Archivum - Franciscanum - Historicum AFH v7 1914
Archivum - Franciscanum - Historicum AFH v7 1914
Archivum - Franciscanum - Historicum AFH v7 1914
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ANNUS VII.
IANUARIUS.
FASC. I.
\ ARCHIVUM
FRANCISCANUM
HISTORICUM
INDEX FASCICULI.
I. Discussiones.
1. Assisi medioevale. Studio storico-topografico. (Con una veduta e una
piatita d'Assisi). P. Leone Bracaloni, O. F. M
Pag.
2. Notes biographiques et documents sur le Fr. Pierre Fard, O. F. M.,
voyageur eti Afrique (1662-1691). P. Jerome Goyens, 0. F. M. . .
1.
2.
3.
4.
3-19
20-31
II. Documenta.
Tres Legendae minores Sauctae Clarae Assisieusis (saec. XIII).
P. Michael Bihl, O. F M
'
32-54
Praevia nonnulla Decretali Exultantes in Domino (18 ian. 1283;
de Proouratorum institutione. P. Ferdinandus M" Delorme, O. F. M. 05-65
I pi antichi Inventari della sacristia del Sacro Convento di As
sisi (1338-1473) (Continua). Prof. Leto Alessandri e Prof. Francesco
Pennacchi .
67-107
La Congregazione dei Capriolanti e le origini della Provincia dei
Frati Minori della Regolare Osservanza di Brescia. P. Paolo Ma
Sevesi, O. F. M
108-121
III. Codicographia.
Descriptio Codicum Franoiscanoram bibliothecae maioris Seminarii
Leodiensis. P. Hugolinus Lippens, O. F. AI
122-131
1914.
Typographia, Directio et Administratio
AD CLARAS AQUAS prope FLORENTIAM
(QUARACCHI presso FIRENZE).
IV. Bibliographia.
Oolubovich, Hieron,, O. F. M., Biblioteca bio-bibliografica della Terra
Santa e doll' Oriente Franeescano, vol. I. II, 132-8. Bang, Willy,
Zum Coilox (Jurnanicus, I-XIII, 138-48. Salemann, C, Zur Kritik
des Codex Cumanicus, 139-44. Frati, G., Versi italiani nel Codioe Cumanico, 139-44. Lafenestre, O., St Francois d'Assise et
Savonarole, 145-7. GUM, L , Histoire artistique des Ordres Mendiants. 145-52. Lemauviel, A., Bulletin d'art tranciseaiu, 145-53.
Jaime Sala, 0. F. M., Los opusculos de San Pascual Bailon, 154-5. 132-155
Y. Miscellanea.
1. On an English Codex containing the Rule of the Third Order.
Walter W. Seton
156-159
2. De novo Codice collectionis Actuuin Fr. Raymundi Fronsiaci, Ordinis Proouratoris. P. Livarius Oliger, O. F. M
159-160
VI. Chronica.
Cronaca Italiana, 1(51-68 Chkonique Etranoehe : Allemagne, 168-72.
Angleterre. 172-74. Belgique. 174-76. Espagne, 176-79.
France, 179-182
161-182
Libri recenter ad nos niissi
183-184
IN PROXIMIS FASCICULIS ARCHIVI INTER ALIA PRODIBUNT.
Ferdinand-M. Dei.orme (d'Akaui.es), O. F. M., Vetus Commentarius Constitutionum generaliura (s. XIII). Coletana. Constitutiones provinciae
Provinciae iuxta Cod. 49 Bibl. Auxitanae. Deaoriptio Codicis 23. J. 60 Bibliothecae Fr. Min. Conv. Friburgi. Dooumenta fundationis conventuum
Fr. Min. de Observantia Burdigalensis et Tolosani.
Decretali Exultantes in Domino 18 ian. 1283 de Procuratorum instiLivakius Oliqer, O. F. M.. Fr. Bonagratia a Bergamo, O. F. M., Tractatus
de Paupertate Christi et Apostolorum an. 1322 compositus. Ordinationes Provinciales Ohservantium Provinciae S. Angeli in Apulia (1448).
Bertraiidi de Tune Sententia excommunicationis contra Spirituales Aquitaniae, Tolosae 1315. Litterae Card. Iacobi de Columns in favorem Spiritualium Provinciae. 1316. Defensio Spiritualium Provinciae, c. 1316.
De vita et scriptis Fr. Flaminii Annibali de Latera, O. F. M. H733-1813J.
Leone Ranzato, O. F. M., Cenni e Documenti per servire alia biografia di
Fra Pietro d'Assisi, chiamato Pietruzzo della PietA (1300-1849).
Robinsok, Paschai.is, O. F. M., De stemmate Ordinis FF. Min.
Jacques Groh, Une reforme aux couvents des Freres Mineuis de Luxembourg
et de Treves en 1335 et 1836.
Satukniko Mencherini, O. F. M., Documenti sul Conventodi S. Crocein Firenze.
Descriptio Codicum Pranoiso. Bibliotliecae Publ. Cortonae.
Jerome Goyens, O. F. M., Relatio Missiotiis Superioris Aegypti (aaec. XVIII).
Monumenta historica ab anno 1397 circa vetus hospitale S. Iohannis
Gandavi Sororum Grisearum III Ord.
Leonardus Cemmekk, O. F. M., Testiuionia minora de S. P. Francisco (Cont.J.
Auglade, Pascal, O. F. M. Xotes sur la Custodie de Savoie. Deux Franciscains de ('Observance en pays fribourgeois an XVI" siecle.
Athanasius Lopez, O. F. M., Missiones Tunicenses: Responsiones Greg. PP. IX
ad consultationes FF. Minorum et Praedicatorum il284).
SnRAi'iiiNus Gapdosi, O. F. M., Documenta ad historiam Trium Ordinnm
S. Francisci in urbe Imolensi. Relazioni sulle Missioni francescane del
secolo XVII.
A. G. Little, Constitutiones Generales O. F. M. 1260-1282. Constitutiones
Provinciales Prov. Franciae. 12IW-1292, et Provinciae Venetae, 1290-1296.
ARCHIVUM
FRANCISCANUM
HISTORICUM
oHH-o
PROPRIETAS
LITTERARIA
DISCUSSIONES
ASSISI MEDIOEVALE
STUDIO STORICO-TOPOGRAFIOO (a)
'774 l3
Non si pu pensare che questa sia Topera dei Goti demolitori, ne dei Duchi spoletani, ehe non avevano alcun in
teresse a munire una citt la quale, forte di tali munizioni,
poteva ad ogni momento ribellarsi. La migliore ipotesi perei di ascrivere la ricostruzione di dette mura al tempo
in cui il poplo urbano di Assisi, sotto i Duchi, cominci a
godere di una certa liberta che gli permise di unirsi a comune e tutelare gl'interessi propri; il che fu verso l'ottavo
seclo e pi ancora nel nono, al tempo dei Franchi. Dando
noi uno sguardo a quest solenni costruzioni notiamo anzitutto, con Ting. Brizi(l), che le mura e gl'ingressi della
primitiva cinta medioevale non si allontanano guar dalla
posizione delle mura preesistenti ; cosicch la citt di
S. Francesco ha gli stessi limiti che la citt di S. Rufino e
la citt di Properzio. E noi vogliamo girarle attorno nella
nostra carta, cercando rievocare nomi e ricordi che agli
studiosi di storia francescana sono di capitale importanza.
Cominciamo dal punto segnato nella piante con la lettera - A -, dove aprivasi una porta urbica fin dall' poca
romana, sulla strada che nel trecento troviamo nominata
strata Sementonis, la quale, partendo dall' interno della citt,
volgeva in basso per il campo Sementonis, luogo 'in cui la
giovent Hssisiate era slita fare quegli armeggiamenti che
trovansi proibiti nelle costituzioni della Fraternita di S. Ste
fano (2). Delia porta, che si apriva presso i monasteri di S. Paolo
e di S. Apellinare, riuniti poi ed ora occupati dall'Istituto
a. Giuseppe, non rimasta sul luogo alcana traccia (tt).
E' da assegnare a questa porta una speciale importanza
sopra le altre, in quantoch per essa dalla citt presto si
raggiungeva la via francesca, ria francegena, che girava e gira intorno al colle, e quindi si veniva alla grande
strada Perugia-Foligno. Di questa porta certamente si parla
nell'istrumento del 22 maggio 1302, ricordato da P. Sabatier(4); per il quale istrumento il Vescovo di As.sisi Fr. Teobaldo vendeva al monastero di S. Apollinare alcuni terreni
situati presso la porta Sementonis, o di Sementone. presso, l'istesso Sabatier nota che il detto Vescovo, il (> ot
tobre 1316, dava il suo permesso per la vendita e il cambio
(1) Op. cit. 26.
(2) Cristofani, 1. . lib. Ill . 42, p. 200.
(8) Nella Vue d'Assise illustrata da P. Sabatier, la porta medioevale
apparisce pero ancora in piedi presso il monastero di S. Apollinare.
(4) Fr. Franc. Bartholi, Tractatus de Imlulgentia S. Marine de I'ortiunnda, Paris 1900, p. lxxv.
di certi terreni, appartenenti al Vescovado, che erano necessari per l'ingrandimento dlia cittA. Non dunque da
confondersi la sunnominata porta con quella dell'estrema
cerchia detta pure di Sementone perch posta sull' istessa
strata Sementonis e presso istesso campo Sementonis.
Male perci si apponeva, a nostro avviso, il Sabatier quando
scriveva (1): E' facile precisare itinerario seguito da
S. Francesco, quando, vicino a morir, venne condotto da
Assisi alla Porziuncola. Usciti dal Vescovado i discepoli si
diressero verso la Portaccia, allora porta principale di Assisi
ed ora raurata ecc. . La Portaccia, gi porta di Sementone, quella dell'ultima cerchia, e venne murata forse non
per altro motivo che per rendere obbligatoria la nuova
strada da Assisi a S. M. degli Angeli, costruita sull'antico
sentiero, sotto il pontiflcato di Clmente VIII (1592-160)),
come dice incisione del Fontana, nell' opera di Pompeo
Bini (2). Ne al nostro giudizio si accorda meglio quello che
rif'erisce Tommaso Loccatelli (3) : "Porta Sceva. E' questa
l'antica denominazione di quella porta, appellata poi Porta
Sementonis, come Contrata Sementonis fu chiamata l'annessa
via. Non si saprebbe dire perch venisse detta in tempi
remoti Sceva, cio iniqua, infausta, di sinistro augurio; se
pure non lo fosse stata cos perche volta ad occidente, in
memoria della celebre Porta Scea, troiana. Pero fin dal 131(5
indicata col nome di Sementonis, poi pi tardi di Sementh,
e in seguito chiusa . A parte la bizzarra interpretazione e
l'aiiacronismo, di attribuire un nome di origine latino ad
una porta del 1316, non possiamo noi neppure stabilire se
questa denominazione di Sceva possa attribuirsi alia porta
romana del luogo in parola, giacch per questo il Loc
catelli si riferisce al Frondini, e questi, contro il suo slito,
non ne d alcuna spiegazione, nel suo libro manoscritto di
Descrizioni del territorio di Assisi (4). Il Fontana nella ci
ta ta incisione segna una porta col titolo di S. Paolo. Questo
(1) Speculum Perfections, Paris 1898, p. 243 e 244, note.
(2) La verit scoperta nei tre Santuari di Assisi, Firenze 1721.
(3) Vita breve di S. Chiara di Assisi, Assisi 1882, p. 14.
(4) Arch, di S. Rufino, vol. Ill, foglio 111. Se lecita pure a noi
una qualche congettura : posto che in questa contrada sia esistita una
porta romana chiamata Sceva, vorremmo noi applicare questo nome a
quella chiamata poi di S. Maria Maggiore ; pare infatti conve
nirle almeno per la disagiata sua posizione e la sdrucciola strada per
cui vi si accede.
nome ben potrebbe convenire alia nostra porta, per la vicinanza alia Badia di S. Paolo, edificata nel 1071, come
pure per l'istessa ragione le sarebbe convenuto quello di
S. Apellinare ; ma l'incisione mette anche porta S. Pietro'e
porta Moiano a lato e a livello di porta S. Paolo, cosicch
non possiamo stare alia sua fede neppure quando reca nomi
a noi ignoti, come quello di porta di Pistello in luogo della
porta ora di S. Francesco, e porta di Boccaccio per qnella
di S. Giacomo.
Andando oltre alia porta segnata - - si trova un
arco di costruzione medioevale per il quale, dal lato occi
dentale della citt, si scende nella pianura, con una strada
quasi parallela a quella di Sementone. Nulla sappiamo del
suo nome ail' poca romana, ma al tempo di S. Francesco
doveva chiamarsi gi porta di S. M. Maggiore, dalla vcina
chiesa che, edificata verso il 1120, fu prima Cattedrale e,
distrutta da un incendio, fu riedificata tempore Episcopi
Guidi et Fratris Francisci (1) . Alla porta di S. M. Mag
giore era intitolato uno dei sestieri in che si divise la citt
nel trecento (2).
Passando ail' altro punto - - si vede anche oggi un
grande arco di bella sgoma, detto arco di Pietro-Paolo o del
ceppo delta catena, dal nome che, fino a pochi anni or sono,
aveva annessa via. Venue detta anche portella di Brunamonfi e portella di Messer Antonio, nella descrizione
della divisione di Assisi in terzieri, fatta nel 1542(3); ma
nessuno di questi nomi crediamo possa andar fino al 1200.
Fin da ora anzi notiamo che il nome di portella sta sempre ad indicare una porta urbica, dinasta un semplice
arco nel!' interno della citt, per un successivo ingrandi(1) Cristofani, 1. lib. Il n. 4, p. 41.
(2) L. lib. Ill . 19, p. 154.
(3) L. . lib. VI . 7, p. 360. Nel Testamentum Nannie Bonioaunis (conf. AFH V, 681) fra 1' altro ei ha: Item reliquia Cecci Urbani
unam domtim positam in porta Palixii iuxta plateara communis. L'allusione potrebbe convenire alia porta di cui parliamo, la pi vicina alia
vera platea communis, ed allora avremmo di quella un nome veramente
antico. Ma questa porta Palixii troppo consuona con quella Perlaxii,
vicina alia piazza di Mercatale, propriet del Comune. Fra la porta
di S. M. Maggiore e quella - - di Pietro-Paolo, precisamente presso
la casa detta di S. Chiara, segnata nella pianta col . 16, vedesi l'attacco
di un grande arco, che nella Vue d'Assise del Sabatier si nota ben di:
stinto. Con molta probabilit sar stata per questa un' apertura fatta
alie mura posteriormente, e non una vera porta urbica.
IO
i Confines Perlasi, sice Platee Nove:... Et vadit (posse'ssio Comunis) ad oppositos muros veteres Comunis, et vadit
ad turronem positn/n in conspeetu ecclesie S. Rophini (il
mausoleo), rersus in pede diete platee, et a dicto turrone
trahit recte ad porticellam superiorem iuxta plateam predictam, ad angulum orti heredum Iacobi Herculani . N on
si fa parola di detta portella nella gi citata circoscrizione
dei terzieri del 1542(1); l'orse gi non esisteva pi.
Procedendo al luogo - F- ci troviamo rimpetto una porta
medioevale e, a pochi metri da questa, verso l'interno della
citt, vedesi un arco di greve costruzione, detto volgarmente
YArchicciolo, che deve dirsi certamente di epoca umbroromana. Sopra questo arco una iscrizione che dice: noe
OPUS FACTUKA EST ANNO DOM1NICE INCAKNATIONIS MCLXXXXIX
STUDIO CONTADINI BARTOLI ET LOMBARDI KRUNELLI TANCREDO
consule (2). Interpetrando questa iscrizione, il Cristofani (3)
dice che il popolo di Assisi, abbattuta la rocca nel 1198, segno
di feudalit, sent prestissimo il bisogno di cingere la terra
di salde mura. E dietro questo il Sabatier (4) non ha diffi
colt di parlare di una cinta innalzata sul principio del
secolo XIII duratile la giovinezza di S. Francesco. E' chiaro
che l'illustre scrittore voglia parlare dell'ingrandimento
parziale della cinta, nella parte superiore della citt. Noi
per verremo a dimostrare che tale ampliamento poste
riore all'et di *S. Francesco e di S. Chiara. L'iscrizione
pertanto deve riferirsi ad un parziale rifacimento dell' arco
medesimo e forse alla edificazione insieme della porta che
gli dinanzi, per cui la cinta rimane un poco spostata in
fuori da quella romana. Di questa porta, che dava accesso
alla via di Nocera(o) e di Gualdo e sulla quale viene ricor
dato fin dal 1111 l'Ospedale di S. Rufino in Perlasii fovea (6),
i documenti non ci hanno rivelato alcun nome. Possiamo
per con molta probabilit argomentare che si chiamasse
porta Perlasii, poich il nome di Perlasio apparteneva,
come abbiamo gi detto di Sementone, alla contrada, dalla
quale poi lo prese pure la porta della terza cerchia, che
sostitu la prima.
(1) Cristofani, lib. VI, n. 7, p. 360.
(2) L' originale di questa, che ora nel Museo Comunale di Assisi,
stato sostituito nel luogo da un calco a cemento.
(3) L. c. lib. II, n. 9, p. 55.
(4) Vue d'Asside.
(5) Troviamo ricordata la Via nucerna in una pergam. dell' Arch,
della Cattedrale di Assisi, fase. I, n. 75.
((>) Ibidem, fase. I. n. 30.
11
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1 1
15
16.
cisci Gasparis Sanfiordi; et trahit rede ad angulum domus ex op-posit died Francisco Et similiter usque ad an
gulum do mus hereda m Petri Masii, et ex opposite usque
ad cantone m Berthesche, in capite dicte platee; et a dicto
ngulo usque ad angulus platee inferions dicte ecclesie,
et a dicto ngulo usque ad dictum porticeUam prout trahit
murus: non tarnen preiudicando iuribus specialium personarum (1).
.Studiando un poco su questo, troviamo che la porticeUa
portella di cui si parla a principio quella segnata nella
nostra carta con la - S - e che, nella pi volte citata descrizione dei terzieri del 1>42 (2), chiamasi portella di
S. Francesco. Cominciandosi da qui a descrivere la piazza,
non tenendo conto dei portici, che allora non esistevano, si
passa cosi dinanzi a tutte quelle case schierate di fronte la
chiesa, presso le quali non ci fermeremo, perch non conosciarao alcuno di quei Messeri nominati. Si arriva poi al
cantone dlia bertesca, in capo alla piazza, che deve essere
la fortificazione di porta S. Giacomo; di dove si ritorna per
andar direttamente all' angolo dlia chiesa. Da qui si scende,
lungo essa chiesa, alla piazza inferiore, tino all'altro angolo
formato dalla eoincidcnza dlie nuira dlia cliiesa o del con
vento con quelle urbane, e quindi, prout trahit murus, si
ritorna alla portella, donde si partiti (3).
Taie porticella - - deve essere stata da principio una
vera porta urbica, e le mura, da questa alla prossima porta
dei figli di Crisco - T - g ricordata, potevano condursi
secondo la linea spezzata tracciata sulla carta, mettendo
fuori cosi tutta la parte del moderno Albergo Subasio.
Proseguendo da questa porta - T-, ora detta di S. Fran
cesco, per la strada che conduce al ponte S. Vittorino, dopo
qualche minuto si trova sulla medesima strada un grande
arco -Z- di porta urbica, di cui non si pu dare altra
spiegazione se non che sia il segnale di un progetto di mura
pi vasto, che naturalmente sarebbe fallito (4).
(1) Ci vien detto perch trattavasi di cirooscrivere una piazza appartenente al Comune.
(2) A. Cristofani, lib. Ill . 7, p. 360.
(3) Notisi che allora non esisteva neppure quel braccio di convento
che guarda la pianura, nella lunghezza dlia basilica, edificato nel
sec. XIV ad uso di noviziato, infermeria e forestieria.
(4) In relazione a questo arco, visibile ancora, troverebbesi un altro
arco grande che doveva esistere nell' angolo di mura sotto porta S. Pietro, come trovasi segnato chiarainente nella Vue d'Assise illustrata da
P. Sabatier.
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i
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.3
17
Della porta S. Pietro - U - e della porta di Sementone, o portacela - V- perch ora chiusa, non abbiamo
nulla di interessante, dopo quello che si gi detto. Co
sicch possiamo chiudere la nostra carta topografica, per
dare uno sguardo alla segnalata antica veduta di Assisi in
S. Damiano.
18
19
20
21
lettres ayant sans doute subi les caprices du sort rserv aux
traditions humaines >, contiennent quantit d'invraisem
blances et mme des impossibilits physiologiques et psy
chologiques . M. Schmidlin met en doute leur authenti
cit et leur vracit , en les classant parmi les Robinsonnades , qui commenaient k clore la mme po
que; Fr. Pierre Fard mourut en 1691, et ses lettres furent
publies en 1708 (1). Une pia fraus, dit-il, apparat ici,
mise au service des Missions et de l'Ordre . Et il continue:
* Il est trs difficile de dcider, s'il y a un fond histori
que quelconque, car presque tout moyen de contrle nous
manque, et les lettres (de Fr. Pierre) en sont la seule
source. Les donnes historiques et gographiques en sont
cependant si gnrales et vagues, qu'elles ne trahissent pas
le faux, quoiqu'elles ne contiennent aucun indice prouvant
leur fidlit. Puis M. Schmidlin, se croit en devoir de rap
peler que la critique doit tre applique aussi aux sources
et matriaux de l'histoire des Missions.- Cette dernire re
marque est certainement louable et parfaitement propos.
Tel est le jugement disons le verdict du savant
professeur. Cependant, malgr l'autorit, qui s'attache au nom
de M. le Prof. Schmidlin, nous estimons ne pas pouvoir ad
mettre ses conclusions, et mme nous pensons, que celles-ci
sont inspires par une hypercri tique, qui n'a rien faire
avec la vraie science.
D'ailleurs l'attaque de M. Schmidlin n'a pas mme l'hon
neur de la nouveaut. En effet, dj en 1875 M. Goblet
d'Alviella (2), publia une diatribe inepte contre les lettres
de Fr. Pierre Fard et osa juxtaposer les lignes contradictoi
res que voici: Personne n'a jamais rvoqu en doute l'au
thenticit de cette relation ; et plus loin: un examen quel
que peu attentif de ses lettres dmontre clairement que nous
nous trouvons purement et simplement devant une ingnieuse
supercherie littraire. La rponse ne se fit pas attendre;
le savant P. Servais Dirks(3) s'en chargea et se fit un
22
* +
I. Curriculum vitae du Fr. P. Fard. Nous ne
donnerons ici que les points chronologiques et les dtails,
que nous pourrons tayer de documents authentiques.
Le Fr. P. Fard n Gand, fut reu la vture, au
couvent des Rcollets de la mme ville, le 11 septembre 1671;
g de 20 ans, il mit ses vux le 12 septembre 1672.
Nous reproduisons l'acte authentique de la prise
d'habit, sign de sa main, ainsi que toute la for
mule autographe de la profession religieuse du
Frre Pierre Fard, contresigne par le suprieur de la com
munaut de Gand, et par deux membres du discrtoire : c'est
le procs verbal en due l'orme.
23
24
Le sacrifice de sa jeunesse, pleine des plus belles espcrances, fut comme le prelude des actes de devouement et de
generosite, de courage intrepide et d'audace peu commune,
dont cette trop courte existence nous offre le spectacle.
Temoin, entre autres, la lettre de remerclments du Pere
Recteur des Jesuites, a Gand, adressee au Pere Gardien des Rec ollets, pour les services rendus par le Frere
Pierre Farde, lors de l'incendie, qui faillit aneantir le col
lege de la Compagnie en cette ville(l). En outre les Ar
chives de la Province beige contiennent la lettre autographe
du P. Procure ur general de notre Ordre et datee de
Rome le 13 fevr. 1679, par laquelle il notifie au P. Provin
cial du Conite de Flandre la profonde gratitude du P. Gene
ral des Jesuites: celui-ci avait envoye deux de ses religieux remercier oralement nos Supeiieurs pour le service
insigne rendu par ce frere lai durant le sinistre a Gaud.
Voici ce document (2):
Lettre du P. Procureur general au P. Provincial. 13 f6vr. 1679.
Admodum Iteverende Pater,
Cum Reverendissinuts Pater Generalis inclytae Religionis SocieUitis Iesu, certior foetus qualiter in incendio domus Collegii Gandavensis, qitidam noster frater laicus plurimum adiutorii praestiterit, ne
residuum praefatae domus igne penitus devastaretur, in grati animi
argumentum, duos Patres eiusdem Societatis ad gratiarum actionem
inibi referendas destinaverit, exhibendo se, et suos in nostrae Seraphicae Religionis obsequium, operae pretium duxi Paternitatem Vestram
admodum Reverendam de huiusmodi religiosae charvtatis eiusdem
R.mi Patris Generalis exhibitione praesentibus litteris commonere, quatenits in utraque religione antiqua ilia mutwi benevolentia jugiter
conservetur, et novis semper actibus propediem etiam augeatur.
Valeat Patemitas Vestra admodum Reverenda, et Deum Optimum
Maximum pro me in orationibvs et sacrificiis exorare meminerit.
Datum Romae apud S. Franciscum trans Tyberim, idibus Februarii 1679.
Paternitatis Vestrae admodum Revfle Amantissimus in Christo servus
Fr. Bernardinus a Bisignano, Proc. Glis.
Flandrie Gandavum
[Adresse]: Adm. R.<1 Patri Prae omnibus observ. Patri Provli
Reformatue Provinciae Flandriae
tot Brugge (3).
Gandavum ad PP. Reformatos.
(1) P. Dirks, Les voyageurs beiges et le Patria Belgira, p. 20. Cette
lettre se trouve aux archives de notre couvent de Saint-Trond.
(2) APB Sect. I. MS.
(3) Tot Brugge est d'une autre main,
qui bift'a Gandavum.
25
26
27
gheven zal in dim dagh den rechtveerdighen Rechter. Waer het saecke
nochtans dot hy door de ifenschelycke kranckheyt hier van wiert
wederhouden (want de oordeelen Godts eenen afgrondi zyn) versoecken
wy oodtmoedelyck, dat dese door U. L. Ghebeden en Sacriflcien moghen uytghedaen warden.
Requiescat in Pace (1).
J'ignore les raisons qui font dire a M. Emile Varenbergh (2i : Ann de retablir sa sante ebranlee, il (le Fr.
P. Farde) alia prendre les eaux a Aix-la-Chapelle, oii
il mourut . Le Patria Belgica allegue ce detail d'une fa con
dubitativf. et discrete, voire quelque peu narquoise.
En 1692 le P. Pacifique 8m it, de retour du Levant
et de passage k Aix-la-Chapelle, vit dans le cloltre de notre
couvent la tombe et hit l'epitaphe de son confrere. Voici
ce que nous lisons dans le M.S. du P. Smit, p. 131 (3):
.... Syn alsoo t'samen tot Aken ghecommen; aldaer gltearriueert
wesende, in ons convent, en de obedientie gegeven hebbende aen den
poortier van aldaer, ben ick ondertusschen toot gaen wandelen in den
pant van t'Convent, en heb aldaer in den muer van den pant ghesien
eenen blauwen steen, met een grafschrif't van onsen broeder Pieter
Far dee, de icelcke in Slave rn ye gevallen weesende, soo achroomelych ghetracteert is gheweest, zoo dat hy tot Aken, en niet in onse
provintie begraven was: de oorsaack hier van heb ick van den poortier
ondervraaght, en hebbe Godt gheloovt die dim religieus door sulcke
tconderlycke weeghen ghelydt hebbende, hem hadde icederom gebracht
in sijne provintie.
De tout ce qui precede nous pouvons deduire. le tempe
rament du Fr. Fard6, ses qualites, son energie, son activite
et son instruction plus que moyenne.
28
41
* *
II. Lettres du fr. P. Fard. Aprs la mort du
Fr. Pierre, ses lettres, au nombre de sept, furent recueillies
par un confrre de la mme Province et publies pour la
premire fois Bruges ds 1708. Le Fr. Fard tant mort en
1691, nous trouvons que l'espace entre cette date et 1708 est
un peu court pour y mettre une gnration, comme le fait
M. Schmidlin (1). La 2e dition parut Gand, chez Auguste
Graet, en 1720; la 3e, enfin, Bruges, chez la veuve Fr.
Beernaerts (1778) (2). Depuis lors, en 1878, l'ancien opuscule
fut traduit par le docte Pre Servais Dirks, crivain
judicieux, s'il en fut; et en L903 le P. Etienne Schoutens 0. F. M., donna une nouvelle dition (3), en style chti,
du texte primitif, et y ajouta une 8e lettre (4), envoye d'Agads, le 15 mars 1687, par Daniel Van Breuckel, jusqu'
ce moment, compagnon d'infortune du Frre Pierre. En ap
pendice de cette dition on trouve reproduit l'acte authen
tique de profession, et la lettre mortuaire de notre hros (5).
De ces huit lettres nos Archives Franciscaines
ne possdent plus que l'autographe du Fr. Pierre, dat
de Sal le 15 avril 1690. Il comprend 13 pages de texte. La
confrontation, que nous avons faite de l'dition du
P. Schoutens (6) avec l'autographe, nous a pleinement
convaincu, que l'diteur s'est born rajeunir quelques tour
nures de phrases surannes.
Dj ds le milieu du sicle pass, l'attention des sa
vants fut attire sur la correspondance du Fr. Fard, et
M. Goblet d'Alviella (,7), fut seul dcouvrir une super(1) L. c. 1, 249; voir plus haut p. 21, n. 1.
(2) P. Servais Dirks, Les voyageurs belges et le Patria Belgica,
p. 11, note. Idem, Voyages et aventures du Frre P. Fard, Gand, 1878,
p. 20. Une erreur typographique y a gliss la date 1776, au lieu de 1778.
Voir encore Idem, dans le Messager de St. Franois, Saint-Trond, II,
1876-77, p. 25 ss. ; Idem, dans De Bode van den H. Franciscus van As
siste, St. Truiden, II, 1876-77, p. 31 ss.; Idem, Histoire littraire et bi
bliographique (les Frres Mineurs en Belgique, Anvers [1885], p. 303-5.
(3) Heizen en lotgevallen van Broeder Pieter Fard, Minderbrocder
heruiigegeven door P. Fr. Steph. Schoutens. O. F. M., Hoogstraten,
1903; in-12", 95 pp. {Belgisrhe Reiziyers der Minderbroedersorde, vol. II).
(4) L. c. 54-60. Cette lettre est conserve en copie aux APB 0. F. M.
(5) Voir plus haut, p. 23 et p. 26-7.
(6) 6" lettre; 1. c. p. 67-87.
(7) Cf. p. 21, n. 1.
29
3()
31
DOCUMENTA
CLARAE
ASSISIENSIS
(SAEC. XIII)
Legendae tres infra iuxta plura MSS. edendae, non pretio historico excellunt, sed potius momenti cuiusdam litterarii, necnon et
liturgici sunt. Facta nova in eis nulla referentur.
Prima etenim extracta est, et quidem maximam plane partem,
ex Legenda Maiore S. Clarae, quae communiter Fr. Thomae de
C el a no, 0. M. adscribitur. Quam dependentiam, ut primo obtutu
pateat, typis obliquis expressimus, ita quidem, ut si vocabulum aliquod in utraque Legenda (Maiore et Minore) in loco respectivo legatur, id totum modo dido typis describeremus, nullo respectu habito ad vocum desinentias. Hae namque saepe discrepant, cum phrasium oonstructio in Legenda Minore mutata fuerit.
Citamus Legendae Maioris editiones ap. Surium, Hwtoriae xeu
Vitae SS., VIII, Aug. Tanrin. 1877, 269-91; H. Sedulium, 0. F. M.,
Historia Seraphica, Antverpiae 1013, 526-55: ap. A A SS Aug. II, 754-67;
inde ap. Ben. Bonelli, O. F. M., S. Bona/:. Opentm Omit. Sttppl. Ill,
Tridenti 1774, 986-1049 ; demum ap. Fr. Pennaccbi, Legenda S. Clarae Virg.
Assisii 1910, 1-95; de qua edit. cf. AFH III, 754-5; V, 622 sqq., 644 sqq.
Ad solam ultimam istam editionem respeximus, interdum quoqtie variantes allegantes sub siglo Pen. Caeterum cf. Bibl. Hagiot/r. Lat.
(BHL) n. 1815-1817; eiusque Supple m. ied. II) Bruxell. 1911, n. 1815-1817 m.
In Prima ilia Legenda Minore, uti in exordio recte dicitur, vitae
S. Clarae primordia, processus et exitus expauduntur. Unde illam
tria in capita distinximus, licet non penitus dicto loco exordii correspondeant. Post. S. Clarae obi turn sat diffuse enarratum, paucis
de eius canonizatione a^itur, demumque oratione ad S. Claram Le
genda absolvitur.
Legenda Minor II eodem nexu intimo cum Leg. Maiore cohaeret,
ac plures etiam loci vocesque (in cap. IIIj cum Leg. Min. I connectuntur; semel forsan ad Bullam Canonizationis (1) aUuditur, nisi admittas
(1) Cf. AFH V, 64-lsqq.; *XRS. Edita est v. gr. ap. BF II, 81-1 ; Pennacchi ,
1. o. 108-18 (infra citatur Pen.), etc.
33
ibi agi tantummodo de formula sat communi et vulgata. Cfr. infra
p. 48, cap. Ill, 1. 76. Hac in Legenda parum fusius S. Clarae transitus describitur, eius tumulatio, canonizatio, tandemque translatio.
Haec autem tantummodo insinuatur; iuxta varias formas huius finalis,
vel exsequenda indicitur bulla Alexandri IV notissima, 9 sept. 12B0,
(quam ideo, licet brevem (1), in textu edendo oinisimus). vel paucis
verbis facta esse innuitur.
Iuxta cl.mos Bollandistas (2) hunc finem Apjiendicem nominavimtis. sed 1) tres, non duos solum, distinximus, 2) iuxta MSS., Appendicem quam docti illi a vocavere, nos C nominamus ; 3) eorum
Appendiceal ii in A et B distinguentes.
Tjegenda Minor III, hucusque inedita partim e Leg. Maiore,
partim, sed maxime, e Bulla Canonization is conflata est. Eodem
autem iure ac priores Legenda vocanda est. Nonnisi exordio decepti
el.mi Bollandistae earn Laudalionem vocavere sub n. 1817 m.; Supplem. BHL. Novem in lectionibus distribuitur Legenda ista,
quae S. Clarae vitam mancam praebet, de eius conversione ad Deum,
virtutibusque quibusdam agens. Novi nihil continet. Codex a
librario non peritissimo exaratus est, cuius naevos quosdam facile
corrigere licuit.
Legendae istae tres Minores S. Clarae iam decurrente saeculo XIII
compositae sive compilatae fuisse apparent ex ipsis MSS., neque quidquam rationis interna contra banc temporis definitionem obiici poterit.
Immo opinamur easdem mox post canonizatam S. Claram compilatas
esse, ut divino officio celebrando inservirent.
Legenda Minor III editur e solo codice A 9 Archivi Capituli <S'. Petri
in Vaticano cuius apographon codex A 8, ibidem videtur esse. MS.
A 9 anno 1339 a B. de Novaria scriptum fuit pro dicto Capitulo. Est
cod. membran., 33x^4 ctm., continens Leqendas et Passionex Sanctorum
complurium, quas enumerat Alb. Poncelet, S. I., Catal. codd. hagiogr.
Latinorum Bibliothecarum Romanarum praeterquam Vaticanae, Bruxell.
1909, 29-38. Legenda nostra habetur f. 137vb-139vb; in A 8. f. 20v-263v.
Codices collati Legendam Min. I. exhibentes.
1. liibliotliecae Laurentianae Florentiae, codex sig. S. Cruris Plut.
XXXI, sin. III. Est codex membraneus, in-4, saec. XIV, foil. 75,
binis columnis conscriptus. Continentur: 1) fol. lra-52va. S. Bonaventurae Legenda Maior 8. Francisci, cum Prologo et Miraculis. Incip.
Prol. Apparuit gratia Dei. Cf. S. Bonav., Opera, VIII, 1898, 604-64.
2) Bulla Nicolai 111: Litteras felicis recordationis Gregorii IX: Viterbii
non. april. an. XI. Datum Suriani VIII kal. sept. an. II. Cf. Bvttar.
Franc. (BF) III, 417; Eubel, Epitome, n. 1477; idem, AFH II, 108.
8) f. 67ra-71rb Legenda Minor I S. Clarae integra, infra edenda: Incipit cita S. Clare. Venerabilis Christi sponse; expl. secida. Amen.
4) f. 7lva-74va plures bullae RR. Pontificum, iam editae habentur; vi
delicet: 1) Alexander IV: Grande ac singulare miraculum. Anagnie VI
(1) Cf. AFH I, 420 n. 12; BF II, 407.
(2) BHL Suppl. n. 1817 d et e.
Arehivum Franciscanurn Hintoricitm. An. VII.
34
id. M. an. I. (sic recte). Cf. BF II, 169; Eubel, n. 792a; AFH I, 08.
(Est pro sti^matibus S. Francisci).
2) Idem ; Benigna divine ojm-ra
tio; ibid. IV non. nor. an. I. BF II, 86; Eubel, 822, AFH I, 60! (de
eisdem). In margine: Florentie mm bulla; etiam Senis. S. Gregoritut
IX: Non minus doleiiter ; Viterbii II cal. april. an. XI. BF I, 213; Eu
bel, 216 (de eisdem). 4) Idem, ep. Cloniecenxi (legas : olomucetixi) :
Usque ad terminos; ibid. ; eodem die. BF I, 211 ; Eubel, 215 AFH 1, 603. (de
eisdem). 5) Alexander IV: Grande ac singulare miraculum. Anagnie
nonix sept an. I". Cf. BF II, 169; supra ad 1. 6) Idem. Quia longum
esset ; Viterbii non. iul. an. IV. Cf. BF II, 358ss; Eubel. 1043 (de eisdem).
7) Gregorius IX: Sicut phiale auree ; Laterani XI kal. mart. an. II.
BF I, 49; Eubel, 47. (de celebrando festo S. Francisci). 8) Idem:
Mirificans misericordias ; Laterani VIII kal. mat. an. IV. BF I, 64;
Eubel, 71; AFH I, 602 (de translatione S. Francisci). - Fol. 74v vacat,
itemque f. 75. MS. describitur breviter ap. Bandini, Catalogus
Codd. lat. Bibliotheeae Mediceae Laurentianae, IV, Florentiae 1777, 265.
MS. a nobis signatur A.
2. Ibidem, S. Cruris Pint. XX dext. V. Codex membraneus in-8',
saeculo XIII, foil. 483, binis colunmis scriptus. Continentur : 1) Vitae
SS. Patrum, quas enuinerat Bandini us, 1. c. IV, 569-70. 2) S. GreKorii Magni Dialogorum litrri 4. 3) S. Bonaventurae, Leg. Maior
S. Francisci cum Prologo et Miraculis. 4) Bullae, uti in cod. A.
5) absque titulo: Legenda Minor I S.Clarae, integra. Incip. Venerabilis
fol. CCCCLXXXVvb-IXra (antiquae numerationis). 6) Tabula Legendae Maioris S. Francisci. MS. signatur B.
3. Ibidem ; bibliotheeae Mugellanoe de Nemore, cod. XV (olim Conventus 0. F. M. in Nemore). Est magnum Lectionariuin chorale proprii sanctorum, in-fol., saec. XIV, binis columnis, charactere grandiore
exaratum. Tenor accurate recensetur a Bandinio, Bibliotheca Leojioldina Laurentiana, I, Florentiae 1791, col. 591-608. F. 115va-120rb: In
festo S. Clare Virginis. Venerabilis C/ir/sti. Legenda integra. Cf. 1. c. 599,
n. LXXXIX. MS. signatur C.
4. Ibidem, cod. Gatldianus 2l!i. Cod. membraneus, in-8" saec. XV
ineuntis, foil. 443. Est Breviarium Ordinis FF. Minorum. Sub die 12 angusti babetur Oflicium S. Clare et Lectiones novem, breviores. Incip.
Venerabilis ; expl. deduxerunt : infra, p. 41, cap. I, lin. 51. Brevissime notatur ap. Bandini, Bibl. Leap. II, 1792, 208. Signatur D.
5. Bibliotheeae lliccardianae Florentiae, 231. Lectionarium cbori
ad usiim FF. Minorum, saec. XV exeuntis. Ipsum accurate descripsit
P. Ath. Lopez ap. AFH I, 119-125. Signatur E.
6. Ibidem, cod. 284. Breviarium Ordinis FF. Minorum, scriptum an. 1470; quern idem descripsit AFH I, 436-442. Signatur O.
7. Ibidem, cod. - 4.r>9. Breviarium Ordinis FF. Minorum, saec.
XV; cf. eumdem ap. AFH II, 483. Signatur P.
8. Ibidem, cod. 460. Breviarium Ordinis FF. Minorum saec.
XV exeuntis; cf. eumdem 1. c. 483-4. Signatur Q.
9. Bibliotheca S. Francisci sive Communalis, Assisii, cod. n. 272.
Lectionarium Ordinis FF. Minorum. Cod. membraneus saec. XIV,
ff. 358. Fol. 280ra-283ra solae adsunt Oratio et Lectiones S. Clarae:
In festo S. Clare. Breviter adnotatur ap. Mazzatinti, lnventari dei
M.SS. delle Biblioteche d'Italia, IV, Forli 1894, 65. Signatur F.
10. Ibidem, n. 345. Cod. membran. saec. XIV, ff. 60, binis co
lumnis exaratus. Continentur: S. Bonaventurae. Legenda Maior (f. 1-41)
35
et Minor S. Franciaci (f. 42-57) atque Legenda Minor I S. Clarae: In
a. Clare Virginia. Venerabilia. Eat manca; expl. dominice; infra, p. 44,
cap. II, 1. 99. C. Mazzatinti, 1. c. 7!). Signatur G.
11. Ibidem, n. 211. Breviarium Ordinis FF. Minorum. Cod.
membr. saec. XIV, foil. 382. Cf. Mazzatinti 1. c. 65. In quadam appendice
376r-9v, a manu alia, sed item saec. XIV, totum officium S. Clarae habetur cum antiphonis, hymnis, etc. : S. Clare Virginia ad resperas.
Signatur H.
12. Ibidem, n. 265. Breviarium Ordinis FF. Minorum. Cod.
membr., saec. XIV, foil. 414. Cf. 1. c. 64. Signatur I. Legenda
in hoc MS. contenta, bausta est partim verbotenus e Legenda Maiori S.
Clarae, partim vero cum Leg. Min. I convenit. Fol. 299va : In S. Clare
Virginia. Ad veaperaa... Fol. HOOra: In prima nocturno.... Lectio I. Atidiena vero tunc cekbre noineii Franciaci [= Leg. Mai. n. 5] detrertari. Lect. II. Nam unica aervandam. Lect. III. Quid immorer
inhaererct [= 1. c. n. 6]. Lect. IV. Carnia poaait ; Lect. V. Libet hie,
influxerunt |= L. c. n. 21]. Lect. VI. Lu/ueacurd inaonuit. Lect.
VII. Ego vox reaerelia. [= n. 22]. Lect. VIII. Sicut autem celebrata aunt [= n. 29]. Lect. Villi. (Jtebatur nonunquam [= n. 17. 1. 19]
ad corpua [I. 21]. Tunc lectio prosequitur:- Nuda humus pidvinuria [= p. 26 1. 4-6]. Unde apparet inde ab istis locis incipientis Lectionis IX concordare cum Leg. Min. I; cf. infra p. 43, cap. II, 1. 70.
Tunc sequuntur Laudes, etc. Deinde: Infra octavam. Lectio I. Quante
vero devotionia etc., uti infra p. 37 snbnotatur.
13. Romae, Bibliothecae Vaticanae, cod. lat. 5257. Cod. membr.
saec. XIV, qui inter alia continet f. lr-6v. : Incipit Legenda beate Clare
virginis. Lectio prima. Venerabilia. Integra uti infra. Signatur V.
14. Editionem eiusdem Legendae integrum contulimus earn,
quam fdidit Bon. Mombritius, Sanctiutrium I, Mediolani, c. 1480,
f. CLXVr-VIIIr; ed. nova, Parisiis 1910, I, 292-7. Pro more suo
Mombritius. unde textum suum liauserit, non prodit. Qui textus a MSS.
sat diseordat, omissionibus, additionibus atque lectionibus variantibus,
quae partim e falsis lectionibus. partim e correction i bus. dictionem
quandoque elegantiorem aftectantibus provenire videntur. Unde contra
recentium Sanctuarii editomm sententiam (1. c. P, p. IX) Mombritium
saltern verborum expolitorem fuisse arbitramur. Nobis est Z.
15. Editionem alteram partialem, cum pertingat tantummodo a Venerabilia Chriati spouse usque perfectionia propoaito resilire;
infra cap. II, p. 42, 1. 40, ap. Bened. Bonelli, <S". Bonar. Operum
Suppl., Ill, Tridenti 1774, 1050-4, qui earn hausit e codice Griensensis Monasterii 0. S. B. ; cf. ibid. 98a. Quas [lectiones ait, sed
minus recte] esse D. Bonaventurae perquam verisimile est. Eas inscripsit: S. Bonar. Lertionea IX in festo S. Clarae. Signatur X (1).
Codices collati Legendae Minoris II.
1. Florentine Bibliothecae Rkcardianae, cod. n. 231; de quo supra,
p. 34, n. 5. Sunt lectiones novem festi Translationis 8. Clarae. Si
gnatur K.
(1) Codices Assisienses pro nobis partim contulit, partim ipse pbotograpbice depinxit B. P. Benvenutus Bughetti, O. F. M., itemque codicem
V R. P. Albanus Heysse, O. V. M. ; demum oodioem Capituli S. Petri
eadem arte nobis depingendum curavit R. P. Liva^ius Oliger, O. V. M.
Quibus ergo grates debitas hie dicimus.
2. Ibidem, n. 284; de quo p. 34, n. 6. Sunt lectiones novem eiusdem festi: cf. AFH I, 440-1. Signatur O.
3. Capistrani, in conventu FF. Minorum, cod. X. MS. bombyeinus, 290x 210 mm., ff. 252, a variis manibus eonscriptus saec. X1V-XV
exeunt. Varia continet, ut apparet ex V. de Bartholomeis, Ricerche
Abruzzesi ap. Bidlettino deWIstituto storico italiano. n. 8, Roma 1889.
p. 86-6 (Line denuo edit. ap. Miscell. Franc, V, 1890, 9-10). F. 72r-74r
adest Legenda S. Clarae coinposita ad modum Fr. Iacobi de Voragine, 0. Praed. de cuius opere cf. AFH II, 17-31; V, 210-236. Incipit :
Clara dicta est mtdti]>lici de causa.... prima merito sanctitatis... castitatis...
ingenio probitatis... paupertatix... Clara viryo, sponsa Chrixti clari.isima...
In fine narratur depulsio Saracenoruin e S. Damiano. Explicit: f'eliciter
migravit ad axtra. Non couvenit ergo cum Legenda S. Clarae quae in
fine, appendicis utique, Lcgendae aureae Fr. Iacobi de Voragine,
ed. Graesse. Lipsiae 1850, 949-50 legitur; licet etiam hie in fine depulsio
ilia Sarracenorum narretur.
In eodem eodice f. 74>-5 Alia Legenda S. Clarae continetur, quae
nostra est Leg. Mill. II. Signatur cod. L.
4. Axxixii Bibliothecae Co/nniiinalis, n. 420. Breviarium Ordinis FF. Minorum MS. membran. saec. XIV, ff. 484. Cf. Mazzatinti, IV.
90-1. Fol. 482r: In translatione sancte Clare omnia dicunttir xicut in
alio f'exto prefer lectiones. Lectio prima. Clara igitur ancilla... Expl. f. 484r:
anno sexto. Signatur Q.
5. Perusii Bibliothecae Communalis, n. 1038. Breviarium Ordinis FF. Minorum. MS. membr. saec. XIV, ff. 335. Cf. Mazzatinti, V, 233.
In tine adest OfScium S. Clarae, sine lectionibus. In corpore proprii
Sanctorum, f. 201va-202ra: Ins. Clare virginis. Oratio ; tunc lectiones IX
solae I Admirabilis femina, Clara vocabulo et virtnte... II Mater eius... Ill
Ultra mare... IV Quid plura... V Pregnans denique... VI Ne pareas... VI
Edita [cod : Adita] mox... VIII Docili... IX Et ut suum... Explicit: mixerantem. Quae lectiones nihil aliud sunt quarn tres paragraph i
merae et integrae initii Legeiulae Maiorus S. Clarae, n. 1-3. == Fol.
338ra-334rb ^aliae manus): In tranxlatione S. Clare. Admirabilix et renerabilis rirgo anno sexto, i. e. Leg. Min. II. MS. Signatur T.
(i. Editione m quoque huitis Lcgendae II contulimus earn, quam
iuxta idem MS. monasterii O. S. B. Grjesensis curavit P. Bened.
Bone Hi, S. Bonav. Operum Supplemeid., Ill, Trideuti 1774, 1050-63:
cf. 985, quas item D. Bonaventume adscripsit, eas inscribens : S. Bonav.
Lcitiones IX in translatione S. Clarae. Nobis signatur T.
Quoniam in duarum priorum Legendarum codicibus Lectiones diversissime distinguuntur, easdem in textu edendo negleximus:
quas hie breviore et commodiore conspectu lectoribus offerimus. Ipsae
etenim lectionum varietatem in Breviariis medii aevi, caeterum sat
notam, suo quoque modo illustrant.
Cod. A. L. I Venerabilis ; II Edita mox; III Audiens vero ; IV Grari
jiost ; V Iluius itaque; VI Paupertatis erang. ; VII Virgo itaque pindens; VIII Austeritatis ; IX Utebatur. = Tunc nova series: Per actaram: I Quante vero; II Familiaris ; III Bepende.bat ; IV Ilia quoque;
V Quadragiida; VI Egredicudi ; VII Circumstabant. ; VIII Desolatis ;
IX Clara itaque.
Cod. B. II Quo edocta; III Sancte orationis ; IV Audiens; V Igitur.
Hinc B quod mere a linea incipit, cum Lectionibus A congruit.
:!7
38
dinis FF. Minorum. Sub die XII Augusti Orationem S. Clarae habet et
novem Lectiones tantum, quae sunt initium Legendae Maioris: Admirabilis femina, Clara vocabulo - in populo ; soil. n. 1-4. Cf. Bandini,
BM. Leopold., II, 312.
Assisii Bibl. Commun. n. 697. MS menibr. saec. XV ; partirn Breviarium Ordinis FF. Minorum, partim alia continent. Cf. Mazzatinti, IV, 136.
Continet quoque officium S. Clarae. cum lectionibus IX, Lectio I: AdmirabUis femina, Clara vocabulo - imponere vUitatis ; scil. Leg. Maior, n. 1-4 1. 9.
Conventus FF. Minorum Brixinae, cod. in-fol. n. 1; de quo iam
AFH III, 754; V, 241, praeter Legendam Maiorem S. Chirac continet
quoque tanquam Legendam Alteram, in IX lectiones distribu tain, ini
tium eiusdem Legendae Maioris. Fol. 58r-54r: Incipit Legenda heate
Clare. Lectio I. Mirabilii (sic) femina Clara vocabulo - abundabat. Le
ctio IX explicit: sermone demonstrans ; scil. Leg. Maior, n. 1-5; p. 9 1. 7.
De cod. Perusino, cf. p. 36, n. 5.
De editionis nostrae ratione.
Quandoquidem Legendae nostrae duae Minores in plurimis Breviariis et Legendariis O. F. M. manuscriptis per orbenj servatae sint
(licet minime in omnibus), ex una quidem parte patet ad earum
editionem plurimos adhiberi potuisse MSS., quin horum rinis fieri possit.
si omnia MSS. huiusmodi perquirere velis. Ex altera vero parte, non
minus claret MSS. a nobis adhibita sufficere textui constituendo.
inspecta natura harum variantium lectionuni. Ex se enim magni non
sunt momenti, imo eo quidem minoris, cum editiones sat genuinae
suppetant Legendae Maioris S. Clarae (licet huius desit editio omnibus
prorsus numeris absoluta), necnon et Bullae Canonization is, in quibns
Legendae Minores penitus innituntur.
Considerato insuper Codicum numero eximio, non minus claret,
liac in editione agi non potuisse de familiis codicum clare discernendis. Relationes tamen quaedam strictiores inter
codd. optimae notae esse apparent, scil. A, H. 1 ubi textus convenit) et V ; necnon et horum codicum cum aliis, qui bonae sal
tern notae dicendi sunt, scil. B, C, D, F; alios minoris pretii aestimamus, vid. G, 0, Q, X. E autem er P inferioris notae censendae
sunt, cum (P praesertim) pluribus mendis scateant librarii inscitia.
Saepius quoad variantes inter se conveniunt E et. G, quibus sae])p
accedunt C et H, necnon et B. Quos optimae notae esse diximus, pro basi adhibuimus, respectu utique habito ad /.eg. Maiorem
S. Clarae (ed. Pennacchi). Z demum a reliquis sat distat et
discordat; eiusdem errores mere typotheticos non notavimus.
Codices Legendae Minoris, quos pauciores contulimus, adeo inter
se non differunt, ita ut neque alii aliis longe praeponendi. neque
alii aliis multuin posthabendi sint. In genere sat bonae notae sunt
MSS. et ope reliquorum atque Legendae Maioris corrigi facile possunt. Relationes propinquiores intercedunt inter Q et R, necnon et
T, qui codex tamen saepe cum L convenit, qui bonae notae dicendus non videtur.-
Si)
40
IB
20
25
30
35
40
(2) Ley. n. 4.
(5) Io. 1, 12.
(9) Cf. Sap. 3, 13.
41
node xequerUi cum Chrixt.o exienx extra castra (1), mundanum gmtdium
in lucium convertat (2) dominice paxxionix. Igilur (3) domo, civitate et
consanguineix derelictix, ad Sanctam Mariam de Angelix fextinavit, tibi
Fratres, qui in aula Dei xacrax obxervabani excubiax, prudentem virginem obviam Sponso cum lampade non vacua (4~) procedentem, gestantes
et ipsi lucernas ardentes in manibns exceperunt: eamque post crinium
attonsionem coram altar/ Virginia ruatris Dei habitu religionis indutam
ad vicinum quoddam Sanctimonialium Monasterium deduxerimt. Nec
decuit alibi florigere virginitatix Ordinem ad vexperam temporum excitari,
quum in eiux thalamo, que prima omnium atque dignixxima xola exxtitit mater et virgo, ut quaxi aide ipsius sacratissimum thorum humilix
ancflla sublimi sponso noniuncta, decantanda iugiter dulcia cantica dramatis angelica primitus nuntiatione perciperet et harmonica postmodum iubilatione cantaret.
Gravi post hoc consanguineorum persecutione Deo sacrate virgini
ab hoste hnmani generis suscitata, sed celestis dextere superata virtute (5), ad (6) ecclexiam S. Damiani, de cuius reparatione vir Dei Francixrus, voce de ipsa criice mirabiliter ad se facta, mandatum acceperat,
una cum sorore virgine, nomine Agnete, per ipsius preces et lacrimas
ad aimilia vota conversa. de eiusdem patris conxilio commigravit. In
hitiux locelli ergaxtuto pro celestis amore xponxi virgo xe Clara concluxit.
In hoc a iiiiiiiili fempestate xe celanx, corpus quoad viveret, carcerarit. In
/miits carerna macerie (7) velut gemebunda simplexque columba nidificanx(S), virginum Chrixti collegium gemtit, monaxteritim sacrum instituit,
Paiiperirmque Dominanim Ordinem inchoavit. Opinioneii)) siquidem xanctitalis eius circumquaque diffusa, in odorem spiritualium uitgiieidorum (10)
ceperuut adolescentule currere, omnique suavitati mundialium gaudiorum sponsi celestis preferre connubium, pro ipsius amore precipuo sub
clausura perpetna vitam satagentes religiosam et celibem actitare.
[Cap. II. De S. Clarae virtutibus].
Huius itaqtie religionis Christo Domino dedicate, lapidem (11) se
advertens esse primariiim, in fundamento xancte humilitatix virtutum
44. mundamimj mundanis D. convertat] oonvertit G. civitate] civitatis C. 40. consanguineisj consanguinitate O. Mariam] vulgo nuncupatam
add. Z. 48. procedentem] procedente E. 50. Dei om. X. habitu] habitum Z. 51. Nec] enim atltl. ACEOZ. 52. florigere] florigeium ABDPX.
virginitatis] virgiuis BG. ordinem] odorem E. temporum] temporis C.
55. sponso] thoro GX. decantanda] deeantando E; decantandaque Z.
56. nuntiatione] unctione X; nunciatorie V. harmonica] acroamatica X.
58. hoc] hec Z. 59. dextere] gratie B. 60. de cuius] pro c. FZ. vir Dei]
videtur G. 62. nomine] om. Z. 63. de - consilio] om. X. commigravit]
transmigravit B; migravit G. 65. hoc a] hac Z. viveret] vixit X. carceravit] maceravit G. 66. caverna] caverne O 67. Christo] Christi ABX.
monast. sacr. inst.] om. B. 6S. Pauperumque] Virginumque EG.
68-6?). sanctitatis] bonitatis B. 69. odorem] odore BC. 70. ceperuut] cepere CEZ. suavitati] suavitate G. precipuo] precipue L.
1. huius] cuius G. dedicate] dedicante EG. 2. esse] om. EG.
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Virgo itaque(l) prudens, luculenter advertens pro gloriose paupertatis inopia celestis exuberantie gloriam esse reddendam, eleemosynarum
fragmina panumqtie minutias, quasi eleemosynarii comportabant, vdUle
suxcipiebat hilariter, et quasi me.sfa de panibus integris, e.i tdtabat potius
in fragmentis. Cum (2) autem unicus semel in monaxterio f'oret partis,
et hora iam instaret edendi, dispenxatrice reourrente ad matrem, iussit
ilia dimidium panis eiusdem loci fratribus erogari, dimidium vero reservatum sororibus in quinquaginta dividi, iuxta earum nvmerum incisuras. Hac igitur iussione insolita famule Christi fidelis ab humili tilia
etsi cum admiratione suseepta, nou sine devotione tamen ettoetui mancipata, crevit divino munere infer frangentis mantis parra ilia materia
et cuilibet de concentu sun exlitit portio copiosa. Modo(8) quoque consimili cum oleum defecisset in lechito, allatum vasculum virgo peclara
propriis man/bus abluit, confestimque xeorsum locatum, superinfuso divinitus oleo usque ad suminum repleri sacris suis precibus impetravit.
Austeritatis sacre rigorem, pro quo Christi sponsa pref'ulgida nigram
se, non immerito asserere potuit, sed formosam (4), partim imitabilem
partim admirabilem, qui humiliter voluerit audire, veraciter comprobai-e
valebit. Simpla(5) namque tunicula et vili palliolo de rudi paiino tegebat
]totius qnam forebaf corpusculum ; plumarum, pellium, et etiam calceorum
penitas mum ignorabat, et teneram carnem omni tempore continuatix
ieiuniix atterebat. Maiorem (6) quadragexhnam , et earn que dicitur Sancti
Martini, continue pane et aqua iehtnans, solis diebus dominicis, vini modi
cum deguxtabat. Tribus vero diebus in hebdomada, feria xecunda videlicet,
qnarta et xexta, nichil xumebat in cibum; ut sic alternatim, dies penuriose
refections et dies arerbe inortificationix inricem xibi xttccederent, et rigilia perfecte inedie quaxi in festu m solveretur panix et aque. Prohibuit
tandem beatux Fraitciscux excedentem ilium austeritatis fervorem, precipienx, ut nullum transiret diem, quin saltern unciam et dimidiam panis
pro necessaria sumeret nature sustentatione. Ufebaturil) nonnunqitam
duro cilicio, de pilix equorum nodose conxerto, quod hint: inde rudibux
cltordulis xtringebat ail corpus. Nuda humus et interdttm tiite.arum xarntenta erant ei pro leetulo, lignumque durum prestabat sub rapite ofpcium
pulvinarix, donee debilitato et fracto iam corpore, per beati Francixci
mandatum xacco pleno ])aleis uti cepit. Servabat (8) autem
omni sua
41. luculenter] luculenterque Z. gloriose] gloriatione in ABFGOV.
43. fragmina] fragmentis 0. 45. autem] om. BFGHV. 40. iam] om. A.
47. panis eiusdem loci] om. Z; loci] om. BCFGHOV. erogari] dari Z; erogare
O; tunc Z arid, et, sed om. vero. Posted residuum add. BFHV: reservari E:
reservandum G. 49. famule] famula G. 50. effectui] affectui V.
52. Modo - oleum] Et cum oleum pariter def. Z. 54. superinfusoj superfuso B. 57. imitabilem] imutabilem O; mutabilem Z. 59. Siinpla] simplioi Z. palliolo] paniolo G. (50. plumarum] et etiam add. (infra om.) B;
tunr om. pellium. calceorum] (pie add. Z. 1)2. atterebat] attenuabat Z.
63. continue] om. A. 64. videlicet] om. Z. 65. ut sic] sieut C.
67. solveretur] resolveretur V. aque] aqua Z. 69. et dimidiam| cum
dimidia Z. 71. duro] om. BF. de pilis eq.] equinis pilis Z. consertoj
contexto C. 72. stringebat ad corpus] corpori astringebat Z. 78. ei]
om. ABCFGHIV. durum] om. G. sub capite] om. OI. 74. fracto]
confracto HZ: consummate B. 74-75. per b. Francisci mandatum] om. A;
iuxta b. Ft. m. H; b. Fr. mandate Z. 75. pleno] do mid. F: palearnra Z. autem] om. EI. sua] om. ACEGI.
t\> n. 14.
(6) n. 18.
(2) n. 15.
(7) n. 17.
(8) n. 16.
(8) n. 18.
(4) Cant. 1, 4.
(5) n. 17.
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(2) n. 80.
($) n. 81.
Rependebat (V> proinde amanti victim crudfixus amatus, et. que circa
cruris mysterium tanto flagrabat amove, cruris potent/a in signis et miraculis refulgebat. Nam una fie Sororibus, nomine Benvenuta plagam
fixtule xaniem emiitentem per quinque foramina, sub brachio duodecim
fere annus perpe.ixa, post cruris designationem, a virgine Clara virtuose
simul et reverenter impressam, perfectam recepit annosi ulceris xanitatem. Magna {2) erat in monaxterio sororum midtitudo languentium (3)
diversis doloribus afflictarum, cum ecce, locum in quo iacebant, visitandi
gratia pia mater ingrediens, ac non immemor quinque plagarum Christi,
xignum cruris quinquiex faciens, quinque ipsarum gravius egrotantes
protinus eripuit a languore.
lUa (4) quoque tempestate, quam sub imperatore Frederico romana
sustinebat ecclesia, in AxxLtium, peculiarem Domini ciritatem, furor semel
hostium irruit. Et cum iani ipsis portis exercitus propinquaret, Sarraceni, christiani nominis hostes, apud Sanctum Damianum intra loci terminos immo intra claustrum virginum influxerunt. Liquefactis igitur ac
potius arefactis pre timore Sororibus, eterni regis ancilla, tanquam miilier vere fortis atque fidelis, impavido corde se, licet infirmam, ad ostium
dud iussit et ante hostcs poni, precedente earn capsa argentea intra ebur
incliisa, in qua dominicum corpus honorifice xerrabafur. Matre^o) itaque
sancta pro filiarum virginum custodiendo pudore apud totius virginitatis florem. prolenique virgineam gemitibus inenarrabilibus insistente.
vox quasi pueruli suaris et vivax de ipua capsa auribux eius, adsistentiumque Sororum insonuit, dicens: Ego vox semper custodian; sed et
rivilatem istam, quamquam debetd sustinere gravamina, meo munere, vestraque interventione defendam. Statimque ad tarn mire vocis virtuosum
alloquium preclare Virginia facies immutata, ingentis luminis claritate
refulgens. non parva formidantibus filiabus prestitit fortitudinem, nec
modicum furentibus hostibus incussit horrorem. Nam illico canum ittorum repressa deterretur audacia, et per murox quos ascenderant, celeriter
excuntes, orantis sunt rirtute depulsi. Nec (6) multo post tempore,
obsidione civitatis Assisii dextere Dei poteutia dissipata ac tofo dissoluto
exercitu, superbus dux belli, qui temerario ausu iuraverat inde xe nullaterms discessurum, nisi capta civitate vel dedita, necessitate compulsus
abscessit, ac etiam paulo post, iusto Dei faciente iudicio, yladio interemptnx occubuit.
112. Rependebat] deprcmlehat BO: Deprebendit Pelt., mid. 'J eodd.i ltependit. amanti] amati B: animati Z. 118. mysterium - crucis] om. V.
flagrabat1 fragrabat EBO. in signis] nisi ignis O. 114. Benvenuta] Benennta Z. 115. saniem] sanguinem EO. 116-117. virtuose simul et rev.]
virtute et reverentia Z. 117. ulceris] vulneris B; ulterius ceris O. 120. ac
non immemor| in memoriam ABCV. 121. crucis] om. I. gravius] graviter Z. 122. languore] languorilms 0. 124. semel] simul, O: tunc B
om. bostiiim. 125. propinquaret] appropinquaret 0. 120. intra] inter Z.
127. immo intra] enormiter Z one); in enormiter E. ac] vel BB.
129. se licet] sed licet EOB. 130. capsa] capsella Z. 132. pro] om. A.
132. virgineam] virginitatis O: om. B. 136-137. meo] tamen arid. BEV; tunc
B vestraque interveniente matre defendam. 138. Statimque] que om. EFOY.
13S. alloquium] colloquium B. 189. refulgens] om. B. nec] non ABZ.
140. Nam] et culd. B. 141. repressa] om. EO; tunc B terretur. 145. de
dita] redrlita Z. 146-147. interemptus] interfectus ABZ. 147. occubuit] est E.
ri) n. 32.
(5,i n. 22.
(4) n. 21.
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Christo connupserant, sic etiam simul ex bac vita migrantes, celesteni
patriam introirent. lpsa(l) vero hilari facie ac suavi Sorores demulcens alloquio: Nolite, inquit, flere, nolite turbari, quia magnum vobis
lonxolaf/onem factum* ext Dominus ; et tu mibi carixxima xoror Agnes,
ne feras, quod nunc discedo moleste, quia sic placet Altissimo, et tu,
iuxta quod mente desideras. post modicum me sequeris. Igitur {2)
anno Domini MCCLIII in crastino beati Laurentii anima ilia xanctisxima
prvmio laureanda perenni de carnis eigastulo egreditur, teniplof/ue cor
poris iam xolido, xpiritux felieiter migrarit ad antra. Paucix\8) interitrtis diebux, Agnex ad Agni nujtfiax evocata, xovorem Claratn, iuxta
quod sibi ab eadem, dura adbuc viveret prophetica fuerat revelatione
predictum, ad eternax deliciax xubxecuta transivit, ubi ambe Syon filie,
ludura gratia et regno germane, Deo iubilani sine fine.
Desolatis ex hoc remanentibus tiliabus pro tante matris abscessu,
exspectantibusque consolatiouem dominicam iuxta promissum ipsius, auperne fulgor miserationis infulsit. Cepit (4> enim illico preclarissima
virgo Clara miraoulorum coruacare prodigiis, dum ad ipsius invocationem devotam demones ex obsessis eiciebantur corporibus et egritudines
varie curabantur. Sed et claudis gressus, cecis visua, maniacis et vesanis discretio reddebatur ac sensus. Nonnulli ^5) etiam parvuli de
Assisii comitatu, prefate Virginia nomine fiducialiter a matribus invocato,
de ipsis luporum faucibus aunt et dentibus eruti, invalescente peste ilia
tunc temporis in finibns regionis illius ad pruvaricantium hominum
punienda rlagitia, sed tarn pie matris iam cum Christo regnantis interveniente auft'rugio. inirabiliter eft'ugata.
riorum igitur (6) et his siinilium operum mirandorum fama crebrescente veridira, et ad summum pcrlata pontificem, dotninum xcilicet
Alexandrian, totiux religiositatis amicum, qui Virginia sanctitatem precipuam in vita ipsius, experientia certa cognoverat, post inquisitionem
legitimam et examinationem diligentem virtutum, quas in sponaa sua
pius ac iustus Dominus de excelso monstraverat, ipsam de omnium fra35. Christo - simul] om. C. connupserant J coniunxerant EO; coniunxerat I ;
siiuulque eonvixerant add. V. 86. introirent] introiret P. 87. turbari] tristari
EIO. vobis] om. I. 39. quod nunc] om. Z. JO. post-sequeris] om. B.
42. de] e Z. teuiploi[ue] que om. I. 48. apiritus] ipsa Z. 44. evocata]
revocata B. 15. sibi] ei Z. 48. Desolatis] desolati F: litnr igitur EI; om.
ex hoc. tantae) tantis V. 49. exspectantibusque] que om. Z. domini
cam] a Deo Z. 50. fulgor] fulgur 1. infulsit] influxit V. 53. sed et]
sed om. Z. maniacis] maniatis B; demoniacis Z. 54. ac] et C. 55. pre
fate] om. EZ. 56. ipsis] om. Z. ilia] om. Z. 58. sed] data Z.
59. mirabiliter] est ailrf. B. efl'ugata] cfiugatur '/.. Tutu- Z cultl. : Etsi dif
ficile omnia que eius mentis Dominus mundo fecit inirabilia recensere, unum
tainen de plnrihus adiiciendum putavi. lacobus enim, cui cognomentum erat
filiut Spoletine, annos decern [duodecim Pen.} eecilate laborabat, ducem ilinerix
seiptebatur, nee tine duclore, quippe qui precipitin timens. audebat ambulate.
Hie rum iuxta pontem Xaririe i/uadam itoete ttormiret, apparuit ei matrona in
ttomnix direns: Iacobe, quare tu ad me non cent's Assixiitm et liberalieris. 61. sci
licet] om. Z. 62 religiositatis] religionis Z, ubi sequitur: amicum et fautorem,
qui in virgine. 63. in vita ipsius] dum vixisset Z. 64. sua] ipsi adtl. V.
65. omnium] om. I.
(1) n. 43 (cf. p. lil nota: codex Londinensis hune locum ex bac Iseg. Min.
sumpsit.
(2) n. 46.
(3) n. 48 (p. 71, 1. lOsqq.).
(4) n. 49.
(5) n. 60-1.
(6) Leg. n. 62.
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4S
trum (1) suorum ac prelatorum tunc in curia romana presentium concordi consilio et assenxu, duxit sanctorum catalogo sollemniter adscribendam.
Clara (2) itaque dum viveret meritis, et iam in dbyssum absorpta
70 perpetue claritatis, sed et preclarioribus a die transitus sui usque iu
presens miracidorum prodigiis coruscare non cessans, luce clarius manifestat (jVi, quod qui paupertatis, obedientie ac castitatis votum perfeete
servaverit, tanquam totius perfeetionis evangelice ad claris contuendam
obtutibus introducetur superne glorie claritatem. Inteicede pro no75 bis, oramus, ad Christum, paupercularum pia mater et socia viginum,
ut Regi glorie militantium acies, quas tuis sacris meritis, precibus et
exemplis, ad salutaris attraxisti penitentie gemitum, peri'ecteque iustitie normam, tuis etiam interventivis presidiis post te trabas ad gaiidium et gloriam sempiteruam, quo nos perducat rex noster et dux,
80 Cbristus Iesus crucifixus, cui cum Patre et Spiritn Sancto est omnis
honor et gloria per infinita secula seculorum. Amen.
[II. Secunda Legenda Minor S. Clarae.
De eius obitu et canonizatione].
Admirabilis et Venerabilis virgo Clara, ancilla Christi tidelissima
et arnica Altissimi in monasterio S. Damiani, Abbatissa luit et priiniceria omnium pauperum dominarum. Quadraginta (4) enim duolms annis
virgo preclara in stadio attissime paupertatis Deo fideliter serviens,
5 ibidem fregit sui corporis alabastrum, quibus transactis et ecce iam ad
bravium superne rocationis, precedente languore mulfiplici, propinquabat.
Vigore siquidem camis in annis prioribus austeritati penitentie succumbente, posteriora temporum dura occupavit, infirmitas. Excrescentibus (5)
autem infirmitatibus, cum appropinquaret ad exitum, mdloque per decent
]0 et septem dies alimento suseepto, tanta fuit a Domino fortitudine rigorata, id omnes ad se venientes in Christi servitio confortarei.
Horaf(i) denique sui transitus proximante, ecce quasi nocte media in
vestibus alius turba virginum ingreditur, que omnes serin aurea in suis
capitibus ileferebant, inter quas una pre ceteris elegantior erat, et fanfi
67. sollemniter] om. I. K9. dum viveret] clareret Z. 'et iam] etiam Z:
cxinile post absorpta add. foret. 70. sed et] om. Z; tunc preolarioribusque.
transitus] exitus Z. 71. presens] presentia Z. 72. ac castitatis] castitatis'
que Z. 73. totius] summam add. Z; infra om. oardinem. contuendam]
contuenda I. 74. introducetur] introduceretur C: intwducentur Z. In
tercede] itaque add. Z. 77. salutaris | salutarem Z. 1. perfecteqtie] per
fect* A I. 78. interventivis) favorabilibus Z. 81. Amen] om. A.
1. OQ incipiunt econlra brevius: Clara igitur ancilla et arnica. Christi!
om. T. 2-8. primiceria] primeva L: primitiarum O. 8. omnium] ow. LR.
enim] om. Q; et add. T. 1. altissime] om. LT. fideliter] om. O.
5. alabastrum] alabaustrum Q. ecce] om. T. iam] om. Y. 6. vocationisj
civitatis Q. 7. austeritati] austeritate QTY. 7-8. succambente] sui cumbente L; cuius alios errores similes non notamus. 12. proximante] propinquante Q. 18. que omnes] om. LQTY ; ideo infra deferentes. serta aui-ea|
sertas aureas T. 14. et] om. Q.
(1) Bulla canoniz. n. 24 (p. 117). (2) Leg. 49.
(8; Cf. Leg. Min. II, 1. 58sqq.
(4,i Leg. Mai. n. 89; Leg. Min. I, cap. Ill, 1. lsqq. (5) Leg. Mai. n. 44 (p. (i2).
Hi) n. 46.
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Tandem (I) quia nee tutum eenxetur nec dignum, nt tarn pretioxum
pignux longe dixtet a civibiix, levator corpus cum hymnis et laudibux,
rum clangore htbarjim ar iubilafione xoUemni, et ad Sanctum Georgium
honorifice deportatnr. Nam et hie locitx ille ext, ubi xancti J'atrix Francixci corpus XX VII annis (2) ante honorifice positum fuerat, ut qui viam
vite viventi pararerat, etiam morienti locum quodain prexagio debit* prepararet.
Factux(i\) ext proinde concurxtix pojmlorum multorum ml tumulum
virginix laudantium Deum atque dicentium (4): Vere xancta, vere glorioxa
regnat cum Angelix, que tantum ab hominibux honorem xumit in tern's.
Cepit euim illico preclarissima virgo Clara claris miraculorum eoruscare
prodigiis. Nam et a die transitu* sui usque ad piesens admirandarum
virtu turn operibus radiare non cessans, luce clarius manifestat (5), quod
quia paupertatis, obedientie atque castitatis votum perfects servavit, tanquam totius perfectionis evangelice cardinem ad claritatem superne glorie
introducta est. Ilia (6) enim sunt' signa miri/ica, ilia miraculorum textimmtia veneranda, que in morum sanctitate et operum perfectione conxistunt. Iohannex quidem signum fecit nullum, non tamen erunt lohaune
qui signa faciunt sanctiores. Ideoque sufpeeret sancte. rirgini Clare ad textimonium xanctitatix perfecte vite sue preconium, nixi interdum aliud expoxceret partim tepor, partim devotio populorum.
Clara (7) itaquc dum riveret in seculo, virtutibus et miraculis pol
lens, in abyxxum perpetne claritatix abxoi-jifa, nir/ulominux miraculorum
luce per mundi cardinex miriflre declaratur. Nam ad ipsius invocationeni
devotam febres curabautur, ceci illuminabantur et a diversis et variis
languorihus et infirmitatibus multi sanabantur. E.v quibux cogit iurata
atque xincera veritax multa conxcribere, et quam plurima cogit midtitudo
pertransire. Iacobus, filiux (8) Spoletine, XII annoruni cecitate jiercuxxux
dw-em itinerix xequebatur, nec sine ductore. quoquam poterat nixi in pre16. Tandem] que add. LOQB. censetur] esse add. OQRTY el 2 rodd. Pen.
nec dignum] neque Q. 47. hymnis et] oanticis ao add. h. 4H. clangor*;]
clamore LT. 49. deportatur] delulerunt OQB. ille] om. B. 50. XXVII]
viginti octo B. 51. presagio] futurorum add. L. debite] debito LT.
53. est] om. T. 54. Deum] om. LT. 57. Nam et - introducta est (ill))
om. OR. ad] in Q. 58. cessans) cessat Q; add. uude. manifestat] manifestans T. 59. perfecte om. LT. servavit] servaverit Q. 61. sunt]
sanctorum add. Q. 62. operum perfectione] opere perfecte LT. 63. quidem] Baptist* add. BY. tamen erunt] erant L. 64. signa] om. LT.
faciunt] fecerunt L. 64-(m. testimonium] perfectissime vite sue pergunt OQ ;
perfecte om. L. 65. aliud] om. T. 66. t*>por, partim) om. B. 67. in
seculo] iu Sanctis Q ; Sanctis Q; om. B, pergent cum O nieritis et iam Sanctis
virtutibus, miraculis. <>S. abyssum] iucem L. 69. declaratur] /' LOQBTY
et Pen,: claret LT. 70. devotam] om. L. et variis lang. et] om. OQ:
languoribus et om. L. 71. multi) om. LOT. sanabantur] liberabantur
LT. Ex] et BT. oogit iurata) cognoscitur L. 7lA atque] ao LT.
multa] aliqua LQT. scribere] subtrahere L. quam plurima] plura OTY
et 4 coild. a]>. Pen. 73. Iacobus Alius Spoletine] (Iacobellus Qj Puer quidam
nomine Iacobus, ftlius cuiusdam Spoletaui OR: Spoletane Q. annorum]
annos Y. XII ann.) om. Q. 74. itineris] semper add. RTY. nec ambulare] om. OQ.
(1) Leg. n. 48.
(2) Recta indicatio, cum hoc anno 1226 factum fuerat.
(3) Leg. n. 48.
(4) Luc. 2, 13.
(5) Cf. Leg. Min. I, c. Ill, 1. 70sqq.
(<i) Leg. Mai. n. 49.
(7) L. c.
(8) n. 52 (p. 78sqq.).
51
cipitiurn ambtdare. Hie cum iuxta pontem Narnie node quadam dor- 75
ifiiret, apparuit ei quedam doviina in somnis, dicens : Iacobe, quart tu
non venis ad me Assisium et liberaberist Qui mane consurgens, duobus
allis cecis reeitat risionem prefatam. Respondent Mi: Dominant quondam
nttper audivimus in civitate Assist! migrasse, cuius meritis muUa mirabilia manus Domini dicitur perpetrasse. Quo audiio, impiger foetus, con- 80
cite properat, et node sequenti apud Spoletum hospitatus, eamdem cernit
iterum risionem. Tandem 1 1) Assisium perveniens, cum magna difficultate
ad tumbam rirginis potuit pervenire f2). Quo postquam pervenit, calceamenta deposuit. vestes exttit, collum corrigia cinxit et. sic humiliter sepulehrum contingent!, lentil m somnum incurrit. Surge, inquit ei beata Clara, 85
quia liberatus es ; extemplo surgens, otnni cecitate discussa, dum dare per
Claram lit minis claritatem recuperet, Claram laudando darificat et ad
ipsitis laudem omnes gentes invitai.
Ilesidente \)V) autem in sede beati Petri domino Alexandro quarto,
ciro tottun sanctitatis amico, dum horum et multorum aliorum mirabilium 90
relatio curreret, et ipse iam tnundus canonizationem tante rirginis expectaret, dictus Pontifex cum Cardinalibus cepit de hoc habere trttctatum.
Committuntur personis solemnibus et discretis examinanda miracitla, rite
quoque magnolia discatienda traduntur. Invenitur Clara dum viveret
omnium virtutum exercitio clarissima, invenitur ])ost transitum veris et 95
probatis miraculis admiranda. Die autem statuta, cum cetus Cardinalium
convenisset. archiepiscoporvm et episcoporum con rentus adesset, cirri rontio,
sapientum quoque et.pote.ntum plurima multitudo, Summo Pontifice ne
gotiant in medio proponente., omnes annuentes Claram dicunt clarifieandam in terris, quam Dominua clarifieare voluit in excelsis. Duobun igitur 100
minis at> ij/sius transitu rerolutis, sermone premisso, papa Alexander
rum celebritate maxima catalogo sanctorum Claram rtsverenter adscripsit,
75-76. dormiret] dormitaret LT. 76. somnis] somno L. dicens]
ei atld. OQY. Iacobe | Iaoobelle Q; run. T. tu] om. R. 78. re
eitat] recitavit QT. prefatam] om. LOQ ; L peryit : Deridendo illi autem
dixerunt dominant illam quandam. Respondent] responderunt QRT.
Ml. dicitur] dicuntux O. perpetrasse] impetrasse T. impiger] non piger
RY. 80-81. conoite] oonoito L. 81. properat] properavit LT ; tunc et
om. T. remit] tenuit L. 82. Tandem] tandemque ORY. perveniens]
veniens X. 84. collum eorr. cinxit] om. R. 84-85. sepulchrum] eius
add. T. 85. incurrit] occurrit T. ei] om. LOTY. 86. liberatus es;
extemplo surg.] lib. es extemplo. Exsurgens vero T; Consurgens R. dum]
om. OQR. 86-87. per Claram] preclaram O ; tunc videt add. OQR ; qui
pergunt: claritatein. Qui tanto miraeulo stupel'actus. Tunc R utitextus;0 vero
rlariticaudum (!) Q (glorificando) clariticat et ad eius laudem et gloriam omnes
gentes invitat. 87. recuperet] reeeperat T. laudando collaudando T.
ipsius laudem] vigilandum L. gentes] om. T. 89. autem] vero T.
beati] om. T. domino1 dompno L ; papa add. QY. Alexandre] papa add. T.
91. ipse] ipsam L. 92. cum cardinalibus] om. Y. 95. exercitio clar.]
exercitatione habunda T ; exercitio ornata Y. transitum] mortem QR ;
tunc Q pergit : invenitur pro veris. 96. autem] ad hoc add. QRT. statuta]
statute LY. 97. convenisset] advenisset LY. 100. clarificarej et glorificare
add. QR. excelsis] celis L. 102. celebritate] et sollempnitate add. T.
reverenter] verenter PT.
(1) n. 58.
(2) Iuxta Leg. 1. c. prius ante portam ecclesiae obdormierat.
(8) Leg. n. 62 (p. 91).
52
festumque eius in tota ecclesia secundo idus Augusti instituit celebrandum ; ipse autem papa primus cum tola curia solemniter celebrant. Acta
105 autem sunt hec Ananie in ecclesia maiori, anno domini MCCLV pontificatus sui anno primo (1).
Appendix A.
Revolutis postmodum quinque annis, completa ecclesia et dedicato altari ad honoreni ipsius virginis gloriose Clare, predictus Christi
vicarius, Alexander scilicet papa quartus, translationein sacri corporis
ipsius virginis Clare solemniter ordinavit. Nam pro ipsius trauslatione
5 convenientius et devotius facienda privilegium speciale destinavit.
Cuius privilegii tenor talis est: Alexander episcopus,
servus servorum Dei, venerabilibus 1'ratribus Perusine, Spoletane et Assisinatis diocesium episcopis salutem et apostolieam benedictionem. Cum
in vigilia festi b. Francisci etc.... Datum Sublaci quinto idus septemhris
10 pontiricatus nostri anno sexto (2). [9 sept. 1260].
Appendix B.
Revolutis postmodum.... [uti in App. A] quartus ad translationem
convenientibus devotius privilegium papale destinavit. Cuius privilegii....
[uti in App. A].
Appendix C.
Et post quinque annos, completa ecclesia et dedicato altari ad ho
norem ipsius, sacrum eius corpus translatum est.
[III. Tertia Legenda Minor S. Clarae
De eius adolescentia et aliquibus virtutibus].
Lectio I. O quam pulchra est casta generatio cum claritate, generatio, inquam, virginis sancte Clare, cuius conversatio clarissima mortalibus clarescit in exemplum. Orta^B) namque Claris satis natalibus, de civitate
Assisio traxit originem, de qua et beatits Francisciis. Pater eius miles
5 ft tota utriusque parentis parentela militaris. Mater mro eius, Ortulana
nomine, divinis devota obsequiil, cum quadam die vicina partui ante
crucem in ecclesia crucifixum attentius imploraret, at tam earn quam
103. festumque] festum quoque LT. set-undo idus] tertio nonas QRT.
Augustij octobris L. 104. Ipse autem1, quod et ipse R. 105. autem
sunt heo Ananie] autem hec om. LQ; tunc Avenione L ; pro quo Narnie R.
MCCLV] mill. due. quinq. primo R.
1. Ex QRT. et] om. T. 1-2. dedicato] dedicate L. ipsius] 07. R.
8-4. sacri - translations] om. T, pergeni: conv. et dev. faciendam instituit
atque primum spec. priv. dest. 7-8. Perusine] Perusino, Spoletano, Assisinati E. 8. diocesium] om. LQR. !). Sublaci] Subiati VI id. sept,
an. VI. Deo gratias R, quod sic explicit.
12. App. B. sic ex L; L lianc Appendiceal iam superius inseruerat inter prodigiis et Nam et a die (L 57), scd postmodum delevk, vacat in vwrg. adtlemlo. = 18. App. C; sic ex Y.
(1) Cf. AFH V, 668.
(2) Edita est haec bulla ap. Sbaralea, BP II, 107:
de eius originali, cf. AFH I, 420 n. 12. Inibi Papa episoopos dictos ivissit
translation! S. Clarae interesse, et indulgentiam elargitur.
(3) Leg. Mai. n. 1.
53
partum eius salvaret, audivit rocem de celo dicentem sibi : (1) Ne pavean,
midier, quia qiioddam lumen salva paries, qod mundum clarius illustrabit.
Lectio II. Sane {2) cum ipsa beata Clara, dum adhtic paella esset
in seculo, nunc mundum fragilem et immundum mundo calle ab tale
teera transilire studeret et pretiosum virginitatis -sue thesaurum illibato
semper pudore custodiis, caritatis el pietatis operibus oiganter intetleret, beatas Francisais, audita laudabili huius fame preconio, cepit
confestim hortari earn, et ad Christi perfectam iridiicere Servitute ni. Que
saeris illius monitis mox adherens, et mundum cum terrenis omnibus pe
ndus abdicare soli Domino in paupertate voluntaria famulari desiderans, hoc (3) suum fervens desideriu m , quam cito potuit, adimplevit.
Que (4\ tandem cuneta sua (6) bona, ut una secura quidquid etiam habebat,
Christi obsequio deputaret, in eleemosynas et pauper m subsidia distri
bua et convertit.
