d'acqua: la facilità di difenderne l'accesso, l'ha resa abitabile fin dai tempi più antichi. Una colonia greca vi si è stabilita. Adesso vi sono visibili solo grotte: alcune adibite ad ospitarvi i vivi, altre i morti.» - 2 Chiesa SS. Annunziata. Resti della chiesa inglobata nel castello che risale al XVII secolo distrutta dal terremoto del 1693, meritano una visita. Da qui proviene la statua del Cristo presente nella Basilica di S. Maria Maggiore a Ispica.
- 3 Palazzo Marchionale (sul lato meridionale della fortezza). Il palazzo, ha un impianto planimetrico a L; lo spazio antistante è occupato da un cortile pavimentato con ciottoli. Sul lato destro sono individuabili gli ambienti di servizio, con granai incassati nel piano del pavimento. È difficile dare indicazioni sugli altri vani tra cui un corridoio con piastrelle di pietra asfaltica e un vano con pavimento lastricato in rosso pompeiano; la base di una colonna posta nell'angolo Nord-Est fa ipotizzare un impianto monumentale scomparso. Il rinvenimento di frammenti ceramici bizantini fa pensare a una struttura riferibile a quel periodo, mentre nell'articolazione dei resti attuali è da individuare il palazzo della famiglia Caruso prima (XV secolo) e degli Statella dopo. Il palazzo, demolito dal terremoto del 1693, non fu più ricostruito.
- 4 Scuderia. Interessante da visitare è la scuderia, un'enorme grotta dove venivano custoditi i cavalli. Vi sono ancora le mangiatoie ricavate nella roccia e gli occhielli per legarvi gli animali. Esiste anche una parte alta dove veniva sistemato il fieno, ambienti adibiti a magazzino, e la sala degli armigeri. Nelle pareti si notano buchi scolpiti nella roccia, dove venivano infissi degli assi di legno per appendervi le armi, gli indumenti e i finimenti degli animali.
- 5 Centoscale. È una scala con 280 gradini in forma di tunnel scavata nella roccia, che conduce al di sotto del livello del fiume e fu probabilmente utilizzata per rifornire la fortezza di acqua fresca nei periodi di assedio. Jean Houel così le descrive:
«Una scala scavata all'interno della roccia, per scendere dall'alto fino in basso, al fine di attingere l'acqua senza essere visti e senza correre alcun pericolo, fa supporre, per la sua bellezza, che gli abitanti di questa rocca conoscessero le arti e le sapessero usare. Questa scala è veramente ben fatta: non mi è stato possibile discendere fino in fondo, perché è riempita di massi…» - 6 Chiesa di S. Maria della Cava (a nord rispetto al Fortilitium, all'interno della cava). Questa chiesetta rupestre del XIV secolo fu vittima del terremoto del 1693, rimane conservata l'abside scolpita nella roccia.
- 7 Necropoli Scalaricotta. Tombe sicule.
- 8 Eremo di Sant'Ilarione (a rutta ri Sant'Ilariuni). In questa grotta pare abbia dimorato questo santo, e da ciò tutta la zona è chiamata Scala uruni (scala di Sant'ilarione), per l'esistenza di un'antica scala ricavata nella roccia che dalla grotta portava al fondo della valle.
- 9 Convento (A breve distanza dal Castello). Il nome è dovuto forse all'esistenza di alcune tracce assai evidenti di architettura chiesastica. Ricavato in un sito quasi inaccessibile, il convento si presenta come un complesso aperto nel vivo di una rupe precipite sul greto della Cava Ispica. Nel piano superiore è visibile un corridoio sul quale si aprono stanzette piccolissime, rettangolari o quadrate, somiglianti a vere e proprie cellette. La supposizione che possa trattarsi di un monasterion è avvalorata dal piccolo oratorio rupestre, intitolato a Santa Alessandra, ricavato a brevissima distanza dal Convento e costituito da due ambienti separati. Nel primo si distinguono, dentro una cornice scura, i resti di un affresco che con molta probabilità raffigurava la Santa; il secondo, di dimensioni più piccole, presenta un pavimento roccioso nel quale si trova una buca circolare per la raccolta d'acqua. Quest'acqua ricca di zolfo, oggi come un tempo, è ritenuta miracolosa per guarire le malattie della pelle. È tradizione antica che per ottenere la guarigione sia necessario lasciare sul posto un indumento personale.
