Hipparcos
Hipparcos (acronimo di High Precision Parallax Collecting Satellite, traducibile come "satellite per ottenere parallassi ad alta precisione"), detto anche Hipparcos Space Astrometry Mission ("missione di astrometria spaziale Hipparcos"), la prima missione spaziale dedicata all'astrometria, accettata nel programma scientifico dell'ESA nel 1980.[1]
Hipparcos | |||||
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Immagine del veicolo | |||||
Il satellite Hipparcos nel Large Solar Simulator, ESTEC. | |||||
Dati della missione | |||||
Operatore | ESA | ||||
NSSDC ID | 1989-062B | ||||
SCN | 20169 | ||||
Destinazione | GEO | ||||
Satellite di | Terra | ||||
Esito | Missione completata | ||||
Vettore | Ariane 44LP e Ariane 4 | ||||
Lancio | 8 agosto 1989 | ||||
Luogo lancio | Kourou | ||||
Fine operatività | 15 agosto 1993 | ||||
Durata | 4 anni e 7 giorni | ||||
Proprietà del veicolo spaziale | |||||
Potenza | 295 watt | ||||
Massa | 1140 kg | ||||
Peso al lancio | 1 140 kg | ||||
Peso del carico | 210 kg | ||||
Costruttore | Alenia Spazio Matra Marconi Space | ||||
Carico | 210 kg | ||||
Strumentazione | Telescopio Schmidt (29 cm) | ||||
Parametri orbitali | |||||
Orbita | orbita geostazionaria | ||||
Numero orbite | 17830 | ||||
Apoapside | 35784,9 km | ||||
Periapside | 511,3 km | ||||
Periodo | 636,8 minuti | ||||
Inclinazione | 7,2° | ||||
Eccentricità | 0.720 | ||||
Semiasse maggiore | 24519 km | ||||
Sito ufficiale | |||||
Missioni correlate | |||||
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Il progetto è stato chiamato in questo modo in onore di Ipparco di Nicea, noto astronomo dell'antica Grecia, vissuto tra il 190 a.C. ed il 120 a.C. che diede un notevole apporto alla comprensione della precessione degli equinozi.
Scopo del progetto
Il satellite è stato ideato e costruito, sotto la supervisione dell'ESA, da un consorzio industriale costituito dalla Matra Marconi Space (Francia) e dall'Alenia Spazio (Italia).[2]
Il progetto era dedicato alla misura delle parallassi stellari, cosa che permette di ricavare la distanza di una stella, e del moto proprio delle stelle. Il satellite è stato utilizzato per misurare la distanza di 2 milioni e mezzo di stelle, situate fino a 150 parsec (circa 400 anni luce) di distanza, raccolte nel Catalogo Tycho.
Storia
Il progetto iniziale del satellite fu proposto nel 1980, e fu presto approvato vista l'importanza del fornire misure di base su cui poi le teorie astrofisiche potessero basarsi. Il satellite fu lanciato da un razzo Ariane 4 l'8 agosto 1989, dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana francese. L'obiettivo originale era di piazzarlo in un'orbita geostazionaria, ma un guasto al razzo (si dimenticarono di levare lo spinotto di sicurezza nell'innesco del motore di apogeo) risultò in un'orbita altamente ellittica. Nonostante questa difficoltà, quasi tutti gli obiettivi della missione furono realizzati. Il satellite è stato spento il 17 agosto 1993.[2]
Il programma di lavoro era diviso in due parti: l'esperimento Hipparcos, il cui obiettivo era di misurare i parametri astrometrici di circa 120.000 stelle con una precisione da 2 a 4 milli-arcosecondi, e l'esperimento Tycho, la misura delle proprietà astrometriche e di fotometria in due colori di 400.000 stelle ad una precisione leggermente inferiore.[1]
Risultati
Le osservazioni del satellite dovevano concentrarsi su una lista predefinita di stelle chiamata Hipparcos Input Catalogue (HIC). Tutte le stelle incluse poi nel Catalogo Hipparcos finale facevano già parte della lista iniziale.[3]
Il catalogo HIC iiziale è stato compilato dal consorzio INCA tra il 1982 e il 1989, pubblicato sia in forma digitale che a stampa nel 1992.[4]
Il Catalogo Hipparcos finale (118.218 stelle con risoluzione di 1 milliarcosecondi) e il Catalogo Tycho finale (più di un milione di stelle con risoluzione di 20-30 milliarcsec e fotometria a 2 colori) furono completati nell'agosto del 1996, e pubblicati dall'ESA nel giugno del 1997.[5]
I dati dei due cataloghi sono stati utilizzati per realizzare il Millennium Star Atlas (Atlante Stellare del Millennio): un atlante di tutto il cielo, comprendente un milione di stelle fino alla magnitudine 11 dai dati Hipparcos, più circa 10.000 oggetti non stellari.[6]
Sebbene poco appariscente, il lavoro di Hipparcos è di importanza fondamentale: senza misure accurate di posizione e soprattutto di distanza non si può fare astrofisica. La parallasse stellare è l'unico metodo diretto per misurare le distanze delle stelle: tutti gli altri, come le candele standard, sono metodi indiretti e incerti che si basano sulla parallasse per essere calibrati correttamente.
C'è da dire che è stato riscontrato un errore di tracciamento delle stelle in Hipparcos (dovuto a leggere variazioni di temperatura), per cui Floor van Leeuwen, dell'osservatorio di Cambridge, ha compiuto un lavoro decennale di ricalcolo delle posizioni stellari. Il risultato è il catalogo di stelle più accurato che esista, che si intitola "Hipparcos-2 Catalogue", la cui validità è stata confermata nel 2007.[7]
Note
- ^ a b Hipparcos, su science.nasa.gov, NASA.
- ^ a b Hipparcos, su oato.inaf.it, Osservatorio astrofisico di Torino. URL consultato il 24 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2015).
- ^ C. Turon, Properties of the Hipparcos Input Catalogue, in Astronomy & Astrophysics, vol. 304, 1995, pp. 82–93.
- ^ Catherine Turon, Hipparcos Input Catalogue, ESA SP-1136 (7 volumes), European Space Agency, 1992.
- ^ M.A.C. Perryman et al., The HIPPARCOS Catalogue, in Astronomy and Astrophysics, vol. 323, L49-L52, luglio 1997.
- ^ The Millennium Star Atlas, su cosmos.esa.int, ESA.
- ^ F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy and Astrophysics, vol. 474, n. 2, Novembre 2007, pp. 653–664, DOI:10.1051/0004-6361:20078357.arΧiv:0708.1752
Voci correlate
- Catalogo Hipparcos
- Full-sky Astrometric Mapping Explorer
- Geody - motore di ricerca geografico e stellare
- Satellite Gaia
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hipparcos
Collegamenti esterni
- La missione Hipparcos sul sito dell'ESA, su rssd.esa.int.
- Parametri orbitali, su n2yo.com.