Lectio III. Cumque (t) de seeuli strepitu fugiens ad quamdam
rampestrem declinsset ecclesiam, et ab ipso beato Francisco sacra ibi
recepta tonsura, processisset ad aiiam, consanguineis eins ipsam exinde
reducere molientilnis, illa profitais amplectens altare et pannos ipsius aj>prehendens. crinium sui capitis incisura detecta (7), eisdem consanguineis
in hoc fortiter restitit et constanter ; quia cum iam esset mente integra
ueta Deo, pafi non poterat ab eo servitio se diveUi. Denique (8) cum
ad ecclesiam sanrti Damiani extra civitatem Assisinatem | (9) per eumdem
beat in Franc/scum addueta fuisset, ibidem ei Dominus ad amorem et
cult um sui Hominis plu res sot'ias aggregavit.
Lectio IV. Ab (10) hac siquidem | sacer ordo, saneti Damiani tunc
primo dictus, postmodnm vero ipsius snete Clare, per totum orbe m longe
lateque diffusas, salutaie. sumpsit exordium. (11) adhortante beato
Francisco huic nove, sancteque observantie sequendi (12) dedit initium;
her huius mague religionis fuit, primarium et stabile fundamentum.
Habebat (1S\ autem germanam sibi dilectissimam, nomine Agnetem, pro
qua orabat Deum devotius, ut quam sibi eoniunxerat, sociaret et conversatione. Cuius votuni Deus exaudiens, post dies XVI a conversione
sua. sororis inriammat affectum, ta quod lia properans ad earn, exauditas preces eius ostendit per effectum.
Lectio V. Sed ecce consanguinei (14) accurrunt (15) duodeeim, et
Agnetem blanditiis, ut redeat alliciunt, renitentem rapiunt, trahunt per
capillos et impeuiit. Exclu nuit illa: Adiara me, sror carissima, et ne
me a Christo Domino avelli permutas. Beata Clara recurrit ad precum
arma, petens a Cbristo impiorum violentiam minui. sororique 1,1) conslantiam tribu. Auditur (17) pro voto devota snete virginis oratio: nam
pluies Agnetem lira quemdam riviilum, adiuti etiam ab aliquibus occurrentibus de agris et vineis, asportare nequiverunt. Monaldus vero, patrinus 1 18) eius, ut earn percuteret, manum levavit, quam statim diras
dolor invadis, usque ad plura tmpora cruciavit.
Lectio VI. Sic igitur illis cum confusione recedentibus, illa cum
sorore reliquitur Domino servitura. Sic (19) et mater Ortulana, jriis
cl) Cf. Matth. 12, 38.
(1) Hiue ex Bull, eanoniz. n. 6. Mane 1> ; i. e. MS.
(8) hin P.
(i) quia P.
(i sua . P.
(6) L. 0. n. 8.
(7) thereto P.
(4) L. e. n. 9.
(9) Huiusmodi signis | oxprimitur in Legenda aqua ex
Bulla omissa esse.
(10) L. c. 11. !.
(II) Hoc P.
(12) nequendum Pen.
(13) Leg. Mai. n. 24, p. 34.
(14) L. n. 25.
(15) occurruntP. (16) ororisqiie P.
(17) Leg. Mai. n. 2ti.
(18) L. c. Ibi mtriui.
(19) Hinc
denuo e Bulla nanoniz. n. 10.
10
15
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25
30
35
40
45
50
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-)5
PRAEVIA NONNULLA
DECRETALI EXULTANTES IN DOMINO (18 IAN. 1283)
DE PROCURATORUM INSTITUTJONE
56
57
58
5!t
60
rita in sibi rel difer fratri vel Ordini exhibendam ; et ni aliqua talis fuerif
ordiiiata, millo modo a fratribus rel ab aliquo ipsorvm nomine in indicio
exigatur rel exigi procuretur ; si quin aider contrarium attemptaverit,
scilicet scienter inducendo rel in iudicio exigendo sen exigi faciendo modo
predicto, ij>so facto seidentiam exeommu nicationis inciirrai, a qua per mi
nistrum taut inn rel eins ricarium posstt absolv (1). Item quiciimque
fritter cuiuscumqiie conditionis exi.itat per se rel per alium pro se rel pro
alio qiioquomodo promotionein. procurationem procurarerit per personam
aliquam extra nostrum Ordinem existentem rel quod in aliquo loco ponatur vel removeatur vel quod remoren' non possd, seidentiam exeommunicationis incurrat et omni actu legittimo sit privatus et illa promotione
et omni alia careat ipso facto, nee relecari debeat nisi de consensu sequentis capituli generalis. Item quiciimque frater pecuniam super se
Kirtarerit vel manu propria contrectarerit, pena careens puniatur etiam
pro prima vice.
[P. 128-191] Incipit generale Privilegium Ordinis, quod dictur Mare
magnum. = Sunt bullae 04 circiter a diversis saec. XIII Pontificibus
in iavorem Ordinis concessae.
(P. 192-198] Iohannes episcopus... | potdificatus: nostri anno quinto. =
Est bulla Vas electionis (24 iul. 18211 Eubel. BF V, n. 437, pag. 20.
1280, aug. 6. Alemaniae Superioris Minister i2) Fr. Bonagratiae epistolam (9 febr. PitSO) dirigit stibditis suis Canlinalisquc protectora
Matthaei coinmentatur aliam de procuratoribus(3X
In Christo karissimo fratri H., custodie Alsacie, frater M., fiatruiu Alamanie minister et servus, salutem et pace m in Domino sempiternam.
Noveris me re rerendi patris nostri ministri generalis rcpiss litteras
in her. verba: tin Christo sibi karissimo fratri... ministro Alemanie supe
rioris, frater lionagracia, ordinis fratrum Minom m generalis minister
et serras inutilis, salutem et pacem in Domino sempiternam. Quoniam in
constitutione per sanctissimum patrem dominum N[icolaum] tertium, di
vina Providentia summum pontificem, super quibusdam contingentbus
nostrum regulam promulgata, usus facti et commuttio librorum ac aliorum niobilium sub certa forma dispositioni generalis et provincialium
ministrorum committitur, venditio vero nullt, per quem fieri debeat
derlfiratur ibitlem : neeessarium arbitratus, ab ipso summo pontfice oraculo vive voris lirentiam specialem obtinui vendendi res ipsas neenon et
aliis licentiam venditionis huiwtmodi com mittendi usque ad proximum
(1) Quasi simile statutum habeS in Constit. Assisien. (1816), III, 11 [AFH
IV, 281J et Perpinianen. (1381), X, 4 [AFH II, 418].
(2) Quis fuerit lie minister, ignoratur. Fr. Conradus Probus in ep. Tullensem promotus est bulla In mpremae (4 oct. 1279). An. sequenti (1280), et
quidem in octava nativitatis B. Virginie (15 sept.), eligitur Fr. Colinus. Cf.
Chroniron provincia? Argentinensi, AFH IV, 678: N. Glassberger, 1. c. AF II, 94.
(3) Ex supra descripto cod. 185 (XIII-XIV saec.) Bibl. Fr. Min. Oonv. Friburgi Helvetioium, pag. 58-01.
(il
capitiihtm generale. Eapropter dtixi tilti presentibus committendum, qttatitius dictant licentiavi possis conceder, sub hoc forina videlicet: quod,
si rem alicuius loci usui deputatam vend continut, ipsa venditio de cu
stodia, si presen* fuerit, gardiani totius eapituli fratrum vel saUem
maioris partis fuit consilio et assensu; si vero res aliqua vendi ad usiim
alicuius fratris sjiecialiter assignata, de custodis similiter, si presens fue
rit, et gardiani consilio et assensu venditio ipsa fiat, nihilominus (di
quorum super hoc discretorum consilio requisito: ta tarnen quod absque
vestra auctoritcde et urgenti necessitate vel evidenti utilitate venditiones
huiusmodi nunquam fiant. Et quotiescumque rem aliquant secundum for
mant prehabitam extra Ordinem vendi contigerit, rolo, quod semper ipsa
penditio [flat] per procuratorem constitutum ab , rui dominus Cardinalis
protector nostriOrdinis institutionell/ proctiratorum duxerit committendam.
Vale in Domino et ora pro me. Datum Rome, quarto idus februarii, anno
Domini MCCLXXX>.
Igitur vobis ac gardianis vestre custodie omnibus et singulis
licentiam, quam secundum commissionem a dicto pat re nostra mihi fiictam voleo conceder, vobi.s duxi presentibus committendam. Sane, cum
commissio de procuratoribus nostris a reverendo patre domino Matheo
cardinali facta archiepiscopis et episcopi.s per Alemania m aliquid obscttritatis habere rideatur, sentenciam eius elicitam vobis duxi presentibus
intimandam, que talis est:
Idem dominus cardinalis dot dictis archiepiscopis et episcopi.s in so
lidum potestatem constituendi procuratores, quos ijisis ego et alii fratres,
quibus nominare commisi, nominaverimus in solidum, ita quod non sit
melior condicio occupantis, hoc est, licet units procttratorum prius quam
alii adeat officium procuratoris sibi romiiiissum, nihilominus tarnen alii
procuratores postea possunt procuratoris officium exercere. Iste procurator
vel procuratores possunt libros et alias res mobiles ventfere et precium in
usus fratrum ipsis lcitos convertere. possunt quident, quin mihi vel
robis sett aliis quibtislibet commisi. placuerit.
Item, dicti archiepiscopi et episcopi, quin mihi vel vobis vel aliis qui
btis commisi visum fuerit, possunt cnnstituere procuratorem vel procura
tores in solidum, ita quod non sit melior conditio occupantis, qui possunt
vacar secundaria procuratores, pro eo quod a prineipalibus procitratoribus constitutis vel revocatis possunt rerum venditarum precium et lecttn /a in petere et convertere in usus fratrum, prout est predictum.
Item, archiepiscopi et episcopi possunt proctiratoribus instituas alios
et etiam ipsos [revocare], quin ego et quibus commisi, pecieri, quos eciam ex tunc revocat cardinalis ; item, quin ego et quibus
commisi, denunciaverimus procttratoribus, ut cessent a procuratoris officio.
eo ipso auctoritate cardinalis sunt revocafi.
Ad her placet mihi, quod quilibet gardianus vel eius vicarius in suo
conventu, de vestro consensu, si presens fueritis, et fratrum discretorum
consilio, tres principales nominet procuratores et tres secundarios : expetlit
enim, ut tot nominentur, pro eo tit, si units absolvatur vel duo, quin expedit, units procuratoris officium exequatur, sicque non erit necesse procuratorii m novum requirere instramentum.
Ceterttm, presents littere copiant omnibus et singulis gardianis vestre
custodie ]ter vos fieri volo. Vale in Domino et ora pro tue.
Datum Argentine, VIII idus augu.st.us, anno Domini prentate.
II.
1282, iul. 10. Cardinalis protectoris Matthaei mandatum (28 apr. 1280)
exsequens, Raymundus(l), Ruthenensis episcopus, duos instituit pro
curatores sibi designates (7 iul. 1282) a Fr. Arnaldo de Rocafolioi2 ,
vicario min. prov. Aquitaniae (3).
Ilaimundus, Dei gratia Ruthenensis' episcopus, virus venerabilibus et
discretis Hectori canonico Lodovensi et Guirberto EracUi militi, salutem
in Domino.
Discretioni ventre presentibus innotescat nos a venerabili patre do
mino Matheo sancte Marie in Portion diacono cardinal/ recepisse litteras
in hnnr. modiim : Venerabilibus in Christo patribus universis archiepiscopis, ejiiscopis, per Aquitaniam constitutis, Matheus, miseratione divina
sancte Marie in Porticu diaconus cardinalis, salutem in Domino. Cum
Ordinis fratrum Minorum,quem gloriosus Christi confessor beatux Franriseus instituit, gubernatio sit nobis ab apostolica Sede commissa, presentiitm tenore com mittimus, damns et concedi?nus unicuique vestrum in solidum, ita quod, non sit occupant/'* conditio melior, potestatem ordinandi
et constituendi procuratorem sen procuratores in solidum, ita quod non
sit melior conditio occupantis, quos et quot singuli ministri provinciates eorumdem fratrum Minorum, qui sunt red erunt pro tempore in provinciis
sibi com missis, per se rel per alium seu alios duxerint nominandos et quocienscumque el quandocumque eis videbitur expedire, ad recipiendum precium seu pec.cunian, que de libris et aliis mobilibus, quibtis fain Ordo quam
fratres predicti utunfur.ad romanam Ecclesiam spectantibus, usibus fratrum
dicti Ordinis in eisdem provinciiis deputatis rel etiam deputandis, precio esti
mate vendendis recipienda fuerint, et ad expeiulendnm de voluntate singulorum ministrorum predictorum in jrrovinciis sibi commissis rel eortim,
quibtis hoc commissum fuerit per singulos eorunuiem in provinciis ipsis
commissis, huiusmodi precitim seu jieccuniam in rem licitam, cuius usum
fratribus habere liceat, et in aliis casibus licitis et honestis secundum
constibutionetn a sanctissimo patre domino Nicholao divina procidentia
summo pontifice super nonnullis predictorum fratrum regidam contingentibus promnlgatam ; constituendi quoque unum vel pitires procuratores in
solidum, ita quod non sit melior conditio occupantis, quos et quot eisdem
singulis miiiistris vel alii seu aliis, quibu.s hoc commiserint, visum fuerit
ad recipiendum huiusmodi preciurn seu peccuniam ab universis et singu
lis procuratoribus aliarum litterarum nostrarum auctoritate institutis vel instituendis neenon et quos presencium auctoritate iiistitui rel
recocari contigerit, et ad expendendum nichUominus ilia in rem licitam
et aliis casibus honestis et licitis, id premittitur, ita quod per quotcumque
maims peccunia seu preciurn huiusmodi transient aut ad quoscumque
pervenerit, possint in re et casibus predictis expendi, nichUominus peccunia
(1) Raymundus de Calomonte (1271-1298). Cf. Eubel, Hierarehia eatholica
medii aevi, 1, 449.
(2; Qui fuit postea Minister in provinoia Provinciae. De ipso pluries loquuntur Acta Fr. Petri Ioliannis Olivi atque Fr. Bernardi Delitiosi.
(8) Ex originali documento. quod servatur in Archive publico civitatis
Ruthenae [H, Franriscain, 1].
63
CA
^ZPZPEHSriDIiX: (!)
Cardinalis protector Matthaeus Guilelinum, Ambianensem episcopuin.
graviter reprehendit, quod fratres Minores iuiuste vexaverit (2).
Venerabili in Christo patri amico domino G{uilcimo\ Dei gracia episcopo Ambianensi, Matheus, miseracin' divina .snete Marie in Partien
dyaconus cardinalis, cum sincera duectione salutem.
Querela religiosorum virovum fratmm ordinis Minora m nobis nujier
oblata nostrum vehementer turbavit animiim et exasperara audition: quoit
vos non attendentes, quod ipsos ddit Dominus in lucem gencium ad dirigendum fidelium mentes in via m salutis et reddendum poptilum acceptabileni bonorum operum sectatorem, de novo inhibuistis publie et inhi
ben ab aliis coepiscopis et prel/itis ecelesiasticis procurastis, ne dicti fra
tres ad evangelisundum populo verbum Dei nullateniis admictantur, nisi
primo evidenter ostendant quod ipsi examint/' et approbati n suis ministris ad huiusmodi inplendum Ministerium destinantur, quodque non
permictantur confessiones penitencium iuxta romanorum pontificuni in
dulta audire. et considere conscienciis sauciatis : patimini ipsos in
sub'ctis vobis ecclcsiis predicare, alios coepiseopos et prelatos ad talia
una vobiscum contra dictos fratres et similw commictenda verbis et exem
ples vestromm actuum provocando.
Unde ce.rte verisimilitude non patiir, si diligenter actenditis, quod
dicti ministri confratres eorum imperitos et insuficientes ad huiusmodi
predicacionis officium exequendum quomodolibet destinarent, quodque
nutti dictorum fratrum sine permissione et obediencia superiorum ad id
se impudenter ingrrent vel aliud quomodolibet artemptarent.
Paternitatem vestram duximus actente rogandam quatinus, huius prohibicionis edicto penitus revocato ac reformatis siqier Mis consiliis vestris
in melius, vestra erga fratres ipsos indignado conquiescat et ab huius
modi ])ersequcionibus ipsorum desistatis, actensius provisuri quod, cum
propter ignoraiiciam simplicium sacerdotum secularium negligantur interdum anima ni m languencium medicamenta salutis, dictos fratres velut
peritos in ipsarum animarum regimen medicos et salutis ipsarum frvi
dos zelatorcs ad supportandum ipsorum simplicium sacerdotum onera in
deffectu eorum ad audiendum confessiones huiusmodi penitencium et proponeiutinn iu.rta predicta indulta verbum Dei non prohibeatis admicti. Kec
vos amplius super Mis, pro divina reverencia nostrommque adiectione
precaminum, memoratis fratribus exhibeatis vos quavis consideracin''
molestos. Nee debent esse peioris condicionis, qui confessiones auctoritate
apostlica audiunt, quam Uli, qui eos audiunt de licencia prelatomm vel
ecclesiarum parrochialium simplicium sacerdotum.
(1) De cardinalis Matthaei gestis in procuratorum quaestione locuti, coronidia instar aliam eius epistolam (non quidem de eadem re tractantem; addiraus, quae suam ver eximiam commendat sollicitudiiiom erga fratres Mino
res. Agitur do illis famosis turbis contra Mendicantes, saec. XIII ad finem
properante, suscitatis. quarum praecipua pars erat Ambiancnsis episcopus, Guilelmus de Matiscone (1278-1308). Cf. Mortier, Histoire des Matres gnraux, II,
Paris 1905, 204-212.
(2) Documentum invenitur in Cdice 587 (saec. XV) bibliothecae oivitatis
Gratianopolitanac, fol. 120r-121r.
05
OK*;*1*
(17
che offendevano, il secondo in specie, l' onore e l' integrit della nostra
Biblioteca.
Nel 1908-09, il P. Corrado Eubel, pubblicando (1) un indice
delle Bolle originali dell' Archivio del Sacro Convento incorse in al
cune mende ; e questo fatto determin l' Alessandri a riprendere lo
stesso lavoro da pubblicarsi parimente nell' Archivum, affinch riu
scisse pi facile agli studiosi il riscontro e la correzione.
Il motivo che spinse 1' Alessandri a rendere di pubblica ragione
il Ms. 337, fu pi forte dell' altro. Nel Bollettino di Storia Patria
per V Umbria (2), il chiarissimo Commendatore Fumi, pubblicava
nel 1907 un articolo : Spigolature dell' Archivio della Basilica di
S. Francesco di Assisi, in cui dava questa relazione: L'Archivio del
Sacro Convento di Assisi andato quasi tutto disperso... Dall' opera
del Papini si pu facilmente rilevare che anche ai suoi tempi 1' ar
chivio riducevasi a ben poca cosa. Se antecedentemente a lui doveva
esservi una serie bene ordinata, come lo dimostrano le indicazioni di
catalogo sopra qualche eodicetto da lui citato, questa serie era gi
perita prima di lui: ne prova il richiamo che egli fa di un solo co
dice che aveva la segnatura G, e che poi 1' unico di serie rimasto
fino ad oggi. Quel poco che io potei trovare nel 1887 si riduce a po
chissimi codicetti dal sec. XIV al sec. XVI, fra i quali non pi si
ritrovano il libro, Inventario di sacrestia ( appunto l' Inventario che
ora pubblichiamo) cominciato il 15 febbraio 1358 (si deve leggere
1338), il libro di memorie del 1505 e gli altri riferiti dal Papini .
Queste asserzioni sono troppo lontane dal vero, anzi contrarie alla
verit, e distruggono quasi la preziosa esistenza del nostro Archivio:
ma prima di dimostrare coi fatti l' integrit dell'Archivio, conforme
alla descrizione lasciataci dal Papini, che forse quella dello stato origi
nale, sar bene di spendere due parole intorno alla storia del mede
simo, come ci dato ricostruire dalle brevi notizie fino a noi pervenute.
Pochi ed oscuri sono gli accenni che dell' Archivio si trovano ne
gli antichi libri di amministrazione, e primo il P. Angeli fa una
chiara descrizione del luogo ove si conservava 1' Archivio (3). Sub
Bibliotheca situm est Archivium et Cancellaria ubi potiora servantur
Ordinis monumenta, ex quibus omnia fere, quae scribo, desumpsi. Apo
stolica vero diplomata ad Sac. Coenobium spectantia, ex originali tran
scripta in secunda huius operis parte dabo .
E anche oggi sopra la porta di questa stanza che situata al
lato d' occidente del portico inferiore del chiostro grande, si legge
scolpito : Archivium et Cancellaria. Quivi forse i Sindaci e i Procu
ratori tennero il loro ufficio, qui dentro erano ordinati in scaffali, di
stinti con lettere, e gelosamente custoditi attraverso i secoli, i libri
di amministrazione e le carte e le scritture pubbliche che avevano
per 1' Ordine maggiore importanza.
{I) Arch. Franc. Historic, I, 1908, 601-16; II, 1909, 108-22.
(2) Bollettino della if. Deputazione, ili Storia Patria per I' Umbria, XIII, p. 573.
(3) P. F. M. Angeli, Colli Paradisi, lib. I, tit. XX, p. 27, Montefalisco 1704.
68
A H H
_>
A-M
12
Erario private
7
A-G
1
A
Libri di ricevute
G
Vacchette delle Messe
F
Vacchette delle Messe
A-
3
Sodisfazione di Messe
A-Q
17
Sagrestia - Varia
>
A-T
19
Cantorini antichi
>
6
A
Corrispondenza - Amministrazione - Processi ecc. Fasci 19
4U Istrumenti
I
Libri e Lettere ecc.
Cassette 8
(1) Fu Ministro Generale dei Frati Min. Conventuali dal 1803 al 1809.
Mor a Terni il 16 die. 1884.
(l)
70
S E C O X, I
XV XVI XVII XVIII XIX
5
15
4
4
4
24
3
2
5
6
16
23
4
7
7
20
16
Sproprie e Ricevute .
Entrata Uscita ....
Spese giornaliere . . .
Vestiario - Calzoleria
Obblighi per Messe .
Cordigeri e Visite . .
| Collegio missioni, Doti
7
12
18
84
m
6
n
45
31
42
6
27
9
5
10
17
8
5
4
167
627
2
1
8
4
2
4
1
2
2
1
1
4
1
1
8
10
11
3
1
10
90
98 , 222
1
2
6
21
32
2
19
11
13
3
1
4
2
5
2
4
5
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46
181
1
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19
2
4
6
9
1
20
3
4
21
113
71
72
78
74
75
fatta nel Capitolo Generale dei Frati Minori tenuto a Castros 1' 8 giu
gno 1337 (1). Infatti queste Costituzioni prescrivono alcuni inventari
e registri (2).
E chi furono i compilatori o, meglio, gli estensori dei quattro in
ventari? Non v'ha dubbio che si devono ricercare tra quelli nominati
presenti alla ricognizione degli oggetti, e per l'ufficio che ricoprivano
e per la competenza che dovevano avere nella funzione a cui prende
vano parte. Senza esaminare i meriti di tutti quelli che si ricordano
nel primo, supponiamo che Fr. Giovanni Loli doveva essere uomo
di lettere, perch oltre ad essere stato due volte Ministro Provinciale
nel 1340 e nel 1352, e Custode nel tempo in cui l'Inventario fu com
pilato, lo ritroviamo armarista, cio Bibliotecario del S. Convento
nel 1359, come si rileva da un registro dell'Archivio amministrativo (3).
Quello del 1473 fu redatto da Fr. Francesco da Force,
Custode del S. Convento, come esso stesso dichiara nella prefazione.
Del terzo, 1370, non detto, come nel precedente, chi ne fosse il
compilatore; per tra i presenti vien fatto il nome di Fr. Giovanni
Ioli Soldanidi Assisi, sacrestano. Fr. Giov. Ioli fu il compila
tore dell' Inventario dell' antica Biblioteca del S. Convento (1381) (4)
e per questo suo merito, e per l' identit della scrittura, nessuno dei
Frati allora dimoranti nel Convento, potr torgliergli il vanto di essere
stato anche il compilatore di questo Inventario. Questo Fr. Giovanni Ioli
fu da qualcuno confuso con Fr. Giovanni Loli da noi supposto scrittore
del primo inventario, ma questi era morto fino dal 7 aprile 1362 (5).
Neppure del quarto Inventario ricordato il compilatore, per la
ragione che lo spazio destinato a nominare i Frati presenti al fatto
rimasto in bianco. Questo, che come abbiamo detto disopra, per diritto
cronologico il terzo, e fu redatto negli anni 1439-1441, possiamo
attribuirlo, o a Fr. Girolamo di Assisi, che fu Custode negli
anni 1438-39, o a Fr. Luca di Assisi che tenne quella carica nei
due anni successivi.
N ci sar data taccia di campanilismo se ci ostiniamo ad attri
buire a Custodi cittadini di Assisi la paternit di questi inventari
che avevano un grandissimo valore, generale per l' Ordine, e locale
per il decoro e per la propriet del S. Convento. In quei tempi di
poco tatto burocratico, ma di altissimo senso pratico, si comprendeva
meglio come certe cariche, anche in contrasto col detto: nemo propheta in ptitria, dovevano essere affidate per molti riguardi a chi,
oltre all' idea del dovere morale e religioso, ne sentiva anche un altro,
che debolmente pu provare chi viene da fuori, quello cio di riguar
dare e tutelare con amore di cittadino anche gl'interessi del luogo
che affidato alla propria custodia.
Prof. Francescho Pennacchi
Bibliotecario della Comunale di Assisi.
(1) Eubel, Bull. Franrisc, V, 25-42.
(2) L. c. 33, 34, 41.
(3) Archivio amministrativo: Spese giornaliere, 1852-1304.
(4) Inventario dell'antica Bibliotera del S. Concento. Assisi 1906. A pag. xii
l:Alessandri prova ad evidenza come Fr. G-. Ioli non pu essere confuso con
Fr. Cf Loli.
(5j Collie Paradisi, p. 70.
76
77
[lv]
II. De crucibus (1).
12. In primis una crux de ligno vere Crucis, cum duabus sbarris (2),
tracta in capitibus de auro, cum ymagine Salvatoris parvulina de
auro, cum ciborio deaurato et smaltis; quam misit quidam magnus
miles de Constantinopoli.
13. Item una crux aurea cum ligno vere Crucis, et pernis et lapidibus
pretiosis et smaltis, cum pede de argento deaurato et laborato ; quam
misit dominus Gregorius papa IX.
14. Item una crux de argento deaurata, cum ligno vere Crucis, et ymagine
Salvatoris relevata, et lapidibus pretiosis, et pede de rame deaurato.
15. Item una crux de argento deaurata, cum ligno vere Crucis, et yma
gine Salvatoris relevata, et cum pede de argento deaurato simplici,
et lapidibus pretiosis; quam misit dominus Iacobus de Columpna.
16. Item una crux de lapide iaspide, cum ligno vere Crucis, cum multis
pernis; que fuit portata de ultramarinis partibus.
17. Item una crux de cristallo ornata argento, de opere veneto, cum
ymagine Salvatoris, beate Virginis, beati Iohannis Evangeliste, cum
pede eiusdem operis, cum quibusdam lapidibus; quam misit dominus
Galganus de Mara de regno Apulie.
18. Item una crux cristallina magna, cum ymagine Crucifixi, et cum
pede de octone.
19. Item una crux de coralio, super quam est posita ymago Crucifixi
de argento, cum pede argenteo deaurato ; quam dedit dominus Frater
Matheus de Aquas pa rta cardinalis.
20. Item una crux de argento inaurata, ornata pernis, smaltis et lapi
dibus pretiosis, cum ymaginibus relevatis, scilicet: Crucifixi, beate
Virginis et beati Iohannis, et cum pede sollempni smaltato ; que fuit
domini Gen til is cardinalis.
21. Item alia crux parvulina pectoralis, cum ligno vere Crucis, et per
nis grossis et lapidibus pretiosis. Predictas duas cruces dimisit in
morte sua sacristie beati Francisci dominus Frater Gentilis de
Monte riorum, cardinalis.
22. Item una crux de argento multum sollempnis, deaurata et smaltata,
cum ymaginibus relevatis, scilicet : Crucifixi, beate Virginis et beati
Iohannis, et ymaginibus Sanctorum in stipite, et sub pede habens mi"
leunculos; que fuit domini Fratris Beltrandi cardinalis.
23. Item una crux de opere vitreo, cum multis reliquiis, ornata gemmis
et corallis; quam fecit Frater Petrus Theotonicus.
24. Item una crux cum figuris de laminis argenteis, et pomis deauratis;
quam misit Episcopus Ausimi.
25. Item una crux parvulina de argento deaurato, cum Crucifixo parvo
relevato.
26. Item una crux parvulina de argento, cum parvis pernis ornata; que
fuit domine Iacobe; et intus sunt multe reliquie.
27. Item una crux de cristallo, sollempnis et magna, cum ymagine Cru
cifixi ex una parte et ex altera beate Virginis, ornata de argento,
cum pede de diaspero et cristallis, cum multis ymaginibus, de opere
veneto.
(1) Con linee trasversali furono poi cancellati in questa rubrica i nn. 13-15,
18, 21, 25-26.
(2) In margine.
78
(2) In questa rubrica sono alio stesso modo can(3) Cancellato con trasversali alia-criatallo.
8n
70. Item unus corallus, cum pede argenteo (1), et in parte fractus; quern
aportavit quedam domina de Ursinis.
71. Item unus corallus magnus, qui fuit Fratris Henrici de Syola.
72. Item una cristallus oculare (sic), ad legendum.
73. Item una rosa de cristallo.
74. Item duo cannelli de cristallo.
75. Item cristallis (sic) magne et parve, lx.
70. Item quinque ampulle, cum balsamo.
77. Item sex libre cum dimidia de azurro, cum tascha.
78. Item in uno filo quingente octoginta perne magne, que remanserunt
de aurifrigio sollempni.
79. Item due ampulle cum balsamo, que fuerunt accepte de .infirmaria.
80. Item una tabula argentea deaurata, cum ymagine sancti Georgii.
81. Item centum coralia grossa, et nonaginta septem minuta.
82. Item unum anulum de argento inauratum, cum uno lapide pulcro,
viridi.
83. Item unum anulum de argento cum uno lapide albo.
84. Item ambre nigre, viginti tres.
85 Item in uno rlascone parum de balsamo, quem dedit Frater Andreas
de Spello, dictus Abraham.
85a. Anno Domini mcccxlvii die ix madii, reasseynavit Frater Mar
tians pictor Fratri Stephano sacriste xvi uncias de azurro, et
duos libras et x uncias de cinabrio, coram Fratre M ichaele Custode,
Fratre Iohanne Loli, Fratre Oddutio, Fratre Bartholomeo et
Ioanne Tabare (2).
85b. Item liabuit Frater M art inus pictor de azurro sacristie pro pergulo, ubi predicatur in superiori ecclesia, tres uncias. Et hoc fuit de
mluntate Custodis, Vicarii et plurium Discretorum.
85c. Item anno Domini mcccxliiii die xvii madii habuit Frater Martinus
pictor de azurro, quindecim uncias; et hoc de mandato et voluntate
Fratris Thome V ay noli Custodis ; ipso presente et Fratribus I a cob o
Carnumis, Stephano dompne Pacis, lacobo Iannis, pro pictura refectorii.
[3v]
V. De capsis et pissidibus (3).
86. In primis una pissis de cristallo, ornata argento inaurato, de opere
veneto, cum tribus mediis leonibus; quam misit dominus Galganus
Mara de regno Apulie.
87. Item una pissis magna eburnea, que est in tabernaculo ad altare beati
Francisci; in qua est unus calix parvus, ubi est Corpus Christi (4).
88. Item una pissis parva, ornata perlis et lapidibus pretiosis. Item una
pissis pro hostiis, de samito rubeo, ornata argento inaurato et perlis.
89. Item una pissis eburnea, ornata argento, que fuit pape Nicholay IV;
et est ad altare conventus.
90. Item una pissis de opere acuali, cum Agnus-Dei in coperculo. Non
invenitur.
91. Item una capsa magna eburnea, plana, et figurata leunculis.
92. Item alia capsa eburnea, cum coperculo elevato.
93. Item una pissis eburnea parva, costata de argento; quam habent
Fratres de Carcere(5).
(1) Cancellato con linea orizzontale cum-argenteo. (2) Scritto Tabip. (3) Sono
cancellati in questa rubrica, con linee trasversali, i nn. 8H, 90, 9l>, 98, 100,
102-103.
(4) In marg. calix.
(5) In marg. Nola locum Carceris.
SI
94. Item una pissis de opere acuali, cum coperculo ornato monilibus et
pernis.
95. Item alia capsa, cum picturis vitreis Novi Testamenti, et cum diasperis multis; quam misit Frater Gerald us Generalis Minister.
96. Item unus lapis rubinus, rubeus.
97. Item unus lapis quadrus et viridis.
98. Item unus anulus sollerupnis pontificalis, cum uno lapide forme ca
pitis camoy, cum tribus saphiris et quatuor granatin.
99. Item unum par cyrotbecarum pontificalium, cum smaltis et pernis.
100. Item una mitra cum smaltis.
101. Item una ambra, crossa, perforata.
102. Item unus anulus pontificalis, cum camauro. I Quere in cassa cum
103. Item unus anulus de ebore.
i corio alho et piloso.
104. Item duo frustra (sic) de coralio, ornato argento.
VI. De domibus corporalium.
105. In primis una donius pro corporalibus, de opere acuali, ornata corallis; ubi sunt tres aquile; que fuit Fratris luvenalis.
lOfi. Item alia domus pro corporalibus cum campo aureo, et ymaginibus Salvatoris ex una parte, et beate Virginis ex altera; ornata per
nis et corallis; que fuit Fratris Mathei cardinalis.
107. Item alia domus cum campo aureo, ornata corallis; que fuit eiusdem domini.
108. Item alia domus pro corporalibus, ubi est ymago Crucifixi, beate
Virginis et beati Ioliannis ex una parte, et ex alia parte Annuntiatio
angelica.
109. Item alia domus corporalium, cum campo rubeo et ymaginibus
deauratis, scilicet: Crucifixi, beate Virginis, beati Iohannis ex una
parte, et ex alia parte beate Virginis cum Filio; quam misit Regina
Ungarie.
110. Item una domus de samito velluto violato : est in Sancta Maria,
pro capella ser Petri Vagnoli (1).
111. Item una domus rubea, cum coperculo de samito viridi velluto,
cum tloribus de opere acuali.
112. Item alia domus pro corporalibus, de panno tartarico listato, cum
quinque monilibus.
113. Item una cassula ad ponendum corporalia, cum tribus monilibus.
113a. Item una domus, que fuit magistri Iohannis de Palatio, cum Piefate, ornata perils et opto bottonibus, cum margaritis.
113b. Item una alia cum alia Pietate, de rubeo serico et opto bottonibus,
cum rubeit lajiidibus.
[4r]
VII. De aurifrigiis.
82
117. Item unum aurifrigium valde pulcrum, cum campo aureo et vite
aurea: quod fuit domini Bonifatii pape octavi.
118. Item unum aurifrigium cum campo aureo, cum arboribus de serico et cum aliquibus volucribus albis; quod misit dominus Frater
Bentevenga de Tuderto cardinalis.
119. Item unum aurifrigium de samito rubeo, cum rotis aureis, et grifonibus. et aquilis aureis.
120. Item unum a[u]rifrigium de samito velluto, cum rosis, et panno tartharieo.
121. Item unum aurifrigium deauratum: quod misit Regina de Ungaria.
122. Item unum aurifrigium. cum armis domini Bonifatii pape octavi.
123. Item unum aurifrigium, cum fraucia rubea, de serico.
124. Item unum aurifrigium, cum roccbis et liliis de auro.
125. Item tria frigia, pro Quadragesima et Advent u.
VIII. De dossalibus pro altaribus conventus (1).
12G. In primis unus magnus pannus zallus, cum grifonibus et aliis bestiis et avibus de auro. Item unus magnus pannus rubeus, cum vitibus aureis. Item unus pannus rubeus, cum leopardis in rotis magnis,
totus deauratus. Supradictos tres pannos misit Imperator Grecorum.
127. Item unus pannus tartaricus, cum listis, totus deauratus. Item unus
pannus tartaricus, cum listis scaccatis etde azurro. Item unus pannus
indicus, cum grifonibus in rotis deauratis. Item unus pannus de diaspero violato, cum avibus, capitibus deauratis. Supradictos quatuor pan
nos misit dominus Nicholaus papa IV, de Ordine Fratrum Minorum.
128. Item unus pannus de samito rubeo, cum figura Domine et virga
Iesse, et aliis ymaginibus. Item unus pannus de cathasamito albo,
cum ystoriis Passionis et Resurrectionis. Item unus pannus albus,
cum ystoriis beate Virginis et sancte Cecilie. Supradicti tres panni
fuerunt domini Mathei de Aquasparta cardinalis.
129. Item unus pannus tartharicus albus, totus deauratus; qui fuit
Fratris Gen til is cardinalis.
130. Item unus pannus tartaricus viridis, cum pinis, totus deauratus;
quern dedit rex Robertus.
131. Item unus pannus tartharicus rubeus, cum leunculis et vitibus,
totus deauratus: quern dedit dominus Phylippus princeps.
132. Item unus pannus tartharicus rubeus, cum leunculis, pinis, totus
deauratus: quem dedit domina Ducissa Calabrie.
133. |4v] Item unus pannus tartaricus listatus, totus deauratus; quem
dedit Frater Petrus Tbeotonicus.
134. Item unus pannus rubeus, cum grifonibus in rotis, deauratus.
135. Item unus pannus zallus, de samito velluto.
13t>. Item unus pannus albus, cum foliis, deauratus.
137. Item unus pannus violatus, cum rosis, deauratus.
188. Item pannus tartaricus bruuus, cum denariis de auro.
139. Item pannus violatus, cum stellis aureis.
140. Item duo panni listati: quorum unus est de velluto rubeo et tartarico albo deaurato ; alter vero de velluto violato et eodem tartarico albo deaurato.
(1) Caneellati con trasversali i nn. 131-132, 134, 139, 142. 141.
83
141. Item pannus de samito rubeo velluto, cum avibus deanratia ; quod
miait Regina Ungarie.
142. Item pannus tartaricus listatus et deauratus; quem misit Rex
Francie.
143. Item unum dossale tartaricum, de duobus pannis, deauratum, de
quolibet quatuor petie, et cum armis; quod misit una domina de lanua.
144. Item unus pannus' tartaricus rubeus, cum foliis de auro; quem
misit Regina Francie.
145. Item unus pannus tartaricus viridis, cum diversis foliis deauratis;
quem dedit Gerald us Generalis Minister.
140. Item unus pannus in opere acuali, in quo sunt ystorie sancti Francisci et Testament! Novi.
147. Item unus pannus, cum armis domini Bonifatii pape.
148. Item unus pannus violatus, cum drachonibus et pavonibus.
14!). Item unus pannus niger, cum armis regis Roberti et regine Santie.
150. Item unus pannus violatus, cum avibus et cervis, cum capitibus et
pedibus deauratis.
151. Item unum dossale de auro, cum figuris cervorum.
152. Item unum dossale violatum, cum liliis et vitibus deauratis.
153. Item unum dossale de purpure albo, cum rosis aureis et sericis
parvis.
154. Item unus pannus tartaricus, cum listis deauratis; quem misit
Regina Francie.
155. Item unus pannus de camucha, cum grifonibus deauratis, et de
listis aureis et albis.
[5r]
IX. De dossalibus pro altaribus capellarum, et frigiis suis.
150. In priniis panni sollempnes, cum frigibus suis, XIIII.
157. Item duo panni coloris indici, cum avibus deauratis.
158. Item quidam pannus albus deauratus.
15!*. Item unus pannus de dyaspinecto violato, cum avibus et bestiis,
capitibus et pedibus deauratis.
I(i0. Item alius pannus, eiusdem operis.
101. Item quidam pannus rubeus inauratus, cum brocculis nigris et albis.
162. Item quidam pannus viridis, ad modum spine piscis. Angelorum (1).
163. Item unus pannus rubeus, cum ystoria Crucifixi, et ystoria beate
Katherine; quem dedit Frater Franciscus Massioli de Assisio,
laycus. Katerine.
104. Item unus pannus rubeus, cum rotis et avibus deauratis. Martini.
165. Item unus pannus viridis deauratus, cum rosulis albis et rubeis.
Antonii.
X. De pluvialibus (2).
166. In primis unum pluviale valde pulcrum, de opere plumario, cum
campo aureo et ymaginibus Apostolorum, et f'rigio ornato pernis, et
quatuor boctonis magnis de pernis; quod misit dominus Nicholaus
papa IV, de Ordine Minorum.
107. Item aliud pluviale, de dyaspero deaurato; quod misit idem dominus.
168. Item unum pluviale rubeum, valde pulcrum, cum ystoriis beati
Stephani, sancti Laurentii et plurimorum Sanctorum, cum frigio ad
(1) Queste aggiunto in margine, indicanti la oappella, sono di mano quasi
contemporanea.
(2) Cancellati i nn. 173, 17.S.
84
(1) In marg. di mano posteriore: //<* non eat poaitum in inventario novo.
(2, Cf. n. 21-2.
85
191. In primis planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo, cum plastis argenteis deauratis, et pernis (2).
192. Item planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo velluto, cum
frigio planete ad medias figuras, et cum Cruciflxo in pectore; que
misit Regina Ungarie.
193. Item planeta de tartarico rubeo deaurato, cum frigio ad figuras
Apostolorum ; quam misit dominus Bartbolomeus de Capua. Et dal
matica et tonicella eiusdem coloris, que fuerunt facte de panno quern
obtulit Dux Calabrie.
194. Item planeta, dalmatica et tonicella de panno rubeo, broccato de
auro; que fuerunt facte de pannis que obtulit Dux Calabrie cum consorte sua.
195. Item planeta, dalmatica et tonicella de rubeo tartarico deaurato.
196. Item planeta, dalmatica et tonicella de rubeo tartarico deaurato.
197. Item planeta, dalmatica et tonicella de panno rubeo, cum virgis
de zallo.
198. Item planeta, dalmatica et tonicella de panno rancei coloris. Item
planeta. dalmatica et tonicella de samito rubeo solempni. Predicta duo
paramenia fuerunt Fratris Matbei cardinalis.
199. Item planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo.
200. Item planeta. dalmatica et tonicella de samito rubeo; que fuerunt
domini Fratris Tbebaldi episcopi Assisii(3).
201. Item planeta de samito rubeo, cum dalmatica et tonicella de catasamito: que fuerunt domini Matbei cardinalis.
202. Item planeta, dalmatica et tonicella de tartarico rubeo dogato;
que misit una domina de Roma. Fuerunt concessa Vagnutio de Cu
ria; et in frigio sunt arma sua. scilicet V nigrum.
203. Item una planeta de samito velluto, cum frigio toto de pernis, ante
et retro.
204. Item planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo velluto, cum
fiorenis de auro.
204a. Item die xii septembris 1432 Frater Franciscus de Lucig nano
I'rovintie Thuscie assignavit conventui et sacristie unum par paramentorum de velluto velhitato rubeo, quod procuravit dari et- donari
ronventui jter dominant Thoram uxorem olim Nicholai de Trincis pro
aitima viri et .salute stia.
(1) Tutta la seguente dicitura t- cam-ellata. (2) Questo n. 191 cancellato.
(3 1 In margine: Xota de Fratre Thebaldo epi.no/jo .4 mm. E oid si ripete al
n. 2t!2.
8ti
S7
(2) Cost corretto, come pare, da Icn oni. In marg. Xota bene.
89
287. Item una mitra deaurata, cum figuris de opere acuali, cum quatuor oapitibus Sanctorum ante, et quatuor capitibus Mulierum retro,
cum coronis de auro; quam dedit Frater Ceccus Rosane.
288. Item una virga pastoralis eburnea, de quinque frustris, multum
pulcra.
288a. Hec dominus Episcopus Asmi, scilicet dominus Nicholaus Vanuini, Frater Ordinis Minorum, sacristie obtulit: primo it nam mitram
cum 4 smallis et lapidibus et perlis et circuits argenteis. Item unum
pastorale erettm deauratum. Item unum anuhim argenteum cum 9
lapidibus, et unum par cirothecarum cum duobtts smaltis (1).
[8r|
XX. De libris.
90
INVENTARIO
DEL 1473.
[8v| In ei nomine, amen. Anuo Dni mci c< i.xxin die octava ianuarii,
tempore Custodiatus reverendi Patris Fratris Francisci de Force,
artium et sacre Theologie magistri ac in eadem Custodia Rmi Patris
Oeneralis Viearii et Comraissarii. Istud infrascriptuin est inventarium et
registrum in quo scribuntur res invente in sacrista Sacri Conventus
Assisii, conscripte per me supradiotum Custodem coram reverendis magistris Andrea et Evangelista, Fratre Francisco Palaractii,
Fratre Angelo Vicario, Fratre Eg id i et Fratre Bonifatio; Fratre
F red er ico suprascriptam sacristiam recipiente.
I. Rubrica de reliquiis.
1. In primis unuiu ciborium de argento inauratum, habens in pede qua
tuor Evangelistas figuratos, in quo est una crux cum duabus abarra
per latus, totum de ligno vere Crucis, tracta in capitibus de auro;
quod misit quidam magnus dominus et miles de Constantinopoli,
2. Item unuiu tabernaculum de urgento. cum pede inaurato, cum qua
tuor smaltis in pede et sex in porno, et ciborio cum quatuor columpnis, sub quo est cristallum in quo est una spina corone Christi;
quod misit sanctus Lu do vie us rex Francie.
ii. Item unum tabernaculum magnum de argento, cum pisside argntea,
quod misit dominus Bonaventura cardinalis Ordinis Minorum: in
quo sunt iste reliquie, videlicet : de panno ubi cecidit sanguis Christi
tempore sue Passionis; de tunica inconsutili quam fecit Virgo Maria: de
mensa in qua cenavit Christus cum discipulis suis: de lapide Sepulcri
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et est minor priori, habens pedem quadrum et altum, cum tribus armis Regis Francie superius, et inferius quatuor leones.
53. Item una ymago de argento puro, quam misit unus Florentinus,
habens clippeum ante pectus (1); que fuit effusa pro supletiotie tal>ernandi facti nomine sanctatis domini nos! ri pro tenendo ra mut in m
quod tenebat S. Franciscus super vulnus laterale.
. Item unus puer prvulas, babens in manu sinistra pomum deauratum, cum veste de carmosino.
55. Item unus puer de ligno, maior superiori, cum pede ligneo. habens
in manu sinistra pomum deauratum, cum cruce de argento inaurato,
cum ymagine Crucilixi.
56. Item unus puer parvus, cum pomo deaiirato in manu.
57. Item duo pueri par vi de ligno, cum pomis deauratis, quorum unus
est cum veste de sirico rubeo cum pernis, alter vero cum camisia alba.
57a. Item duo alii pueri de ligno. Item una imago beati Francisci, de
argento, cum cruce, de argento in manu.
57b. Item una immago tinius pueri, de argento; quam misait quidam avis
et nobilis de Milano.
57c. Item missale, quod fuit sancti Ludor ici, infortiatum de
argento.
57d. Item evangelistariu ni et epistolarium sancti Ludovici.
IV. Rubrica de thuribulis. naviculis. candelabris. ampullis,
pissidibus et aliis.
In armario ubi est litera P sunt res infrascripte :
58. In primis unit m tliuribiilum de argento inauratum, mirabiliter fabrei'actum et ab ign totaliter intactum, cum multis ymaginibus et tiguris et ciboriis circumqttaque disposais, et cum quatuor smaltis in
cooperculo superiori; quod misit Frater Gruilgelmus, laicus, de Ale
xandria, imili-[10r]aris domini Nicolai pape IV Ordinis Minorum:
deliciunt tarnen alique turres.
59. Item aliud turibulum de argento inauratum, cum castris; qttod misit
dominus lacobus de Columpna cardinalis.
60. Item aliud thuribulum de argento, sine auro, cum castris, quasi ad
similitudinem superioris.
61. Item aliud thuribulum de argento, cum castris, cum tribus catenulis tan tu m.
62. Item aliud thuribulum rotundum de argento, pro omni die.
6'2a. Item itnum turribulum magnum et pulcrum de argento, duodeeim libra
rian, factum de helemosinis Fratris Petri Pauli Tomasi de Asisto.
De naviculis.
63. In primis una navcula de argento, cum duobus smaltis, cum clippeis deauratis et sbarris de argento et liliis.
t!4. Item alia navcula quasi ad similitudinem superioris, cum duobus
smaltis tiguratis ymaginibus beati Francisci et beate Clare.
65. Item alia navcula de argento sine smaltis, et clauditur cum uno
HI io de argento.
65a. Die. 26 decembris 1493 dominus hdiux Cesar Cantcllmus, episcopus
Nicenensis, donarit pro ture unum coclear argenteum medie unce. Vacat.
(1) Questo numero fin qui cancellato, e il resto continua (sec. XVI) m
margine.
!5
De candelabra.
W<>. In primis duo candelabra de argento, smaltata in pedibus et in pomis, cum sex smaltis. Vacant.
B7. Item duo candelabra de argento parum inaurata, que misit dominns
Nicholaus papa quartus. Vacant.
ii8. Item duo candelabra de cristallo, ornata argento, de opere veneto,
cum tiguris; que misit dominus Galganus de regno Apulie.
Item duo candelabra parva de ottone.
70. Item units bacillus de argento pro Asperger.
71. Item una pissis de ebore, ornata argento.
72. Item alia piscis (*l'c), maior superiori, que est in uno tabernaculo ad
altare; in qua est unus calix cum sua patena, in quo est Corpus Christi.
7;-{. Item una piscis de ebore. sine ornamentis.
73a. Item duo candelabra pulgra de argento. que fecit fieri Frater Federic.ua de Asisio, sacrista, de helemosinix suis; quorum qitodlibet
habet tre.s niellos in pede cum Sanctis Ordinis: umbo ponderis septem
librarian i:el circa.
De ampullis.
74. In primis due ampulle de argento, parum inaurate.
75. Item due ampulle cristalline cum argento inaurato, valde nobiles,
pro festis solempnibus.
7(. Item una tacca de argento (1\ quam dedit reverendissimus Pater Generalis magister F ranciscus de Saona, et nunc S. d. papa SMtis ;
que fuit effnsa )tro conficiendo tabernaculum ad tenendum corium quo
operiebatur ridnus lateral* beati Patris nostri Francisci.
V. Rubrics de calicibus.
77. In primis unus calix de auro cum patena de auro, cum pernis, et
cum sex lapidibus preciosis in porno, et in collo habens istud nomen
makia; ponderis librarura 3 et unciarum 3. Vacat (2).
78. Item alius calix magnus de argento inaurato, cum smaltis et figuris;
quem misit dominus Nicola us papa IV; et ipse est figuratus ibi et
nomen suum scriptum; et habet patenam, supra quam est Cena Do
mini,- et ponderat cum patena uncias xlv.
79. Item alius calix magnus deauriitus, cuin smaltis rutundis et aliis in
pede cum ymaginibus, habens patenam cum Ascensione; et ponderat
rum patena uncias XXXIII,
SO. Item alius calix inauratus, cum smaltis et brochettis in pomo; quem
misit Comitissa Celani: et habet patenam cum Annuntiatione.
81. Item alius calix magnus de argento inaurato, cum sex smaltis in
pomo relevatis, et in pede sunt tales litere taliter disposite(3) mp a in
quodam circulo, et duobus smaltis ex alio latere; ponderis uncia
rum xxx.
(1) Fin qui cancellato.
(2) Tutto cancellato con linea trasversale.
(2) In piccolo circolo sono riprodotte le tre lettere tlalla prima mano; poi
un'altra posteriore aggiunse in margine le parole qui date in corsivo e riprodusse le tre lettere piii in grande disposte a triangolo: >i con segno di ablireviazione, sopra; e, sotto, rex.
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94i. 1509, tempore Indulgence fuit presentatus unus calix de ramo cum
patena de ramo mihi magistro G ale onto mcrMe, et una manus de
argento (1).
VI. Rubrica de corporalibus.
95. In primis una donius solempni9 de velluto carmosino contexta auro,
circumdata auro (2) et pernis, cum i n it in medio et cum radiis de per
nis; quam dedit dnus Xistus papa IV dum esset Generalis.
96. Item una alia domus pro corporalibus (3) ornata pernis et corallis,
cum campo aureo et ymaginibus Salvatoris ex una parte, ex alia
parte beate Virginis cum Filio in bracbiis; que fuit domini Matliei
de Aquasparta cardinalis.
97. Item alia domus de opere acuali, ornata corallis, ubi sunt tres
aquile magne; que fuit Fratria Iuvenalis. Vacat.
98. Item alia domus cum campo rubeo, que ex una parte habet ymaginem Crucifixi, beate Virginis et beati Iobannis, ex alia vero parte est
ymago beate Virginis cum Filio in bracbiis; quam misit Regina Ungarie.
99. Item alia domus sollempnis cum campo viridi ex una parte, ex alia
vero parte colore sanguineo; et est ibi de auro cum pernis.
100. Item alia domus sollempnis, tota cum campo aureo, et cum litteris
de corallis cum monilibus in circuitu ; in qua dcjiciunt. multi.
101. Item alia domus sollempnis de sirico celestini coloris, cum cruce
de pernis et ornata de argento (4).
102. Item alia domus, in cuius medio est hoc verbum tucta.
103. Item alia domus de tafectano rubeo, cum stigmatibus et floribus,
ornatis pernis; quam dedit magister Ieronimus de Assisio.
104. Item novem domus sollempnes, quaruni una est cum Coronatione
Virginis, cum pernis, alia cum Agnus-Dei, alia cum Crucifixo, alia
cum ihu, alia t urn ihi; et radiis, alia cum fortuna, alia cum rosis et
floribus de auro, alia rubei et albi coloris (5), alia cum cruce in medio
cum corona et auro, alia de syrico rubeo.
105. Item alia domus ad modum cassule, ex una parte decorata, ex alia
parte de serico sine auro: cum tribus [llr] cordulis de sirico viridi,
cum quibus clauditur.
10G. Item una domus de sirico et de auro, quam dedit dnus Cecchius.
107. Item una domus de velluto rubeo, cum ihu de pernis, et radiis de auro.
108. Item alia domus de velluto carmosino, cum frantiis circumquaque
ornata.
VII. Rubrica de paramentis albis, in armario ubi est littera A.
109. In primis in prima tabula sunt planeta, dalmatica et tunicella, in
quibus est littera A, de tartarico albo deaurato, cum amplo frisio et
sollempni; que fuerunt domini Gentilis de Monte Florum car
dinalis, Ordinis Minorum.
110. Intus sunt planeta, dalmatica et tunicella, in quibus est littera B,
de dyaspero albo deaurato, cum griffbnibus; que dedit dominus papa
Nicholaus IV, de Ordine Minorum.
(1) Queste aggiunte, sparse per tutti i margini disponibili e perfino in
ealce alia pagina seguente, di piu maui, lasciano piu dubbi e di lettura e di
rlisposizione.
(2) II cod. ha circumdato aura
(3) II cod. ha in piii que.
(4) Le parole ririco-argenlo sono scritte su raschiato.
(5) II cod. rolores.
Archivum Franciacanum Historicum. An. VII.
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IIS
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160. Item aliud pluviale de velluto callo, cum frixio de velluto rubeo,
cum denariis de auro, et clausura argentea. Cum littera A.
161. Item octo pluvialia antiqua de taffectano, pro cantoribus.
162. Item quatuor pluvialia alba et nova, pro cantoribus.
163. Item duo pluvialia pro mortuis. In uno littera A, in alio B.
163a. Item aliud pluviale rubeum, quod fecit fieri Frater Federicus
de Asisio, cum littera II.
De aurifrixiis, in armario ubi est litera D.
164. Primum cum ystoriis sancti Francisci, de auro et argento tracto,
ornatum pernis et valde preciosissimum et carum: quod misit dominus Nicola us papa IV, de quo fecit privilegium speciale ; et est
in sacristia: defltiunt tamen perule CXXVI de magnis et mediocribus.
Et ultra.
165. Item sollempnissimum et pulcrum valde, cum ystoriis Novi Te
staments
166. Item aliud de auro, cum ystoriis Novi Testamenti.
167. Item aliud cum campo aureo et vite aurea; quod fuit domini Bonifatii pape VIII, cum quibusdam armis.
168. Item aliud cum armis ad undas.
169. Item aliud cum ymaginibus Patriarcharum, cum campo aureo; quod
misit dominus Nicolaus papa IV.
170. Item aliud cum campo aureo et arboribus, de syrico, cum avibus albis; quod misit dominus Benteveuglia cardinalis, Ordinis Minorum.
Non est inventum tempore quo fuit asignata sacristia m agistro Santi.
171. Item aliud de samito rubeo, cum griffonibus et aquilis aureis in rotis.
172. Item aliud de velluto rubeo, cum rosis albis et campo tartarico albo.
172a. Item aliud in campo aureo, cum avibus, litteris et arboribus de
pernis. Vacat.
172b. Item aliud in campo rubeo deaurato, cum avibus de argento et Angelis de auro.
172c. Item aliud cum ftguris et armis, quod dedit dominus Sixtus.
172d. Item duo alia pluvialia antiqua rubea: unurn de velluto, et aliud
de sirir.o. Item quatuor alia rubea de sendato modo cenghario, pro can
toribus. Hie fuit error.
172e. Item quatuor pluvialia de giallo, cum, frigiis de auro; que fecit
fieri Frater Federicus sacrista; et unum satis antiquum.
173. Item duo aurifrixia de syrico pro Adventu. Unum non est inven
tum, quia fuit perditum tempore Fratris Federici.
174. Item aliud de velluto rubeo et callo.
175. Item parvum, cum pernis totum.
176. Item pro altaribus minoribus aurifrixia.
177. Item aliud de sirico carmosino, cum angelis et avibus de auro et
argento.
178. ttfcm aliud do vereino, cum Seraphinis de auro.
1711. Item aliud in campo varii coloris, cum scaccbis de auro.
179a. Item tria alia parva diversi coloris, quasi lace'rata ; de auro unum,
aliud de velluto rubeo et giallo, aliud diversi coloris.
IX. Rubrics de dossalibus, in armario ubi est littera D.
180. In primis unum dossale tartaricum, cum listis deauratis, pretendens ad rubedinem; quod misit Jlegina Frantie. Littera A.
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181. Ibidem aliud dossale rubeum tartaricura cum listis, totum inauratum; quod fuit domini Nicolai pape IV. Littera .
182. Ibidem aliud dossale tartaricum inauratum, de duobus pannis, et
de quolibet sunt quatuor petie; quod misit una domina de launa.
Littera .
183. Ibidem aliud dorsale tartaricum, listatum, deauratum; quod dedit
Frater Petrus Theotonic us. Littera D.
184. Ibidem aliud dossale tartaricum rubeum, cum compassis, deaura
tum; quod fuit domini Egidii cardinalis. Littera E.
185. Ibidem aliud dossale de syrico velluto rubeo, cum avibus deauratis;
quod misit Regina Ungarie. Littera P.
186. Ibidem aliud dossale de velluto rubeo, listatum, cum tartrico albo
et violato deaurato. Littera G.
187. Ibidem aliud dossale consiiuile. Littera H.
188. In secunda tabula dossale tartaricum viridis coloris, cum diversis
foliis deauratis; quod misit Frater Gerard us Generalis et Patriarcha. Littera I.
189. Ibidem aliud dossale viridis coloris, tartaricum, cum pinis totum
deauratis; quod dedit rex Rubertus. Littera K.
190. Ibidem aliud dossale aurrei coloris, cum listis scacchatis; quod de
dit dominus Ni la us papa IV. Littera L.
191. Ibidem aliud dossale cum campo viridi, et armis ad undas; quod
misit dominus papa Bonifatius VIII. Littera 1.
192. Ibidem alind dossale de velluto callo. Litera IT. Fuit perditum
quando papa Sixtus renit' Asisium, pro quo obligatur Comunitas Asbii.
192a. Item aliud dossale S ixt i quarti, totum de auro et iandis et fiyuris beat/' Francisri et S ixt i quarti; et signatum littera N.
193. Ibidem aliud dossale de tartrico albo, totum deau-[12r]ratum: quod
fuit domini Gentilis cardinalis, Ordinis Minorum. Littera O.
194. Ibidem aliud dossale album, cum ystoria bate Virginie et snete
Clare. Littera P.
195. Ibidem aliud dossale de samito albo, cum ystoriis Passionis et Resurrectionis. Littera Q.
196. Ibidem aliud dossale de samito albo purpureo, cum rosis de auro
et sirico mistis. Littera R.
197. Ibidem aliud dossale de sirico albo, cum listis per latus deauratis.
Littera S.
198. Ibidem aliud dossale de tartrico, cum listis rubeis viridibus et
aureis, et est quasi coloris argentei. (1) T.
199. Ibidem aliud dossale cum griffonibus in rotis deauratis, et est co
loris indici. Littera JJ.
200. Item duo dossalia pro mortuis, de tartrico violato. X.
201. Ibidem imum dossale parvum tartaricum violatum, cum rosis par
vis de sirico rubeo, avibus deauratis. .
202. Ibidem duo dossalia de sirico cum campo viridi, cum armis '"ecclesie domini Bonifacii, Regis Frantie et Regis Anglie. 7.
203. Ibidem aliud dossale brunum (2) de sirico, cum denariis. j.
204. Ibidem aliud dossale brunum, in quo sunt cruces alli coloris et
liliis (sic), cum armis regis Ruberti et Regis Frantie. 4 (3).
(2) Poi vi
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XIII. De cortinis.
248. In primis una cortina nova pro choro, cum figuris sanctorum Francisci, Antonii, Ludovici, Bernardini, Clare, cum Beatis nostri Ordinis,
Pontiflcum et Cardinalium nostri Ordinis figuris.
244. Item alia cortina (1). Item alia cortina.
244a. Item una cortina de sirico, rum multin armis. Item una cortina
calla. Item, una cortina alba. Item una alia alba, rubea el viridis. Item
alia pro mortuis.
244b. Item due alie curtine pro altari vmiore in ecleaia superiore, albi,
i\i]rrdis et closii (2) coloris.
XIV. De iocalibus.
245. In primis cristalli quinquaginta tres inter parvas et magnas, disligatas.
24G. Item unum coclear argenteum cum smalto in medio, in quo sunt
due littere. Fuit positum in candelabri.s, 1506.
247. Item quatuor coclearia argentea, cum una
furchetta argentea.
j live fuerunt poxita in ta248. Item paria oculorum de argento, 8.
bernacido dni I'ajir, et
249. Item pueri de argento parvi, 4 : uncie 8. \ ideo non defieiunt.
250. Item in argento : uncie 8.
XV. De ferris hostiarum, et aliis.
251. In primis paria ferrorum pro hostiis, in.
252. Item paria ferrorum pro cialdis, m (3).
XVI. De armariis et cassis.
25;}. In primis in sacristia interiori sunt armaria tria, in quibus sunt
paramenta et argenta conventus.
254. Item sunt casse due nucee, in quibus sunt tobalee magne pro maiori
altari, numero 30, et due simul iuncte cum sirico.
255. Item sunt reperte tobalgiette et pecette, pulcre et nove, numero 8.
25G. Item reperta sunt sudaria nova 1G, et simul iuncta G.
257. Item reperta sunt sudaria antiqua 22.
258. [13v] In alia vero cassa reperte sunt tobalee benedicte, laborate cum
siricV), 92.
259. In eadom reperte sunt benne benedicte 18.
200. In eadem reperta est camisiotta papal is.
261. In cassone iusta cassam pecunie sunt tobalee benedicte numero 70.
2G2. In eodem sunt reperte benne benedicte 48.
263. In eodem sunt coopertoria guancialium G.
2G4. In una cassula sunt nasitergia, laborata de sirico, 21.
2G5. In sacristia inferiori et exteriori, in nno armario sunt reperte to
balee benedicte 35.
Finis.
(1) Questa dicitura e la seguentt; sono cancellate.
(2, Sic; per quanto
sembri fosse scritto dapprima clotii. Per croeeif
(8) Seguono due Item in
colonna per altre diciture.
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Summarium: Quibus causis et modus Congregatio Capriolorum a Fr. PeCapriolo in territorio Brixiensi ex Observantibus Vieaiiae Mediolanensis
oeperit, novis dooumentis illustratur.
[Nota DmEfrioNis]
Wadding, Annales O. Min., ad an. 1463 n. 21 (XIIIa, 280).
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Ili
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(1; Aroh. St. Milano, Registro missive, an. 1471-1472, . 108 f. 189-140.
Archivum Franewcanum llistoricum. An. Vu.
114
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per essa singulare benivolentia che sempre a me indigno sito servo dignata monstrar, lo voglia aver ricomantlato quantp me stesso. La quale
coxa a me sera gratissima. Recomandandomi sempre ad essa illustrissima
Signoria nostra; la quale Dio sempre conserri felice in questo mondo et
ne V altro.
Ex urbe die 18 septembris 1411.
E. Ill.me D. V.
ac Jesu Christi modicus servus frater
Petrus Capriolus brixianus ord. minorum.
A tergo: Jesus. Ill.m" principi et Ex.m d. domino Galea?. Marie Sfortie
vicecomiti Duci Mediolani, et Papie Anglerieque Comiti, ac Parme
et Crmone domino domino singidarissimo (1).
Al Papa Sisto IV pervenne cortamente la demanda del Doge di
Venezia, chiedente la separazione de' suoi sudditi dai prelati milanesi,
secondo le istanze del Comune di Brescia dietro le preghiere dei frati
del dominio vneto. Sisto IV eman la bolla di separazione.
Ma la bolla prescinde dall'idea di disorganizzazione del P. Pietro da
Capriolo, il quale voleva reggenza dipendente immediatamente dai
Ministri Conventuali. In conformita ai privilegi degli Osservanti riunisce in Vicaria i convenu dell'Osservanza, sparsi nel Bresciano, nel
Bergamasco e nel Cremasco, con dipendenza pero dal Vicario Generale deirOsservanza, e concede facolt di celebrare col consenso dello
stesso Generale il capitolo o di eleggere il Vicario o Custode dei detti
conventi, secondo l'uso delle altre Provincie dell' Osservanza. Inoltre
sottomette alia giurisdizkme del Vicario i monasteri delle Clarisse del
medesimo territorio. La tolla del tenore seguente [18 febbr. 1472]:
Sixtus Episcopus, Servujt Servorum Dei, dilertis filiis Guardianis et
Erafribus domorum ordinis Minorum regularis observance in l'rovincia
Mediolanen. <e<> Brixien., Pergamen. et Cremen, territorio existentibus,
salutem et apostolicam benedictionem._
Circa felkem statum et gubernationem Ordinis vestri continuo inten
dentes, i-otis Ulis gratum prestamus assensum per que, sublatis perturbationibus, possitis cum animi quiete devotum et sedulum Altissimo reddere
famulatum. Hinc est quod ?ios dilectorum filiorum nobilium virorum Ni
colai ducis et Dominii Venetorum, super hoc nobis humiliter supplicantium, in hac jmrte. .supjicationibus inclinad, vos, in ob.servantia tomen
regulan' eobis jier.severatitibtt.s, cum vestris loci.s in Brixien. Pergamen. et
Cremen, territoriis positis ab (dus Provintie Mediolanen. fratribus et locis,
.secundum perfeetam et simplicem regule vestre puritatem , auctoritate apo
stlica tenore presentium separamus, ac vobis sub decti fii Generalis
dicti ordinis aliorumque. dicte regule Prelatorum obedientia, alus omnibus
abiectis offendiculis, vvere ac more Provinciarum Familie cum ipsius
Generalis consensu semel in anno vos congregare, neenon unitm ex vobis
in Vicarium vel Custodem dictorum locorum eligere, qui eandem habeat
aurtoritatem in omnibus ut alii Vicarii Provinciarum, Familie habere solent, nes sub eodetn modo irivere cupientes recipere valent, non
Monasterio Monialium observantie prefati ordinis in dictis territoriis
existenttum regere et gubernare libere et licite vakatis eadem auctoritate
(1) Aroh. Stato Milano, Cart, fram-.
116
indulgemus. Non obxtantibux Constitutionibiis et Ordinationibus apoxtolicix et prexertim felicis recordationix Eugenii UH, Pit II Roman. Pon
tificii m predecessorum^ostrorum, etiamxi tales essent de quibvs et canini
totis tenoribiix Imbaula cxxet prcxcntibus de verbo ad rcrbum mentio xpetialix, necnon xtatutLt et consuetudinibux dirti Ordinix iuramento, confirmatione apostolica rei quavis firmitate alia roboratix, ceterisque contrariis
quibuscumque. Nulli ergo omnino hominum Urea! liane paginam nostre
xeparationis et concessioni infringers rei vi auxu temerario contraire.
Si quis autem hoc attemptare presumpserit, indignationem omnipotentis
Dei ac beatorum Petri et Palili Apoxtolorum eius se noverit incursurum.
Datum Iomae apud Sanctum Petrum anno 1 nearnationis dominici' Millesimoqvadringentesimoseptuagesimoprimo, duodecimo Kalendas Martii,
Pontificatux nostri anno primo.
A tergo: Ita apud me L. Grifum.
L. Grifus.
A. de Gulteris (1).
La bolla non sciolse la questione e neppure plac gli animi.
I Milanesi reclamavano i loro diritti, mentre il P. Pietro da Capriolo
attendeva il momento propizio di far trionfare la sua idea. Si appella
a Sisto IV a nome di molti frati della Provincia di Milano (erano
per solamente i suoi seguaci) contro il B. Marco Fantuzzi, Vi
cario Generale dell'Osservanza, quando questi nel sostenere i diritti
del corpo dell' Osservanza, era caduto in disgrazia del Pontefice. Ci
risulta dalla lettera di Sisto IV del 31 aprile 147'2, nella quale, dice
il celebre annalista Wadding, bellamente esautora il B. Marco dalla
reggenza dell'Osservanza, e d l'incarico a Fr. i^S.) Giacomo della
Marca ed al P. Lodovico da Vicenza di presiedere il prossimo
Capitolo Generale dell'Osservanza da celebrarsi ad Aquila nel 15
maggio. In essa detto che frate Pietro da Capriolo, di nazione bre
sciano, present nei giorni passati alla Curia Romana alcuni articoli
contro Fr. Marco da Bologna Vie. Generale dell'Osservanza. Ma la
causa col consenso del Capriolo e del P. Marco da Bologna venne
deferita al giudizio del Min. Generale P. Zanetto, il quale mand
nella Provincia Osservante di Milano Fr. Gabriele da Venezia,
Fr. (B.) Sisto da Milano e Fr. (B.) Serafino da Mantova in
qualit di Visitatori, delegati dal Romano Pontefice, onde prendere vi
sione esatta dell'origine e svolgimento delle dissensioni, con facolt
piena di inquirere e discutere sulla causa. Sisto IV aggiunge nella
sua lettera, che i tre Commissari delegati per la causa o processo
non gli hanno ancora dato relazione se l'abbiano trattato o diferito (2).
La questione si fece ancora pi forte, poich i frati dell' Osser
vanza ricorsero al duca di i Milano, onde inviasse a Roma un ora
tore a riferire al Papa come stavano le cose. Il Ministro Generale
Zanetto, avuto sentore di ci, scrisse al duca la lettera seguente, come
a discolpa di quanto aveva fatto.
(1) Arch. Prov. Min. Milano. Pergamena 49 cent, e 5 mill. X 29 cent, e
(5 mill.; legato con cordicella serica avvi il timbro plumbeo portante scolpito
da una parte Sixtus Papa UH, dall'altra la faccia dei SS. Apost. Pietro e
Paolo.
(2) Wadding, XIV, 3-4, n. G.
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Iesus.
IH."* princeps et Ex."" domine, humilem commendationem.
Per ledere scripte da frati della observantia ho inteso rome la vostra
IU.m ' signoria ha scripto et mandato uno spellale oratore. alUi Santit de
nostro Signore in la causa de fra Marco et detti detti frati della obser
vantia contra di me, la guai rosa son certo la V. III.""' signoria ha facta
per non essere sfata informa[ta] della pura et semplice veritate. Io me
impaccio quanto meno _posso detti detti frati, et da me non hanno n
impedimento ni vexatione alcuna. Se per suo mal regimento nata alcuna
dissensione tra loro, non mia colpa, et non la deggono gittare addosso
ad me, ne me pare bavere errato che io abbia acccpfati li luochi et frati
che sonno voluti tornare alla vera obendientia secondo la forma della
nostra regola. Se. ho mandato ci commissario ad examinar la causa de
fra Marco, el debito della iustitia me ha inditelo, ma lui non mi pare
abbia facto el debito suo subterfugere el iuditio. De questa causa ho com
messo al Udo padre maestro Iuliano da Lode, el quale ora havemo
facto ministro come la r. IH.*"* s. desiderava, che referischa et dica per
mia parte alcune rose ad essa v. III. s. prego quella se degn ascoltarlo
et dargle fede come atta mia propria persona, el quale el. ricomando atta
v. III."-" s. quanto so et posso, come la sua excellente doctrina et probit
merita. Rieommando etiam alta v. III. " ' *. me et la religione, la quale tutta
ad beneplacito de quella, lo se alcuna cosa vaglio, sempre, come buon
servidor della v. III. - ' s. sonno apparecchiato ad far cosa grata et accepta
ad quella. Nil aliud, valeat felicissime v. III.'"" d.
Ex Brucia die IIIJ Maij MCCCCLXII.
E. V. IH."'
humilis servitor et devotissimus orator
frater Zanettus de Utino generalis mi
nori! m.
A tergo: IU.mo principi et Ecc.1" d. d. Galeaz Marie Sforile vicecomiti
duri Mediolani, Anglerieque corniti et Cremane etc. domino do
mino meo colendissimo i l).
Discussa la causa del Capriolo da parte dei tre Padri sopra ci
tati, l' ultima soluzione doveva darsi nel Capitolo Generale che gli
Osservanti avrebbero celebrato ad Aquila, come Sisto IV aveva sta
bilito. Ma il Capriolo, tornato da Roma prima della Pasqua, in una
lettera al duca di Milano, coglie l'occasione di effondersi in ringra
ziamenti ed in proteste di devozione verso del medesimo, ma nel tempo
stesso si lamenta fortemente del B. Marco da Bologna, e lo accusa di
aver formato un processo contro di lui, nel quale intervennero tre
religiosi : uno mantovano, 1' altro veneto ed il terzo milanese (sono i
tre ricordati nella lettera di Sisto IV) d'ella Regolare Osservanza,
come pure gli altri per parte di Fr. Marco, erano della stessa religione.
L' inquieto Capriolo, come appare dalla lettera che riportiamo, forse
scambia per lo meno, se pur non lo afferma con inganno, il P. Zanetto
per U B. Marco da Bologna, poich il documento pontifcio fa comparire
il Zanetto a giudicare della questione contro Fr. Marco da Bologna,
(1) Arrh. St. Milano, Cartella Franrescnni.
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CODICOGRAPHIA
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est. Dico: successive. Plures etenim amanuenses tum ante 1430 tum
circa 1450 operi exequendo collaborasse videntur, ast nescio quo ordine,
cuius rationem detegere non facilis est negotii. Et revera:
ff. lr-34r descripsit una eademque manas, uti remur, salvo periti
palaeographi iudicio; ff. 34v-38v exaravit secundus amanuensis; ff. 89r55v opus est tertii et accuratioris quidem scriptoris; f. 66 videtur a
primo amanuensi scriptum; ff. 57r-83r a quarto transcriptore exarata
sunt; temen in ff 80v et 81r ipro maiori parte) iterum apparet manus
primi scriptoris; ff. 83v-101v tertius descripsit: ff. 102r ad finem exa
rata videntur a secundo amanuensi. Quidquid est, plures illi scriptores, alii aliis aetate posteriores, apographon descripserunt intra li
mites decern liistrorum ab neunte ad medians saec. XV. Et quidem
sat accurate totum opus compleverunt Monachi S. Crucis. Tituli et lem
mata capitulorum minio rubro sunt exarata: quae inscriptiones omnes
provisorio, attramento nigro in margine foliorum repetitae exstant, quamvis earum plures, sicuti et custodes et signaturae a cultello librarii postea partim ablata sunt. Materialiter iam descripto cdice, in
eo contentos indicemus tractatus.
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(f. 57r) Reverendo in Christo patri fratri Crescentio... des. Data in loco
Grecii III0 Ydus Augusti. Hubr. (f. 57v). De Nativitate eius et de vanitate et. curiositato... circa pauperea, Incip. Franciscua de civitate
Assisii oriundus... = des. iuxta inensuram divinae gratiae se conformantes, ut ad caelestem gloriam pervenirent. Amen. = Infra legitur:
Expliciunt miracula cum vita beati patris Francisci. Sed haec verba linea rubra illita sunt. = Cfr. A A. SS. oct. 11. 728-42; et editiones Pisauri 1831; ed. Amoni, Romae 1880: ed. Faloi, Fulgineae 1898; ed. Marcellinus et Domenicbelli, Romae 1889. Textus nostri Codicis conaonat
cum editione ap. AA. SS. 1. c. ; estque diatinctua 18 capitibua cum totidem lemmatibus. Haec varians in titulo cap. XII: (Jualiter beatus
Franciscua cum sex sociis ivit... (Nonne amanuensis legit VI pro X'?).
Ordinarie numeri in textu occurrentes non omnibus litteris sed characteribus propriis romanis exprimuntur. In fine prologi uon adest
elenchus lemmatum.
3. (ff. 79v-147r) [Actus Beati Francisci mirabilesl
Ruhr. Incipiunt, actus quidam mirabiles beati Francisci et sociorum eius primorum. - Incip. Ad laudem et gloriam Domini nostri...
quae etiam valde sunt utilia et devota. Primo igitur sciendum est quod
beatus... (incipit ergo absque distinctione vel titulo bocce cap. I.). Des.
Quoa exercitat interim malitia reproborum. Ad laudem Domini Nostri
Ieau Christi : Amen. - Cf. P. Saba tier. Actus B. Francisci, Talis 1!X>2.
Uti constat ex des. textus noater non habet nisi (55 capita. (Sabatier,
p. 191). Insuper notare lubet ([uod codex noster optime concordat iterum cum Ms. 343 Acad. Leod., cuius variantes lectiones, uti et omissionem duorum lemmatum passim aigniticare cuiavit Sabatier, 1. c.
4. (ff. 148v-llov) [Verba admonitionis S. Francisci].
Hubr. In nomine Patris et- Filii et Spiritu sancti. Haec sunt verba
sacrae admonitionis venerabilis patris nostri sancti Francisci ad omncs
f'ratres suos. Incip. Dixit Dominus Ieaus discipulis suis: Ego sum...
Collatione instituta cum: Opuscul. S. I'. Francisci, Ad CI. Aquas. 1904,
hae variantes lectiones adsunt in lemmatibus.
Cap. IH. (f. 148r) De perfecta obedientia. Cap. IV (f. 158v) Quod
nemo appeteret sibi prelationem. Cap. X (f. 119v) De ca8titate cor
poris. Cap. XII (f, 150r) De cognoscendo spiritum Dei.
Cap. XIV
(f. 160r) De paupertate. Cap. XV (f. 150r) De pace. Cap. XV] II
(150r) = cap. XVIII et XIX edit, novissimae. Cap. XIX (f. 150v) De
bumili servo Dei. Cap. XX (f. 150) De bono et vano religioso. Cap.
XXII (f. 151r) De correctione. Cap. XXIII (f. 151^ De humiliate,
= cap. XXIV et XXV ed. nov. Cap. XXV (f. 161v) De virtute effugante vicium. = Codex noster conferendus est cum Cod. Assisiensi
888 (vid. op. cit. 155-7) cuius pleraeque variantes lectiones hie recurrunt.
Des. Beatus servus qui secreta Dei observat in corde suo.
5. (ff. 151v-157r) [Epistolae II S. P. Franciscil.
a) (ff. 151v-154v) [Ep. ad omnes fideles|.
Hubr. Opuaculum Sancti Francisci monitorium. Inc. Univerais
religiosis clericia et laicis masculis et feminis... Cum sim servus... des.
perseveraverint usque in finem benedicat eis Pater et Filius et Spiritus
aanctus. Amen. = Notanda. Duo occurrunt rubricae in ipsa epistola:
(f. 153v. infinita aecula seculorum. Amen. Hubr. De poenitentia et cor
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reetione. Inc. (f. 154r) Oinnes autem ill! des. (f. 154r) nescitis et ignoratis. Ruhr. De intirmo qui male poenitet. Inc. Inflrmatur corpus... des.
(f. 154v) uti supra dictum. = Etiam hie recurrant variantia Cod. Assisiensis 338; cfr. 1. c. pp. 183-5. .^ed phrasis ill sic constructa: nuntiavit
altissimus Pater de caelo per sanctum Gabrielem Angelum suum in uterum beatae et gloriosae Virginis Mariae ex cuius utero verain recepit
b) (ff. 155r-157r) [Litterae ad Oapitulum generale],
Lemvia (postea in marg. additum): Haec est epistola beati Francisci quatn in fine vitae suae misit capitulo generali. Incip. In nomine
Summae Trinitatis et sanotae Unitatis Patris et Filii et Spiritus sancti
Amen. Reverendis et multum diligendis... (f. 157r, circa finem): Ego
fr. Franciscus... dico propter Dominum Ihesum Christum fratri N. Ministro totius... des. omnipotens per omnia saecula saeculorum. Amen.
Textus omnino consonat cum Opusc. cit. pp. 99-107.
6. (f. 157r-157v) [De Reverentia Corporis Dominij.
Rubr. De reverentia corporis et munditia altaris. Incip. Attendamus omnea clerici, magnum peccatum et ignorantiam. Des Hoc scriptum ut melius debeat observari, sciant se benedictos a Domino Deo qui
ipsum fecarint exemplari. = Dempta ultima phrasi, omnia concordant
cum edit, noviss. pp. 22, 23. Desideratur hie rubrica rinalis, sicuti pro
tractatu sequenti deest lemma.
7. (ff. lo7v-158r) [Salutatio virtutum].
Incip. Regina Sapientia, Dominus salvet... des. ut possit (!) facere
de eo quidquid volunt, quantum fuerit eis datum desuper a Domino. =
Desideratur verbulum salutationis : Ave. De cetero consonant textus
noster et edit. cit. pp. 20, 21.
8. (ff. 158r-v) [De quodam milite].
Ruhr. Miraculum de quodam milite. = Incip. Fuit quidam miles
fortis et multas... des. volo esse fortis meipsum imp'ugnando. Paulo
inferius posterior manus addidit: Ad honorein Dei In nomine Patris et
Patris et Spiritus sancti. Amen. Est cap. GO. Actuum R. Francisci ;
ed. Sabatier, p. 192.
H. Cod. 6. Q. 1. Chart., mensuras habens 210mmX143mm
ff. circiter 200; variis manibus altera medietate saec. XV exaratus.
Varia ascetica continet: Et pertinet fratri bus Sanctae Crucis de Claro
loco prope et extra muros opidi Huyensis leod. dyocesis , uti legitur in primo fol. insit. In tertio folio insititio ad finem, inter diversas notulas descripta sunt :
[Verba quaedam S. Francisco tributa].
Lemma. Verba S. Francisci ad confratres suos. Incip.
Dum status ecclesiastic us erit sine sancti tate,
Principes saecularos sine iustitia,
Populus sine devotione,
Virgines sine castitate,
Divites sine misericordia,
Mulieres sine verecundia.
Religiosi sine obedientia.
Tunc enim appropinquabit finis mundi.
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CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
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CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
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CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
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= Oper, omnia, VIII, 28 sqq. Indicatur codex noster p. XXXI inter non
collatos. Nulla hie lemmata, nulla capitulatio.
P. Hugolinus Lippens, O. F. M.
-t-^'i'^r"
BIBLIOGRAPHIA
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BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
ac Henricus Bohemus ap. AF III, 518-20. P. 9, 1. A legas osctila beatorum ; itemque 1. 15, contra MS., mihi super pro insnper.
Clauditur deraum volumen hoc 1J, non secus ac I, indice duplici:
I) analytico (582-622), et II) indice Auctorum et Codicuin (628-41), in
quo A. librorum a se allegatorum inscriptiones fuse, et recte quidem,
transcripsit.
Quibus expositis, Auctori pei-quam erudito et indefesso, et plausum
sincerum pro opere praeclarissimo iterum damus, votaque promimus,
ut mox yolumen tertium, pari diligentia et notitiarum abundanti messe
coinpactnm, in publicum edere ipsi liceat.
P. Michael Bihl, 0. F. M.
1. Bang, Willy. BeitHige zur ErkMrung des komanischen Marienlujmnm. Mil einem Xachwort von F. C. Andreas, apud
Nachrichten der K. Gesellschaft dcr Wissenschaften zu Glittingen.
Philologisch-historische Klasse, 1910, 61-78.
2. Idem. Ueber einen Komanischen Kommunionshtjmnus. Bruxelles,
Hayez, imprimeur des Academies Royales de Belgique, 1910:
in-8, 12 pp. et 2 tables. Extract, ex Bulletin de I'Academic
Moyale de Belgique, Classe des Lettres, (= BARB. Lett.) n. 5
(mai) 1910.
3. Idem. Zur Kritik des Codex C'umanicus. Louvain, Librairie
Universitaire des Trois Rois, 1910; in-8, 1G pp.; cum tabula
autotypica.
4. Idem. BeitHige zur Kritik des Codex Cumanicits. Bruxelles,
Hayez, 1911 ; in-8, pp. 13-40. Extract, ex BARB.Lett.
n. 1, 1911.
5. Idem. Zu der Moskauer Polowzischen Wftrterliste. Ibidem, 1911;
pp. 91-103. Extr. ex BARB. Lett. n. 4, 1911. Cum tab. autotyp.
13. Idem. SprichwOrter und Lieder aus der Gegend von Turfan
mil einer dort aufgenommenen WOrterliste von Alb. von Le Coq.
Note Bibliographique. Ibidem, 1911; pp. 405-1(3. Extr. ex BARB.
Lett. n. 7, 1911.
7. Idem. Komanische Texte. Ibidem, 1911; pp. 459-73. Extr.
ex BARB.Lett. n. 9-10, 1911. Cum duabus tab. autotypicis.
8. Idem. Ueber den angeblichen Introiius natorum et nascitorum >
in den Genueser Steuerbucheini. Ibidem, 1911; pp. 27-32.
Extr. ex BARB.Lett. n. 1, 1912.
9. Idem. Ueber die Riitsel des Codex Cumanicits, ap. Sitzungsberkhte der Kgl. Preuss. Akad. der Wiss. Philos.-hist. Classe,
18 April 1.9/2, XXI, [Berlin] 1912; pp. 334-53. Cum duabus tab.
phototypicis.
10. Idem. Ueber die Herkunft des Codex Cumanicus, 1. c. 1913;
pp. 244-5.
11. Idem. Ueber das komanische TEIZMAGA und Venoandtes.
Bruxelles, Hayez, 1913; 5 pp. Extr. ex BARB. Lett. n. 1,
1913, pp. 16-20.
12. Idem. Altaische Streiflichter, Louvain. Libr. Univ. des Trois
Rois. 1910, in-8", 16 pp.
BIBLIOGRAPHIA.
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BIBUOGRAPHIA.