- 10 Castello sicano (a metà circa della Cava d'Ispica e si accede dal fondo della cava, oppure si scende dalla Necropoli Calicantone tramite un'agevole scala). Questo castello è scavato su una parete calcarea, alta trenta metri che scende a picco. La singolarità del Castello sta soprattutto nella inconsueta architettura dei suoi quattro piani, collegati fra loro da scale interne ancora visibili, con incavi per l'arrampicata e da scale esterne il cui crollo ha messo allo scoperto gli ultimi piani. Gli ambienti sono quasi tutti di forma rettangolare o quadrata con nicchie alle pareti e presentano gli incavi delle porte e delle finestre. Quasi tutti prendono luce e si dipartono da un lungo corridoio che si sviluppa lungo la parete esterna. La visita non è semplice e prevede in alcuni punti l'arrampicata. Nella parte bassa è presente una sorgente che veniva utilizzata dagli abitanti del castello. La struttura fu abitata quasi certamente nel corso del periodo arabo-normanno, ma si hanno anche tracce nei secoli successivi.
Negli ultimi anni il sito è stato sistemato e reso maggiormente fruibile.
- 11 Necropoli Calicantone (Poco distante dal Castello Sicano, si accede dalla parte superiore della cava accanto al B&B Casa al Castello, traversa di Contrada Calicantone Scalepiane). Posta in posizione rialzata tale da dominare la vallata la necropoli Calicantone prende il nome dall'omonima contrada. Si tratta di una necropoli del Bronzo Antico, ovvero del XXII secolo a.C. (4000 anni fa circa) legata alla Cultura di Castelluccio. La necropoli presenta un centinaio di tombe a grotticella, fra le quali se ne segnalano un paio con prospetto a finti pilastri e una preceduta da un basso portichetto, appartenenti a dei clan familiari emergenti. I corpi venivano deposti in posizione fetale. Tra il 2012 e il 2015 è stata condotta una campagna di scavo ha portato in luce una grande capanna ovale sul pianoro superiore di m. 10 x 5, con 150 oggetti all'interno e degli scheletri che documentano l'abbandono improvviso, e forse violento, del sito nel corso del 1600 a.C. La capanna è stata nuovamente ricoperta e non è visibile.
L'area oggi è stata valorizzata dalla presenza di ringhiere e camminamenti che ne facilitano la fruizione.
- 12 Capraria (A sud del castello sicano lungo la parete orientale della cava). Abitazioni rupestri, forse usare come rifugio per le capre (da cui il nome).
- Complesso rupestre di Sant'Alessandra. Questo complesso sembra essere stato un monastero. Nella parte inferiore in prossimità della Grotta della rogna, esiste una pittura bizantina raffigurante forse Sant'Alessandra. L'immagine dipinta sulla roccia è ormai quasi completamente scomparsa. Lungo tutta la Cava, però, esistono ancora altri simili complessi rupestri, alcuni ormai franati - anche a seguito del terremoto del 1693 - altri ancora ben conservati. È probabile che siano stati abitati da asceti e monaci durante il periodo bizantino.
- 13 Villaggio Pernamazzoni (Un chilometro più a nord del Castello Sicano). Villaggio rupestre ben visibile lungo una parete verticale con vari ambienti scavati nella roccia a mezza quota ma è inaccessibile.
