Si tenne dal 10 settembre 2000 al 2 giugno 2001 tra 12 squadre e fu l'ultimo ad avere una denominazione quale Serie A o Serie A1; dalla stagione successiva la massima serie passò sotto l'organizzazione della Lega Italiana Rugby d'Eccellenza con il nome di Super 10 e il torneo fu ristretto da 12 a 10 squadre[1]; tra le novità introdotte già dalla stagione 2000-01 vi fu l'adozione del punteggio dell'emisfero meridionale, con quattro punti per la vittoria, due per il pareggio e i bonus previsti sia per avere marcato almeno quattro mete in un incontro sia per avere perso con meno di otto punti di scarto[2].
Dopo avere mancato la finale nella stagione precedente, il Benetton si ripresentò a distanza di due anni alla gara-scudetto per la dodicesima volta in quattordici play-off: avversario di turno fu l'Amat. & Calvisano che, a sua volta, centrò nell'occasione la prima di sei finali consecutive di campionato[2].
I veneti si imposero 33-13 dopo un primo tempo molto chiuso e terminato 6-3 con due calci piazzati contro uno (Pilat per Treviso, Griffen per Calvisano); nella ripresa, complice un'espulsione temporanea di Paolo Vaccari, centro-ala dei lombardi, il Benetton dilagò con tre mete, una da parte di ciascuno dei fratelli Dallan, Manuel e Denis, e l'altra di Walter Pozzebon; l'estremo trevigiano Corrado Pilat mise tra i pali 18 punti e la reazione finale di Merlo, con due mete, servì a rendere meno netta la sconfitta dell'Amat. & Calvisano[3]; per il Benetton Treviso fu il nono titolo assoluto, a un passo dalla stella che giunse due anni dopo, sempre contro lo stesso avversario, nel frattempo tornato al nome originario di Calvisano.
A causa del restringimento del torneo da 12 a 10 squadre furono decise 3 retrocessioni e una promozione dalla serie A2, in procinto anch'essa di cambiare nome: dalla stagione successiva la seconda divisione prese il nome di Serie A e fu ripartita in due gironi di merito.
A retrocedere nella nuova serie A furono Piacenza, San Donà e Livorno, mentre nel Super 10 fu promosso il Bologna il quale, dopo la decisione dell'European Rugby Cup di aprire la Challenge Cup della stagione successiva a 8 squadre italiane, si trovò qualificato nella competizione cadetta europea insieme alle classificate dal 3º al 10º posto finale, nell'ordine Rugby Roma, Viadana, Parma, L'Aquila, Petrarca, GRAN Parma e Rovigo[4]; l'Amat. & Calvisano, invece, seguì Treviso nella competizione-principe europea, la Heineken Cup.
Rispetto alle edizioni precedenti, il campionato presentò nelle fasi a gironi un nuovo sistema di punteggio, mutuato da quello in vigore nel Super Rugby, campionato professionistico dell'Emisfero Sud, che prevede 4 punti per la vittoria, 2 per il pareggio e 0 per la sconfitta, e una serie di punti di bonus: 1 punto per la squadra che in un incontro realizza almeno quattro mete, e 1 punto per la squadra che, pur sconfitta, mantenga lo scarto a meno di 8 punti.
Il campionato fu diviso in due fasi: la prima fase di due gironi da sei squadre ciascuno: le prime tre di ogni girone accedettero alla Poule scudetto mentre le ultime tre alla Poule salvezza.
Di quest'ultima, la quarta, la quinta e la sesta classificata retrocedettero in serie A.
Della Poule scudetto accedettero alle semifinali per il titolo le prime quattro; la vincitrice della Poule scudetto affrontò la quarta classificata, e la seconda affrontò la terza; gli incontri furono disputati con la formula dell'andata e ritorno, con quest'ultima gara in casa della squadra meglio classificata nella poule scudetto.
La finale fu in gara unica in campo neutro tra le due vincitrici delle semifinali.