Bang. n. 4, p. 33\ quam 10 aug. 1338 ex Amaloch in imperio Medorum scripsit ad Confratres suoa conventus Victoriensis. Narrat se e
Tliana ad Saray profeotum esse, ubi (ait) priux liriguain terrae ittiux
volui addixcere, et per Dei gratiam didir-i linguam cuman i ram ef litteram uiguricam, qua quulem lingua et littera utuntur comtnu niter
per omnia ixta regna xeti imperia Tartarorum, Pirxarum., C/ialdneoriim.
Medorum et Cathay ; cf. "Wadding, ad an. 1342 n. 10 (VIP, 256): Anal.
Franc. Ill, 633.
1. Editio codicis cumanici a Knun curata, licet laudanda sit, omni
bus tamen numeris absoluta minime dici potest; cf. quae de ea cl.mus
Wilh. Eadloff, Prof. Universitatis Petroburgensis egit: Bericht fiber
die. Auxgabe dex Sprarh materials ilex Codex Cu manicux ap. Me'moirex de
VAceulrmie Imp. dex Sr.iencex de St.-Peterxbaurg, XXXI, 121-24; praesertim vero, Dux Ti'irkixche Sprachmaterial dex Cod. Cum. ap. item. cit.
XXXV, 1887, !Hss. Quia vero W. E. arbitrarie valde lectiones codicis (seu
magis editionis) coniecturis etc. exagitavit, cl.mus Wil. Bano, Professor
Universitatis Lovaniensis locos quam plures Codicis Cumanici (= CC)
denuo examini subiecit, tersius edidit. eruditissimisque adnotationibus
pbilologicis, glottolog'cis, morphologicis, pboneticis, etc. illustravit; vocabulisque adductis e Unguis cumanicae affinibus: uigurica, turcica,
tschagaitica, tarantschi, etc.
Primo W. B. hymnum cumanicuin in honorem B. Mariae V. e CC
(p. 137-44 = Kuun, 186-206), ubi glossis interlinearibus latinis pluribus
in versibus explicatur, partim denuo edidit, vocabula quaedam correxit,
illustravit, versionemque germanica lingua proposuit, quam versioni
germanicae et explicationibus erroneis cl. It ad loft' ap. Mem. cit., XXXV,
91ss. opponit.
Huic dissertationi cl. F. C. Andreas, 74-8. appendieem subiunxit,
ostendens hymnum ilium cumanicum versum esse ex priore parte alterius recensionis, saepius sat differentia, Pxalterii B. Mariae V., ap. M one,
Hyiiini Latini medii aevi, II, 233-7 ; vers. 1-308. Interim vero et ipse W. B.
fontem eruerat, undo hymnum integrum e CC una cum fonte collatum
se iterum editurum pollicitus est (61). Id quod tamen nondum praestitit.
2. E CC f. 75r-v (= Kuun, 213-4) W. B. denuo hymnum alium cu
manicum ad S. Communionetn christianis decantandum correctius recenset (4"), textum suum cum iUo a Radloff. ap. Mem. cit. 109 elaborato
conferens (5\ itemque versionem novam tradens (6-7); adnotationes criticas
subtexens, necnon et versiculos disiectos aliorum hymnorum subnotans
(8-in. Hymnus cumanicus IX semi-strophis ternoi mn versuum consistit, quorum binae clausulis inter se consonantibus counectuntur. In
CC f. 75r-v hymnus absque glossulis latinis descriptus est, sed cum
notis musicis cantus firmi; quas paginas W. B. in fine autotypice exprimi curavit. Quoad melodiam, ^quae nobis caeterum nota non est)
subiungimus eanulem e tribus partibus consistere, iuxta tres priores
strophas; tunc secundae strophae melodia repetitur; inde tertiae, postea primae. Hinc denuo melodia secundae, tertiae, demumque primae
strophae ex ordine redit. Unde hanc melodiarum seriem babes: 1,2,3;
tunc 2, 3, 1; denuoque 2, 8, 1.
Malumus tandem, una cum Kuun.
213, carmen istud hymnum de I'axxione Domini dicere, cum de hoc
praesertim mysterio in eo canatur. Quod in ultima stropha convivium aeternum in Paradiso a poiita efflagitatur, doxologiarum imitatio
est, non vero allusio ad S. Communionem, de qua nullibi in carmine
qtiidpiain pangitur.
BIBLIOGRAPHIA.
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142
BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
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207-8, item textum hymni cumanici Soz etis bolupturur edit (468), additis
fonte latino, scil. hymno: Verbum caro factum eat, ex Virgine Maria,
= Chevalier, 2137; adiectis insuper et versione propria in vernaculo
germanico necnon et Radloffii versione mendosa (470-1). Quibus textibus not&e criticae suecedunt (467; 472-3). In fine adsunt textus praedicti e CC autotypice exemplati.
8. Quoniain cl. H. Sieveking. Aus Genueaer Itechnunga- und Stetierbilchern, ap. Sitz.ber. d. Akad. Wien, PhiL-hist. Kl., 162, 1909, 60, e do
cumentis archivi urbis Januae deduxerat circa an. 1420 ibi tributum
impositum fuisse vestirnentis holosericis neonatorum*, quod in
documentis illis < introitus natorum et iiaacitorvm vocatum esset, cl.
W. B. in hanc formulam inquirit. Ope CC = Kuun, 106-7, ubilegitur:
nachus (latin.) = nagh (persian.) = liac (cuman.), et naaicius (lat.) =
nasiz (pers.) == nasid (cuman.), itemque ope aliorum textuum Auctor probat, ibi agi non de infantibus. sed de vestibus sericis auro vel argento
intextis. Unde in documentis Ianuensibus e iontra legendum foret:
Introitus nacorum et nasiciorum.
9. Auctor denuo e CC f. 60r-v Kuuu, 143-8, aenigmata plura
correttius, quantum status huius folii, cuius paginas in fine phototypice offert, sat attritus perrnittit, publicat, adiecta cnilibet aenigmati
versione germanica, subditisque notis pbilologicis.
10. Hoc in perbrevi commentariolo Auctor denuo originem Codicis
Cumanici investigate Waddingus (ait A.) Aim. Min. ad an. 1314 n. 10
i VI-, "227) e vetusto codice ante CCC annos scripto ab auctore Anglo,
cui nomen Polychronicoit bibliothecae Vaticanae, inter loca Vicariatus Tartariae Aquilonaris O. F. M. enumerat quoque locum:
Sanctux Iohannea >; itemque ad an. 1400 n. 12 (IX2, 234). Unde non
absque causa, immo probabilius, ob exordium CC (cf. p. 139 1. 13),
bunc Codicem in illo conventu FF. Minorum S. lohannis, qui in regione Cumanorum situs erat, compilatum esse coniecturat. Con
ventu s iste a Sarai vetere tribus milliaribus distabat, ait recte W. B. ;
cf. "Wadding, an. 1334 n. 6 (VIP, 160). Sed etiamnum situs praecisus
ipsius ignoratur; cf. Anal. Fr. Ill, 516; Golubovich, BTS II, 557 [cf.
p. 137 1. 35ss.]. Subiungimus Waddingum catalogum ilium Conventuum
e cod. Vatic, lat. I960 bausisse, e quo ilium ed. C. Eubel, Provinciate
O. F. M. vetust., Ad Cl. Aq. 1892; praeterea Polychronicon illud opus
esse Fr. Paulini Veneti O. M., partimque editum esse ap. Muratori, Autiq. Hal., IV, 951ss. De quo Fr. Paulino et codice cf. Golubovich,
BTS II, 74ss. (Cf. supra, p. 134s.). De conventu isto Sancti lohannis,
cf. BTS II, 266, 267, 272, 557.
Attamen ipse W. B. nomina aliorum conventuum eiusdem Vicariatus Tartariae Aquilonaris sequenti modo cum urbibus cognitis comparat: Baraton = Barasou = Carasu = Qara-su [bazar] cf.
(ait): Br u un -Re my, Die Goten am Pontus, Odessa 1879, 44; Tomaschek, Die Goten auf Taurien, 37. Cata = Slcata = Solcata = Solgat = Eski-krym; cf. (ait) Journal asiatique, 1850, iuilL 58. Quae no
mina cum illis a cl. P. Golubovich, 1. c. II, 548, 566s., propositis adamussim conveniunt. Pro situ nostrorum Conventuum dictae regionis
stabiliendo W. B. lectorem praeterea remittit ad H. Yule, Cathay ami
the way thither, London 1866, 233-4 : H. Yule, Marco Polo, ed. H. C o rdier, London 1903s; von Hammer, ap. Jahrbilclier der Literatur, 65,
Wien 1834; circa Sardaya: cf. Tomaschek, ap. SttzJber. Wien. Akad.
87, 1877, 75; Miklosisch, ap. Denkschriftend. Wien. Akad. XIX, 1870,
144
BIBLIOGRAPHIA.
247-8 ; M a r q u a r t, ap. KHeti Szemle, XI, 13ss. ; K. D i e t e r i c h, Byzantinisrhe QueUen zur Liinder- mid Vblkerkmide, II, 160 (= Stiibe, Quellen mid For.se/imiyii zur Krd- mid Kulturkmide, Leipzig 1912). Quoad
formas Beler Bulgar of. (ait) seriem earum ap. SiSmanov, ap. Keleti
Szemle, IV, 350. Cf. supra, 137.
11. Hac in dissertatiuncula Auctor philologice in verbum : teizmaga,
quod tribua in locis in CC occurrit, 161, 162, 185, inquirit, probans illud
Bignificare off'erre.
12. Contra cl.mos Sal em a nn (cf. n. 14"* et Itadloff Auctor textus
muitu-teleuticos, tarantschicos, etc. ab hoc evulgatos, morphologice,
pbonetice, etc. accurate examinat, cos plurimis mendis foedatos esse demonstrans.
13. Auctor hie alios textus turcicos a Padloff, Proben der Volkslitteratur der Tiirk. SUimme Sild-Sibierien.s, I-VI etc., evulgatos item eritice examinat, iterum, itemmque prodens hinic virum doctum neque
methodum bonam, neque curam sat diligentem in textibus edendis
adhibuisse.
14. Contra plures accusationes et critieas a W. B. in supra allegatis
dissertationibus et opusculis adversus cl. W. Radloff motas, insurrexit
K. Salemann, qui plura a W. B. obiecta et exposita infirmare conatus
est, Radloihi, socii stii, opiniones def'endens. In parte priore (943-51) de
vocabulis turcicis (cumanicis) CC agit; in parte altera (961-57) de vocibus persianis (persicis) CC tractat K. S. Ad quae increpata W. B.
iam maximam partem respondit in dissert, supra sub n. 6, 8, 9, 12, 13
recensitis. Cf. etiam n. 15. Ipse W. Bang in CC magis adhuc
inquirens, decurrente anno 1914 opus mains CC publicabit.
15. Hac in diss. cl. C. Frati versus quosdam italicos in CC f. 56v,
59r = Kuun, p. 133, 141, denuo correct ins edit. In. loco altero minime
de autographo Petrarchae agitur, uti Kuun, 141, autumavit. Cl.
F. insuper traditionem sat vulgatam respuit, iuxta quam CC inter MSS.
fuisset, i|uae Petrarcha. celeberrimus ille humahista (t 1374"), bibliothecae
D. Marci dono dare promiserat. Hanc traditionem Kuun, p. Il-X, docte
probare studuerat. et W. B. n. 4, p. 36, adhuc admisit. Traditionem vero
illam (seu si mavis legendam") iam cont'utaverat los. V al en t i n el li,
Bibliotlieea Maiiuxeripta ad S. Marci Venetiarum, I, Venetiis 1868, 6ss. ;
praesertim vero Pierre de Nolbac, VHrarqne et I'humanLtme d'aprtx
nn essai de restitution de sa bibliotheque, Paris 1892, 74ss. Versus
autem illi italici a C. F. e CC editi modum carminum Petrarchae sapiunt, cuius autem sint, ignoratur adhuc. In CC f. 76v iuxta Kuun,
218, legeretur: Ixte liber est domini Antonii de Finalr. Quae lectio
communiter hucusque recepta fuit, et ipsi Kuun \cL p. VII) et claro
Dosimoni (1. c.) ansa fuit admittendi hypothesim, iuxta quam Codex
Cumanieus e Liguria provenisBet. C. F. econtra exponit locum legeudum esse: Antonii de Zirale sive Zinale. Undo origo ilia Ligustina
nullo modo probatur.
Praemissarum dissertationum, opusculorumque maximam partem
ipse C. Frati breviter reoensuerat in diss. Bollettino bibliof/rafico Marciatto, ap. Bibliofilia, XII, Firenze 1911, 415-7, scil. ex ordine n. 3. 2.
I, 15; ibid. XIII, 1911, 269-71, scil. n. 14, 12, 4, 6; ibid. XV, 1913, 92-3,
scil. n. 7, 9, 10, II. Insuper, 1. c. XII, 416, ipse C. Frati primani paginam CC autotypice describemlam curavit.
P. Michael Bihl, O. F. M.
BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHI.
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tous les Sfs. Franois est celui de Fra Angelico la salle capitulaire
de S. Marco (255).
IXe Leon: La fin de la Renaissance et la Renaissance catholique
(290-321). Influence de Savonarole sur les reprsentations doulou
reuses (298-806). La grande Passion de Gaud. Ferrari N.-D. des
Grces Varallo (1511-13) rappelle les estampes allemandes (298s);
Luini peignit, en 1529, une autre Passion N.-D. des Anges Lu
gano (299). Le Sacro Monte de .Varallo est dcrit p. 303-6. Canons
du Concile de Trente sur les arts (316-8); le livre de Molanus (319-21 "t.
X' Leon : Les derniers chefs-d'uvre franciscains. Rubens et Murillo (322-61). Aprs 1550 les Mendiants sont en dcadence, d'aprs
l'A., quoiqu'ils tchent de reprendre nouvelle vie (322-8). Les immenses
couvents dominicains en Ethiopie, vers 1611, sont des romans (325). Le
style baroque ou jsuite , dont le type est le Ges de Rome, se
serait dvelopp du type toscan des glises des Mendiants: forme
de T, une seule nef sans transept, les chapelles latrales rduites
l'tat de niches (329: v. Thode, 342, 385; d. frau. II, 38, 82). Le squelette
du Bernin Saint-Pierre est un retour aux danses macabres (331s);
le sublime Ravissement de S. Franois San Pietro in Montorio, et
l'incomparable ligure gisante de la Bse. Albertoni S. Francesco a
Ripa sont du mme Bernini (334). St. Ignace, dans ses Exercices, suit
la mthode des Mditt. Vitae Christi (336s). Le grand pote-artiste
Rubens peignit pour les Itcollets d'Anvers an Dernire Commu
nion de S. Franois (343) et, d'autres scnes franciscaines (343s.); Rem
brandt peignit des portraits de Cordeliers (347). Enfin le Conf
rencier passe aux Espagnols. Ceux-ci ddaignrent de peindre S. Fran
ois 'en surhomme, l'italienne. Le Greco, frntique et apoca
lyptique, le reprsento maci, en as te convulsif ; planche XI (350s.).
Ri bal ta et Zurbaran l'imitent (352); l'art de Mu rillo, me plus
sereine et tendre, mais raliste loquent, semble l'A. trs franciscain,
p. ex. dans sa Cuisine aux Anges (353) et ses Immacules Conceptions (355s.).
Arriv ici, l'A. termine son Histoire artistique des Mendiants. Cette fin
ne laisse pas d'tre un peu trop ple, agonisante, abrupte. Nous aimons
croire qu'il aurait t facile l'A. de continuer et de pousser plus
en avant, vers nos temps, cette histoire. Car, en effet, la floraison ar
tistique des Mendiants ne p Hissa point ses derniers rejetons la lin
du XVII* sicle. A un autre donc, de parachever cette histoire!
Voici encore quelques points que nous avons relevs dans le
cours de l'ouvrage. La rencontre .de St. Francois et de St. Dominique
ne s'est pas inscrite seulement dans la liturgie dominicaine (17), mais
tout aussi bien dans la liturgie franciscaine. M. G. ne devrait plus
continuer de citer (38) les Defmitiones du chapitre gnral de Narbonne d'aprs Rodulphius, De huit. ser. relu/., >239: Thode, 310s. ;
ed. franc. II, 10ss., mais d'aprs AFH III, 502-4. Nicolas IV, mort
le 4 avril 1292, ne put pas envoyer Assise, en 1296, les artistes ro
mains (71). P. 66 en note il relate l'histoire rapporte par Wadding,
(VIIIs, 333): S. Franois aurait enlev S. Paul, peint dans un vitrail, son
pe pour tuer un vque. La fresque du baptistre de Parme
n'est point si nigmatique (66); elle reprsente la stigmatisation: v.
AFH III, 429s. P. 70 sur Fr. lacopus Musivarius v. l'article publi dans
AFH II, 369-77. Les comptes de S. Francesco l'poque de Giotto (72)
sont perdus; v. AFH VII, 70ss. C'est la vie de St. Louis vque, qui
est peinte au rfectoire de Sta Croce Florence (77). Le Nol de
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BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGKAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
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MISCELLANEA
s
On an English Codex containing the Rule of the Third Order (a). A Codex
which has recently come into the possession of the present writer
contains :
1) An old English version of the Rule of the Third Order of
S. Francis.
2) A Latin fragment extracted from the Hosarium of Bernardino
de Bustis.
It is written on thick vellum, measuring mm. 198X130, and con
sists in all of 19 leaves. The first leaf contains an illuminated picture
of the Stigmatisation of S. Francis. Leaves '2-14 inclusive contain the
English version of the Rule of the Third Order. It begins with the
following heading: Here, beginnyth the Chapifuris of the III** order of
Seynt franceys for the Brethren and Snsters of the order of Pcnitentis. The index of the chapters of the Rule occupies leaves 2-3. The
portion of the Codex containing the Rule of the Third Order is written
in a neat and legible English hand of the latter half of the xv century.
There are 19 lines to the page and the text is in black with the chapter
headings in red. Some discussion of this version of the Rule is given
later.
Leaves 15-16 contain the Latin fragment which is an extract from
the 27lh Sermon, part 2, of the Rosarium of Bernardino de Bustis. It is
written in a smaller and different hand from that of leaves 2-14. There
are 22 lines to the page and the capital letters are alternately in blue and
red. The fragment begins with a very fine illuminated capital D surroun
ded with scroll work. The hand of these leaves would appear to be Italian
and is probably later than that of the Rule. It contains a list of pro
minent members of the Third Order both men and women, some of
whom have been canonized or beatified. Leaves 17-18 contain illumi
nated pictures of Christ being taken prisoner in Gethsemane and of
Christ before Pilate, and facing these illuminations is the text of the,
Rule of the Third Order enjoining the recital of the 12 Paternosters
and Glorias for Matins and the 7 Paternosters, the Credo and the Mi
serere for Compline. The leaves which must have contained the other
Hours, have been cut out, probably for the sake of the illuminations.
This arrangement of the scenes of the Passion and the canonical Hours
facing one another is not accidental, but is aimed at inviting to the
pious meditation upon those mysteries of the Redemption during the
recital of the office.
The history of the Codex, as far as it can be ascertained, is as
follows. It belonged in the XVIII century to the celebrated English
(a) Summarium: Describitur MS. ipsius Auctoris dissertationis, eontinens
textum anglicum antiquum Regulae Tertii Ordinis S. Francisci.
[Nota Directionis].
MISCELLANEA.
157
Pennant Codex.
Chap. I. Of the.
of the bretheme and
reule..
Chap. II. Of the
brethren and susters
catholik feith
susters of this
comyng of the
to this reule.
158
MISCELLANEA.
Chap. XIV.
Chap. XV. Of hering of masse
of the brethern? and misters of this
reule.
Chap. XVI. Of almvs doing of
the bretherne and stutters of this
reule.
Chap. XVII. Of silence (1) keping in the chirche of the brethern
and susters of this reule.
Chap. XVIII, XIX, XX, XXI,
XXII, XXXIII, XXIV.
Chap. XII.
Chap. XIII. Till inibi audituri.
impe-
diat.
Chap. XIV, XV, XVI.
XVII, XVIII, XIX, XX.
MISCELLANEA.
159
160
MISCELLANEA.
rat quoad titulum principalern, qua ex re constat ipsum esse qui eos
adiunxit, non vero eos in originali invenisse; desunt enim etiam in codice ab Ehrle descripto. Sunt vero hi ab amanuensi adiecti tituli :
Pag. 229: Declaraiiones dinersis Articulis distinctae super Regidam
fratrum B. Francisci, Minoris Observanfiae nuncupatorum, et refutatio
ns errorum in eadem Regula ortorum.
Ibid. Litterae, Ioannis XXII super extinctione quarjtindam Religionum
falsaruni, in Narbonensi et Tholosana Provinciis erectarum.
Ibid. Liiterae quorundam Cardinalium ad Archippiscopos et Episcoj)o$ Siciliae.
Ibid. Confirmatio Regttlae fratrum B. Francisci Minoris Observantiae nuncupatorum, a Clemente Papa Quinto, errorumque contra earn
insurgentiuni extinctio.
Post haec sequuntur p. 230-285 textus qui ad collectionem proiectam
pertinent et ad quos referuntur praecitatae inscriptiones. Sunt autem
(cf. ALKG III, 2):
Pag. 230-264: Sapientia aedificavii sibi domum.
Pag. 264-206: Litterae duorum Cardinalium directae Generali et
Provinciali Ministris.
Pag. 266-285: Processus Genoralis Ministri contra Fratres Narbonenses.
Tituli amanuensis saec. XVII mox indicata documenta superant
numero ; collectio proiecta igitur, uti nunc in codice iacet, non est
integra : revera duo folia 286-87, 288-89, avulsa sunt. In ima pagina 285
legitur adhuc initium sequentis textus: Vener quocum incepisse videntur litterae Cardinalium ad Arcbiepiscopos et Episcopos Siciliae, quae
quidem in adiecto amanuensis indice indicantur, in ipso vero textu desunt.
Caeterum codex cum indicationibus P. Ehrle e codice Parisino factis fere
convenit. Nec tamen credendum est apograph um Waddingianum factum
esse e codice Parisino. Obest enim ipse textus, qui variantes quasdam
praebet lectiones. Ubi ex. gr. cod. Parisinus ALKG III, 7, lin. 14,
habet viges, ex quo Ehrle construxit v/ge\it]s, apographum nostrum
recte praebet viget. Pariter ALKG III, 7, lin. 30, pro vocabulo quod
P. Ehrle legit stanus cum puncto interrogativo, apographum Isidorianum clare et recte habet squamis ; pro habeat ALKG III, 8, lin. 9,
textus noster melius liabebat, etc.
Quibus dictis, patet iam AVaddingum cognovisse scriptum llaymundi
Fronsiaci Procuratoris Ordinis. Non vero cortior fieri potui, utrum doctissimus ille Annalista etiam hunc textum in Annalibus Minorum adhibuorit. Perscrutanti mihi volumina, quae ad illud tempus referuntur,
nullum occurrit indicium.
Alia conclusio ex dictis ea est, quae sententiam P. Ehrle, Raymundum scil. Fronsiacum opus non complevisse, confirmat. Nam etiam apo
graphum Isidorianum non habet nisi indices cum appendice aliquorum
textuum.
>
P. Livarius Oliger, 0. F. M.
CHRONICA
I. Cronaca Italiana.
*% uscito un nuovo fascicolo del Bollettino della Societ Internazionale eli stitdi Francescani in Assist: ann. X-XI, Novembre 1913,
fase. VIT, Assisi, tip. Metastasio, 1912; in-8", pp. 48. Listato in nero, per la
recente morte del suo Vice-Presidente, Prof. Leto Alessandri (cf. AFH V,
793-4), e quella phi recente ancora del Presidente stesso, Dott. Antonio
Fiumi Koncalli. Vi si riferisce delle due ultime Adunanze Generali tenute
dalla Societ: 16 Giugno 1912 (3-33) e 4 Maggio 1913 (35-41). Nella
prima, il Pres. Dr. A. Fiumi Roncalli, dando relazione del movimento
scientifico degli studi Francescani, rileva che l'attivit dell'AFH, lungi
dal fare sparire gli altri periodici francescani, sembra invece abbia dato
una vita nuova agli antichi Bollettini che da molti anni si conoscono >
(p. 5); e ora si pu forse aggiungere che non stato ultima causa del
sorgere di nuovi (cf. pi avanti, pag. 168). II Prof. Mariano FalciXEU.I Antoniacci vi lesse una conferenza dal titolo: L'anima eli Fran
cesco el'Assisi nella poesa eli Giovanni Pascoli, qui pubblicata (p. 9-33),
dove sono presi in esame specialmente i due poemi : Paulo Ucello e
Tolstoi, nei quali 1' elemento francescano entra direttamente, e poi altri
nei quali si pu riscontrare riHesso; per concludere che una grande somiglianza si trova tra l'anima di S. Francesco e quella del Pascoli. II
che, come si comprende, solo sotto un partioolarissimo aspetto, da chiarirsi meglio, pu essere vero. In una prossima rivista, che noi ci ripromettiamo di fare, dell'ultima produzione potica in relazione con S. Fran
cesco e 1' ideale Francescano, riprenderemo e preciseremo la cosa.
Nella seconda Adunanza, pi che. altro, si decise della commemorazione solenne ehe la Societ intende tributare ai suoi due Presidente e
Vice-President* defunti, e che si terra nei giugno prossimo. E si decise
anche la pubblicazione dei due manoscritti lasciati dal Prof. Leto Ales
sandri e che usciranno (in questo fascicolo n' il principio, p. GGss.)
tutti e due nell'AFH. A nuovo Presidente della Societ fu eletto il
Dott. Prof, Metriano FalcineUi Antoniacci, e a Vice-Presidente il Prof. Carlo
Gino Venazzi.
** Bbxvbnuto A. Terracini, Il cursus e la cuestione elelio Spe
culum Perfectionis (estratto da Studi Medieval!, IV, 1912-3, p. 66-109)
Torino, Loescher, 1913; in-8, pp. 47. Diamo semplicemente l'annunzio
di questo studio importante, rigoroso e sereno, ehe su la base di una
varia ma ben determinabile distribuzione del cursus che si riscontra in
questa tanto dibattuta fonte francescana, l'A. cerca di chiarire la storia
della sua composizione. Qualcuno traitera prossimamente in questo
AFH del cursus in alcune fonti francescane primitive ; e allora il processo e i risultati dell'A. di questo studio saranno riferiti e discussi.
Archivum Franciscan uni Hidoricum. Au. VII.
11
162
CHRONICA.
CHRONICA.
1G3
in seguito la stessa Rivista C123). e noi speriamo che de' suoi doeumenti in modo particolare, voglia qualcun altro. L' A. qui non fa che
tracciare la storia di questo Archivio, le vicende che ebbe di riordinamenti e sconvolgimenti, gl' inventan fattine uno su la fine del sec. XVI
e altro nel 1682, e su quali basi ora se ne stia curando la ricostruzione neu' Arch, di Stato Milanese, dove fu raccolto alla soppressione
del Monastero nel 1782 (124ss.). A p. 135 il Prospetto Generale del*
V Archivio, quale ora pu consultarsi dagli studiosi. Comprende documenti 493 in pergamena e 494 cartacei, dal 1191 al 1787. Il Vittani pubblica poi in italiano il Regesto dlie pergamene anteriori al sec. XIII,
pervenute probabilmente da casa Fissiraga. Sono in numero di 19
; 136 se.), e di esse basti a noi aver dato notizia.
In Miscellanea Franrescana, XIV, 1913, p. 105-70, D. M. Fai.oci
PrLiOKANr pubblica un'aggiunta al lavoro del P. Zeffirino Lazzeri
recensito in AFH VI, 775, ed enumera le fonti (e ne trae saggi) a cui
avrebbe egli stesso attinto, ove avesse creduto d' insistere nell' idea fin
dal 1910 propostasi (Mise. Franc. XII, 13t) di preparare una storia di
quel Monastero: Le Clarisse di Vallegloria a Sjtello. L'aggiunta il
diploma di Federico II al Monastero (p. 166), dal P. Lazzeri invano cercato. Mons. Faloci lo trae da una copia del . XVII, conservata nel
cod. . VI. 7, f. 70, della Biblioteca del Seminario di Foligno; e porterebbe la data: Menfiae (sic) anno D. I. millesimo ducentsimo quadragesimo Mense Augusti primae indictionis . Ma ci dev' essere un errore
nella copia, poich nel 1240 cadeva invece 1' indizione XIII; e poich dai
Regesta Imperii ed. dal Bhmer si rileva che a Mein 1' imperatore Fe
derico II non si trovo at'atto nell' agosto del 1240, bensi nell' agosto del
1243, che ha appunto 1' indiz. 1 (vol V1, . 3372-3380), quindi da con
clude che il diploma si deve collocare in quest' anno. II saggio che
il Faloci d delle altre fonti a lui note per la storia completa del Mo
nastero, al di l dunque dei limiti impostisi dal P. Lazzeri, una
parte dell' Inventario dei beni mobili e immobili che le Snore fecero
compilare ai 17 gennaio 1338, secondo la prescrizione di Benedetto XII
(p. 167-9). Questa prescrizione contenuta nelle Costituzioni Generali
dei Frati Minori emanate sotto forma di Bolla da quel Pontefiue il
28 novembre 133(i (Bull. Franc. VI, 25-42 [41 b]; cf. AFH V, 679).
Le deduzioni poi che da questo e altri simili documenti si possono
trarre circa la povert ecc. del Monastero, non debbono troppo ineravigliare ne parer nuove. E' risaputo che gran parte dei Monasteri di Cla
risse, fin dai loro mizi, ebbero possessi, e li moltiplicarono (dati gli usi
dei lasciti) in breve; e basterebbe che gli stessi documenti di altri Mo
nasteri del 2 Ordine si dessero alia luce, per vedere che le Clarisse di
Vallegloria non costituiscono un' eccezione neppure nella quantit dei
beni posseduti. L' augurio che 1' A. si fa perch il P. Lazzeri voglia
assumersi l'incarico dell' intera storia di Vallegloria, usufruendo di tutti
i fonti indicati gentilmente dal Faloci stesso, lo facciamo anche nostro.
Sara un dato di pi (ma tanti altri ce ne dobbiamo augurare, che non
attendono se non il volonteroso editored per costruire e valutare la sto
ria del 2" Ordine ne' suoi primi secoli di vita, sparsa ancora ed incerta.
t\ Gi fin dal 1874 il Prof. Bet h mann in Archiv der Gesellschaft
fr ltere deutsche Gesckichtskunde (Hannover, 1874, X, 538 es.), aveva
dato notizia d' un cdice palimsesto della Biblioteca Comunale di Assisi
(gi del Sacro Convento di S. Francesco), il quale sotto alcune opere di
S. Bernardo trascritte nel sec. XIV conteneva un frammento dei libri
164
CHRONICA.
CHRONICA.
165
esclusivi di altri che abbia avuto per il primo l' idea e si sia servito
del Carcano solo per arrivare a metterla in atto. E ci pare non priva
di valore l'obbiezione del Manassei: Il non farsi mai menzione di lui
(B. Michele) nella creazione di altri Monti istituiti in quel tempo, pro
mossi tutti da Frati Minori, mal si concilia con la ipotesi che egli fosse,
nonch il primo inventore, il pi attivo patrocinatore della istituzione .
Bisogner dunque distinguere nel senso della parola fondatore . Mezzo,
strumento principale della prima fondazione, che arriva a far passare
l'idea, a spalancare la porta, a piantare la bandiera sul punto da altri
lungamente voluto e indicato, s: mano dirigente, mente inventrice, vo
lont iniziatrice, no, per i precedenti del fatto, e per ci che finora si
sa di prima e di poi intorno al Carcano. Molto pi che l'idea non pot
sorgere e attuarsi in un istante, anche ammessa la grande efficacia
della predicazione del B. Michele. Egli la persuase al popolo, ai Magi
strati della citt, se si vuole: ma qualcuno l'aveva preparata avanti lui,
e forse l'attu sul terreno ben disposto dall'eloquente parola dell'ora
tore e del santo. Si trattasse di un posteriore Monte di piet, quando
l'idea ormai aveva fatto sua strada; e come si dice d'altri, cosi il B. Car
cano si sarebbe potuto dire fondatore del Monte di Piet di Perugia;
ma qui si tratta di dare la paternit, pi che al singolo fatto, a tutta
l' istituzione; e la parola fondatore implica l'inventore o almeno il primo
patrocinatore dell'idea. Se questi poi sia stato Fr. Barnaba da Terni
unicamente o altri con lui, e in qual grado, un po' la storia dei fatti e
un po' anche la storia delle teorie giuridiche del tempo ce lo potranno
dimostrare meglio, quando qualcuno si accinga al lavoro senza tesi
fssa e con l'occhio e la mano in tutti e due i campi.
*** Ne La Voce di S. Antonio, Roma, XVIII, 1913, n. 12, p. 356-61,
il P. N(azakio) Rosati, O. F. M., ha pubblicato un articolo: Dante e Scoto
in ordine all' Immacolata, dove con empito pi lirico che probativo
raccolto quanto nelle opere di Dante c' che induca a credere la deri
vazione in lui del metodo dialettico e della dottrina di Scoto, special
mente riguardo all' Immacolata. La glorificazione di Maria alla fine del
poema sacro sarebbe un rivestimento poetico della sentenza di Scoto?
Difficilmente i critici positivi troveranno ragione sufficiente per conve
nire. In ogni modo il tentativo bello, per quanto condannato a restar
sempre nel campo sterminato delle ipotesi.
t% Durante la Cattolica Settimana Sociale svoltasi a Milano nello
scorso dicembre, il giorno 3 le diverse Congregazioni Milanesi di Ter
ziari Francescani tennero una riunione, a celebrare il centenario della
libert della Chiesa e a meglio ritrovare s stessi. Il P. Vittorino Fac
chinetti vi recit un discorso su / Terziari e. V Apostolato Religioso,
materiato di storia e di praticit, che poi uscito in opuscolo: Milano,
Casa edit. Ambrosiana, 1914; in-16", pp. 37. In conseguenza un po' di
questa riunione e un po' di una frase sintetica e bella, detta dal SS. Pon
tefice Pio X in un' allocuzione a Terziari il 15 agosto 1913: I Terziari
devono essere gli apostoli della parola e sopratutto del buon
esempio, i Frati Minori di Milano hanno ingrandito e convertito il
loro Bollettino del Santuario di S. Antonio in L' Apostolato Francescano,
del quale il primo numero uscito in questo gennaio. Vi segnaliamo
particolarmente l'estratto di una circolare del P. Paolo M. Srvesi
Min. Prov. (). F. M. a' suoi Religiosi, // Tcrz' Ordine della Penitenza
(8-10), un beli' articolo del P. Agostino Gemelli, 0. F. M., L' anima
Francescana (12-16), e la Rubrica Della Libia Francescana, dove, in
166
CHRONICA.
questo numero, oltre alcune notizie ila Tripoli (21), si descrive lo Stato
attuale del Vicariato (19-21).
*\ Il giorno 4 gennaio 1914 i Frati Minori della Provincia Veneta
di S. Antonio, dopo 104 anni di forzata lontananza, ripresero il possesso
e l'abitazione in Padova, del convento di S. Francesco Grande, dove
li ha richiamati la fiducia del vescovo della citt Mons. Luigi Pelizzo
e la devozione del popolo. Dandone la notizia, il P. Paolino Battilana,
0. F. M., ne La Difesa di Venezia, 10-11 gennaio 1914, traccia rapida
mente la storia del convento che fu sempre uno dei pi importanti
della Provincia: S. Francesco Grande di Padova. Appunti storici. Il con
vento,- che da alcuni storici per un abbaglio di date si faceva risalire
al sec. XIV, fu edificato di nuovo, con annesso ospedale, appositamente
per i Frati Minori dell'Osservanza, da Baldo dei Bonafari e Sibilla sua
moglie, nel torno del 1410-1420. Vi si vesti e fiori a lungo il B. Ber
nardino da Feltre; fu convento di studio generale; molti uomini
dotti e santi l'illustrarono nel corso dei secoli. Il P. Battilana ne pre
para una diffusa e, come gi appare da questo piccolo saggio, coscien
ziosa monografia. Documenti pare non manchino, e neanche bei pro
blemi da sciogliere, e non poche glorie da illustrare. Gli auguriamo
pazienza e fortuna nelle ricerche, che vorr estendere agli archivi no
tarili specialmente; e a noi auguriamo presto il libro, che si promette
buon contributo alla storia dei nostri studi e della nostra vita.
t* L'architetto Antonio Razzolini, il coraggioso e geniale edi
tore e decoratore di artistici libri letterari e sacri, il quale nell'anno scorso
aveva gi regalato ai lettori cristiani un Ricordo del Centenario Costanti
niano, Almanacco artistico illustrato del 1913, Firenze i 913 ; in-8n, pp. 76, con
illustrazioni tolte in parte da quelle che decorano il tempio francescano di
S. Croce a Firenze; quest'anno, cogliendo occasione dal 7 Centenario
della donazione della Verna a S. Francesco, ha dato alla luce un altro
Almanacco artistico illustrato del 1914, anno II, dal titolo Ric.ordo Fran
cescano, Firenze 1914; in-8". pp. 88 con copertina a colori, tipo minia
tura, rappresentante S. Francesco che riceve lo Stimate. Il testo si com
pone di una Lectura Dantis del Canto XI del Paradiso, dettata dal
Sac. Ll'IGI Asioll di Fano sotto forma di popolare conferenza a proie
zioni, e i quadri delle proiezioni inseriti nel testo (7-37); e di dodici
medaglioni, uno a ogni mese, su un Santo Francescano del mese stesso,
con relativa illustrazione tolta da opere di celebri artisti. 1 medaglioni,
pur popolari di storia e poesia, si devono alla penna del Sac. Emilio Frati
di Pistoia. L' Almanacco inerita di essere diffuso tra i devoti e ammi
ratori delle glorie francescane.
Edizione lussuosa dello stesso Attilio Razzolini, su carta a mano
con fregi a colore e belle silografie, su stile antico, dell' Editore, il se
guente opuscolo: D. Gregorio Frangipani, Frate Francesco, Firenze
1911; in-8", pp. 48. I punti pi caratteristici della vita di S. Francesco:
La conversione, Madonna povert, L'araldo del gran He, L'ultimo si
i/ilio, Il canto finale, sono commentati e cantati, in prosa a forma di
salmi. Libro, sotto ogni aspetto, d'arte pura.
,.*,. L' Almanacco illustrato delle famiglie cattoliche 1914, Eoma,
Descle, riproduce del Rubens L'ultima comunione di S. Francesco
d'Assisi, a colori, conservata nel Museo R. di Belle arti di Anversa, e un
S. Francesco in orazione, nella Galleria Pitti di Firenze. A p. 32 il
nuovo monumento di S. Chiara in Assisi (cf. AFH VI, 782), e a pp. 27-31,
CHRONICA
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Historia Franciscana.
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(M. 8,80 = Fr. 11; linteo relig. M. 9,60 = Fr. 12).
De licentia Ecclesiastioa et Superiorum Ordinis.
DISCUSSIONES
AGNES
OF
PRAG
OF
SAINT CLAREW
I.
BENEDICTIO SANCTAE CLAKAE.
In the Seraplucae Legislationis Textus Originates (I),
the Editors print a version of the Benediction of S. Clare
(a) Summarium: Describuntur 1 tria MSS., quorum primum exacatum fuit ante annum 1391, continentia, inter alia, Epistolas a S. Clara
ad B. Agnetem Pragensem, O. S. Clar. datas, lingua germanica versas,
necnon et Benedictionem S. Clarae Assi.s:, cuius ergo in eis forma praebetur longe antiquior quam ilia quae hucusque nota fuit saeculi soil.
XVI. Cf. etiain p. 244-5. Recensio ista germanica antiquior infra
vulganda maxime accedit ad formam gallicam secundam ap. Seraph.
Legislat. text, orig., 281, (282) cum additamento p. 281, in nota 9: Je vous
bfnisfittes spirituelles. Ainsi soit-il. Tunc addendo prosequitur : Ego
omni tempore amatruv sum animae tuae et [animarum] omnium Sororum
titarum, pro loco illo (1. c.) : Soyez toujours nos Soeurs. Demum sequitur
finis: Peto a te ut [semper] observes, etc. uti 1. c. Notandum ergo
Formulam 1. c. minime a S. Coleta repetendam esse. Praeprimis autem
animadvertendum, formulam Benedictionis S. Clarae germanicam expresse directam esse ad B. Agnetem Pragenxfm, quam in forma singulari S. Clara ibi alloquitur. 11 ope variorum fontium Bobemicorum,
quibus accedunt vita latina B. Agnetis Pragensis, eiusdemque versiones
quattuor germanicae antiquae, inquiritur in clironologiam vitae B. Agnetis
Prageiisis. Beata Agnes nata apparet mense ianuario anni 1205. Festo
Pentecostes (11 iunii) anni 1234 Monasterium Clarissarum Pragae, antea
a se fundatum, ingressa est, dieque 31 aug. 1234 a Gregorio IX Abbatissa ibidem nominata fuit. Supremam vero diem oppetiit 2 mart. 1282,
sepultaque est die 15 eiusdem mensis.
[Nota Directionis].
(1) Quaracchi 1897, p. 281.
Arehivum Franciicanum HUtoricum. An. VII.
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and they say, pag. 284, that it is reproduced from the ear
liest version then known, viz. the one contained in the
Chronicles of Mark of Lisbon, published in an Italian
version at Venice in 1582(1). Following- Mark of Lisbon's
text, they give also a French translation (2) of the Benedic
tion, which shows certain variants as compared with Mark's
version. The Quaracchi Editors do not specifically state that
no earlier or manuscript version of the Benediction is known
to them, but this may perhaps be implied from the fact that
Mark of Lisbon's text is the one used.
There are however at least three manuscripts containing
versions of the Benediction which are certainly much ear
lier than Mark of .Lisbon's text, and all three contain the
variants which were found in the French translation.
1. The earliest text is contained in a MS. in the oyal
Library of Bamberg, viz. E VII 19 and will be found on
folios 157b-158b.
This MS. has been fully described by Leitschuh (3). It may be
well however to mention that this MS. contains:
a) The Legend of S. Clare (4) in German. Ruhr. Hie hebt sich an
daz leben der heiligen Sand Claren etc. Incip. Ez waz ain wunderleicher frawe.... des. und mit dem heiligen gaist immer ewikleichen. Amen.
b) The four Letters from S. Clare to Blessed Agnes of Prag in
German. Ruhr. Dise brief sant die selig Sand Clar. etc. Incip. Der
ersamen und aller heiligsten Junkfrawen Agnesen. des. an disen gegenwertigen briefen (5).
c) The Benediction of S. Clare, which follows immediately on to
the end of the fourth Letter also in German. Incip. In dem namen
des vaters.... des. daz du alle zeit seist in im. Amen.
ri) The Legend of Blessed Agnes of Prag in Latin. Ruhr. Incipit
prologus in uitam inclite uirginis sororis Agnetis. Incip. Crebris
sacrarum uirginum... des. laudabilis et gloriosus in secula seculorum. Amen.
Fortunately the date of this MS. can be established
with practical certainty. Leitschuh himself, apparently on
(1) T. 1, 1. 8, c. 34, p. 240. The first (portuguese) edition the I part
of the Chronica appeared at Lisbon 1550.
(2) Extracted from Ave Maria; trad, riidit. par Vitroite Observance.
Paris 1733, p. 62 . L. c. 284.
(3) Katalog der Handschriften der KonigUehen Bibliothek zn Bamberg,
I, II, Bamberg 1897, 241.
(4) It is the Legend adscribed to Thomas of Celano; ed. v. gr. Pennacchi, Assisi 1910. Cf. AFH 111, 753-5.
(5) Cf. AFH III, 435 fF.
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hast. Unser herr sei mit dir se allen seilen und wolle (1)
got das du alle seit seist in (2) im. Amen (3).
In what has been said, reference has been made to the
Letters of S. Clare to Blessed Agnes of Prag. This ar
ticle is concerned primarily with the Benediction of S. Clare
and not with the Letters. It may be well however to take
this opportunity of pointing to the existence of manuscript
versions of the Letters anterior in date to the hitherto ear
liest known texts. This topic was dealt with by Father Pa
schal Robinson, 0. F. M. (4). He says :
We are without any clue to the origin of the copies of these
Letters that have come down to us. It would not be surprising ho
wever, in view of what we know of the Clares' praiseworthy custom
of transcribing all their documents, if some industrious disciple of the
Blessed Agnes had copied them before the Poor Ladies had left Prague
and thus preserved them to posterity. The elder Locatelli in his bio
graphy of St. Clare speaks of St. Clare's letters to Blessed Agnes
as existing in some manuscripts at Prague, a reference which is just
vague enough to be practically worthless. In vain have I tried to trace
up any such manuscripts. However, at least one of these letters is
found in a fifteenth century codex at Ala in the Tyrol (5) .
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z^-^^t-
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HISTORIA
DE LAS MISIONES DE LOS FRANCISCANOS
EN LAS ISLAS
rMZ-A-ICTTC^S ST CELEBES ()
Capitulo VI (1).
Prosigue la vida de Fr. SebastMn de S. Jose. Agregase u la Misidn de Filipinos de la cual es nombrado Presidente ; antes de
salir de Espafta, escribe una carta a una religiosa de Santa
Clara; es dejmesto del cargo de Presidente de la Misidn por el
Comisario General de Nueva-Espafta ; su llegada d Manila y
testimonios de su martirio.
El fin principal que Fr. Sebastian de S. Jose se propuso al
abrazar, el estado religioso fue, como se dijo en el capitulo anterior,
(a) Summakium : Cap. VI. P. Sebastianus a S. Josepho, postquam bis frustra
expetiit, ut in Philippinos Insulas mitteretur, illue mittendis 50 Religiosis
Praeses praeficitur. Eiusdeni epistola ad Monialem. Philippinas versus vela
fecit per insulam Guadalupe, ubi ob zelum nimium a Praesidio ditto depositus fuit, Mexicumque transiens Manilam pervenit an. 1606. Missionarium
egit usque 1608 in Balete (Dilao). Martyrium subiit in insula Celebes (AFH
687 sqq.), de qua re testimonia nova afferuntur. Cap. VII. De vita et martyrio P. Antonii de S. Anna. Natus in Pesaron, religionem S. Franoisci professus est an. 1602 in oonv. Cerralbi, Provinciae S. Pauli. Anno 1608 in Phi
lippinas cum aliis profeotus, ibi advenit 12 april. 1609; menseque oct. ad
insulas Malucas missus est. Captus a barbaris, martyrio ab eis afleetus est
crudeli. Cap. VIII. Pugnae Guberaatoris Glis Philippinarum, Juhannis de
Silva, cum Batavis, etc. An. Kill in Celebes insula obiit, P. Johannes de Cailo
seu de S. Hieronipno. Dictae insulae Missiones omnes FF. Minoribus concreditae sunt 15 nov. 1611. Cap. IX. An. 1611 Hieronymus do Silva, Gubernator insularum Malucarum nominatus, eo profeetus est cum pluribus FF.
Minoribus, quae expeditio haud feliciter successit. Gubernator Glis., Ioh.
de Silva, ducem Axcueta cum duobus FF. Minoribus in Indiam misit, ut
foedus icerent cum Lusitanis; quorum tamen navis ab Anglis demersa fuit.
Certamina alia cum Batavis committuntur. Ob bella ista oontinua P. Petrus
de los Cobos, Commissarius Malucarum, suique tantummodo servitio hospitalis
et curae spirituali militum se dare poteiant. P. Petrus iulio 1613 Manilam
abiit subsidia armorum petiturus pro Hispanis. Missionarii ' bini tune
ablegati sunt in insulam Iilolo et in regnuui Bohol, sed neutra Missio bene
profecit. An. 1614 P. Chrtstophorus Gomez, O. F. M. ad Hispaniae regem
missus fuit. Sed classem pro Philippinis an. 1619 tandem obtentam, die
8 ian. 1020, cum vix in altum provecta fuisset, prooella misere demersit. Perierunt tunc 80 Fratres Minores.
[Nuta Dirkitiosis].
(1) Cf. AFH VI, 45-60 ; 081-701.
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Dios nuestro Seor, y mire, que vengo muy envidioso por ver hay
otras almas tan aprovechadas, que temo me la echen el pie adelante;
no porque me pese de su aprovechamiento, sino porque deseo sea Leo
nor de las ms queridas de este divino Seor. El tiempo es breve, los
trabajos cortsimos; dmonos priesa, pues nos aguarda una eternidad.
Huyamos de los consuelos, y no nos impida nadie en andar en continua
presencia de nuestro Seor. El nos d su gracia para vivir y morir en
l y por l, y d V. R. mi hermana, el Espritu Santo con el Padre
y con el Hijo me la llene dentro y fuera de mil bendiciones. Amen.
Y ordenen nos veamos muy presto en el cielo, y si su voluntad san
tsima ordenare para ms gloria suya, se alargue el destierro, sea
con el sentimiento ms agradable srt divina Majestad. Amen. A
nuestra Madre Abadesa y esas santas Madres, me encomiendo mu
chsimo, y de mi parte me las d un gran recaudo, pidiendo por el
amor de mi Seor y su Esposo, me le amen mucho, y por este in
digno siervo y que ms desea aprovecliamiento ; que y que yo soy
corto en serville y amalle, le amen y sirvan, y que me alcancen de
este Seor muchas almas. El sea siempre en las de todos. De S.
Francisco de Sevilla y Junio diez y seis de mil seiscientos y cinco.
Postdata-Lo que dije al principio, mire hermana, que. es de todo se
creto natural, y ni ms ni menos lo de nuestro amigo S. Jos, pues
todo es para animarla no temer trabajos, sino estimarlos, y que
d gracias quien tanto hace por quien quiere, y como en lugar de
las maldiciones, que la echaron las hermanas de Sahelices, este Seor
le. paga los pasos con tan largas benrddones ; testimonio bastante, mi
hermana, de lo mucho que la ama. El mismo secreto pido nuestra
Madre Abadesa y encargo, pues ha de ver esta carta, la cual rom>a
luego, ola muestre nadie (1).
Con la alegra y santos deseos que manifiesta en la carta ante
rior, se hizo, por fin, la vela para Filipinas, y al llegar la Isla
de Guadalupe, habitada de idlatras y crueles caribes, di en
tender el siervo de Dios los misioneros, cun del agrado de Dios
sera, el que algunos religiosos quedaran en aquella Isla para predicar
el santo Evangelio sus habitantes; no bien lo hubo indicado el santo
Comisario, cuando se ofrecieron dos sacerdotes y un lego, los que,
saltando tierra de secreto, quedaron entre aquellas fieras, con gran
sentimiento de los seores del barco y con no menor envidia de los
otros misioneros. Por este hecho, que fu considerado por el Comi
sario General de Nu e v a -Es p aa como una imprudencia del
celo exagerado de Fr. Sebastin, fu speramente reprendido y de (1) El Cronista de la Provincia de S. Pablo, tom. 2, lib. II, cap. 4, al co
piar esta carta certifica, que, este es un traslado fiel de la carta original,
que escribi de su propia letra y tengo presente, cuando esto escribo, ha bindola sacado para este efecto de el Archivo de nuestro Convento de S.
Antonio de Avila, donde la habla depositado nuestro devoto Cronista Fr.
. Martin de S. Jos, despus que copi de ella un fracmento que di a p. blica luz en el tomo 2, de nuestras Crnicas. El menoionado Cronista Fr.
Sebastin de S. Jos, en el tom. 2. lib. IV, cap. 17, pg. 470, certifica; escri bila esta carta cinco aos antes de su martirio y el autor (es decir, el
mismo Cronista), la tuvo en sus manos y conoci la letra, y que era del
Santo Fr. Sebastin, con tal certidumbre, como si fuera la suya .
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Zamora (1). Desde muy joven dio Fr. Antonio pruebas de ser una
de esas almas escogidas por Dios, pues desde nio, luego que le
amaneci el uso de la razn, se entreg Dios, hacindole sacrificio
de s mismo y holgndose de padecer por l. Conocanle todos por
virtuoso, amigo de penitencias y principalmente de la oracin (2) > .
A los 20 aos de su edad, deseoso de recogerse en el claustro para
darse ms de lleno los ejercicios de la virtud, se present en el
convento Je la villa de Cer ralbo, clebre en aquellos aos por
la austeridad y vida ejemplar de sus religiosos, y habiendo preten
dido el hbito franciscano para el humilde estado de lego, la Comu
nidad, viendo su despejo y corta edad, pretendi que fuera para el
coro, lo que el siervo de Dios, con todo respeto y humildad, se
opuso, dando entender que Dios le llamaba para el estado de lego.
Este acto de humildad predispuso su favor toda la Comunidad
y principalmente al P. Predicador y Maestro de jvenes del convento,
Fr. Sebastian de S. Jos. Cumplido el ao de noviciado, hizo su
profesin en manos del Guardian Fr. Pedro de S. Gabriel el
da 25 de Julio de 1602 (3).
En este convento le dedicaron los Prelados trabajar en la obra
de la iglesia, siendo fiel coadjutor de su santo Maestro, Fr. Seba
stian de S. Jos (4), hasta que en 1604, le trasladaron al convento
del Calvario de Salamanca con el oficio de Cocinero. Era muy
festivo Fr. Antonio y en las horas de recreo, sin faltar la religio
sidad, diverta honestamente los religiosos, lo que no era del agrado
de todos y principalmente de los Prelados, quienes no cesaban de
humillarle, tratndole de disoluto y de mal religioso. Estando en este
convento, se dej decir, que su mayor deseo sera el dar su vida en
defensa de la f, en lo que encontr no pequea contradiccin, pues
algunos de los religiosos, al verle de genio tan jovial y divertido,
extendieron la voz de que no era hombre tan dulce en el decir^ para
pasar entre infieles predicar Cristo crucificado. Esto no obstante,
l firme en su resolucin, lo indic los Prelados, quienes hicieron
tanto caso, que en vez de mandarlo Filipinas, segn l deseaba,
lo trasladaron al convento de S. Jos de la villa de Medina del
Campo. Fr. Antonio no se desanim por esto, antes bien, se consagr
con ms ahinco que antes, los ejercicios de oracin y penitencia,
suplicando Dios nuestro Seor, aceptase sus deseos y le allanase
los caminos para lograrlos (5).
En el ao de 1608, el P. Fr. Pedro Matas, Comisario de la
Provincia de San Gregorio, recorra las Provincias Descalzas
(1) Crnica de S. Pablo, 1. o.
(2) Historia de los Descalzos, lib. IV, cap. 17.
(8) Crnica de S. Pablo, 1. o.
(4) Tanto el P. Sebastin oomo Fr. Antonio, estuvieron al frente de las
obras de esta iglesia, la que se reedific en 1602, siendo Maestro de jvenes
Fr. Sebastin. Vanse la Crnica de S. Pablo, lib. IV, cap. 4 y 19, y la de
claracin del General 1). Fernando Centeno Maldonado del proceso apostlico
instruido en Manila.
(5) Crnica de S. Pablo, tom. II, lib. II, cap. 17.
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Capitulo VIII.
Marcha el Gobernador General de Filipinas, D. Juan de Silva,
las Islas Malucas con el fin de apoderarse de las fortalezas de
los holandeses y no habindolo podido conseguir sino de las de
Sabugo y Jilolo, regresa Manila. El Maese de Campo Cristobal
Axcueta Menchaca, fortifica Tmate, Sabugo y Jilolo. El
franciscano Fr. Juan del Cailo pasa d la Isla Clebes donde,
los dos meses de su llegada, fallece ; y Axcueta autoriza los
franciscanos para que en dicha Isla Clebes puedan ejercer su
ministerio apostlico.
Divulgada por la India la fama de la victoria que el Gober
nador Silva obtuvo contra los holandeses el dia 25 de Abril
de 1610, el Virrey de la India le escribi, ofrecindole la Armada,
que cargo de D. Diego Vasconcelos, mandaba Portugal Macao,
con el fin de que unidas las fuerzas espaolas y portuguesas
concluyeran de una vez con los piratas holandeses, que tantas
veces haban puesto en jaque ambas naciones. Ansioso Silva de
destruir por completo tan molestos enemigos, acept la oferta del
Virrey de la India, y fin de ponerse de acuerdo, mand Macao
su Maestre de Campo Gallinato con" instrucciones de que se enten
diese con D. Diego Vasconcelos, quien ofreca las mayores ventajas,
trueque de que no se perdiese tan buena ocasin de destrozar de
una vez los holandeses ; pero todo fu en vano, porque Vasconcelos,
sea que no se fiase de las ofertas de Silva, sea por la rivalidad
que entonces, ms que nunca haba entre portugueses y castellanos,
lo cierto es, que no obstante las cartas y compromisos del Virrey de
la India, Gallinato tuvo que avisar Manila del inesperado fracaso y
volverse con las manos en el seno, como suele decirse (1). Empero,
el Gobernador Silva, teniendo en consideracin los grandes gastos que
ya tena hechos, y el aviso que haba recibido de que la sazn uo
se hallaba la escuadra holandesa en aguas de las Malucas, por ha
berse ausentado por temor de encontrarse con las armadas de espa
oles y portugueses, se resolvi ir en persona las Malucas, con
duciendo al rey moro de Terna te, Zaide, para que con su pre
sencia y sus gestiones se rindieran todos sus antiguos vasallos al pa
ternal gobernio de los espaoles, segn dicho Zaide haba prometido (2).
A este fin, convoc Silva Junta de Autoridades y no obstante ha
berlo repugnado estas, excepcin hecha de tres cuatro Corregido(1) Fr. Gregorio de S. Esteban, Hxl. de las Malucas, pag. 46. Vase el
expediente, que sobre este proceso se instruy en Manila 26 de julio de 1611,
y que copia Pastells, lib. IV, cap. 21, pag. 298-309.
(2) Cart a del P. Gregorio Lopez, jesuta, fechada en 13 de junio de 1611,
escrita su P. General Acuaviva y que copia el P. Pastells en la Ilistor. de
Colin, lib. I, cap. 23. P. Gregorio de S. Esteban, loe. cit.
211
res (1), puso Silva en ejecucin su proyecto, embarcndose para Ternate y conduciendo una armada, compuesta de diez y seis unidades
mayores y gran nmero de embarcaciones pequeas, dos mil soldados
y marineros espaoles y buen contingente de auxiliares indios (2).
Llegado que fu Silva con esta armada Tenate, luego se
juntaron los Reyes de Siao y de Tidore con sus huestes, fon
deando sus carneos una legua de Malayo para acorralar al enemigo,
el cual, vindose apretado, procur por su parte y los terna tes re
beldes por la suya, entretener el tiempo con mensajes y conciertos ;
los holandeses alegaban, que tenan noticia de que se haban sus
pendido las hostilidades entre Espaa y Holanda y que por lo tanto
protestaran de los daos y perjuicios que se les infiriesen; los ternates daban muestras de rendirse condicin de que se les restituyese
su rey y prncipe, y el Gobernador Silva, con muy grandes caricias
de ddivas y presentes, dej pasar el tiempo, de suerte que, en
demandas y respuestas, se pasaron cerca de dos meses, perdiendo la
propicia ocasin que tena entre las manos ; pues los enemigos se
aprovecharon en este tiempo para fortificarse y proveerse de basti
mentos de que carecan (3).
Viendo Silva que nada consegua de los enemigos, no obstante
sus conciertos y regalos, a fin de no perderlo todo, mand al Maes
tre de Campo Cristobal Axcueta tomar las fortalezas de
Jilo lo y Sabugo. La de Jilolo se entreg luego, por no tener bas
tante fuerza para su defensa ; empero, la de Sabugo cost no pe
queo trabajo el tomarla ; pues, habindola acometido de frente por
el ro y por la retaguardia, se vieron los espaoles en gran apuro
por los muchos pozos de lobo y mortales pas que por todas partes
tenian los holandeses para su defensa ; sin embargo, acometieron con
tantos bros que, aunque habla pas y lodo por todas partes, rom
piendo con todas estas dificultades y con la actitud vlica que moros
y holandeses mostraron en su defensa, fu asaltada la fortaleza por
los espaoles, haciendo prisioneros de guerra cuantos holandeses la
defendan. Obtenido este pequeo triunfo, parecindole al Goberna
dor Silva que ya era tarde para hacer cosa de importancia, por estar
bien fortificados los enemigos de Malayo y no disponer de fuerzas
bastantes, dado caso que llegasen refuerzos los holandeses, acord
esperar mejor ocasin y regres a Manila, llevndose otra vez
al rey moro de Tenate y al prncipe, su hijo (4).
Esta expedicin de D. Juan de Silva las Malucas cost
Espaa la friolera de 200,000 pesos, segn se hace constar en los
Autos, que el Fiscal de la Audiencia de Manila envi al
(1) Declaracin del Almirante Bodrigo de Guillestegui en el proceso de re
sidencia que la Audiencia de Manila form al Gobernador General D. Juan
de Silva. Archivo de Indias, 67-6-20, copiada por Pastells en el lib. IV, cap. 19.
(2) Fr. Gregorio de S. Esteban en su Relacin y en la Hint. pg. 47.
Montero Vidal, cap. XI.
(Mi Fr. Gregorio de S. Esteban, Ifisl. pag. 47 y 18.
(4) Fr. Gregorio, ibid. pag. 48 y 49.
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21*
Magestad, que este testigo sepa ni haya oydo decir, y este testigo sabe
por haberlo oydo decir por publico y notorio en esta ciudad y
despus el ao siguiente en Terrenate que, si luego como llego Terrenate el dicho Seor Gouernador acometiera la fuerza de malayo,
la tomara ; porque estaua flaca y derrumbada la estacada por algunas
partes y poca gente, y caussa de haber andado en vicharas el dicho
Seor gouernador con los Terrenates por medio del Rey de Terrenate
que Ueuo consigo, hauia auido lugar de qne los enemigos se fortificassen y tubiessen socorro de la ysla de Maquien de muchos naturales
y algunos olandeses con el cappitan Escoto que es el castellano que
en aquella sazn era de la fortaleza Jacome en la dicha ysla de Ma
quien ; y quando vino el dicho Seor Gouernador querer tratar de
tomar la dicha fuerza de Malayo batindola, hallo que estaua muy
fortalecida y con defensa, de manera que no se atreuio cometella, y
en este comedio sabe este testigo, por haberlo oydo decir en Terre
nate i personas fidedignas de cuyos nombres no se acuerda en par
ticular, el dicho Gouernador enuio espas en una caracoa del Rey de
tidore la fortaleza de Ambueno para tomar lengua de la fueras
que tenia el enemigo Olandes, y habiendo tenido auisso de que en el
puerto de aquella fuerza habia cinco Galeones de Olandeses, el di
cho Seor Gouernador sin aguardar mas mando leuar la armada
que habia llevado de Naos y que se viniessen la vuelta de Manila
sin acabar de descargar los bastimentos y dems cossas que Ueuo
para las dichas fuercas de Terrenate; y el dicho Seor Gouernador
se quedo con toda la ynfanterria y las dos galeras y el patache
Sant buenaventura, y despus viendo el dicho Seor Gouernador que
no habia hecho cossa alguna de consideracin, se resoluio en tomar
las fuerzas de Sabugo y Xilolo y con esto, el dicho Seor Gouerna
dor se vino perdiendo como perdi muy grande reputacin assi con
los amigos Tidores como con los enemigos Terrenates y Olandeses.
que vieron quan poca era la fuerza destas yslas ; pues el dicho Governador, habiendo sabido que habia en Ambueno los cinco Galeo
nes y esto aun no con toda certeza, habia enuiado la armada y se
venia : y este testigo, habiendo ydo con un socorro el ao siguiente
de como esto paso Terrenate, lo ovo muchas veces murmurar los
tidores diciendo: aqui Don Juan Silua como Sardina y luego f'uji, con
que el consejo y parecer de los de la junta de guerra, que ha dicho,
quando manifesto hauer sido bueno y lo que importaua pues quando
se inuiara al dicho maestro de campo la gente y lo dems que ha
dicho y no hiciera cosa de consideracin, no se perdiera la Reputacin,
por ser de un cappitan particular y no de capitn General con quien
lo amenazaban, como ha dicho, dems que no yendo el dicho Seor
Gouernador se aorraba la Real hacienda mucho gasto; y en quanto
lo que en esta jornada se gasto que fue mucho, se remite los li
bros Reales por donde constara con distinction lo que fue sin prove
cho antes con muchas perdidas de la reputacin, como ha dicho, y
esto responde (1).
El Maestre de Campo D. Cristobal Axcueta, luego que se au
sent el Gobernador de Manila, previendo lo que poda suceder, co
il) Archivo de Indias. 67-6-20. Copiada por el P. Pastells en el lib. IV,
cap. XIX, de la Hist, del P. Colin, pg. 268.
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que Axcueta esperaba, es decir, que qued en seco sin poderse mover;
al verse perdidos los holandeses, dispararon un caonazo, que atra
ves de parte parte nuestra fragata : entonces empezaron disparar
los caones de los baluartes, los que contest la galera enemiga con
dos descargas, mas luego desmayaron los holandeses, com
prendiendo que luchaban en vano. El Capitn de la galera, llamado
Scotto, huy herido en una chalupilla de la galera, cayendo todos
los dems en poder de los espaoles (1).
Despus de la toma de esta galera, el nuevo Gobernador Silva,
mand que se reparase de las averas sufridas en el ataque, y una vez
en disposicin, se embarc en ella con bastante cantidad de gente, y
con una galeota bien artillada, march a visitar la fortaleza de Tid o r e, yendo en su compaa Axcueta, que deseaba despedirse del Cas
tellano y de la tropa. Llegaron Tidore media noche, y por la
maana avis el viga, que se divisaba una nao procedente de Ma
layo, la que, por haber amainado el viento, no poda continuar su
viaje. El nuevo Gobernador reuni la gente de guerra que resida
en Tidore y los que le haban acompaado en la galera y galeota,
y despus de varios pareceres, se determin atacarla hasta rendirla
morir en la demanda. Para esto, seal el Gobernador los Capi
tanes Vidaa y Tuiio y por cabeza de la galera al Alfrez, D. Fer
nando Becerra ; escogironse 50 mosqueteros para la galera y 30 para
la galeota, y habiendo embarcado muchos soldados espaoles y tidores,
al anochecer, salieron de Tidore para hallarse cerca de la nao
enemiga al amanecer y dar sobre ella. Al amanecer, pues, se hallaron
tiro de can de la nao, la cual estaba bien descuidada de tal
alborada, porque nunca entendieron los holandeses, que tal atre
vimiento tuvieran los espaoles, que con dos barquichuelos les aco
metiesen Comenzaron los espaoles jugar la artillera y mosque
tera con tantos brios, que no dieron lugar a los enemigos utilizar
su artillera, y menos, cuando vieron con sorpresa, que por todos los
lados de la nao entraban en ella los espaoles con sus armas. Empe
se entonces una ruda batalla dentro de la misma nao en que ambas
partes tuvieron gran nmero de muertos, hasta que, habindose de
clarado la batalla favor de los espaoles, se rindieron los pocos
holandeses que quedaban con vicia. Esta nao enemiga, llamada
Ganda, estaba artillada con 18 piezas gruesas y se hallaba abarro
tada de vveres, que conducan los holandeses sus fortalezas de
Makien y Bakan (2).
Con esta buena nueva y la ya dicha de la galera, despach
para Manila el Gobernador Silva al Maestre de Campo Axcueta
con la Almiranta y otros vasos pequeos, donde llego sin novedad
alguna (3). Pasados algunos das de la llegada de Axcueta Manila,
el Gobernador General, D. Juan de Silva, le mand la India
con los franciscanos Fr. Miguel de la Torre y Fr. Mi(1) Fr. Gregorio, pgs. 62-135.
(2) Fr. Gregorio, pgs. 66-08.
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guel de S. Lucas, para que negociase con los portugueses,
que unidas las armadas espaolas y portuguesas, dieran una fuerte
batida a los holandeses, que les dejara excarmentados para siempre :
pero tuvo la mala suerte de encontrarse con una armada in
glesa, la que requiri Axcueta la rendicin, y no habiendo querido
sufrir esta humillacin, se dio la fuga; pero como eran ms poderosos
los barcos ingleses, dndole alcance, echaron pique la galera espa
ola, pereciendo Axcueta y cuantos con l iban(l).
No obstante haber marchado Manila Axcueta con el encargo
de trabajar ante el Gobernador General para que mandase mayores
refuerzos las Islas Malucas, el nuovo Gobernador de Ternate
mand, asimismo, al Sargento Mayor D. Fernando de Aya la, y
en pos de l la nao Ganda, apresada los holandeses, para que,
entusiasmndose la gente de Manila, se animasen los soldados ir a
las Malucas. Lleg D. Fernando de A y ala con felicidad Ma
nila, y muy en breve, fu despachado para Ternate con cinco em
barcaciones y bastimentos suficientes para el ao de 1613 (2).
A ms de lo dicho, en 2 de Noviembre de 1612, arribaron las
galeras espaolas las Islas, llamadas Meaos, 14 leguas de Ternate,
y de 11 pueblos que en ellas haba, se apoderaron de siete con siete
mezquitas, talaron los campos y cogieron los indgenas gran can
tidad de ganado cabro, en que consista su principal riqueza. Los
naturales de Meaos, que se hallaban sitiando los de Siao, amigos
de los espaoles, al tener noticia de la llegada de nuestros barcos
sus Islas, levantaron el sitio de Siao y fueron socorrer sus pai
sanos. Entablaron la lucha con los espaoles y dejndolos estos
bien escarmentados, levaron anclas los nuestros, dirigindose la Ba
ta k i n a, donde en doce de Noviembre asaltaron dos lugares de los
enemigos. Desde aqu fueron la Isla de Morotay y el da 15 del
mismo mes quemaron tres populosas poblaciones y se apoderaron de
4 caracoas de 100 hombres de boga, ms 30 embarcaciones pequeas.
En este mismo ao, huyeron de la Isla de Makien siete espaoles,
que tenan presos los holandeses. Cuando lograron su libertad, se
hallaban conduciendo cal en una embarcacin, llamada Juanga, y en
la que iban seis holandeses de guardia ; se rebelaron contra estos, y
habindose apoderado de sus armas, les arrojaron al mar, haciendo lo
propio con algunos indgenas, y apretando los remos, se acogieron en
Tidore, y de all marcharon Ternate, donando la embarca
cin al convento de N. P. S. Francisco, por haberse librado
en el da 4 de Octubre (3).
Para dar buen principio al ao de 1613, mand el Gobernador
de Ternate en el da 1 de Enero, una galeota con dos paraos
felicitar sus vecinos holandeses de la fuerza de Tacme, una
legua de Ternate, los cuales les mataron cuatro hombres y les hi(1) Puga, lib. V, cap. I. Fr. Gregorio, pgs. 89-94. Colin, lib. IV.
cap. 21, y la nota de Pastells de la pag. 319.
(2; Fr. Gregorio, pg. 69.
(3) Fr. Gregorio, pgs. 70-71.
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dar al anemigo dos certeros tiros, con los que empez hacer agua
su caracoa; prendise entonces una tinaja de plvora que llevaban,
matando muchos de los que en la caracoa iban, y con esto, viendo
que se iban pique, se acab de declarar la victoria por los tidores
y espaoles. Murieron en la refriega el principe moro de Ternate y
su hermano, el rey de Jilolo, dos Cachiles, cinco Sangajes, tres Gimalares y otros personajes de cuenta ; de los bogadores murieron 130
y se cogieron 40 prisioneros ; de los nuestros hubo un tidore muerto,
y un espaol y un merdica, heridos (1).
En el mes de Junio de este ao, se puso en viaje para Holanda
el General Pedro BYote con doce naos gruesas, pero al llegar
A m b u e n o se encontr con cuatro naos nuevas, que le venan de
refuerzo, y en su vista, desisti del viaje, regresando Ternate
con 14 naos y 40 caracoas, y con todas estas fuerzas, el da 7 de
Julio dio sobre Tidore en el fuerte, llamado de los portugueses, y
habindole batido con seis naos, durante 4 horas, le arrasaron por
completo, pereciendo en la refriega 50 espaoles que le guarnecan.
El da 8 se dirigieron los holandeses y ternates sus amigos con dos
naos y algunas caracoas un lugar, llamado Sokanosa; saltaron
tierra algunos holandeses y ternates fin de ganar una eminencia,
que dominaba la fortaleza, y consiguieron su propsito por ser po
cos los tidores que la defendan ; pero, habiendo llegado de improviso
el Alfrez Pedro de la Fuente con algunos soldados espaoles y
tidores, les acometieron con tal corage, que mal de su agrado, les
obligaron hacer una ignominiosa retirada, dejando en el campo
de batalla muchos muertos y heridos; empero, como el fuerte era de
suma importancia, volvieron insistir los holandeses al da siguiente.
y acometindoles el principe de Tidore, les hizo huir con grande pr
dida de gente, armas y una caja de guerra (2).
Ya dijimos arriba, que el Gobernador de Filipinas mand en el
ao de 1612 la India al Maestre de Campo Axcueta negociar con
los portugueses el auxilio de sus fuerzas, para que junto con las
de los espaoles, destruyesen de una vez los holandeses: mas,
viendo D. Juan de Silva que Axcueta no regresaba Manila y mucho
menos el auxilio que haba pedido los portugueses, instado por los
espaoles de Tmate, se decidi mandarles una armada com
puesta de ocho bajeles y dos galeras, la cual, en un fuerte temporal,
se perdi en la contracosta de Mindoro, no salvndose sino una
galeota y esta con muchas averas. En vista, pues, de esta desgracia,
emprendi dicho Gobernador la construccin de otra nueva Escuadra,
ms poderosa que la pasada, y comprendiendo que lo de Ternate
no admita espera, por estar sitiando la plaza doce naos holande
sas, despach para las Malucas al franciscano P. Cobos
con el Sargento Mayor Pedro Zapata y una campaa de soldados
(1) Los moros llamaban esta clase <le combates (faro. Fr. Gregorio,
pgs. 73-74.
(1) Ibid. pgs. 75-66.
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P. Lorenzo Prez. O. F. M.
(2) Puga, ibid. pgs 585-595.
DOCUMENTA
ELENCHI BONON1ENSES
(1) Cf. sub 60. Legas indiUus. Iste ergo in Matrioula diei 15 deerat adhuc.
(2) Ex Tab. Max. Bonon. Sect. Comunis: Miscetl. Fragm. vol. V, n. 28.
(3) Dooumenta autem, in quilms diss, meritum unice residet, debentur diligentiae et modeatiae A. R. P. Bosaventurae Giobdani, O. F. M.,
Ministri Prov. Bononiae.
Archivum Francucanum Hisloricum. An. VII.
15
234
DE ORIGINE
P. Lucas Waddingus, celeber ille Ordinis FF. Minorum Almalista, paucis tantum verbis enarrat Clarissarum Urbanistarum monasterium sub titulo S. Clarae Brugis in Flandria anno l'28'j constructum fuisse (1). Sed iuxta P. Antonium Melissanum de Macro(2),
sententia haec Waddingi nionumentis illius monasterii nullo pacto
cohaeret . Quod et probare contendit narrando Clarissarum in Flan
dria originem ex documentis manuscriptis ipsius monasterii Brugensis.
Alii tamen auctores, quorum relatio plus minusve differt ab illa Antonii Melissani, pariter provocant ad documenta Brugensia Mss. In
vento a nobis documento nonduin noto, primo narrationes Ant. Melis
sani aliorumque explorabimu.s, ut clarius deinde ]ateat nostri documenti valor atque praestantia.
Narratio P. Melissani sat ampia reduci potest ad haec capita (3).
Celebrrima in urbe Colonia Agrippina vive bat saeculo XIII
virgo quaedam pia, Ermentrudis nomine, nobilibus orta parentibus, iuopinata morte exstinctis. Super ipsam ferventer orantem pro
aeterna salute parentum, matins Domini facta est. et horrenda visione animam patris vidit in gehenna damuatam, matris vero in coelesti gloria fulgentem. Eodem tempore audivit vocem dicentem sibi:
Vidiatine Ermentrudis? Magistros habes, fac, iis docentibus, taleiu
vitae normam instituas, ut cun pluribus alus virginibus, quarum fu
tura es primiceria, ad aeterna gaudia fliciter properes, et ne secus
facias, pave igns aeternos . Cui illa respondit : Ita, Domine, faciam , statimque ad se rediit. Deinde se contulit ad confessarium
suum Ordinis Praedicatorum, doctum et pi um, qui post celebratam pro illa Missaiu, Ermentrude interea ferventissimis orationibus
supplicante, ei dixit: Ermentrudis filia, confortare et esto virilis;
non fuit illusio vana, quam habuisti, sed visio vera, et quod in corde
audisti, Dei beneplacitum est et non deceptio mentis, ac tuum est
observare promisse : plura dicere vetor, quibus vel te praemoneam
vel instruam, cum ab unctione Spiritus Sancti, qui tibi vires suppeditabit et consilia suggeret optima, in dies edocenda sis. Hoc tantum
addam, quod reticere non debeo, voluntatem Dei esse, ut relicta paJnUa Minorum, ad aim. 1289, n. 50 (V, 227).
(2; Armalium Ordinit Minorum Supplementa, Augustae Taurinurum 1710.
ad ann. 1257, n. 7 sqq. Idem au. Waddingum, 257, n. 7 sqq. in II edit, exindo
additum: t. III, 74 sqq.
\3) Cfr. 1. e. ad ann. 1257, n. 7-27.
235
236
autem in Ermentrude desiderium videndi. audiendi et imitandi seraphieam Ciaram, necnon res suas Romani Pontificia auctoritate fulciendi. Sed sua spe angelicam illam rirginem videndi frustrata reinansit, quia liomam petiit, quando Clara in coelum iam migraverat.
Ad A lex an cl i IV pedes provohita, humiliter rogavit licentiam monasteria erigendi, in quibus Clarissarum seu Damianitarum vivendi
regula observaretur. Papa autem renuente, Ermentrudis ad orationeni
confugit.
Erat vero Frater Minor quidam, qui etiam mulierum aspectus et
colloquia severissime declinabat, quod et Ermentrudem non latebat.
Pergebat nihilominus eum consulendi causa ad conventum, ostiario
dicens : I, quaeso, pater ob amorem Dei et die illi : Blgica est,
quae te exspectat . Abiit ostiarius et advocans servum Dei, ea tanturo protulit verba: Pater, Blgica est, quae te exspectat , et statim
respondit Prater ille: Ermentrudis est, Deo gratias. Ad earn sine
mora descendit, stupendous Fratribus, eamque in bono proposito contirmavit. Egredieiite dein e monasterio Ermentrude, accidit, ut Pontifex e Vaticano exiret, ad cuius pedes statim procum liens Ermen
trudis ab eo iterum petiit, quod antea ei renuerat. Tunc Papa non
i nit um annuit, sed etiam pluribus donatam privilegiis ad propria
remisit.
Cum Brugas rediisset, regulam 8. Clarae ibidem introduxit.
unde filiae eius in posterum Srores Damianitae vocabantur. Ipsa
excitante, eamdem regulam assumpsere monasterium I prense et alia.
Ad instantiam Monialiuin Iprensiuni, Alexander Papa IV per suum
breve Cum sicut eje parte vestra (1) > anno 1258 Minisrris Generali
Ordinis et Provinciali Franciae eas regendas commisit, et anno sequenti per breve Meretur honestan" plura privilegia et indulgen tias
donavit, ut indicat Petrus de Alva et Astorga, ait Melissanus (2).
Qui dein pergit: Interea (ut dicebamus) Sororum numerus utrobique
plurimum auctus ampliores aedes exposcebat: ob idque de novis aliis
parandis cogitaudum fuit; Ermentrudis ergo per suas supplices enarratis necessitatibus, alio transferend i praefata duo Monasteria ab
Alexandre IV licentiam obtinuit, ac insuper decern sui OrdinLs
fan dandi tarn in fhiibiis Galliae, quam Germaniae gratiain
accepit : hoc in negotio transa t ionis Monasterii Brugensis nonnullas diiEcultatee, obsistente Episcopo Tornacensi, cui tune
Brugae in spiritualibus suberant inexspectate passa est: quas tamen
per duplex diploma eiusdem Alexandri (3), quorum uno Episco(1) Ap. Wadding, Iegeslum Pontifk. n. I, II, Lugduni 11328, p. 66 (IV* ,
475); Sbaralea, Bull. Franc. II, p. 279.
(2) L. c, n. 25. Vide Petr. de Alva et Astorga O. M., Indiculu* Bullarii Seraphici, Romae 1655, p. 70, n. 17. Hic tamen indicat Bui lain, de qua
in nota 10.
(8) Puto hic adesse aliquam confusionem . Exstat quidem bulla Sua nofr
ditertaet , qua Papa Episcopum Morinensem cohibebat, quia excommunicationis,
Ruspensionis et interdicti sententiae promulgaverat contra srores Ipreme.
Vide Sbaralea. 1. c, p. **>.
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pu m oh i Vie bat, et altero Magistrat u i Brugensi commendabat, ut intra suae Civitatis moenia locum Sanctimonialibus determinaret. Ac ita a Magistratu locus assignatus fuit ad quandam
Capellam Beatae Mariae de Bethelem nuncupatam, a qua
postea Monasterium exstructum denominatum fuit .
Ipris res exitum habuit faciliorem. In suburbii loco, Ros enda 1(1) dicto, novum monasterium erectum est, quod anno 1260,
Alexandro IV facultatem conceden te, per bullam Meretur hone
stas (2) , Ermentrudem cum suis sororibus translatis a longa Marca
excepit. Anno 1262 ad liane domum Moniales a S. Bavone trans
latas sunt. Ab anno vero 1263 srores tarn Brugenses quam I pren
ses regulam Urbani Papae IV assumpsere (3). Obiit Ermentrudis in-certo loco ac tempore.
Ita sonat de origine Ordinis S. Clarae in Flandria narratio Fratris Antonii Melissani, quam forma multo contracta tradidimus. At
vero observandum est, quod hac de re alii aliter tractant, qui tarnen
fere omnes contendunt se monumenta manuscripta monasterii Bruyensis ri/lisse, uti cl.mi viri Sanderus et Demore.
Sand er us (4) tradit Ermentrudem rugas venisse anno 1270
et fundamenta monasterii Urbanistarum ibidem iecisse, ut muniznenta tradunt huius coenobii . Insuper, teste Sandero, fundavit alias
domus pia virgo Ganda vi, Ipris et Peteghein prope Aldenardum.
Rev. Demore, Canonicus (5), longam praebet narrationem, quae
quoad principaliora consentit cum dictis a P. Melissano, numeris 7-22.
Tacet vero de Hiere Romano. Ipse etiam refert, quod monasteria
tarn Brugense, quam Gandavense et Iprense regulam S. Clarae assumpserunt, ac insuper, quod in urbibus maioribus Flandriae et Franciae septentrionalis coenobia erecta sunt, quae approbationem ab Ale
xandro IV obtinuerint (6). Sanderus poterat quidem aliqua monumenta
Monasterii Clarissarum prae manibus habuisse, non vero Demore. Hic
iter romanum cante omisit, utpote parum probabile.
Iuxta librum recenter editum (7), Ermentrudis a beata Clara
petiit Regulam et consilium, quae ideo epistolam notam scripsit ad
amicam Belgicam. Onus, ad quod Clara alludit in litteris suis, esset
onus abbatissae; et Ermentrudis votis a S. Clara expressis se conformans Regulam anni 1224)?] (8) introduxisset in monasteria Br
cense aliaque()). Cl. Ricard (10) putat etiam, quod Ermentrudis Brugis
et Ipris monasteria fundavit, dum econtra Waddingus (11) nonnisi
airho 1289 de con ven tu Brugensi sub nomine S. Clarae mentionem facit.
il) Id est Vallin liona rum in parocliia S. Iobannis.
(2) Apud Wadding, II1, 80 (Vs, 495); Sbaralea, II, 389. Cfr. p. 236, no
tt 2 et 8.
(3) In bullis citatis Moniales Iprenses constanter vocatae sunt de
Ordine Saneti Damiani.
(4) Flantiria Illustrata rive Prorinciae ac Comilalu
Am" Dencriptio, t. II. Hagae Comitum 1785, p. 130.
(5) L. c. p 282 ss.
i(i Quibusnam Litteris Apostoliois ego nescio. Cfr. Bulla Cum m'eut er
parle rentra* ap. Sbaralea, 1. c, p. 279.
(7) Histoire, abrge, I, IJOs.
(H) Vide de diversis regulis AKH V, 1912, p. 181 ss.
(9) L. c, p. III.
(10) L. c, p. 232 et 234.
(11) Annales Minorum, ad ann. 1289, 50.
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Quod ex Provinciis Cismontanis raittant Matritum ad Reverendissimum Commissarium Familiae fundationes Conventuum, res
memorabiles, et cet., quae non sunt in praedicto Chronico; at Ministri Ultramontani mittant haec Romam ad R. P. Procuratorem Curiae
Romanae (1).
Anno sequenti ReverendLssimus P. Iohannes a Neapoli innovavit decretum dicti Uapituli, epistolam scribens quae, ut puto,
nondum fuit edita. Quocirca ex integro earn hic subiimgimus ; exstat
initio codicia MS.: t'hronologia Proi-inciae dertnaniae Inferior.s
intitulati, qui asservatur in conventu Fratrum Minorum Bruxellensi.
Fr. loan ne s a Neapoli, Minister et Hervus totius Ordinis Fratrum Minoruni Serapbici P. N. Francisci, Dilectis in Domino Patribus
Ministris Provincialibus nostrae Familiae cismontanae, necnon Guardianis. Superioribus ac Fratribus salutem in Domino.
Cum in proximo Capitulo celebrato Toleti factum fuerit constitutio generalis pro utraque Familia, in qua Ministris Provincialibus per
obedientiam et sub poena privationis officiorum praeeipitur, quod faciant relationem novarum Provinciarum, custodiarum, conventuum, nec
non rerum notabilium Religionis qui post divulgationem Chronici
Illustrissimi Domini P. Fr. Francisci Gonzagae, Archiepiscopi Mantuani, de novo reperiantur fundatae aut oelesti cura evenisse, ut no
varum rerum congeries praedictum Chronicon prosequatur fliciter: et
hueusque Ministri Provinciales tardissiina executione piguescant; toto
tenore praesentium sub poena irremissibilis executionis poeuarum Con-titutionis generalis omnibus Ministris Provincialibus et Superioribus
praecipimus, ut intra terminum trium mensium a receptione
istarum litterarum, exactissime exequantur, quae Capitulum Generale
inconcussibili auctoritate disposuit, procurando iidelem informationeni
eflicere Provinciarum, Custodiarum, conventuum, Missionum, conversionum, Martyrum, doctorum, piorum virorurn, et aliarum rerum notabi
lium, quae vel post Chronicon Illmi Gonzagae vere et fliciter
evenerunt, vel ibidem etiam reperiantur omissae; nam plu
in dicta Chronica desiderari fideli tastimonio comprobatur. Sed ne in re
tarn gravi quae orbem aedificat, fidem illustrt, et Religionem exaltt
aliquorum incuria texenda narratio metbodo aut veritate deficiat, apponimue stylum et ordinem exequendi mandatum constitutionis, ut quae
historia rfrt, possibili examinations sint vera.