Cava d'Ispica nord
modificaArea archeologica di Cava d'Ispica
modifica- 14 Larderia (Grotta Larderia) (appena a sud-est del parcheggio). La catacomba denominata Larderia, tra le numerose esistenti in zona, è indubbiamente la più nota e fa parte di un grande complesso sepolcrale. L'ingresso della catacomba immette in un ampio vestibolo, da cui si dipartono tre corridoi: quello centrale si addentra nella cavità della roccia per oltre 40 metri; gli altri due, laterali, sono di lunghezza minore. La prima parte è un cunicolo di circa dodici metri, largo due, lungo le cui pareti sono state ricavate serie di nicchie orizzontali, in cinque ordini. L'ordine inferiore, interrato da secoli, fu riportato alla luce nel 1982. Il secondo tratto è costituito da uno stanzone in cui i sepolcri sono disposti a gruppi, sopra piattaforme rialzate, delimitate da angusti corridoi che si intersecano formando una piccola rete viaria che sfocia nel corridoio centrale. Le piattaforme erano unite alla volta della grotta da tozze colonne che avevano soprattutto la funzione di sostenere l'ampia volta. La terza parte del corridoio centrale presenta un'architettura più ricercata. In essa abbondano arcosoli e numerosi sarcofagi massicci in nicchie contigue, snellite da colonnine e finestrelle ad arco tondo o vagamente ogivale. Queste tombe a sarcofago rialzato costituiscono la caratteristica più saliente dell'intero ipogeo.
- 15 chiesa rupestre di S. Maria (a sinistra delle grotte cadute e del Camposanto). Il prospetto della chiesa è franato ma si nota una scala a chiocciola e tracce di un affresco di crocifissione con una didascalia in latino lignum mortis e S. Johannes. Restano inoltre di ambienti interni ormai parzialmente ricostruibili nella loro forma.
- 16 Camposanto (accanto la chiesa di Santa Maria). Questa è necropoli cristiana del IV secolo: sulla parete di uno dei sepolcri è inciso anche un simbolo cristiano. Si contano nel complesso 60 fosse terragne, loculi sovrapposti e un gran numero di sarcofagi scavati nella roccia. Vi sono due sezioni, la prima sezione, comprende 25 tombe disposte in vario modo; nella seconda sezione, che si estende verso Nord, ci sono 24 tombe. Da notare la presenza di un monogramma cristiano chiuso entro clipeo dell'arcosolio nella parete di fondo.
Sul poggio opposto è possibile visitare il "Salinitro", che presenta sepolcri e grotte sovrapposte in parte crollate.
- 17 Grotte cadute. Le Grotte cadute prendono questo nome per essere degli ingrottamenti crollati. Il crollo mette in evidenza le strutture interne a più piani di età medievale e utilizzati come abitazione. Il complesso si legava alle altre strutture presenti nell'area e ne costituiva il naturale prosieguo.
- 18 Spezieria (Nella parte Ovest di Cava Ispica). Con un ingresso in parte crollato la "Spezieria" è un ambiente costituito da una grande sala a pianta quadrangolare. Le pareti presentano decine di incavi che fanno pensare a mensole e ripostigli dove collocare e sistemare ordinatamente vasi e contenitori. Lungo uno dei lati si individuano tre absidi irregolari. Occupa, inoltre, gran parte della parete, tutt'attorno, un ampio sedile circolare ricavato nella roccia. Una buca scavata nella roccia calcarea del pavimento ha fatto pensare a una specie di mortaio, tanto da indurre qualche studioso a ipotizzare che il sito fosse adibito a una specie di farmacia, da cui il nome "spezieria" come appunto è denominata nel dialetto locale. Sembra che possa trattarsi di un luogo destinato a sepolcro, modificato in epoca posteriore per una diversa destinazione, se si tien conto della particolare ampiezza della grotta, della sua forma circolare e della bassa banchina che contorna gran parte delle pareti, nonché della celletta.
- 19 Ginnasio. Il ginnasio è un ambiente scavato nella roccia di età ellenistico-romana e riportato alla luce solo di recente. Esso è costituito da due sale comunicanti e corredate di sedili laterali. La stanza sulla destra presenta una parete franata ed è dotata di vasche per abluzioni. L'ambiente di sinistra è il meglio conservato nonché il più interessante. In esso si notano ancora delle incisioni in greco che designavano i posti a sedere. In corrispondenza delle lettere PRE si indicavano i posti degli anziani, presbyteroi. sotto la scritta NEO i giovani o neoteroi. L'ambiente probabilmente veniva utilizzato come aula assembleare in cui la comunità si ritrovava.