Primo qnivis Minister in provincia respectiva tres vel quatuor
assignabit religiosos virtute praeditos, ac sacra theologia et notitia
historiarum peritos, qui separatim per diversas partes Provinciae discurrent, recognoscentes scripturarum archivia, antiquasque memorias,
et examinantes summa fidelitate veritatem narrandorum. Patres igitur
destint: ad conficiendas relationes, haec debeant praecipue inquirere,
examinare, scribere, et brevi summa annotare. Primo de Provinciis
et Custodiis haec notent et examinent, quo tempore, quo anno, quo
fundatore seu Patrono, quo Pontifico et principe, quo casu, ex cuius
Religiosi solertia talis Provincia seu Custodia fuerit fundata. Deinde
sigillum magnum et parvum Provinciae aliqua idnea figuratione de
lineare curabunt. Praeterea referendus est numerus, nomen, patria, et
(li Chronologia HUlorko-Legalis, III, I, Romae 1752, p. 53 s.
240
merita Ministrorum seu Custodum al) exordio fundationis; similiter
apponendus est numerus conventuum, fratrum et sororum: commeruorari praecipue debent gesta fratrum in Ecclesiae obsequium et. propugnationem fidei. Praeterea debent summatim referri illi Religiosi
qui insigniter floruerunt virtute, praedicatione et dignitate ut Cardinalis, episcopi, Inquisitoris et Apostolici Legati. Similiter receuseri
debent numerus monialium et conventuum S. Clarae, S. Elisabeth et
purissirnae Conceptionis (etiamsi monasteria ista non sint sub obedientia
nostraV earumdem virtutes et exempla, ac regum seu principum Alias
quae dicta monasteria suo exemplo illustrarunt. Tandem obsequia debita
fidelitate exhibits Kegibus et princi[pibus a| fratribus naturalibus.
In relatione conventuum primo enumerandus est conventus
titulus, situs, fundatoris nomen et patroni. ac fundationis occasio; an
aliquod miraculum seu votum vel eximia populi devotio. In ecclesiis
debet inquiri an sit insignis reliquia alicuius sancti vel aliqua imago
miraculosa. vel insigne sepulchrum regis vel magnatis. In archiviis
debent observari omnia brevia apostolica, principum privilegia et sententiae exhibitae in causis litigiosis in favorem Religionis. ac denique
texendus est brevis catalogus omnium scripturaium, quae remanent in
singulis archiviis. In bibliothecis debet recognosci librorum nume
rus, memoria alicuius voluminis singularis et specialis annotatio alicuius
manuscripti nondum impressi typis. Cuiusvis insignis religiosi nut viri
praeclari.
Postquam igitur fratres ad dictum munus destinati suas finierint
relationes, eas nomine proprio subscriptas, Ministro Provinciali
pr aes en tab u n t, Minister vero singulorum informationes nno tolumine ad una bit et tres cop i as curabit efiicere, quas subscripta
niami propria niaiori sigillo provinciae obsignabit: istorum una in archivio Provinciae manebit, alia in aichivio conventus principalioris deputabitur custodienda; altera vero Roman mittetur ad
Procuratorem Genera lem Ordinis in Con vent u nostro de Ara Coeli, a
quo Ministri litteras expostulabunt quibus authentice constat se rela
tiones destinasse intra tempus a nobis praefixum et nostris mandatis
obtemperasse fideliter. Et sub eadem poena privationis officiorum praecipinius Ministris Provincialibus, ut caetera disponant iuxta ordinata in
Generalibus Constitutionibus factis in Capitulo Generali piaeterito, ut
habetur folio 12 et 13, et quod intra terminum a nobis praefixum, nobis
transmittant omnia ad Generalem Procuratorem Ordinis.
Dat. Genuae in nostro Conventu S. Mariae Annuntiatae die 24
in. octobris 164(i.
Fr. Ioannes a Neapoli
Min. Glis.
Posterioribus temporibuB pluries iterum iniunctum fuit Ministris
Provincialibus, ut Romam transmitterent, quae additiones prosecutioni Annalium Waddingi deservire present, v. g. a Capitulo Generali
anno KiT'i Roma? celebrate. Textus decreti huius Capituli est ut sequitur :
Praecipit Definitorium Generale, quod in singulis Provinciis instituantur a Definitorio Provinciali quamprimum Chronologus Religioaus, prudens, solers et eruditus, qui authoritate Capituli Generalis
circumeat Provinciam ad colligenda omnia antiqua et recentia Religio
241
ilis monimenta, tam spectantia ad Conventuum et Monasteriorum fundationes, historiasque fratrum et sororum defunctorum laudabilis vitae
et famae, qnam caetera, quae in laudem Dei, exaltationem Fidei, honorem Religionis et incitamentum virtutis cedere possunt. Quibus diligenter collectis, formet lingua latina, et integra fide omnium relationeni,
quae a Definitorio Provinciae approbata et subscripta in Arcbivo
eiusdem Provinciae perpetuo conservanda repouetur, ac ipsius authenticum transcript um ad Archivarium Generalem Familiae
respective transmittatur, pro Ultravnontanis Matriti, pro Cismontanis
Romae exist entem, ut in generali Archivo inibi consistente conservetur(l) .
Videtur autein P. Sebastianus Bouvier suam relationem ad
P. Haroldum misisse vigore decreti anno 1676 editi. Nunquam vero
testimonium Roma recepit, MS. suum revera eo adventasse, uti patet
ex verbis prologi, quamobrem anno 1679, sicut contextus ipse probat (2), de novo Relationem conscripsit, quam studiosius, copiosius et (ut reor) ordinatius perfecit (3) plus minusve iuxta methodum a P. Iohanne a Neapoli assignatam.
En MS. huius descriptio.
Manuscriptuin memoratum est codex chartaeeus (315)<220 mill.),
179 habens pagellas, quarum pagg. 176-179 et 7-12 vacant. Unica
manu parum eleganter exaratus est, eoque continentur quae sequuntur :
Praeloquium ad Rev. P. Annalistam ordinis (1-2).
Provineia Fbindriae JiecoUecta. Almae Provinciae Flandriae, con
ventuum et virorum sanctitate. doctrina, Religionis zelo praestantium :
rerum quoque memorabilium series iuxta fere sequelam annorum a
suis exordiis ordinata v3-6).
Conventuum Belgicorum in yenere antiquit/item ad tempera S. Prix.
Francisci esse referendum probant scquentia (13s.).
Primus et Capifalis Conrentus (alia manu additum est: Audomarensis [Saint-Omer]) (14-18).
Secundus Conrentus Namurcensis |Namur]. Miraculosa curatio
cuiusdam Invalidi ex devotione ad Iinaginem Virginia Hallensis in Ecclesia conventus ^Namurcensis. Mirabilis Apparitio Deiparae sub Imagine
publice exposita in eodeni conventu Namurcensi. Imago S. Antonii
Patavini ibidem honorata. Miraculum de indigna Communione (18-21).
Tertius Conrentus Athensis [Ath] (22).
Quartus Conrentus An snensis [Avesnes] (23s.\
Quintits Conrentus Bie.ze.nsis [Bie?] (24).
Septus Conventus Sambrensis [Farciennes] (24s. i.
Septimus Conrentus Leodiensis. Miraculum [per iutercessionem
S. Mariae Virg. Hallensis]. Contenta in Archivo conventus (25-28).
Octavus Conrentus Eremitorii Coviniensis [Couvin] (28s.).
(1) Chron., l.'c, p. 176. In Congregatione Generali totius Cismontanae
Familiar, celebrate Romae 1679, adhuc inculcabatur hoc decretum sequentibus
verbis: Provinciales Ministri, sub poena suspensionis suorum officiorum per
sex menses, mittant notitias historicas suarum Provinciarum, alias a Reverendissirno Ministro Generali per suas patentes liteus requisitas, ut in decorem Religionis eiusdem historian prosequantur . Ibidem, p. 190, n. 17.
(2) Cfr. v. g. p. 34. 151, 167.
(8) Pag. 1.
242
Nonus Conventus NiveUensix [Nivelles] Miracula SS. Mm. Gorgomiensium (sir) in Ecclesia Nivellensi (30s.).
10. Conventus Luxemburgensis. Vita V.bilis Fr. Petri a Gandavo.
Laici (32-47).
Intvoductio Rel'ormationis sub nomine Recollectionis. Et vita Recollectorum in Provincia Flandriae (48s.).
11. Conventus Florinensis [Florennes] (49s.).
12. Conventus Givetensis [Givet] (50-52).
13. Conventus Barbansoniensis [Barbencon] (52s.V
14. Conventus Bastoniensis [Bastogne]. Vita Religiosa et Mors
Gloriosa Venerabilis P. F. Richardi de S. Anna, Martyris. Vita V. P.
F. Panli Lucrio Sacerdotis. Vita Devotissimi Fris Ioannis Barnabae
Laici. Hilarius Waltherus 1 53-73).
15. Conventus Bolkintlienxix [Bolland] ( 73-75).
Id. Conventus Insulensis ad Sanctam Claram [Lille].
[16a] Conventus shy Solitudo IupUiensis [Jupille] (75s.).
17. Conventus Durbidensis [Durbuy] (7s.).
18. Conventus Waremiensis [Waremme] (77s.V
19. Conventus Verviensis [Verviers'. Mirabiles eventus. Aliud
mirabile. Aliud [mirabile]. Alius eventus de Providentia Dei (78-82).
20. Conventus Ulfiingensis [Ulttingen] (82-87).
21. Conventus Visetensis [Vise] (87V
22. Conventus Huensis [Huy] (87s.).
2H. Conventus Cinacensis [Ciney] (88).
24. Conventus Fontensis [Fontenai] (88).
25. Conventus Florucensis [Fleurus] (88s.).
26. Conventus Vertonensis [Virton]. Miraculum de Chorda S. P.
Francisci (89s.).
27. Conventus Rentinencis [Retinue?] (90).
28. Conventus Chimacensis [Chimay] ^90).
29. Conventus Dichiriensis [Diekirch] (90s.).
HO. Conventus Hamipratensis [Hamipre] (91).
31. Conventus [in Sougne] (91s.).
Obserrandum [circa mutationein in Provincia per influxum politi
co urn] (92).
[Plures Necrologiae] (92-100).
EpUogus (100).
Scriptores Provinciae Flandviae (100-106).
[De Clarissis].
Collectanea accessoria de Monialibus Provinciae Flandviae adjun
ctis et subiectis (106).
Re<h"i.a Pkima Pauperum Clarissarum. Intvoductio Ordinis S. Clarae
in Flandriam (106-108).
[1.] Pauperum Clarissarum primus Conventus Insulensis [Lille] (108110). 2. Conventus Audomarensis (110-113). H. Conventus Montensis
(113-119). 4. Conventus Leodiensii (120s.).
Regula Secunda Urbanistarum sive Sanctae Clarae sub dispetisatione Urbani I'apae IV (121).
1. Conventus Luxemburgensis. 1. De Sacris Reliquiis. S [2.]
De Sepulchris. 3. De Privilegiis. Indultis et concessiombus Ponti
243
244
24:
suum ad te, et det tibi paeem ; sorer et filia mea Ermentrudi*. Ego Clara,
anctlla christi, plantula S. P. N. Francisci, soror, et mater tua, et aliarum pauperum sororum, licet indigna, rogo Dominum Nostrum latum
Christum per misericordiam suatn, et per intercessionem xanctussimae
suae (ienitricis Mariae, et B. Michaelis Archangeli, et omnium SS. Angelorum Dei, atqw omnium sanctorum et sanctanim Dei eius, ut ipse
Pater coelestis det tibi et confirmet islam sanctissimam. benedictionem in
coelo et in terra : in terra multiplicando te gratia et virtidibu* suis inter
servo* siio*, et Ancittas in Ecclesia sua militante : In coelo, exaUando te,
et glorificando in Ecclesia sua triumphante infer sanctos et sanctas sua*.
Benedico te in vita mea, et post mortem meant, sicuti possum et plusquam possum, de omnibus benediction ibu*, quibu* Pater misericord iarinn
xuarum filiis suis et filiabus spiritualibu* benedixit et benedicet in coelo
et in terra. Allien. Esto semper amatrix mei et animae tuae et omnium
sororum tuarum: et sis semper sollicita observare quae Domino promisisti.
Dominus tecum sit semper, etmubinam tu cum ip*o sis seniper. Amen (1).
Ex litteris Alexandri IV datis anno 1258 quibus istae Moniales positae fuerunt sub obedientia Ministrorum Provinciae Franciae,
colligitur ipsis iam surrexisse monastoriurn, et Ermentrudeni fuinse Abbatisaam.
Haec de Introducto primitus ordine Pauperum Clarissarum in Bel
gium nostrum, et Plandriam. Nunc, relicta Patribus Provinciae S. Ioseph
in comitatu Flandriae c.onventuum illorum deseriptione, qui ex tunc
surrexerunt in ipso eorum districtu; ego de illis agam, qui Provinciae
nostrae Flandriae remanserunt aut accesserunt >.
Eruendum nunc est ex documetito citato, quod Erinentrudis pro
Ordine Pauperum Dominarum in Flandria introducendo ab Innocentio Papa IV (1243-1254) impetravit approbationem, quodque
B. Claram visitavit paulo ante annum 1250. Quo supposito, facilius explicatur, cur beata Clara Ermentrudi epistolam
misit ac benedictionem. Anno 1250 ineepit Virgo Belgica vitam
claustralem, dum Alexander IV ei anno 1255 concedit facultatem
monasterium erigendi (litteras Apostolicas tamen non inveni ; litterae
ab eodem Pontifice anno 1258 datae, exstant apud Waddingum et Sbaraleam) (2). Nec temere creditur F rat res Minores, iam ab anno
1233 intra muros Brugenses habitantes (3), Ermentrudem certiorem fecisse de Clara Assisiensi eiusque institute.
Quoad benedictionem, a beata Clara Ermentrudi tranwmissam, observo dictum Fr. Thomae Celanensis (4), iuxta quod Clara
ante mortem suam omnibus Dominabus Monasteriorum pauperum,
tarn praesentibus quam futuris largam benedictionis gratiam > iraprecata est. Textus, a P. Sebastiano Bouvier conservatus, parumper discrepat ab illo quern edidit Marcus Ulyssiponensis (5). Si Clara re(1) Cf. supra, p. 188-190.
(2) Cf. supra, 236, n. 2.
iS) Haroldus, Epitome Annalium Ord. Min., Komae 1662, ad annum 1288,
n. 9 (I, 284).
(4) Legenda 8. C'larae, cap. VI, n. 51 in Acta 88., Aug. II, 764; ed. Pennacchi, Assisi 1910, n. 44 (p. (ilsq.).
(5) Vide Seraphicae LegiiMumi* Textus Originates, Ad Claras Aquas 1897.
281 et 284. Cf. supra, 188-90.
246
vera benedictionem suam Ermentrudi misit, verba Melissani qui binas epistolas memorat, sed unam tantum publicavit, nullam
amplius praebent difficultatem.
Interim prodiit dissertatio R. P. H u g o 1 i n i L i p p e n s, 0. F. M.,
L'abbaye de St. Claire A Ypres. Notes et documents relatifs a son
histoire au Xllfi siecle, ap. La France Franciscaine, II, 1913, 258-76
(cf. AFH VII, 181). Quin origines Clarissarum Yprensiuni discutiat,
A. edit (259-60) brevem de eis relationem, quani J oh. Dam. Doyen,
(Jrttts et progressus Provinciae Flandriae Fratr. Min. Rec. (qui
(Jrtus partim prodiit gallice versus a N. J. Cornet ap. Analectes
pour servir a I'hist. eccl. de Belgique, VIII, 1871, 257-77; 451-99;
IX, 1872, 189-209) circa an. 1750 e MS. P. Sebastiani Bouvier, (f 1681) hauserat. Doc. II est transsumptum factum [Ypris]
1304, 11 junii, bullae Alexandri IV, datae abbatissae Monasterii
S. Clarae de Longemarck : In perpetuum religiosam vitam : Viterbii, 5 mart. 1258 (n. at.). Hac bulla Monasterium, quod vivit
< secundum... Benedicti Regulam atque institutionem monialium inclusarum S. Damiani Assisinatis et f'ormulam vitae vestre a felicis
rex-ordationis Gregorio papa... ordini vestro traditam, cum adhuc esset
in minori officio constitutus... (est solita ilia confusio; cf. AFH V,
203-4; in protectionem Papalem suscipit (262-5). Doc. Ill (267-8)
est transsumptum bullae Alexandri IV : Cum a nobis petitur datae
abbatissae... monasteri de Rosendale super plateam de Longemarke
iuxta Yprum , confirmans donationem dicti loci ipsis factam ; Anagniae 8 dec. 1259. Doc. IV : bulla est eiusdem, data Anagniae
in (? legendum videtur: ill) kal. mart.*, i. e. 27 febr. 1260, qua
L'larissae de Rosendale iuxta villam Yprensem , a decimis eximuntur. Caetera tria documenta ibi edita bullae non sunt, et naturae
mere localis ; cf. et AFH VII, 181.
Weerl in Hollandia.
Fr. David de Kok, 0. F. M.
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES
247
FRANCISCAINES
248
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES FRANCISCAINES.
249
250
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES FRANCISCAINES.
251
252
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES FRANCISCAINES.
263
LETTRES FRANCISCAINES.
letres saelees dou sael de le cite deuant dite. Et tantes ces clioses dit,
me sire li Eues/ces de Cambrai par ses letres ouuertes, saeelees de sen
sael tesmoignier, aprouuer, loer et de sauctorite confermer. Et sest asavoir
ke. nous, li protiuos et li Capitles deuant noume, auons par grasse
otroije. as Frres deuant dis: kil puissent les maisons ki sont de
leschaut vers le maisons le Beghin et vers le porte saint Andriu touttes u
en partie remuer outre lescaut par de la en le Here ke nous leur auons
otroije, sans autre, ou liu de cels redifijer.
Ce fit fait et escrit en km et ou tour deuant notimes.
Et nom Frre Bounauenture, Generous Meni stres, et
Frre Pieres, proui nciaus Menistres, et Frre Pieres, Cu
stodes Dartois, et Frre Jehans, Gardijens de Cambrai,
deuant dit ; pour nous, et pour nos successeurs, et pour nostre Ordene,
et pour le coulient de Cambrai: loons, grons, et aprouuons, et confermons ceste pais -et ceste composition faite eu tel manire com il est
deseur devise et contenu, et prou metons en boine foi, loiaiiment ke nous
nirons par nous, ne par autruj encontre lordenanche ne le pais devant
dite, tie ne procuerrons, ne ne soufferroits, quant en nous est, ke autres
iuoist. Et renonchons a toutes letres enpetrees et ki sont a enj>etrer pour
lokison de la besoigne de le pais deseure escrite et a ce ke nous rien
puLisons user, ne ke, eles ne nous vaillent riens, ne ne grieuent au prouuost
et. au capitle deuant dis, en manire ke li pais en puist estre de mile chose
detourbee, enpeechie, ne deffaite, ne mue. Et sil [estait octroy enf] aucun
tans, de quiconque ce fust, ne en quelkonques manire cose ki fust encontre
chou tien vserijens units point sans le congiet dou capitle deuant dit. Et
pour chou ke ce soit chose ferme et estantes non,? avons ces prsentes
letres saelees de nos seaus. Et fit fait en la?i del incarnation de nostre
seigneur Jhesu Crist mil et deux cens et sissante et set, les demurs deuant
le 'Caiuleler. [1 fv. 1268 n. s.].
Archives du Nord, Lille: Evch et Chapitre de Cambrai, Cart,
n. 20 Parchemin original, mesurant 30 mm. de larg. pour 260 mm.
de haut. Parmi les sceaux il y a celui du Ministre gnral, S. Bonaventure voy. p. 250, celui du Ministre provincial; sceau ogival de 58 mill.
St. Pierre, de trois quarts droite, nimb, tenant ses clefs de la main
droite, et de la gauche un livre, o se lit ora pro nobis S. Petre et
V[igillum] Fratrum Minorum totius Franc.ie et les sceaux du custode
d'Artois et de frre Jean de Mons (1).
5. Lettre de Fr. Robert, Ministre provincial de France
l'Abb et aux religieux de l'Abbaye Saint-Martin Tournai (1269).
Le 9 octobre 1260, fr. Robert Ministre provincial de France,
donne des lettres d'affiliation l'Abb et aux religieux de SaintMartin Tournai. Il leur y promet en plus de faire leur trpas
les suffrages et messes qui se disent pour nos frres.
S'est-il gliss quelque erreur de date dans la copie de cette lettre?
On connat un Ministre provincial de France: Robert de Gamaches,
docteur de Paris, mais il mourut Noyon en 1242 (2). Eut-il un
il) Nous prions M. l'Archiviste du dp. du Nord il Lille d'ager nos
vfineieiements.
(2) Denifle, Chartul. Univ. Park., I, 168. Wadding, Ann. Min., II4, 873;
ad ann. 1234, n. 17. Gonzaga, Oriy. Seraph. Relig. Bomae 1587, 5l (654!).
Ant. Bguet, Ncrologe des Fr. Min. d'Auxerre, dans AFH III, 1910, 727.
LETTRES FRANCISCAINES.
255
homonyme en 1269? En 1268 on trouve un certain frere Pierre, Ministre provincial au chapitre provincial d'Arras (1) et de Cambrai.
Et il semblerait que Gautier de Bruges, provincial ait succede au
frere Pierre jusqu'en 1279.
Viris religiosis el in Chr/sto sibi dilectis, abbati et conventui S. Mar
tini Tornacensis, f rater Robert u s, Fratruin M i no rum a m ministrationis Francie minister et serous saliUem et pacem in Do
mino sempiternam. Devotionem qua vos ad or din em nostrum ha
bere, non solum Fratrum nostrorum relatione, sed et experientia cognovi,
affectu sincere caritatis acceptans, ac vobis, quantum in me est, vieissittulinem cupiens compensare salutarem, vos ad universa et singula
Fratrum nostrorum suffragia, tarn in morte recipio quam in
cita, pienam vobis participationem concedens omnium bonorum, que per
ipsos operari dignab/tur dementia Salvatoris. Superaddo insuper, de gratia
speciali, ut cum obitus cuimlibet vestri in nostro provinciaU capitulo
fuerit nuntiatus. pro vobis idem offlcium fiat, quod pro nostris Frafribus
fieri communiter consuevit (2).
Datum Tornaci, anno Domini MCC'LX'nono manse, octobris [1269, act.}.
Archives generates du Royaume, Bruxelles, MS. 39, provenant de
Cheltenham, page ;546. La charte est publiee par Arm. d'Herbomez, Charfes
tie VAbbaye de Saint Martin de Tournai, Tournai, 1910, II, 299.
6. Lettre de Jerome d'Ascoli, Ministere general
a Pierre de la Broce, Ministre de Philippe le Hardi (1275).
Jerome d'Ascoli (3), Ministre general de l'Ordre, donne a Tours,
le 6 mai 1275 des lettres d'affiliation a Pierre de la Broce (4) et a
sa famille. Outre la participation aux bienfaits spirituels qu'on promet
an favori de Philippe III le Hardi, on lui promet que le Chapitre
general, a l'annonce de sa mort, f'era reciter dans l'Ordre l'office
annuel que Ton dit pour nos freres defunts. Le litre que le General
donne a Pierre de la Broce, est a relever: Proeureur de l'Ordre des
Freres Mineurs & la cour du roi.
Nobili viro ac prudenti domino Petro de Brussia, vamerlano necnon
et consiliario serenissimi domini Philippi regis Francie, ac in eiusde m
domini liegis curia ordinis Fratrum M inorum proc.uratori, frater Ieronimus, ordinis Fratrum Minorum Generalis
Minister et serous etemam in Domino salutem. et pacem cum plenitudine omnis lioni.
(1) S. Bonav. Op. omnia, Quaracchi, X, 60.
(2) Cf. Ehrle, ALKG VI, 137; S. Bonaventuio, VIII, 464.
(8) Jerome d'Ascoli fut Ministre general du 19 mai 1274 au 20 mai 1279.
En 1276 le Pape envoya Jerome et le Maitre general des Dominicains eomme
legats a Paris. Sbaralea, Bull Franc, III, 301; AFH II, 45, et le crea Car
dinal le 12 mai 1278. II fut Pape sous le nom de Nicolas IV le 15 fev. 1288
f 4 avril 1292. Eubel, Is, 9s.
(4) Le grand Chambellan de Philippe le Hardi dut sa toute-puissance a
l'ascendant qu'il prit sur le faible Philippe III, des 1270. Comme tous les
parvenus, il pensa trop a soi et aux siens qu'il entioblit et favorisa de toutes
manieres. II tomba de tres haut ties bas... ; la disgrace mena Pierre de la
Broce au gibet de Monfaucon le 90 juin 1278. Ch.-V. Langlois, Le rigne de
Philippe III le Hardi, Paris, 1887, p. 18.
256
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES FRANCISCAINES.
257
258
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES FRANCISCAINES.
259
260
LETTRES FRANCISCAINES.
LETTRES FRANCISCAINES.
201
262
LETTRES FRANCISCAINES.
de Nivelles (2), de
(3; la participation
la comtesse Marie
de Namur. Ils pro
messe le 10 janvier
LETTRES FRANCISCAINES.
'203
2G4
ACTA FUNDATIONIS
CONVENTUS B. MARIAE DE ANGELIS PROPE TOLOSAM
(1481-1484)
265
26>
267
nobis expsito (9 sept. 1613), erexit Antonius a Trejo die 30 dec. 1614.
Hisce patet cui, quando et quo iure adscriptus fuit conventus iste
Tolosanus.
Habes igitur de ipso prorsus ieiunas narrationes, quas eximii duo
viri de historia franciscana bene raeriti in scriptis exaraverunt. Sed
si solum eius fundationem attendamus, quod in expositione talis
eventus plane deficiant, nemo est qui non videat. Unde non immerito
primaeva, quibus completius cognoscitur, documenta manifestando rem
cunctis gratam operari non dubitamus.
Quanti vero fuerit momenti fundatio Tolosana, concluditur ex
statu humili, in quo prius vixerant fratres de Observantia Aquitaniae.
Hii enim primam reformatam domum, videlicet Mirapicensem, tardius
habuerunt, verosimilius immediate post Eugenii IV bullas Ut sacra
ill ian. 1446) aliasque in favorem Observantiae (1). Secundam deinde
Bastidae (1454), item in comitatu Fuxi, erexerunt (2). Habuerintne
tertiam iisdem temporibus, non auderem asserere. Quidquid est, nullam
in aliqua civitate regi Franciae subiecta videntur hue usque domum
occupasse. Conventus igitur B. Mariae de Angelis Ludovici XI benevolentiae, patrocinio expensisque tribuendus, qui in suo regno Coletanos protexerat Observantes aliquotiens persequendo, faustam aperiebat viam expansioni latiori. Unde fundata -pes dabatur conventuum
ulterius erigendorum, non amplius ad radices solos Pyrenaeos, sed per
universam Aquitaniae provinciana.
Quilms expositis, dicta tandem reecribantur documenta.
268
269
II.
1481, iulii 2. Aliae litterae Ludovici XI, Francorum regis, quibus
cunctis suis Tolosae iustitiariis praeeipit, ut efficaciter novam fundationem protegant (1).
Loys, par la grace de Dieu roy de France: nos aviez et faulx
les gens tenons et qui tiendront notre court de parlement Tholose, sneschal dudit Tholose, et tous noz autres justiciers et officiers ou
leurs lieuxtenans ou commis, salut et dilection.
Comme pour la singulire et dvote affection que avons en la religion
et famille des frres Mineurs de l'Observance l'augmentacion du
service divin, et pour estre. participant s prires et biensfaiz de ladite
religion ayons en dvocion et propox fonder ung convent de ladite reli
gion et famille hors et prs de notre dite ville et cit de 'Tholose au,
lieu plus amplement comprins et dsign en noz autres lettres sur la
fondacion et admortissement d'iceUuy lieu par nous octroyes (2):
toutesfoiz, )K>ur ce que en la matire de ladite fondacion et deppendences
dicette pourroit estre donn, mis ou fait aucun trouble, destourbier
ou empeschement et ce soubz umbre et cotdeur d'aucuns interestz et autres
frivoles occasions que en semblables matires aucunes personnes tant
ecclsiastiques que autres ont sauvant acoustum d'aUguer et produyre,
dont lesdits religieux et frres de. ladite religion pourroient estre, tant
prandre la possession dudit lieu que en la construction et habitacion
d'iceUuy, troublez, inquitez, molestez, envelopez et impliquez en procs en
trs grant prjudice et retardacion de ladite fondacion et frustracion de
notredit, propoz, dsir et entencion:
pour ce est il que nous, pour les causes dessusdites desirans ladite
fondacion et edificacion dudit courent sortir son brief et plain effect
et lesdits frres et religieux estre mis en paisible et. quite possession dudit
lieu et conservez en icelle, vous mandons et commandons et chacun de
vous, si comme luy appartiendra, que aprs ce qu'il vous sera apparu
du congi et licence, pour ce faire notre requieste obtenu de notre saint
pre le pape et par les vicaire provincial de ladite famille de la
province de Guienne(3) ou gardien du convent de Mirepoix
de ladite religion et chacun d'eulx en serez requis, vous mectez lesdits
vicaire provincial, gardien de Mirepoix et leurs autres frres en jAaine,
quite et paisible possession dudit lieu et les conservez et continuez en
icelle en les faisant, souffrant et laissant piaillement, tant en diffiant
ledit convent que en faisant le divin service, ])reschant, l'aumosne de
mandant et leurs autres actes faisant, joir et user de tous les privileges
et immunitez desquelz les autres conventz t frres de leurdife. religion
et famille ont acoustum de joir et. user, sans leur faire, mectre [ou donner]
ne souffrir estre fait, mis ou donn aucun airest, trouble, destourbier ou
empeschement en quelque manire que ce soit. Car ainsi nous phxist il
estre fait: nonobstant quelxconques opjiositions ou appellacms, lettres,
ordonnances, mandemens ou deffences ce contraires.
(lj Ex archivio publico Tolosano [H. Be. Toul., 1], Est transsumptum
flaec. XV. Idem documentum inseritur in aliis infra ponendis n. X et XI.
(2j Agitur de litteris sub n. I datis.
(8) Sic iterum gallioe, latine vero Aquitania.
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civitate T h olosan a rel extra muros eiusdem in loco congruo et honeMo, de quo sibi et dilectis filih vicario et fratribus died ordinis provincie
Acijuitanie secundum morem ipsius Ordini.s videretur, cum ecclesia, campanili humili, campana, cimiterw, dormitorio, refectorio, ckiustro, ortis,
ortaliciis et aliis necessariis officinis pro usu et habitationc eorumdem
fratrum fnndari et construi faciendi, ac eisdem vicario et fratribus
domum huiusmodi pro eorum usu et habitationc huiusmodi recipicndi
et perpetuo retinendi per alias nostras licteras (1) licentiam concessimus,
prout in Mix plenum continetur.
Quodrca fraternitati vestre per apoxtolica scripta mandamus, quathenus vos rel duo aut unux vestrum, si et postquam dicte lictere vobis
presentate fuerint, per vos vel alium seu alios Ludovico regi, vicario et
fratribus predictis in premissis efficacis deffensionis presidio assistentes
faciatis auctoritate. nostra eosdem Ludorictim regem, vicarium et fratres
licentia predicta iuxta dictarum licterarum continentiam libere potiri et,
yaudere, non permictcntes eos super hoc jter quoscumque quads aucto
ritate quomodol/bet impediri:
Awi obstantibus omnibus qWe in dictix Ucteris voluimus non obstare,
seu si aliquibus commit niter vel divisim a xeilc aj/ostolica hulultum existat, quod interdict, suspendi vel excommunicari non possint per licteras
npostolicas non facientes plenam et expressam ac de verbo ad verbum
de indulto huiusmodi mentionem ; contradictores per censuram ecclesiasticam appeUatione postposita compescendo.
Datum Viterbii anno incarnations dominice millesimo quadringentfximo octuagesimo prima, tercio idus octobris, pontificatus nostri anno
undecimo.
B. de Capitaneis.
VII.
1481, oct. 29. Ardicinus, Aleriensis episcopus, ad executioneni
bullae fundationis commissus, suum exequitur niandatum (2).
Rererendissimo in Christo patri et domino domino... Dei et apostolice sedii gracia archiepiscopo Tholosano (3), einsque in spiritualibux vi
cario et officiali generali. omnibusque aliis et singulis quorum interest,
intererit vel interesse quoxque infrascriptum tangit negocium seu tangere
poterit quomodolibet in futurum, quibuscumque nominibvs censeantur
aut quacumque prefulgeant dignitate, Ardicinus, eadem gracia ejiiscopus Aleriensis, in romana curia residens, executor ad infrascripta una
cum infrascriptis nostrix in hoc parte coUegis cum iUa clausula : quathenus vos vel duo aut unus vestrum, si et postquam dicte littere vo
bis presentate fuerint, per vos vel alium seu alios etc. a sede aposto
lus specialifer deputatus, s/tlutem in Domino et nostris huiusmodi, ymo
rerius ajiostolicis, firmiter obcdire mandatis.
1. Litteras sanctissimi in Christo ]>atris et domini nostri domini
Sixti divina jn-ovidencia pape quarti, unam videlicet graciosam cum filis
sericeis rubei croceit/ue coloris, aliam vero (4) executoriam cum cordula
canapis, veris buUis plumbeis ipsius domini nostri pape more romane
(1) i. e. praecodentes, quae n. V dantur.
(2) Ex arehivio publico Tolosano [H Rec. Tout., 1]: transsiimptuin saee.
XV. Idem dooumentum inseritur in aliis infra ponendis n. X et XI.
(8) Erat Petrus de Leone (5 apr. 1475-1491). Cfr. Eubel, Hierarchia, 11,277.
(4) MS. videlicet.
274
curie impe/uleidibus bullatas, sanas, integras, non viciatas, non cancellatas, neque in aliqua sui parte suspectas, sed omni prorsvs view et suspicione cardites, nobis pro parte christianissimi principis et domini domini Ludorici Francorum regis, principalis in ipsis litteris apostolicis
principaliter nominati, coram notario publico et testibus infrascriptis
preseniatas nos cum 4 qua decuit reverentia noveritis recepisse ; quarum quidem litterarum apostolicarum tenores de verbo ad verbum succes
sive sequuntur et sunt tales (ut supra nn. V, VI). Post quorum quidem
litterarum apostolicarum present'ationem et receptionem nobis et per nos
ut premittitur facias, fuiinus pro parte Ludovici regis predicti debiia
cum instancia requisiti, quathenus ad executionem diciarum litterarum
apostolicarum et in eisdem contentorum procedere dignaremur.
2. Nos igitur, Ardicinus episcopm, executor prefatus, attendentes requisitionem huiusmodi fore iustam ac volentes mandatutn apostolicum
nobis in hac parte commission reverenter exequi, ut tenemur, ideo aucto
ritate apostolic.a nobis commissa et qua fungimur in hac parte nobis
omnibus et singulis supradictis, quibus presens noster processus dirigitur, et aliis quorum interest rel intererit, communiter eel divisim, prefatas
litteras et /tunc nostrum procession omniaque in eis contenta insinuamus
et. notificamus ac ad restrain et cuiuslibet vestrum noticiam deducimus
per presentes, vosque et vestrum quemlibet auctoritate predicta per pre
senter monemus et requirimus primo, secundo, tercio et peremptory, ac
vobis et cuilibet vestrum in virtute sonde obedientie et sub penis in
frascriptis districte precipiendo mandamus, quathenus infra sex dies
post notifcationem presentium vobis sen alteri vestrum factum ac postquatn pro parte Ludorici regis predicti cigore presentium fiteritis requi
siti sen alter vestrum fuerit requisites immediate sequentes, quorum duos
pro primo, duos pro secundo et reliquos duos dies vobis omnibus supra
dictis pro tercio et peremptorio termino ac monitione canonica assigna
tions, Ludovicum regent predictum u nam do m um pro usu et habitatione
fratrum ordinis Minorum de Obser vancia nuncupatorum in c,ivitate Th olosana vel extra muros eiusdem in loco, de quo sibi et religiosis vicario et fratribus dicti ordinis provincie Aquitanie videbitur, cum
ecclesia, campanili humUi, campana, cimiterio, refectorio, dormitorio,
claustro, ortis, ortaUciis et aliis offlcinis fundari faciendi, et ipsos vicarium et fratres (1) domum huiusmodi pro usu et habitatione recipieiuii et
retinoidi licentia iuxta diciarum litterarum apostolicarum conlinenciavt
libere potiri et gaudere facialis, non permittentes eos super hoc per quoscumqtie quaitis auctoritate quomodolibet impediri.
3. Quod si forte premissa omnia et singula, prout per nos mandantur, non adimpleveriHs, aut in premissis in preiudicium Ludovici re
gis, vicarii et fratrum predictorum disposueriiis, aid ipsos Ludovicum
regent, vicarium et fratres in alii/uo impedireritis, quominus littere apostolice huiusmodi et presens noster processus sttos debitos sortiantur effectits, sen impedientibus dederitis auxUium , consilium vel favorem, publice vel occulte, dirccte vel indirecte, qtwvis quesito colore, nos in vos
omnes supradicfos, qui culpabiles fueritis in premissis, et generaliter in
quoscumque contradictores in premissis delinquentes, qui mandatis nostris huiusmodi, ymo apostolicis, non parueritis sen paruerint, ex nunc
prout ex tunc et ex tunc prmd ex mine in singnlos excommunica(Ti MS. ipsi vicario et fratribus.
275
tionis, in capitula rero, collegia et conventus in hiis delinquents suspensionis ad minus, et in quorumcumque deUnquentium ecelesia.s,
monasteria et capellas inter diet i sentent ias ferimus in hit's striptis et etiam promulgamus ; vobis vera revereiulissimo archiepiscopo Tholosano, cui ob reverentiam ventre pontificalia dignitatis deferimus, si con
tra premissa per vos vel alium feceritis aid alter vestrum fecerit, pre
dicts sex dierum monitione premissa, ingressum ecclesie interdiximus,
si vero interdictum huiusmodi per alios sex dies sustinueritis, vos in hiix
scriptis eadem monitione premissa snsj>endimus ad minus, et si, pref'atas suspetmonis et interdict/ senteniias per alios sex dies prefatos sex
immediate sequentes animis sustinueritis induratis, vos in eisdem scri
ptis, simili monitione premissa, excommunicationis sententia innodamus.
4. Ceterum, cum ad executionem tdteriorem huiusmodi mandati atque
nostri faciemlam nequeamus (quoad presens aliis prepediti negociis)
personaliter interesse, universis et singulis dominis abbatibus, prioribus,
prepositis, decanis, archidiaconis, sc.olasticis, cantoribus, ciistodibus, thesaurariis, sacristis, tarn cathedralium quam collegiataru id canonicis, parrochialiumque ecclesiarum rectoribus, seu locatenentibii.s eorumdem, piebonis, cappellanis (curatis et non curatis), ceterisque presbiteris, clericis
et notariis publicis quibuscumque per dictas civitatem et diocesim Tholosanas constitute et eorum cuUibet in solidum super ulteriori executions
dicti mandati. facienda commit timus plenarie vices nostras,
donee eas duxerimus rerocandas ; quos nos etiam requirimus et moiiernus primo, secundo, terrio et. peremptorie, eis sub excommunicationis
peitit, quam in eos et quemlibet eorum, nisi fecerint, que mandamus, mo
nitione canonica premissa, ferimus in hits scriptis, districts preci]>iendo
mandamus, quathenus infra sex dies Cposfquam pro parte regis, viearii
et fratturn predictorum fuerint seu alter eorum fuerit requisitus, ita
quod in hiis exequendis alter alteram non expectet nee unus pro alio se.
excuset) immediate sequentes, quos sex dies ipsis pro admonitione assignamus, ad vos dominum arthiepiscopum omnesque supradietos ac personas et loca (de quibus expediens fuerit) personaliter accedant, dictasque litteras et in eis eontenta vobis omnibus supradictis legant et insinuent ac legi et insinuari proeurent, ac Ludovicum, vicarium et fratten
ptedictos licenc.ia in predictis litteris aposfolieis ipsis concessa libere potiri et, gaiulere faciant, non permittentes eos super hoc per quoscumque
impediri ; et nichilominus omnia nobis in hac parte commissa plenarie
exequantur iuxta formam a sede apostolica nobis traditam ac presentis
processus continenciam, ita quod iidem subdelegati nostri vel alius in dictorum regis, viearii et fratrum preiudicium nichil raleant attemptare neque
circa sentencias latas et processus per nos habitos absalvendo vel suspendendo aliquid immutare, super quibus potestatem eis omnino denegamus.
5. Et si nos in ptemissis contingeret procedere, cuius potestatem nobis
reservamus, non intendimus commissionem nostrum huiusmodi in aliquo
revocare, nisi in eisdem litteris specialem fecerimus mentionem ; prefatas
qitoque litteras et processus .volu mils penes dittos regent, vicarium et fratres manere et non per aliqueni oestrum, eis invitis, detineri ; contrafacientes dictis sententiis per nos Mis ipso facto volumus subiacere ; man
damus tamen de premissis copiam fieri petentibus eorum sumptibus ;
absolutionem prefatas sententias incurrentium nobis vel superiori nostro
tantummodo reservamus.
6. In quorum omnium fidem et testimonium presens publicum in
strumentum huiusmodi nostrum procesxum in se continens exinde fieri et
276
VIII.
1481, nov. 22. Fr. ioaunes de Bonogueto, Vicarius Provincialis Fr. de
Observantia Aquitaniae, suiim in negotio fundatiouis Tolosanae
tractando commissarium instituit Fi". Michaelem Natalis, conventus
Mirapicensis gardianum (2).
In Christo sibi carissimo ac reiterando pat ri fratri Michaeli Na
talis, conventus Mirapicensis nostri Ordinis fratrum Minorum
gardiano, frater Johannes de Bonogueto, reverendi pairis magistri (sic) provincialis fratrum eiusdem Ordinis provincie Acquitanie
quoad familiam de Observancia nimcupatam cum pltfnitudine potestatis
vicarius (3), salutem et pacem in Domino sempiternam.
Cum circa michi commissam provinciam tarn in supositis quam in
locis caria dietim oriri contingat negocia meam presencia m pro eorum
cow moda expedition, requirentia, quam tarnen presencian! propter fr
quentes alias ocupationes, quibus me crebrius coidingit (4) implican, non
valeo prout res ipsa deposc.it exhibere, presertim in exequtione licterarum apostolicarum super nova f un dation e unius conventus no
stre familie intra vel extra muros urbis Tholosane per christianissi(1; Adrlidit alia manus.
(2) Doeumentum istud non est autographum.
sed extrahitur ab alio sub n. XI infra ponendo.
?) Fuit equidem, teste Glassberger, Chronica, AF II, 548, ter in Aquitaniae
provincia vicarius Fr. de Observantia, prima tertiaque vice (ut supponimusi
temporibus non omnino determinatis. Eum denuo gardianum Tolosae B. Gilbertus Nicolai, dictus postea Gabriel Maria, suum instituit commissarium
(24 aug. 1503). Cfr P. Othon Ransan, O. F. M., // Aquitaine Sraphique, II, H95,
528 sq. Ibi, p. 290, non reote ponitur Fr. Ioaunes inter prov. Aquitaniae mi
nistros. Decessit ante 1 iunii 1508
(4) MS. aild. me.
277
mum dominum nostrum Francorum regem impetratarnm . necnon et licteram m ipsi- domini nostri regis materiam huht.4 fuiulationis concernentinm: hinc est quod, ne propter absenciam meam pius ipsius domini
nostri regis affectus in accipienda possessio ne, construct/one et fratrum Uli
necessariorum assignations fraudetur et ne generaliter alictti suposito vel
loco preiudinium generetur, sed omnia debitum sorciantur effectuai, vobis,
de cuius idoneitate, scientia, zelo religionis, dono discreti nis inuUiAki suficienthi michi plenius constat, utpote qui in eodem vicariatus oficio, quo et ego nunc, alias eidein provincie laudabiliter prefuistis (1), auctoritatem meam cum plenitudine potestatis in utroque
iure commicto, nos meum in eadem provincia commissarium ac
procuratorem instituendo quoad, omnes conventus iam constructos et
construendos fratresque in ipsis commorantes et commoraturos, ac instifutum presentili m tenore denunciando, vole.ns uf ilictarum licferarum
apostolicarum et regiarum tenorem exequi tarn in possessione conventus
prefnti accipienda quam in omnibus aliis haue fundationem concernentibus, in coiistruendo fratresque eidem assignando ei omnia que iudicaveritis circa haue materiam expedir ordinando et disponendo, nec
non et omnia alia intra et extra provinciam tarn circa conventus accepto.i quam imposterum aeeipiendos in iudicio et extra ac etiam co
ram quibuscvmque personis ecclesiasticis ac secularibus agere valeatis,
prosequi, terminare, proponere, oponere, responder, apellare conclu
des, et. generaliter omnia prosequi, et facer, que ego ipse de iure, consuetudine, privilegio seu mandato apostlico aut alias quomodolibet tam
rea convenas acceptas quam aeeipiendos possem, si personaliter intermem, etiamsi talia foreid que maiori expressione indigerent, que haberi
rolo pro surienter expressis ac si de ipsis omnibus et singulis fieret expressio s/tecialis ; mandons omnibus michi subditis fratribus, ut vobis tamquam persone mee parea/U el obediant cum effectW; voleas insuper, ut
banc auctoritatem meam conceder valeatis subcommictendo, in toto vel
in parte, siciU et quibus dignum fieri censietis (sic); volens ac vobis ad
meritum obediencie salutaris precipitins, ut hanc commissionem meam in
absencia mea sic viriliter et strenue exercere conemini, quathimts vobis,
michi ac fratribus meis ad Dei tandem et honorem succdant tranquilla
tmpora et ampliara mrita, quo tandem amplissima premia celitus consequamur. Vlete in Christo Iliesu H orate pro me.
Datum in prenominato conventu nostro Mirapiscis sub mea [manu]
et sigill oficii mei, die vicsima secunda mensis novembris, anno Domini,
millsime cuadringentsimo octuagesimo primo.
IX.
1482, ian. 2. Capitulum ecclesiae metropolitanae Tolosae, cui pertinebat dominium directum fundi pro iiovi conventus aedificio electi,
consentit in eius venditionem regi faciendam (2).
In nomine Domini, amen.
Noverini univers) et singli presentes pariter et futuri, quod, anno
ab incarnatione Domini mlesimo cuadringentsimo octuagesimo primo
(1) Ecce vicarias quondam provincialis Aquitaniae, de quo nulla inentio
apud auetores vulgatos, Glassberger, Waddingum. aliosque.
(2) Ex amhivio publico Tolosano [H. Rc. Tout, 1] : Originale. Idem doeumentum inseritur in aliis infra ponendis nn. X et. XI.
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279
Acta fuerunt hee anno, die, loco et regnante quibus supra, presentibus in premissis domino Guillei-mo Gvilhamati, presbitero, Iohanne
Leuponis, clerico soluto, Tholose habitatoribus, testibus ad premissa vom
its et requisites, et me Anthonio Iiobberti, publico Tholose notario, qui de
premiss-is requisitus instrumentum in notam retinui, ex qua hoc presents
publicum instrumentum extraari et in kanc publicam formam per alium
michi in hac parte fidelem scribi et ingrossari feci, siguoque meo auctentico sequent! signavi in ftdem, omnium et singulorum premissorum.
A. Robberti.
A tergo: Instrumentum consensus domus sive conventus fratrum
Minora in Observance Tholose. Instrument conteimnt le consentement
du chapitre de St. Estienne pour I'edificacion de ce convent de hi petite
fibservance de Tholose.
X.
1482, ian. 3. Dominus Fulco Andreae, medicus Tolosanus, pretio 200
scutorum Ludovico vegi vendit locum, scilicet quandam bordam sea
domum cum certis terris aimexis. in quo fratrum conventus extruendus erat (1).
//( nomine Domini, amen.
1. Norerint universi presentes pariter et futuri, quod, anno ab incarnatione Domini millesimo quadringentesimo octuagesimo prima et die
tercia meiutis ianuarii, illustrissimo principe et domino nostro domino
Ludovico Dei gratia Francovum rege regnante, apud civitatem Tholose
ad noticiam honorabilis viri domini Fulconis Andree, magistri in medicina, habitatoris eiusdem Tholose, devento, quod dictus dominus noster
rex motit proprio devotioneque motus erga religionem ordinis beatissimi
Francisci, adeo ut divinum officium augmentaretur, deliberarerat ac volebat fundare unum conve ntum fratrum Minorum Observancie et iUis fratribus locum opportunum pro eorum habitatioiie et servicio
assignare, videlicet quandam bordam eiusdem Andree cum certis terris
simtU contiguis sitis extra muros civitatis Tholose, a parte castri Narbonensis eiusdem civitatis confrontantem cum itinere publico quo itur a
Tholosa apud eccle.siam beate Marie da Feletrano et cum itinere publico
quo itur apud flumen Garone et ab aliis partibus cum terris et possessionibus eiusdem Andree, masque inde licteras ipse dominus noster rex
in forma de chartre concesserat sigillatas in cera viridi et manu ipsius
domini nostri regis signatas ibidem originaliter exhibitas, quorum te
nor talis est (ut supra n. I); et ad dicti domini nostri regis preces
sanctissimus dominus noster papa super fundatione nova eiusdem con
ventus per bullas suas apostolicas more romane curie phtmbafas licentiam et avctoritate.m prebuerat, protit per tenorem aliarum suarum licterarum sive bullarum inde per eumdem concessarum latiori modo apparere potest, quorum et processus executorialis illarum michi notario infrascripto pro inserendo in presenti instrumento traditarum tenores
tales sunt (ut supra nn. V, VI, VII): ipse, imquam, dominus Fulco
Andree de prermissis ac voluntate eiusdem domini nostri regis debite informatus, eidem et sue voluntati complacere et in nuUo rontradicere voill Ex archivio publico Tolosano [H. Rec. Toul., 1] : est ipsa minuta notarialis. Documentum idem inseritur in alio infra ponendo n. XI.
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clinique et alias peticiones seu controversias quascttmque mox et in continenti in prima citatione. secunda et tercia, sive in primo litis exordio,
medio et fine, in quacumque parte litis, in se et supra se suscipiere et
dicte cause sett causam m deffensioiti se offerre et eas ducere ac prosequi
usque ad finem suis sumptibus et e.x]iensis ;
6. lie n untians inde dictas venditor scienter et consulte exception!
dicte venditionis dictarum domus et Septem mezelhatarum terre pro pre
o predicto ducentorum seu forum per eum non farte, gttirentiam et evictionem portare, arreragia solvere ratiftcationem fieri facer non pro
musse, donationiqtte plttris vel minoris ralentie ac ittrium et actionum
predictaruin, et exceptioni omnium et singulorum premissorum sic prout
superius dictum est non factorum et non concessorum, et iuribus dicentibus venditorilms deceptis ' in contractibus venditionis ultra dimidiam
iusti precii posse agere ad rescindendum contractum vel iusti pretii stipplementum ; exceptioni doli mali, fori, fraudis, conditio) indebiti, sine
causa, et in factum action/', oblationi libelli. note presents instrumenti et
omni appeUationi ituliciisque quinquennalibus maioribus vel minorions,
et aliis quibuscumque, quarum pretexta dicte indicie conceduntur, feriisque messin m et vimlemiarum repentinus non petendis, iurique cannico
et civili, usai, consuetudiiii. statuta et priregiis, quibus mediantibus
contra predicta aut predictoru m aliqua possef aliipio modo venire, defen
der seu thueri;
7. Pro (uibus omnibus et singulis jiremissis per dictum venditorem
fcnendi et eomjilendis idem venditor erga prefatos emptores nomine quo
supra se ipsu m et eins bona mobilia et immobilia presenta et futura
y pot liera vit, obliga vit et submisit viribus, rigoribus et compulsionibus
curiarum et sigillorttm maioris senescaUie, vicarie et domus communis
dominorum de capitulo Tholose, parvi Montis-pessulani ne.cnon curie
spiritttalis domini ofpcialis Tholose, ut compeUatur per captionem, venditionem, distractionem et alienationem bonorum suorum quorumcumque,
bannique, inquantus ac yarnisionis (1) uiiiiis. duorum aut plu ri m servientium in eiusdem venditoris bonis apositionem et continuant detentionem,
iuris ordine servato vel non servato, et per monitionem, citt ionem, excommunicationem, interdicti xententias virtute iuramenti infrascripti, una
curia pro alia non cessante, et hoc tanquam pro re clara, liquida, manifesta
et in iudicio confessata et que diu est in rem transivit iudicatam, et alias
prout vires, rigores et compulsiones dictarum curiarum et siyillovum predictorum et cuiiislibet ipsorum postulant et requirunt.
8. Et ulterius dietus venditor gratis cifra quorumcumque jirocuratorum suorum revocationem constituit de novo procuratores suos
ntanos ordinarios dictarum curiarum et sigillorum predietorum et cuiuslibet ipsorum et ipsarum, qui nunc sunt et pro tempore, futuro erunt,
absentes tanquam presentes, et eorum quemlibet in solidum, quibus et
coram caUibef ddit licentiam et potestatem ac speciale sire generale mandatum in dictis curiis et coram iudicibus ipsarum seu eorum altero
comparendi, de predicta tenendo et observando cum precepto et iniunctione
acceptandi, ceteraque faciendi, dicendi, procurandi et exercendi, que in
premissis et circa premissa erunt necessaria sett etiam ojiortuna et que
ipseme.t venditor constituons faceret et facer posset, si in premissis et
quolibet premissorum presens personaliter interesset.
(1) Inquantus idem erat auctio seu hasta publica, gallice encan. Garnisicmes servientium dicebantur apparitores in domum dbitons a iudieibus
missi, qui ibi vivant usque ad solutionem debiti. Cf. Ducange, sub his vocibus.
283
284.
XI.
1482. an. 4. Liidovicus rex et fratres in possessionem realem
et corporalem dictarum bordae terrarumque annexarum mittuntur ( 1 ;.
1. Anno ab incarnatione Domini miesimo quadringentesimo octog
simo primo et die veneris, quarta mensis ianuarii, circa horam terciarum,
apud et unte bordam honorubilis viri domini Fulconis Andre, in medi
cina doctoris, qui sita est in suburbis civitatis Tholose extra muros
eiusdem, et in via qua tenditar apxtd ecclesiam dictam del Feletra, co
ram honorabili et egregio viro domino Guilhermo Bruni, doctore, iudice
maiore et locumtenentv magnifie! et potentis viri domini senescaUi Tho
lose et Albiensis, commissario in liac parte auctoritate regia deputato,
presentibus ibidem et congregatis lionorabilibus viris dominus lohanne
Sarrati, utriusque iuris doctore, advocate, Petro du Mesnil, legitm licen
tiate, procuratore regiis in curia suprema parlamenti Thlose, Bernardo
de Ponte, legum licenciato, iudice ordinario Tholose, lohanne Terrent,
legum licenciato, iudice curie parve eiusdem civitatis, comparuit discretus
vir magister Bernardus de Lanis, legum bavattarius, >rocurator regius
generalis senescallie Tholose, unacuin honorabili viro domino lohanne de
Calmo, indice criminum et advcalo regio in curia dicti senescaUi.
2. Qui de Lanis rgano eiusdem de Calmo dixit, qualiter dominus
noster rex, singulari motus devotione erga religionem beati
Francisci sub regula Observant ie et ut divinum servitium in eadem
religione augmentaretur, proposuerat motu siio proprio fundare unum
conventum eiusdem religionis Observantie in civitate Tholose seu prope,
muros eiusdem, et informatus quod dictus dominus Ftdco Andre hatt*;bat et possidebat quamdam domum sire bordam, ante quam ipse dominus
iudex et prenominati tune tant, que confrontatur cum via publica qua
itur apud eedesiam beute Marie, de Feletrano neenon cum alia via pu
blica qua itur apud flamen et ab aliis partibus cum terris et
possessionibus dicti Andre (quam quidem bordam unacum certis terris
et possessionibus contiguis ipse Futco libentissime ad edificandum seu
construendum dictum conventum traderet, venderet et alienaret, si ei
tlem domino nostro regi placitum foret amortizandi), scripsit ipse
dominus noster rex sanetissimo domino nostro papae Sixto,
ut licentiam et facultatem concederet vicario provinciali
dicti ordinis Obscrvancie in Acquitania ac gordiano ventus Mi rapiscensis eiusdem ordinis auf alteri ipsorum construemli
seu constru faciendi ibidem conventum nomini eiusdem ordinis et inibi
fratres eiusdem professionis ad, servicium Dei habitare faciendi (2):
quod et fecit dictus dominus noster papa, prout apparcre potest per
suas patentes Heteras process apostlico inde confecto ; de quibus
certioratus ipse dominus noster rex et id particeps existt in futurum
in orationibus, rigiliis et ieiuniis dicti ordinis, dictam bordam cum VIIIo
arpeniis terre, dum et quando per dictum dominum Ftilconem vendit'
et transprtate ad causam premissorum fuissent, admorti[sa]vit et admort isolas haberi voluit absque solutione alieuius financie, prout apparere
(1) Ex arohivio publico Tolosano [H. . Tout, 1] : Originale, et minuta
notarialis. Originale, seu grossa, oonsistit in magno quatemo membranoo 14
foliornm cum sigillo pendente, includitque in extenso cuneta documenta superius descripta nn. I, II, III, V, VI. VII, VIII, IX, X.
(2; Cod. faciendo.
285
dixit per Heteras regan patentes in forma de chartre sab sigillo in cera
viridi siglatas inferius insertas; et exinde per alias suas patentes
Heteras regias manda[vi]t dietos provincial em et gardianum aid
qucmlibet ipsorum poni et induci in possessione et saisina dicte
borde terris adiacentibus et pro fundatione dicti conventus emptis. Et
quia ipse dominus Fulco de volntate dicti domini nostri regis informatus,
eidem volendo complacer etiam dev.otione motus ergo dictum ordinem
beati Francisci dietam bordam sire domum cum Septem mezalhatis terre
rotUig-uis, in quibus eompreheaduatur quoddam. protum, unus ortus et duo
fonte* aque vive, vendidit et trans]>ortavit eidem domino uostro rgi ad
fines predictos et de consensu at volntate ex]>ressa capituli ecclesie, metropolitane saneti Htephani Tholose, domini directi dicte re vendue, prout
dixit de ipsa acquisitione ajrparere per instrumentum publicum per magistrnm. Petrum de. Jiuppe notarium Tholose. retentum sub anno et die
in contentis. Et ad iustifficandum de premissis ibidem produxit
Heteras regias predictas neenon et bullas apostlicas unaeum
processu apostlico et inst rumentum acquisifionis dicte borde
cum septem meselhatis terre, prato, orto et fonfibus, ac etiam instru
mentum consensus dicti capittdi. Quorum quidem lirterarum regiarum,
bullarum, processus apostolici et instrumentoritm acquisition/s et consen
sus tenores sunt tales (ut supra nn. I, II, V, VI, VII, X, IX). Qui
quidem de Lanis rgano prefati de Calmo peciit et requisivit dictum
dominum indican maiorem, ut in sequendo volntatela dicti domini
nostri regis dictum procuratorem regium ponat et inducat in possessione
et saisina dictarum borde et septem meselhatarum terre, et postmodum
procuratoris regii consensu tradat et deliberet possessionem dietis vicario
provinciaU Acquitanie sice gordiano dicti conventus Myrajiiscensis ad
fines ut ibidem conventus eiusdem ordinis construhatur et fratres ibidem
morant traliere et Deum orare vakant, Heteras regias predictas interinando.
3. Compartid ibidem reJigiosus vir f rater Michael Natalis, gardianus conventus M rapiscensis dicti ordinis Observaneie, habeas
in parte expressam potestatem a vicario provinciaU fratrum
dicti ordinis in provincia Acquitan ie, prout de eins potestate ibidem
doeuit cum licteris eiusdem vicarii in /xtpiro scriptis et sigillo provinciaU
xigillatis, quorum tenor sequitur (ut supra n. VI 1 1). Qui quidem fro
te Michael implicavit deduca per dictum de Calmo et qualiter de
expressa volntate domini nostri regis npitd huiusmodi civitatem Tholose
venerat causa prosequendi fundationem dicti conventus cum- onere mie
tendi apud sanctissimum dominum nostrum papam duos fratres eiusdem
ordinis causa habendi provisionem (tpostolicam super dicta construct/one
fienda, prout. et fecerat ft obtinuerat provisionem, prout per dictum de.
Calmo dictum extit ; et de licteris continentibus roluntatem dicti domini
nostri regis et onus sibi iniunetum doeuit per Heteras regias in pergameno scriptas sigui regio siglatas huius tenoris (ut supra n. III), petens dictus frat er Michael induci in pocessionem realem et corporalem dictarum borde et Septem meselhatarum terre et licenciant conced
ad construendtim ibidem ecele.siam et conventum ad honorem Dei, beate
Marie et beati Francisci sub dicta regula Observaneie.
4. Tunc dietas dominus iudex maior ibidem fecit fieri lecturam dic
tarum lirterarum regiarum superius per dictum de Calmo preserUatarum.
Qua alta et inteUigibili voce facta, interrogavit prefatum dominum Fulconem Andre ibidem presentem et premissa audientem, si dietam bordant
cum septem meselhatis terre (inclusis orto, prato et duobus fonfibus) ven
286
dklerat dicto domino nostro rgi ad / ut ibidem constnteretur conventus dicti ordinis Obser rancie. Qui respondit quotl, sibi constito
de volntate ei affectu mximo eiusdem domini nostri regis, quem gerebat
erga dictum or d i , etiam quia ipse Fideo devotione motus affectaverat, ut ibidem conventus ipsius ordinis construeretur, dictas bordam
et scptem meselhatas terre veiulklerat psi domino nostro regi precio ducentorum scutorum; de quo precio erat contentus, et consenciebat, ut
dictus dominus noster rex sen eius procurator et inde d ictus frater Mi
chael pocessiotiem realem et corporalcm dictar um borde et
Septem mes el h a tar m reciperet, ut inde con ventus preffati ordinix
construheretur, expoliando se omni iure ant actione quod a ut que sibi pertinere posset nunc aid in futurum, et ei.sdem renunciando i favorem
dicti domini nostri regis et ordinis predicti.
5. Quibus ta peractis. dictus dominus iudex maior dictas Heteras re
gan interinando preffatn m dominum nostrum regem in jtersona
dicti de Lanis eins procuratoris in pocessionem realem et corporalem dicturum borde et Septem meselhatarum terre, infra quas comprehentluntur ortus, pratum et duo fontes, per factum recti's jxtrtr ]>rincipalix
eiusdem borde, ajterturam porte eiusdem, ingressum eiusdem borde et
prati ac iriridarii posait et induxit, et pariter de consensu et voln
tate eiusdem de Lanis procuratoris regii preffato fratri Michaeli
Natalis, gardiano et procuratori predicto, pocessionem et saisina m dictarum borde et Septem meselhatarum terre tradidit. et liberarit, dando eisdem
licenciant et facidtatem ibidem construliendi seu construhi faciendi conrentum dicti ordinis beafi Francisa' Observancie iuxta rohintatem dictorum dominorum nostrorum jxijh1, et regis Fraude.
(i. Et ibidem reperto Daulc, gassalhano (1 dicte borde pro
dicto domina Fulco ne. ipse dominus iudex maior, presente, eodem Fuleone
magistro suo, eidem precepit ex parte regia sub pena quinqiiaginta marcarum argenti domino nostro reg applicanda, ut illico haberet evacuare
ipsam bordam et ab inde recedere ; qui ita obtulit se facturum.
7. De quibus omnibus predictis dicti de Lanis. nomine eiusdem do
mini nostri regis, et frater Michael, pro foto online beafi Francisa'
Observancie, pecierunt et requisierunt iiistrumentum retinen' per me Petrum de Ruppe, utriiisque iuris baccallarium, notarhtm et graffarium re
gestri curie dicti domini senescai Tholose ac scribam huiusmodi processus;
presentifous in premissis dicti.s dominus Johanne Sarrati, advocate, Pefro
du Mesnil, procuratore. regiis in dicta curia parlamenti, Bernardo de I'onte.
indice ordinario. Iohanne Terrent, indice curie parre Tholose, necnon
Johanne de Cahusaco, alias Caramanh, Iohanne Milonis (dit Fuzeaidx),
Jacobo Benedicti, Stephane Vitalis, Johanne de Alltigesio, servientibus re
giis. et aliis pluribus ibidem presentibus.
Et in fidem premissoriim ego iam dictus de Jiuppe, notarios et pre
sents processus scriba sen grafferiits, hic signum auctenticum quo
in mets publias actibus utor apposui, quod est taie:
P. de Kuppe.
Et ut nemini vertatur in dubium quin dictus de Ruppe sit seit
foret tempore receptioiiis processus sire actuum predictorum notarius, et
qualiter ad ipsum tanqitam talem sive publicum et auctenticam personam
(1) Gassalhanus est qui feoit gassalliiam. i. e. contractum de tenendo
animalium medietatem, Cf. Ducange, 1. c. sub h. v.
281
continus habebatur recursus, quodque suis instrumentis ac actibus publicis si;/no sito precedent/' subsignatis fides indubia adhibetur et present
adhibeatur, nos Karolus, bastardas de Horbonio, miles, dominus baroniarum
de et de alidis aquis, Konsiliarius et cambellanus domini nostri
regis eiusque senescalas Tholosanus et Albiensis, sigittum eiusdem senescaltie auctenticum hie impendenti (sie) duximus apponendum. Tholoxe,
die dcima altera mensis mardi, anno Domini miesimo CCCCm nona
gsimo primo.
G. Bruni, iudex maior et commissavius.
De l'Hospitali (?), uotarius.
A tergo: Instrumentant pro fundatione huius cotiventus beatac mariae
Angelorum prope Tholosam, in quo continentur litterae apstolirae et regiae.
XII.
1484, aprili. Suis litteris patentibus Carolas VIII, Francorum rex,
illas confirmt, quibus Ludovicus XI se conventus Tholosani fundatorem dei'laraverat locumque amortiza verat (1) .
Charles, par la grace de Dieu roy de France.
Savoir faisons tous, prsens et renie, nous avoir reu les lettres de
feu notre trs chier seigneur et pre (que Dieu absoillei, noua prsentes de
la partie de noz chiers et bien amez les vicaire provincial et frres de la
religion de l' Observance en la province de Guienne (2), des
quelles la teneur s'ensuit ^ut wupra n. I), en nous humblement suppliant
que les lettres dessus transcri/tes leur cueillons leur ron fermer et sur ce
leur impartir notre grace.
Pourquoy nous, ce considr et que avons t informez que, le con
vent dont esilites lettres a est faicte mencin a est encomenc de bastir
et construire, voulons et dsirons iceluy estre parfait: pour ces causes et
afin que soyons participons es prires et oroisons que se y feront, lesdites
lettres dessus transcriptes et le contenu en ireKes avons loues, approuves,
confirmes , et par la teneur de ces prsentes de grace especial, plaine
missance et auctorit royal louons, approuvons et confirmons, pour en
joir par lesdits vicaire provincial et frres de ladicte religion de. l'Ob
servance supplions et leurs successeurs selon la forme et teneur desdites lettres si avant qu'ils en ont deuement Joy et us.
Si donnons en mandement /mr ces prsentes a noz aviez et faulx
gens de noz comptes et trsors, au sneschal de Tholoxe et tous noz
autres justiciers ou leurs lieuxtenans prsens et venir et chacun
d'eulr, si comme lui appartiendra, que de noz prsens grace, confirma
cin et ratification facent, seuffre.nl et laissent lesdits supplions joir et
user plainement et paisiblement sans destourbier ou empeschement: lequel,
se fait, mis ou donn leur avait est ou estait, le mectent ou facent mectre
sans dlay plaine dlivrance.
Et afin que ce soit chose ferme et estable tousjours. nous avons fait
mectre notre scel ces prsentes: sauf en autres choses notre droit et
Vautruy en tontes.
(1) Ex archivio publico Tolosaiio [//. . Tout., 2]. Est ipsum originale
praebens magnum sigillum regium adhuc appensum.
(2) Sic iterum gallice, latine vero Aquitanla.
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I PI ANTICHI INVENTARI
DKLLA SACRISTA DEL SACHO CONVENTO DI ASSISI (1338-1473)
(BIBL. COM. DI ASSISI, COD. 337).
INVENTARIO
DEL
1370.
295
panno ubi ceclif sanguis Christi tempore pasxionis, de tunica inconsutili quam fecit ei Virgo Maria, de mensa quando cenavit cum discipulis
suis, <le mensa ubi mutavit aqiiam in vinum, de lapide sepulcri dominici, et multe alie sanctissime reliquie. .
5. Item una tabula cum laminis argenteis, in quo (sic) est de purpura qua
fuit indutus Christus, de arundine et spongia cum qua fuit potatus Dominus Yesus, et de reliquiis beati Iohannis Baptiste et snete Lucie. .
6. Item unum tabernaculum parvum argenteum, cum cristallo, in quo
est de capiJlis, velo, -vestimento et cingulo beate Marie Virginie. P.
7. Item unum parvum ciborium argenteum, cum cristallo, in quo est
de lacte beate Marie Virginis, cum pluribus reliquiis Sanctis. G. Est
argentum istius tabernaculi '?).
8. Item unum ciborium parvum argenteum cum vitro; quod misit Frater Andrea Capitanei de Assisio; in quo sunt iste reliquie....
9. Item unum tabernaculum de argento, inauratum, cum pede magno
et ampio, in quo est ymago beati Francisci, babente in manu dextra
tabernaculum (1) parvum de cristallo, cum reliquiis beatorum Fran
cisci. Ludovici episcopi et confessons, et Clare virginis; tptod misit
sror Blanca filia Regis Navarre, Monialis Santi Nicholay in Campo,
Parisms (2).
10. 19v] Item una cassa de argento inaurata, omata lapidibus pretiosis,
cum cristallo in mod um portarum ; quam misit dominus papa Nico
laus IV Frater Minor; super quam est una crux de argento deaurata,
in qua est lignum ver Cruris, de digito saneti Petri et saneti Pauli
apostoloruiii, de stola saneti Iacobi, et multe alie snete reliquie
sunt ibi.
11. Item unum altare viaticum plenum niaguis et sanetissimis reliquiis ;
quod misit dominus Gregorius nonus, qui fuit primus Protector Ordiuis nostri; in quo est de cunabulo et vestimento et mensa Christi,
de capillis, velo et vestimento et sepulcro beate Virginis Marie.
12. Item una tabula magna, lignea, inaurata, plena reliquiis diversorum
Sanctorum.
13. Item una tabula parva, lignea, deaurata, plena reliquiis diversorum
Sanctorum.
14. Item unum alicein parvulinum, cum patena, super quam est una
manus signata; cum quo calice puriticabat so beatus Franciscus,
quando comunicabat.
15. Item una tabula lignea, in qua est scriptum de manu propria beati
Francisci facta Fratri Leoni sui sotii (sie), cum sua benedictione,
et de panno lineo cum quo tergebat lacrimas, et de panno laneo
cum quo coperiebat stigmata pedum.
le. Item unum tabernaculum de argento, cum cristallo^, in quo est de
capillis, sanguine et tunica sancti Francisci.
17. Item unum tabernaculum de argento, cum cristallo, deaiiratum; in
quo est corda sancti Francisci.
18. Item una cassa de ligno depicta, in qua sunt scuffones soleati
quoe portavit beatus Franciscus, postquam habuit stigmata sacra.
19. Item una cassa deaurata, in qua est tunica beati Francisci.
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297
ex altera parte secunde postis est ymago beate Virginis cum Filio in
brach iie.
33. Item alia ymago beate Virginis cum Filio in brachiis, de argento,
inaurata; quam dedit dominus Egidius cardinalis et episcopi Sabinensis, sepulti (sie) in capella snete Catherine.
34. Item alia ymago beate Virginis cum Filio in brachiis, de ebore :
satis pulcra.
35. Item una alia ymago ad formam domicelli, de argento, cum cruce
in manibus, et squarsellam ante se (1). Vendita est per magistrum
Lodovicum.
. Item una crux magna et multum solempnis, de cristallo, cum gine Crucifixi ex una parte, et ex alia beate Virginis; cum pede ad
modum sedilis, de dyaspero et cristallo, cum multis ymaginibus, de
opere vneto.
37. Item unus infans niidus. de argento, parvulinus... palmi unius protensi. Venditus fuit cum supe rori yinagine.
37a. Item una crux magna argentata, cum ymaginibus deauratis et montbu-s in circuu.
37b. Ego m agister Antonius de Ver lis a latere Vicharius reperi
omnia suprascripta.
37c. Item puer unus de ligna, parras, habeas in manu sinistra poinum
deaiiratum, cum cruce argntea pulcra et cum ymagine Crucifixi et veste
colore viridi, cum quattuor maspiis de pernis, et cum corona de pernis.
37d. Item alius puer xuperiori maior, cum pede ligiieo, Habens in manu
sinistra pornum deauratum eti'2) tabernaculum cristallinum habentem (sic)
pedem et caput de argento.
[21rj
(3) E non
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llit. In sptima tabula dicti arnmrii est pluviale de opere plumario, cum
campo ureo et ymagiiiibus Apostolorum et frigio ornato perlis, cum
quatuor boctonis de perlis; quod fuit domiui Nicholay pape quarti.
Fratris nostri.
120. Intus est pluviale unum de dyaspero albo, laboratum opere acuali.
a[d] rotas, cum avibus et aliis bestiis, et frigio ad medias figuras, de
auro et argento tracto, ornato perlis, et quinqu boctonis de perlis;
quod fuit domini Mathei cardinalis Portuensis, de Aquasparta.
Fratris nostri.
121. In octava tabula est unum pluviale album de dyaspero, cum rotis.
laboratum opere acuali, cum aquilis et volucrihus, et frigio deaurato,
cum figuris de Domina, de Apostolis et multis aliis Sanctis, cum
quinqu boctonis de perlis.
122. Intus super unam tabulam sunt tria pluvialia alba: quorum primum
est de tartrico albo deaurato; quod fuit domini G en til is cardinalis,
Fratris nostri.
123. Secundum autem, quod est in medio, de dyaspero albo est, cum
avibus, capitibus et pedibus deauratis, et in frigio ystorie Novi Testamen ti ; quod fuit domini Fratris Mathei de Aquasparta cardinalis.
124. Tertium, idest suppreinum, vero est de dyaspero albo deaurato;
quod fuit domini Nicbolay pape quarti, Fratris nostri.
De pluvialibus rubeis.
125. In nona tabula est unum pluviale de samito rubeo, cum ymaginibus deauratis, et in frigio diversa arma, cum pectorali sive punctali
de argento inaurato et smaltato, in quo sunt ymagines beate Virginis
et Filii eius, ornato gemmis ; quod fuit domini Bertrandi de Turre
cardinalis, Fratris [nostri].
126. Intus est aliud pluviale rubeum, cum ystoriis beatorum Stephani,
Laurentii, cum frigio ad medias figuras, et quinqu boctonis de perlis
et tribus (2) deauratis; quod misit dominus Bonifatius papa oetavus.
127. In decima tabula est unum pluviale de samito rubeo, cum rotis,
aquilis et grifonibus deauratis, cum frigio ad figuras integras.
128. Intus est aliud pluviale de samito rubeo, cum rotis, et aquilis tantum deauratis, cum frigio ad medias figuras.
(1) Cancellato.
303
129. In undcima tabula sunt tria pluvialia rbea: quorum primum est
ranceum, broccatum de auro; quod fuit domini Fratris Mathei cardinalis (1). Vacat.
130. Secundum autem, quod est in medio, de tartrico rbeo est; quod
fuit eiusdem domini. Vacat.
131. Tertium, idest suppremum, vero est de eamito rubeo, cum frigiis
pluribus de auro in campo, et cum frigio ante pectus figurato.
132. Intus sunt duo pluvialia sollempnia: quorum primum est de samito velluto rubeo, cum frigio ad integras figuras et quatuor bot
toms de perlis; quod misit Regina Ungarie.
133. Secundum pluviale zalduni, quod est supremum, est de samito zallo
velluto, cum frigio ad integras figuras; quod misit domina Sanctia
regina Apulie.
133a. Item unum pluviale de vellido rubeo, cum pectoral) de et aurifrigio figurato.
Hubrica de pluviaUbus albis et rubel, pro cantoribus
134. In fundo istius armarii sunt vin pluvialia rubea, de taphito virgato, pro cantoribus.
135. Item vi pluvialia alba de srico, pro cantoribus. Duo fuerunt destructa ad reparanda alia quatuor paramenta.
Pluvialia pro obsequiix mortuorum.
136. Item unum pluviale de samito nigerimo, et eollempne, pro mortuis.
137. Item unum pluviale de samito coloris celestini, pro mortuis.
138. Item duo pluvialia de srico nigro, multum comunia, pro mortuis.
Sunt quatuor reperta.
f
139. Summa omnium pluvialium, tam festivorum quam funeralium, sunt
in numero xx.xin. 31.
139a. Ego magister Antonius de Ver lis reperi pluvialia xxxi, quia
duo fuerunt perdita tempore alterius sacriste. 1394 die H aprilix.
[23v]
304
XII. De dossalibus.
305
162. Item ibidem est imum aliud dossale de samite rubeo, cum figura
Domine, virga Iesse, et alus ymaginibus deauratis.
163. Item ad partem sinistram dicte tabule sunt duo dossalia listata :
quorum primus (sic) est de velluto violate et tartrico albo deaurato;
alter vero de velluto rubeo et tartrico eodem, albo et deaurato.
164. Item ibidem est unum aliud dossale.
165. In tertia tabula, ad manum dexteram, est unum dossale tartaricum viridis coloris, cum diversis foliis deauratis; quod dedit Frater
G er aid us, Generalis Minister et Patriarcha.
166. Item ibidem est unum aliud dossale viridis coloris, tartaricum,
cum pinis, totum deauratum; quod dedit dominus rex Robertus.
167. Item ibidem est unum aliud dossale cum listis scaccatis et azurri
coloris; quod dedit dominus Nicholaus papa quartus.
168. Ad partem vero sinistram dicte tertie tabule est unum dossale,
cum campo viridi, et armis ad undas domini Bonifatii pape octavi.
169. Item ibidem est unum aliud dossale de samito velluto zalli coloris.
170. Intus in alia tabula, ad manum dexteram, est unum dossale tartari
cum album, totum deauratum; quod fuit domini Gentilis cardina
lis. Fratris nostri.
171. Item ibidem est unum aliud dossale album, cum ystoriis beate
Virginis et snete Cecilie (1).
172. Item ibidem est unum aliud dossale de catasamito albo, cum ystoriis
Passionis et Reeurrectionis; quod fuerat domini Ma the i cardinalis,
Fratris nostri.
173. Ad partem vero sinistram est unum dossale album de srico, cum
tioi-ibus parvis deauratis.
174. Item ibidem est unum aliud dossale de srico albo, sive purpureo,
cum rosis parvulinis, de auro et srico mistis.
175. Item ibidem est unum aliud dossale de srico albo, cum listis per
latum, deauratis.
175a. Item unum dossale pro altari magno, de tartrico, cum listis rubeis, viridis et au reis; et est coloris quodammodo argentei.
175b. Item due corfine, quorum una est cum, armis Venetorum, alia vero
est figurata fignris Crucifissi et Virginis Marie.
175c. Item duo dossalia pro mort is: quorum unum est tartaricum album
deauratum ; et aliud tartaricum coloris aurei, et listatum colore rubeo
et riridi.
176. |24v] In tertia tabula sunt duo dossalia de srico, cum campo vi
ridi, et cum armis ecclesie domini Bonifatii pape octavi, Regis Francie
et Regie Anglie.
177. Item ibidem est unum dossale tartaricum, cum campo violate baldachino, cum avibus deauratis combinatis (2).
178. Item ibidem est aliud dossale simile huic, cum animalibus combi
natis et deauratis; que fuerunt domini Egidii cardinalis Sabinensis.
179. Ad partem vero sinistram, est unum dossale, cum grifonibus in
rotis deauratis, et est coloris indici ; quod fuit domini Nicholay pape
(juarti, Fratris nostri.
ISO. Item ibidem est unum dossale aliud, cum campo Celestino, et avi
bus deauratis.
(1) Furono. con una linea in margine, uniti questo e il numero seguente.
II n. 173 , invece, cancellato.
(2) Collegati in margine i nn. 177 e 178, e
cancellati i nn. 180 e 187.
181. Item ibidem est unum dossale violatum, cum liliie et vitibus de auro.
182. Intus in alia tabula, ad partem dexteram, est unum dossale brunum de srico, cum denariis de auro.
183. Item ibidem est unum aliud dossale nigrum de srico, cum armis
regis Roberti et regine Sanctie uxoris sue.
184. Item ibidem est unum dossale cum draconibus et pagonibus, et
campo nigro... (1).
185. Ad partem vero sinistram dicte tabule est unum dossale de srico,
cum columpnis, et figuris (2) beati Francisci. Quod est satis ferial?,
et est in eclesia superiori.
18(J. Item ibidem est unum dossale de srico bruni coloris, valde anticum, cum avibus.
187. Item ibidem est unum dossale magnum, de srico, valde anticum,
cum rocchis et leunculis parvis.
188. Summa omnium dossalium pro altaribus conventus superioris et
inferioris ecclesie sunt xxxvill.
188a. Reperta sunt 36 : 1394 die secunda marchi.
189. In fundo istius armarii sunt quatuor dossalia multum sollerapnia,
in quatuor rotulis poeita : quorum primum est de opere acuali, in quo
sunt ystorie sancti Francisci et Testamenti Novi. Secundum a utm
est cum campo zallo, cum grifonibus et avibus ac aliis bestiis, de
auro. Tertium vero est rubeum, cum vitibus aureis. Supradictos duos
pannos misit Imperator Grecorum. Quartum dossale est de auro testo,
cum tiguris cervorum.
190. In fundo etiam dicti armarii est unus sacculus habens suprascriptionem; in quo sunt xv... dossalia satis sollempnia, que ponuntur ad
altara parva superioris et inferioris ecclesie in diebus magnarum festivitatum et per octava[s] earum: quorum duo sunt listati per latum;
de samito rubeo, et catasamito albo.
191. Item unum aliud dossale, quod trait aliquantulum ad album et croceum eolorem. deauratum. Item aliud dossale de srico, argeutatum.
Supradicta duo dossalia fuerunt filiorum domini Braschi de Yspania.
192. Item duo dossalia coloris indici.
193. Item unum dossale rubeum, cum rotis et avibus. Item unum
dossale.
194. Item unum dossale, cum liliis parvis et campo....
195. Item unum dossale de srico rbeo, cum ystoria snete Catherine.
196. Item unum dossale, cum campo viridi, et armis domini Bonifatii
pape oetavi.
197. Item unum dossale de opere tartrico, cum listis brevibus per latum.
198. Item unum dossale cum listis latis.
199. [26t] Item unum dossale viridis coloris, ad modum spine piscis.
200. Item unum dossale de srico, cum campo rbeo, ad rotas, cum
grifonibus zallis.
201. Item unum dossale. Ttem unum dossale. Item unum dossale. Item
unum dossale.
202. Item unum dossale de bucaramine, depictum per quatuor partes,
et in suo medio habet unum compassum similiter depictum (3).
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233. Item due albe sollempnes, cum fimbriis inauratis; in quarum una,
que est dyaconi, sunt arma balzanica cum perlis.
234. Item una stola et iinum manipulum, cum figuris integris de opere
acuali, in campo ureo.
235. Item unum manipulum, hinc inde deauratum, in campo viridi.
286. Item tria cingula de srico violceo, cum mappis et monilibus in
fine deauratis.
In secundo rotulo sunt vestimenta infrascripta, pro Cardinalibus et
Episcopis tantum.
237. In primis una camisia pro sacerdote.
238. Item unum aurifrigium inauratum, cum mediis figuris in rotis,
ornatum perlis in campo viridi; cum suo amicto.
239. Item una alba multum sollempnis, cum circulis de srico in fim
briis, in quibus sunt duodecim menses anni figurati, in campo ureo.
240. Item una stola et unum manipulum, cum figuris integrie deaura
tis, in campo ureo.
241. Item duo aurifrigia de srico, in campo viridi et nigro, deaurata;
cum suis amictis.
242. Item due albe sollempnes, cum fimbriis de velluto rubeo, cum avibus deauratis.
243. Item una stola et unum manipulum.
244. Item unum manipulum, deauratum hinc inde, in campo viridi.
245. Item tria cingula de srico rubeo, cum mappis et monilibus in fine
deauratis.
In tertio rotulo sunt vestimenta infrascripta, pro Cardinalibus et
Episcopis, in festivitatibus Virginis Marie tantum.
24ti. In primis, una camisia sollempnis, pro sacerdote.
247. Item unum aurifrigium, cum mediis figuris de auro in rotis, cum
campo albo ; et amicto.
248. Item una alba cum pectorali et fimbriis deauratis, in campo albo.
240. Item una stola et unum manipulum, cum figuris integris deauratis,
in campo albo.
250. Item duo aurifrigia deaurata, cum amictis.
251. Item due albe, cum fimbriis deauratis in campo albo, ut supra.
252. Item una stola et unum manipulum deaurati, in campo albo.
253. Item unum manipulum, tartaricum deauratum, in campo albo.
254. Item tria cingula de srico rubeo et zallo, cum mappis et monili
bus in fine deauratis.
In quarto rotulo sunt paramenta infrascripta, pro quocumque feste
duplici maiori.
255. In primis una camisia sollempnis, pro sacerdote.
256. tem un um aurifrigium ad rotas, in quibus sunt undecim medie
figure in campo.
257. Item una alba, cum Crucifixo in pectore, et fimbriis viridibus, in
quibus sunt grifones de auro.
258. Item una stola et unum manipulum, cum figuris |26v] mediis in
rotis, in campo viridi.
259. Item duo amicti cum frigiis.
260. Item due albe. cum fimbriis et pectoralibus deauratis, in campeviridi.
261. Item una stola et unum manipulum deaurati, in campo viridi.
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311
(2) Al n. 207.
(8) O Cziccino.
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315. Item quelibet capella habet duo paramenta completa, pro celebrandis missis, exceptis planetis: videlicet sanctorum Francisci, lohannis Baptiste, et Evangelist.
315a. 1394 die, secunda apris reperta sunt sujierpelieia vel camixi 169
per me mayistrum Anton i m de Ve r eel i,i, a latere Vieharius, et
alia mulla iocalia, prout in superiori registro continetur.
315b. Anno Domini mccccxx die xix menais iulii, tempore Cuxtotliatus
Fratrie Philippucii de Assis io, fuerunt albe reperte in numero,
intus et extra, 26 (1).
INVENTARIO
DEL
1430.
313
20
314
315
316
ris et ciboriis circumquaque dispositis, et cum quatuor smaltis in coperculo superiori ; quod misit Frater Guillielmus laycus de Ale
xandria, familiaris doraini Nycolai pape IV, Ordinis nostri Frater.
Deficiunt alique turres.
50. Item aliud turibulum de argento, inauratum, cum castris; quod misit
dominus Iacobus de Columpna cardinalis.
51. Item aliud turibulum de argento sine auro, cum castris, quasi ad
similitudinem superioris.
52. Item aliud turibulum de argento, cum castris, cum tribus catenellis
tantum.
53. Item aliud turibulum rotundum, de argento, pro omni die.
54. Item una navicula de argento, cum duobus smaltis, cum clippeis
deauratis et sbarris de argento et liliis.