Altri monumenti
modifica- 20 Grotta S. Nicola (santuario di San Nicola, detto anche della Madonna) (Più in basso rispetto alla Grotta della Signora, accanto al parcheggio auto). Si tratta di una grotta di metri 4 per 4,50 circa, dove resistono ancora delle pitture di età bizantina. In una figura degli affreschi si può individuare S. Nicola, con la barba, coperto da un pallio e la scritta N(I) (C) OL(A) US sopra la testa. È raffigurata inoltre una Madonna in atteggiamento di porgere una guancia al bambino, privo però del volto. Sul pavimento c'è una piccola fossa forse per uso come fonte battesimale.
- 21 Mulino ad Acqua Museo in Grotte, Via Cava Ispica, 89 (a nord del parcheggio, seguire la strada in basolato), ☎ +39 0932 771048. Un piccolo museo assieme ad un mulino ad acqua testimoniano gli antichi lavori rurali della zona.
- 22 Chiesa S. Pancrati, (accanto alla strada provinciale). Il sito è chiuso per lavori di adeguamento. Si tratta di una delle più antiche chiese del territorio ibleo, risalente alla metà del VI secolo. È una piccola basilica bizantina a tre navate con presbiterio a triconco, costruita con blocchi megalitici in calcare tenero; oggi ci rimangono solo parte dei muri esterni e delle absidi, nonché tracce di un antico pavimento in calcare e di un successivo in cocciopesto. È l'unico esempio di costruzione non rupestre della Cava.
- 23 Grotta della Signora (dal parcheggio, superare il mulino ad acqua e proseguire seguendo le indicazioni). La Grotta della Signora presenta una singolare volta a cupoletta ed è un esempio monumentale di tomba a tholos. Nel XX secolo, si è potuto esplorare l'antro dopo averlo liberato dal materiale alluvionale che ne ostruiva l'ingresso; qui venne trovato del cocciame. La volta presenta tre "cupolette", non si sa bene se naturali o dovute ad opera dell'uomo; in questo secondo caso, si potrebbe pensare che la grotta sia stata utilizzata come luogo di culto nel periodo bizantino, considerato ancora il fatto che la volta presenta delle incisioni a forma di croce. Se si esclude che possa essere stata usata per sepoltura, il ritrovamento del cocciame potrebbe far ipotizzare un uso della Grotta a scopo rituale o anche di abitazione. L'interno non presenta, almeno nelle pareti, loculi che potrebbero trovarsi a livello di pavimento il quale, coperto tuttora di materiale terroso e petroso, è ancora tutto da esplorare.
- 24 Grotta dei Santi (dopo la Grotta della Signora proseguire il sentiero). La Grotta dei Santi è una grotta abbastanza ampia, di forma rettangolare in sono ancora oggi visibili tracce di pitture che raffigurano 36 santi. Ad oggi, le figure dei santi raffigurati sono ben visibili; il danno è nei volti delle stesse che sono state nanomesse; la tradizione popolare vuole che siano state manomesse da qualcuno in cerca di monete nascoste dietro la bocca. Paolo Orsi ha rinvenuto tracce di iscrizioni in greco, mentre l'immagine di una santa in costume di basilissa è stata dallo stesso interpretata come raffigurante Santa Lucia o Sant'Elena. Sono indubbiamente un esempio di arte pittorica di età bizantina.