65. Item alia navicula quasi ad similitudinem superioris, cum duabus (sic)
smaltis, figuratis ymaginibus beati Francisci et beate Clare.
56. [29r] Item alia navicula de argento, sine smaltis ; et clauditur cum
uno lilio de argento.
De candelabris.
57. Item duo candelabra de argento, inaurata et smaltata in pomis et
pedibus, et tribus leunculis sub quolibet pede(l), cum sex smaltis.
58. Item duo candelabra de argento, parum inaurata: que misit dominus
papa Nycholaus quartus.
59. Item duo candelabra de cristallo, ornata argento inaurato, de opere
veneto, cum figuris; que misit dominus Galganus de regno Apulie.
GO. Item duo candelabra parva de ottone et de cristallo, valde antique
et quasi destructe (sic).
61. Item unus baculus de argento, ad faciendum Asperges.
62. Item unum pectorale de argento, quod ponitur ante pectus in pluviali doiuini Beltrandi.
63. Item una piscis de ebore, ornata argento, que portabatur cottidie
ad altare maius.
64. Item alia piscis, maior superiori, que est in uno tabernaculo ad al
tare; in qua est unus calix cum sua patena, in quo est Corpus Christi.
(!la. Item una piscis de ebore, sine ornamentis.
65. Item due ampulle de argento, parum inaurate.
65a. Item una tassa argentea; quam dedit papa Sixtus IV (2).
66. Item due ampulle cristalline cum argento inaurato, valde notabiles.
pro festis solempnibus.
67. Item una tabuletta parva rubea depicta, in qua ex una parte est
ymago Virginis, ex alia parte ymago Crucifixi, beate Virginis et beati
lohannis, cum multis reliquiis: scripte litteris rubeis.
68. Item una alia tabula de ligno, inaurata, cum reliquiis; et interius
lamiiiata cum cornu.
69. Item una cassetta parva de ebore albo et nigro ; quam adduxit Philippucius de Florentia, et erat cuiusdam militis de Yspania; et est
pulcra.
70. Item sunt et alie quatuor cassette coperte de ebore, valde antique,
et parve extimationis.
317
70a. Item una ymagho parva argenti, ponderis thiamin oneiarum cum
dimidio. Item duo tibie, cum pedibus argenti et cruribus. Item una
oncia et tres octave argenti.
70b. Item una crux cum Crucifisso, cum quatuor lapidibus. Item una
alia crux cum quatuor aim lapidibus. Sunt superius in capitulo de
cruribus iste due cruces.
70c. Item una casceta, in qtia sunt octoaginta monitia de perils, et pctia
cristalli Ix, et due ambre, anulus scilicet et pomnm, una tatia de cristaUo, duo anidi episcopi, duo ramunculi de coralio, et unum frustrum
fractum.
V. Rubrica de calicibus.
71. In primis unus calix de auro cum patena similiter de auro, cum
pernis et cum sex lapidibus preciosis in porno, in collo habens illud
nomen maria; ponderans lib. ill, unc. in.
72. Item alius calix magnus, de argento inaurato, cum smaltis et figuris; quam misit dominus papa Nicolaus IV, et ipse est figuratus
ibi et nomen suum seriptum; et habet patenam supra quam est Cena
Domini, et ponderat cum patena uncias xlv.
73. Item alius calix magnus deauratus, cum smaltis rotundis et etiam
aliis in pede cum ymaginibus, habens patenam cum Ascensione Do
mini; et ponderat cum patena unc. xxxin.
74. Item alius calix inauratus, cum smaltis et becchettis in pomo; quem
misit Comitissa Celani; et babet patenam cum Annunciatione, et est
ponderis cum patena...
75. Item alius calix magnus de argento inaurato, cum sex smaltis in
pomo relevatis, et in pede sunt tales littere taliter disposite, videlicet
mpa (1), et duabus smaltis ex alio latere: ponderis unc. xxx.
76. Item alius calix magnus de argento inaurato, cum smaltis, et in
pomo babens tales literas: tondinus de .sems me fecit, et habens
in patena Assumptionem beate Marie Virginia; et est ponderis cum
patena unc. xxv. Est in Sancta Maria.
77. Item alius calix pulcer, quem attulit Vicarius Bosne, cum pomo
smaltato de argento non deaurato, cum cuppa inferius smaltata et
coronata argento albo, cum patena; ponderis unc. xxnn.
78. Item alius calix pulcer de argento inaurato, smaltato in pomo et in
pede, et sub pomo babens has litteras, scilicet: DUCCIO ikinati de
senis me fecit; ponderis cum patena unc. viginti quinque.
78a. Item die 27 martii 1502 Nicholaus Cicchini de Paganzano, /teres Laurentii Stampegic, tie Asiso, dedit et consignarit magistro Saitcti sacristano ecclesie Sancti Francisci unum calicem cum patena et pede de
ramine, vigore testament/' dicti Laurenzi, ut dixit patere manu ser Filippi notari de Asisio, pro satisfatione dicti testnmenii.
78b. 15[0]4 die 20 aprilis. Item Severus Ioachini de Perusio dedit calicem
de ere cum cupa argentea, cum (2) patena erea.
79. [29v] Item unus alius calix bonorabilis, cum cuppa de argento et
pede de ramo et pomo smaltato, et sub pomo habens has litteras, sci
licet, AVE maria gratia Plena DOMI. (sic) ; ponderis, cum patena,
unc. xx.
(1) Disposte a triangolo, dentro ciroolo, come nel n. 81 dell' Inventario
del 1473.
(2) Questa e le seguenti parole, appena accennate e sbiadite nelI'estremo margine inferiore della pagina, sono piu indovinate che lette.
318
319
320
102. Intus stmt planeta, dalmatica et tonicella de dyaspero albo, solempnia, cum avibus, capitibus et pedibus deauratis.
103. In quarta tabula sunt planeta, dalmatica, tonicella de panno albo serico, cum virgulis aureis, pro Missis votivis beate Virginia et Angelorum.
104. In quinta tabula sunt planeta., dalmatica, tonicella de velluto viridi
et solempni, cum listis sive virgis de auro.
105. Intus sunt planeta, dalmatica, tonicella de tartarico viridi, broccata de auro.
106. In sexta tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de samito claro
viridi; que fuerunt domini Kicolai pape quarti.
107. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de panno viridi subtili
virgulato, cum fimbriis que colorem mutant.
108. In septima tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de panno
viridi, et in aurifrigio planete (1) sunt floreni de auro texti.
109. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella eiusdem coloris: in pla
neta est aurifrigium antiquum.
110. In octava tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de samito celestis coloris, pro mortuis.
111. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de samito nigro; que fue
runt domini Gentilis cardinalis.
112. In nona tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de panno blado
et claro, sive cinericio.
113. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de serico nigro.
114. In decima tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de samito
nigro figurato, quod procuravit Frater Pascucius.
115. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de serico nigro.
llti. in undecima tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de valesio nigro.
117. In isto armario sunt planeta, dalmatica et tonicella de camugato
albo; que fecit magister leronimus.
VIII. Rubrica de paramentis rubeis.
In armario ubi est litera B.
118. In prima tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de samito vel
luto rubeo; que fuerunt Regine Ungarie.
119. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de samito velluto rubeo,
cum florenis de auro testa.
120. In secunda tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella rubea inaurata, et in planeta rimbrie de auro cum mediis figuris ; que fuerunt
domini Egidii cardinalis.
121. Intus, planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo et solempni ;
que fuerunt domini Mathei cardinalis, Fratris nostri.
122. In tertia tabula, planeta. dalmatica et tonicella de tartarico rubeo,
deaurata, cum frigio ad figuras integras Apostolorum in planeta
tantum.
123. Intus, planeta, dalmatica et tonicella de tartarico rubeo, cum frigio
in planeta, amplo et albo, cum aquilis et grifonibus in rotis, in fodero
planete, et arma Vannucii de Curia.
124. In quarta tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de tartarico
deaurato, cum campo rubeo, pro Apostolis.
(1) II cod. planeli.
321
125. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de tartarico eiusdem coloris, pro Ewangelistis.
126. In quinta tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella rubea, broccata de auro.
127. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella aranci coloris. Predicta
duo paria paramentorum fuerunt Matthei cardinalis Portuensis.
128. [30v] In sexta tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella rubea
purpurea, cum virgulis de zallo et frigio, et in frigio rote cum alit[uibus lapidibus.
129. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella purpurea mutantia colorem, cum virgulis aureis et albis.
130. In septima tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de velluto
rubeo et violato, listato.
131. Intus, planeta, dalmatica et tonicella de s.tmito rubeo, comunia;
que fuerunt Fratris Thebaldi de Ponte episcopi Assisii, sepulti hie.
132. In octava tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de velluto
rubeo; cum frigio deaurato ad modum crucis in planeta, cum figuris
mediis et pernis, et in cruce planeta a parte post est figura saneti
Francisci accipientis stigmata, et a parte ante figura Salvatoris.
133. Intus, planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo, et comunia,
pro Martiribus.
134. hi nona tabula est planeta, dalmatica et tonicella de samito rubeo,
et comunia.
134a. Item paramentum completum de velluto, procuratum a Fratre Fran
cisco de Lucig n ano (1); quod dedit domina Tora uxor domini Nicolai <li' Trinciis.
FX. Rubrica de paramentis inauratis et zallis, ubi est litera C.
135. lu prima tabula, planeta, dalmatica et tonicella de panno tartarico,
cum pellicanis et campo nigro (2).
136. Intus sunt planeta, dalmatica et tonicella de panno tartarico, deaurata, cum campo nigro eiusdem coloris.
137. In secunda tabula sunt planeta, dalmatica et tonicella de panno tar
tarico deaurato; ubi in fimbriis dalmatice et tonicelle sunt ursi, in
frigio planete sunt arma Ursinorum.
138. Intus sunt tres planete in una tabula: quarum una est de samito
rubeo cum avibus, quarum alique sunt de auro, alique de serico viridi, et frigio cum rotis ex auro. Item secunda planeta est de vel
luto rubeo, et cum brevibus de auro, et cum frigio de auro. Item
tertia planeta est de velluto rubeo, habens frigium ad modum crucis,
totum copertum de pernis; et iste tres planete sunt solempnissime.
Non est in alio registro.
138a. Item una planeta solempnis in eadem talnda; que planeta est
tola inargentata.
138b. Item dosxale unum rubeum de panno, cum steUis et nomine Iesu,
de auro, et rosis, cum imagine beati Francisci in medio.
138c. Item sunt planeta, dalmatica et tonicella de velluto rubeo, cum denariis de auro (3). Sunt superius ad B.
(1) Segue tigno, della stessa mano; il resto e di mano diveisa.
(2) Una
nota, di poco posteriore, in margine qui ha: In numero paramentorum compleforum il-eficit unum par, romputatis novL* factis.
Qi) Segue in margine.
322
323
tie argento modicum inaurato et smaltato (1); quod fuit domini Beltrandi de Turre cardinalis.
150. Intus est pluviale rubeum, cum ystoriis beatorum Stepbani, Laurentii, cum frigio ad mediaa figuras, cum (2) quinque bottoms, quorum
tres sunt de pemis, duo vero deaurati ; quod misit dominus Bonifacius
papa octavua.
151. In nona tabula est pluviale de samito rubeo, cum rotis, aquilis et
grifonibus deauratis, cum frigio ad integras figuras (3), et quinque
bottoms de cristallo, quorum tres sunt maioree ceteris duobus.
152. Intus est aliud pluviale de samito rubeo, cum rotis et aquilis tantum deauratis, cum frigio ad niedias figuras, et quatuor bottonis de
cristallo (41).
153. In decima tabula est pluviale de velluto rubeo, cum frigio ad in
tegras figuras sancti Francisci cum stigmatibus, et pectorali de pernis (5) et cum una parva arma de argento inaurato, et in inferiori parte
frigii littere auree.
154. Intus sunt duo pluvialia: quorum unum est de velluto rubeo et
frigio ad integras figuras, cum avibus, et habens ymaginem Salvatoris in capucio, cum quatuor bottonis de pernis: secundum vero est
de samito rubeo, cum frigiis deauratis per longum ductis, et cum
frigio ante pectus figurato.
155. Item est aliud pluviale ibidem, de velluto zallo, cum frigio ad inte
gras (6) figuras, cum quatuor bottonis de pernis.
156. Item quatuor (7) pluvialia rubea antiqua, de taphito, pro cantoribus.
157. Item quatuor alba (8), pro cantoribus, bene omnes antique.
158. Item duo (9) pluvialia nigra, pro mortuis.
158a. Item pluviale purpureum damascinum ; quod fecit magister le ro
il i m u s.
158b. Item pluviale rubeum de vehtto, cum frigio cum ystoria beate
Virginia, de auro; quod dedit domina Torn de Varatio olim uxor
Nicolai de Trincis, ex procuratione magistri Laurentii de Asisio.
XIV. Rubrica de aurifrigiis.
150. In prima tabula armarii, ubi est litera D, est aurifrigium cum
campo aureo et vite aurea; quod fuit domini Bonifatii pape IX; et,
quibusdam armis.
160. Item aliud aurefrigium, cum arma ad undas.
161. Item aliud aurifrigium, cum ymaginibus Patriarcharum, cum campo
aureo; quod misit dominus papa Nycolaus IV.
162. Item aliud aurifrigium cum campo aureo et arboribus de serico,
cum aliquibus avibus albis; quod misit dominus Bentevenga car
dinalis, Frater noster.
163. Item aliud aurifrigium de samito rubeo, cum grifonibus et aquilis
aureis in rotis.
(1) Cancellato et smaltato.
(2) Cancellato quinque - deaurati e soprascrittovi argentea clausura.
(3) Cancellato et quinque - duobus, p in suo luogo aggiunto cum clausura argentea.
(4) I'oi perils sostituito a cristallo.
(5) Sostituito argento a pemis.
(6) Cancellato integras - pernis (cui gia era stato
sostituito cristallo, pure cancellato), e in suo luogo : de velluto rubeo cum denariis
aureis, cum clausura argentea.
(7) Poi corretto otto.
(H) Dopo aggiunte e
cancellature, ora andrebbe letto: quatuor alba nova el due pro cantoribus, bene
antique.
(9) Soprascrittovi tres.
324
164. Item aliud aurifrigium de samito velluto rubeo, cum rosis albis et
campo tartrico albo.
165. Item tria (1) aurifrigia de srico, pro Adventu.
166. Item aliud aurifrigium de velluto rubeo et zallo.
167. In plano pavimento ante dictum armarium sunt tria aurifrigia solempnia, in uno bancho longo sive cassone. Primum est cum ystoriis sancti
Francisco, de auro et de argento tracto, ornatum perlis, valde pretiosum
et carum; quod misit dominus papa Nicolaus IV. Frater noster, faciens de eo privillegium speoiale, et est cum bulla in ista sacrista (2).
Deftciunt penile centum triginta sex de grossis et mediU et multis
menutis (sie).
168. Item secundum est aurifrigium solepnissimum et pulcrum valde,
cum ystoriis Novi Testamenti.
169. [31v] Tertium vero aurifrigium est de auro, cum ystoriis Novi Te
stamenti.
170. Item in dicto armario, ubi est litters D, sunt aurifrigia pro altaribus minoribus, numero quindeeim.
170a. Item aurifrigium in campo carmosino, cum Angelis miris et aribus
de argento.
170b. Item aurifrigium in campo verguo, cum Seraphinis de auro.
170c. Item aurifrigium in rampo varii coloris, cum Uliin de auro.
XV. Item rubrica de dossalibus.
171. In primis, in secunda tabula armarii ubi est litera S, est dossale
tartaricum cum listis deauratis, protendens ad rubedinem: quod misit
Begins Francie.
172. Ibidem est dossale aliud rubeum tartaricum, cum listis, tot um
deauratum ; quod [misit] Nico la us papa IV.
173. Item ibidem est dossale tartaricum deauratum, de duobus pannis,
et de quolibet sunt quatuor petie; quod misit una domina de lanua.
174. Item ibidem est aliud dossale tartaricum, listatum, deauratum ;
quod dedit frater Petrus Teutonicus.
175. Item ibidem est aliud dossale tartaricum rubeum, cum compassis,
deauratum; quod fuit domini Egidii cardinalis.
176. Item ibidem est aliud dossale de srico velluto rubeo, cum avibus
deauratis : quod misit Begins Ungarie.
177. Item ibidem est aliud dossale listatum de velluto rube violato, cum
tartrico albo deaurato.
178. Item aliud dossale eiusdem coloris, et listatum eodem modo.
17!. Item in tertia tabula est dossale tartaricum viridis coloris, cum
diversis foliis deauratis; quod dedit Frater Gerardus, Generalis
Minister et Patriarchs.
180. Item ibidem est aliud dossale viridis coloris, tartaricum, cum pinis
totum deauratis ; quod dedit dominus rex Bubertus.
181. Item ibidem est aliud dossale cum listis scaccatis et azuri coloris ;
quod dedit dominus Nicolaus papa IV.
182. Item ibidem est aliud dossale cum campo viridi et armis ad undas;
quod misit dominus Bonifatius papa VIII.
183. Item ibidem est aliud dossale de semito velluto zallo.
(1) So prase ri ttovi duo.
AFH I, p. Ill, u. 204.
3*25
184. Item ibidem est dossale de tartrico albo, totum deauratum; quod
fuit domini Gen tili s cardinalis, Fratra nostri.
185. Item ibidem est aliud dossale album, cum ystoriis beate Virginis
et snete Cecilie.
186. Item ibidem est aliud dossale de catasemito albo, cum istoriis Passionis et Resurrectionis.
187. Item ibidem est aliud de semito albo sive purpureo, cum rosis de
auro et srico mistis.
188. Item est aliud dossale de srico albo, cum listis per latus,
deauratis.
189. Item aliud dossale de tartrico, cum listis rubeis, viridibus et
aureis ; et est coloris quodammodo argentei.
190. Item ibidem est dossale cum grifonibus in rotis deauratis, et est
coloris indici.
191. Item duo dossalia pro mortuis, de tartrico violato baldachino:
quorum ii ti m est cum avibus combinatis, aliud cum animalibus
combinatis et deauratis ; que misit dominus Egidius cardinalis.
192. Item unum dossale parvum tartaricum violatum, cum rosis parvis
de srico rbeo, et avibus deauratis.
193. Item duo dossalia de srico, cum campo viridi et cum armis ecclesie domiui Bonifatii pape VIII, Regis Francie et Regis Anglie.
194. Item ibidem est dossale brunum de srico, cum denariis de auro.
195. Item aliud dossale brunum, in quo sunt cruces zalli coloris et
liliis (sie), cum armis regis Ruberti et regine Sanctie.
196. Item ibidem est aliud dossale, cum pagonibus et draconibus et
campo nigro.
197. Item dossale brunum, cum vite urea et liliis aureis.
198. Item novem dossalia de panno bruno, cum compassibus et armis
domini Egidii cardinalis, pro altaribus parvis.
199. Item, omnibus computatis, dossalia magna et parva sunt numero
xxxvii (1).
200. Item in dicto armario sunt quinqu dossalia multum solempnia in
quinqu rotulis posita: quorum primum est de opere accuali, in quo
sunt ystorie saneti Francisci et Testamenti Novi ; secundum vero est
cum campo zallo, cum grifonibus [32r] et avibus et aliis bestiis deau
ratis: tertium vero est rubeum, -cum vitibns aureis; quartum vero
est de auro texto, cum cervis; quintum .est de semito rubeo, cum
compassis et cum figura Domine cum Filio in .brachiis, et cum virga
Yesse, et multis aliis fignris et prophetis.
201. Item quatuor dossalia pro mortuis: quorum unum est tartaricum
album cum avibus de auro; secundum est rubeum, cum rotis magnis,
deauratum; tertium vero est violatum, cum animalibus et volucribus
quorum aliqua habent pedes de srico albo, alique de srico viridi ; quar
tum vero tartaricum listatum et deauratum. Deficit unum.
201a. Item quindeeim dossalia parva.
201b. Item dossale unum damaschinum album, cum floribus mal/ punid (2) ;
quod dedil frutar ngelus de Florentia.
201c. Item aliud dossale de srico rbeo figtirato, cum avibus aureis cum
porco in medio ; quod misit dominus Stephanus Porcharius.
32
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328
329
259. Reperte sunt in una cassula facciolecti laborati de sirico, numero 21.
260. Item reperte sunt in armario inferiori tobali'e benedicte 4 (1).
[33v] In Christi nomine, amen. Infrascritta sunt bona con ventus
Sancte Marie, deposita a diu in conventu pro custodia, et irisa tem
pore magistri Scolai, coram pluribus Fratribus conventu[sj Asxisii, die
xi decembris 1432.
261. In primi.i dalmatica et tunicella vergate de verde, rosso e d' oro ;
scilicet tuniceUa, dalmatica de viridi et auro veryata.
262. Item due tunicelle, et una dalmatica de sciamito rubeo, cum griffonibus et draconibus de auro in frigiis.
263. Item aurifrigium de auro cum duodecim figuris, sancto Antonio
ex uno- latere, et Andrea ex altero, cum tobalea competent/.
264. Item aurifrigium de auro, cum una vite de pedis, ft lapidibus pretiosis,
cum rosis etc.
266. Item tunicella et dalmatica de violato, cum ornamentis de auro et
aquili<i intestis, cum planeta de eodem colore.
266. Item unum pluviale de auro (sic) tartarico, cum frigio de auro et rosis
el UUis de serico rubeo et viridi.
267. ttem unum jAuviale de sanguineo, contesto de auro in medio et per
totum, et parvo frigeo de auro a vite (2).
268. Item aliud pluviale. de serico rubeo, cum frigio compassato more
Saraynorum.
269. Item paramentum fulcitum cum casula, dalmatica et tunicella de
nigro, cum 07~namentis de rubeo et draconibus de. auro.
270. Item dtto dossalia listata de rubeo et viridi, quorum unum habet
tres listas parvas de auro, et lapides et buttones.
271. Item aliud dossale consimile, de argento, sine auro et lapidibus etc.
272. Item unum dossale album, contestum de auro, cum istoria Imlulgentie,
ymaginibus Christi, beate Virginis et beati Francisci.
273. Item aliud dossale de viridi per totum. Item aliud de sanguineo colore.
274. Item quatuar cornices fulciti de brustis: duo de bambasio, et duo
de lino.
275. Item tobalee paroe et comunes, moc[i]chini parxn et mediocres, cum
ca]>itaneis dirersorum colorum, numero Ixix {6).
(1) Una maccliia par sopra un altro numero, che non si arriva a decifrare.
(2) In volgare: per ad ekes.
ft) Ci6 che segue e scritto sul foglio 3or, ora
incollato sull'interno delta 2" tavola che rilega il codice.
(4) Forse le due
bolle elencate in AFH I, p. 611 n. 115, p. 614 n. 148.
Archieum Francucanum Mistoricum. An. VII.
21
330
331
3H2
Senese, Siena 1904, p. 651 s. Al momento di licenziare alla stampa,
riceviamo il fase. I dell'anno XV della Miscellanea Francescana, dove
da p. 21-26 data la descrizione minuta e la riproduzione fotografica di
questo calice, tuttora conservato nel Tesoro della Basilica: P. Bonaven
tura Marinangeli, M. C, Custode del Sacro Convento, Tesori c/ella
Basilica e del S. Convento di S. Francesco d'Assisi. Il calice di Niccol IV.
E vi leggiamo la promessa che sar continuata l' illustrazione degli
interessantissimi oggetti d'arte che formano la ricchezza e la gloria di
questa Basilica . E questi Inventari allora ne riceveranno la pi degna
illustrazione.
10. Il n. 31a3 (6*) include il n. 23. Cfr. 270*.
11. Attinsero pi o meno direttamente a questi Inventari o ne pubbli
carono piccole parti quanti scrissero della storia o dell' arte della Basi
lica d'Assisi. Ai sopra qua e l citati, giova aggiungere il P. Papi ni,
Notizie sicure ecc. Firenze 1822, p. 219 s.; Fuligno 1824, p. 234 ss.; Carlo
F e a, Descrizione ragionata della Basilica di S. Francesco d'Assisi, Roma
1820, p. 11, 13 (e suoi derivati) ecc. Pi di tutti il P. Fratini, op. cit.,
dopo avere compendiate le prime quattro rubriche dell' Inventario del
1338, p. 161-7, ne d per disteso e tradotto, meno qualche omissione,
il resto, credendolo un nuovo Inventario del 1341. Riproduce dunque i
nn. 8ii-H09a'.
12. Ecco l'elenco e la parola di richiamo delle fonti speciali che
pi hanno servito alla illustrazione e che tornano spesso nelV Indice.
Angeli Frane. Maria 0. M. Conv., Collis Paradisi amoenitas seu Sacri
Conventus Assisiensis Historiae libri II. Monte Falisco 1704. = Collis.
Disamina degli scrittori e dei monumenti risguardanti S. Rufino. Asisi
1797. = Disamina.
Bartolomasi Bonaventura O. M. Conv., Series Chronologica Historica Ministrorum Provincialium et Commissariorum Generalium qui Seraphicam S. P. N. Francisci Procinciam . . gubemarunt. Romae 1824. =
Series.
Libri di spese e d'entrate del Sacro Concento in Biblioteca Comunale
d'Assisi: voi. 1 dall'anno 1352 al 13G4 = Giom.1; voi. 2", dal
l'anno 1380 al 1423 = Giorni.
Serie Cronologica dei Custodi del S. Convento, redatta dal P. Papi ni, che
not soloi nomi e gli anni senza citare mai la tonte. Si trova in fine del
libro 1 degli Inventari delV antico Archivio amministrativo del S. Con
vento, conservato nella Biblioteca Comunale di Assisi. = Papini, Serie.
P. Egidio M. Giusto O. F. M., Le Vetrate di S. Francesco d'Assisi. Mi
lano 1911. Giusto.
Archiv filr Litteratur- und Kirchengeschichte. des Mittelalters edito dai
PP. Henrich Deniflb 0. P. e Fkanz Ehrle S. I. Berlin, 7 voli. 18851!KX). = ALKG.
13. 11 Glossario che pure si era promesso in principio, poi si pensato
meglio di ometterlo per intero. Questi Inventari non olirono in generale
paiole che il Ducanue non registri; e se qualcuna ve n'ha, pi che
nuova, men facile, le diciture parallele degli altri Inventari possono assai
bene soccorrere alla loro interpretazione. Possono consultarsi all' uopo
anche i non pochi Inventari dello stesso genere e dello stesso tempo,
gi editi, tra i quali per la pi stretta relazione che hanno coi no
stri si ricordano al lettore quelli pubblicati dal P. Ehrle in ALKG I,
1-48, 228-364: Zur Geschichte des Schatzes, der Bibliothek und des Ar
chies der Pdpste ini rierzehnten Jahrhundert. Non dubitiamo peraltro che
333
TA VOLE DI CONCORDANZA.
TAVOLE DI CONCORDANZA.
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14. Delle persone raccolte nell'Indice che segue, si sono volute dare,
pi che altro, le date, che determinano il tempo degli oggetti insieme elen
cati. Le date, quando non soccorreva altro, si sono tratte dall'Inventario
stesso, e allora in corsivo; le altre tra parentesi sono ricavate dagli
autori che meglio affidano, tra i quali l'Eubel, Herarchia I, II, per i
dignitari ecclesiastici. Per i Frati Minori pi cospicui facile il ricorso
agli Aniiale.s del Waddingo, e alle note in questo stesso Archivimi ap
poste al Compendium Clironicarum del Mariano; an. I-IV, passim:
cf. l' Indice in vol. IV, p. 572-585.
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340
CODICOGRAPHIA
(Continttatio) (1).
342
CODICOGRAPHIA FRANCISCANA
343
liber pertinet conventui fratrum cruciferorum in Leodio. S. Bonaventura de IIIIor exercitiia. Item liber de spirituali infancia Salva
toris. Item Flores diversorum doctorum. Item traotatus qualiter homo
posset magis proficere et Deo placere . (Haec amanuensis s. XVI').
1. (ff. lr-45v) [Soliloquium S. Bonaventurae].
Rubr. Bonaventura de IV exercitiia et alia varia (maim s. XIX descripta) Incip. prol. Flecto genua mea ad Patrem Domini nostri Ihesu
Christi a quo... ties, desiderii finis et complementum. Rubr. Incipit ymago
vite. Incip. Die queao, o homo ai poat devotam... des. Oratio. Deua mens,
cognoscam... gaudium Dei mei, qui eat trinus et unus benedictus in secula. Amen. = Xulla adest capitulatio vel rubrica: attamen vooabula:
anima et homo semper in dialogo repetuntur. Cfr. Op. omnia, VIII,
29 sqq. Hie codex inter non collatos ibi numeratur p. XXXI.
2. (if. 45v-57v) [De V festivitatibus Pueri Iesu auctore S. Bonaventura].
Rubr. Incipit tractatua de spirituali infantia Salvatoris. (Haec descripta videntur saec. XVI). Incip. prol. Cum secundum virorum venerabilium, quos in ecclesia divina. . . des. devote legenti humiliter imputet
et ascribat. Rubr. De Conceptione Ihesn spirituali. Incip. Primo agitur
purgato intellectu contritionis lavachro et. . . des. ad iocundissime et
deliciosissime beate fruitionia dulcedinem revocasti. Quam nobis concedat... seculorum Amen. Rubr. Explicit tractatua de spirituali infantia
Salvatoris. = Praeter primum, hie omnia desiderantur lemmata. Capitulationes indicantur maiori et rubricata Initiali. In textu nostro nulla
lacuna: attamen atylua brevior est ac in Edit.: Op. omn. t. VIII, pp.88
et sqq. Pag. L inter collatos numeratur codex.
3. (f. 89v) [De S. Francisco post Orationem].
Rubr. De beato Francisco. Incip. Quando a privatis redibat orationibua. . . des. ac si nullam novam gratiam ait consequutua. = Ex Legenda Maiori S. Bonav. cap. X n. 4. Cfr. Op. omn., VIII, 634.
XIII. Cod. 6 n. 8. Partim membr. partim chartac, mill.
212X142, ff. 340. Octo saltern amanuenses ad opus transcriptionis
collaboravere a saec. XIV finiente ad saec. XV medians. Duae ta
bulae ligneae pelle vituli circumdatae codici sunt cooperimento. Du
plex notula originem codicis revelat: fol. lr legitur- 1ste liber per
tinet conventui fratrum sancte Crucis de Claro loco in suburbio hoyensi leodiensis diocesis . Miscellanea, seu varios traotatus ascetieon
manuscriplum exhibet. Unus ad rem franciscanam facit, scil. :
(ff. 243v-251r) [Fragmentum Opusculi Fr. Davidis ab
Angusta O. F. M.].
Rubr. Incipit liber noviciorum et regula de disciplina. Incij>. Primo
considerai e debes, quare veneris ad quid veneris, propter... den. castus
sis in omnibus, et quicumque hanc regulam secutus fuerit, pax Iesu
Christi vivit in eo. = Cfr. De Exter. et Inter, hominis Composifione,
1899, lib. I, p. I, p. 3-36. Ibidem, p. XXV citatur praesena codex.
Omnia capitula hie distinguuntur, uti in edit, citata; ast cum abbreviatis lemmatibus. Cf. supra, p. 342.
XIV. Cod. 6 m. 2. Chartac. mill. 142X105; ff. 429 (in
fine 12 alba exstant) : unica manu, nitide et maximo studio exaratus
344
CODICOGRAPHIA FRANCISCANA
post saec. XV medians. Initiates minio sunt descriptae rubro. regulae vero liturgicae et textus sacri lineolis sunt subducta. Operculum
constat duabns talmlis corio circumteotis : repagula iam ablata. Praesens codex est Breviarium chorale, seu potius altera pars Breviarii, complectens Proprium de tempore: Dominica vicinior kal. Augusti ad Domicam Septuag., et j)roprium de Sanctis : Petri ad Vincula ad Purificationem cum officiis propriis dioecesis Leodiensis. Provenit e Monasterio Cruciferorum. Tria occurrunt festa franciscana (desideratur Calendarium seu index Sanctorum) :
1. (ff. 291r-292r) [Offlcium S. Francisci, 4" Octobris].
Ruhr. Festum beati Francisci Confessoris cum ix lectionibus celebrabitur. In primis vesp. antiph. et ps. feriales. Ymnus Iste Confessor.
Cap. ad omnes boras de cominuni. Ymnus Confessorum. Ad magn. Antipb. O quam venerandus es. Coll. Deus qui ecclesiam.
Ruhr. In matut. totus cantus de comm. unius conf. Et in 21* vesp.
antiph. de laudibus et ps. feriales.
Ruhr. Lectio prima. Apparuit gratia Dei. . . benedictione invenit
quidem. . . luculenter apparet. Lcrt. 2. Non solum. . . iUustrem.
Left. 3. Hie nimirum. . . Franciscus a patre vocabnlum tenuit sed. . .
reliquit. Lect. 4. Licet enim. . . etate inventus inanis et post. . . the
sauri*. Lect. 5. Inerat. . . evangelii non surdus auditor proponeret ..
amorem. Lect. 6. In ipso quippe. . . increments pervenit. Lect. 7.
Verum licet. . . languoris egretudine et. . . unctione. Lect. S. Corporeis. . . imdato vestiret. Lect. 9. Nocte vero... certitudine repromisit.
Ruhr. Cetera omnia de comm. unius couf. In 2'* vesp. ant. de lau
dibus. ps. ferie: ad magn. ant. Iste homo. = Sunt Lectiones I-III Legendae Minorix: S. Bonav. Op. omnia, VIII, 565. Variantes et verborum
transpositiones hie nullius momenti.
2. (ff. 337r-340r) (Offlcium S. Elisabeth. Hungariae ad
19 Nov.].
Ruhr. Festum Sancte Elizabeth. Ant. et ps. ferie. Ymnus. Ihesu Co
rona Virginuin. Cap. Fallax gratia. Ad Magn. Simile est regnum. Col
lects: Tuorum corda.
In Mat. Invit. Virginee castitatis. Ps. Venite. Ant. ante thorum.
Ps. Dne Dnus noster. Vers. Specie tua. L. I. Beata Elizabeth, quon
dam Thoringie lantgravia, filia regis Ungariae, ab adolescentia religioni
studuit. . . . De.i. I. 3: quibus usa fuerat pauperi muliercnlo dare consuevit. Te Deum. Vers. Ora pro nobis. In Laud. ant. Benedico Te
pater. Ps. Dims regnavit. Ymnus: Ihesu corona. Vers, Elegit earn...
Ant. Simile est. Coll. Tuorum corda. Ruhr. Cetera de Comm. unius Virginis. Compendium simile nil. 2505 ss. Bibl. Hag. Lat.
3. (ff. 379r-382n [Offlcium festi Conceptionis B. M. V.
ad 8 Dec,].
Ruhr. Festum Conceptionis Beate Marie. Est totum duplex et canitur in omnibus horis per omnia sicut in festo Nativitatis B. M.. excepto quod nomen Nativitatis mutatur in Conceptionis. Coll. Deus qui
B. M. V. conceptionem angelico vaticinio parentibus predixisti ; presta
huic familie tue eiusdem presidiis muniri, cuius Conceptionis sacra tolempnia congrna veneratione frequentant. Per Dom. Suflfr. de temp,
et de omnibus Sanctis.
345
346
CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
In 2 Noct. Lect. IV Franciscus Assisii in Uinbria. . . . Lect. VI des. numerum scripsit. Rubr. In 3 Noct. Lectio S. Ev. S. Matth. Lect. 7.
In illo temp, respondens Iesus dixit. Confiteor. = Omnia uti exstant in
Brev. Leod. typis impresso anno MDCCXLVI, parte autumn, pp. 410-12.
2. (ff. 620r-623v) [Lectiones festi S. Elisabeth Ungariae].
Rubr. Die XIX Nov. In festo S. Elizabeth viduae. Semid. In I
Noct. Lect. Mulierem fortem. . . In 2 Noct. Lect. IV Elizabeth Andreae
Hungariae. . . Lect. VI des. quarto post obitum anno. In 3 Noct. Horn.
Rursus simile est. . . . Extractum de Homilia 11 S. Gregorii in Evang.
= Cfr. op. cit. pp. 494-5.
XVIII. Cod. 6 n. 6. Papyr., mill. 219X142; ff. 373. Nitide
ante medium saec. XV descriptus, a duplici librario. In dorso cooperimenti. quod constat duabus tabulis vituli pelle circumdatis, haec leguntur: Mscr. Legenda Sanctorum, pars 4. Nulla rubrica, quod
sat mirum est. In f. 7v. alicuius momenti notula exhibetur haec:
Liber fratrum Sancte Crucis Conventus leodiensis, quern eis contulit Dominus Willelmus Wanea, canonicus S. Ioannis in Insula Leodii,
anno Domini Millesimo cccc1vij. Legenda Sanctorum.
Pars quart a. lxvu . Duo in nostro codice adsunt officia
franciscana :
1. (ff. 159v-163r) [Legenda S. Antonii Patavini].
Rubr. De Sancto Anthonio confessore de ordine Minorum. Incip.
Teniporibus Frederici secundi beatus Anthonius de ordine fratrum Mi
norum floruit, quein papa Gregorius canonizavit. Hie in Hyspania civitate Ulixbona oriundus, a pueritia sanctus in Baptismo. . . Des. Clericus
quidam miraculorum inquisitionem deridens, gravissima passione percutitur. Qui tandem ad beatum Anthonium voto facto sanatus, sanctitatis illius professor ipsa in se expeiientia edoctus efficitur. = Extracta
ex Leg. I S. Antonii; ed. v. gr. L. de Kerval, Paris 1904, 23 ss.
2. (ff. 210v-213r) [Officium S. Ludovici Regis].
Rubr. Officium de beato Ludovico rege francorum secundum usum
paiisiensem. Ad vesp. antiph. super psalmos. Ant. gaude regnum Francie. Ad Matut. ymnus : Nova Regis preconia. .. suis fuganda precibus...
qui virtutix signaculum, Eiux vultum respiceret. = Concordat textus cum
officio Breviarii Parisiensis, de quo Act. Sanct. Aug. V, p. 532-4; ast desiderantur hie lectiones propriae.
Rubr. Officium ad Missam de beato Ludovico. Introitus. Gaudeamus. Ps. Dne in virtute. Oratio. Deus, qui beatum Ludovicum. . . EpiBtola: Beatus vir qui inventus. Ps. Dne prevenisti eum. Alleluia. Felix
corona Francie. Prosodia: Regem regum. Evangelium: Considerate lilia
agri. Offert. : Filie Syon exulterit. Secreta: Praesta, quaesumus omnipotens. Comm.: Iustum deduxit. Postcomm. : Deus, qui alumni confessorem.
= Rubr. Sequutum Parisius in Palatio Regis. De Sequentia: Regem
Regum cfr. Chevalier. Rep. hymn n. 17115..
(Continuabitur).
Namurci.
P. Hi oolinus Lippens, O. F. M.
BIBLIOGRAPHIA
348
BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
340
350
HIBLIOGRAPHIA.
rationes: tractatus anonyme editus est. Synchron us Conradus de Montepuellarum non ita certus est de propria sententia. Accedit tentamen
conversions in fine dierum, at innotescit ex nota bulla dementis VI
(1349). Argumentum similitudinis styli Scholz in istiusmodi tractatibus
pluries mei'ito reicit, quare non etiam in hoc casu? (cf. etiam AFH VI, 55).
Notamus etiam R. Scholz (I, 130), plane ut authenticas accipere Collafiones, quas papa Clemens VI in consistoriis publicis Avenione a. 1343
hahuisset, ut conservan tur in cdice Eichstettensi 698, non obstante
impugnatione cl. P. Denifle, Chart. Univ. Paru., II, 1, p. 720, Editori,
uti videtur, ignota, quaeque vel nuper ab Hofer . AFH VI, 664-669
ut non authenticae, vel saltern falsificatae. reiectae sunt. Non tacemus
tamen locos a Conrado de Moiitepuellarum ex illis Collationibus paucos
annos post suppositum eventum citatos non leve earmndem Collationum
authenticitatis esse fulcimen.
Guilelmi Ochami litteratura ex nova publicatione multimi ditatur. Eiusdem enim non minus quam sex textus sive fragmenta textuum hic eduntur, et quidem a\ II, 392-395 quaedam continuatio Dialog!
e cod. Vat. lat. 4115, f. 131-133: cf. I, 141-149, ubi omnes Dialogi codices
recensentur; ft) II, 396-403 excerpta ex quodam tractatu Contra lohannem XXII, a. 1335, iuxta cod. Paris, lat. Bibl. Nat. 3387. f. 175-214:
cf. I, 149-152; c) II, 403-417, excerpta ex tractatu Contra Benedictitm XII
a. 1337, ex praecitato cod. 'Paris. 3387, f. 214v-262; tractatus in cdice
anonymus est, sed auctorem esse Ochamum Editori evidens est; cf. I,
152-161 : scriptus est partim contra Geralduin Odonis et Statuta Catnrcensia; <i) II, 417-431. excerpta ex tractatu cui titulus: AUeyatione.s de
potentate imperial!, a. 1338, iuxta cod. Vat. Palat. lat. 679, P. 1, f. 117v156 (cf. I, 161-167); )') II, 432-453 An rex Angliae pro miceursu guerrae
posait recipere bona ecclesiarum ; sunt excerpta ex cod. Vat. lat. 4115,
f. 135-15V, ubi tractatus est anonymus, sed f. 149 ut auctor a glossatore indicatur Ocham, quocum stylus et indoles conveniunt tractatus.
scripti . a. 1338 in favorem Eduardi III regis Angliae (I, 167-176);
f) II, 453-480, Df imperatoruvi et pontifican! potfxtate, iuxta Brit. Mus.
Ms. Royal 10. A. XV. Tractatus iste . a. 1347 ortus magni momenti est
pro cognitione auctoris. Scriptus est enim magna vehementia (1), consideratoque alio paruin post, 1348, scripto, seil, illo Dc election Caroli IV,
dummodo authenticua est (cf. supra), vix probabiie est Ochamum 1348-49
se convertere voluisae, uti concludit Scholz I, 181, sed credendum esset
synchrono (!) lacobo de Marchia (Baluz.-Mansi, Mine. II, 600) Ochamum
(1) Incipit, II, 4-">ii: . Universis Christi fidelibus preseutem traotatulum
inspecturis frater Guillielmus de Okkliam fidei veritatem et morum, prout
gradui ouilibet congruit, omni gratia, odio et timor postpositis, sine personarum aooeptione intrpide defensare et sinceriter emulari. Quoniam, ut Christi
verdica testantur eloquia.... Ue omnibus enim que feci, scripsi vel dixi. postquam regule beati Francisci me subieci. coram iudice minime recusando cupio
reddere rationem, quatenus ouncti fidles agnoscant, an aliquid valeat contra
me probari, propter quod inter filios lucis non debeam computari. Verum quia
nemo est iudicis exercens officium, qui velit audire, nisi adversarais mani
fest us et publie-us hostis, coram quo non essem de persona securus, et quem
nihilominus possum et debeo ex aliquibus causis iustissimis recusare, idcirco
extra indicium meam innooentiam false et nequiter diffamatam, prout licite
valeo, defendendo, ilia quo mihi non [nunc?] mendaciter imponuntur, ad pu
blicara deducere cupio notionem, utj an a Deo sint, omnes qui voluerint, con
sidrent orthodoxi
BIBLIOGRAPHIA.
351
in excommunicatione mortuum esse referenti. Momentum scripti De itnperatorum etc. grave est, sed Iacobus de Marchia minime est synchronus,
quippe qui Dialogum contra Fraticellos c. a. 1450 composuerit, atque a. 1470
mortuus sit. Ex alia parte Iacobus eo loco ab Andrea Richi. cuius tractatum AFH HI, 1910, 267-279, 505-529, 680-699 edidimus, penitus dependet; cf. AFH III, 523, n. 1; VI, 663. De sic dicto Defensorio Ochami
Scholz directe non tractat, ubi vero ad illud amandat, II, 560, n. 1, vocat
simpliciter scriptum, negligens quae AFH IV, 1911, 19-23, et VI,
742-745, de vera indole illius tractatus dicta sunt. In tractatu sub d
memorato exemplum habetur quomodo quaestio paupertatis Christi ad
quaestionem politicam transire potest. Dt enim probet Papain plenitudinem potestatis in temporalibus non babere, ita argunientatur Ocbam
II, 418: Secundo probatur ex eo, quod certum est Christi vicarium non
habuisse nec habere maiorem plenitudinem potestatis, quam habuit ipse
Christus, cuius est vicarius. Sed Christus, in quantum homo viator, non
habuit nec habere voluit universalem potestatem et iurisdictionem in
temporalibus, neque regnum et dominium omnium rerum temporalium,
ut probabitur; ergo nec eius vicarius habuit nec habet universale do
minium rerum temporalium neque plenitudinem iurisdictionis et pote
statis in temporalibus .
Augustini Triumph!, 0. S. A., est Tractatus contra divinatores et
sompniatores, qui I, 191-197, describitur, atque II, 481-490 partim editur
e cod. Vat. lat. 939, f. 31v-46v. Nobis notanda sunt capita plura, quae
aperte agunt contra Arnaldum de Villanova, Raymundum
Lullum et Petrum lohannis Olivi, cuius duodecim refer untur
articuli erronei, II, 485-489, e quibus re vera aliqui in Concilio Viennensi
reprobati sunt. Tractatum scriptum censet Scholz c. a. 1310. Proculdubio
mendum est amanuensis aut Editoris, quod Augustinus Triumphus, II,
490, Ordinis fratrum minorum Sancti Augiwtini dicitur.
De Alvaro Pelagio, O. Min., agitur I, 197-207 eiusque ex tractatibus duobus dantur excerpta, scil. II, 491-514 ex Collirio adversus hereses
novas iuxta cod. Ottobon. lat. 2795, f. 1-133, et ex Specula regum, II,
514-529 iuxta cod. Barb. lat. 1447, .f. l-59v. Codicibus horum duorum
tractatuum I, 198, n. 1; I, 202, n. 2 enumeratis alii quidam adiungendi
sunt, quos A. Lopez ap. El Eco Franciscano, XXVI. Santiago 1909,
p. 280-283 recensuit. Demum I, 250-255 ostenditur cap. 40, lib. I Alvari
Pelagii operis De Planctu Ecclesiae fere integrum tractatulum De potestate Ecclesiae (habetur in cod. Paris. 4046, f. 118v-121) continere, quod
nihil mirum, cum Al. Pelagius et alias tractatulos integros transcribat,
cuius rei exeuiplis I, 255 allatis, adiungi potest pro cap. 59, lib. II, illud
ap. AFH III, 507, n. 4 indicatum. In fine vol. I, 256 brevibus describitur
tractatus Francisci de Mayronis (t 1327), Utrum in universo se
cundum optimum siii dispositionem sit dare unum monarcham, qui presideat omnibus temporalibus et nulli temporaliter subsit, quem librum
Scholz credit habere relationem ad tractatum Dantis De monarchist.
Habetur etiam II, 552-562 tractatus anonymus Contra Benedietuiu XII,
cuius auctorem Editor Bonayratiam reputat esse, qui cum a. 1340
mortuus sit, tractatum hunc scripsisse inter 1336 et 1340 creditur; cf.
I, 248-249 ; 150, n. 3. In appendice ad vol. II, 565-575 describuntur abundius codices ab Editore adhibiti, atque in fine 576-585 tabella exhibetur
chronologica tractatuum politico-religiosorum inter a. 1323 et 1354
scriptoruni, quae tamen tabella non est completa. Indices alphabetici
totum coronant opus, quod est verum incrementum cognitionis tristis-
352
BIBLIOGRAPHIA.
simi illiuB dissidii, quod clausit, velut ultimum, seriem maguarum medii
aevi controversiarum inter Romanos Pontfices atque Imperatores exortarum. Cl. Editor Professor Scholz, sobrie et sagaciter commentaria in
scripta a se communicata fecit, sine ira et studio, unice ad veritateni
facti et ad variar uni doctrinarum historiam intendens.
P. Livarius liger, . F. M.
Vidal, J. -M., Recteur de Saint-Louis-des-Franais Moscou. Bullaire de Inquisition franaise au XIVK sicle et jusqu' la fin
du grand Schisme. Paris, Librairie
In-8, pp. LXXXV, 558. (10 Fr.).
Utilissima est collectio documentaran quam I.-M. Vidal, aliis eiusdem generis editionibus et studiis optimae notae auctor, fecit atque illustravit. Historia equidem lnquisitionis magis u viris acatholicis vel
Ecclesiae inimieis coli solet, praesens vero liber catbolicos viros bis
studiis vacare cum fructu et decore Ecclesiae posse, optime demonstrat.
Continet liber 344 documenta, quae ut plurimum sunt bullae pontificiae, sed inseruntur etiam passim litterae Hupjdicae, abiurationes, sen
tential', mandata etc. In appendice Septem documenta lnquisitionis adduntur. Non omnia quae afferuntur, indita sunt, quia praesertim bullae
ad duos Ordines Mendicantes Praedicatorum et Minorum spectautes, in
borum sive Bullariis sive Annalibus iam inveniebantur, nihilominus et
borum institutorum historia incrementum non spernendum habet ex
nova hac publicatione.
In libri Introdurlione ipse Auctor studio subiecit documenta a se
exhibita. Quinqu capitulis exponuntur: I Organizatio territorialis ln
quisitionis Galliae saec. XIV (p. I1-XX1I), ubi Fratres Minores longe
minorem partem hodieruae Galliae ut territorium lnquisitionis habuisse
ostenditur, seil. Provinciam, sen partem meridionalem-orientalem Gal
liae, provincias ecclesiasticas Arelatensem {Aries), Aquensem (Aix), Viennensem {Vienne) et Ebredunensem (Embrun) complectentem. Partes
maiores habebaut praeterea in Corsica insula, quo aliquando etiam ex
Ordine Carmeli Inquisitores deputabantur. Theoretice ad Minores spectabant antiqua quaedam territoria ad Imperium tum pertinentia, uti
Lugdunum, sed haec et alia territoria saepe subiciebantur iurisdictioni
Inquisitorum ex Ord. Praedicatorum qui, dicente Auctore, partem leonis
habebant. In II cap. (p. XXII-XLII) de personis tribunal lnquisitionis
constituentibus disseritur, praesertim de iudicibus, seu de ipsis Inquisitoribus, quorum deputatio et privilegia etc. enumerantur. Pag. XXVXXXII eleuchus omnium Inquisitorum generalium territorii et epochae,
de quibus agitur, exhibetur. De subiectis lnquisitionis, seu de reis, agit
A. in cap. III, (p. XLIII-LXV), inter alios de eis qui errores circa paupertatem pioritebantur ip. LI-LVII), de Spiritualibus igitur, Michelistis,
Fraticellis. Beguinis etc. ad quorum historiam Auctor quaedam nova
aftert documenta. Particularis modus procedendi lnquisitionis adumbratur in cap. IV (p. LXV-LXIX) indicaturque in cap. V ^p. LXX-LXXXV)
pars quam ipsa Sancta Sedes directe habuit relate ad nquisitos et In
quisitores. Magni momeuti sunt ea quae cl. Auctor de actione S. Sedis
in favorem reorum male ab Inquisitoribus tractatorum atque ad S. Sedem appellantium, tradit. Communiter enim inquisitos ins appellationis
non habuisse assumitur. Vidal econtra inter documenta edita 18 casus
quibus SS. Pontfices appellationes receperunt, nominat (p. LXXVI1I),
BIBLIOGRAPHfA.
353
354
BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGKAPHIA.
355
3o(i
BIBLIOGRAPHIh.
BIBLIOGRAI'HIA.
357
dec. 1585) Episcopi Germaniae IVo quoque anno, occasione visitationis liminum apoetolicorum, Romam dferre debebant (p. XVIII). CI. Prof.
Dr. I. Schmidlin primus est. cui Relatione.* status, in Archivo secreto
Vaticano Congregationis Concilii adservatas, perlustrare concessum fuit
(VIII). Hamm Relationuin summaria apte disposita et concinnata hoc
in opere evulgat, locos eorum plures illustrans in adnotationibus eruditia e plnrimis auctoribus collectis. Licet Episcopi a visitations limi
num praepediti substitutos Romam mittere possent, saepius officium
hoc et Relationes mittere ob varias causas neglexerunt ; omnibus autem
consideratis, Relationes illae statum dioecesium sat clare describunt
(XXII 38.).
Quoad reui nostram animadvertendum est, de cowventibus S. P.
Francisci, Ordinumque aliorum a iurisdictione episcopali exemptorum,
non multa in genere ibi contineri (XLVIss.); quoad conventus lectores
A. saepius amandat ad Relatiouem Feliciani Ninyuardae, 0. Pr.. Visitatoris Austriae et Bavariae 1672-1676. quam edidit K. Schellhass, ap.
Quellen . Forsch, aus ital. Archiv, u. Bibl. (QFIAB) I, Rom 1898, 47108, 204-60, (II, 41-116, 223-84; III, 21-68, 161-94; IV, 96-137, 208-35;
V, 35-59, 177-206). Cf. etiam idem, Der Franziskaner-Obserrant Michael
Alrarez und seine Ore/ensklster in den Provinzen Oesterreich, Strassburg
und Ungarn in J. 1579, 1. VI, 1904, 134-45; et P. Max Straganz,
0. F. M., Zur Ttigkeif des Franziskaners 1'. Mich. Alvarez in Oester
reich, ap. Forschg. u. Mitfeilg. z. Gesch. Tirols, V, Innsbruck 1908, 303-9.
In recensendis ergo rebus, quae ad nos spectant, sic procedemus. In
dicate dioeceseos nomine, adiectoque anno quo Relatio status, de qua
agitur, scripta fuit, de conventibus ibi relata subnotabimus.
AQUII.BIBNSI8 dioecesis 1598: in genere religiosi recensentur, quin
particularia subministrentur (11). Tergestina. 1590: Conventus . M.
Coiiventualium (= Conv.) sat delapsus est; 1590-1618: tres vel quatuor
tantum religiosi aderant (21). Eorumdem Conventus Muggiae status
pauhim melioris erat (21, 24, 28). An. 1618 Conventus 0. M. Capuccinornm (= Cap.) Tergesti fundatur. Labacensis 1589: Conv. regulariter celebrant et praedicant (35, 41); item et Cap., fundati an. 1607 (45);
qui Oberburgi hospitium hahent (49). Tridentina. 1615 plures con
ventus simpliciter numerantur (56, 58). Brixinensis. 1606-1612: item
sed vage (73). Salisbitruens. 1595. item (89, 93). Gurcenb. Ibi nullus conventus aderat horum ordinum. Lavantina. 1599: numerantur
vix (104). Seooviens. 1600: item. Vindobonens. 1618: Observan
tes Vindobonae erant 80 Fratres; ecclesiam pulchram habent; Con
ventuales eos aemulantur (135); item Clarissae^ et Capuccini an. 1600
ibi fundati (135s.). Abbas Mellicensis, Casp. Hofmaim, au. 1590 Visitationem liminum perfici fecit a P. loh. Ha>t. Pisello de Monte Botlio,
0. Conv., proft'ssore universitatis Vindobon. et praecone pro Italis ibi
dem (141). Pratensis. Conventus brevibus recensentur (145); Cap.
an. 1599 Pragam adventantes, ibi bene operantur et praedicant (166).
Olomitcensis. 1613: Nicolsburgi ab episcopo Francisco de Dietrichstein Cap. fundati sunt an. 1611, et Tertiariae Brunnae (181). An.
1617: numerantur conventus (183); Cap. etiam Brunnae erant, et alios
conventus constniebant Olomucii et in Wischau (185s.). Item ante
moenia residentiae Kremsier pro Observ. conventum etruere vult episcopus.
2. Passavienkis. 1592: episcopus Crbanus de Treimbach Observantibus novum conventum studiorum Passaviae exstrui fecit (6); an. 1619
358
BIBLIOGRAPHIA.
Cap. introducti sunt in dioecesim (21). Frisixgensis. Cap. Monachium venerunt 1600 (23). Frisingae sacer suggestus in cathedrali
concreditus est Observantibus (24). Augustana. 1601 eo Capuccini ve
nerunt (50, 57); Observ. vero 1606-09 (67). Eistettensik. 1617: iam
per plures annos Cap. missiones diversis in locis celebrabant 1 93).
Eatisbon. Mendicantium conventus Protestantibus denuo erepti sunt
1567-79 (97V 1592: Convent, ad SS. Salvatorem nondum bene se gerunt
(97); sed 1609 Patres 8 et Laici 6 religiositate praestant (122). Episcopus
Wolfgangus de Hausen (1600-13) eos valde confovet (123) et apud eos
tumulari voluit (124). 1609: Fr. Min. Conventualis, archidecanus distri*
ctus Ratisbonensis, parochiam S. Ulrici optime administrabat (123);
Coiifraternitas Cprdigerorum apud eos florebat (119, 123). Observantes in
Pfreiind conventum recepi-runt [1601] (123). 1609: Clarissae sub regimine
PP. Conv. optime regebantur (110, 123). Hekbipolens. Nil de nostris.
Bambkr<;es.s. Dum 1575 Observ. Bainbergae baud bene agerent, an.
1609 laudantur (141s.); tunc ibi erat Coiifraternitas Cordiyerorum (142);
laudantur quoque ibidem Clarissae (142); quae tamen Norimbergae inde
ab an. 1596 exstinctae erant (160).
3. Constantiens. 1595: numerabantur in dioecesi 31 conventus ordinum S. Francisci (4, 6, 16); duo monasteria laudabilia Clarissarum "(8).
1610: optime pro salute animarum laborabant Cap., Constantiam vocati
1604 (29, 81). An. 1616 P. Angdus a Mediokma, O. Cap., pro archiepiscopo
visitationem liminum peregit (34s.). Argentinensis. Conventus Observ.
et Conv. paucis enumerantur (40). Bamleens; item eodem modo (66,
79). Spirensis; item simili modo (86). 1589: Spirae Lutberani navim
ecclesiae Conv. adbuc tenebant. Capucc. in Waghfiusel venerunt an.
1616, ubi piis peregrinis magno cum zelo adsistunt (99). Maguntina.
Conventus numerantur (109). Maguntiae archiepiscopus conventum desertum Observ. Jesuitis an. 1577 tradidit, neque illorum obiectiones
aliquid profuerunt (110). Tandem an. 1611 conventum maiorem [scil.
Tertiariarum, sed derelictum] Observ. ibi acceperunt (125). 1609:archiepiscopus incassum plures Capuce.inos pro conventu eorum ibidem a Ministro Gli expetiit (124i. Trevirens. Archiepiscopus (an. 1613) pro
Observ. conventum in Be u rig fundavit; item an. 1615 Treviris pro
Capucc. (139). Coloniens. 1590: paucis commemoratur conventuum
Mendicantium status prosper (158). Observ. an. 1589 conventum ad
Olivets* occupavere; Convent, vero partem domus suae civibus vendiderant (158). Leodien.s. 1590: commemorantur tantum conventus Men
dicantium (165). Vratislavibns. 1618: item eodem modo horum con
ventus (192, 194, 195). Conventus in Neisse an. 1614 Conventualibus
restitutus fuerat (94). Varmiensis. Memoratur conv. Observ. Wartenbu rgi (199).
4. Volumen maxima sane laude dignum, diligentia indefessa collectum, optimaque metbodo compact um, Dr. Fr. Lauchert de adversaries
literariis italicis Lutheri et Protestantism/' collegit. De auctoribus 47 plus
minusve diffuse, ratione babita momenti operum diversorum, A. docte
ibi tractat, hac quidem ratione, ut praemissa biographia modo longiore,
modo breviore singulorum auotorum, singula eorum scripta typis iam
edita accurate expandat. Mirum uon est, quod aliquot horum librorum
invenire Auctori datum non fuerit, cum quaedam scripta rariora reapse
sint. Quibusnam in bibliothecis, (iermaniae praesertim publicis, scripta
ilia exstent, auctor ubique lectorem docet. Praedictis Apologetis 47 in
Appendice (671-87) alii 19 subnectuntur, quorum scripta vel iuedita
BIBLIOGRAPHIA.
359
sunt, vel quorum operum typis cusorum nullum exemplar prae manibua
habere Auctori licuit. Plures notitiae horum auctornm monographiae
(uti aiunt) censendae sunt, v. gr. quae de Ambrosio Catharino, O. Praed.
(30-133), de Thoma de Vio Caietano cardinali, item 0. Praed. (13377), etc. scripsit. Qui Apologetae religionis catbolicae adversus Lutherum, partim tbeologi cleri saecularis, maximam autem partem religiosi
erant, praesertiin Ordinis Dominicani. Numerantur autem inter eos etiam
aliqui laici.
Nostri non est nisi illos ex Ordinibus S. P. Francisci hie recensere.
Thomas IUyricus, 0. M. Obs. (240-269). Thomam Auximi natum facit
(240), mortuumque Mentonae an. 1528 (242). Tunc exacto stylo de Fr.
Thomae opere : Libettnx de potentate Summi Pontificis... qui intitulatur
clipeus status papalis, Taurini 1523, 23 ian. edito A. disserit (243-56).
Opus hoc etiam plures Fr. Thomae epistolas continet, sermonem ipsius,
duo opuscula Ioh. Gersonis: De auferibilitate Papae et De modo se habendi tempore schismatis, aliaque complectitur, necnon Fr. Massaei
Brutiae de Fruzasco, O. M. Obs., qui Fr. Thomam in volumine isto et
sequenti edendo adiuvabat, epistolam, etc. Auctores aliqui erronee
crediderunt hunc Ctipeum stat. pap. in Indicem Romanum relatum fuisse.
Hoc econtra accidit Clipeo pioruni catholicorum Fr. Thomae Ely si i
O. Praed., edito Venetiis 1563 (256). Fr. nostri Illyrici insuper est:
In Lutheranas haereses clipeus catholieae ecclesiae, Taurini 1524, 8 iul.,
de quo sermo fuit p. 257-69. Hoc alterum opus, non serus ac prius, aliorum quoque opuscula continet, v. gr. Doctrinarum Lutheri per Universitates Parisiensem, Lovaniensem et Coloniensem condemnationem etc.,
necnon epistolam aliam Fr. Massaei Brunt. Auctori hanc dissertationem, aliasque texenti ad manus erant etiam Ordinis bibliographi, aliique
auctores, quibus hie addiinus P. Delpuech, Histoire de N.-D. d'Arcai'hon et du Bx. Thomas IUyricus, son fondateur, Bordeaux 1872, in-8",
XXXIV, 238 pp. In hoc libro de Fr. Thoma agitur tantummodo p. 25-88,
neque admodum docte. Plura vero biographica de Fr. Thoma proferuntur a G. Gelcich, Fra Tommaso IUirico detto da Ofrimo, ap. Miseell.
Franresc. II, Foligno 1887, 149-153, quae dissertatio pluribus aucta inde
ceu opusculum reedita fuit: Fr. T. III. d. d. Oss. Appunti biografirocritici, Spalato, 1903, in-16, 57 pp. Hinc Fr. Thomas natus apparet < in
Urana, vico Iaderensi in Dalmatia .
Iohannes de Fano, O. M. Obs., postmodum Cap. (328-31). Agitur pan
els (330-1) de eius Incendio de zizanie Lutherane, Bologna 1522, quern
librum A. nullibi invenire potuit (1).
Iohannes Antonius Delphinus, O. M. Conv. (487-53ij). Natus est Pomponesci in Provincia Cremonensi, an. 1504. In eoncilio Tridentino an.
1545-49 et 1551-52 strenuus collaborator aderat: an. 1559 (25 iun. vel 18
aug.) a Paulo IV noininatus est Vicarius Glis Conventualium ; obiit vero
1560, (488-90). A. deinde varia ipsius scripta polemica non parvae molis,
nee parvi momenti accurate examinat (491-536). CI. Laucheht de /. A.
Delphino, deque relatione scriptorum eius ad Concilium Tridentinum
iam egerat in commentatione : Der Franziskaner Ioh. Ant. Delphinus
und die Beziehunyen seiner literarischen Tatigkeit zum Konzil von Trient
ap. Zeitschrift filr kathol. Theotogie, (ZKThl XXXIV, Innsbruck 1910,
39-70, 414-17.
(1) Iiecurrente hie Tohanne de Fano, monemus AFH VII, 154, legend um
esse loli. Pili de Fano pro de Fabriano.
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BIBLIOGRAPHIA.
Clemens Dolera 0. M. Observ. (646-52V Natus est Moniliae in Provincia lanuensi. Theologus Concilii Tridentini erat, dein Minister Olis
(1553-57). Expanditur ipsius Theologicarum institidionum compendium,
Fulginei 1562, et Romae 1565 (647-52). ,
In Appendice paucis eommemorantur Fr. Franciscus a Castrocaro, O. M. Obs. (676), et Bernard/mix a Balbano, O. M. Cap. (676 s.).
Praeterea saepissime de rebus ad nos pertinentibus in erudito isto
Tolumine sermo recurrit. Albertus III Pius, comes Carpensis, laicus
doctus, qui Parisiis obiit 8 ianuar. 1531, ante tres dies habitnm S. Francisci induerat (281). lohanni Antonio Modesto, item docto laico, saepius erronee tributa est Adhortatoria epistola ad Martinum Lutherum,
Landeshuti 1621. Nam cl. N. Paulus, ap. Der Katholik, 1900, II, 90-5,
probavit hoc scriptum anonymum revera fuisse Fr. lohannis A]>obolyinaei, 0. M. Obs. (221). In adornando opere suo: Vulgata editio Veteris et Novi Testamenti, Venetiis 1542 (1557 et 1564) Isid. Clarius, 0. S. B.
usus est praesertim Sebastian! Miinster, olim O. M. Obs., postea apostatae, Biblia hebraica latina, planeque nova translatione, Basileae 1534 ss.
(444). Plures Polemistae contra Ochinum, olim 0. Cap., itemque
postea apostatam, scripserunt (67 s., 70s., 85 ss., 94 s., 452, 455, 658 s..
661, 680s.). Inter bos erat v. gr. Ambrosius Catharinus, 0. Praed. ;
(67) cf. Lauchekt, Die Polemik des Ambrosius Catharinus geyen Ber
nardino Ochino, ap. Zeitschr. f. kath. Theolog. XXXI, 1907. 23-50.
Qui Catharinus etiam Immaculatam Conceptionem contra consodales
scriptis defendebat (60, 83, 127). De hoc dogmata cf. quoque, 209,
265 s., 269, 645. - Christophorus Marcellus bullam indulgentiarum
Sixti IV, datam 3 aug. 1476, tuebatur (236; cf. N. Paulus, ZKTh
XXXIV, 1900, 253 et ap. Hist. Jahrb. XXI, 1900, 651). Aliqua adnotant-ur de Fr. Felice Peretti', (postea Sixto V) inquisitorem Venetiis
agente (641 ss.). Commemoratur Melanchton Scholasticos deridens,
verbis insulse lusisse: Scotus - a/.i-o;: stolid'us ille Aquinas, et Scotus, vir hoc nomine longe dignissimns i l89). P. 637 ss. agitur de
Iacobi Maronessae, O. Coelest. libro: II modello di Martino Lutero, Ve
netiis 1555. Hie (p. 345 ss.) tempora Anticliristi et Lutheri investigans,
etiam ad temporum divisiones a loachimo Florensi et Ubertino Casalensi [0. F. M.] propositas, appellat (637).
Caeterum in fine voluminis praestantissimi elenchum chronologicum scriptorum polemicorum habes 1 688-96), necnon et indicem copiosum rerum, personarumque.
5. Amplam, eruditamque monographiam Fr. Thomae Murneri,
O. M. Conv., praedicatoris, poetae, iuristae praeclarissimi, contra Lutherum et Zwinglianos polemistae acerrimi, confecit cl. Dr. Thkod. von
Libbenau, praefectus tabularii publici Lucernensis. Qui cum ap. hoc
AFH V, 727-86; VI, 118-28 plura documenta de Fr. Thoma Murnero
vulgaverit, ut eadem sibi opus hoc exaranti facilius prae manibus
essent, cumque scriptorum Murneri conspectum quemdam ibidem (VI,
729-30) praebuerit, non est cur hie longius in quibusdam immoremur.
Accurate describitnr Fr. Murneri vita agitata, eiusque scripta perite exponuntur, certe longe exactius et aequius, quam in commentationibus
et monographiis auctorum praecedentium de celeberrimo. indefesso, intrepidoque Murnero. Thema vastum 24 capitibus evolvitur. Murneri
pueritia (1-6), ingressus in Ordinem S. Francisci Conv. Argentorati (7-10),
studiorum cursus longus et varius (10 ss.), controversia eius cum Wimpfelingo (17 ss.), ipsius scripta diversa (36 ss.), aliaeque plurimae quae
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BIBLIOGRAPHIA.
et les Actus (1). Il distingue quatre groupes des crits des Zelanti ;
1) Scripta 3 sociorum, parus vers 124-1-1246, dont les restes nous sont
conservs dans la Legenda H Sociorum, VAnonymu* Perusinus et Spec.
Perf. (d. Sabatier; 2) Scripta Sociorum, depuis 1250 jusqu' la mort
de Frre Lon (1271)* les restes se retrouvent dans les deux Speculum ,
la Leggenda antica, la Intentio Hegulae, etc.; 3) les crits des Franci
scains de la seconde gnration: Verba Fr. Conradi de. Offida, etc.
-4) les tmoignages des Actu.s, Fioretti et autres sources de cette poque.
L'A. analyse tous ces groupes; il trouve: dans le Spec. perf. (d. Sabatier) des parties trs anciennes et trs prcieuses, dont il sait trs
bien se servir pour la caractristique de St. Francois et surtout de
son tat d'me pendant les dernires annes de sa vie.
Le chap. IX donne une caractristique du Saint et de ses premiers
disciples jusqu' la transformation de la Fraternit en un Ordre.
L'Auteur poursuit la biographie du Saint, les tapes de sa conversion,
le dveloppement de ses ides. La joie en Dieu lactilia spirituals
les prires Dieu qui passent souvent en extases, un vif sentiment de
la Passion de son Fils, le soin pour ses glises, l'observation de ses pr
ceptes, la douceur dans les souffrances, et l'idal d'une vie pauvre et
pleine de privations, sanctifi par le plus pauvre et le plus malheureux
des hommes voil ce qu'on peut remarquer en Franois, qui n'a pas
encore trouv son but unique et dominant, qui cherche encore com
ment remplir la volont de Dieu, mais qui est dj prt, intrieurement,
accueillir les prceptes du Christ aux Aptres (297). Il les trouva
bientt dans le rcit de l'Evangile, et ds ce moment il unit son idal
de la vie pauvre encore un autre : la prdication de la pnitence
tous. On ne peut dcouvrir de traces des influences hrtiques sur
S. Franois, et la ressemblance de son idal celui de Valdo est toute
superficielle, la diffrence est trs grande. La tradition catholique
est trop faible et le rationalisme trop fort chez les Vaudois, ils protes
tent contre la dcadence de l'Eglise romaine et s'en loignent trs vit*
aprs l'excommunication. Franois ne passe pas mme pour un seul mo
ment les limites traces par la foi catholique traditionnelle, tout ce
qu'il veut, c'est suivre les prceptes du Sauveur dans la voie indique
par l'Eglise; pas un mot de protestation ou de critique. La conversion
de Valdo est le rsultat de l'angoisse et de la peur pour son me; Saint
Franois, mystique par nature, pense plus la Passion du Sauveur qu'au
salut de sa propre me (p. 301); il cherche le moyen de mieux servir
Dieu et trouve la pauvret qu'il embrasse avec toute la posie de son me.
Valdo se posait cette question pratique: comment sauver son me?
Et il trouvait la rponse dans l'Evangile. Les moyens ordinaires lui
semblaient douteux. N'tant pas satisfait de la foi et de son activit de
laque, il se choisit un sentier troit, mais sr. Franois ne fut pas
non plus, satisfait de la vie religieuse de simple laque, cependant il
ne la croyait pas douteuse, mais trop troite pour son lan religieux.
11 tait men, non par un raisonnement, mais par un sentiment (p. 301).
(1) L'auteur s'est dj occup de cette question et a publi plusieurs
articles sur le Spculum perfeotionis et ses sources- v. Journal du Mi
nistre de /'Instruction publiijue (russe) 19(18, VII, p. 108-141: Les rapports du
Spec. perf. (d. Sabatier), avec les Scripta Leonis et Spec. perf. (d. Leuimens) ;
19tK>, V, p. 22-56: Les rapports du Spec. perf. avec tes lgendes le Thomas de
(lelano; 191(1, I, p. 92-120: Le Spec, perf, Actus et I^ei/i/enda antica; Revue his
torique (russe), St. -Ptersbourg 1909, vol. XV, p. 1-22: La question du Spec,
perf. (les manuscrits du Spec, perf et la Legemla an/iqua).
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disciples fidles (II Celano II, 188; Inteniio, ch. 6) qui n'oublient pas
ses protestations. - L'volution de l'Ordre peut tre comprise, d'un
ct, comme une vulgarisation de l'idal lev, accept par les masses,
qui ne pouvaient pas le comprendre entirement; d'autre ct c'est
l'assimilation du rve du Saint aux formes traditionnelles de la vie et
de l'activit monastique. L'idal du Saint persista, aprs sa mort,
non seulement dans les mes de ses disciples zls, mais encore dans
son autre cration: l'Ordre de Sainte Claire. Celle-ci resta, jusqu'
sa mort, fidle l'idal primitif et dfendait avec nergie son privUeffium paupertatis contre tous les changements qu'on voulait y apporter.
Les formes de la ralisation de l'idal vanglique par les Franci
scains sont nouvelles, mais la mme inspiration se manifeste cette
poque dans les vieilles formes traditionnelles de la vie monastique.
L'Auteur s'arrte sur la vie et l'idal des hermites italiens, trs nom
breux ds les premiers jours du christianisme et trs influents. Frapps
par le sentiment de la contradiction entre Dieu et le monde, effrays
par la puissance du diable, ils s'enfuient du monde, consacrant tout
leur temps, toutes leurs forces une lutte acharne contre le monde,
le diable et eux-mmes. Et les moyens pour y parvenir sont : quies,
sitentium, ieiunium, une ascse austre et la discipline qui devient pour
eux vraiment une espce de sport (p. 435). Cependant chez les hermites
des XII""' et XIII sicles de nouveaux traits se manifestent et les
rapprochent mme des Franciscains la charit qui les fait s'appro
cher du monde et travailler l'ducation morale des masses et la
bienfaisance, la pauvret plus parfaite les disciples de Gian Buono
vont mendier ostiatim, comme les Franciscains, l'amour la na
ture, etc.
L'idal de la vie vanglique attirait et enchantait tous les esprits,
mais tous ne pouvaient pas quitter le monde et se consacrer compl
tement la vie. religieuse. Il fallait donc trouver une forme de vie re
ligieuse qui pouvait tre accepte par les laques, sans quitter leurs
occupations ordinaires; et ou la chercha assidment. Les Vaudois ont
leurs congregationes laborantium, l'ordre des Humilis naquit d'une
pareille organisation. Le XII1"" et le XIII11"' sicles produisent une mul
titude de fraternits religieuses, parmi lesquelles les organisations des
Tertiaires des Ordres de St. Franois et de St. Dominique acquirent
le plus d'influence. Le XIIIII1C sicle est l'poque d'un vrai triomphe
des fraternits de laques avec leur idal religieux modr; les grands
mouvements religieux qui viennent d'tre tudis commencent s'affaib
lir, perdre leur enthousiasme; la vie religieuse reste encore intense,
mais devient plus paisible et plus difficile tudier ; nous ne connais
sons que deux grands mouvement religieux des masses au XIII1"'' sicle :
celu; de l'Alleluia en 1233 et des Flagellants en 12(J0, qui se sont
unis avec le mouvement social et politique de cette poque. Le chap. XV en
donnant une caractristique gnrale de l'esprit religieux de l'poque fait
ressortir encore plus clairement ses traits principaux : l'asctisme, l'idal
vanglique, qui inspire galement l'Eglise et les hrsies. Voir p. 404s.
Tel est le contenu du livre savant et intressant de M. L. Kakisavinh.
Nous avons tenu en esquisser exactement le contenu, sans entrer
cependant dans aucune discussion critique.
Odessa.
Claudia Florovsky.
CHRONICA
a
I. Cronaca Italiana.
Settimo Centenario della Verna donata a S. Francesco. Fu
l'anno scorso, e lo celebr come le si conveniva, con feste e memorie, la
Provincia O. F. M. delle Stimmate, che ha il vanto di avere il Calvario
Francescano nel suo territorio e sotto la sua custodia. Le feste furono ce
lebrate sul Sacro Monte stesso il 17 settembre, anniversario delle Stim
mate, solennemente, con l'intervento di S. E. il cardinale Diomede
Falconio, 0. F. M.; e vedine la succinta relazione nel volume pi
sotto descritto, del P. Carlo Peruzzi, 0. F. M., lass Guardiano, //
nostro Centenario festeggiato alia Verna, 393-4. Le memorie sono state
cercate, studiate, stampate in un grosso e prezioso volume che fa parte del
Periodico La Verna e ne compie l'annata XI, 1913, pp. 81-556, pi IV pa
gine di introduzione: Numero speciale commemorativo del settimo Cen
tenario ecc.: ed stato tirato in moltissime copie a parte col titolo: La
Verit. Contributi alla storia del Santuario. Studi e documenti. Bicordo del
Settimo Centenario dalla donazione del Sacro Monte, a S. Francesco (12131913). Edito a cura della Redazione, del La Verna , con 26 illustraz.
fuori testo. Arezzo, Cooperativa tipografica, 1913; in-8", pp. IV, 470:
prezzo L. 5. (La differenza di paginazione tra il fascicolo del Periodico
e il volume a s costantemente di 80 pagine: fase. 81 == vol. 1; ci
che mi dispensa dal citare ambedue le paginazioni, tenendomi io a quella
del volume). Il lettore che mi seguir nella rapida recensione dei sin
goli articoli, non pener molto ad intendere che in questo volume
tracciata nelle sue linee massime la storia del Monte della Verna, e vi
si contengono i documenti e le indicazioni qviasi tutte per chi questa
storia volesse scrivere appieno.
P. Benvenuto Buuhetti, O. F. M., S. Leo nel Montefeltro, ove av
venne la donazione della Verna, 1-6. Una visita lass, le memorie e
tradizioni che vi restano, con la rievocazione di quanto fu e scomparve.
P. Zeffirino Lazzeri, O. F. M., L'atto di conferma della donazione
della Verna (127-1), 7-29. Avevamo quest' atto nel vol. IV del Unii.
Frane, 166, monco, in copia tardiva e non poco incerto. Il P. Lazzeri,
pur non avendo raggiunto l'originale, ne ha rintracciato 10 esemplari,
divisi in tre gruppi, alcun che divergenti tra loro, che portano l'attesta
zione di dipendere tutti e tre dall' originale, confessato peraltro non
bene leggibile (9-2 1"); e la traccia pi alta e sicura della sua esistenza
egli ce la fornisce sotto l'anno 1447 (15s.). E' un buon tratto di ter
reno guadagnato. Il testo che egli ne d (21-5) dalla copia che par la
migliore, con tutte le varianti delle altre in nota, ci guadagna esso
pure assai, in sembianza di autenticit, su quello del Hull. Francisr.
Ma dove al chiaro A. par di trovare una conferma di questa autenti
CHRONICA.
375
cita, un documento redatto nello stesso giorno e luogo e con gli stessi
testimoni (26-7), altri potr vedere invece l'argomento pi forte per
dubitarne; poich nel nostro atto A mieuccio di Pietro notaio redigente, e
nell'altro notaio esemplante e. autenticante, un po' pi tardivo vuol dire, ci
che parrebbe confermato dall' altro atto ricordato a p. 28, rogato si da
Amicuccio ma nel 1313. La questione, dunque, resta forse aperta pur
dopo la laboriosa dimostrazione del P. Lazzeri, ma con tutto quel nuovo
cumolo di dati e notizie che l'A. ha saputo l'accogliervi intorno e che,
oltre a spianare la via alla soluzione, danno in bellissimo scorcio tanta
storia posteriore del Sacro Monte. E pure un altro punto culminante
della storia della Verna egli ha svolto pi avanti con la sua solita ric
chezza di ricerche e documenti : Idem, La Verna, il Comune di Fi
renze e V Arte della lana, 275-94. C era da togliere un equivoco, invalso
presso gli storici, intorno al passaggio della custodia di quel Santuario
dai Minori Conventuali ai Minori Osservanti, e rissarne la data (277s.).
Risulta che ci avvenne una volta sola e definitiva, nel 1431, a chi ben
ben intende i documenti (278-86). E a difesa e patronato dei nuovi cu
stodi fu dato da Eugenio IV nell'anno seguente il Comune di Firenze
e per esso la potente corporazione dell'Arte della lana, la quale divenne
il vero Sindaco Apostolico del Sacro Monte e tanto benemerita d'ogni
sua posteriore vitalit e floridezza (285-94). Meno evidente e con
cludente ci sembra riuscito lo stesso A. nella nota, di titolo tutt' altro
che preciso, inserita in Alvernina Varia: Idem, L'Autore dello Speculum
Vita? alla Verna e una rivelazione di S. Francesco, 384-9. Si tratta
della rivelazione che S. Francesco fece a un Frate rimasto anonimo,
delle arcane parole avute da Cristo durante 1' impressione delle Stim
mate (Venetiis 1504, f. 97v-99vi. Ed esposto il fatto e i suoi prece
denti, il P. Lazzeri si pone le tre domande che tenderebbero a meglio
determinarlo: quando, cui, ubi? Ma le risposte vacillano trail 1282 e il
1343, il B. Corrado da Oftda, il B. Giovanni dalla Verna e fra Matteo
da Castiglion Fiorentino, e per luogo forse la Verna, quantunque non
paia. Per forza; poich nulla soccorre a determinar meglio. E allora?
P. An(eu) Cresi, O. F. M., La Benedizione di Fra Leone scritta da
S. Francesco alla Verna, 30-42. Riprende la tanto dibattuta questione ma
ormai definita, di cui d la bibliografia in nota (30). La riassume (30-4),
fissa il tempo della scrittura: 14-30 sett. 1224 (34s.), e s'indugia a deter
minare e apiegare, tra le varie opinioni (35-41), il segno del than appo
stovi da vS. Francesco: il thau, la croce di Cristo; il caput, quello di
Adamo; il monte, la 1 Verna rappresentante il Calvario (41s.). Ma,' per
quest' ultimo punto, ammesso che S. Francesco abbia usato quel segno
anche prima delle Stimmate? Cfr. AFH IV, 3-12, e pi sotto la nota a
questo articolo, del P. L. Bracaloni. P. Ambrogio Ridolfi, O. F. M.,
.V. Bonaventura e la Venw, 4B-69. Buon articolo, nel quale illustrandosi
i rapporti avuti da S. Bonaventura, durante il Generalato, con la Verna:
permanenze, opere ivi scritte ecc., si riprendono le questioni sui suoi
viaggi e le relative date. Ma, quando anche fosse sicuro il viaggio di
S. Bonaventura in Italia nel 1257 e il suo trovarsi in Pisa nella Pente
coste di quell'anno licose che vacillano tra troppi dubbi ancorai, non
da insistere su 1' ipotesi del suo intervento per la campana fusa in
quell' anno per la Verna a Pisa (45-9). A molte altre ipotesi deve ri
correre l'A. a trovar relazioni del Santo con la Verna, oltre i pochi
dati sicuri che s' hanno: corto monchi, pensati il cuore e 1' ufficio
del grande Dottore: e quindi giustificabili quelle ipotesi, per quanto
CHRONICA.
non storia. Ma bene parla l' A. intorno alle opere che il Santo o certa
mente o ancora probabilmente scrisse alla Verna (50ss.\ Ma l'ipotesi
non forse spinta alla esagerazione e perfino alla vanteria nell' artifolo seguente: Sac. Pompeo Nadiani, Terz. Frane, Dante e la Verna,
70-5 ? Che Dante abbia vista dappresso la Verna e anche vi sia stato,
convinzione che si pu trarre dalla conoscenza delle sue peregrina
zioni e, magari, de'suoi scritti (72-3); ma scoprirne la prova nella terzina:
Nel crudo .tasso intra Tevere et Arno ecc., e aggiungervi un tal com
mento (73-5), confondere la visione degli occhi con quella della mente,
la Verna con S. Francesco, e Dante con la sua fonte, e la rettorica con
la critica storica.
P. Raffaele Frangi, O. F. M., La Verna nei disegni di Iacopo
Ligozzi, 70-92. Pittore veronese di buona fama (1543-1027), che ritrasse
i vari aspetti e luoghi della Verna, in 23 disegni artisticamente e sto
ricamente importanti, incisi in rame e dati alla luce nel 1012 e poi nel
1072. L' A. li elenca (78-9) ed esamina tutti sotto il loro doppio aspetto,
e due ne riproduce i^HOssj. Dello stesso A. in Alvernina varia un
Notiziario intorno aliti rappresentazione topografica della Verna nelle arti
figurative, 389-92, da Giotto al Vasari, catalogo in ordine cronologico;
e una Cronachetta artist ira-letteraria, di alcune recenti opere analoghe,
aventi relazioni con la Verna, 395-7. P. Bernardino Sderoi da Gaiole, 0. F. M., Fra Bartolomeo dalla Verna e le Missioni Balkaniche,
93-108. Se n' ha memoria nelle fonti storiche della Vicaria Bosnese dove
fu a lungo Vicario (1307-1400 e in quelle di Terra Santa, dove fu Vi
sitatore Generale ^1377. L' A. riunisce ed espone tutto ci. Anche un
Trattato Eucaristico ci conserverebbe sotto il suo nome un codice della
Vaticana ; ma l' A. 1' ha dovuto riconoscere non altro che una fedele
abbreviatura dell'Opuscolo De i>raej>aratione ad Missam di S. Bona
ventura. N del principio n della line di questo illustre Minorit dato
rintracciar nulla. - Fr. Lkonarimj Galimberti, O. F. M., L'arte della
tarsia e dell' intaglio alla Verna. 109-115. Rassegna dei non pochi e pre
gevoli lavori in quest' arte (sec. XV e ss.) che si conservano nelle
chiese della Verna, con gli anni della loro fabbricazione e dei restauri
consecutivi ecc. L' A. intagliatore e intarsiatore egli pure abilissimo;
ci che d valore anche pi grande all' articolo. Vi ha egli pure re
stauri e lavori originali lass ; e a tradimento la Redazione del Perio
dico ha aggiunta all'articolo una nota illustrativa (114 s.) su le opere e
i meriti del geniale e modesto artista francescano.
P. Livario Oliger, 0. F. M., Il B. Giovanni della Verna (1259-1322),
sita vita, .ma testimonianza per Vhulnlgenza della Porziuncola, 110-55.
Dove occorrerebbero pi parole, conviene spenderne meno. L'Archivimi
potr, tornare sui lavori pi importanti di questo volume, a rilevarli con
pi che una notizia di cronaca. 11 lettore pu, per ora, anche da s im
maginare la saldezza che acquista la vita (llS-'') di un tal santo e frate
dei pi rappresentativi del suo tempo, intorno al quale tante questioni
s'aggirano, passata per la trafila dell'acuto e ponderato ed eruditissimo
critico. Per la testimonianza egli riprende il testo intero del Cod. della
Verna, gi pubblicato dal P. S. Mencherini (Prato, 1901) e poi, come
egli dice, imbrogliato da Fierens (134; cf. AFH IV, 001-3), lo esamina
punto per punto (137-40) e riproduce (147-54), dalla testimonianza del
B. Giovanni ricavando un criterio a giudicare della genuit delle prece
denti. Infine in Appendice, 154 s., pubblica per la prima volta dal cod. Riccardiano 1407 (cf. AFH VI, 100) il testo, brevissimo, de Le parole de fra
CHRONICA.