- 25 Baravitalla (Tomba a finti pilastri) (subito dopo la Grotta dei Santi il sentiero è franato. Per proseguire percorrere il campo fino al ponte, superare il muretto e accedere alla strada asfaltata salendo a destra, alla seconda traversa a sinistra si incontra il cartello che indica l'accesso al sentiero). Questa tomba è la più bella in una zona in cui ve ne sono diverse, tutte a forno di varie dimensioni, con volta a cupola o piatta. Per la singolarità e per la decorazione esterna la tomba denominata Baravitalla è la più interessante. Ai lati dell'ingresso, dalla caratteristica forma trapezoidale, sono stati intagliati nella parete rocciosa nove finti pilastri - 4 a sinistra, 5 a destra - che danno alla parete di prospetto una dimensione estetica di singolare rilievo, chiaramente con lo scopo di sottolineare l'importanza del monumento sepolcrale forse destinato a un personaggio di rango primario. Superato l'ingresso ci si trova in una spaziosa anticella dalla forma ovoidale, da cui si passa nella cella vera e propria, di forma anch'essa ellittica. La volta a forno e il "thalamos" e un nicchione ricavato nella parete sinistra della cella avvalorano l'ipotesi di un sepolcro destinato a un personaggio illustre.
Nel corso degli scavi, condotti sul finire dell'Ottocento a cura della Soprintendenza al museo archeologico di Siracusa, furono trovati - nell'area del villaggio soprastante - pezzi d'osso a globuli, un ago o punteruolo d'osso e un frammento d'osso con tracce d'incisione, reperti oggi conservati presso il Museo Civico "F.L Belgiorno" di Modica.
L'area sudorientale della Sicilia conserva anche altre tombe della stessa tipologia, di cui una tra le più famose è la Tomba Orsi nei pressi di Rosolini. - 26 Grotta Serra di Pero (Nel punto più a nord dell'area). Un'altra grotta di epoca preistorica
Cosa fare
modificaMolte parti di Cava d'Ispica, soprattutto la zona centrale si prestano per l'escursionismo e le passeggiate nella natura.
Acquisti
modificaDove mangiare
modifica- 1 Villa Piera, Via Crocevia Cava Ispica, 56, Modica, ☎ +39 0932 456189. Pizzeria
- 2 Al Vecchio Mulino, Ctr. Cannizzara Ciancia, 6B, Modica, ☎ +39 0932 909307. Ristorante - Pizzeria. Piatti siculi e pizza cotta a legna in un bar-rosticceria rustico, con pareti di pietra e sedie impagliate.
Dove alloggiare
modifica- 1 Rifugio Pernamazzoni, C/le Cava Ispica, 10 (vicino all'omonimo villaggio rupestre), ☎ +39 338 794 4313. Agriturismo dentro la cava in antiche abitazioni.
- 2 Fattoria Della Contea, Via s Alessandra, 1, Modica, ☎ +39 339 843 4198. Agriturismo
- 3 Casa Vacanza "Terrazza sul parco", Crocevia Cava Ispica, 70 Modica, ☎ +39 338 618 9911.
- 4 Casa al Castello, Contrada Calicantone Scalepiane, Modica, ☎ +39 347 895 1957. Hotel a 4 stelle
- 5 Villa Principe Di Belmonte, Contrada Crocefia, Ispica, ☎ +39 0932 793828.
- 6 Il Tenimento Agriturismo, Contrada Scorsone, Ispica, ☎ +39 338 463 0006.
Sicurezza
modificaIl rischio maggiore è legato alle possibili cadute dall'alto essendo una cava con diversi punti a strapiombo e fitta vegetazione in altre con ulteriore rischio di lesioni. Attenzione in estate alle alte temperature, portare sempre adeguata quantità di acqua.
I monumenti della zona più a nord sono raggiungibili ma con qualche difficoltà in quanto la strada di accesso che inizia al parcheggio è parzialmente rotta in più punti. Inoltre poco prima della tomba a finti pilastri il sentiero è interrotto costringendo a una piccola deviazione per cui si scavalcano dei muretti.
Come restare in contatto
modificaTelefonia
modificaNelle parti più rurali della cava il segnale telefonico può non essere presente, o essere debole.
Nei dintorni
modifica- 10 Catacombe San Marco (Lungo le ultime propaggini della Cava d'Ispica, oltre la fonte Favara. Si accede tramite una proprietà privata). accesso libero. Le catacombe San Marco, datate tra il IV e il V secolo d.C., è un importante sito archeologico che testimonia la presenza cristiana nel territorio in epoca tardo romana. Al suo interno si contano quasi 500 loculi.
- Ispica
- Modica
- Scicli
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