377
Johane d'Alverna di gradi de l'anema, nel quale peraltro sar bene ripor
tare la lezione dell'ultima riga a quella dell'Archivum : retorna l'omo
achunco (non a Christ, che de\ 'essere o scorrezione precedente o susse
guente correzione sbagliata) a la revelatione e laude ecc. Achunco il
moderno acconcio, adatto ecc. Si ricollega in qualche modo col precedente
articolo l'altro dello stesso A.: Idem. Il diploma di Arrigo VII per la Verna
(con facsimile), 265-9. Poich l'Imperatore, che fu alla Verna (1312), parl
a lungo col B. Giovanni, e nel suo diploma ricorda un Fr. Giovanni
guardiano lass, che si volle identificare col Beato. Ma il B. Giovanni
guardiano non fu mai (268; cf. 128 s.). Il diploma (Montevarchi, 15 set
tembre 1312) ben noto e pi volte edito presso gli autori Francescani,
rimasto sconosciuto fin qui agli storici di Arrigo VII. Qui se ne d,
rivisto su l'originale conservato alla Verna, il testo (268 s.); e per
mezzo dell'itinerario dell'Imperatore, si cerca di fissare la data della
sua visita alla Verna (7-12 sett. 1312; p. 266s.). Fr. Adamo Pierotti, O. F. M., Un libro di amministrazione del Convento biella Verna
degli anni 1481-1518, 1 56-74. Fonte, per questo periodo, com' facile
immaginare, di prim'ordine. Descritto il volume (156s.), ne trae l'elenco
dei Guardiani e Vicari e Procuratori (158-60), e poi notizie preziosissime
e nuove, specialmente su lavori d'arte compiti in quel tempo alla Verna
(165 ss.). Cosi vari artisti vengono o confermati o scoperti a lavorare
lass, e varie date o fissate o corrette. Ma non vedo come il libro ri
veli l'autore del leggio (167 not. 6), poich il Piero funaiolo ricordato
nel testo non dev'essere che il Piero d'Andrea o di Zanobi in quell'anno
Procuratore. P. Saturnino Menchekini, 0. F. M., Memoriale di cose
notabili occorse alla Verna a tempo dei Minori Osservanti (1432-1625),
175-92. Siamo a un altro documento di quasi pari valore, per quanto
non veramente tutto scritto volta per volta dietro i fatti. D 1' elenco
dei Guardiani di tutto questo tempo, e spesso dei fatti pi notabili del
suo guardianato. Il P. Mencherini lo pubblica intero, corredandolo di
note illustrative (176 ss.); e promettendo di darci presto saggio di altre
fonti contenute nello stesso volume, come p. e. di un frammento di libro
di spese del 1473-77, che sarebbe stato assai bene unito a quello di cui
saggio nell'articolo precedente. In Alvernina varia, lo stesso A. ci
ha ridato il testo dell'Addio di S. Francesco alla Venia, scritto da Fra
Masseo. e vi riepiloga le prove attendibili della sua autenticit, gi
esposte dall'A. stesso in altre sue precedenti edizioni, 377-84.
P. Adolfo Martini, 0. F. M., Ubertino da Casale alla Verna e la
Venia tiell' Arbor Vitae, 193-264. Questo importantissimo lavoro, il
quale, per quanto limitato cosi nell'argomento e scritto senza alcuna
intenzione di lavorare sul nuovo o al nuovo condurre, tuttavia pu dirsi
uno dei migliori studi fatti sin qui su Ubertino da Casale, si divide in
tre grandi paragrafi : 1 Cenni biografici di U. da C, 196-207, rivisti
specialmente su VArbor vitae; 2 UArbor vitae crucifixae Iesu, 208-40,
esame del libro nelle sue fonti e ne' suoi atteggiamenti, dove da rile
varsi specialmente la parte che ricerca la Preesistenza di materiali lette
rari neWArbor, 212-21, cio in Sermoni probabilmente dello stesso Uber
tino, dei quali sarebbero conservate in modo manifesto la forma e certe
espressioni d' occasione ; 3 La Verna neWArbor vitae, 240-9, che per
il soggetto stesso del libro e perch U. lo scrisse proprio lass s' intende
facilmente quanta parte vi abbia ottenuto e per aperte parole e per
influsso sui sentimenti e le idee dell'Autore ardente e mistico. Seguono
in Appendice un riepilogo su La cronologia della vita di U., 249-50, nel
Archivum Franciscanum Historicum. An. VII.
24
378
CHRONICA.
quale . sta contro ultimo bigrafo del Casalese (cf. AFH IV, 594 ss.)
e ribadisce le conclusioni pi generalmente accettate; un esame particolare su le Relazioni di U. coIJa B. Angela da Foligno, 253-5, (il cui
incontro con U. pone sotto l'anno 1284) trvate anche in alcune somiglianze di pensiero e di forma (purch non fossero idee e forme correnti) tra gli scritti della Beata e VArbor ; ricerche su altre persone
ricordate ne\VArbor n bene identifcate tin qui: La li. Cecilia da Flo
rentia, 256-8, che l'A. crede una Caerilia florentina, clarissa in quel
tempo in Cortona ; La Vergine di Cittd di Castello, 258-63, che con
confront! tra la sua leggenda e VArbor, si trova concordar bene con la
B. Margherita terziaria domenicana, vissuta a quel tempo in quella
citt; Frate Ceslo, 268s., dall' U. detto compagno e discepolo di S. Fran
cesco, ignoto alla letteratura Francescana, e che parrebbe il . Pietro
da Poggio, da Cesi (Terni') o dalla famiglia Cesi detto Cesiolo, morto,
secondo il Iacobilli, nel 1270. Questo un paludo cenno del bellissimo
studio, che gli studiosi leggeranno e consulteranno con profitto e piacere, e che merit rebbe un esame e rilievo ben pi ampio di quello che
era concesso a questa nostra cronaca. P. Alfonso Aunblli, O. F. M.,
II sasso di fra Lupo (tradizione e storia), 270-4. Ricerca della conferma
storica di questa tradizione; il pi antico scrittore che vi accenni
Bartolomeo Pisano, Conformit! An. Franc. IV, 110, 443, 562; V, 142 ecc.
P. Francesco Sauki, O. F. M., II Ven. Bartolommeo da Salutio e la
Verna, 295-310. Di questo complesso personaggio: apostlo, poeta, scrit
tore tra il mistico e il visionario, perseguitato dall' eccessivo e favore e
disfavore dei contemporanei (1558-1617), il P. Sarri ha gi trattato in
precedenti lavori e pi si prefigge trattarne ampiamente in seguito.
TJArchivum avra occasione di riparlarne. Qui l'A. si limita a riprodurre da una sua Vita ms., annima, i tratti che narrano le sue relazioni di vita e di affetto con la Verna (Salutio castello del Casentino^)
(297-305), e a citare alcune sue opere d'apostolo e di poeta nelle quali
queste sue relazioni maggiormente spiccano (307 ss.). In fin di vita il
. da Salutio fu attratto dal movimento della nascente Riforma fran
cescana in Italia.
E con la storia dei Riformati alia Verna si chiude la parte principale
del volume. P. Giovanni Giaccherini, O. F. M., Come si stabilirono alia
Verna i Minori Riformati (16'24) e i prim i anni del miovo regime, 311-23.
II passaggio della Verna dalla custodia dei PP. Osservanti a quella dei
PP. Riformati avvonne pacificamente in forza di una Bolla di Urbano VIII,
27 sett. 1625, che richiamava in vigore un precedente statute dell' Ordine, di avre a Noviziato pur delle Provincie Osservanti un convento
della Custodia Riformata e, ove in questa non si trovasse luogo idneo,
di sceglierlo tra i Convenu degli Osservanti da ceder ai Riformati. Nella
Provincia Toscana fu confermata convento di Noviziato la Verna. II
primo Guardiano Riformato sali lass il 20 novembre ron patente generalizia, che il P. Giaccherini piibblica per la prima volta (314s.) e d
anche in facsimile. Contrasti e difiicolt poi non mancarono; ma il fa
vore che godevano dai Superiori ecclesiastici e civili, la santa vita che
iiistaurarono lass, i priini uomini valorosi e probi che furono messi a
reggere il convento e il noviziato, stabilirono alla Verna saldamente i
Riformati, che vi rmiasero fino al 1897 e, sotto altra denominazione,
fino ai giorni present. Per tutta la storia dei Riformati alla Verna
soccorrono pienamente le due fonti di cui parla lo stesso A. un poco pi
avanti : Idem, Due fonti preziose. per la storia della Verna e la Serie dei
CHRONICA.
379
380
CHRONICA.
chiude bene il libro, corona bene questo nobile sforzo di pochi ma saldi
scrittori che in cosi breve cerchia e in pi breve tempo hanno creato
questo grosso volume, senza una chiacchiera, ma denso di materiali e
di fatti, come la vita di 7 secoli eh' essi hanno descritta.
Nella Scuola Cattolica di Milano anno XLI1", serie V, vol. IV
(1914) sono apparsi due articoli del Dr. Ernesto Jallonohi : uno su
La poesia di S. Bonaventura. <i6-88 ; e l'altro intitolato Memorie fran
cescane ispiratrici, 4G8-87. Ci sembrano capitoli di un' opera di svolgi
mento pi diffuso su un unico argomento, che potrebbe essere lo studio
di S. Bonaventura poeta. Il secondo articolo sta come introduzione:
S. Francesco che d l' impulso e l' ispirazione di poesia a tanti suoi
seguaci, particolarmente a S. Bonaventura ; il primo articolo contiene
idee generali, o preparatorie che siano, su la poesia del Santo Dottore.
Continuer il resto? Auguriamocelo.
La Miscellanea Francescana di storia, di lettere, di arti, diretta dal
sac. Don Michele Faloci Pulignani ha iniziata 1' annata XV (1914) con
una felice innovazione: la cura della sua pubblicazione se la sono as
sunta i Padri Minori Conventuali del Sacro Convento di Assisi, assicu
randole cosi vita e rigoglio maggiori. Si arricchita quindi anche di
due nuove rubriche: una che illustrer, pur con facsimili, qualche og
getto del tesoro o della chiesa del S. Convento; l'altra che dar la Cro
naca della Basilica. Per le 14 annate precedenti anche promesso un
Indice alfabetico, che potrebbe essere infatti un vero manuale biblio
grafico di storia Francescana, ma basterebbe ci rimandasse a ogni
nome ecc. della copiosa raccolta ; il che non ci pare quasi vero se, come
si annunzia, contiene solo circa mille indicazioni. Ecco intanto il som
mario di questo primo fascicolo della rinnovata Miscellanea: D. M. Faloci Poliqnani, Ai lettori, 1-2. P. Ciro da Pesaro, O. F. M. B. An
odo Claretto dei Minori. Appunti storico-critici (continua), 2-14.
P. Bart. Bartolomasi, Min. Conv., 7/ B. Corrado da Offlda, 14-21. (Me
morie storiche inedite, raccolte nel 1807, delle quali Mons. Faloci Pu
lignani inizia la pubblicazione). P. Bonaventura Marinangeli M. C.
Custode del Sacro Convento, Tesori della Basilica e del S. Convento di
S. Francesco di Assisi. Il calice di Niccol IV, 21-6. (Il calice, elencato
negli Inventari di S. Francesco pubblicati in questo Archivimi ai nn. I1,
583, 723, 78*, vi descritto e dato in riproduzione, disgraziatamente non
felice nei particolari. Crediamo che, dietro la pubblicazione in questo fa
scicolo dei due Inventari intermedi 1870 e 1430, il chiaro Autore non
creder pi poter sostenere che ia figura del Papa indicata dagli Inven
tari nel calice sia invece di S. Benvenuto vescovo di Osimo. Par gi cosi
poco verosimile, anche per s stessa, la cosa). Bibliografia Francescana,
26-8. Notizie, 28-30. Cronaca della Basilica di S. Francesco e del
Sacro Convento di Assisi, 30-2.
t\ Si annunziano uscite Le satire di Iacopone da Todi ricostituite
nella loro pi probabile lezione originaria con le varianti dei mss. pi
importanti e precedute da un saggio sulle stampe e sui codici Iacoponici per cura di Biondo Bruonoli, Firenze, Leo S. Olschki; in-8 gr.,
pp. CLX-428, con un facsimile. Prezzo L. 20.
nrealurarum, o Cantico di frate Sole, scritte a S. Damiano presso Assisi
1' anno 1225). 407, HI Bolla del 1 Dicembre 1892: 20 Decembris. 427, 1 e 6
1856. 434, .9 1006. - 441, 6 1765. 444, 23 di 300. 446, 36 S. Anto
nino. 450, 4 XVII. 453, 3 luorarsi una sola volta all' anno.
CHRONICA.
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CHRONTCA.
CHRONICA.
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CHRONICA.
II. Chronique trangre.
CHRONICA.
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parait-il, le changement du nom de Wilhelmus en Ludovicus. P. 10:
Le 18 octobre 1485 un ours parcourant les rues de Magdebonrg: intravit... ecclesiam Minorum. Ibidem abstraxit cuidam paiiperculo oranti
caput . P. 18: Anno [MCCCCJXCIIII frater Lodoiricus, gvardianus in
Halle, oriundus de Anhalt, ruptura tenus puba admodum ?nole.st[a.t]u.s,
fecit ferro expertum quondam ipsum laniare et excidere, ut vix vitam
tenuit. Gratia dei pro.sperante, factum fuit circa octavas Epiphanie. !1
s'agit d'une hernie inguinale. P. 28: Le 30 (non pas le 31") 1497 ge)*manu.s meun pater Lodovicus conrordabat principes in Anhalt et Czerwst
civitatem . P. 81: Le 29 aout 1604 vita functus ext virgo et, ut fertur,
martir occultm, pius Lodowicus anno etatis sue XLVI1I vel quasi, vir
venerabilis, virtuosus, magnus theologus, conversatux sub regula dim Francisci ad XXX annos, multLs fatigis et laboribus, in Martpurg [Marburg]
cum sancta amita [S. Elisabeth] moriens, est septdtus in claustro Mino
rum. Qui ex principibus Anhalt, teneriori etate prorer, sed duin ascendit
maturiorem statum absque vecordia, laborans in regule asperitate, status
in facie illorum qui racillare intendebant, outHit coram principibus; libenter turn audiebant, fortiter dicens(\) scelera comm. Humilitate et vite
sue norma, autore domino lhe.su, multos alliciebat, confortabat et solidabat ; de cuius morte Ivctus omnium. Cuius aninm in perpetua pace quiescat. Amen. Pater noster . Le chroniqueur, prince Magnus, etait le frere
du P. Louis d'Anhalt.
t\ En 1913 parut la IIP edition (11 e-15" mille) du petit Guide du
pelerin a l'Image miraeuleuse de la Ste.-Vierge au convent du Fran enberg (Ful da). Kleiner Pilgerfilhrer zum Gnadenbilde der HimmeLskonigin auf dem Frauenberge bei Fulda; 3. vermehrte Auflage (11.-15. Tausend), Dillmen, Laumann'sche Bucbbandlung [1913]; in-24, 40 pp. La
Ir,! edition a paru, ibidem, 1911; in-24" 24 pp. La courte notice historique de la plaquette (4-8) a ete puisee dans l'ouvrage dont il a ete
question : AFH III, 155-7.
Dans les Annalen des HLstorischen Vereins fiir den Niederrhein,
fasc. 94, Koln 1913, 68-134, M. H. Hbum. Roth a publie une excellente
esquise historique sur les couvents des Recollets sur le territoire
de l'ancien archeveche de Cologne: Die Klbster der Franziskaner-ltekollekten der alien Frzdwze.se Koln. Nous aurons a y revenir, en rendant
compte de plusieurs articles du R. R. Patr. Schla<;er, 0. F. M., sur le
nieme sujet.
Dans un court article M. le Prof. Jos. Schmidlix reproduit un
passage eloquent, mais passablement vague, ou le celebre Erasme de
Rotterdam parle de la necessity des Missions etrangeres, et que le sa
vant humaniste voulait voir poussees avec plus d'activite. Erasmus von
Rotterdam fiber die Heidenmissionen, dans la Zeitschrift fiir Missionswis.senschaft, IV, Mtlnster in Westf. 1914, 1-12. Erasme en parle d'ailleurs
seulement par incident, dans son Kcclesiastes sice Concionator erangelicus (Basileae 1535), reimprime dans ses Opera omnia, V, Lyon 1704,
813ss. Nous y relevons les deux passages suivants : Nuper Aethiopiae
rex, quern vulgus appellat Prestejan, per oratorem suum submisit se Sedi
Romanae, non nihil expostulans cum J'ontifice, quod ra gens, rum a fide
Christi non .sit aliena, tarn diu fuzrit a totius orbi.s pa.store neglecta (5).
M. Sen. rappelle a re propos l'ambassade que le Negus David envoya
a Clement VII en 1522; v. Pastor, Gesch. d. Plipxte, V, 447s. Voici
l'autre passage, quelque peu mefiant, a la maniere bien connue d'Erasme:
Non minus opus est nunc rogare Deum, ut in tarn late patentes agros
CHRONICA.
387
eiiciat operarios. Sed excusant omnes, alms aliud. Atqxii Christiana ditio
tot habet myriades Franciscanorum, in quibus probabile est quam
plurimos esse, qui vere flagrant igni Seraphico. Nec pandores sunt myria
des Dominicanorum, et in his consentaneum est permuttos esse Cherubici
spiritus* (8-9). Erasme n'ignorait pas. sans nul doute, que de nombreux
Franciscains (et Dominicains) prchaient alors l'Evangile en Amrique
et ailleurs. Voir p. ex. AFH 1, 126; VI, 590s.
1% Eine Mission der bayerischen Franziskaner in China im S.
Jahrhundert, par le It. P. Erhard Schlund, O. F. M., ibidem, IV, 1914,
12-23. En se prvalant surtout de MSS. conservs dans les Archives de
la Province franciscaine de Bavire, le biographe du P. Valrien Rist,
O. F. M. (v. AFH VI, 200s.) donne dans cet article beaucoup de dtails
sur trois Franciscains Bavarois, missionnaires au Chensi et au
Chansi, qui partirent pour la Chine, en 1765. Ils avaient d'abord pass
deux ans environ Borne. Les PP. Nathanal Burger et Eutropius Helr
tner partirent d'abord; les PP. CamiUus Zeller et Maglorins Sing les
suivirent bientt. Ceux-ci arrivrent Macao le 23 juillet 1765. Le
P. Eutropius mourut Pkin le 19 janvier 1771, g de 37 ans. Le
P. Maglorius succomba aux fatigues de l'apostolat, le 1 juin 1773, l'ge
de 40 ans; l'anne suivante mourut, le 29 mai, le P. Camille, lui aussi
g de 40 ans. Le P. Camille tait pass en Cochinchine ds 1766 (18).
Le P. Nathanal fut nomm, en 1778, vq ue de Delcona et coadjuteur
de l'vque de Nankin, pour les deux provinces susdites. 11 finit ses
jours le 28 aot 1780. Puis l'A. groupe quelques indications sur l'orga
nisation de la mission et ses succs; indications forcment incompltes,
quoiqu' intressantes (20-8).
P. Michel Bihl, O. F. M.
AMRIQUE DU NOBS. Etats-Unis. L'ouvrage de M.
Henry Dwioht Sedgwick, Italy in the Thirteenth Century, Boston,
Houghton and Mifflin Co. 1913, 2 vols., in-12, X, 440 et 396 pp., est
un remarquable spcimen de scholarship amricain. Le savant auteur,
dj bien connu pour d'autres travaux sur l'histoire d'Italie, se pro
pose de donner dans ces deux volumes une espce d'introduction g
nrale la Divina Commedia. M. D. S. dploie toutes ses bonnes qua
lits et ressources d'historien et d'crivain, en esquissant la vie de St.
Franois: vol. I, chap. VII. Les chap. VIII et XXV sont consacrs
aux: Premiers disciples de St. Franois et au Dveloppement
de l'Ordre franciscain (1226-1247). Dans le II1' vol. il s'occupe de
St. Bonaventure au chap. VII, et des F r e s q u e s d'As s i s e au
chap. XV. Il conclut (II, 351 ss.) que le plus grand don que l'Italie
du XIIIe sicle ait fait au monde, fut l'idal cr et propag par St. Fran
ois et Dante. Nous signalons aussi l'excellent appendice, contenant
la chronologie et la bibliographie de cette poque.
The Wolf of Gubbio, tel est le titre d'un drame (play) que
Josephine Preston Peabody (Miss Lionce Marks) vient de faire
paratre Boston, chez Houghton and Mifflin Co., 1914, in-8".
Inutile de dire que ce joli drame est brod sur l'pisode du Loup de
Gubbio, racont dans les Fioretti (chap. XX'). En effet ce jeu a
quelque chose des anciens Mystres, et en en retranchant quelques
passages, il serait facile de le rendre vraiment attrayant sur la scne.
Le vieux loup se prsente assurment d'une manire pittoresque, mais
il est un peu bavard et trop moralisant.
P. Paschal Robinson, O. F. M.
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Sylvester, Egidius (vie et Dicta) Masseus, Leo, Rufinux, Jttniperus, Ioh.
tie Alvernia (!), Philippus, Conradus, Rizzerii/x, Jacopo/ie. Puis le com
pilateur extrait, encore des Conform., quelques autres vies. Mais de son
propre chef il fait quelques courtes ajoutes au Pisanus: p. ex quelques
mots sur Olivier Maillard (t 1502 1 et un passage remarquable sur le
Bx. Thierry Coelde de Minister, reproduit p. 68. Aprs, le compilateur
ajouta, en les puisant surtout dans le Pisanus les listes des Doc
teurs, Cardinaux, etc. de l'Ordre. Un prochain article du R. P.
B. K. s'occupera des questions littraires, critiques et bibliographi
ques souleves par le Wijngaert.
t*. Chronica. - Provincia S. Joseph O. F. M. in Belgio (73-5);
SiS. Martyrum Gorcutnienxium O. F. M. in Hollandia (76-8); Pror. Leodiensis S. Huberti FF. Min. Conventualium (79-80); Pror. S. Francise/
ad Stigmata FF. Min. Capucinomm in Belgio (81-7); Provincia SS.
Trinitatis FF. Min. Capuc. in HoUandia (87-94). On y donne des notices
minutieuses sur le personnel des Provinces i vtures, professions, etc.,
tudes etc.), sur leur action religieuse et sociale (confrences, triduums, etc.), sur le Tiers-Ordre, les Missions, etc.
Periodica. Les Bvues compulses sont de 1913. Le som
maire de ces revues belges et hollandaises signale tous les article*
franciscains, c.--d. sur des sujets franciscains, ou les articles sur des
sujets quelconques (aussi des comptes rendus, pomes, etc.) crits
par des membres des Ordres susdits. Au contraire, on ne renseigne
que les articles 'les plus importants des revues (mensuelles, etc.) di
riges en Belgique et en Hollande par les membres des mmes Or
dres, ainsi que, dans les revues trangres, les articles les plus im
portants, pouvant intresser les lecteurs de la NFr. Enfin les comptes
rendus d'ouvrages franciscains (dans la conception expose plus haut)
sont mentionns la fin de chaque fascicule, c.--d. dans les IndiCATIONB8 BIBLIOORAPHICAB ; voir plus bas.
Bibliographia (118-122). Comptes rendus sur: 1) le livre
du R. P. David de Kok, O. F. M., signal AFH VI, 597 (118); 3)
sur un livre de sociologie du B. P. Berth. Mishiaen, O. M. Cap. (122).
Le n. 2" est la plaquette: D. Akdriaensen, Het Spijker te Hoogstraten, Turnhout, Jos. Splichal (s. d.), in-8, 15 pp.: recension du R.
P. Jerome Goyenk, O. F. M. La grange construite de 1535 1537.
fut donne aux Franciscains Rcollets, qui y installrent un couvent
en 1690. Le P. J. Goyens y ajoute quelques donnes nouvelles.
* Indications bibliooraphicab (123-134). Titres de livres avec
indications de comptes rendus, o il y a lieu. Voici les divisions de
cette partie: I) Historia francixcana (123-30) histoire gnrale et his
toire particulire des Pays-Bas ; II) Auctores Franciscan/ (130-4) : Pu
blications de toute sorte. III) Varia (134).
Le relev complet du premier fascicule de la NFr termin, nous
nous empressons d'exprimer encore une fois la Direction de la savante
revue nos sincres flicitations.
P. Michel Bihl, 0. F. M.
ECOSSE. The Speedy iray to Perfection or the words of Brother
Ricerius of March/a, a Companion of the Blessed Father, St. Francis,
declaring hoir a Man may come to the knowledge of the Truth in a short
time, edited and revised by Dam Benedict Weld-Blundell, Monk of
the Order of St. Benedict. Printed at the Abbey Press, Fort Augustus
[Ecosse, 1918], in-K", 65 pp. (1 sh.). Dom Wei.D-Blundei.l y republie,
presque sans aucun changement une version anglaise, faite au dbut
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Fr. Lon (78V Ce qui nous parat trs douteux. L'article est orn
de 5 similigravures: 1) le reliquaire de Pastrana; 2) une partie de
cette Rgle; 3) le reliquaire avec la Benedictio Fr. Leonis Assise:
4) la note de Fr. Lon dans le brviaire de St. Franois; 5) la I"' page
du brviaire de Ste Claire crit par le Fr. Lon [?].
t\ P. Anoel Orteua, 0. F. M., El convento de lu Rdbida. Su
oriiji'n y prhneros progresos, desde la fundacin hasta el aiw 1465 (79-99).
L'Auteur croit le couvent fond au dbut du XV'' sicle (82s.). Puis il
parle (84-89) de sept bulles le regardant: BF VII, n. 1108, 1163, 1548,
1836; Wadding, 1487, n. 25; 1445, n. 34; 1448, n. 28. Il publie ensuite
trois documents attestant des donations de terrains, faites au couvent
de la Rbida, de 1449-1454 (90-99).
P. Lorenzo Perez, 0. F. M., Origen de lax Misiones Franciscanas en el Extremo Oriente. I: Primera Mi.iin y Fundacin de la
Custodia de San Gregorio de las Islax Filipinos, 100-120 ( suivre).
Article trs bien document sur les origines de la Custodie de St. Gr
goire aux Philippines. Le Frre lai Antonio de San Gregorio, tait venu
en Espagne pour recueillir de nouveaux missionnaires pour le Prou;
Grgoire XIII lui ordonna d'aller, avec 12 religieux, aux les de Salamn, mais Philippe II leur commanda, en 1576, de se rendre aux Iles
Philippines. En juin 1576 ils lurent comme Custode le P. Pedro de
Alfaro. Us arrivrent aux Philippines, au nombre de quinze, en juillet
1577. L'A. dcrit leurs premiers travaux.
* P. Juan Rosende, O. F. M., Los Franciscanos y los cautivo.s
en Marruecos (121-37). .L'A. y publie, en les tirant des archives de
nos missions Tanger, six documents (quatre avec le texte arabe)
allant de 1696-1719. Us nous dmontrent le zle que ces missionnaires
dployaient pour dlivrer les captifs des mains des Marocains.
Antonio Martin, O. F. M., Descripcin corogrdfica del sitio
que ocupa la Provincia regular de Cartagena . Obra inhlita del P. Pablo
Manuel Orteoa (138-56). Description de ce MS. et quelques notes
biographiques sur ce Pre, n vers 16i(0 et mort en 1767. Il fit paratre,
entre autres, Crnica de la Santa Provincia de Cartagena, 3 vol. in-4,
Murcia, 1740, 1746, 1753. Le MS. en question appartient un particulier.
t\ P. Jos M" Pou, O. F. M.. Diplomas Reaies en favor del antiquo
i-onvento de Tierga (157-64). Les cinq documents, allant de 1330
1335, sont tirs de VArchivo de la Corona Barcelone. Alphonse IV y
permet la fondation d'un couvent franciscain Berga *ixuda locum
l'ocatnm Los Menoret (Lrida 14 juin 1330V Cette expression parat
dnoter qu'il y avait dj eu un couvent franciscain Berga, comme dit
l'A. (157). Parmi les tmoins de cette donation figure aussi Inclitus
Infans Petrus Rippacurtiae, et Impuriarum comes*, c'.--d. Pierre
d'Aragon, qui se fit plus tard franciscain (161). [v. AFH II, 441 ss.].
% P. Ataxasio Lopez, O. F. M., Cartas de los Misioneros del
Colegio de Chilian (Chi le 165-76;
L'A. y publie 5 lettres inconnues,
de 1761 1768, regardant quelques missionnaires du Collge de Chilian.
Les originaux sont conservs aux archives du Couvent de Santiago
de Compostela.
Fuentes historican. Dans cette section de l'AIA le R.
P. Juan R. Leoisima, O. F. M. 177-83) dresse la liste des lettres
et notices franciscaines contenues dans les: Cartas de Indias. Publicalas por primera rez el Ministerio de Fomento, Madrid, imprenta de
Manuel G. Hernandez 1877: 1 vol. in-fol., 877 pp.
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Be.nedicta, pas proprement liturgique, l'A. le trouve recommand pour
la premire fois, dans les Statuta Alexandrina de 1500, qui, ce propos,
supposent dj une eonsnetudo (480 s. : Chron. hist.-Ug. I, 150: Orhix
Seraph. Ill, 141). Ensuite la Be.nedicta est mentionne (1504-150!J'i dans
le MS. dcrit: AFH II, 480s., et dans un autre dcrit: AFH VI, 102. Le
Chapitre de Tolde 1583 [1682?] aurait prescrit la Bened'ieta (488).
D'autres auteurs et Crmoniaux en parlent (489-91). Cet office est encore
prescrit dans le Codex legum FF. Min. in synopsim redactus, Rome
1 796, 354 s.
P. Euhbb Clof, O. F. M., Le h'j>ons miraculeux: Si quaerix
miracula, ibid. XXXI, 1914, 250-79. L'A. rsume en quelque sorte les
travaux rcents sur le Si quaerix, sans les citer expressment. On l'a
longtemps attribu St. Bonaventure (261-4), mais son vritable auteur
est il a t tabli dj en 1899 le Ft. Julien de Spire ^254-62).
Le R. P. E. C. tire, en faveur de Fr. Julien, une nouvelle preuve d'un
Brviaire franciscain : MS. 2!>0 de la Casanaten.se de Rome (259 ss.).
L'office de St. Antoine de Padoue s'y trouve au 18 juin (mais son nom
y manque dans le Calendrier tant soit peu antrieur). Au contraire
l'office de Ste. Elisabeth manque dans le corps du Brviaire, o, vraisem
blablement la mme main, l'a simplement signal dans une rubrique
crite plus tard. Le MS. daterait donc de 1232-1235 ou 1236. Les leons
I'-IV' de St. Antoine ne sont que.les nu. 1-4 de la Legenda autrefois dite
anonyma par les Bollandistes. Dans le MS. 262 de la Casanatense elle va
jusqu'au 34: patefactis introi.re volrent. Concordances entre la Leg.
anonyma et les Rpons de l'Office. En sus un MS. des RR. PP. Conven
tuels de Wtirzburg (/, 137), du XIV'' sicle (261), contient le texte de la
Leg. anon, correspondant au Si quaeris, formant [aussi] dans Cast. 250
le VIII' Rpons. Vu les dates 1232-1236, conclut l'A. (261), St. Bona
venture ne saurait tre l'auteur du Si quaeris. 1) Voici les autres
de l'article : Valeur littraire du Si quaeris (262-4), 2) son Icono
graphie (265-9), 3) ses Mlodiex (269-72), enfin 4) V Usage, populaire du
Si quaeris (273-9). Au II l'A. dcrit (266-9) une gravure de Zani,
XV' sicle; (v. Mandach, St. Antoine et l'art, ital, 1899, 233), et des
estampes de Joh. Kaufmann, Augsbourg 1699 (271). Sa plus ancienne
mlodie se trouve dans un MS. [cote?] de VAntoniana h Padoue et dans
un MS. des RR. PP. Conventuels de Sebenico en Dalmatie (272).
J. Th. Welter, Un recueil d1exempta du XIII" sicle, dans les
EFr.XXX, 1913, 646-65; XXXI, 1914, 494-213, 312-320. - Le recueil en
question, compilation de la fin du XI II'- sicle, se trouve dans le MS.
1019 d' Arras et, par fragments, dans le MS. 23378 de Munich, Bibl.
Royale. Le MS. d'Arras contient aussi les Exempta d'Etienne de Bour
bon, O. Pr. et des exempta tirs des Sermones vulgares de Jacques de
Vitry. L'auteur appartenait aux Sachets (Saccati; v. n. 21, 34, 144),
supprims en 1274 par le concile de Lyon (648); il parat avoir vcu
en Provence (649). Les anecdotes 1-24 regardent le Christ et la Ste.
Vierge, les nn. 25-252 ont trait la vie morale (649). Liste des sour
ces, dont les principales sont Etienne de Bourbon et Jacques de Vitrj'
(650). Une soixantaine 'exempta sont originaux. Liste d'autres MSS. et
d'imprims, par le moyen desquels l'A. identifie les anecdotes ^653s.i. Il
ne publie que des anecdotes originales ou celles reprsentant des va
riantes notables. Le n. 192 (1. c. XXXI, 210) est pris dans Bar th.
Anglic us, O. F. M., De proprietat. rerum, 1. XVIII, c. 19. Parmi les
252 exempta il n'y en a aucun qui soit proprement franciscain.
CHRONICA.
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CHRONICA.
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l'archevque de Lyon, Camille de Neuville, ils dcidrent de se trans
former en chanoines et de changer leur glise en collgiale. Le car
dinal Barbe ri ni avait crit le 3 fvrier 1672 Mgr de Neuville pour lu!
ordonner de tenir la main ce que les officiers de ce diocse finissent
prompteinent la cause des Cordeliers qui ont eu des Brefs de Sa Sain
tet pour estre scularisez ; l'archevque rpondit que cette affaire
serait finie, sy leur Provincial n'avait appell comme d'abbus du dit
Bref' (p. 229). De fait la tentative choua et un bref de Clment X du
18 fvrier 1072 replaa les religieux rebelles sous l'autorit du Ministre
gnral {Chronologia historico-legalis, III, 147). Cet pisode se trouve
racont tout au long dans les Mmoires qxntr servir Vhistoire de la
province des Cordeliers, dite de Saint-Bonaventure (Bibliothque muni
cipale de Lyon, MS. 1422, f 125v-132r).
P. Pascal Marie Anglade. 0. F. M.
RUSSIE. Dans le Journal du Ministre de l'instruction publique
iiusse) 1913, XII, a paru un article de M. Jean Guevs, professeur a
l'Universit de St. Ptersbourg, Un notice! ouvrage sur l'histoire reli
gieuse de l'Italie mdivale dans la littrature russe scientifique. C'est
une critique dtaille et svre, mais bienveillante de l'ouvrage de
M. Karsavink. dont nous avons expos plus haut les ides, sans nous
attarder des critiques. Voir p. 367-73.
t\ Les petites fleurs de Saint Franois d'Assise, trad, russe par
A. Pktciikovski, avec introduction de. S. Doukyline; Moscou, N. Petchkovski 1913. C'est une traduction complte des Fioretti, faite d'aprs
le MS. d'Amaretto Manne 11 i de 139(>, reproduit dans l'dition de
L. Manzoni. La traduction est assez exacte, sans tre lourde et
sans perdre la beaut, la simplicit et la fracheur de l'original.
L'introduction de M. Douryi.ine trace une caractristique de l'tat re
ligieux de l'poque avant Saint Francois et du rle du Saint, qui ap
porta dans le monde dsespr, effray par les pchs et les malheurs,
n'attendant que la fin, le rgne du Saint-Esprit et le dernier .jugement -sa foi enfantine, son amour passionn du Christ, sa joie en Dieu et en
tout ce qui est cr par Dieu. Le mme esprit, les mmes sentiments
et ides pntraient aussi ses disciples et ils ont trouv une expression
charmante dans les lgendes si touchantes et potiques des * Fioretti*,
recueillies en un livre vers 1320.
L. Karkavine, La religiosit et les hrsies aux Xll"" et XIII'"
sicles, (en russe) dans: Viestnik En-opy, IV, St. -Ptersbourg, 1913.
L'Auteur donne une caractristique gnrale des principes dominants
les mouvements religieux, hrtiques et catholiques au Xll"" et au
XIII"" sicles. I^a cause de la critique indigne de l'Eglise contempo
raine est la pntration de l'idal de l'Eglise apostolique, pure et sainte,
dans les masses. Mais on est troitement li avec l'Eglise catholique;
il est trs difficile de s'en dtacher, et elle serre ces liens, en se sou
mettant les aspirations de l'poque, et en donnant elle-mme les moyens
de les raliser* Voir, p. 367-73.
La mystique et sa signification dans l'esprit religieux du moyeu
ge. par le mme Auteur, ibid. 1913, VIII, 118-135. Le centre de
la religiosit du moyen ge est l'Eglise qui soutient les mouvements
religieux les plus considrables. Un trait essentiel de ces mouvements,
est qu'on cherche l'Eglise vritable, soit en tchant de rformer l'Eglise
catholique, soit en fondant une nouvelle. Les extases mystiques donnant
une connaissance parfaite, le mystique est rput saint au moment de
CHRONICA.
405
l'extase et n'a plus besoin de l'Eglise pour son salut. L'auteur ana
lyse le mysticisme de Joachim de Flore, qui attend seulement dans l'ave
nir l'accomplissement dp se visions extatiques et reconnat ainsi la
ncessit de l'Eglise contemporaine telle qu'elle est. Puis il parle des
FraticeUes qui sont prts se dclarer la seule Eglise vritable :
'Amaury de Bne, de David de I Huant, qui n'ont plus besoin de l'Eglise.
Mais les masses ne peuvent pas accepter toutes ces constructions phi
losophiques, elles sont fortement lies avec l'Eglise, dont la mystique
s'adaptant trs bien la mystique vulgaire, se manifeste dans le culte
religieux.
^ L'Eglise et les mouvements religieux des XII"" et XIII"" sicles
par le mme Auteur, dans La Voix du Pass*1 (revue russe) 1913, VII,
p. 89-61. L'Auteur relve les liens troits entre l'Eglise avec son
culte et toute la vie du peuple, liens qui se manifestent dans les grands
mouvements religieux, mme hrtiques. L'Eglise cette poque com
mence comprendre plus rigoureusement et plus clairement l'idal
vanglique et tche de le raliser. La mme chose se manifeste dans
les masses ; tous les mouvements religieux sont inspirs par cet idal,
au nom duquel ils nient quelquefois l'Eglise. Ils ne peuvent cependant
pas rompre avec elle, ni s'en dtacher.
3% Le symbolisme de la pense et Vide de l'ordre universel au moyen
ge aux XII"" et XIII"" sicles, encore par le mme Auteur dans le:
Journal scientifique historique (en russe) t. I, fasc. 2, 1913; p. 10-28.
L'Auteur expose le symbolisme dont est pntre toute la psychologie
des hommes et du culte au moyen ge. Ce symbolisme est la source
de l'explication de l'ordre universel et des lois indissolubles de l'univers.
a** O. A. Dohiache-RoJDKSTVENSKY, Quelques problmes du Joachimisme et le manuscrit de St. Ptersbourg des oeuvres de Joachim
de Flore, dans le Jourit. du Ministre de l'Instruction publique (russe!
1913, VI, p. 249-277. L'Auteur passe en revue la littrature rcente
sur le Joachimisme propos d'un manuscrit de la Bibliothque
Impriale de St. Ptersbourg. contenant des extraits des uvres de
Joachim. Voir p. 401.
Claudia Florovsky.
SUISSE. Sous la signature de M. Andr Kohi.ek les Archives
Hraldiques Suisses 1 1913, fasc. II, p. 75-77) publient une description, avec
clichs, des Vitraux hraldiques de l'glise Saint-Franois Lausanne.
On procde, depuis un certain temps, la restauration de cette an
cienne glise franciscaine, transforme aujourd'hui en temple protestant,
et un des derniers travaux raliss a t la pose de deux vitraux dont
les motifs hraldiques retracent les principaux vnements de l'histoire
du monastre. Le premier de ces vitraux rappelle la fondation et les
plus illustres bienfaiteurs du couvent: l'vque de Lausanne, Jean de
Cossonay, Pierre son snchal, Nantelme de Billens, Pierre III de Gruy
res, Guillaume de Rarogne, vque de Sion, Franois d'Oron, Barth
lmy de la Sarra, auxquels il faut ajouter plusieurs membres de la mai
son de Savoie: le comte Pierre II; Louis II, baron de Vaud; Amde VI,
le comte vert, et sa femme Bonne de Bourbon: Amde VII, le comte
rouge, et son pouse, Bonne de Berry: Amde VIII, duc de Savoie, an
tipape sous le nom de Flix V. Le second vitrail mentionne les person
nages qui ont pris part la suppression du couvent au moment de la
Rforme.
M. l'abb Mariim Benson signale dans la Revue de l'art chrtien
^1913, fasc. II, p. 135) une fresque du clotre des Cordeliers de Fribourg
40ti
CHRONICA.
I
H istoria Franciscans.
De Kerval, L. Deux martyr* francais ile l'Ordre des Frres Mineurs. I*e
li. P. Thodoric Baiai et le Fr. Andr. Bauer, nuuiacr en Chine le 9 juillet
1900. Apercus biographjues par L. de Kerval. Trosii'iie edition, revue et aug
mented par le R. P. Clestin-Marie Sant, O. F. M. 12'' mille. Rome, 12
via Giusti: Vanves prs Paris, route de Clamart; Paris. Vie et Amat, 11 rue
Cassette, 1914. In-8, 868 pp.
Falconio, Oiomode, O. F. M. Cardinale di S. R. Chiesa. / Minori Riformali
negli Abruzzi, Voi. Secondo. Roma, tip. Nazionale di G. Bertero e C, 1914.
In-8, 391 pp. Illustrato.
Giordano, Francesco, O. F. M. V Athlolorala ossia il trionfo dell' amore e del
dolore. Panegirico. (Estratto dalla Poliantea Oratoria , XXXIV). Palermo,
Scuole tip. Boccone del novero, 1913. In-8, 17 pp.
Pad renostro. Alfonso, O. F. M. La Via della Croce e la Terra Santa alla ra
rit dell' Episcopato e dei Parroci di Sicilia. N. 12. Palermo, Officine tip.-lit.
Anonima Affissioni, 1914. In-8, 10 pp. Illustrato.
Salvatore, P. Francesco, [O. Somasc.]. Due discorsi inediti di S. Tommaso;
Landini, P. Giuseppe, [O. Som.). // Codice Aretino INO (Laudi antiche di
Cortona); Zambarelli, P. Lumi, [0. Som.]. Frate Francesco (Poemetto li
neo). Roma, tipografia editrice nazionale, via Gregoriana, 9 [1912]. In-H",
32, 108, 92 pp.
Somigli, Teoik)bio di S. Detole, O. F. M. S. Antonio da Padova e Monte Paolo
(presso Forl). Rocca S. Casciano, Stab. tip. L. Cappelli, 1914. In-16, 62 pp.
Illustrato. (Si vende a vantaggio del Santuario a L. 0,50).
Stateczny, Eusemurz, O. F. M. Rezbir Krytyczny zrdel do zgwota S W. Fraurizka z Asyzy i do literatury Franciskanskiej. Posnan. Drukarni y Ksiegarui
SW. Wojcieoha, 1913. In-12, 586 pp. <M. 9,00).
A Guide to the Franciscan Monastery Mt. Saint-Sepulchre. [ Washington],
Together irUh a few facts about the order of St. Francis and its work in the
Holy Ixind and in America. Brookland, Washington, D. (.'. [1914]. In-16, 192pp.
La Trs Rrrenile Mre Marie de la Passion, Fondatriire de Franciscaines
Missionnaires de Marie. Ouvrage public par VInstUut ties Francvtcaines Mis
sionnaires de Marie sous la direction des Frres Mineurs. Rome, 12 via Giusti :
Vanves prs Paris, Imprimerle Franciscaine Missionnaire, 16 route de Cla
mart, 1914. In-4, X, 553 pp.
Vie de la Mre Marie-Itermine de Jesus et de ses Compagne*, massacres au
Chan-si (Chine), le 9 juitlet 1900. Pub/ie par VInstUut des Franciscaines Mis
sionnaires ile Marie sous la direction des Frres Mineurs. Rome, 12 via Giusti ;
Vanves prs Paris, Iti route do Clamart: Paris. Vie et Amat, 11 Rue Cas
sette, 1902. In-4, 580 pp.
. Lo Verna. Contributi alla storia del Santuario. Studi e Documenti. Ricordo
del Settimo Centenario dalla donazione del Sacro Monte a S. Francesco (12131913). Edito a cura della Redazione del La Verna con 25 illustrazioni
fuori testo. Arezzo, Coop. tip. 1913. In-8, IV, 476 pp. (Prezzo L. 5).
408
Colagrossi, P., O. K. M. V Anfiteatro Flavin net suoi venti secoli iti storia
(con 16 ilhistrazioni e ti tavole). Firenze, Lib. Editr. Fiorentina, 1918.
In-4, 888 pp. L. 12,50.
Ferreres Juan B., S. I. El Breviario y Ian nuevas rubricas segun la novijrimo
reforma decretadn por Pio X. Comentario histiirico y litiirgiro sobre las Const.
Uivino afflatu y Arhjnc iigoh annos, con los decretos correspondiente* de la
Hagrada Congregation de Rilos. Tomo I: El Breviario Madrid, Ad ministraci6n de Razon y Fe>, Plaza de S. Domingo. 14. In-12, LI1. 840 pp.
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Giordano, Francehoo', O F. M. S. Vincenzo de' Paoli ossia i mirocoli delta carila
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Sasse, Nazakius. O. F. M. 0 ivasch mich rein in deinem Btul .' Andachlsbltchlein
zur Verehrung des kostbaren Blutes Jean Chrisli. Miinster i. W., AlphonsusBuchhandluug. In-24, KiO pp.
Geirinnt mchr Abl'lsse! Ablasserklilruny und Ablasssammlung. H!. bis ;tfl.
Tausend. Paderborn, Bonif'acius-Druckerei, 1918. ln-24, "2 pp.
Der Terziar vov dem Tabernakel. Euvharistischcs Gebet- uml Erbauungsbuch
ftir die Kinder des heil. Franziskus. M. Gladbach, A. Riffarth, [1914]. In- IK,
508 pp. - (Lig. 2 M. 50).
Schmid, Ui.Rich, D. Der verlorcne 8ohn. Die Parallel des Herm in K Tondrucklafeln nach den Originalzeichnungcn von Josef Rittf.h von FiiiiRICH, nebs/
einem Farbenhild : Kardinal-Grosspoenitenliar von E. von Stkinle. Mil erlallterndem Text* herausgegeben von Dr. Ulrica Sciimiii. Miinchen, Lucasverlag.
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Seipel, Ionaz, Dr. Was diese Bilder den Kindern zu sagen haben. Eine katechftische Einfilhrung ztnn vfrloreuen Sohn. Ibidem. In-H, 20 pp.
Schmid, Ui-rich, Dr. Der Betlehemitische Wey von Josef Rittf.r von Kuhhhh.
Mil erl/iuterndem Texte herausgegeben von Dr. Ui.uich Schmid. Ibidem [1914].
In-fol. 20 pp. et 18 tabulae. In tlieca chartacea. M. 6.X).
Mayer, Hkinr., Dr. Was diese Bilder den Kindern zu sagen haben. Eine kaleclietische Einfilhrung zuvi Bethlehem itischen H'ej. Miinchen, Lucasverlag, Emil
Walther, [1911). In-8, 20 pp.
Sinzig, Pedro, O. F. M. At! Men Portugal! Romance contcmporaneo. Petropolis, Edicao das < Vozes de Petropolis [1914]. In-12", IV, 882 pp.
Streit, Caroluh, S. V. D. Atlas hierarchicus. Descriptio geographira et statistica
S. Romanac Ecclesiae turn Occidentis tunc. Orienlis iuxta slatnm praesentem .
Accedunl etiam nonnullae nolae historicae necnon elhnographicae. Consilio et horlatu S. Sedis Apostolicae. elaboravit H. P. C. St. Paderbornae in Guestfalia.
Sumptibus typographiae Bonifaoianae, et Friburgi Brisguviae, B. Herder.
1918. In-fol. VIII, 128 pp. - 37 folia duplicia f 88 pp. Tela lig. M. 8fi
= Fr. 4.r>.
De licentia Ecclesiastica et Superiorum Ordinis,
DISCUSSIONES
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seigneur, je vous supplie tres humblement d'employer vostre authorit et dextrit pous empescher ce coup, le dessein duquel ne peut
procder que d'envie ou de telle tentation ; car c'est honneur l'estude
de Paris d'estendre ses rameaux hors du royaume. Et nos Savoyards
se sont comports tous-jours fort honnorablement, n'ayant rien fait
qui leur puisse causer ce mal, sinon qu'ilz ont est trop braves et
ont obtenu les principales charges .
L'intervention de saint Franois de Sales exera-t-elle quelque
influence sur les dlibrations de l'assemble, ou bien le Provincial
renona-t-il demander la sparation? Nous l'ignorons. Toujours estil que les couvents de Savoie restrent unis la Province de Bour
gogne jusqu'au XVIIIe sicle.
II. Il est vrai que dans l'intervalle plusieurs arrts du Conseil
(TEtat vinrent rglementer les rapports de la custodie avec la Pro
vince et la situation des Religieux Savoyards dans le royaume.
Ainsi l'occasion du chapitre provincial tenu Villefranche
en 1619:
Le Roy [Louis XIII] crivit Mr Oilier, son intendant
Lyon, le 9e avril 1619, pour empcher qu'on y donna des charges
des Religieux trangers, voulant que les seuls Religieux naturels
franois les remplissent. Ceux du Comt de Bourgogne et de Savoie,
se trouvans lzs firent l'an 1620 imprimer une brochure sous ce titre:
Quelques raisons pour la dfense des Religieux de Observance de St.
Franois en Savoie et en Franche Comt. Ils y remontroient que ds
l'tablissement de leurs couvents ils avoient t unis cette Provine,
et avoient toujours, comme rgnicoles, eu part aux charges; que si
on leur retranchoit cette prrogative, il toit craindre que leurs
souverains ne refusassent de reconnoitre l'autorit des Archevques
de Lyon et d'Embrun, et des Evques de Grasse et de Belley et de
Grenoble, qui ont la plus grande partie de leur diocze hors de France,
en Comt, en Pimont, en Savoie; qu'on pourroit aussi exclure non
seulement nos Religieux, mais encore ceux des autres Ordres, non
seulement des charges, mais mme de la demeure dans tous les cou
vents situs en Comt et en Savoie, ce qui ne manquerait pas de
troubler la paix entre les Princes et les Etats de l'Europe. Ntre
Gnral (1) en crivit au Roy, pour le prier de rtablir l'ancienne union,
qui avoit toujours rgne entre les Religieux ses sujets et les Rgni
coles. Le Roy ayant communiqu cette lettre son conseil, fit la r
ponse suivante :
Monsieur le Gnral, j'ay pris en bonne part, ce que vous
m'avs reprsent par vos lettres, pour empcher la sparation des
Religieux Comtois et Savoards d'avec les Franois, qui sont dans la
(1) P. Bnigne de Gnes (1618-1625).
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todie, ordonnant que ceux qui seroient ainsi lus Provinciaux, seroient reconnus dans toute la Province, qu'au surplus l'arrt de 1668
auroit son plein effet. Celui-cy fut donn St. Germain en Laie le
1er fvrier 1670, accept et enregistr dans ntre Chapitre suivant
le 25 fvrier 1672 (1) .
V. Les mmes difficults avaient lieu dans la Province
conventuelle de Saint-Bonaventure; elles aboutirent un
arrt du Conseil d'Etat du 11 avril 1680.
Vu par le Roy, tant en son conseil, la requte prsente en
icelui, par frre Joseph Brangier, provincial des Mineurs conventuels
de S. Bonaventure, contenant, que Sa Majest ayant t informe du
dsordre qui arrivoit souvent dans les couvens du mme ordre, soit
dans la tenue des chapitres de la province, dans la distribution des
charges et dans l'administration des maisons en particulier; que tout
cela prenoit leur origine dans l'ascendant que les religieux Savoyards
avoient pris sur les religieux Franois du mme ordre, par leurs in
trigues en cour de Rome auprs du gnral ; ensorte que ces tran
gers en faisant nommer de leurs religieux ou de leurs partisans aux
charges de commissaires gnraux, pour la tenue des chapitres, et
toutes les autres qui en dpendent, ayant par ce moyen trouv le
secret d'avoir les suffrages pour la nomination aux charges et admi
nistration de chaque couvent, au mpris des religieux Franois. Pour
remdier cet abus, Sa Majest auroit rendu arrt en son conseil
d'en-haut le premier fvrier 1670 (2) portant que les ordres des g
nraux ne seroient point excuts en son royaume sans lettres du
grand sceau; et aprs avoir t examins par les* sieurs archevque
de Paris (3) et de Bezons, conseillers d'tat ordinaires, que les reli
gieux Savoyards ne seroient lus au provincialat, sinon leur tour
de custodie, et aprs avoir pass par les autres charges : nanmoins
lesd. religieux trangers soutiennent toujours leur autorit par leur
crdit auprs du gnral, qui est toujours Italien ou Espagnol, qui
leur accorde des commissaires de leurs chapitres dont ils sont matres,
et augmentent leurs intrigues, en envoyant leurs jeunes religieux
tudier Rome, ou aux autres collges d'Italie, o ils se font pro
mouvoir au doctorat ; ensorte que ces docteurs gradus en pays tran
gers, et qui n'ont jamais t reconnus en France, o l'on ne connot
point ces grades d'autres universits que de celles du royaume, y
jouissent des privilges des gradus, sans l'tre en France, et rendent
les grades de ce royaume presque impossibles ceux des sujets de
S. M. par le moyen d'un dcret qu'ils ont obtenu au dernier chapitre
gnral (4), et qui les rendra toujours matres et absolus : car comme
il n'y a des suffragans au chapitre que les docteurs en thologie, ils
(1) Ms. 1422. f. 12r-125v.
(2) V. ci-dessus n IV.
(3) Franois de Harlay de Champvallon, arch, de Paris de 1671 1695.
(4) Tenu Rome en 1677.
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avancent aux grades dans les collges d'Italie tout ce qu'ils ont de
religieux capables ou non, et en excluent les Franois, par les dcrets
qu'ils obtiennent du chapitre gnral. Qu'en cette affaire il en arrive
une autre qui mrite rflexion, qui est, que lorsque suivant la dispo
sition des arrts du conseil d'en-haut, on procderoit la nomination
d'un provincial tour de custodie : ces mmes religieux conduiroient
si bien leurs cabales, que quoique la custodie de Savoye soit com
pose de cinq couvens, dont trois sont en France, Grenoble, Pignerol et Moiran, et deux seulement en Savoye, Chambry et la
Chambre : ils feroient nanmoins toujours tomber la charge sur un
de leurs religieux, l'exclusion des Franois des trois couvens de
France de la mme custodie. Et d'autant que l'intention de Sa Ma
jest est, que les religieux de diffrente custodie pourront jouir alter
nativement et tour de custodie de la charge de provincial, et que
la custodie de Savoye tant compose de plus de couvens Franois
que des Savoyards, il ne peut tre juste que ce privilge de la cus
todie pour le provincialat, tourne tout au profit des Savoyards,
l'exclusion des Franois, et plus encore injurieux aux trois provinces
de France, de voir que les gnraux envoyant toujours des commis
saires ou des visiteurs aux dites provinces qui ne soint point de la
nation, contre l'intention et les ordres de S. M. et le dcret du der
nier chapitre gnral qu'obtinrent les provinciaux ultramontains, con
tenant que les gnraux n'envoyeroient plus de commissaires ni de
visiteurs qui ne fussent sujets naturels de la monarchie o ils seront
envoys. A ces causes, requroit, qu'il plt S. M. en expliquant et
interprtant l'arrt du premier fvrier 1670 ordonner que quand ce
sera au tour de la. custodie de Savoye de pouvoir concourir au pro
vincialat, il sera pris alternativement de l'un des trois couvens situs
en France, et de l'un des deux situs en Savoye, et qu'aux chapitres
provinciaux prsidera toujours un religieux franois de nation, auquel
effet, et attendu que le gnral qui nomme cette commission, et qui
n'est jamais franois, ne peut pas conuotre la capacit des religieux
franois : les trois provinciaux actuels des provinces de France, quel
ques mois auparavant l'assemble de leur chapitre, seront tenus de
prsenter trois religieux franois au gnral, pour en tre choisi un
des trois pour commissaire dud. chapitre ; et au cas que six semaines
aprs la prsentation qui en sera faite, le gnral n'en nomme un,
le plus ancien des ex-provinciaux, naturel franois, convoquera et tien
dra le chapitre, et qu' l'avenir l'arrt qui interviendra servira d'ho
mologation de leurs patentes ; qu' l'avenir aucun religieux ne jouira
des privileges accords aux docteurs par les statuts et constitutions de
l'ordre, qu'il n'ait t examin et approuv par les pres du dfinitoire ; que le gnral ne pourra plus envoyer aucun commissaire ou
visiteur auxd. trois provinces de France, qu'il ne soit naturel fran
ois ; et qu'en cas que ledit pre gnral dputt un religieux tran
ger, qui et surpris des lettres d'attache, il ne pourroit excuter lad.
commission, sans qu'au pralable, des provinciaux l'eussent ou. Vu
lad. requte, signe dud. frre Brangier, provincial, led. arrt du
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conseil d'tat d'en-haut dud. jour premier fvrier 1670 par lequel
S. M. dclare n'avoir entendu exclure les religieux de l'ordre des
Frres Mineurs conventuels de S. Franois du provincialat de leur
province de S. Bonaventure, et qu'ils pourront dornavant tre lus
ces charges leur tour, pourvu qu'ils ayent pass par les autres
charges de leur custodie, auquel effet S. M. ordonne que les religieux
de la custodie de Savoye, qui pourront tre lus auxd. charges, seront
reconnus et obis dans toute ladite province de S. Bonaventure. Au
tres arrts du conseil du 24 novembre 1668(1), 30 septembre 1675,
8 janvier, 14 aot 1676, 6 septembre et 26 novembre 1677, celui dudit jour sixime septembre 1677 portant que les pieces desdits reli
gieux sur leurs diffrends, seroient mises s mains, desd. Srs. com
missaires. Ordonnances du Roi du 22 dcembre 1679 et autres pices
jointes lad. requte. Oui le rapport du Sr. de Bezons, conseiller
d'tat, aprs en avoir communiqu au Sr. archevque de Paris, duc
et pair de France, commissaire ce dput ; et tout considr. Le Roi
tant en son conseil, a ordonn et ordonne, conformment l'ordon
nance de S. M. du 22 dcembre 1679 qu'il n'y aura aucun religieux
dans les couvens des Cordeliers conventuels, qu'ils ne soient originels
franois et sujets de S. M. avec dfenses d'y en recevoir aucun tran
ger que par permission de Sa Majest et par crit, que conform
ment l'arrt du conseil du 30 septembre 1675 donn pour les reli
gieux Observantins, les provinciaux du dfinitoire prsenteront au g
nral trois religieux franois pour prsider leurs chapitres, desquels
le gnral en choisira un, qui pourra, en vertu de sa nomination, pr
sider audit chapitre ; et faute par led. gnral d'en prendre un des
trois qui lui auront t prsents, l'ancien ex-provincial prsidera,
sans tre tenu de prendre lettre d'attache. Que les docteurs en tho
logie qui seront dornavant reus, jouiront des prrogatives et privi
leges accords par les statuts dud. ordre, pourvu qu'ils ayent leurs
degrs dans les facults du royaume et non autrement, et pralable
ment examins par le dfinitoire; que lorsque le provincial devra tre
lu de la custodie de Savoye, il sera alternativement choisi des cou
vens du Dauphin qui sont de lad. custodie de Savoye, et des cou
vens de Savoye qui composent lad. custodie; que le chapitre finissant,
indiquera le subsquent, et marquera le lieu o il devra tre tenu.
Fait au conseil d'tat du Roi, S. M. y tant, tenu Saint-Germainen-Laye, le onzime jour d'avril mil six cent quatre-vingt.
Sign, Phelypeaux.
' L'an seize cent quatre-vingt, le huitime de mai, l'instance
de trs-rvrend pere Joseph Brangier, docteur et professeur en sainte
thologie, ministre provincial et commissaire gnral de la province
de saint Bonaventure des Frres Mineurs conventuels de saint Fran
ois, l'arrt du conseil d'en-haut, ci-dessus mentionn, a t notifi,
(1) V. ci-dessus n IV.
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a pas jug propos de mettre dans le Registre latin qui contient les
actes des chapitres et Congrgations. Le prsent Registre contenant
cent feuilles nombres et souscrites, commence la Congrgation tenue
Chlon le neuf du mois de septembre, l'an mil sept cent quarante
deux . Ce registre, dont les deux derniers feuillets ont t arrachs,
s'arrte la runion dfinitoriale du 1er septembre 1787. Il est au
jourd'hui conserv aux Archives de la Province d'Aquitaine.
Fol. 22v. Affaires de Savoye.
Ouis en deffinitoire le raport fait par le T. R. Pre Provincial (1)
du dsir ardent qu'auroient tmoigns et marqus depuis plusieurs
annes les Rvrends pres de la custodie de St. Maurice en Savoye,
de se runir la province dont ils faisoient partie anciennement, des
dmarches qu'ils auraient faits auprs du roy de Sardaigne leur sou
verain pour obtenir son consentement cette fin, de l'agrment qui
leur auroit t accord en consquence par le dernier chapitre gnral
tenu Rome (2), et de celles qu'ils auroient faits depuis auprs de
ntre Roy trs chrtien pour obtenir la mme faveur; Lecture prise
des diffrentes lettres crites au T. R. Provincial ce sujet par les
T. Rvrends pres Montant (3), Custode provincial de la ditte Cu
stodie, et Jorand (4) ex-custode, par lesquelles, ils le prient d'acc
lrer la ditte runion et des dlibrations par luy prises des Rv
rends pres Custodes, Gardiens et discrets de chaque couvent de la
province en particulier, auxquels il avoit jug devoir communiquer
dans ses visites le dsir des susdits Rvrends Pres de Savoye, de
runir leur ditte Custodie la province, cette runion ne pouvant se
faire que de leurs avis et consentement. Le deffinitoire ayant pes
avec l'attention la plus srieuse les observations sages et prudentes
faites sur la ditte runion par le plus grand nombre du discrtoire
des diffrents couvents, auxquels les autres se sont conforms dans
leur dlibration particulire, les rserves et conditions auxquelles ils
ont laisss la disposition du deffinitoire de cooprer et de consentir
la ditte runion, sans lesquelles ils estiment touts unani[me]ment
qu'elle ne sauroit tre faitte d'une manire solide, constante, et du(1) P. Jean-Franois Esoalle, licenci de Paris en 1720 (Fr.Fr., I, 332),
Pre de la Province de France Parisienne et de la Custodie de Saint-Maurice,
lu Ministre provincial pour la troisime fois au chapitre de Chalon-sur-Sane
en juin 1758 (Registre des Requtes... f. 2r, 19v). Il fut Prsident du grand
Couvent de Paris au 1745-6. (Ms. 204, f. 2v).
(2) En 1750.
(3) P. Joseph, Gaspard Montant, bachelier de Sorbonne, gardien du cou
vent de Cluses en 1733 (Lavorel, Cluses et le Faucigny, dans YAcadmie Salsienne, Annecy 1888, XI, 182) et de Sainte-Marie Egyptienne Chambry de
1742 1747 (Ncrologe des Franciscains de l'Observance de Chambry, dans M
moires et Documents publis par la Socit Savoisienne d' Histoire et d'Archologie,
Chambry 1895, XXXIV, 411).
(4) P. Joseph Bonaventure Jorand, licenci de Sorbonne en 1720 (Fr.
Fr. I, 332), gardien de Cluses en 1716, 1721, 1724, 1725, 1730 (Lavorel, 1. c.
XI, 182), de Sainte-Marie Egyptienne en 1731 (Ncrologe, cit. 411): mort le
21 janvier 1756 (ibid. 379).
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HISTORIA
DE LAS MISIONES DE LOS FRANCISCANOS
EX LAS ISLAS
nUE-A-IiTTC-A-S "X" CLEBES l)
(Continuacin) (1).
Captulo X.
Pretenden los holandeses tomar Otong, Panay, y habiendo sido re
chazados por los espaoles, se dirigen < Luzon, donde sufren
una vergonzosa derrota en Playa Honda. Sucesos en las Islas
Malucas durante el gobierno de Lucas Vergara Gabiria.
Manda el Gobernador General, D. Alonso Fajardo, al religioso
franciscano Fr. Martn de S. Juan de embajador ante el Rey de
Malcasar y con este motivo entran en la Isla Clebes cinco Mi
sioneros franciscanos. Relacin de la Misin de Manados por
Fr. Blas de Palomino.
En Junio de 1616, llegaron los holandeses de las Malucas
12 naos, que con las que ya tenan en aquellos mares, llegaron for
mar una escuadra de 20 unidades. Animados con este gran refuerzo y
apoyados por el Prncipe de Tidore, acordaron batir las fortalezas.
(a) Summahium: Cap. X. Prosequitur navratio verum gestarum politicarun
et militarium. Die 1 febr. 1619 P. Martinus a >S'. Iohanne una cum 5 contratribus suis, tanquam legatus missus est in insulam Celebes. Mense martio
P. Martinus legationem suam e Tmate prosecutus est cum 5 confratribus,
e quibus 3 in portu Manados dimisit. Cum vero in Evangelii praedicatione
nihil inter Alifures, feros homines, proficerent, duo Ternatem redierunt, re
licto ibi solo P. Blasio Palomino, cuius Retalio submittitur. Legatio autem
P. Martini, ceterum mere poltica, prospere processif. Cap. XI. Narrantur
vita et martyrium P. Blasii Palomino. atus in Andujar an. 1570, habitum
S. P. Francisci Montiliae induit an. 1597. Cum 1608 in Philippinas abiturus es
set, epistolam fratri suo Petro scripsit infra editam. Manilam devenit an. 1609.
Narrantur eius labores apostolici. Proditorio tandem a barbaris occiditur in
prvula insula, iuncta insulae Macasar, quae 4 vel 5 milliaribus a vulcanis
Manados distat, in parte opposita urbi Manados, 30 aug. 1622. Eius cor
pus postea Ternatem trauslatum est, eiusque causa beatificationis Eomae
instructa fuit.
[Nota Directiosis].
(1) Cf. AFH VI, 45-60; 681-701: VII, 198-226.
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ceses el Rey de Java, quien les dio carga para las cinco naos, les
dejaron en paz y regresaron su patria (1).
Por este tiempo fu Ternate Cachil Naro, Prncipe de
Tidore, con una carta del Rey, su padre, interesando del Gober
nador Vergara que construyera una fortaleza en un lugar prximo
la fuerza de los holandeses de Marisco, donde ya haban estado esta
blecidos los portugueses, con el fin de cercar los enemigos y de
aprovechar el mucho clavo que eu sus contornos se produca (2). Pa
reciendo Vergara justa la demanda del Rey de Tidore, convoc
junta' los Capitanes y dems Officiales, en la que se determin to
mar dicho puerto ; y como lo acordaron, as lo hicieron, realizando
esta empresa el mismo Gobernador con 150 espaoles y gran nmero
de soldados indios, los que acompaaron el Prncipe Naro y los
franciscanos Fr. Pedro de los Cobos y Fr. Gregorio de S.
Esteban, el da 23 de Noviembre de 1618, denominando la nueva
posicin, S. Lucas de el Rume, y tan pronto tomaron posesin de
ella, en un sitio alto, donde no poda llegar la artillera de los
holandeses, empezaron fortificarse. Como los holandeses se aperci
bieran de la estratgica posicin, tomada por los espaoles, cuando
estos estaban en el mayor ardor de sus trabajos, pretendieron estor
barlo, pero sin resultado alguno por no poder disparar sus caones
hacia la nueva fortaleza (3). Viendo el enemigo que aquello no tena
remedio y que no poda pasar sin riesgo su fortaleza y quedaba
sin pesquera su pueblo de Malayo, se determinaron, holandeses
y ternates, de tomar otro sitio de un lugar antiguo, que se llama
Calomata, junto nuestra fuerza de Dongil, como medio cuarto de
legua y mucho menos, para desde all estorbar el paso nuestras
embarcaciones para ir S. Lucas de el Rume, que as se puso el
nombre nuestro fuerte por respeto del Gobernador, que se llama Lucas
de Vergara, y tambin para desde all hacer el mal que pudiesen
la fuerza de Dongil con su artillera, como lo procur hacer (4) .
(1) Relwion titie hizo Francisco Iiuhian de Ztibieta escribano que fue de la
Carabela N. Seora de Salvacin , fechada en 9 le Agosto de 1618. Pastells,
lib. IV, cap. 33, pg. 5H9.
(2) Fr. Gregorio, pgs. 131-182.
(3) L. o. p. 133-5.
(4; L. p. 135. Para que se comprenda la importancia de estas posiciones
las describe Fr. Gregorio en el lugar citado con estas palabras: Para
que entienda el que esto leyere mejor, y no hubiese visto los sitios los de
marcar aqu Es Terrenate un volcan redondo; el pueblo y ciudad de Terrenatc est la banda de el'sur, Tacme a la banda del norte, Malayo la
banda del este, y costeando hacia el sur, est el puerto que llaman de Talangam, y un poco ms adelante est el puerto que tratamos de Calomata.
y un poco ms adelante nuestra fuerza de Dongil. De la otra banda est la
isla de Tidore, que tambin es un volcan redondo y alto, pero tiene hacia la
parte del norte, que cae hacia Malayo, una grande falda con unos mogotes
grandes, y en esta parte est nuestro fuerte de S. Lucas, de suerte que estn
mirando S. Lucas y Calomata, pero est la mar en medio, y es la travesa
de una isla otra, la ms corta, un tiro de can, aunque las fuerzas estn
muy desviadas. Junto la isla de Tidore y cerca de S. Lucas est otra isla
pequea, que se llama Meytara, de suerte que est en medio de Tidore y de
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estaba, ver que tal era su dios. Por ltimo no quisieron, y al fin,
estando un da en el dicho pueblo de la Laguna, donde se haban
congregado ms principales que nunca, porque andaban haciendo pa
ces con otros pueblos circunvecinos, les dije: que, qu determinaban
en lo de los Padres? Si queran que les enseasen el camino del
cielo? y si no, que hablasen claro. Y dicindoles, que teniendo los
religiosos en sus pueblos, los espaoles les favoreceran con todas
veras, como lo hacan con todos los que los haban admitido en sus
tierras ; respondi uno del pueblo de Kale, compaero de Bunkar, y
dijo, lo que ya yo me imaginaba, y fu, que con Bunkar vendran
todos Manados y haran Bichara, para lo que se haba de hacer,
con advertencia [de] que si [se] volvan cristianos, haba de ser con
condicin, que no les habamos de estorbar, ni quitar sus sacrificios
y ritos antiguos. Yo les dije que, al que no fuese cristiano no le
obligaramos, ni tendramos cuenta con l, y tambin qne, el que se
quisiese bautizar y hacer cristiano y servir al verdadero Dios, pri
mero haba de ser instruido y enseado del Padre, en lo que haba
de hacer y en lo que le estaba prohibido, y as, sabiendo bien esto
y la ley de los cristianos, lo quera guardar y obligarse ello, se
bautizara, y si no, tampoco le habamos de obligar, y as que, en
aquello, ellos lo haban de mirar primero, que, lo que nosotros les
pedamos, por ahora, solo era que nos dejasen estar en su pueblo,
que nosotros haramos nuestro oficio, y si ellos quisiesen convertirse,
de su voluntad lo haban de hacer. Que nosotros mal les jMxliainos
obligar, no estando sujetos.
A nada de esto me respondieron palabra, y como vi tan poca
voluntad y tanta dificultad para poder hacer all algo, por no haber
gobierno, poco ni mucho, entre ellos, porque si un cabeza solo go
bernador hubiera, acariciando este dndole alguna cosa, se podra
estar su arrimo; pero gobernndose, como se gobiernan, son tan
brbaros, que, cualquiera de ellos puede hacer lo que se le antojare,
mujer hombre, sin haber quien le vaya la mano, expuesto el re
ligioso sus barbaridades, y sin haber verdad, ni palabra en ellos ;
sino que si una vieja se le antoja y dice que su dios demonio
manda otra cosa, todos vienen en ello, sin pedir razn, ni otra cosa
alguna, por lo cual andaba vacilando, sobre si sera bueno retirarme
Manados y dejarlos hasta que Dios disponga otra cosa : y en caso
que estemos y se conviertan algunos, estoy considerando, quien los ha
de gobernar y sujetar las leyes de la Iglesia? Siendo ellos tan f
ciles en mudarse, como son y de tan * capacidad que, ni media
namente llegan entender los primeros rudimentos de la f. Y as.
yo tengo dicho muchos das ha, desde que fui la misin de Ytuy,
(que es como esta) que ir cualquier parte del mundo, como haya
cabeza que gobierne que entre el gobierno conmigo; con que el
medio ms conveniente para cristianar estas gentes brbaras es,
sujetarlas y ponerlas debajo de leyes y gobierno, y as, tantas conver
tirn y cristianarn los espaoles, cuantas sujetaren la Corona. Puede
ser que esta regla tenga excepcin, pero yo hablo por lo que experi
mento con mi poco espritu, y as me parece que, mientras aqu en
Manados no hubiere ms fuerza de la que hay, de suerte que ellos
teman, no dejarn estar en su tierra religiosos, ni menos se bautizar
alguno, sino es, fingidamente, por coger algunas cosillas de las que
suelen dar los espaoles .
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buena con mis compaeros ; pero que haba de ser con condicin, que
no habamos de hacer cristianos, que poco se les daba ellos, de
que estuviese el Padre en el pueblo no, como se haya como los de
ms espaoles, que no se meten en predicar. Al decir esto, (que era
con lo que yo ya me contentaba, entendiendo que haba hecho algo),
como vieron los otros principales, que estaban presentes, que iba
ablandando, instigados del demonio, salieron contradecirlo, diciendo,
que an as, no queran admitir Padre alguno, ni era conveniente
que estuviese en su pueblo, porque si le dejamos, decan, es imposi
ble dejar de hacer cristianos, porque esto viene, y ese es su oficio,
y luego nos querr apartar de los sacrificios y hacer olvidar nuestros
dioses; unos lo harn y otros no, y andarn dividos los parientes,
los padres de los hijos, y todo el pueblo ser divisin, y as, no
queremos, sino que se vaya el Padre ; y as lo hice, viendo la reso
lucin con que hablaban y que todos convenan en ello. Y asi, esta
puerta est, por ahora, del todo cerrada, hasta que el Seor sea ser
vido de abrirla haya bastante nmero de espaoles y fuerza para
obligarles, segn aquello del Evangelio: Coge eos intrare (1): y por
ahora no s que haya otro remedio .
Visto esto y consultando en particular con Fr. Diego de
Rojas, sobre qu haramos? determinamos encomendarlo muy de ve
ras nuestro Seor, como lo hicimos, y aunque por entonces no ra
mos necesarios all, todava el dejar esta tierra de todo en todo, nos
pareca muy dificultoso, ya que estbamos en ella, y habamos venido
predicar y convertir sus naturales, por lo cual dijimos que se que
dase uno, para que estuviese la mira y avisase en siendo tiempo,
y los dos se volviesen Ternate Manila, para solicitar
los medios convenientes, para que esta conversin tenga efecto. Y
viendo la determinacin en que convenamos todos, porque nonos des
convinisemos sobre quien se haba de quedar, me ofrec yo que
dar solo en este puerto de Manados, fiado en nuestro Seor, que no
me ha de faltar y dar su gracia para servirle. Suplico todos, los
que esta vieren, rueguen por m y por esta conversin, que el Seor
la sazone y disponga para que abrace su santa ley. Los trabajos que
padecimos y ruidos que tuvimos con los Alifures, el hermano Fr. Juan
de S. Bernardino (que es el portador) los podr contar, esto v
muy en suma .
Los tres religiosos que prosiguieron su viaje Makasar, lle
garon muy en breve la presencia del Rey, quien los recibi muy
bien y agasaj. El embajador Fr. Martn de S. Juan le entreg el
presente del Gobernador de Manila y le manifest el objeto de su
embajada, que no era otro, que la continuacin de la amistad y paz,
que hasta all haba habido entre los dos y para darle muestras de
lo agradecido que estaba de la buena acogida que las naos de Ter
nate tenan en su reino. Hicirouse algunos conciertos, siendo el prin
cipal el ayudarse mutuamente en las guerras que unos y otros
se ofreciesen. De todo esto fu necesario dar cuenta al Gobernador
de Manila, yendo y viniendo, repetidas veces, Manila, Fr. Benito
(1) Cf. Luc. XIV, 23.
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Pobre (1). De camino para Sevilla, donde deba agregarse los dems
misioneros, pas por un pueblo, donde encontr un endemoniado,
quien estaban conjurando; y dando voces el demonio, llam Fr. Blas
y con una risa falsa, de dijo: Blasillo, all vs? Pues yo har que
mueras manos de mis siervos. Lo cual se cumpli, pues muri el siervo
de Dios manos de los moros de la Isla Clebes, tan siervos del diablo,
como fieles discpulos de Mahoma (2).
Estando en Sevilla escribi a su hermano Pedro Palomino la si
guiente carta :
A mi hermano Pedro Palomino, que Dios guarde, en la Higuera
de Andujar. Pax Christi, etc. No te he escrito en todos estos dias hasta
saber de cierto nuestro viaje, y parece que ser presto; jmes estn las
naos aprestadas, que saldr la flota presto, y as nos partiremos esta
noche para Cadiz. Van cincuenta religiosos con mucho gusto y con
tento, por habernos llamado el Seor para que le sircamos en este
ministerio. Y por su bendita misericordia, todava me crecen los deseos
de hacer y padecer todo lo que en mi se agradare; porque viendo las
Relaciones y sabiendo los trabajos que pasan y el fruto que hacen los
religiosos, cada da van ms mis deseos; y como se han dilatado
y mi flaqueza es grande, tengo mucha necesidad de el soccorro de
nuestro Seor, pura satisfacer algo de lo mucho que debo. Y as pido,
con mucho encarecimiento, que me encomienden nuestro Seor todos
los das en sus oraciones y sacrificios, que, aunque yo (por la mise
ricordia de Dios) tengo buena salud, que los trabajos de la obediencia,
parece que me arreciaron, con todo, bien se ve lo que espera quien ha
de hacer camino tan largo; y asi, con esta me despido de todos mis
hermanos y amigos y conocidos. Y renuncio de buena gana, por el
amor de Dios y por su cruz, todas las cosas de gusto, que me pudieran
ofrecer, y todo el consuelo que entre mis conocidos y mi tierra pudiera
tener slo tomando por consuelo el complimiento de la divina voluntad.
Y as, donde quiera que me hallare, confio en nuestro Seor, me con
solar ; pero, porque soy pecador y no merezco padecer por el amor
de Dios, sino es grandes tormentos por mis pecados, pido todos mis
hermanos perdn de todo aquello que les haya ofendido y faltado a
(1) Fr. Pedro de la Concepcin hizo constar en 1627, entre otras cosas lo
siguiente: Certifico como Procurador de la Provincia de S. Gregorio de los
frailes franciscos de Filipinas y Comisario de los religiosos que han de pasar
aquellas partes el ao que viene de 1628, que es verdad, que conoc al P. Fr.
Blas Palomino, religioso de la Orden de N. P. S. Francisco, de la santa Pro
vincia de Granada, que pas en mi compaa, habr veinte aos, en la bar
cada que llev Juan Pobre, el cual dicho padre era ya sacerdote y confesor,
cuando pas, y mi parecer de edad de cuarenta aos, poco ms menos, y
que llegados que fuimos la dicha Provincia de Filipinas, el dicho padre
aprendi la lengua de los naturales, que llaman Tagala, y en ella administr
por muchos aos los santos sacramentos aquellos nuevos crristianos, con
grandsimo ejemplo de todos y mucho fruto que hacia en las almas, por la
mucha devocin con que acuda i todo, de que S03- testigo de vista y comu
nicacin de muchos aos. Copia este testimonio, Vilches, cap. LVIII.
(2) Martinez, lib. I, cap. 5.
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se sirviese, dar rdenes para que alguna de las embarcaciones que iban
Makasar, trasladase Ternate los venerables restos, lo cual
se efectu seis meses despus de su glorioso martirio, conducindolos
el Capitn Antonio de Plasencia en un barco de su propiedad. Dicho
Capitn y los que le acompaaron, testificaron de algunas cosas que
observaron y que su juicio y al de todos parecieron milagrosas. Una
de ellas fu, el haber hallado el cuerpo entero, al cabo de seis meses
de haber sido sepultado, y sin mal olor, antes bien, despidiendo suav
sima fragancia. Tambin testificaron haberle hallado ceido con un
cilicio de hierro y apretado tan fuertemente, que no dudaban le sera
de gran martirio, cuando viva. Tanto los cristianos de Ternate, como
los marinos que navegaban por las costas de Makasar, invocaban al
siervo de Dios, no tardando en sentir su proteccin en varios apuros
en que se encontraban (1).
La informacin de este martirio y de las maravillas que Dios
obr por su intercesin se remiti Roma para el efecto de su
canonizacin, donde se tir una estampa del siervo de Dios, en
la que errneamente se dice que muri en 6 de Enero de 1622 (2).
(Continuar).
Pastrana.
P. Lorenzo Prez, O. F. M.
DOCUMENTA
STATUTA PROVINCIALIA
PROVINCIAE
FRANCIAE
ET
MARCHIAE
TERVISINAE
(S .A. E C. XXII)
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ap. EHR XIII, Lond. 1898, 704-8. Haec vero proxime item in hoc
AFH denuo prodibunt.
3) F. 44r-46r: Constitutiones provinciates ad certos titulos re
dacts . I n fr a denuo typis edentur.
Licet nullius Provinciae nomen Statuta prae se ferant, iam ex
cap. V, 3 (p. 450) argui poterat eadem esse Provinciae cuiusdem
in regno Franciae sitae. Sed sequens formula litterarum testimonialium, quam f. 48v manus posterior adiecit, rem iam decidit. Aperte
enim Provinciam Franciae prodit (1). Verba uncis [ ] inclusa
supplevi, quia una cum margine abscissa sunt :
[Reverendo] patri in Christo fratri N. ministro fratrum minorum
in Franc ia, ceterisque fratribus in provinc[iali capitulo ad] talent
locum congregandis, universi fratres conventus talis loci reverentiam
[de]votam. Universitati vestre tenore presentium facimus manifestum
nos fratri N. gar[diano], fratri N. electa a (?) nobis secundum formam
constitutionis generalis, in Mis que ad nos pertinent, quantum ad
[provin]ciale capitulum, commisisse plenarie vices nostras. In cuius
rei testimonium presentem [litteram sigil]lo conventus nostri duximus
sigillandam. Datum anno domini millestmo CC anno tali (2) .
MS. nostrum scriptum fuit exeunte saeculo XIII; Statuta vero
in eo contenta aliquoties clare referuntur ad Compilationem seu Recensionem Parisiensem" Constitutionum generalium anni 1292, non
vero ad Recensionem Narbonensem anni 1260. Hoc non obstante, non
licet inferre Statuta haec provincialia facta esse post annum 1292,
cum plura decreta Recensionis, sic dictae anni 1292, anno illo 1292
anteriora sint et aliquae paragraphi Capitulorum generalium facile
Statutis provincialibus insertae sint, antequam in Recensionem novam
Constitutionum generalium assumptae fuerunt. Unde v. gr. cap. V, 8
substantiam Definitionis Narbonensis 1260 continet; cap. IX, 4
Definitionem Capituli generalis Parisiensis 1266 ; cap. XI, 3 item
aliud decretum Capituli generalis Assisiensis 1279.
Lugemus, quod ob duorum foliorum defectum Statuta ista fragmentaria sint, quorum tamen lacunae modo suppleri possunt ope Statutorum recentiorum Provinciae Franciae anni 1337 (3), saltern aliqualiter;
quia duae istae Statutorum Recensiones sat inter se differunt ordine
materiarum et tenore. Statuta nostra antiquiora brevia revera
sunt, iuxta Constitutionum generalium monitum (4) : Caveant autem
(1) De qua of. C. Eubel, O. M. Conv., Provinciate Ordinia Fratrum Mino
rum vetustisaimum, Ad. CI. Aq. 1892, 13-5; idem ap. Eubel, Bull. Franciae.
(BF) V, Bomae 1898, 58. Cf. etiam Barth. Pisanum, ap. AnaUcta Franc.
(AF) IV, 1906, 548-5. Gonzaga, De origine seraphicae religionis, Bomae 1587,
551 sqq. ; ed. II, Venetiis 1603, 627 sqq. Cf. quoque Ant. de Serent, O. F. M.,
Ge"ographie de la Province de France, 1217-1792, ap. La France Franciacaine,
(FrFr) I, Lille 1912, 91-135.
(2) Formula haec respieit Guardianum eleotum
tanquam Discretum Conventus ad Capitulum provinoiale mittendum. Cf.
Narb., Bo. 461ab; Ehrle, 1. c. 129. Cf. infra, c. XII, 1 (p. 453); item infra Slat.
Fr. rec, c. XII, 1, 7.
(8) Edita sunt infra, p. 484ss. Quae a nobis
allegantur: Stat. Fr. rec.
(4) Nabii., Bo. 458b; Ehrle, 118.
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(1) C villas.
(2) Nark., Bo. 454b; Ehr. 454. Stat. Fr. rec. = Statuta Provinciae Franciae recenliora anni 1337, edita infra p. 484 sqq. ; V, 4.
(8) Sic plane verbotenus et Stat. Fr. rec. V, 1. Cf. 1. c; Ehr. 101, 1. 4-7.
(4) Item verbotenus Slat. Fr. rec. V, 2. Cf. Narb., Bo. 456; Ehr. 106.
(5) Carduanum est corium pretiosius e Corduba.
f6) Cf. Narb. Bo. 451b ; Ehr. 91.
(7) Ibid., Bo. 454b; Ehr. 101; cf. nota n. 4: 94, not. 1; 105, 1. 5. Cf. Wad
ding, Annates, ad an. 12), n. 23 (V, 210s). Stat. Fr. rec. V, 9.
(8) Duas sequentes paragraphos alia manus in marg. addidit.
(9) Cf. Narb., Bo. 454b; Ehr. 101, 1. 10, 105, 1. 18 sqq.; Bo. 457b, Ehr.
114, 1. 10 sqq. et not. 4.
(10) C singula.
(11) C burtis.
(12) I. e. cultellus; species sunt aromata, seu quavis res pretiosior.
(18) Narb., Bo. 451b; Ehr. 91, 1. 12 sqq.; Par. 1. o. not. 4. Cf. DefinU. Narbon. 1260; Bo. 465a; Ehr. 85; AFH III, 503, n. 16. . Cippos vel tabulas, of.
Ehr. 92, n. 2. Stat(iUa) Aquit(aniae) ed. infra, 474, c. V, 6; Fr. rec. VII, 12.
(14) Ibi C habile); sed postea erasum fuit.
(15) Villam add. eadem manus supra lineam.
(16) Par. 107-8 nota. Cf. Stat. Fr. rec. VII, 5.
(17) Agitur hie de mantellis quibusdam, necessariis iuxta temporis adiuncta: cf. Reyulam bullat. 1'223; c. 2: Opuscula S. Francisci, Ad CI. Aq. 1904, 65.
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urem. quod nullus frater ex certa scientia, per se vel per interpositam
personam, directe vel indirecte det alicui consilium, auxilium vel favorem
ab ordine recedendi, vel de custodia vel disciplina ordinis fugiendi (1).
Contrarium facientes, vel scientes hoc procurari et non revelantes suis
superioribus, si fieri poterit ipsa die, ego frater Bartholomeus, minister
et servus fratrum provincie Sancti Antonii, et dimnitores capituli provincialis celebrati apud Tervisium anno Domini MCO nonagsimo in Kalendis Maii, talem fratrem contra predicta scienter facientem excommunicamus in scriptis (2), et suependimus eum ab omni executione ordinum,
omnique actu legittimo privamus. Nee absol-[fo. 68 b)-vi a dicta exeommunicatione, nee a dicta suspension relevari possit, nisi per ministrum
vel custodem, gardianum vel eius vicarium, si presenta ministri haberi
non possit infra diem. Penitentia vero ministro pro delicto debita reservetur. Si quis vero ex turbatione seu deliberatione vellet ab ordine seu
a disciplina ordinis eifrigere, concedit minister et vult, quod quilibet
frater (3) auetoritate sua possit eum apprehendere et etiam retiere,
quousque quid de eo agendum sit, per eum vel per eius vicarium vel
per eum cui commiserit, fuerit diffinitum.
5. Item statuimus, quod vicarii gardianis extra locum suum euntibus,
cum redierint, de collatis et expensis reddant dbitant rationem, et studeant tarn in dandis licentiis quam in expensis ad communem victum
speetantibns et modum communiter convivendi suis gardianis se, in
quantum secundum Deum potuerint, conformare.
6. Item statuimus quod, instante provinciali capitulo, quilibet gardianus vel vicarius, si gardianus defuerit, coram fratribus sui loci de
bita et remanentia in pecunia vel alia notabili facltate debeant in scripto
redigere, et sigillo loci in fratrum presenta sigillare, et illud transcriptum per eum qui iturus est ad capitulum, ministro et diffinitoribus
[fol. 59] consignetur (4).
7. Item statuimus, quod nullus audiat confessiones, et maxime muHerum, ante Primam vel post Completorium vel quando conventus comedit in prima mensa, vel tempore dormitionis, nisi casus aliquis ne
cessitatis fortassis oecurreret, qui non possit sine scandalo vel scrupulo
conscientie declinari. Et ei hoc contigerit, tune de licentia superioris et
presente socio audiantur. Quod si superior talis fuerit, qui debeat tali hora
confessiones audire, socium habeat tunc presentem. dem statuimus de
Ulis, qui tali hora prter confessionem loqui debent cum aliqua muliere (5).
8. tem prohibemus, ut nullus frater pro tunicis dimittendis peeuniam
[489] recipiat ullo modo, nec superiores super hoc subditis suis aliquid
debeant elargiri, nec vendant superfluas, si quas habent, sed resignent
secundum formant, que in generalibus constitutionibus continetur (6).
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459
per ministrum, vel per eum cui commiserit, penitus auferatur, et eidem
condigna penitentia imponatur (1).
15. tem etatuimus quod, quando fratres per mundum contigerit
ambulare, in sabbato carnes non comedant ullo modo, nisi propter
gravem intirmitatem et etiam manifestam, vel nisi in eadem die nativitatem domini contigerit celebrari (2).
16. tem statuimus, quod de novo professi non mittantur ad Stu
dium, processu temporis promoveantur ad ordinem dyaconatus,
donee in cantu, si ydonei sunt, instructi fuerint competenter. Et de hoc
adimplendo solliciti sint custodes et etiam gardiani (8).
17. Item ut nos generalibus constitutionibus coaptemus, ordinamus
quod de quolibet loco, in quo XX fratres et supra continue commorantur. gardianus veniat ad capitulum (4) auctoritate nostre electionis, et
umis alius per gardianum electus et fratres ceteros de conventu. De
aliis locis non veniat nisi unus a loci fratribus preelectus. Hoc idem
dicimus de quolibet loco, in quo ad legendum in theologia lectorem (5)
contigerit commorari (6).
18. Item ordinamus quod, quando fratres comedunt vel dormiunt,
valve ecclesie obserentur. Tempore etiam dormitionis omnia [fol. 61]
hostia debeant obserari, sicut in sero fieri consuevit, nisi emerserit
necessitatis vel evidentis utilitatis articulus, quod ad tempus et pro
aliquo particulari negotio expdit contrarium sustinere (7).
19. Item, cum in electionibus non solum attendi debeat numerus,
sed frequenter potius meritum personarum, statuimus ut quilibet electus
in loco, de quo non nisi unus ad capitulum est mittendus, in litteris
testimonialibus sue electionis nomina eligentium secum portet, que in
ipsis litteris exprimantur, ut tam ministro quam diffinitoribus pateat,
an ipsa electio zelo dei et communis utilitatis fuerit celebrata (8).
20. Item ordinamus, ut quicunque carceri mancipatus effugerit ordinis disciplinary vel, ut ipsum possit effugere, inventus fuerit machinari, ab eo die quo iterum captus fuerit, vel quo in machinatione
effraccionis fuerit deprehensus, usque ad annum integrum in carcere
cum rigore discipline debeat sustentan, etiamsi infra bieve tempus m
rito et ex condigno fuerat liberandus vel de carcere extrahendus.
21. tem quicunque tali fratri, ut disciplinam ordinis possit eftugere
consilium vel auxilium dederit direct vel indirecte, et per testes de
hoc legittime possit [fol. 61b] convinci, prter penam in alia constitu
tione superius positam (9), quam ipso facto incurrit, incarceretur, et
saltern uno anno in carcere sustentetur, et etiam plus, si excessus eius
gravis fuerit et enormis.
22. [491]. Item inhibemus, quod nullus frater vadat ad balnea, nisi
de ministri provincialis vel eius vicarii licentia speciali (10).
23. Item ordinamus quod heremitoria possint mittere fratres suos
infirmes ad conventus viciniores propter habenda consilia medicorum,
et heremitoria debent eis in necessariis providere (11).
(1) Cf. Nabb. Bo. 460a; Ehr. p. 123. Stat. Fr. rec. II, Sss. ; Aqu. V, 2ss.
(2) Cf. Nabb. Bo. 453 b. Ehr. p. 98.
(3) Narb. Bo. 451-1. Ehr. p. 49.
Stat. Aquit. VIII, 5.
(4) Cf. Nabb. Bo. 461a. Ehr. p. 129. Stat. Fr ant.
XII, 1; rec. XII, 1; Aquit. IX, lss. p. V, 2ss.
(5) lectionem.
(6) Cf. similem compositionem Capituli Coloniensis Provinciae an. 1315, AFH I, 91ss.
Cf. II, 7 infra.
(7) Cf. Caerem vetusl., AFH III, 65, 9.
(8) Cf. Pab. 128, n. 2.
(9) Cf. 4, supra.
(10) Cf. Stat. Fr. rec. Ill, 1.
(11) Cf. infra
IV, 2, ubi hoc immutatur.
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(1) Cf. Capitul. gle Patavinum 276; Ehr. -18. Est oratio illa sive collect
in missis dicenda.
(2) Nakii. Bo. 152b. Ehr. p. 93, 1. 10. ss. Cf. Stat.
Aquit. p. Ill, 5; Fr. rec. II, 15ss.
(8) Cf. Exiil qui seminrU, Nicolai , 1279.
15aug. : Sbaralea, AFIII, 404-16, 412-8. Cf. Stat. Aquit. p. IV, 7; Fr. rec. II, Hiss.
(4) Cf. n. 28, supra.
(5) Narb. 15o. 458b; Ehr. p. 98: ' nee comedant
nisi prelatis et dominis terrarum et vins religiosis '. Cf. St. Fr. rec. V, 8.
(6) Stat. Fr. rec. IV, 4.
(7) Cf. Pak. Ill et nota.
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31. Item ordinat minister cum toto capitulo, quod quicunque exierint
locum fratrum sine licentia prelatorum vel vicariorum ipsorum, tanquam
apostate puniantur (1).
32. Item precipit minister de volntate diffinitorum, quod nullus
frater [fol. 63] intromittat se de aliquo matrimonio tractando, sine ministri licentia speciali, nee de aliquo traetatu, qui possit in detrimentum
aliquarum partium redundare (2).
33. Item committit minister custodibus et gardianis, quod iuvenum
insolentias, audacias, irreverentias, presumptiones, contemptiones, loquacitates compescere debeant, ipsos de locis emittendo et alias penitentias graves inponendo. Quod si se non correxerint, per prelatos suos
denuntientur ministro et provinciali capitulo. Nee tales promoveantur
ad ordines sacros, nee ad officia ordinis predicationis et confessionis,
nee in studiis permittantur; layei vero qui circa predieta fuerint viciosi,
pena debita puniantur, et ad boc prelati firmiter teneantur (3).
34. Item ordinamus, quod fratres omnes de provincia, qui sunt Padue pro studio, sequantur chorum, nisi in horis parvis, que possunt
introitum scolarum et Studium inpedire (4).
35. Item ordinamus, quod nullus frater a XXX* annis et infra litteras aliquas alicui persone intra ordinem vel extra aliqua ratione trans
mittal vel ab aliqua persona reeipiat, nisi prius eas offerat gardiano
vel vicario. Si quis vero contrarium fecerit, una vice infra ebdomadam
ad comedendum panem et aquam tantum firmiter sit astrictus. [fol. 63b]
Et si quis in huiusmodi inventus fuerit viciosus, provinciali ministro
vel eius vicario penitus nuncietur (5).
36. Item ordinamus quod fratres, qui sunt in domo discipline, nulli
fratri singulari aliquid scribant absque provincialis ministri licentia
speciali, sed scribant loco sive conventui ubi manent.
II.
Ute sunt ordinationes nove edite in eodem capitulo Tervisino [1290].
1. Item ordinat minister cum provinciali capitulo, quod prelati et
ipsorum vicarii non passim et pro levi causa subditis aliquid per obedientiam preeipiendo inponant (6), sed cum tranquillitate anime et deliberatione, considerate conditione inferiorum, prudenter et discrete se
habeant in huiusmodi circa ipsos, propter obedientialis transgressionis
periculum evitandum.
2. Item ordinat, quod egredientes de ordine non reeipiantur, nisi
salva ordinis disciplina, secundum quantitatem delicti et arbitrio minis
tri de consilio discretorum (7).
3. Item ordinat, quod nulli fratri pro penitentia auferatur habitus,
sine ministri licentia speciali.
(1) Cf. Par. 116 . 3.
(2) Slat. Fr. aril. VII, 1 ; rec. VI, 1.
(8) Par. Ehr. 116, et Dfinit. Capituli glis Montispessulani 1287; 1. c. n. 8
et p. 58: ' Item quod ministri compescant iuvenes et alios insolentes, et re
primant eos per privationem vocum in electionibus vel alias cum consilio
discretorum '. Cf. Stat. Aquit. VII, 2, p. VII, 4; Fr. rec. VII, 6.
(4) Cf. Par. Ehr. 107-8 . 1; p. 109, . 3, et Capit. gl. Assisii 1279 et Ar
gentina 1282, 50, 52.
(5) Cf. Narb. Bo. 451a; Ehr. p. 89: ' Tempore vero
novitiatus non loquantur oum aliquo seculari vel religioso alterius ordinis
sine licentia et socio assignato, nee litteras vel aliud recipient vel mittant
sine licentia speciali '. Stat. Aquit. IV, lOss. ; Fr. rec. IV, 22s.; VII, 18ss.
(6) Cf. Speculum Perfectionis, cap. 49, d. Sabatier. Cf. Stat. Fr. rec. IV, 12.
(7) Cf. Karb. Bo. 458a; Ehr. 117, 1. 1.
462
463
IV.
Iste sunt ordinationes seu diffinitiones capituli provincialis aput Paduam
celebrati Anno Domini MCCLXXXXI.
1. Item mandat minister per obedientiam, de consilio et assensu
capituli provincialis, quod nullus frater procuret per se [fol. 65] vel per
interpositam personam elemosinam annuatim vel perpetuam sibi dimitti.
Quod si aliquibus iam sunt dimisse alique elemosine, vel penitus insciis,
fratribus (1) nullatenus procurantibus dimitterentur in posterum, illas
non recipiant directe vel indirecte sine ministri licentia epeciali. Qui illas
dispenset, secundum quod fratrum conditionibus et necessitatibus, quibus
relete sunt, et alus indigentibus videbitur expedir, statuto generalis
capituli et generalis ministri super hoc edito, semper salvo (2).
2. Item mandat minister de diffinitorum consilio et assensu provin
cialis capituli omnibus gardianis et vicariis eoruudem, quod bene provideatur infirmis tam in conventibus quam in heremitoriis de communibus elemosinis, secundum quod dicit statutum capituli generalis (3) et
exigit debitum caritatis. Quod si qui contrarium fecerint, a subditis
accusent ur. Et tales in hoc notabiliter viciosi ab officiis absolvantur.
3. Item mandat minister quod nullus mittat, scribat, mitti vel scribi
faciat alicui mulieri religiose (4) vel alii non propinque vel affini, vel
recipiat directe vel indirecte, vel quocunque modo litteram aliquam,
nisi prius earn ostenderit gardiano [fol. 65b] vel eius vicario, et transgressores ministro penitus accusentur. Et ad hoc denuntiandum, qui
sciverint (5), firmiter teneantur.
4. Item mandat de consilio et assensu provincialis capituli per
obedientiam, quatenus ex certa scientia nullus et deliberatione previa
portet, mittat, vel recitet in verbis vel ecriptis aliquid quod possit rationabiliter redundare in scandalum alicuius (6), speoialiter quod favorem vel depressionem unius partis adversus aliara quomodolibet respicere videretur (7).
5. Item ordinat, quod quando fratres laborant in extremis, fratres
omnes, si hora congrua fuerit. ad tonura campanelle conveniant ad infirmum, ut pro ipso ad Dominum suppliciter intercdant (8).
6. Item placet capitulo et ministro, quod inquisitores heretice pravitatis in dormitorio de nocte dormiant per totam provinciam, sicut ceteri fratres de conventu (9).
7. Item cum inquisitorum et visitatorum dominarum pauperum
officium quasi per totam provinciam se extendat, ordinat et vult capitulum, ut in omni loco provincie vieitentur, ubi eos contigerit excessisse.
8. Item de concessione generalis ministri, ordinat provin
ciale [495] capituluin. quod idem diffinitores non possint eligi ad idem
officium, nisi de quarto in quartum annum inclusive, duobus capitulis
intermediis [fol. 66]' vacaturi (10).
464
V.
Iste sunt ordinationes vel constitutiones facte in provinciali capitulo Vincencie
celebrato MCCLXXXXIIII, in translations beati Francisco [25 maii].
1. Ordinat et vult minister et provinciale capitulum, quod lectores
iuxta statutum capituli generalis suas ordinarie continuent lectiones, et
libros inceptos perficiant tideliter, sicut possunt (1). Quod ei contrarium
fecerint, priventur socio, et vadant continue ad officium, et nibilominus
provinciali capitulo accusentur. Et super hoc, quando per gardianum
de exceesibus ministri vel custodis inquiritur, specialiter inquiratur et
capitulo conscribatur (2).
2. Item ordinat, quod fratres caveant sibi, ne asportent de civitatibus
vel terris res aliquas suas vel alienas contra banna et statuta trrarum,
propter quae posset ordini scandalum suboriri. Et contrarium facientes
provinciali capitulo accusentur.
3. Item per custodes inquiratur specialiter in locis suis a fratribus,
si qua alicubi debita contraxerunt (sie), et contrahentes cogant ad So
lutionen! plenariam, sive auferendo eis libros sive res alias, si quas
habent, et in hoc notabiliter viciosi denuntientur ministro et provinciali
capitulo, qui eos puniat [fol. 66 b] acrius, sicut videbitur expedir (3).
4. Item ordinat, quod fratres layei coronas non portent, nee rasuras
post aures posteriores portent, sed vel radantur totaliter, vel incedant
sicut est laycis in ordine constitutum (4).
6. Item ordinat, quod gardiani teneantur usque ad festum Sancti
Andre ad minus induere fratres suos. Et contrarium facientes provin
ciali capitulo accusentur. Quod si aliquis gardianus propter necessitatem
vel rationabilem causam aliquam non posset fratres suos induere tem
pore memralo, custodi suo inpotentie causam exponat, qui terminum (5)
sibi prolonget, sicut videbitur expedir (6).
VI.
Constitutiones facte in provinciali capitulo Padue celebrato.
MCC nonagsimo V".
1. In primis quod pulsetur in locis singulis de sero campana ter
paulatim ad honorem virginis gloriose, et tunc fratres omnes genuflectant, et dicant ter Ave Maina gratia plena (7).
2. Item quod ill i fratres, qui habent predicationis officium, et ydoneitatem habent ad predicandum, et tarnen predicare nolunt, priventur
per ministrum officio predicationis.
3. Item amoveantur faganelli vel alie aves, exceptis [fol. 67] hiis
que per generale capitulum conceduntur (8): et panni linei vel camixoti
de subtunicis, et sudaria circa collum saltern in die.
4. Item ludi scacorum et consimilia et cutelli ad percutiendum (9).
(1) Par. 107.
(2) Cf. Narb. Bo. 461b; Ehr. 180, 1. 5s.
(3) Cf. Narb.
Bo. 452b; Ehr. 93. Stat. Ai/uit. p. Ill, 4; infra, VI, 5.
(4) Cf. Narb. Bo. 457a. Ehr. 100.
(5) terminet.
(6) Cf. Narb. Bo. 451a-b; Ehr. 90; supra III, 1. Slat. Fr. rec. II, 25ss.
(7) Cf. Capit. Assis. 1209, Ehr. 40. Devotio haec introducta est circa 1250
a B. Benedicto Aretino; cf. Golubovich, O. F. M. Biblioteca T. 8. I, 1906,
146; of. AFH VII, 134.
(8) Nakb. Bo. 453 a; Ehr. p. 96. Faganellus = &sanellus.
(9) Cf. supra, IV, 4, 5, 6.
465
466
AQUITANIAE ET FRANCIAE
(saec. XIII-XIV)
I.
Statuta et definitiones Frovinciae Aquitaniae saec. XIII.
Constitutions provinciales ineditae, quas infra primo in loco evulgamus, licet in MS. nomen Provinciae prae se non ferant, certe Provinciae Aquitaniae sunt. Huius enim Provinciae non solum fuerunt loca, in quibus cuilibet Custodiae conceditur duo studentes
habere, seil. Tolosae et Burdegalae (1), sed etiam loca in quibus
celebrata sunt Capitula provincialia, quae statuerunt Ordinationes
(sive Definitiones) post Statuta provincialia in MS. nostro contenta,
seil. Coudomium, Burdegalae, Lemovicum, Tolosa, demuin Petragoricum (2). Ordinatio etiam circa conventum Vauri, a Custodia Albiensi dividendum et Custodiae Tolosanae reddendum (3) idem
comprobat. Denique etiam Conventus, in quibus Capitula cele branda
ordinantur (4), Provinciam Aquitaniae praeter omne dubium indi
cant, cuius etiam (si vis, superflue) decern Custodiae expresse
enumerantur (5).
Constitutiones Aquitaniae inveniuntur (quantum nobis saltern con
stat) in solo cdice Vaticano Burghesiano 86, de quo iam disseruit cl.mus P. Franc. Ehrle(6), Bibliothecae Vaticanae praefectus, et quo favente anno 1911 partem istam codicis praelaudati pho
tographie ipsi depinximus.
Est MS. pergamenaceum, in-8, ff. 180, miscellaneum, constans
octo saltern operibus, quae a varus descripta fuerunt saec. XII-XIV.
Insunt tractatus medicinae et theologiae. Constat codicem seil, sal
tern tracta tus eius priores fuisse olim bibliothecae Poutificiae Avinionensis, in quam e spoliis Iohannis Grand, archiepiscopi Bre(1) Cf. Caj). VI, num. 1 ; infra, p. 474.
(2) Cf. p. 477, 78sqq.
(8) Cf. p. 479sq.
(4) P. 475, n. 1.
(5) P. 479, n. 8, 6. De his of. E. Eubel, Provinciate Ord. FFr. vettut., Ad
CI. Aq. 1892, 16-18; idem, ap. Eubel, BE V, 1898, 582. Provinciale exaratum
fuit circa an. 1835. cf. Girol. Golubovich, Biblioteca d. Terra Santa, II, Quaraeehi 1918, lOlss. (Cf. AFH VII, 182 sqq.). Cf. Barth. Pisanuni. AF IV, 537-9.
(6; Archiv, f. Lit. . Kirchengesch. des MA. (ALKG), VI, Freiburg 189*3, 75.
467
mens is, qui anno 1327 die 27 maii Avinione obiit (1), pervenerat. Septimo loco in eo numeratur, f. 165v-171v: Compendium maius octo
procesmum papalium cum quibusdam allegacionibus catholicis contra
Ludovicum Bavarum. De hoc cl. R. Scholz recens egit(2) (iuxta
solum dictum codicem), probans illud an. 1328 conscriptum esse ab
anonymo quodam clerico papali, e Germania oriundo; quod Compen
dium idem edidit (3). A scriba coaevo exemplatum fuit.
Octavo et ultimo loco, in codice insunt ab u n o amanuensi (certe
a Fratre Minore Aquitanico) sive saeculo XIV ineunte sive saeculo
XIII exeunte descripta folia numerata f. 173r-180v. Quae folia ordine praepostero codici impacta fuerunt, et ordini sequenti restituenda
sunt: 175r-v, 176r-v; 173r-v, 174r-v, 179r-v, 180r-v, 177r-v, 178r-v.
Quae folia haec continent 1) f. 175ra-rb: Definitiones, quas
P. Ehrle Capitulo Assisiensi 1279 recte tribuit, quaeque ex abrupto
incipiunt desunt ergo aliqua folia antur ad duplum. Dicant ministri quae P. Ehrle hinc edidit ALKG VI, 49-50(4); 2)
f. 175rb-176rb Hec sunt constitutiones edite in capitulo generali Mediolani celebrato [1285], quas hinc idem edidit, 1. c. 53-55 ; 3) f. 176rb-va
Responsiones ad consultationes ministrorum [1285], hinc edidit
idem, 1. c. 55-56 ; 4) f. 176 va-b Hec sunt Constitutiones edite in
capitulo generali [alia in margine] : apud Montem Pessulanum cele
brato ; tunc in textu: Anno domini M0CCLXXKIX0 in capitulo
apud Montempessulanum (legas 1287) (5), quas hinc idem publicavit,
1. c. 58-59 ; post quae : Expliciunt constitutiones generates . Post
haec statim (eadem manus) prosequitur: 5) Incipiunt constitutiones
provinciates, scil. Aquitaniae, quas habes f. 176vb, 173r-v, 174r-v,
179r-v, 180r-v, 177r-v. Ubi subnotatur: Explkiunt constitutiones*.
Linea quae adhuc in imo fol. 177vb vacabat, impleta est litteris meri
complimenti causa. Remanet ergo adhuc collocandum f. 178r-v.
Ibi f. 178ra in tertia parte infima legitur: 6) *Iste sunt diffinitionea
capituli generalis Argentine celebrati [1282), quas hinc P. Ehrle edi
dit. 1. c. 50-52; quaeque f. 188vb ultima in linea expliciunt: aliud
ordinetur . Pars autein prima folii f. 178ra, scil. ante dictas De
finitiones Argentinae factas 7) ex abrupto f. 178-ra ita incipit, absque
ulla rubrica, solo signo paragraphi praemisso : Fratres viginti vicibus
(1) L. c. Cf. Ehrle, Historia bibliothecae Romanontm Pon/ificum, I, Eomae
1890, p. '218, not. 372: p. 370, num. 1096. De quo episcopo cf. P. Eubel, Hierarchia, I2, 1913, 144-5 (non obiit 30 maii).
(2) Unbekannle Kirchenpolitische Streitschriflen aus der Zeit Ludtcigs ties Bayem, I, Rom 1911, 70-8. (Cf. AFH VII, 347 sqq.).
(8) L. c. II. Rom 1914, 169-87.
(4) Iuxta MS. Philipps, 207 (nunc est el. v. A. G. Little) hae Difinitiones ita incipiunt ; of. Little, ap. English Historical lievieic, (EHR) XIII, Lon
don 1898, 707: Diffinitiones capituli Assisii celebrati [1279] 1) Nomen s. Elizabet
ponatur in tetania breviarii. 2) Item dicatur a minislris in mis provinciis, quod in
litteris mitlendis ad capitulum generate de statu provincie non ponatur ministri nomen
provincialis. Cf. Ehrle 1. c. VI, 49. In dicto IklS. adest vero insuper sola sequens:
Cum ordo non obmittant. Cf. Little, 1. c. 708. Cf. supra. 447.
(5; Cf. Ehrle 5S: Chron. 24 Gen., AFH III, 407; AFH II, 467.
468
469
Generalium Ministr. 0. M. compilavit. His autem operibus non obstantibus, nonnisi pauca de Capitulis et Ministris provincialibus Aqui
taniae 1250-1374 scimus. Quae notitiae debentur dicto Fr. Arnaldo,
e quo etiam cl. P. Oth. on Bans an, 0. F. M., modernus Aquitaniae
Provinciae historiographus (1) hausit, quidquid de Ministris, Capitulisque dictae periodi proposuit (2).
Fr. ergo Arnaldus haec Capitula provincialia Aquitaniae celebrata commemorat: Albiae et Ageni an. 1279(3), Brivae an. 1295 (4),
Figiaci, 8 sept. 1296 (5), Tolosae 1307 (una cum Capitulo gli) (6),
Condomii 1321 (7), Montis Albani 1328 (8), Beulae, 22 iul. 1329 (9).
Dicta loca non correspondent illis quae Definitiones Lemovicenses (10)
pro Capitulis, quamvis non absolute, assignaverunt. MS. vero nos
trum ex istis Capitula habita commemorat Tolosae (11), quod forsan
non absque ratione anno 1307 tribueret quispiam, et Condomii (12).
Supra dictis adiungas velim in Capitulo generali Barchinonensi
an. 1313 statutum fuisse (13), de Generalis conscientia Tolosae poni
posse bachalareos pro magisterio ibidem praesentandos. Qui honor et
locus auctus studii minoritici Tolosani in nostris Statutis non apparet.
Befert vero Fr. Arnaldus aliquid de Statutis provincialibus Aqui
taniae, quod hie silentio premere non licet (14).
Et eodem anno [1328]... in conventu Montisalbani in provinciali
capitulo de mandato dicti domini fratris Bertrandi (15), Vicarii Ordinis, certis ex causis Constitutiones, qaas fecerat fr. Michael [de Cesena] (16) in Provincia Aquitaniae (17), fuerunt totaliter abolitae .
Quo in loco, d e a 1 i i s Statutis provincialibus pro Aquitania latis,
agi opinamur, quanquam sententia quae hoc teneat vix refutari queat,
neque rigorose excludatur illis, quae supra disseruimus, de epocha,
qua Statuta nostra condita fuerint (1290-1312). Si econtra admiseris
Statuta nostra esse revera ilia Fr. Michaelis Cesenatis, obvie explicares quoque, cur in Curiam pontificiam allatae fuerint, soil, occasione
processuum contra eum, suosque motorum inde ab anno 1228 (18). Sed,
hoc ut accideret, plurimae vigere poterant rationes, causae et occasiones; unde in hypothesium ingluviem hie ruere nolumus.
(1) L'Aquitaine Seraphique, I-IV, Auch-Vanves-Tournai 1900-1907 ; of. AFH
I, 634ss.
(2) Aq. Sir. I, 66, 76, 77s., 113, 110s., 152s., 157, 184, 200s., 229;
of. 246-8. De Ministro anni 1248, of. AFH IV, 620; V, 46. n. 4.
(8) AF III, 373.
(4) L. o. 432.
<o) L. o.
(6) L. o. 455-6.
(7) L. c. 474.
(8) L. o. 487 sq.
(9) L. c. 489: (of. 505, 537, 545 , 558).
(10) Cf. p. 478, IV, 1.
(11) Cf. p. 480, p. VI.
(12) Cf. p. 477 ; II.
(13) Ch. 24 Gen., AF IU, 468. Cf. 1. o. 5(50: An. 1365 Tolosae magistrandi
ooaequabantur Parisiensibus, iubente Urbano V.
(14) AF III, 487s.
(15) De Turre; of. AFH II, 639. Vioarius Ordinis institutus 18 iun. 1328;
cf. BF V, 349.
(16) Cf. AFH I.e.: depositus a Generalatu quem tenuit ab anno 1816, 6 iun.
1328; BF V, 346; quanquam Capitulum gle Bononiae 1328, (22 maii) eum deponere noluerat: cf. AFH 1. c.
(17) Nos hie virgulam posuimus; quam si hie omittas et post vocem Mi
chael ponas, sensus sat differt: soil, (.'onstitutiones (gles) Michaelis pro Aqui
tania abolitae sunt. Sed istius modi sensus minime commendari potest.
(18) Cf. AFH II, 040; III, 253 sqq., IV, 19sqq.
470
Notemus tamen oportet, ea quae in Statutis nostris tanquam Sententia Ministri Generalis inducuntur, oinnino laudabilia et severiora
esse (non laxa), v. gr. quae edixit contra proprietaries (III, 10) (1), de
osculis (IV, 9) (2), de aetate confessariorum et praedicatorum (VI, 8) (3).
Statuta Aquitanica in aliis Constitutiones generates coarctant, in
aliis vero laxant, uti ex adnotationibus nostris elucet.
Cum eorum epocha plane certa non constet, utile duximus et
Narbonenses Constitutiones (1260) (4) et Parisienses (1292) (5), necnon
et Assisienses (1316) (6) in adnotationibus comimmiter allegare; quibus
et alia Statuta accedunt, quae rarius appellanda veuiebant. Xonnisi rarius verba Constitution um Aquitanicarum cum Statutis generalibus conveniebant ; quam congruentiam signavimus. Interdum
etiam ad alia Statuta provincialia, scil. Provinciae Marchiae Tervisinaeil) et Provinciae Franciae antiqua (8), quae cl. A. Q. Little
supra denuo evulgavit, necnon et ad aliam recensionem paulo iuniorem
Statutorum eiusdem Provinciae Franciae (9) lectores amandavimus.
I.
[Statuta et Definitiones Provincialia Aquitaniae saec. XIII].
[F. 176vb] Incipiunt constitutiones provinciales.
Primo de religionis ingressu ; secundo de qualitate habitus ; III" de observantia paupertatis ; IIII" de forma interius conversandi ; V" de modo
exterius exeundi; VI" de occupationibus fratrum; VII" de correctione
delinquentium ; VIII" de divino officio et de suff'ragiis defunctorum ; IX"
de modo veniendi ad capitulum provincials.
[De religionis ingressu]. Primum capitulum.
1. [f. 173ra] Precipit minister, ne quis ad ordinem recipere presumat
sine sui licentia speciali (10) ; et si quis contrarium fecerit, XV diebus ieiunare tantuvi in pane et aqua et totidem portare (11) probationis capucium
teneatur.
2. Eidcm pene subiaceat recipiens, contra generate statutum (12), aliquem deffectibilem in etate, et sic receptus ab online expeUatur.
3. Habitus etiam noviciomim detur omnibus, preterquam personis personatum habentibus, vel sacerdotibus, vet baccaUariis in aliqua scientia,
vel alias persone cut secuiulum Deum videretur habitus (13) concedendu-s.
(I) P. 472.
(2) P. 478.
(3) P. 475. Ad rem of. Ehrle, 128, n. 2. Supra, 449.
(4) Cilantur Nb. Cf. ed. ap. S. Bonaventurae, Opera, VIII (1898), 449-64
(citanlur Bo)\ ed. Franc Ehrle, ALKG VI, 87-138 (eiiantur Ehr.).
(5) Ed. Fr. Ehrle, 1. c. in adnotationibus ad paginarum calces. (Citantur Pr.).
(6) Ed. cl. Arm. Carlini, AFH II. 276-302, 508-26. (Citantur As.).
(?) P. 456-155: Stat. M. Terv.
(8) P. 449-53: Stat. Fr. ant(iqua).
(9) Stat. Fr. rec(entiora) vel simpliciter Stat. Fr., edita infra p. 484 sqq.
(10) Nb., c. 1; Bo. 450b., Ehr. 88. Cf. infra p. Ill, 9; Stat. Fr. I. lss.
(II) B pertare.
(12) L. c. anni saltern 15-18 postulantur.
(13) Scil. professorum statim concedendus. Cf. BF I, 1!>8.
471
472
vel se obliget pro aliquo mutuo nec procuret, quod secularis alicui seculari mutuet; nisi plene secularis recipient se plenarie obliget mutuanti,
ita qtiod nullo modo mutuans recursum habeat contra fratres.
9. Nec libros (1) communes vel alicui fratri deputatos ad usum, aliquo
modo pignorari obliget, sine expressa et speciali licentia ministri, qui nulli
del licentiam nisi pro necessitatibus et utmtatibus fratrum. Nec aliquis
frater alienet aut commutet sine ministri expressa licentia. Et si quis
contra fecerit tanquam proprietarius a ministro vel custode puniatur.
10. Sententia enim Ministri generalis(2) est, quod quicunque
frater(3) helemosinas sibi datas vel ordini, extra ordinem dederit, sine
ministri vel custodis licentia, proprietarius est. Concedit tamen, quod gardianus possit licentiare fratres de rebus parvi valoris (4).
11. Excessus in mensis et invitationibus [in festis] sanctorum Francisci et Antonii, missis novis, quo poterunt honestius evitentur, et transgressores acrius puniantur.
12. NuUus incipiat causam aliquam notabilem coram quocunque iudice absque expressa ministri licentia, [f. 173vb] nec iuret aliquis coram
iudice vel in aliqua causa vel alicui fratri, vel recipiat iuramentum a
fratre, absque superioris licentia speciali.
18. Nec repetantur funera(b) in iuditio vel cum litigio aid per violentiam corporalem.
14. Iumenta ^6) nulio modo nomine ordinis teneantur, et si aliquando
opera iumentorum indigeant, non infra clausuram fratrum, sed extra
teneantur et arena similiter pro eisdem.
De forma interius conversandi. MM Capitulum.
1 . Eodem modo et sub eadem pena servetur silentium in mensis extra
reffectorium et secularium, quo reffectorio a generali Capitulo traditur observandum (7), excepto quod intus et extra, que kedificacionis fuerint. possint loqui.
2. Totus conventus extra reffectorium pitantiam non recipiat (8) et
simbola et alia convivia excessiva et superflua acrius conpescantur (9).
3. Fratres omnes tarn de custodia quam de conventu, .live minuti, site
hospites (10), ex quo semel in domo comederint, cenent simul in reffecto
rio cum. conventu, et ibidem pottis post cenam forensibus et minutis, qui
bibere voluerint, hora congrua ministretur.
4. Fratres forenses confUeantu'r (11) confessoribus assignatis a gardianis vel eorum vicariis, quamdiu fuerint in conventibus alicnis, nisi
de prelatorum suorum licentia socios habuerint coiifessores.
5. Confessiones .ve-[f. ll\ra.]-cularium non audiant{\2) ante Primam,
nec tempore dormitionis vel comestionis nec, post Completorium, nisi ne
cessitate urgente et fratre socio et societate ydonea assistente.
(1) Cf. Lugd. 580, 4. Stat. Fr. II, Gs.
(2) Hio primum Sententia ista,
tanquam statutum sive lex citatur. Hoc in casu certe reete sentiebat Minister.
(8) B fralrei.
(4) Cf. infra, p. IV, 7.
(5) Cf. Pr. 96 not. 1. lOss.
(6) Pr. %, not. 1 hoc relinquitur provinciali capitulo; 104, n. 7.
(7) Cf. Nb., Bo. 453-4, Ehr. 99; As. 288, Ss. Cap. gle Lugduni (1274) Ehr. 44.
Infra, p. Ill, 9. Stat. Fr. ant. VI, 7.
(8) Cf. As. 283, 4. 1. 20ss.
(9) Cf. Nb., Bo. 153b, Ehr. 98; As. 283, 6.
Stat. Fr. ant. VI, 1; M. Terv. Ill, 9.
(10; Cf. Nb., Bo. 453, Ehr. 97-8;
99 1. 26s.
(11) Nb., Bo. 454a-b, Ehr. 100; Ass. 284, 15. Stat. Fr. VIII, 8.
(12; Nb., cap. VI, Bo. 455-6, Ehr. 105; Ass. 288, n. 3. Horae revera 11. cc. relinquuntur determinandae Capitulo provinciali. Stat. Fr. ant. IX, 1; rec. VIII, 1.
473
474
475
3. Omnes fratres ad studium deputati, necnon et predicatores et confessores, nisi intersint lectoris lectioni cum legitur, dicant in capitulo expres.se culpas suas(l).
4. Ad idem teneantur predicatores sive studentes, qui inter fratres
litteraliter (2) non loquuntur.
5. [f. 179ra] Item fratres omnes, tarn clerici quam layci, qui non sunt
ad studium deputati (3), habeant semper offlcium ordinatum in conventu,
ne de ocio contra regulam(4) videant[ur] iudicari.
6. Nullusque mittatur ad viUam vel extra, iuxta generate statuturn (5), sine socio maturo, provido et discreto. Et intrantes villam, loca
et negotia exprimant, alias licentia minime concedatur (6).
7. Fratribus studentibus Parisius provideatur (7) a suis custodibwi
in XXX libris turonensium, que in libris utilibus convertuntur ; qui libri
post mortem eorum ad suas custodias libere revertantur.
8. Vult Generalis, quod exequcio offttii predicatoris nuUi conceda
tur vel auctoritas audiendi confessiones, nisi fratribus approbate conversationis (8) et XXX etatis annum (9) transegeri[?i]t, nisi ratione vite et ,
scientie visum fuerit expedire.
De correctione delinquentium. VII Capitulum.
1. Quicunque pro vicio ignominabili vel heresis (10), vel gravis percussionis (11) incarceratus fuerit, nunquam de carcere educatur sine licentia
Generalis.
2. Si vero aliquis inventus fuerit insolens, et cum hoc habeatur suspectus de lubrico carnis (12), vel impositor falsorum criminum (13), si monitus et correptus, non se correxerit et eius incorri[gi]bilitas denuntiata
fuerit ministro et [f. 179rb] difpnitoribus, vult Generalis, quod primo
incarceretur, postmodum de ordine expellatur ; et si clericus fuerit, in
carcere perpetua teneatur.
3. Quodsi suspectus de lubrico non fuerit, vel infamaforyli), ut dictum
est, et monitus et correptus non se correxerit, privatus legitimis actibus,
ad tempus eciam privetur habitu ordinis.
4. Aliiautem perturbatores fratrum (15) incorrigibilespriventur legitimis
actibus, et excessus istorum penitus ministro et difpnitoribus ?iuncie[n]tur.
De divino officio et de suffragiis defunctorum. VIII capitulum.
1. In divino officio servetur rubrica et cantus ecclesie romane(lG). Et
gloria in excelsis deo non dicatur in missis votivis (17), nisi in missis
que in provintiali capitulo celebrantur.
(I) Cf. Pr. 107, nota; As. 291, 16. Cf. Stat. Fr. ant. VIII, 8; rec. VH, 3ss.,
et Statute Umbriae, AFH V, 526, 6.
(2) Id est latine. Du Carige, s. v.
Stat. Fr. VII, 2.
(3) Nb., Bo. 455b, Ehr. 104-5; As. 288, 1.
(4) Cap. V; Opmcula, (58.
(5) Nb., Bo., Ehr. 100; As. 285, 1: . Nullm
emittatur nisi sit maturus moribus, vel cum socio provido et securo (discreto : MS.
Ottob. 15).
(6) Cf. supra, V, 7.
(7) Nb.. Bo. 456b.; Pr. Ehr. 109.
(8i Cf. Nb., Bo. 455b, Ehr. 105; As.
288, 3, 1. 16ss. Infra, p. IV, 4s.
(9) Pr. 128, not. 2; As. 517, 81.
(10) Nb., Bo. 457 a-b, Ehr. 113, 1. 5; As. 295, 9. Cf. Stat. Fr. XI, lss.
(II) Cf. Nb., Bo. 457b, Ehr. 114; Pr. 114, n. 2; As. 296, 15-6.
(12) Cf. Nb., Bo. 457b, Ehr. 114; As. 297, 22-8.
(13) Cf. Pr. 114; As. 296, 17-8.
(14) Cf. Pr. 114: As. 296, 17.
(15) Cf. Nb., Bo. 457b, Ehr. 115; As. 298, 24. Cf. infra, p. Ill, 7, p. VII. 7.
Stat. Fr. IV, 25, XII, 15.
(16) Cf. Ordinis Caeremoniale vetust. ed. H. Oolubovich, AFH III, 64sqq., 56.
(17) Cf. 1. o. 72, 49; 70 37. Cf. 1. c.
68 nota 1.
476
2. In die cene convenienttbus fratribiis in capitulo ad mandatum, induant se duo acoliti superpeUiciis et subdyaconus et dyaconus soUempnioribus indumentis, et assumptis luminaribus ab acoUtis, ordinate procedentes intrent capitulum, ubi parato pulpito dicatur evangelium a dyachono. Quo dido (1), redeant ut venerunt.
3. Thurificetur in missis conventualibus (2) et in festis IX lectionum
et octavis.
4. Ministri utantur dalmaticis (3), ut inter festum et feriam dis[f. 179va,]-tinguatur.
5. Fratres iuvenes et novitii instruantur in cantu, et assignetur eis
magister, qui eos intruat, a custode (4).
6. Ad compescendum excessus in j>annis aurifrigiatis et sericis (5),
ordinamus quod pannis simpliciter sericis et unicoloribus pro vestimentis
ecclesiasticis uti possint. In quocunque autem conventu, ubi est studium
theologie, duo paria indumentorum aurifrigiata habere valeant, pro sollempnitatibus maioribus.
7. Ordinamus etiam, quod in quolibet conventu, ubi contigerit fratrem mori, conventus et quilibet frater celebret pro eodeni. Pro aliis au
tem fratribus in provintia decedentibus quolibet mense a singulis conventibus una missa de mortuis celebretur (6).
De modo veniendi ad capitulum provintiale. IX capitulum.
1. Electus autem pro veniendo ad capitidum provintiale, venire per
obedietitiam teneatur, nisi legittimum impedimentum iudicio custodis, si
commode requiri possit, et iudicio discretorum, si contingerit remanere.
2. Et quia dubium est, an gardiani mittantur a custodia ad provincicde capitulum. (7), ideo cuilibet gardiano in suo conventu legatur pro
pria visitatio, ut si contingat eum non proficisci, possit per litteras re
sponded (8).
3. Teneantur autem illi qui ibunt ad pro-[n9\'b]-vinciale capitidum
scripta cpnventuum fideliter portare, et Mis quibus mittuntur, firmiter
presentare.
4. Et ad provinr.iale capitidum non veniat nuntius de qiudibet custodia
nisi unus; et multitudo venientium ad capitulum evitetur(9).
5. NuUus frater qui de corpore capituli esse non debet, appropinquet ad locum capituli, nisi ad V leucas, nisi a ministro specialiter sit
vocatus, vel pro serviendo a custode Mius custcdie, in quo capitulum celebratur, frater de siui custodia sit spetialiter depidatus. Et qui contrafecerit, nisi per consequent aliud capitidum fiterit restitutus, quantum
ad vocem in capitulo sicut novitius habeatur.
6. Libri fratrum defunctorum, ad provintiale capitulum delati, distribuantur per ministrum et difpnitores (10) fratribus de cusfodiis, wide
fuerunt asportati.
(1) Supple et mandato peraclo; cf. Statuta lilurg. an. 12(13, ed. H. Golubovioh, AFH IV, 72, 32.
(2) Cf. Caerem. vet., I. o. 76, 77; 72, 52-56.
(8) Cf. 1. o. 77, 83; 78, 91, 52, 56.
(4) Cf. Nb., Bo. 450-1, Ehr. 89; As. 278, 5-6. Cf. Stat. it. Terxi. I, 16.
(5) Cf. Nb. Bo. 452b, Ehr. 94-5, 95, 1. 9-11; As. 281, 9-10.
(6) Cf. Pr. 137; As. 525, 1. Sed ibi ad res singulorum conventuum, uti
et alias, minime descendituv. Stat. Fr. XII, 25.
(7) Soil, ad prov. Ca
pitulum non veniebant, nisi tamquam Discreti eleoti essent. Infra, p. II, 1.
IV, 2. Stat. M. Tern. I. 17; II, 7. Stat. Fr. ant. XII, 1; rec. XII, 1.
(S) Nb., Bo. 461b, Ehr. 130-1; As. 519, 12.
(9) Nb., Bo. 461a, Ehr. 129;
As. 517, 2.
(10) Cf. Nb., Bo. 462a, Ehr. Ill, 131; As. 520, 16. Infr. p. VII, 3, 6.
477
0-) quilibel.
(2) hic legit cum pro omnium; cf. p. V, 2. Immutatur
supra IX, 4. Nb., Bo. 461a, Ehr. 129; As. 517, 2.
(3) Cf. supra IX, 5.
(4) etiam quam.
(5) Cf. Stat. M. Tero. II, 6; infra, p. V, 8.
(6) haec tria ultima verba in ipso textu habet.
(7) discurmm.
(8) Cf. supra, V, 7.
(9) Cf. supra, IV, 8 et V, 7 ; infra, num 8.
(10) Cf. supra, V, 7, 8.
(11) L. o. 8. terminus trium dierum adsignatur.
478
4. Item custodes et gardiani fratres sibi subditos compeHant ad solutionem debitorum (1), que debent fratribus vel aliis personis, assignato
ad solvendum termino conpetenti. Post quern, si solutum non fuerit, accipiant Ubros et res alias fratrum non solventium eo modo quo dictum est,
et inpignorent vel vendant intra ordinem, ut sic debita persolvantur, cum
ex huiusmodi magna scandala oriantur. Qui vero solvere non poterunt,
graviter puniantur.
5. Item niMus frater pecuniam depositam (2) servari facial ultra dies
1111', quam non ponat in potestate custodis vel gardiani vel vicarii,
quam lamen (3) pecuniam custodes vel gardiani vel vicarii non possint
expendere pro necessitate vel utilitate propria, vel alicuius conventus, vel
alicuius alterius fratris, nisi solum pro iUius fratris necessitatibus
[f. 180va] vel utUitatibus, pro quo deposita fuerit dicta pecunia (4), vel
de voluntate eiusdem. Et ad hoc custodes, gardiani et vicarii per obedientiam teneantur.
6. Item notati vel diffamati de suspectis coUoquiis et consortiis mulierum (5) apud bonos et graven, etsi in officiis fuerint custodis, gardiani,
lectoris vel in aliis (6), per miniatrum, cum ad eius noticiam sufflcientem pervenerit, de locis suis et officiis in eisdem locis sine misericordia expeJlantur.
7. Item principales discordiarum et turbationum [auctores] et eisdem
principaliter herentes, per ministrum (7), cum ad eius noticiam sufflcien
tem pervenerit, de custodia, si discordia fuerit custodie, vel de conventu,
si discordia conventus fuerit, absque misericordia expeUantur.
8. Custodes etiam de con ventibu-s sue custodie idem facere teneantur,
si discordiam invenerint in conventu; gardianos tamen et lectores ipsi
custodes a sum officiis non valeant ammovere.
9. Item minister de consUio totius capittdi revocavit ad se receptionem omnium ad ordinem, etiam de Tholosa, nisi forte in mortis articulo tanta esset persona, quod evidenter esset sibi merito habitus concedendus, et hoc de magno consilio et matiiro (8).
IV.
Hec sunt Ordinationes facte in capitulo Lemovicis.
1. Ordinamus, quod loca capittdi provincialis sint sex in provincia,
in quibns successive celebretur, nisi ad alicuius vel aliquorum instantiam alibi minister (9) et diffinitores aliquando concederent celebrari. Loca
sunt hec: Condom ii, Burdegalis, Tholosa, Agennum, Petragariacum, C aturcum.
2. Item capitula provintialia amoventur (10) et modum veniendi ad capitulum(ll) taliter ordinamus, videlicet, quod de conventu, a quo denomi(1) Cf. Nb., Bo. 462ab, Ehr. 93, 1. 16ss. As. 280, 3. Hie custodibus similis
lioentia a Ministro dauda tribuitur. Stat. M. Terv. V, 3, VI, 5.
(2) Cf. Nb., 452a-b, Ehr. 93, 1. 10ss.; As. 279, 1; 280, 6. Ubi strictiora ordinantur. Agitur de depositis propriis fratrum partioularium. Stat. M. Terv.
I, 26; Fr. rec. II, loss,
(3) E cum.
(4) Iuxta deoretalem Exiil~Nicolai III: of. Textus orig. p. 201 sqq.
(o) Nb., Bo. 457b, Ehr. 114: Pr. 114;
As. 297, 22-3.
(6) Cf. Nb., Bo. 457b, Ehr. 115, 1. 1-3.
(7) Cf. Nb.,
Bo. 457b, Ehr. 115, 1. 4-8; As. 298, 24. Infra, p. VII, 7. Slat. Fr. IV, 25, XII, 15.
(8) Sic supra c. I, 1. Cf. Pr. 88, nota 5.
(9) B ministro.
(10; Sio B: forsan = renoveutur i. -e. reformentur.
(11) Cf. supra, c. IX, lss.; p. II, 1: V, 2.
479
natur custodia, gardianus ex officio (1) et unus discretus electus a conventu, de alii* vero conventions omnibus sive loci.* unus tantum veniat,
electus a conventu (2).
3. Sunt autem her loca principalia custodiarum, de quibus veniant,
ui est dictum, scilicet, Tholosa, Albiam, Ruthena, Caturcum, Lemovicum, Petragar[iacum], Burdeg[ala], Agen num., Baiona,
Auxis.
4. Item ordinamus, quod nullus de cuius sufficientia, moribus sive
scientia dubitatur, mittatur ad capitulum provinciate pro suscipiendo
predicationis officio, nisi minister expresse et nominatim licentiam concederet talem mittendi (3).
5. Item nullus mittatur, nisi audierit ad minus theologiam per IIIIT
yemes (4).
6. Item mittant exercitatores (5) aUernatim tantum custodie V, ita
quod V uno anno, et alie V in alio anno. Primo Petragoricensis,
Burde[ga]lensis, Age-[f. \nra.]-nensis, Baionensis, Auxitana;
post Tholosana, Albien sis, Ruthen[e nsis], C aturceiisis, Lemovicensis ; et sic semper aUernatim fiat. Poterit tamen mittere, si
suffitientes habuerit, conventus ille, in quo capitulum provintiale conttgerit celebrari, licet alias mittere non deberet iUo anno.
7. Item res parvi valoris, de quibus fit mentio in declaratione
do mini Nicholay pape{6), sic exponimus, videlicet: Idem possint
gardiani licentiare fratres sibi subditos, ad dandum extra ordinem res
usque ad valorem V solidorum turonensium, et ipsi possint dflre ad va
lorem X solidorum; custodes vero possint licentiare sibi subditos ad dan
dum res usque ad valorem X solidorum turonensium, et ipsi possint
dare usque ad valorem XX solidorum, et ad dandum tantumdem possint
ipsi custodes licentiare gardianos. Non indiffereliter, sed loco et tempore
et iuxta prefatam declaracionem hec predicta fiant, et nisi ad pietatis
intuitu m vel ex causa rationabili et honesta.
8. Item ammonemus per obedientiam, ut (7) teneantur ab omnibus
constitutiones provintiales (8).
9. Item concedimus, quod secunda die (9) capituli provintuAis, ubicunque fuerit, procurent pro anima domine Condorie, sororis domini Ar[t u rf(?}] (10) de Blanchafort, uxoris quondam nobilis
domicelli [f. 177rb] Petri de Bordel, [missam celebrari (11)], cum
predicta domina unam refectionem provinciali capitulo in xao testamento
dicatur perpetuo reliquisse.
V.
Ordinationes.
1. Ordinat minister et difpnitores de consilio muUorum, quod con
ventus Vauri reddatur custodie Tholosane, cum custodia AlbienII) Cf. supra, c. IX, 2.
(2; Cf. 1. c. Scil. discretus.
(3) Pr. 129, not. 1: As. 518, 2. Supra, VI, 8.
(4) Cf. Par. Ehr. 107.
(5) Id est qui exercitia disputationum coram Capitulo peragebant? Vel
sunt potius laici Fratres pro servitio: circatores = circuitores. Du Cange.
(6) Cf. supra, III, 10. Hinc eo magis infertur ibi agi do bulla Exiit. Cf.
Texlus orirj., art. 13, p. 212; BF III, 412-3. Cf. supra, p. 473. Stat. M. Terv.
I, 27; Fr. rec. II, lOss.
(7) B et.
(8) B constitutionibut provintialibua.
(9) B diet.
(10) Nomen legi possit Arer\ii\.
(11) Haec ipsi supplevimus.
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petit ratio dubitandi easdem revera anno 1337 in Capitulo provinciali Nivellis ordinatas fuisse. Conventus Nivellensis Provinciae
Franciae(l) fait, non secus ac alii Conventus in eisdera Statutis
commemorati, soil. Silvanectensis (cf. c. II, n. 18(2) et c. XII,
n. 2(3)) et Bellovacensis (cf. V, 5) (4). Hinc ergo sat clare apparet Statuta ista revera esse Provinciae Franciae, quod confirmatur paucis illis, quae circa conventum magnum Parisiensem statuuntur: Fratres enim ibi morantes subiiciuntur expresse Statutis
Provincialibus (IV, 15) (5).
Commemorantur Capitula provincialia : Bellovacense (quin annus
addatur) V, 5 : In Capitulo Belvacemi iniurupit Glis Minister (6) ;
XII, 2 : Ad instantiam Capituli provincialis apud Silvanectum, celebratum a. D. 1309 iuxta Pentecosten, ordinavit Fr. Gondisalvus
tunc Generalis [1304-1313] (7) . Praeterea commemoratur Capitulum
provinciale anno 1337 Silvanecti celebratum (II, 18) (8), atque in
ipso titulo Capitulum Nivellense eodem anno 1337 habitum (9).
Quia vero pauca nobis de historia interna Provinciae Franciae
per saeculum XIV iniens nota sunt, deque Ministris ac Capitulis pro
vincialibus (10), de dictis Capitulis notitias aliunde haustas hie afferre
nobis non licet (11). Porro animadverterim non admodum mirum esse,
quod uno anno 1337 Capitulum provinciale primum Silvanecti
(II, 18) (12) secundo Nivellis habitum sit, quia ob rationem particularem hoc iure merito accidere poterat (13).
Anno autem 1337 Capitulum generale celebratum fuerat Caturci (14), in quo 22 iunii (15) Fr. Geraldus Odonis, Minister generalis,
Constitutiones novas Benedicti XII (16) publicavit. Hinc Provinciae
omnes Statuta sua Constitutionibns Benedicti adaptare debebant (17),
id quod Provincia Franciae quam primum exsecuta est in dicto Capi
tulo Nivellensi. Cum Fr. Henricus, Minister Franciae, unus e collaboratoribus Benedicti XII in redigendis illis Statutis [fuerit (18), eo
(1) Erat Custodiae Leodiensis; cf. Provinc. vetust., 14; BF V, 581; Barth.
Pisan., AF IV, 545; Gonzaga De orig., 9861 ; 11492. Hie Conventus postmodum ad Observantes transiit et an. 1524 ad Provinciam Flandriae.
(2) P. 487. Cf. de hoc eonventu custodiae Parisiensis, Provinc, 13; BF V,
581; AF IV, 544; Gonzaga, 561'; 6402.
(3) P. 499.
(4) P. 492. Erat Custodiae Viromandiae; cf. Provinc, 15; BF V, 581; AF
IV, 545. Gonzaga, 569' ; 650*.
(5) P. 490.
(6) P. 492.
(7) P. 499. Anno 1809 Pentecostes fuit 18 maii.
(8) P. 487.
(9) P. 484.
(10) Cf. v. gr. e Necroiogio FFr. Min. Antissiodorensium a
P. Ant. de Serent, O. F. M., collata ap. AFH III, 138, 310, 532, 720, 733.
(11) Anno 1336 Minister prov. Franciae fuit Fr. Henricus quidam ; cf. Bullam Benedicti XII, 28 nov. 1336; BF VI, 26a; ChHL I, 46; De Gubernatis,
HI, 28.
(12) Cf. p. 487.
(13) Hoc evenit v. gr. pro Aquitania an. 1279; cf. Chron. 24 Gen., AF IH,
373: quo anno Capitulum Albiae et Ageni fuit. Pro Argentina, cf. Glassberger, AF II, 94, 209, 216.
(14) Cf. AF III, 528; Marianum, AFH HI, 296; Wadding, an. 1337, n. 2.
(15) ChHL I, 62b: (p. 46b erronee indicatur annus 1334); De Gubernatis,
III, 47. Dicto anno Pentecostes fuit 12 iunii.
(16) Cf. p. 481.
(17) Cf. LI. cc. Cf. etiam Glassberger, AF II, 167.
(18) Cf. nota 11.
484
facilius ipsius zelus in hac re concipi potest. Easdem Benedicti Constitutiones Fr. (xeraldus anno 1337 publicari fecit in Capitulo Bernensi Argentinensis Provinciae per Commissarium suum specialem (1).
Fatendum autem Statuta nova provincialia multo minus respicere Constitutiones Benedicti XII quam Statuta generalia tunc vigentia, scilicet Assisiensia anni 1316 (2) et Lugdunensia anni 1325 (3).
Ut autem Statuta Franciae apte illustraremus, ad paragraphos plures
etiam aliarum Constitutionum Generalium teinporis anterioris et parum posterioris appellavimus in adnotationibus.
Plures vero paragraphi Statutorum Franciae anni 1337 verbotenus conveniunt cum Antiquioribus Statutis eiusdem Provinciae, quas
cl. A. G. Little (4) supra denuo evulgavit. Has congruentias vel
repetitiones typis ordinariis expressimus, dum maximam partem typis
obliquis imprimi curavimus. E Statutis illis antiquioribus in Nivellensibus repetitae sunt paragraphi IV, 8, (9), (11); V, 1, 2: VI, 1; VII, 1,
5, VIII, 1, 2, 4; IX, 1, 2; X, 5, 6; XII, 1, 3. Qua in re notandum est Statuta ilia antiquiora Franciae in principio manca esse,
ob folia aliquot e codice evulsa. Ex iisdem Statutis inscriptiones aliquorum sive Titulorum sive Capitulorum mutuati sumus, cum cod.
noster, rubricas plures omiserit, spatio pro eis vacuo relicto ab amanuensi vel rubricatore (qui iidem fuerunt). Ter vero e Statutis illis antiquioribus Titulum novum nostris inseruimus (5), ubi nec spatium
vacuum, nec littera initialis grandiuscula in codice adsunt, quae alias
in MS. codice apte et clare in capitulorum initio notatae sunt. Congruentiae characteribus obliquis signatae ostendunt quoque ordinem
rerum in Statutis tractatarum in recentiore nostra redactione immutatum fuisse. Siglo B citatur Codex Bruxellensis.
[Statuta Provincialia Provinciae Franciae, A. D. 1337],
[Fol. 85a]. Incipiunt Constituciones provinciales ordinate
in capitulo Nivellensi, anno domini MCCC0XXXVIIo.
De ingressu religionis; primus titulus.
1. In primis concedit minister custodibus, quod possint recipere novicios ad professionem, dum tarnen sint rereptibilcs .secundum formam
constitucionis generalis (6), ita dumtaxat, quod [.scilicet maior
pars conventus iudicarct novicium receptione dignum.
2. Si tamen duo discrete (7) vel tres iudicaverint eum ex causa rationabili indignum, vel ministrum super eius receptione consulendum,
eius receptio dubia habeatur, et ministro, sicut dicit generalis con
st it utio (8), reservetur.
(1) AF II, 167.
(2) Ed. AFH IV, 269-802, 508-2(3.
(3) Ed. 1. o. 526-36.
(4) Cf. supra, 449-53.
(5) Cf. VII, p. 493, VIII, IX, 195: cf. et 496, 501.
(6) Cf. As. 277, num. 1 sqq. : Lugd. 527. Benedictus hac de re nil statuit.
Custodibus haec facultas coneedi potest iuxta As. 278, n. 7. 1. 51 sqq. BF I,
298, 302. Cf. bullam. Exiit, art. 18, n. 2; Texlun, 218: BF III, 414 a-b. Stat.
Aquit. I, 1, p. Ill, 9.
(7) Cf. As. 277, n. 1, 1. 9: of. 278, 1. 49sqq.: Si... laupabilc testimonium...'.
(8) As. 278, n. 8. Cf. Stat. Perp. AFH II, 279, not. 8.
485
3. Consimili modo yardiani (1) possint novicios recipere ad professionem in ca.su, quando custos haberi non poterit bono modo, requisite
tamen prius custodis, si in custodia fuerit, consilio et assen.su.
4. Item custos possit in ca.su et ex causa committere vicario receptionem novicioi~um ad professionem in absentia yardiani.
5. Item nidlus ad ordinem recipiatur in nostra [f. 36 r] provincia,
extra conventum parisiensem (2), nisi a maiori parte discretorum
illius conventus, de cuius terminus erit recipiendum, per observantiam requisitorum ydoneus iudicetur.
6. Item fiat noviciis protestatio, quando debent profiteri, quod non
celent, infirmitatem latenteni, si habeant; alias ordo non erit talibus no
viciis obliyatus (3).
7. Item propter scandalum evitandum vestimenta noviciorum, que
habuerunt, non distrahantur, nisi de consensu ipsorum, si fuerint adulti,
quando scilicet pro solucione vestimentorum et aliorum necessariorum
suficeret peccunia et alia que habebunt (4).
8. Item fratres diseoli et dissoluti amoveantur a domibu.s, in quibu.s
novicii informantur.
9. Item non detur habitus mulieribus, sive riventibus sive mortuis,
sine ministri licentia speciali (5).
10. Viris autem solutis, qui sunt ita notabUes persone, quod esset
edijficacio, si in ordine superviverent, possit concedi et tradi in mortis
periculo, prehabita licentia a cu.stode, si haberi poterit, de consilio discretorum (6).
11. Aliis autem viris notabilibus possit concedi post mortem tantum,
si de consilio discretorum expedire videbitur, et jirehabita custodis li
centia, sicut superius est expressum (7).
12. Item ordinal capitulum provinciate, quod minister receptos in
aliis provinciis (,8) non possit recipere, sice ad incorporandum, sive ad
manendum pro studio vel pro alia causa, absque capituli provincialis
consUio et assensu.
[Oe Paupertate. II Titulus] (9).
1. Ne fratres incidant in debita honerosa (10), caveant [f. 36 v] non
solum a debitis pro edifficiis et libris, sed pro pitanciis et pro vino, ubi
vinum communiter non bibitur (11), infirmorum necessitate excepta.
2. Nec fiant edificia nova absque ministri provincialis licentia et
assensu (12). 1'oferunt tamen reficere et contra ruinam providere et pro
his, de licenda ministri, debitum contrahere, quando eius licencia sine
detrimento vel periculo poterit expectari.
(I) Cf. As. 278, 1. 51-8.
(2) Cf. Pr. 88, not. 5.
(8) Cf. As. 277, 1. 25.
(4) Cf. Narb., Bo. 4o0 b. Ehr. 8!), 1. lsqq. Potius oontra istud hie statuitur.
(5) As. 28!), 0, 1. 30ss.
(6) Cf. Stat. Aquit. I, 8.
(7) Cf. num. 3, 10.
(8) Cf. As. 277, 3; Pr. 88, not. 5. Supra, n. 12.
(9) In B uti et saepius infra nullus titulus adest, sed spatinm pro rubricatore relietum vacat. Hunc ergo titulum, aliosque infra unois inolusos, supplevimns.
(10) Cf. As. 280. 8, 5. Stat. Aquit. II, 2.
(II) Quoad hoc cf. Salimbene, Chronica, ed Parmae 1857, 91; ed. MGH 218:
Et nota, quod in provincia Franciae... fratrum Minorum... sunt octo custodie, ex quibus IV bibunt cerevisiam, IV bibunt vinum . Anno 1337 Custodiae erant novem; of. Provinciate vetustiss. O. M., ed. C. Eubel, 1892,
13 sqq. Cf. AFV, 543-5.
(12) As. 281, 9, 1, 63-5 ; 280, 5, 1. 30 sq. Cf. Definit. Lugdun. [1274], Bo. 467 a;
Ehr. 43, 1. 8 sqq.
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elemosine petende vel causa associandi predicatorem ad monasteria monacharum (1), non intelligendo de interioribus, sed de communibus, ad
que seculares communiter conveniunt, et illo.s tantum posstint mittere,
quos de consilio discretorum iudicaverint ydoneos ad mittendum; eocceptis
semper monasteriis monialium inclusarum. Et quod possint prefatam
licentiam suspendere et artare, quotiens et quando eisdem custodibus videbitur expedire.
3. Item concedit minister auctoritate ministri generalis a do
mino [f. 39 vl sum mo pontifice hoc habentis (2), quod ratione processionis et
funeris ad interiora possint fratres ire cum multitudine competenti, ita
tamen quod simul vadant et redeant, nec ab invicem separentur.
4. Item idem auctoritate eadem concedit (3) de eundo ad exteriora
pro aliis racionabilibus et piis causis.
5. Item non introducantur mulieres ad interiores fratrum offlcinas,
nisi sint persone notabiles muUum et honeste (4).
6. Item custodes sint soUiciti compescere familiaritates beguinarum
et prolixa colloquia midierum(5) et fratrum, maxime iuvenum. Et si
quos invenerint in hoc viciosos, amoveant eos de locis suis.
De forma interius conversandi. IV titulus.
1. Fratres qui non communicant statidis temporibus, a mensis fra
trum et a communione separentur, nisi forte remanserint de suorum licencia prelatorum (6) ; et statim post, opportunitate habita, qui taliter
remanserint, communicare non differant uUo modo.
2. Item gardiani habeant registrum de privilegiis et de privUegiorum
transcriptis et de litteris quibnscunque et de obligacionibus conventus in
scriptis redactis (7).
3. Item habeant registrum de depositis (8) in loco fratrum, tarn de
illis que gardianus servat, quam de Mis que per alios fratres servantur.
4. Item fiat registrum de librisCd) ad vitam fratribus conces,sis, qui (10)
ad conventum pertinere noscuntur, quia frequenter multi libri propter
huiusmodi negligenciam stmt [f. 40r] amissi, et conventus quamplurimi
defraudati.
5. Item nuUus loquatur ad portam sine licencia gardiani generali
vel speciali, et ilia generalitas inteUigitur, ubi necessitas officii hoc requirit (11).
6. Item peculiares misse cantentur de beato Francisco solemniter in
conventu(12).
7. Item nuUo modo seculares, vel religiosi alterius religionis, comedant carnes in domo fratrum sine ministri liceficia speciali (13).
(1) Cf. As. 512, 29; Bened. XII, o. 80, Chron. I, 61 b; BF VI, 42a. Cf.
quoque quae Fr. Gerald us Odonis, Minister Glis. illius temporis statuit de
monasteriorum Monialium accessu in Provincia Umbriae, quaeque edidit P.
Ferd. Delorme, AFH V, 536, n. 15sqq. Bulla Exiit, Text. orig. 220s; BF III,
414-5. Stat. Aquit. V, 1.
(2) Hao Fr. Geraldi Odonis expressius allegantur in Statutia Umbriae, AFH V, 538, 21. (Cf. AF II, 99).
(3) Cf. AFH V, 537, 539, 25 sqq.
(4) Cf. Stat. Aquit. IV, 14s., p. VII, Is.
(5) Cf. As. 297, 22 sq. Cf. infra, VIH, 2.
(6) Cf. As. 284, 14.
(7) Slat. M. Terv. I, 8.
(8) Cf. As. 280, 6, 1. 42 sub scriptura authentica.. Cf. supra, II, 16.
(9) Cf. Bened. XII, e. XI; Chron., I, 53b;
BF VI, 33 b. Stat. M. Terv. I, 29.
(10) B que.
(11) Cf. infra, VII, 14ss.
(12) Stat, Capituli glis Pisani (1268): Ehr. 37, 1. 15.
(13; Cf. infra, 11. Stat. Fr. ant. VI, 7; Aquit. IV, 1.
:si
Archivum Franciscanum ffistoricum. An. VII.
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8. Item millo modo de cetera capitulum teneatur de nocte (1), sed post
Primam, nisi magna ncessitas fieri aliter hoc requirat. Et nullus loquatur in capitulo, nisi petita licencia et obtenta (2;.
9. Item compescantur comestiones extraordinaire (.3), intus et extra(i).
Et quicunque comederit extraordinarie pisces, carnes, et tartas (5), exceptut itinerantibus, absque fraude teneatur per obedientiam in crastino nichit bibere nisi aquam. Possit tarnen gardianus, vel in eius absencia vicarius(6\ dispensare intra cum fratre vel fratribusin casu vel ex causa.
10. Item nullus audeat mittere ad vUd\am pro vino sine gardiani
vel vicarii licencia special/ (7).
11. Item quantominus fieri poterit, introducantur seculares ad men
sas extra refectorium (8).
12. Item custodes et gardiani non dent precepto communitatem obligancia ad peccatum mortale (9), nisi illa in scripto relinqua\n]t, et si (10)
in capitulo renoventur.
13. Item gardiani non dent obediencias generales de futuro, nisi de
consilio custodis vel duorum discretorum, nisi casus accideret repentinus.
14. Possint tarnen singularibus fratribus precipere sicut prius.
15. Item fratres qui sunt de provincia Francie Parisius(li), teneantur [f. 40v] ad constituciones provinciales, ac si in aliis conventibus remanerent.
16. Item iuvenes arceantur (12), ut sedeant in loco humiliori in ecclesia, in refectorio et capitulo, et dentur eis vina bene linphata.
17. Et si fiat curialitas de vino, per cij)hos tantum detur antiquis,
et nichil iuvenibus, etiam ita splendide eis sicut antiquioribus in ferculis ministretur.
18. Item sub pena gravi arceantur festa Innocentium, fatuorum et
consimium (13).
19. Item gardiani ordinent, quod nunquam conventus vel communitas sit sine presidente (14).
20. Item nunquam units solus frater remaneat in conventu.
21. Item quando unus episcopus novus creatur, supj)licent Uli fra
tres, ut fratres cleri(\S) possint audire confessiones.
22. Item nulli fratri de cetero credatur super gratia sibi facta de
scribendo (16) et signis ac sigillis Jiabeudis (17), nisi docuerint de gratia
sibi facta, excepta gratia facta confessoribus in porta.
(1) Cf. epistolam encyclicam Fr. Bonagratiae, datam Viterbii 8 oot. 1279,
ap. Waddingum, Annales, ad an. 1279, n. 11 (Vs, 76); Citron. I, 32, quae ca
pitula praescribuntur fieri post matulinum vel ante lertiam*. Cf. Slat. Fr. ant.,
XII, 4.
(2) Ex Stat, ant., XII, 5. Cf. As. 509, 9, 1. 49: -qui interrogantur.
(8) Verbotenus ex Stat. Franciae antiqu VI, 1, supra, 451.
(4) As. 282, 4 ; 288, 6. St.
(5) Sunt placentae seu panum dulcium
species. Du Cange s. v.
(6) Haec vox in margine ab eadem manu suppleta est.
(7) Cf. Stat. Fr. ant., VI, 6.
(8) Ex 1. o. VI, 7. Supra, num. 7.
(9) Cf. As. 802, 89, 1. 255: quorumlibet preceptorum . . Stat. M. Terv. II. 1.
(10) se.
(11) In magno studiorum conventu, qui specialibus regebatur statutis. Cf. As. 511, 25. Paris. Ehr. 7, 109, 128.
(12) Id est arctentur seu acligantur ; quae vox saepius in Constituttonibus
nostris isto sensu adhibetur. Cf. infra IS, ubi recto sensu vox recurrit.
(18) Festa Innocentium et Fatuorum, in quibus plurima extravagantia et
liturgiae parodiae agebantur. Cf. Du Cange s. v. ; Chevalier, Bpert. -.
1158, 1507.
(14) Quare e Conventibus egredientes Vicarios instituebant.
Cf. As. 516, 28.
(15) clerici. Vix enim agitur de fratribus sacerdotibus
simplicibus proximo a Provinciali pro hoc approbandis.
(16) Scilicet litteras.
(17) Cf. Stat. AquU., IV, 13. Cf. infra, VII. 5, 14, VIII, 5.
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nan de negociis ordinis, et eorum litteras legere, absque hoc quod videat
eas (1) gardianus vel eius vicarius.
17. Item possint dispensare custodes cum aliquibus in casu et in spe
cials nominatis sibi personis, quibus volunt scribere predicti fratres, et
quod possint personarum iUarum litteras recipere et eisdem scribere, quando
eis custodibus videbitur esse bonum.
18. Item fratres translati de eustodia in custodiam possunt scribere
suis custodibus a quorum eustodia sunt translati, ac eciam litteras legere
eomndem.
19. Item custodes reddant cantos vicarios et gardianos, ut secreta que
vident in litteris, quas fratres mittunt vel recipiunt, mdlo modo alicui
reveknt, cum hoc sit contra ius naturale et per consequent gravissime
peccarent.
[De confessionibus audiendis. VIII titulus] (2).
1. Item (3) audiantnr confessiones secularium in locis publicis per
custodem ad hoc specialiter deputatis, et possunt audiri omni hora a
dicta Prima usque ad collacioneni, excepta comestionis et dormicionis,
quando fratres dormiunt in estate (4).
2. Item sint pauci confessores beguinarum (5), et in quindenam tantum absolvantur, nisi plus exegerit pia causa. Relinquitur autem consciencie et determinacioni custodis [f. 45r] in custodiis suis, que sint censende beguine.
3. Item licenciati quod possint audire confessiones in porta -non pos
sunt audire moniales vel beguinas, nisi sint discreti, [et] nisi eisdem a
ministro specialiter concedatur et expresse (6).
4. Et idem de terminariis in terminis suis esse censendum (7).
5. Item nulli credatur super licencia audiendi confessiones de cetero, nisi babeat testimonium vel litteras ministri (8) vel custodis super
boc speciales.
6. Item fratres terminarii principales possunt audire in porta omnes
personas commorantes in terminis suis, quos frequentant, sive alias audiverint sire non, sine fraude. Item possint audire personas de aliis ter
minis, quas aliquando audierunt (9).
7. Item concedit minister, quod fratres qui habent auctoritatem au
diendi confessiones in quadragesima el adventu, possint audire usque ad
octavam Pasche et usque ad Nativitateni Domini (10).
8. Item concedit minister, quod fratres suos convenfus exeuntes pos
sint ab aliis fratribus sacerdotibus absolvi a participacione cum excom
municato et a peccatis suis in foro confessionis, preterquam a casibus
reservati? (11); et quod possint absolvi a particijxicione cum excommunicatis eciam ab aliis sacerdotibus, qui non sunt ordinis nostri, dum tamen fratrem non habeant secutn sacerdotem.
9. Item concedit minister, quod omnes fratres privati actibus legitimis possunt audire [f. 45v] confessionem socii sui extra.
(I) B earn.
(2) In B hie neo spatium ullum pro rubrica relictum
est, et ne initialis quidem gramlior adest.
(81 Ex Stat, ant., IX, 1.
Cf. As. 288. 3; Stat. Aquit., IV, 5.
(4) Cf. As. 284. 9.
(o) Stat, ant., IX, 2. Ibi plura inseruntur. Ibidem temporis mutatio reliqnintur Ministro.
(6) Cf. supra. V, 5; infra num. 6. B ner sunt.
(7) Cf. 1. c. et infra, IX, 2.
(8) Cf. As. 288, 3; ex Stat. ant. IX, 8.
(9) Cf. supra, V, 5.
(10; Cf. IX, 2.
(II) Cf. As. 294, 1. Stat. Aquit. IV, 4.
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1. tem (3), nullus frater predicet monialibus beguinabus, [seu] filiabus Dei in conventibus earum, nisi ad hoc licentiatus fuerit a ministro
specialiter.
2. Item fratres in locis, ubi temporalia subsidia querunt, spiritualia seminent, maxime in quadragesima et adventu (4).
3. Item nullus frater pro predicacionis officio mittatur ad capituhim provinciale sine ministri licencia specvdi (5) .
4. Item concedit minister singulis custodibus, quod possint fratres
suos de communi consilio discretorum et maioris partis assensu ad quoslibet ordines promover ().
5. Item quandocunaue agitur de promocionibus fratrum, custodes
precipiant in virtute snete obedience, quod scienter nullus consulat rel
procuret promocionem fratris alicuius ad officium [f. 46r] seu officii ampliacionem, nisi Ule dignus sit indicio consulencium vel procurancium
quo ad vitam et scienciam, loqueado saltern de dignante sufficiencie, etsi
non excellentie ad tale officium exequendum; et ad hoc idem eciam ipsi
custodes per obedienciam teneantur (7).
6. Audiant autem custodes indicium cuiuslibet discreti seorsum et
ulterius nomina consulencium et disconsulencium , et quid eciam ipsimet
consulant, ministro fideliter scribant, scientes pro certo, si aliquid islonnn
omiserint, fratres pro quibus scribent, nuUatenus promovettdos. Et te
neantur per obedienciam tarn custodes quam discreti suam deposicionem
faciendam vel factam habere sub secreto. Et hoc servent custodes tarn
[de] deposicionibus suis quam eciam aliorum (8). Et de promocione dyaconatus et sacerdocii idem fiat.
7. Item in promocionibus fratrum custodes audiant vota omnium
discretorum, tarn absencium quam presencium, et expectent eos, velpreocupent, si non habent omnes sinnd. Et hoc fiat sine fraude, et petant
custodes, si sint alii promovendi in conventu.
8. Item quieunque frater sui vel alteris per se vel per alium promocionem a personis extra ordinem scienter studuerit procurare, omni
acht legitimo sit privatus, quousque per provincialem ministrum auf eius
vicarium, auf per eum, cui in speciali commiserit, fuerit restihthis (9).
(1) Cf. infra, XI, 1
(2) In nullum spatium vacuum, sed
initialis specialis adest.
(8) Ex Slat. ant. X, 2. Cf. Slat. Umbriar,
AFH V, 536 sq.
<\) Cf. Stat. ant. X, H: supra VIII, 7. 2.
(5) As. 518, 2.
Cf. Stat. Aquit. p. IV, 4.
(6) As. 290, 10.
(7) Cf. As. 291, 21, 1. 118 sqq.
(8) oliarum.
(9) Cf. As. 291-2, 23.
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9. Item mortuo gardiano vel absolute, ille qui est vicarius gardiani
ordinarius, habeat curam conventus auctoritale ministri, quousque prius
fuerit gardianus (1). Et si de dido vicario [f. 46v] transferendo esset aliud
ordinatum, non transferal se dictus vicarius ad locum, quousque gar
dianus fuerit prius.
10. Si dictum vicaritim mori contingeret, per antiquiorem de domo
vocentur Ires vel quatuor, et illi de vicario provideant, donee ministro, si
sit in custodia, vel si in remotis agit, cuxtodi fuerit intimatum, et per al
teram eorum super hoc ordinatum.
11. Vicarius eciam ordinarius gardiani, ipso gardiano non existetite
in domo, non se absentet, nisi (2) cau.ia necessaria vel inultum racionabili
de consilio discretorum.
12. Item concedit minister, quod vicarii custodum (3), dum utuntur
officio eorundem, potestatem habeant in foro consciencie quam habent ipsi
custodes ex commissione ministri.
13. Item custodes possint committere auctoritate ministri principalibus terminariis (4), quod possint audire moniales aliunde in terminis suit
venientes, dum tamen licenciam habeant a suo superiori, qui curam earum potest alii delegare; et quod custodes possint illam licenciam, quocienscunque eis bonum videbitur et expediens, revocare.
14. Item tucius est quod fratres non absolvant etudes ad torneamenta (5).
15. Item fratres non dent missus votivas vel annuales, nisi de licencia gardiani, eciam usque ad decern per totum annum; et si ultra
ascendant, nullo modo dent, sine custodis licencia, qui eis hoc non concedat de facili; qui eciam de hoc iiujuirat. Et si invenerit aliquem culpabilem, eum pena proprietarii (6) puniat; non tamen [f. 47r] hoc intelligitur, si aliqua persona ex denocione pro aliquo amico in infirmitate vel
necessitate, posito unam missam dici petal, M a periculo valeat liberari.
16. Item committii minister custodibus, quod possint fratres delirantes sine sensu, et discrecione carentes privare a confessionibus audiendis
et missis cehbrandis, et voce in electione discreti et huiusmodi, de consilio discretorum.
17. Item nullus studens, quando fieri poterit bono modo, mittatur
Parisius (7) pro studio, nisi prius in sua custodia probatus fuerit in
lectione philosophic vel logicalium, et eciam moribus et conversacione (8) ;
et ideo in qualibet custodia libri pro utraque lectione ex libraria habeantur (9), et actu legentibus et audientibus, sicut j>ossibile fuerit, ubicunque
infra custodiam legerint vel audierint, assignentur ; et teneatitur per obedienciam, flnito suo officio legendi vel audiendi, aliis successoribus de
scitu custodis eos integraliter resigtutre (10).
(1) Porsan legendum poritus; vel intelligendura : prius adfuerit (advenerit)
guardianwif Cf. As. 515, 16. Statutum istud Franoiae vix modum eleotionis Guardiani a Benedicto XII (c. 20, C'hron., I, 56 a; Bt' VI, 36 a) introdnctum observatum esse supponit. Vicarius ordinarius (cf. et n. 11; vix
quoque correspondere videtur As. 516, 28. Stat. Aquit. IV, 6.
(2) B scripserat in; sed postea oorrexit nut.
(8) Cf. As. 516, 28, 27.
(4) Cf. supra, num. 2.
(5) Id est equitum railitum colluctationes.
(6) Cf. As. 296, 14.
(7) Cf. As. 290, 13. Narb. Bo. 456 b; Ehr. 108. Cf. Bened. XII, c. IX;
Chron., I, 50 b; 51a; BF VI, 30a-b; 81a.
(8) Cf. As. 291, 21.
(9; Cf. Bened. XII, c. XI; Chron., I, 53 a; BF VI, 33 a.
(10) As. 294, 34 s.
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DECRETA DUO
ELECTIONIS MINISTRI PROVINCIALIS O. F. M.
IN PROV. BONONIENSI (1349) ET IN PROV. ROMANA (1439).
503
(1) Prelo datum a P. Francisco Ant. Righini . M. Conv., Romae 1771, p. ao;
Eubel, ad Claras Aquas 1892, p. 56; Bull. Franc. V, 595.
(2) Cf. v. gr. AFH IV,
510 n. 17.
(3) Picconi, Serie cronologico-biografica dei Ministri Provinciali dlia
Minoriiiea Provincia di Bologna, Parma 1908 ; p. 78.
(4) Postea Episcopus Fanensis
creatus (1362, f 1389): Eubel, Hier. I, 255; Picconi, Serie, 78.
(5) AFH V, 582 ; Eubel,
Hier. I, 277.
(6) Ll. cit.
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506
discretus Bononie . Fr. Amthonius Custos Forllivii . Fr. Bonacossa ( i ) custos Bononie . Fr. Pascalis custos Ravenne . Fr. lohan
nes Paterna (2) guardianus Arimini . Fr. Caslellanus (3) discretus
Mutine . Fr. Gerardus custos Par me . Fr. Leonardus guardianus
M u t i n e . Fr. Franciscus guardianus Ravenne . Fr. Bonifacius
vissitator Dominarum . Fr. Bartholomew de Lugho (4) vissitator Dominarum . Fr. lohannes de Apoxa discretus Varignanne . Fr. Ge
rardus de Tancherariis guardianus S. Francisci prope Bononiam .
Fr. Jacobus de Signorellis inquisitor nominat fr. Franciscum Adriani lectorem Bononie in Ministrum Provincie Bononie. Fr. Andriolus de Parma
discretus Par me . Fr. Paulus guardianus Regii . Fr. Iohanninus de Burgo discretus Ravenne - . Fr. Manfredus de Bagnacavallo
discretus Tosignani . Fr. Zanghirardus (5) discretus Regii .
Fr. lohannes de Lugho discretus Montis Regis . Fr. lohannes de
Regio discretus Lugii . Fr. Amthonius discretus Loncanni .
Fr. Dyonixius discretus Cremone . Fr. Symon discretus Ville Veruculli . Fr. Manfredus discretus Sancti Iohannis . Fr. Pau
lus discretus Bertenorii . Fr. lohannes discretus Fananni (6) .
Fr. Ubertinus discretus Placencie . Fr. lohannes de Aspinis discre
tus Forllivii . Fr. Raymundinus (7) discretus Ymolle . Fr. Ugolinus discretus Castri Karii . Fr. lulianus discretus Sancti Ar
ena ngelli . Fr. Amthonius de Forlipopilio discretus Sancte
Agate . Fr. lohannes Quintulli discretus Ymeldolle . Fr. Laurencinus de Arimino, qui incorporatus est loco guardiani Forlivii .
Fr. Dominicus de Bononia discretus Favencie . Fr. Bonaventura
de Feraria guardianus Ymolle (8) . Fr. Leonardus de Ymolla di
scretus Bagnacavalli . Fr. lohanninus de Arimino discretus Ca
stri Veruculli . Fr. Andreas de Forlivio discretus Frate .
Fr. Acatabene guardianus Ferarie . Fr. Bencevene discretus Domini
Pacis . Fr. Benvenutus discretus Ferarie . Fr. Michael discretus
Monasterii prope Bononiam (9) . Fr. Rollandus Poeta guardianus
Faventie . Fr. lohannes de Parma discretus Burgi . Fr. An
dreas de Feraria discretus Montis Falconis . Fr. Guillelmus de
Parma discretus Casallis Maioris(io) . Fr. lohannes de Cre
mona discretus Planorii . Fr. lohannes de Lugho (ii) discretus Cervie . Fr. Franciscus de Mutina (12) discretus Ricardine . Fr. Uber
tinus de Placencia (13) guardianus Cessenne . Fr. Dominicus de
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(1) Num elenchus librorum defunctis fratribus pertinentium. qui in Capitulo alicui
loco vel fratri destinandi erant? cf. AFH IV, 520 n. 16.
() Titulum et directionem
e nota dorsuali mutuatus sum. Cf. P. Casimiro da Roma, Memorie storiette... dlia
Provincia Roman<2, Roma 1764, p. 475, qui cum in Serie Min. Prov. Fr. Ioannem
de Tibure insrt sub ann. 1441, ad normam nostri document! corrigendus est.
(3) Perg. magistro.
(4) Cf. Papini, L' Etruria Francescana etc.. I, Siena 1797.
p. 16. Inquisitor haer. prav. in Provincia Romana an. 1437; inibi Minister a. 1438;
an. 1439 mense iunio electus Minister Prov. Thusciae. Cf. Casimiro da Roma, 1. c:
AFH VI 340; Terrinca, Theatrum etrusco-minoriticum, Florentiae 167a, p. 37.
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ORDINIS
S.
FRANCISCI.
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Vernacule: Dit sijn de constitucien ende de oordinancien die gheoordineert sijn den minister breeder Symoen van de Abeele, ende Vizenteere breeder Jan de VaUcenare van den zusteren van der ordine van
penitencien die men heet die derde ordine, wonende in die prochie van
sente Jhans in Ghendt, beneden den zantberghe indie erpelsteghe .
Actum 6 Decemb. 1397. Approb. a suffraganeo Tornacensi a. 1441 in
festo S. Martini.
Orig., membran. latitud. 0,610X<. 0,656; plica: 0,026. Dependent
ex duplici taeniola membrancea duo sigilla cerae rubrae, unum
scilicet Fr. Symonis, 0,035X0,027 cum effigie Stigmatizationis S. P. Francisci : et inscriptione : S. Minist. Servorum
Gand. (1);
alterum autem Fr. Jac. Blanckaert: 0, 037X0,025, cuius effigies Coronatio B. M. V. sub throno gothico, sed legenda detrita penitus. Tertinm sigillum, nempe episcopale, deest cum taeniolis a latere sinistro.
Inversa membrana manu recentior notatur in huiusmodi statutis nihil
definiri circa iurisdictionem, frequentationem, administrationemque sacramentorum. Sequitur iam textus rlandrici translatio.
In nomine Dei et Mariae benedictae Matris suae et omnium San
ctorum. Amen.
Ordinationes Fratris Symonis Van den Abeele, Ministri ac Fr. Iohannis de Valkenare, Vieitatoris, et sta
tuta Sororum ordinis de Penitentia, Tertii ordinis nuncupati, commorantium in parochia Sancti Iohannis Gandavi, infra Montem Sabuli in vico anatino (2).
1. Item religionem amplectentes libera mente, bonis suis patrimonialibus renuntient in usum pauperum, iuxta consilium evangelicum.
Semel oblata pauperibus non amplius repetantur.
2. Item, professione peracta, nemini liberum sit revert ad saeculum, nisi de consensu Ministri, Vieitatoris ac Superiorissae.
3. Item si sror aliqua, instigante inimico, manus violentas levaverit in consodalem percutiendo sive pungendo, vel furtum notabile
commiserit, vel crimen carnale notorium et indubium cum viro aliquo
patraverit, talis rea unius horum piaculorum, per annum integrum
mantello et scapulari care bit, nee oommunitatem frequentabit, nisi pro
eacramentis Confessionis et Communionis. Poterit tarnen Superiorissa
ipsi permitiere Missae ex devotione assistere; interea autem anno du
rante sorori coquinae in silentio inserviat. Poterit et aliis urgentioribus monasterii operibus deputari. Tenebitur autem delinquens in omni
bus capitulis singularum sororum pedes osculari, suppliciter petens,
quatenus ipsi disciplinam pro libitu infligant.
4. Item si sror Ministro rebellis fuerit, corrigatur a Visitatore
cum tribus discretis iuxta gravitatem delicti. Item rebellis Visitatori
(1) Ita et sigilla G-uardiani conventus nostri Gandavensis annis 1252, 1288
et 1299; vide: Collection sigillographique aux Archive du Royaume Bruxelles,
. 18682, 17865 et 1U938. Item anno 1295. Cfr. Demay, Collection des sceaux de
Flandre, . 7491.
(2) Vulgo: Beneden den zantberghe in die erpelsteghe. Vicus
iste non longe distare ab ecclesia S. Ioanuis, iam S. Bavonis, quamvis in terri
torio parochiae S. Iacobi, novimus ex benvola eommunicatione Domini V.
Vander Haeghen (octobr. 1911;. Pro qua humanitate mximas ipsi rependimus grates.
618
corrigatur similiter a Ministro. Item rebellis Superiorissae vel eius vicariae corrigatur a Ministro Visitatore.
6. Item si quae mentita fuerit Superiorissae, humi comedat, donec
certior factus fuerit Minister et Visitator circa delictum. Item quae
consorori fuerit mentita, tribus vicibus humi comedat.
6. Item Superiorissa duae habeat consiliarias, et quidem quatuor,
si opus fuerit in discretorio Ministri.
7. Item sola superiorissa vel eius vicaria licentias possit conceder;
in absentia autem utriusque deputabitur tertia, quae communitatem
regat.
8. Item nulla soror domo exeat absque venia, nee saecularium do
mos intret; secus quae fecerit, per mensem totum egredi prohibeatur.
Item dum duae simul exeunt, iunior seniorem revereatur: quod si
senior iuniori morem gerere ultro maluerit, ad exemplum sancti domini
Francisci (lj, laudabilis erit humilitas. Hoc tamen neququam praecicipitur.
9. Item egredientes modeste incedant, oculis demissis, parum fabu
lantes, et potius per plateas minus frequentatas ; neque extra monasterium pernoctare praesumant sine licentia Ministri vel Visitatoris.
Similiter gravi poenae subiaceant quae longius extra portam vagari
ausae fuerint, absque licentia utriusque vel saltern alterius moderatoris.
10. Item dum inter saeculares versantur, non iurent, nee mentiantur,
neque alicui detrahant: non rixentur, nee fabulas mundanas eflutiant;
a fatuo cachinno abstineant. Item dum fuerint hospites. liceat ipsis
de omnibus eibis et potibus uti ad norma m Evangelii, salvo tempore
ieiunii S. Martini usque ad Nativitatem Domini.
11. Item intra monasterium srores fiducialiter recurrant ad Superiorissam, si indigeant lautiori cibo, potu vel et somno; nee facile alicui
permittatur praeter vitam communem macerari in corpore, ne callidus
hostis sub sanctitatis specie dolose subrepat.
12. Item quando emittuntur ad quaeritandum panem, fldeliter mendicent, nee verecundentur.
13. Item domum regrediantur tempestivo, i ta ut precibus intersint
ante et post mensam. Vagantes autem ultra statutam horam humi comedant.
14. Item silentium religiose servent a vespere usque ad mane post
Primam. Transgressae silentii legem recitent semel psalterium Beatae
Mariae Virginia.
15. Item extra communem mensam nemo unquam manducet nec
bibat: quae secus fecerit, psalterium B. M. Virginie recitet, antequam
mensae assidere praesumat, subiaceat insuper correctioni Ministri, Vi
sitatoris ac Superiorissae.
16. Item secreta monasterii nemo propalet.
17. Item srores omnes addiscere curent saltern Pater noster, Ave
Maria, Credo in Deum et Credo in Spiritum, Confteor (2)
pro
posse: insuper preces ante et post mensam.
18. Item invigilet Superiorissa, quatenus omnes srores debite
sese praeparent ad recipiendum, saltern quolibet mense, sanctissimum
(1) Also myn heer franchoys te doene plaoh. Cf. Leg. Mai. VI, lsqq.
(2) Hie in documento habetur macula opaca.
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VII.
Frater Petrus, generalis Minister totius Ordinis Carthusiensis, participationem privilegiorum spiritualium communicat Sororibus domus or
dinis S. Fraucisci prope S. Iohannis in Gandavo. Carthusia, 9 maii 1541.
Membranac. 0,266 x 0,148; plica 0, 029. Deest sigillum, cuius taeniolarum apparet duplex foramen. Inversa membrana legitur: Pro venerabili matre et eiu.i filiabm domus ordinis sancti Francisci prope S. lohannis in Gandavo .
Frater Petrus, humilis prior domus maioris Cartusie ac generalis
minister totius ordinis nostri Cartusien. Religiosis atque devotis, nobisque in Christo plurimum dilectis sororibus.... (1) Bibiane(2) matri cum
universis filiabus, sororibus domus ordinis sancti Francisci prope sanctum
Iobannem in Gandavo ante datam presentiuin professis, salutem in Do
mino sempiternam. Licet lex dominice charitatis omnibus uos obliget
ac debitores efficiat, illis tamen specialius nos astringit, qui ad nos nostrumque ordinem maiorem devotionem ac charitatis affectum habere
se ostendunt. Hinc est, quod huiusmodi intuitu ac exigente vestre eximie charitatis ac devotionis affectu, quern ad nos nostrumque ordinem geritis universum, tenore presentium vobis concedimus plenariam participationem, videlicet omnium missarum, ieiuniorum, eleemosynarum, abstinentiarum, disciplinarum ac orationum, ceterorumque exercitiorum
spiritualium, que in universo ordine nostro flunt, et per Dei gratiam
fient in futurum. Addentes de gratia speciali, ut cum obitus vestri, quos
Deus felices faciat et beatos, nostro generali capitulo pro presenti fuerint
nunciati, tunc recommendabimus, iniungenturque preces, misse et alia suffragia pro animarum vestrarum remedio salutari celebrari, prout pro singularibus parentibus, amicis et benefactoribus nostris facere consuevimus.
Datum Carthusie anno Domini millesimo quingentesimo quadragesimo primo, et die nona mensis maii. Sub sigillo dicte nostre domus in
testimonium premissorum .
VIII.
Fr. Iacobus Desgrouseliers, Minister Provincialis Fratrum Minorum
Observantium Provinciae Flandriae, Balduinum Mayaert Syndicum Apostolicum Sororum Grisearum Gandavi nominat. 11 dec. 1555.
Orig. chartaceum; signatura autographa Ministri, ipsiusque sigillum
repraesentans Crucem, circa quam genuflectunt S. Franciscus et S. Hieronymus; cum legenda: Sigillum Ministri Ordinis Minorum provintie
Flandrie .
Nous frere Jacques Desgrouseliers, Ministre provincial des freresMineurs de VObservance, et des Sceurs du tierce ordre de saint Francliois
de la Province de Flandre, a toutz ceidx qui cestes verront ou oyront, taint.
Nous ont remonstri les Sceurs grises du couvent de sainct Jan en
Gandt, comme ette (sic) ne poeveni dresser leurs affaires temporelz sans
ayde de Syridicque et proviseur, sur ce requerrant provision, nous d qui
appartient d'ordonnance apostolicque la denomination et assignation des
procureurs, Syndicqs et Adroues sur les Freres et Sceurs de la dite pro
vince, pour causes a ce nous mouvanies, avons denomine' et assigne, et par
cestes d&nominons et assignons Advoue, Syndicque et procureur especial
desdictes Sceurs Grises dudit convent de Gandt Bad u in Mayaert,
(1) Hie apparet spatium vacuum 0"\029.
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P. Hieronymus Goyens, O. F. M.
CODICOGRAPHIA
-$
(Qontinuatio) (1).
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CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
et pro multis dominie pauperibus et maus et duris unum bonum, mansuetum largum ac divitem dominum, invenisti, qui dat omnibus affluenter
improperat[ . 1, 5]; qui rogatus iuste, nichil negat; ac si differt, vult
utilius donare, sepe etiam rogari expectat, ut mrita nostra tranecendens sit et vota prvenions. Habes dominum, qui te non decipiet,
non calumpniabitur, non contempnet, sed eo te pluris faciet, quo te
magis ipse contempseris. Habes dominum, qui te non ledet, te ledi
sinet, periculo obiciet, labori, nisi kisto et promeritorio et utili,
delectabili et honesto. Habes dominum non huius ftrbis aut illius, non
regni aut imperii temporalis et ab altero quesiti, sed qui celutn et ferram., mare et que in eis sunt creavit [Act. 14, 14], omniaque pugno continet
et nutu regit ; cuius regni non erit finis [Luc. 1, 33] ; nee tarnen a tanta
potestate difficilem aut superbum. Nunquam amicus humilis tibi familior fuit quam hic erit, si tota et pura mente volueris; nichil enim secum fingi potest, nichil dividi, totum vult cor atque animam totam;
cum nemine vult partiri ; zelotes est. Si quem forte non in se, aut prop
ter se alium ames, irascitur, et quemeumque consortem dedignatur.
Nec immerito: neque enim parem habet. Et de se ipse ait: Videte,
quod ego sim solus et non est alius deus prter (MS. propter) me.
[Deut. 32, 39]. Et de eo dictum est: Neque enim est alius extra te.
[I Reg. 2, 2]. Et iteruin : Non est similis tui in dus, domine [Psi. 15, 7].
Quotcumque se per orbem reguli attolant, quotcumque dominos se dici
velint, vere unus est regum et dominus dominantium [Apoe. 19, 16].
Et si aliquando totum dare homini libuit nihil in te habenti nisi consensum tuum, da nunc, ymmo redde totum Deo corpus et animam et
cogitatus atque opera, que illius sunt. Et si ea forsan eripueras, ut
alterius firent, imploratus aderit, ut indigno possessore spoliato, suum
ius ipse recipiat et tu fidem tuam. Plus uno die, plus insolentie atque
irarum passus es ab homine quam ab omnium domino sis passurus
omni tempore. Non te avarus ianitor, non superbus lictor arcebit. Die
noctuque illum adir poteris atque alloqui. Semper audiet, et si rite
aliquid petes, exaudiet, quanquam multa petere sit necesse, et unum
necessarium esse, eodeni docente [Luc. 10, 42], didicerimus. Seit celestis
Pater, quibus indigemus et necessitatum conscius est nostrarum. Primum igitur queramus unum id, hoc est regnum Dei et hec omnia
adiicieirftir nobis [Matth. 6, 33]. Si quando autem tibi fortasse durior aut
tardior videtur, expecta, esto longanimis, noli diffidere, neque tedio vel
angoribus affici. Noli impacientie ad te aditum dare: fiet tibi vel quod cupis,
vel quod expedit. Quod si forte, quod per aulas mortalium dominorum creberrimus mos est, intercessione tibi opus est, dominum esse credideris, prona semper ac facile ad gratiam via est. Non eges pecunia aut
dolis aut blandiciis, sed pietate ac fide. Est illi mater Virgo, qua nichil
unquam micius sol vidit unquam, nil humanius nostra habuit natura.
Tam vero humilitas tanta est, ut et earn celo dignam'fecerit, et ad terram celi dominum inclinare potuerit; quoniam banc vel solam vel precipuam respexisse videtur deus homo mox futurus, dum ydoneam Dei
genitricem nostra sibi de specie prepararet. Denique omnis in hac virtus
ita supereminet, ut prter solam filii sui animara, in nulla unquam alia
tam excellens fuerit. , fidelium lux peccatorum, preces filio porrigit,
et pia illius veniam poscit instancia. Et etsi peccata oderit, peccatores
non odit, sed potius miseretur, eorum conversionem diligit ac salutem
cupit, recolens eorum peccata, et que ex peccato nascitur miseria, di
vinara misericordiam inclint. Tanti enim honoris, tanteque felicitatis
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CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
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CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
Namurci.
(Coniinuabitur).
P. Hi golinus Lippess, 0. F. M.
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(XIX-XXX). Subdimua hie, in ChL res Angliae septentrionalis et Scotiae praesertim enarrari, et quidem animo in Scotos infenso. CI. J. W.
addit H. de Burgo cuius plures versus Leonini inseruntur Chronioo,
praecipue inter annos 1280-92 (cf. edit. p. 105-47) fuisse electum Priorem Canonicorum Lanercostensium an. 1810, ibique obiisae 1315 (XXVII).
Insuper addit 1) Augustinianos certo Prioratui addictoe fuisse, Fratres vero Minores Provinciae; 2) eruditionem patristicam quam ChL
prodit : citantur enim septem Praires (!) et Cod. Theodosianus (?), non
convenire Fratri Minori (!?), sed potius Cannico . S. Aug. (XXXs.).
Quam futilis sit haec altera ratio, cuilibet apparet, qui vel inspicere
velit opus cl. A. G. Little, The Grey Friars in Oxford, Oxford 1892.
Neque ratio prior multum valet, quia ex una parte FF. Minores non
adeo leviter conventus mutabant saos; altera autem ex parte, testante
ipso nostro ChL, Canonici illi adeo immutabiles non erant; cf. edit. p. 108.
I't igitur hanc sat intricatam quaestionem, utrum Fr. Minor anonymtis conventus Carlioli (vel Bervici) auctor ChL fuerit, an vero
Canonicus O. S. Aug. anonymus Lanercosti, vel decideret, vel saltern
magis in propatulo poneret, J. W. aptius controversiam ex utraque parte
exposuisset atque excussisset. Negari quidem nequit in aliquot locis
narratorem se express accensere Canonicis Lanercosti (v. gr. edit. 106:
* coacti sumus ). Omnibus vero consideratis, loci isti notitias breviter
enarratas continent; deinde pauciores sunt quam illi, qui Francisca narratorem produnt (v. gr. ed. 131: in nostra provincia ; 149:
cum beato patre Francisco ; 155 : per fratrem, qui tunc de conventu
BristoUi extitU, ad nostram congregationem (= capitulum) devenu ; 172 :
visio in conventu O. F. M. Bervici, etc., etc. Tertio narrationes illae
plane franciscanae longiores sunt et multo frequentiores. Demum
animadvertae compilatorem praesentis (seil, ultimae) re cens ionis Chronici hums, post talem narrationem franciecalem alia alterius
generis subnectere, utens formula, p. 136: Pro varietate materiae hie
referendum est; unde recte inferendum videatur ultimum compilato
rem fuisse revera Fratrem Minorem nnonymnm anglum, in quodam
conventu 0. F. M. Angliae septentrionalis custodiae Novi Castri degentem.
Quae hypothesis et fusius pertractanda et magis comprobanda esset. E
rebus narratis, ad homines vivos et coaevos appellantibue, patet Chronicon compilatum esse circa an. 1270-1346 a pluribus chronistis sibi invicem succedentibus, qui Chronica anteriora adhibebant et narrationes
Fratrum praeprimie Ordinis Minorum, tunc nondum scripto traditas.
Unde MS. Cottonianum, saeculi XV, proveniat, minime patet, sed
nee coniici potest. Stevenson (p. Ill) non recte opinatus (cf. Wilson,
XII ss.) ChL esse continuationem Chronicae seu Annalium Bogerii de
Hoveden, an. 449-1201 (1225), [ed. W. Stubbs, London. 1872-73] editionem suam orsus est anno 1201, sive fol. 172v, neglectis partibus antiquioribus, seil. f. 24-172 MSS1 Cottoniani. Pro hac parte nondum
edita Chronici nostri basis rvera fuit Chronica illa Rogerii de Hove
den: Stubbs, 1. I, p. LXXIIIss., Wilson, p. XIH-XVII.
Versio anglica non solum elegantissime cusa est, sed et novem
tabulis heliotypicia praeclare expresis ornatur, quarum effigies Prioratum de Lanercost, partim dirutum, tibi describunt, cuius quoque arma
sive insignia titulus libri prae se fert. Aliae tabulae alias sacras aedes
partium illarum Angliae praebent. Tabula autem V folium 208 MS'
Cottoniani insigniter phototypice exprimit.
P. Michael Bihl. O. F. M.
Archivum Franciseanum Hiatoricum. An. VII.
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BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
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540
BIBLIOGRAPHIA.
Fr. Leonardos de Tibure a. 1295-1296 Provincialis erat Minister Fratrum Min. Provinciae Romanae, cf. Bull. Franc. IV, 381, n. b., et qua
talem Bonifacius VIII eum in negotiis politicis-religiosis bis adhibuit,
mandans eumdem a. 1295 unacum Pratre Alemanno Balneoregiensi, O. M.
in Siciliam (Sbaral. Bull. Franc, IV, 381, n. b. ; Wadd. ad a. 1295, n. 2
(V, 332); Bonav. Theuli, Apparato Minoritico detia Provincia Romana,
Velletri 1648, p. 96) et anno sequenti ad Iacobum II regem Aragoniae,
bulla 5 feb. 1296 (BF IV, p. 380; cf. ib. p. 381 bulla 16 feb. 1296), qua legatione Fr. Leonardum revera functum esse litterae Iacobi II praedicti,
datae 29 sept. 1296, demonstrant ; cf. Finke, Acta Aragonensia, I, p. 80.
Ut Inquisitor Provinciae Romanae commemoratur 7 mart. 1291 (BF IV,
p. 227), 13 ap. 1291 (BF IV, p. 244), 1 aug. 1291 (BF IV, p. 274). Anno
vero 1298, 3 mai. Adam de Cumis, 0. Min., ut alter eius successor officio
Inquisitionis fungitur. Factum illud igitur quod in Processu narratur de
Bonifacii VIII amico de haeresi suspecto ante Bonifacii elevationem ad
thronum pontificium accidisse, dummodo verum est, valde verisimile est,
Bonifacio vero VIII ignotum, cum is eodem Leonardo annis 1295 et 1296
pro legationibus utatur. Supposita etiam ilia punitio incarcerationis ante
finem anni 1296 iuxta praedicta fieri non potuit.
Alter Inquisitor de quo agitur est Fr. Angelus de Colleveteri, alias,
uti apud Mohler p. 262. de Castroveteri. In duabus bullis, quibus ut
quondam Inquisitor haereticae pravitatis commemoratur, 3 mai. 1298
(BF IV, p. 475), 1 mart. 1304 (BF V, p. 15) rigorosius processisse dicitur.
In officio inquisitionis erat successor praedicti Leonardi de Tibure;
3 mai. 1298 ipse habuit iam successorem. Si igitur duo isti eminentes
Fratres Minores Provinciae Romanae a Bonifacio VIII carceribus mancipati sunt, uti in Processu dicitur, id ex praedictis indicationibus
chronologicis inter finem a. 1296 et initium a. 1298 evenisse opus est.
Hoc idem tempus aliam incarcerationis causam, praeter suppositam eorum in Bonifacii VIII amicum actionem, suadere videtur, nempe amicitiam Fratrum Minorum non solum spiritualium sed et praesertim
Romanorum cum familia de Columna; (cf. AFH IV, 234) quod etiam a
Petro Columna innui videtur dicente (p. 262) se nescire si aliqua alia
occasione captata necne, praedictos duos Inquisitores in vincula esse
coniectos.
De illo domino Iohanne Machario de Urbe de ordine continentium p. 264, qui Bonifacio VIII obtrectasse refertur, in litteratura
franciscana nil fere babetur. Quare gratissimae sunt breves A. indicationes, 149, n. 2, quibus addimus in bulla dubie authentica Clementis V,
Cordi est nobis, Burdigalis 15 mart. 1307, edita a P. Golubovich, AFH
II, 71, dici Indulgentiam Regulam III Ordinis legentibus et legi audientibus concessam esse ad instantiam ... nec non et fratris Iohannis
de Roma belimosinarii nostri, ministri fratrum continentium civitatis
Rome . In bullis Nicolai IV dicitur familiaris noster , 28 mai. 1288
(Langlois, Reg. de Nic. IV, n. 7038, familie nostre marescalcus
1 ian. 1292, Langlois, 1. c. 7340 ; 7342. Relationes etiam, uti A. indicat,
habuit idem Fr. Iobannes ad Iacobum II regem Aragoniae, cuius procu
rator dicitur: F.ncaro lo senyor rey trames carta sua de precs a frare
Iohan Macari, senescalch del senyor papa [Nic. IV], procurador del senyor
rey, que el sin euros de captar les elites cartes et de fer espeegar lo
dit missatge (c. 1291-1292). Mense iunio a. 1294 idem Fr. Iohannes ab
eodem rege litteras accipit; cf. Finke, Acta Aragonensia I, p. 11. Habemus igitur nobilem Romanuni Tertii Ordinis S. Francisci, cui officia
BIBLIOGRAPHIA.
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(1) Privilegium duplici vel triplici forma habetur. Optimus textus videtur
ille editus a Golubovich. AFH II, 71, oui accedit, sed minus correctus, ille
a Kruitwagen, AFH I, 114, editus. Alia forma, incipiens Cum illuminatum sit,
Buidigalis 8 mai. 1806, in qua nomina oratorum. inter quos Fr. lohannes
noster, omittuntur, est velut paraphrasis bullae editae a Golubovich, ac
ea forma certe authentica esse non jwtest. Edita est haec tertia forma a
P. Hilario Parisiensi, Liber Tertii Ordinis, torn. III. fiomae. 1882, p. 121, et
ab eodem in unico volumine: Liber Tertii Ordinis, Geneve 1888, p. 200, desumente textum ex Feriaris, Prompta Bibliotheca canonica, s. v. Indulgentiae,
art. V, n. 26.
542
BIBUOGRAPHlA.
BIBLIOGRAPHIA.
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544
BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGKAPHIA.
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546
BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
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548
BIBLIOGRAPHIA.
MISCELLANEA
550
MISCELLANEA.
MISCELLANEA.
551
.
1283.
De procur atori bus fratrum minorum. Ricardus, etc., Willelmo
Pynt, Hugoni de Rotherwas, et lohanni de Leominstria, etc. Caritati ven
tre prsentions innotescat a venerabili domino Matheo, snete Marie in
p&rticu cardinali, nobis esse commissum per litteras psius expressas ut
de proevratoribus provideamus qui rdilitatibus fratrum minorum deserviant et intendant; volentes igitur mandatum et comminsionem huiusmodi
fideliter adimplere et efficaeiter exequi ac prosequi reverenter vos et quemque vestrum in solidum rite nominates facimus, constituimus, et ordinamus ipsim domini Mathei et ecclesie Romane, cuius vice fungimur in
tuic parte, procuratores et nuncios speciales ad pecuniam et precia verum
recipienda et expendenda (1) per vos et quoscumque alios pro necessitatibus
fratrum predictorum, iuxta formam litterarum et constihicionis aposto
lice in eisdem litteris memrate, quam fratres prenominati viva (2) voce
rel littera sciunt plenius intimare, donee eadem auctoritate, cum fratribus
expedir videbitur, fueritis rerocati. In qitortim testimonium, etc., primo
anno nostre ordiuacionis.
P. Livarius liger, . F. M.
Bulle de Boniface VIII pour les Frres Mineurs et les Tertiaires de Berne
(15 juillet 1296). L'original de cette bulle, inconnue de Sbaralea et
du P. Eubel, est conserv aux Archives cantonales de Fribourg, fonds
des Cordeliers, 1. Elle n'est pas sans intrt pour l'histoire du TiersOrdre au XIII" sicle.
Bonifacius episcopus, servus servorum Dei, dileto filio... abbati nasterii de sancto Gallo, Constantiensis dicesis, mhdem et apostolicam benedictionem.
Sua nobis dilecti filii... (3) minister provincialis et fratres ordinis
Minorum provincie Alamanie superioris, ac fratres et srores de penitentia sancti Francisci de villa Bernensi, Lausanensis dicesis, conquestione monstrarunt, quod frater T rutmannus, ordinis snete Marie
Theotonicorum Ierosolimitanensium, Plebanus pai-rochialis ecclesie eiusdem
vide, qui ordinem eorundem, Fratrum Minorum pro viribus ausii temera
rio persequi non veretur, et fratribus eiusdem ordinis iniurias irrogare,
proclamare assertione dampnabili in ecclesia dicton/ m fratrum coram
multitudine gentium non expavit, Fratres Minores triginta annis a
rectroactis temporibus deceptores ac falsarios extitisse ; parrochianos
quoque ipsius ecclesie, qui causa devotionis ecclesiam dictorum Fratrum
Minorum predicte ville sine preiudicio parrochialis ecclesie frequentius
visitabant, per subtractionem sacramenti eucharistie et iuramentorum
extorsionem compellit, ut ad ecclesiam dictorum Fratrum Minorum numquam accdant pro divinis offlciis audiendis ; et quod gracilis est, tam
idem Plebamus quam Egelwar du s, baUivus et confratres sui, pluries
minati fuerunt, inferre mortis periculum Fratribus Miuoribus supradictis,
(1) Editio falso: exponrtela.
(2) Editio falso: una.
(3) Fr. Berthold, lu provincial 1289 et mort au commencement de 1297,
fut remplac la mme anne, au chapitre de Strasbourg, par Fr. Henri de
Oberndorf; Chronica Nie. Qlanberger, dans Anal. Franc., II, 1887, 106 et 108.
X. Eubel, O. M. Conv., Geschichte der oberdeutschen Minoriten-Provinz, Wrz
burg 1886, 162.
552
MISCELLANEA.
sicque iidem Fratres Minores pre huiusmodi timore incedere per stratas
ptiblicas non sunt ausi.
Idem insuper Plebanus nonnidlis Fratribus et Sororibus de penitentia
supradicta, et quibusdam edits parrochianis ecclesie dicti Plebani, qui
causa devotionis extra tempus Resurrectionis dominice a dictis Fratribus
Minoribus dictum sacramentum euckaristie sine preiudicio parrochialis
ecclesie receperant, mandari per loci ordinarium procuravit, ne de cetero ab
alio quam ab ipso Plebano aliqua ecclesiastica reciperent sacramenta, et
super eo quod perceperant, infra certum terminum dicto Rectori satisfacere procurarent. Et cum idem Plebanus interim, suis culpis exigentibus,
per fratrem Rodolphu in, ordinis P redicatorum, Inquisitorem
heretice pravitatis in Mis partibus autoritate apostolica deputatum, ratione
officii sibi commissi rite fuisset exommunicationis sententia inodatus. et
eius ecclesia ecclesiastico supposita interdicto, Plebanus ipie centum et
triginta personas de penitentia supradicta dicte ville, pro eo quod de
mandato dicti Inquisitoris predictum Plebanum sic excommunicatum vitabant, per sectdarem potentiam bonis eorum omnibus primitus conflscatis, de dicta villa e[i]ici procuravit.
Verum nominati Fratres Minores ac Fratres et Sorores de penitentia
supradicta, attendentes quod huiusmodi mandattim ipsius ordinarii in
eorum non modicum preiudicium redundabat, ac timentes, ex verisimilibus coniecturi-s, ne dictus Ordinarius occasions premissa procederet uUerius
contra eos, ad sedem apostolicam infra tempus debitum ex causis_ Ugitimis
appellarunt. At item diocesanus, huiusmodi appellatione contempto,
in dictos Fratres et Sorores de penitentia ac epiosdam parrochianos dicte
ecclesie, pro eo quod mandato huiusmodi non parebant, proid nec etiam
tenebantur, de facto exommunicationum sententias promulgavit. Postmodum vevo dictus Plebanus, de huiusmodi processu penitus tacito, ac
suggesto mendaciter, quod dicti parrochiani, predicta ecclesia derelicta,
ab aliena ecclesia sacramenta ipsa recipere presumebant, et quod propter
hoc idem Ordinaritis auctoritate ordinaria in eos excommunicationis sententiam promulgarat, super observatione huiusmodi sententie nostras ad....
Archidiaconum Lausanensem, et quosdam alios Iudices in communi forma
Utteras impetravit. Quare dicti Minister ac Sorores nobis humiliter supplicarunt, ut predictas excommunicationum sententias in dictos Fratres
et Sorores de penitentia ac, parrochianos, in eorundem fratrum Minorum
preiudicium, ut premittitur promulgatas, ante omnia relaxari, et alias in
causa huiusmodi iuxta exigentiam iuris procedi, etiam si tempus prosequende appellationis huiusmodi sit elapsum, per discretum aliquem faceremus. Quocirca discretioni tue per apostolica scripta mandamus, quatinus, vocatii qui fuerint evocandi, ac dictis sententiis ad cautelam iuxta
formam ecclesie, sicut iustum fuerit, primitus relaxatis, et audiiis hinc
inde propositis, quod iustum fuerit, appellatione remota, decernas, faciens
quod decreveris, auctoritate nostra fi.rm.iter observari. Testes autem, qui
fuerint nominati, si se gratia, odio vel timore subtraxerint, per censuram
ecclesiasticam, appellatione cessante, compellas veritati testimonium perhibere ; non obstantibus constitutione de duabus dietis in Concilio generali,
et nostra qua cavetur, ne aUquis extra suam civitatem et diocesim ad
indicium erocetur, nec procedatur in aliquo contra eum. Datum apud
Urbem veterem, idibits lulii, pontificatus nostri anno tertio [15 juill. 1297].
Fribourg (Suisse) mai 1914.
P. Marie-Pascal Anglade, O. F. M.
MISCELLANEA.
553
554
Miscellanea.
MISCELLANEA.
555
556
MISCELLANEA.
MISCELLANEA.
557
558
MISCELLANEA.
I.
Illmo Sig. Sig. Padrone Col.mo.
MISCELLANEA.
559
560
MISCELLANEA.
MISCELLANEA.
561
562
MISCELLANEA.
MISCELLANEA.
563
Vili.
Stimatissimo Sig.' Can.co,
[Ancona, 22 gen. (?) 1808].
Le compiego altra lettera che mi scrive it Sig.r Abate D. Angiolo
Grimaldi, dal cui tenore rilever insiememente i miei sentimenti, cio che
qualora la Citt ed il Clero di Cingoli voglia promuovere la Causa in
S. Congregazione de' Riti del B. Angiolo, Egli ed io daremo quella mano
adiutrice che per noi si potr. Faccia, La supplico, partecipe di questi
sentimenti e della lettera, il Sig.T Can.co Raffaelli, che si degner rive
rirmi con quella ossequiosa stima e rispetto, che a Lei protesto nel
confermarmi
Di Lei stimatissimo Sig.' Can.co.
Ancona, S. Fran.co ad alto 22 del 1808 (1).
Divotissimo ed Obbligamo Servitore
F. Ermenegildo d'Ancona Min. Oss.te.
(A tergo): All' Ilimo e Rmo Sig.' Sig.r Padrone Colnw. Il Sig.' Can.co
Domenico Ant." Grasselli. Cingoli.
(Un foglio scritto da un lato, dall' altro 1' indirizzo). E an
nesso al carteggio un foglio piegato in due, senza data, ma scritto
da mano diversa da tutto il carteggio, prima del 1806, perch cita
Sbaralea, Suppl. ad Scriptores, dal Mss. mentrech quest' opera fu stam
pata a Roma 1806. Contiene due estratti letterali dello Sbaralea, cio
1' articolo Angelus de Cingido, fino all' elenco delle opere di questo, che
omesso, e l'articolo Gentilis Cingulanus per intero. Comincia): Ex
Fr. Hiacgntho Sbaralea Ord. Min. Conv. in Opere Mss. Supplementi
ad Scriptores Ord. Min. Wadd. Angelus de Cingido = al. de Clareno,
vel Clarenus (ecc. finisce): sed alius est locus.
Gentilis Cingulanus Non Possevinus tantum (ecc. intero).
P. Livario Oliger, O. F. M.
(1) Dn timbro postale nel lato dell'indirizzo porta 12-12-8. il quale timbro
per non pu essere contemporaneo, poich vi si legge anche [Fe]rrovia; pro
babilmente bisogna supplire Gennaio; cf. la data del N VII.
CHRONICA
s
I. Cronaca Italiana.
Studi Francescani: Pubblicazione bimestrale . Non un nuovo
Periodico ; ma uno gi ben noto, che si rinnova, s' allarga, ingrandisce,
compie la trasformazione che lentamente aveva cominciata da alcuni
anni ; cambia nome, veste : Gi La Verna, Nuova Serie, anno I (XII) ;
in-8", Arezzo, Cooperativa tip. 1914. Il programma abbraccia gli studi
su ogni ramo dell'attivit francescana. Augri. Ecco il Sommario
del fascicolo 1-2, Giugno-Settembre: La Direzione, Ai nostri abbonati
e lettori, p. III-IV; P. Donato Zucchekblli 0. F. M., La cognizione nel
pensiero del B. G. Duns Scoto, 1-15; P. Paolo Sevesi, / Frati Minori
della pi stretta Osservanza /iella Lombardia, 16-28 [relazione del 1856,
al Min. Gle, su lo stato di quella Provincia dal 1768 al 1856: conti
nuer] : P. Serafino Belmoxd, O. F. M., Gravi inesattezze del P. G. Mattiussi a proposito di dottrine scottiche, 29-38; P. C. Albanese, O. F. M.,
La tevria delle idee senza immagini nella psicologia di Scoto, 39-65;
P. M. Morelli 0. F. M., Se la teologia sia una scienza pratica, 66-79;
P. Sevesi, Le origini della Provincia dei Frati Minori di Milano (o Lom
bardia) ed i Ministri Provinciali dal 1217 al 1517, 80-87 [finora la sola In
troduzione]; P. Sat. Mencherini, Vita del B. Tommaso di Firenze O. F. M.
(testo inedito del sec. XV), 87-102 [continua dalla Serie precedente]; P. Am
brogio Ridolfi, 0. F. M., L'induzione scientifica nel pensiero di Scoto,
103-14; P. Zeffir. Lazzeri, Una piccola vita inedita di S. Bonaventura.
115-37 [del sec. XV-XVI, unita a un Codice (II, II, 449 Bibl. Naz. di
Firenze) di altre vite di Fr. Mariano da Firenze e che rivela, se non
10 stesso autore, lo stesso materiale e la stessa fonte]; BiMiogrrafia,
138-50, Bollettino, 151-63.
Nell'articolo, Notizie di storia garganica: Pellegrini all' Arcan
gelo, in liassegna Pugliese, Nuova Serie, an. XXX, vol. XXVIII, 1913,
p. 437-51, Michele Vocino raccoglie anche quanto del pellegrinaggio
di S. Francesco alla sacra spelonca la tradizione o leggenda riferisce:
11 tati sul sasso; i conventi fondati li intorno, con l'aiuto di S. Michele
e de' suoi Angeli; il mandorlo da lui piantato a Cagnano, che portava
su ogni frutto impresse le lettere S F; il cipresso d'Ischitella, fatto sor
gere d'incanto, poi dal demonio divelto e ripiantato alla rovescia, ma che
tuttora in piedi ; il bastone portato di l e piantato e convertito in al
bero presso Siena, ecc. La B. Ortolana vi si sarebbe recata, forse con
S. Chiara , nel 1199 (439s.).
A. Kingslejy-Porter, ha parlato con grande competenza arti
stica e critica in Arte e Storia (1913-14) di alcune antiche chiese di
Corneto-Tarquinia (Roma), corredando i suoi studi di molteplici foto
tipie. Due di queste chiese ci riguardano: S. Giacomo di Corneto, XXXII,
1913, p. 165-71, e S. Francesco di Corneto-Tarquinia, XXXIII, 1914,
p. 5-12. La chiesa di S. Giacomo, appartenente gi ai Benedettini, fu
ceduta con altre possessioni nel 1259 da Alessandro IV alle Clarisse di
CHRONICA.
565
Toscanella (Bull. Franc. II, 363-5) e pare che fin d' allora diventasse
esso pure Monastero di Clarisse. Memorie di questo monastero si hanno
in documenti dal 1335, 1389, 1446 (166). In questo secolo l'abitavano Ter
ziarie Francescane, che vi durarono oltre la met del sec. XVII.
La questione confusa. Nulla ne sa il P. Casimiro da Roma,
Memorie storiche delle chiese e dei conventi... della Provincia Romana,
Roma 1764, p. 119, oltre il riferito dal Waddingo agli anni 1445 n. 40
e 1457 n. 83. Conviene anche osservare che le discendenti delle Clarisse
di Toscanella, dal primitivo monastero di S. Maria in Caballione trasfe
rite sotto Pio V nel monastero di S. Paolo, al tempo del P. Casimiro
(p. 401 ss.) erano esse pure Terziarie. Qualcuno del luogo potr schia
rire la cosa. Tornando al Kingsley-Porter, egli dopo aver raccolto
dagli storici locali i pochi dati che hanno intorno al monastero, affatto
scomparso, e alla chiesa, chiusa al culto ma ancora perfettamente con
servata (165-7), questa descrive, rilevandone le particolarit architet
toniche, le parti pi antiche e le aggiunte posteriori. E' piccola, a una
sola navata di due campate, con transetti assai sporgenti e un'abside,
senza ornamento alcuno. Dietro abili confronti, la congettura costruita
verso l'anno 1095 (171). Del S. Francesco di Corneto l'A. dell'articolo
non conosce documenti pi antichi della fine del sec. XIV. Nel Wad
dingo la pi lontana memoria del 1291 n. 43; ma che un convento
di Frati Minori esistesse gi molto tempo prima in Corneto si ricava
dal Tractatus de Miraculis di Fr. Tomaso da Celano (ed. Alene, p. 376 s.),
scritto c. l' anno 1249. Per altro, non pare che gi fin d' allora abitassero
1' attuale S. Francesco, dove, dalla chiesa della SS. Trinit si sarebbero
trasferiti non prima della fine di quel secolo. Vedi anche per altre buone
notizie e documenti il P. Casimiro da Roma, Memorie cit., p. 115-39.
Ma la chiesa ora di S. Francesco, prima di S. Agapito e benedettina,
secondo l'A. risale al sec. XII, tra il 1160 e il 1190 (XXXIII, 9i. E' fra
le pi grandi di Corneto, a tre navate e tre absidi, con transetti spor
genti del sec. XIV, sette cappelle, alcuna delle quali ancora del periodo
gotico, e con molte deturpazioni e aggiunte di stile barocco. L'A. pro
mette su le stesse chise di Corneto un pi completo studio in inglese,
con piante e sezioni eseguite dagli ingegneri Covini e Scalabrini (12).
% Donato Zaccarini parlando ne L'Arte, XVII, 161-80. di Antonio
Alberti, il suo maestro ed alcuni pittori ferraresi loro contemporanei, ri
corda, che nel 1430 l'Alberti era in S. Francesco d' Urbino a dipingere
le Cappelle dei Signori ^164). Poi si rec a Talamello nel Montefeltro,
dove dipinse tutta la celebre Cella del Vescovo Giovanni Sclani(o
Secanio), O. F. M. \f 1444; cf. Eubel, Hier., 1, 257, Picconi, Serie, 82,
361), ritraendovi un'Annunciazione, una Presentazione al Tempio, una
Adorazione di Magi, gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa e una teoria
di 12 Santi tra i quali sono ricordati S. Francesco e S. Antonio. La
Celletta era finita nel 1437 (166ss.). L'iscrizione della cappella, gi edita
solo in parte, l'A. dell'articolo d decifrata quasi per intero (165). La
riproduciamo: [in nomine] dei omnipotentis heate marie semper virGINIS SERAl'HYC'[l FRAXCI.SCI .... MAIe]STATEM ISTAM CUM EDIFFITIO ET
PICTURIS FIERI FE( IT REVERENDISSIMI* IX CHRISTO PATER ET DOM1NUS
DOMINUS FR. IOHANNES DE SCLANIS DE ARIMINO ORDIN1S FUATRUM M1NORUM SACRE THEOLOGIE PROFESSOR NEC NON DEI ET APOSTOLICE SEDIS
GRATIA BPISCOPUS FERETRANUS AB ANNO .... PRECES AMEN. ANTON1US DE
FERRARIA HAHITATOK URBINI PINX1T. SIT LAUS DEO IN SEC ULORUM SECULA
amen. Nel 1439 l'Alberti dipinse un polittico per i Frati Minori Zoccolanti
di S. Bernardino di Urbino, che rappresenta la Vergine col Bimbo, e
566
CHRONICA
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CHRONICA.
CHRONICA.
569
AFH I, 11-2. Il est vident, qu'au moins pour tout le moyen ge, il fau
drait contrler cette Series d'aprs des documents plus authentiques.
M. W. D. avoue lui-mme (195) que la Series publie par le P. Casi
mir Biernacki, 0. M. Conv., dans son Speculum Minorum, in quo
primigenia religio Ordinis Minorum Conventualium omnium primi Ordinis... matrix, fans et origo inspicitur, Cracoviae 1688, 212-93, l'emporte
sur la nouvelle, la fois en exactitude et en importance. Mais M. W.
D. se contente de renvoyer Biernacki, sans donner le rsultat de sa
confrontation des deux sries. Toutes les deux semblent avoir une la
cune entre 1347 et 1380 (197; Biernacki, 258-61).
B. E. Bendixen, Dos Franziskanerkloster zu Bergen in Nonvegen,
ibid., 205-29, avec 4 planches (217-20). Mr. B. E. B. y recueille toutes
les notices accessibles sur le couvent franciscain de Bergen en Nor
vge. C'tait le plus grand des six couvents de l'Ordre en ce pays.
Fond vers 1250 par le roi Haakon Haakonsson (1217-63), un incendie le
dvasta en 1270. Mais le fils du fondateur, Magnus Lagaboeter (1263-80),
le fit restaurer et voulut y tre enterr (207). En 1264, 1281 et 1287 le
roi Magnus chargea de missions politiques en Ecosse le Fr. Mauritius,
connu pour son plerinage en Terre-Sainte ; v. AFH VII, 136 (205-6).
Le Minister Provinciae Daciae semble avoir parfois rsid Bergue
(207); mais seuls les noms de quelques Gardiens, Lecteurs et Frres
du couvent nous ont t conservs (208ss.). Vers 1320 les FF. Mineurs
eurent un conflit avec le clerg sculier au sujet de la distribution de
la Sainte Communion aux fidles. Les commerants hansatiques de Lilbeck, rsidant Bergue, faisaient beaucoup de legs au couvent. La
bulle de Boniface IX, du 12 fvrier 1401, [dont le P. Eubel, BF VII,
119, ne donne qu'un regeste], est publie la p. 215. L'glise gothi
que avait deux nefs; le chur seul tait vot. Au nord, ct du
chur, se trouve encore la salle capitulaire [ou la Sacristie?]. Les quatre
planches donnent le plan et des vues de l'glise, ainsi que plusieurs d
tails de l'architecture. Les btisses du couvent ont disparu. Aucune
chronique ne parle de la suppression du couvent, qui eut lieu aprs 1524.
L'glise, restaure de 1880 1882, a servi et sert encore de cathdrale
protestante. Le Calvaire au sud du couvent a compltement disparu;
seul le nom est rest, et l'on ne sait d'ailleurs rien de sa disposition, etc.
Le sceau du couvent, reproduit la p. 217, ne parat pas reprsenter
Notre-Seigneur (216), mais le saint roi Olaiis, patron du couvent.
P. Patricius Schlaoer, O. F. M., Verzeichnis der Kloster der
schsischen Franziskanerprovinzen, ibid. 230-42. Le t. P. Schl. y re
produit (234; les listes des couvents de la Saxonia, du Provinciale O.
F. M. vetust., du livre des Conformits: AF IV, 551-3 (235-6), le cata
logue de Goerlitz de 1484 (v. AFH IV, 375) (238), et d'autres listes
plus rcentes. Les trois noms trs estropis dans le Provinciale et le
Pisanus: Borith, Ycavia-Ytavia, Transne-Trasve sont dfinitivement iden
tifis avec Burg an der Ihle, Zittau et Crossen. [Voir aussi ce propos
AF V, 505].
La section Kuerzeiie Beitraege contient trois notices. 1)
P. Johannes Hoper, C. SS. R., Zur Identitdt des Lektor WUnhein in
der Chronik des Johannes von Winterthur, 243-5. Dans l'AFH VI,
443s., l'Auteur avait dj cart l'identification du Fr. Mineur WUnhein,
avec Guillaume 'Ockham. A prsent il l'identifie, et cela bon droit,
avec le Fr. Conradus de la Province de Strasbourg, qui, en 1330, pour
avoir prch Paris contre Jean XXII, avait t condamn la prison
perptuelle; v. Eubel, BF V, 8-12, 857, 884; et Joh. Vitoduranus,
570
CHRONICA.
CHRONICA.
571
572
CHRONICA.
CHRONICA.
573
674
CHRONICA.
H istoria Franciscana.
Brugnoli, Biobdo. Le satire di Joccupane da Todi. Riconti!itile, nella loro pi pro
babile lezione originaria con le varianti dei MSS. pi importanti e precedute
da un saggio sulle stampe e sui codici Jacoponici. Firenze, Leo S. Olschki,
Editore, 1914. In-8", CLX, 428 pp. - L. 20,(10.
Callaey, Frd<iand, P. Dr., O. M. ('ap. Essai critique sur la vie da P. Ar
enante Leslie. Extra-it des < Etudes Franciscaines > . Paria et Couvin, Oeuvre
de St. Francois, 1914. In-8", 36 pp. Fr. 1,00.
Candido. Mariotti, O. F. M. Insigni Terziari e Terziarie Francescani nelle
Marche. Quaracohi, 1914. In-16", Vili, 198. L. 1. Rivolgersi alla Di
rezione del Periodico Azione Francescana, Pesaro, via Aurelio Saffi N. 6.
Chartularium Studii Bononiensis. Documenti per la storia dell' Universit di
Bologna dalle origini fino al secolo XV pubblicati per opera della Com
missione ]>er la storia dell' Universit di Bologna. Vol. II. Bologna, presso
la stessa Commissione, 1914. In-4", VIDI, 888 pp. L. 20.
Corna, Andrea, O. F. M. Profili di illustri Piacentini. Prefazione di Angelo
M. Lbcca. Piacenza, Unione tip. Piacentina, 1914. In-8", XVI, 804 pp.
Doelle, Ferdinand, P. Dr., O. F. M. Die Obtervambewequng in der S/lchsischen
Franziskanerprovinz bis zum Beginn der Glaubcnsspal/ung... (Dissertation Miinster)... Miinster i. W., Asehendorff, 1911. In-8", XII, 57 pp. Cf. p. 570.
Galli, Giuseppe. Appunti Jacoponvi. (Estratto dal Giornate, storico della lette
ratura italiana, vol. LXIV, p. 145 sgg.). Torino, Casa ed. Ermanno Loescber,
1914. In-8, 18 pp.
Ghilardi, Faustino, O. F. M. Breve Vita di 8. Antonio da Padova. Quaracehi,
1914. In-16 piccolo, 160 pp. - Cent. 40.
Groeteken, A. Die gotdene Legende. Franziskus von Assisi in der Poesie der
Vtilker. M. Gladbach, B. Kiihlen, [1912]. In-8", 191 pp. Tela lig. M. 4,00.
Hoepfl, Hii.debrand, P., O. S. B. Beitrtlge zur Geschichtc der Sixto-Klementinischen Vulgata. Nach gedruckten und ungedruckten Quelle. Freiburg i. Br.,
Herder, 1913. In-8", XVI, 889 pp. M. 9. (Biblische Studien herausgegeben von Dr. O. Bakdenhewkr, XVIII, fase. 1-3).
Little, A. G. Roger Bacon Essays, contributed, by various writers on the occasion
of the Commemoration of the Seventh Centenary of his Birth, collected and edited
by A. G. Little. Oxford, at the Clarendon Press, 1914. In-8", VIII, 420 pp.
Ligat. tela, 10 abili. Cf. p. 572.
Livi, Ridolfo. S. Bernardino e le sue prediclie secondo un suo ascoltatore Pra
tese del 1424. (Estr. dal Boletliiu) Senese di S. P., an. XX, fase. HI). Siena,
Sordomuti, Ditta L. Lazzeri, 1913. In-8, 14 pp.
Masci, Atanasio, O. F. M. Vita di S. Giovanni da Capestrano. Napoli. M.
D'Auria, tipografo editore pontificio, Calata Trinit Maggiore, 52. 1911.
In-8", XII, 197 pp. L. 2,50.
Matthaei, (Fr.) ai Ao.uahparta, O. F. M., S. R. E. Cardinalis. Quaestiones
disputatae selcctae, Quaestiones de Chris/o. (Bibliothcca Franciscana Scholastica
Medii acci edita a PP. Collegii S. Bonaventurae. Tom. II. Ad Claras Aquas,
1911. In-8", XV, 227 pp. Pretium L. 5; cum ligatura in dimidia pelle
L. 6,50.
Moncherini, Saturnino, O. F. M. Bibliografia Alverniana. Estratto dal Pe
riodico La Verna con notabili aggiunte e correzioni. Citt di Castello, Soc.
tip. Leonardo da Vinci , 1914. In-8, 100 pp L. 3.
Ozanam, Frederick. The Franciscan Poets in Italy of the Thirteenth Century.
Translated and annotated by A. E. Neli.en and M. C. Craio. London, David
Nutt, Grape Street, New Oxford Street, W. O 1914. In-12", XVI, 334 pp.
Tela lig. 6 abili.
576
DISCUSSIONES
P. FLAMEIO DA LATERA, . F. M.
(1733-1813) (a)
578
579
Heimbucher(l) nessuna dlie due edizioni di questa Storia degli Ordini regolari conosciuta (2). Tanto il Kirchenlexikon
quanto il Handlexikon di Buchberger, assai pi ricco del Kir
chenlexikon quanto alla nomenclatura, ignorano afatto il nostro Annibali, mentre hanno nomi d'importanza assai minore.
Accortomi di questo quasi completo oblio nel quale il
P. Flaminio era immeritamente caduto sorte del resto
comune a tanti altri valenti Francescani dopo il Waddingo
e lo Sbaralea mi misi a studiare la sua vita e le sue
opere, e quali primi frutti scrissi, dietro mia stessa proposta,
due brevi articoli bio-bibliograflci, uno per la Catholic
Encyclopedia (3), e l'altro pel Dictionnaire d'histoire et de
gographie ecclsiastiques (4). Nel frattempo ho continuato le
ricerche per ritrovare specialmente tutti gli opuscoli dell'Annibali nonch quelli dei suoi avversari, alcuni dei quali opu
scoli sono rarissimi. L'Archivio poi di Aracoeli in Roma, le
biblioteche pubbliche di Rimini e di Pesaro ed altre ancora
mi hanno fornito non poco materiale indito sul Flaminio,
corne si vedr dalla parte III del presente lavoro. Dal titolo
del libretto di un avversario dell'Annibali : Breve Compendio
dlia vita di F. Flaminio Annibali da Latera, volgarmente
detto F. Mignatta... (circa 1780) (5) si potrebbe dedurre che
esista gi una vita dell'Annibali, sia pure trasformata da un
nemico. In realt non sono che obbrobri lanciati contro l'An-,
nibali in forma di cattivi versi con alcune note esplicative.
Qualche aneddoto e qualche indicazione positiva possono
corrispondere al vero, e ne faremo cauto uso, citando questa
fonte velenosa sotto il titolo di Breve Compendio.
Date le scarse fonti indicate o accennate, pel momento
resta ancora molto deficiente la parte puramente biogrfica,
specialmente per mancanza di date sicure sulle dimore nei
580
I.
La vita.
Flaminio nnibali nacque il 23 novembre 1733(2) a La
tera, paesetto della Dicesi di Montefiascone, Prov. di Roma,
distante poco pii d' un miglio da Farnese, ed ebbe al battesimo il nome di Girolamo Clemente (3). I nomi dei genitori non ci furono trasmessi, ma pu essere che il giovane
nnibali avesse il nome di Girolamo dal padre suo, come
molto probabile che l nome di Clemente fosse dovuto al pa(1)
numeri
i2)
lettera
simi di
(3)
Citeremo le tre parti di questo lavoro con I, II, III, coi relativi
(o lettere) progressiva
Cosi la Vacchetta dei Religiosi del 1798, in Aracoeli, sotto la
F. Non mi riuscito di avere notizie dal registro dei batteLatera.
Vedi sotto, III, 1.
581
682
583
584
585
58G
58T
88
589
fondo contro le dottrine dell'Annibali, componendo il suo Sjirito della Regola de' Frati Minori, esponendo la Regola in
senso conventualesco (1). L'opuscolo non vide la luce che dopo
la morte dell'autore, avvenuta a Padova negli ultimi giorni
del 1784, cio a Roma 1807 e a Fano 1841. In nessuna delle due
edizioni occorre il nome dell'Annibali, non so perch omesso
dall'autore o dagli editori postumi. Un altro contraddittore del
Manuale era il P. Frane. Antonio M" Righini, 0. M. Conv., ma
pare che il suo scritto rimanesse inedito (2). 11 pi Aero ed an
che il pi triviale avversario era senza fallo quel Conventuale
che si nascose sotto il nome di avv. Painacca, nome che
probabilmente copre un gruppo di Conventuali dimoranti a
Roma (3), e ai quali dovuto se la rincresciosa polemica
prese delle forme indegne, quali sono ad esempio le due
commedie intitolate: La Margaritona confusa, 1778(4) e Lo
Zoccolante all'Infermeria, 1779 (5), e in ultimo il Breve
Compendio della vita di F. Flaminio, c. 1780(6). Tra i suoi
propri confratelli il da Latera trov sostenitori il P. Ber
nardino da Lucca (7) ed il P. Pietro van den Haute (8).
Mentre che pi infieriva la bassa polemica, consolante
vedere 1' Annibali rinunziare quasi del tutto a questo genere
di letteratura. Dal 1780 in poi, cio colla pubblicazione del
suo Supplementuni ad Bullarium, egli inizia una serie di
lavori positivi e durevoli, e tanto gli era venuto il gusto
degli studi positivi, che si propose addirittura di continuare
1' opera dello Sbaralea, cominciando col pontificato di Bene
detto XI (9). Per quale ragione egli non abbia poi eseguito
il suo piano, non mi stato dato rintracciare con certezza,
(1) II, g; r; III, 11; 13; 14.
(2) III, 6. Sul Eighini v. Carlo Tonini, La coltura letteraria e .scien
tifica di Rimini dal secolo XIV ai primordi del XIX, II, Eimini 1884,
470-71. Convien avvertire che il Righini non era di Rimini, ma di Imola.
(31 Vedi sopra, p. 687, nota 4, e II, 8; o.
(4) II, k.
(6) fi, 1.
(6) II, o.
(7) II, h.
(8) Brevis hittoria Ordini* Minontm, Roma (1777), p. 128-129.
(0) Questo risulta chiaramente da una nota alla fine del Snpplementum, p. 224: ... Cum vero Opus a Sbaralea inchoatum prosequi
debeamus, si quae harum epistolarum adhuc delitescentium inveniri poterit, in ipsa continuatione opportune exseribetur. Haec nostra Bullarii
Franciscani continuatio incipiet ab anno primo Pontificatus Benedicti XI,
successoris immediati Bonifacii Vili, in cuius ultimo. . . desinit ipse Sba
ralea, atque bine chronologica methodo ad alios descendet Romanos
pontifices, horumque epistolas, quas habere nobis concessum fuerit, ho
norum omnium largitre Deo, cui ex corde gratias agimus, favente, exhibebit. Vedi ancora la Prefazione del Supplementi/m, p. IX.
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593
Indulgenza della Porziuncula e la Confraternita dei Cordigeri ; e le difese del Terz' Ordine contro il vescovo di Salis
burgo che avealo abolito con maniera anche impropria. Si
rafforzava quest'inchiesta del desiderio del papa>. L'Aff
indispettito (1) si rifiut, come appare da una sua lettera del
4 ap. 1783(2). Non cosi l'Annibali, che scrisse appunto in
latino le Dissertationes critico-hhlorcue intorno al Terz' Or
dine e all' Indulgenza della Porziuncola, Roma 1784(3), nelle
cui introduzioni sono riportati senza nome d' autore (per ri
spetto ai suddetti vescovi) dei brani di quelle ordinazioni.
Nel 1786 poi pubblic pure in latino l'opuscolo sulle Stim
mate di S. Francesco (4).
L' Annibali ebbe peraltro in questi tempi una contro
versia anche col .celebre P. Ireneo Aff, ed i lodatori (5) di
questo dnno senz' altro ragione all' Aff, tanto per la forma
quanto per la questione in s stessa, dicendo l' Annibali
avere mancato di urbanit verso il cortesissimo Aff, al
quale peraltro non poteva paragonarsi in materia di critica.
Avendo letto i passi dell' uno e dell' altro autore e studiata
la questione discussa, debbo dichiarare che si tratta di una
vera gonfiatura, e che i lodatori dell' Aff non hanno per
nulla attinti alle fonti, ma si sono limitati a riprodurre
i lamenti dell'Aff. In verit tutt' e due ebbero torto, e tutt' e
due ebbero ragione. L'Annibali (6) sosteneva che Giovanni
da Parma insegnava a Parigi nel convento, 1' Aff (7) in
vece sostenne avere il Beato insegnato in quella Univer
sit. In realt Giovanni da Parma insegnava nella scuola
del convento, ma essendo egli Maestro autorizzato all' in
segnamento pubblico, la sua scuola nel convento faceva
parte dell' Universit, secondo il diritto allora vigente (8).
(1) Vedi sopra p. 390, nota 6.
(2) Pezzana, Memorie citate.
(3) II, 13. Pi tardi, nel 1796, l'Annibali pubblic un nuovo trattato
sull'Indulgenza della Porziuncola, difendendola contro altri attacchi;
vedi li, 22.
(4) II, 15.
(5) Pozzetti, Eloffio d' Ireneo Aff, ed. 2, arricchita da Luigi Bramieri, Parma 1802, p. 95-96. Pezzana, Memorie degli Scrittori e Letterati
Parmigiani, t. VI, 1, p. 54.
(6) Manuale de' Frati Minori, Eoma 1776, p. 171-72; Supplementum
ad Bull. Frane, Roma 1780, p. 78-79, nota.
(7) Vita del Beato Giovanni di Parma, ivi 1777, p. 30, nota; vedi
ancora p. 103, nota e; Memorie degli Scrittori e Letterati Parmigiani,
I, ivi 1789, p. 131-33; vedi anche p. 135, nota 1.
(8) Hilarin Felder, O. Cap., Geschichte der wissenschaftlichen Studien
im Franziskanerorden, Freiburg i. B. 1904, p. 181 ; edizione francese,
Paris 1908, p. 101 ; edizione italiana, Siena 1911, p. 188.
Archivum Franccanum Historicum. An. VII.
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II.
Bibliografia del P. Annibali.
Le opere del P. Annibali in questo elenco sono tipograficamente
distinte con carattere pi grande, e segnate con numeri progressivi.
Le varie edizioni col numero della prima edizione, pi una lettera del
l'alfabeto. Le opere non scritte dall'Annibali, ma contro di lui, o (ra
ramente) per lui, sono segnate con le lettere dell'alfabeto. Per quanto
possibile dar il titolo intero delle opere indicate. Le poche opere da
me non vedute ed esaminate sono indicate con un asterisco (1).
1. Lettere di Damiano Fillareti a un Padre Minorit,
nelle quali d il suo giudizio intorno alle ragioni addotte
dal Signor D. Domenico Pannelli per negare la Professione
Minoritica di S. Benvenuto Vescovo di Osimo. In Fano ;
MDCCLXIV. Dalle Stampe di Giuseppe Leonardi Stamp.
Vesc, del S. Uff. e Pubi. Con Licenza de' Superiori, pp. )2
in-4 pice.
Sono 14 Lettere, abbastanza caustiche, scritte contro il libro:
a. Memorie isteriche de' Santi Vitaliano e Benvenuto Vescovi d' Osimo
raccolte ed illustrate da Domenico Pannelli, Prete della Chiesa Osimana. In Osimo MDCCLXIII. Appresso Domenico Antonio Querceta
Stampator Vescovile e pubblico. Con licenza de' Superiori, in-4. La de
dica e l'Avvertimento ai Leggitori sono comuni alle due Vite, che poi
hanno paginazioni proprie. La parte che c' interessa porta questo titolo :
Memorie isteriche di S. Benvenuto, e conta pp. XLIV (Prefazione) e
pp. 182; seguono gli Indici pp. 183-201.
Al N 1. il Pannelli rispose ristampando tutto 1' opuscolo dell' An
nibali, sotto il titolo:
b. [Domenico Pannelli], [Antiporta:] S. Benvenuto Vescovo d'Osimo,
Prete secolare. [Titolo]: Lettere di Damiano Fillareti a un Padre Mino
rit, nelle quali d il suo giudizio intorno alle ragioni addotte dal Signor
D. Domenico Pannelli per negare la Professione Minoritica di S. Beli
li) Ringrazio il P. Lett. Gius. Pou, O. F. M., che gentilmente mi ha ri
scontrato nelle Biblioteche di Roma i titoli di alcune 0[>ere.
597
veriuto Vescovo di Osimo, In Fano. Dalle Stampe di Giuseppe Leonardi . Con lie. de' Superiori. Seconda Edizione. Con osservazioni ed
attro, di che xi vegga una opportunissima Introduzione, che si jiremette.
Non creditis scriptis nostris, et nos vestris non credimus scriptis. Arnob.
advers. Gentes, lib. I. In Osimo. Dalla bottega di Domenicantonio Quercetti Stampatore Vescovile e pubblico. L'anno MDCCLXV. a di XII. di
Gi'ugno. Con licenza de' Superiori, pp. XXVIII-216 in-4.
Una copia di questo libro raro ho trovato nella Biblioteca Raffaelli,
a Cingoli, segnato : 5810.
Quest' opera del Pannelli contiene tra le altre cose:
Pag. VII-XXII Introduzione dedicata al Rmo P. Andrea Rossi,
Min. Gen. dei Conventuali, dal Pannelli.
P. XXIII-XXVIII: Francisci Antonii Zaceara S. I. ad clarissimum Patreni lohannem de Luca Ordinis Minorum S. Francisci, Exa
minatoren^ ut aiunt, Episcoporum, Epstola apologtica adversus im
peras larvati cuiusdam Damiani Fillareti obtrectationes (1).
P. 1-25: Prefazione alie Memorie di S. Benvenuto, cio ristampa
della Prefazione del primo libro su S. Benvenuto; v. a.
P. 27-206 : Lettere di Damiano Fillareti , ristampa di 1. con
annotazioni del Pannelli, ed altri testi frammessi alia fine di alcune
Lettere.
P. 207-216: Appendice con piccola introduzione del Pannelli,
dalla quale, messa in rapporto col documento pubblicato qui sotto (III, 2),
appare che l'autore dell' appendice il P. Benoffi. Il Pannelli scrive a
p. 207: Erano giunte pressoch alla meta le osservazioni sulle Lettere
del Sig. Damiano Fillareti, quando col mezzo di un eruditissimo Cavalire
[Olivieri] mi venne alie mani uno scritto di un P. Minor Conventuale,
che riguarda la stessa materia. Questo scritto brevissimo, e contiene
quel di buono, che pu dirsi a favore della professione Minoritica di
S. Benvenuto. Taccio il nome dell' Autore.... Dico bene esser lui un dottissimo Religioso di questa Provincia, che sostiene presentemente nell'Ordin suo due cariche assai riguardevoli (2) . Sulla questione con
troverse il Benoffi scrive a p. 213: Ecco finalmente il mi pensiere.
S. Benvenuto vest 1' abito de i Frati Minori, osservo la loro Regola, e
non la profess solennemente... .
2. Lettere di Damiano Fillareti all'amico Minorita sul osservazioni, ed altro contenuto nel Libro intitolato S. Ben
venuto, Vescovo d' Osimo, Prte secolare. Responder compellor, nc videar tacendo crimen agnoscere, et lenitatem
(1) Il P. Zaceara quasi contemporneamente alie Lettere di Damiano Filla
reti del P, Annibali pubblico Auximalium episcoporum series illustrata, Osimo
1764. L: Annibali, che ne aveva eonoscenza, seriase nella XIV (ultima) Lettera
del suo primo opuscolo (1), p. 88: intorno a S. Benvenuto lo Zaceara altro
non aver fatto che tradurre il Latino quanto il Pannelli ne ha soritto in
Italiano, anzi orede che a bella posta abbia aspettato tanto a dar fuori questa
serie per non faticar troppo. Alia suddetta risposta del P. Zaceara 1' Anni
bali replico nella Lettera VIII del suo secondo opuscolo (2), p. 60-64.
(2) II Benoffi negli anni 171-1765 era Ministro Provinciale della Provincia
delle Marche e Inquisitore a Udine; vedi Series cronologko-hislorico-critica
Ministrorum Provincialium qui ... Picenam Provinciam Ordinis Min. S. Francisci
Com:, administrarunt, ed. 2, Fani 1843, p. 81-32.
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599
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vocato Painacca. Altri libri non ho cercato; poich questi due sono
stati pi che bastevoli a farmi conoscere il merito della causa, e a
darmi la necessaria materia.... L'Autore protesta della sua venerazione
verso gli Osservanti e Cappuccini, messi in ridicolo, poi prosegue : Av
verto per il Pubblico, che se da qui prendesse motivo qualcuno a la
cerare di nuovo chi non ne ha colpa, io tengo preparata la materia
per altra Commedia, che avr per titolo Lo Zoccolante malcontento, in
cui dar degli Anneddoti, quanto veri, altrettanto particolari, special
mente intorno al P. Flamminio da Latera. Leggete intanto allegramente .
L'Autore della Commedia lo stesso dei N. d. i. 1. n. o. Contro di
questo opuscolo l'Annibali pubblic:
6. Censura e Risposta alla Commedia intitolata La Margaritona confusa (s. 1. et d., ma Firenze 1779), pp. 110
in-8 picc.
Gli avversari dell'Annibali risposero ancora con una commedia,
promessa gi, con un titolo un po' cambiato, nel La Margaritona con
fusa (vedi sotto k):
h* Lo Zoccolante all' Infermeria, Yverdon 1719, ma realmente Fi
renze. Non ho potuto trovare questo opuscolo, la cui esistenza at
testata nel libro attribuito all'Abate Paure (N. n) p. VII, e dall'Anni
bali, Quanto incerto sia, (N. 7) p. 6 ; 17. L'Annibali non rispose diretta
mente, ma toccando un argomento delicato allora: Oppongo, scrive
egli a p. 20, Quanto incerto sia, all'Infermeria questo bellissimo del
l' esistenza del Corpo di S. Francesco nella sua Chiesa d'Assisi, facendo
vedere agli amatori della verit quanto questa incerta sia.
7. Quanto incerto sia che il corpo del Serafico S. Fran
cesco esista in Assisi nella Basilica del suo nome, ed altro
che si premette intorno a vari Libelli pubblicati dai PP. Con
ventuali contro il P. Flaminio Annibali da Latera Minorit,
contro l'Ordine suo, ed i suoi Aderenti sotto diversi titoli. In
Lusanna MDCCLXXIX. Con lie. de' Superiori, (s. n. typ.)
pp. 106 in- 12.
A pp. 1-21 di questo opuscolo l'Annibali fa un riassunto delle con
troversie avute coi Conventuali dalla pubblicazione del suo Manuale, 177G,
fino al 1779. Nel resto dell'opuscolo tratta il soggetto annunziato nel titolo,
seguendo l'ordine tenuto dal P. Lombardi nella sua Scrittura prima (e.).
D P. Lombardi aspett quasi 20 anni per rispondere a quest'opuscolo
dell'Annibali, e per coprire il suo ritardo pretese di voler confutare un
passo del Compendio della Storia degli Ordini regolari (16), parte II, vol. I,
p. 70-71, dove l'Annibali aveva taciuto affatto la sepoltura di S. Fran
cesco nella Basilica di Assisi. In realt la risposta del Lombardi (m.)
diretta contro: Quanto incerto sia..., da lui spessissimo citato quale Libro
di Lusanna.
m. Della sepoltura del Serafico Patriarca de'Minori S. Francesco nella
Patriarcale Basilica del suo nome in Assisi. Contro i dubbi del P. Fla
minio Annibali da Latera Minore Osservante. Dichiarazione del P. Baldas
sarre Lombardi Min. Conv. Curato in Roma di S. Salvatore in Onda,
accresciida di ricerche sopra altri punti dell'Istoria Serafica. In Poma
MDCCXCVII. Per Arcangelo Casaletti. Con licenza de' Superiori,
pp. XVI-150 in-8" picc.
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605
disposita et impressa pro omnibus eodem Breviario utentibus. Romae jMDCCLXXXV. Ex Typographia Pauli Iunchi.
Superiorum permissu, et Privilegio, pp. VIII-203 in-8 pice.
14a. Editio secunda, ib. MDCCLXXXVI. pp. VIII-216
in-8 pice.
14b*. Editio tertia ib. (?).
14c. Editio quarta, Romae MDCCLXXXVII. pp. VIII220 in-8 piec.
14d. Breviarium Romanum ex Deer. SS. Concilii Tridentini restitutum S. Pii V. Pontificis Maximi iussu editum,
Clementis VIII. et Urbani VIII. auctoritate recognitum, officiis trium Ord. S. P. N. Franciaci propriae stationi assignatis, et novo Kalendario novisque Rubricis, Lectionibus,
Orationibus etc. a SS. D. N. Pio Papa Sexto approbatis
locupletatum ac Rmi P. Paschalis a Varisio totius Ord. FF.
Minorum ex eleetis secundum Regulam Ministri Gen. XC,
Commissarii et Visitat. Apost. solicitudine nuper impressum. Romae, cura et impensis Aloysii Perego Salvioni typographi Vaticani in Archigym. Romano. Anno a partu Virginis MDCCLXXXV et a prima eiusd. Ord. approbat. Apost.
DLXXVII, pp. XLVIII-11H0-CXLIV in-fol. pice.
Ai predetti libri liturgici riveduti ed arricchiti di nuovi offici dal
P. Annibali, bisognerebbe aggiungere molto probabilmebte anche il
Messale ed il Martirologio, riveduti alia medesima occasione. Ma non
avendo su di ci6 esplicita testimonianza, li tralascio.
15. Veritas impressionis Sacrorum Stigmatum in corpore
Seraphici S. Francisci Assisiensis in luce posita et a criticorum quorumdam opinionibus vindicata a F. Flaminio Annibali
de Latera Ordinis Minorum Sacrae Theologiae Lectore Iubilato et Observantis Romanae Provinciae Alumno. Romae
MDCCLXXXVI. Ex Typographia Archangeli Casaletti. Supe
riorum permissu, pp. XL-215 in-8 pice.
L'opuacolo e dedicate al Cardinale Giovanni Maria Riminaldi, pp. IIIVIII. Nella prefazione, pp. XI1I-XXXVIII, l'autore da eontezza degli
scrittori contrari alle Stimmate di S. Francesco, dal cinquecento in poi
fino al tempo suo.
1(. Compendio della Storia degli Ordini religiosi esistenti, con un discorso preliminare apologetico per i medesimi Ordini. Dedicato all'Emo e Rmo Principe, il Signor
Cardinale Romualdo Onesti Braschi della Santita di N. Signore nipote, segretario dei Brevi etc. etc. e disposto dal
P. Flaminio Annibali da Latera Frate Osservante dell' Ord.
dei Minori.
606
(Parte prima), Roma, MDCCXC. Per Luigi Perego Salvioni stampatore Vaticano. A spese di Agabito Franzetti ne
goziante di stampe a Tor-Sanguigna, pp. LV-207 in-8 piec.
Parte II, Vol. I. ib. MDCCXCI, pp. 202.
Parte II, Vol. II. ib. MDCCXCI, pp. 203-400.
Parte III ed ultima ib. MDCCXCI, pp. 363.
16a. Storia degli Ordini Regolari colla vita de' loro Fon
datori del P. Flaminio Annibali, M.e Oss.e Prima edizione
Napolitana accresciuta di altre vite dal Canonico Nicola
Gangemi, dedicata aH'Ill.mo e Rev.mo Signore D. Ignazio
Falanga, Canonico e Rettore del Seminario Urbano.
Tomo I. Napoli MDCCXCVI, a spese di Nicola Gervasi,
calcografo e mercante di stampe al Gigante di Palazzo,
N 306. Con approvazione, pp. XXXVM90 in-8.
Tomo II. ib. pp. 136.
Tomo III. ib. pp. 153.
Tomo I1II. ib. pp. 472.
Questa una ristampa, fatta probabilmente senza il consenso del
l'Autore. Tanto l'edizione Eomana quanto quella Napoletana sono or
nate di numerosi rami.
Il cap. XXVI della Terza Parte, dell'edizione di Roma, pp. 332-369:
Dei Religiosi della Penitenza, fu ristampato col titolo:
16b. Compendio storico dei Religiosi di Ges Nazareno
del P. Flaminio da Latera M. 0. nella parte III ed ultima
degli Ordini Regolari esistenti nel 1791. Roma, Tipografia di
E. Sinimberghi, Piazza Nicosia N. 46, 1879, pp. 23 in-8.
Si trova, con paginazione propria, in fine del libro: Memorie stori
che del Servo di Dio Padre Giovanni Varela y Losada Spagnuolo Fon
datore dell' Ordine della Penitenza di Ges Nazareno... ordinate e dispo
ste dal P. Fr. Vittorio MengMni..., Roma, 1879. L'Annibali vi racconta
anche la parte che egli ebbe nella redazione definitiva della Regola e
degli Statuti, approvati nel 1790.
17*. Breve Compendio delle Memorie e prodigi della
SS. Immagine della Madonna del Suffragio o de' Miracoli a
Grotte di Castro. Monte Fiascone 1790.
Questo opuscolo dell'Annibali indicato dal Moroni, Dizionario,
voi. 101, p. 278b.
18. Raccolta delle Immagini della Bina Vergine ornate
della Corona d' oro dal Rmo Capitolo di S. Pietro con una
breve ed esatta notizia di chi scuna Immagine, data in luce
da Pietro Bombelli Incisore.
Tomo I, Roma, nella stamperia Salomoni MDCCXCII,
pp. XV-158 in-12.
607
608
609
As
610
III.
Documenti.
1.
Atto di vestizione di F. Flaminio Annibali da Latera. Orte 2S
gcn. 1750. (Registro delie Vestizioni e Professioni dei Novizi fatte in
Orte dal 1126 al 1156, in-folio. MS. in Aracoeli, Roma).
Oggi 23 Genn." 1750 giorno di venerd ad ora 17 in circa Io f. For
tunato di Roma Guard."" del Ven. Con.10 di S. Bernardino di Orte con
licenza in scriptis del P. M. R. Anacleto di Roma Mro Prole ho vestito
dell' abito serafico l' onesto giovane Girolamo Clemente Anibali in qua
lit di chierico e li ho posto nome F. Flamminio Maria di Latera;
prima di vestirlo li si data piena informaz." de' precetti della Regola
giusta il moto proprio della B. M. di Inn." X, ed alla presenza de' P. P.
discreti gli sono state fatte le proteste ordinate dalle nostre Costituzioni.
In fede Io f. Fortunato di Roma Guard." conf." quanto sopra mano pp.".
(Segue la dichiarazione autografa dell'Annibali:)
lo F. Flaminio Maria di Latera Novizio. Chierico chiamato al se
colo Girolamo Clemente Anibali, attesto d'essere stato vestito dell'Abito
serafico dal P. M. R. Fortunato di Roma Guardiano di questo Convento,
e dal medesimo mi sono state fatte le proteste come soglia, in fede
Io F. Flaminio Maria di Latera m. pp.*.
10 F. Emilio di Malta Maestro (dei Novizi) m. pp."
(Seguono alla medesima pagina tre scrutini fatti sul Novizio Annibali,
che ha sempre avidi pieni voti. Segue quindi l'atto della professione re
ligiosa fatta a Orte il 23 gen. 1151 in presenza degli anzi detti testimoni).
a.
11 P. Beno/fi, 0. M. Conv., scrive intorno alla controversia su S. Benvenuto al Cav. Annibale degli Abati Olivieri a Pesaro. S. Francesco, (?)
16 (mese?) del [17]65. (Bibl. Oliveriana, Pesaro, Cod. 353 = Lettere de
gli uomini illustri, torn. 9, fol. 150r).
(Parla della controversia se S. Benvenuto vescovo d' Osimo fosse
stato Francescano, cosa negata da Domenico Pannelli. Manda all' Oli
vieri) quatro strambotti apologetici sopra S. Benvenuto distesi currenti
calamo e senza la mia librariola Minoritica, da cui avrei potuto estrarre
qualche cosa per illustrare e appoggiare i miei pensamenti. Ella ne
faccia un fatto che ben meritano; non ho preso copia di loro. [Sono
gli appunti che V Olivier comunic al Pannelli che li stamp nella risposta all'Annibali, vedi II, bj.
3.
Il P. Luca Monti di Roma, Lett, genie., O. M. Obs., al P. Benoffl,
O. M. Conv., per saj)ere la sua opinione intorno alla prima opera del
P. Annibali su S. Benvenuto. Macerata, S. Croce, 29 giug. 1165. (Bibl.
Oliveriana, Pesaro, Cod. 353, fol. 153 r.).
Molto Rev." Pre. Padrone Col.mo,
Spero che S. P. M. R. sar per compatirmi se scevero di alcun ti
tolo di servit verso Lei mi avanzo colla presente ad incomodarla. E'
611
uscita alla luce la risposta del Sigr. D. Dom." Pannelli aile lettere en
tiche di Damiano Fillareti : e perch apertamente io conosco che finattanto che non trovinsi altri monumenti andera in infinito la controver
sia, fondandosi il Sigr. D. Dom." sulla negazione o silenzio del Zacchi,
dove poi il resto de' suoi argomenti appoggia, e rigettando corne insussistenti tali argomenti il Sigr. Fillareti, senza che n 1' uno n altro
n' esibisca alcun positivo che, o per la parte negativa, per affermativa, veramente concluda ; essendo stato per avvertito dal P. Keggente
Goudin che la P. S. M. . potrebbe forse avre qualche cosa di particolare, massiccio e fondato su tale controversia, mi prendo ardire di
pregarla se volesse degnarsi di communicarmela, bramando di raccogliere qualche cosa di positivo, se fia possibile, e terminare una volta
una lite, che ormai degenerata in una rissa contumeliosa.
Non creda gi che io mi sia 1' autore delle Lettere di Damiano, che
o non mi sarei preso tal briga, o prendendola avrei temprata in altra
maniera la penna: ma mi truovo per un strano accidente a reggere
questa Cattedra di Macerata, dove la prima volta avuto alie mani
le suddette Lettere, ma senza la Prefazione del Pannelli, ed ora la ri
sposta del suddetto alie Lettere. E poich un tale argomento da cosa
quasi privata, per le dette (?) iterate scritture si reso ormai com
mune e celebre; bramerei vedere se si potes-[153v]se giugnere al fondo
dlia verit non con stichicherie e rifiessi di una testa lavorata al torno
di Averroe e di Avicenna, ma con giusta e sana critica. Star perianto
in attenzione di sua benigna risposta, mentre off'ereudomi a' suoi ccmandi con piena stima ed ossequio mi do onore di protestarmi
D. P. S. M. E., Macerata, S. Croce, 29 Giugno 1765.
Um.o Div.mo Serv.re Osseq.mo
F. Luca Monti di Roma, Lett. Genie de'M. 0.
612
S.
In un Pro-memoria un annimo riferi.sce ira le altre rose che il
Papa Pio VI ha commesso al P. Flaminio Annibali di espurgare il Bollario Franeescano dalle Note conventualesche del P. Sbaralea che i
PP. di Ognissanti a Firenze gli hanno somministrato il materiale togliendolo da un Codice di Lettere e Miracoli di Fr. Angelo Clareno.
Firenze, 1. ag. /777. (Bibl. Nazionale, Firenze, Cod. Magliabecchi, cl.
XXXIX, n. 15, foglio inserito al principio; testo in parte pubblicato dal
P. Ehrle, ALKG I, 516-17).
Adi 1. Agosto 1777.
Memoria di un Manoscritto che conservasi nella Biblioteca dell'Illmo
Sig.re Alessandro Strozzi in Firenze e dell'uso, che di esso stato fatto.
Il Manosoritto continente le Lettere del . Giovan Angiolo da Cingoli, detto volgarmente il Clareno, dell' Ordine dei Minori Osservauti di
S. Francesco, trovasi nella Biblioteca Stroziana in Firenze (oggi posseduta dair Illmo Sig.re Alessandro della Famiglia istessa) trovossi, diceva
fino dal mille seicento dal P. Papebrochio della Compagnia di Ges, uno
degli Autori degl' Atti dei Santi, detti i Bollandisti da Bollando, tra essi
il principale. Questa scoperta rilevasi da una Lettera del Papebrochio
istesso al P. Domenico di Terrinca, gi Cronlogo della Provincia Osservante di Toscana, quale trovasi annessa al medesimo Mauoscritto
come in luogo del Frontespizio (1).
Di questo Manoscritto si fa menzione dai Bollandisti nella vita del
B. Giovanni da Parma, settimo Generale dell' Ordine dei Minori, al
giorno 19 di Marzo (2); del qual Beato essendosi ltimamente introdotta in Roma la causa della recognizione del culto prestatogli ab immemorabili, dal P. Giuseppe M." di Monte Giano dell' Osservante Pro
vincia della Marca, Padre per i lumi avuti dai Bollandisti portosi
in Firenze ed ottenuto dal prefato Sigre Alessandro Strozzi il Mano
scritto medesimo, trascrisse una Lettera diretta dal Clareno al Papa
ed ai Cardinali, quale fu molto utile per la causa del detto B. Giovanni,.
di cui gi riconosciutosi il culto immemorabile, esci finalmente il De
creto, in cui si concede la facolt di celebrare l'Ofizio e la Messa, il
1 Marzo dell' anno 1777, rgnante il soramo Pontefice Pio Sesto, il quale
avendo commesso al P. Flaminio da Latera, dell' Osservante Provincia
Romana, di espurgare il Bollario Franciscano e restituirlo nel suo
vero aspetto, per commissione di esso P. Flaminio si trascrissero dai
PP. d'Ognissanti dal medesimo Manoscritto tutte le notizie istoriche
ed i miracoli del B. Clareno, che ivi da altro autore trovansi registrati:
e tutto questo confer non poco, come protestossi il detto P. Flaminio
in una Lettera ai medesimi Padri d' Ognissanti (,3), all' intento della
commissione, che egli ebbe dal eommo Pontefice.
613
6.
// P. Franc. Ant. Af.a Righini, 0. M. Ccmv., scrive al Generale dei
Conventuali ed al suo Definitorio, enumerando quanio egli ha fatto per
confutare i libri degli Osservanti, e corne egli in ultimo ha scritto una
rispoxta al Manuale del P. Annibali. Roma (?) ." 1777. (Bibl. Gambalunga, Rimini, D. IV. 231. = tom. II dlie opere manoscritte del Ri
ghini; la lettera si trova isolate al principio del volume).
Revdmi Padri,
Egli pur troppo vero che sebbene molti dotti e diligenti ingegni
siansi in diverso e lungo tratto di tempo esercitati sulle controversie,
che vertivano, ed alle volte insorger sogliono tralli Francescani delle
diverse e differenti Congregazioni, ed abbiano per quello scritto con
tanta diligenza, ricerca e studio, che potrebbe ad ogniuno parer gi la
causa pi che finita, ed esausta quella fonte onde trar soleansi le materie ed argomenti di disputa e di confutazione. Nulladimeno (cosi la
natura delle cose umane, che mai tanto e talmente si sia di qualche
oggetto detto, o trattato che non si possi del medesimo dire ancora di
pin) li eruditissimi scritti del f celebre nomo P. Maestro Giacinto Ma
ria Sbaraglia, gi inio Maestro nella storia fino da dieiotto e pi anni
in qu, allorch ebbi onore di servirlo nella Edizione del Bollario
Francescano, mi somministrav'ano tale materia, che io fin d'allora sotto
la dettatura del sud. eruditissimo Maestro erami proposto di confutare
Topera del P. Dcimo, Minor Oeservante, che in tre distinti tomi usci
poco prima alia luce col ttolo di Apologia de FF. Minori (1), ma tutta
veleno, imposture e calunnie contro l' Ordine nostro Minoritico Con
ventual; le poche ragioni a quel tempo da me addunate, ma accresciute dal chiarissimo Maestro produssi al P. Rdmo Gio. Batta. Coloinbini, gi Ministro Generale dell' Ordine, che le vidde, le lesse, le commend, ma sul rifiesso che allora si viveva in pace, e che non credeva
opportune suscitare nuovi litigi, mi commando desistere dall' impegno,
ma il tutto conservare ad altro tempo pi opportune (2).
(lj Ecco il titolo pi esatto : Apologia >er V Ordine de' Frati Minori in ritrposta ai libro intitolato Ragioni storiche... Opera di Ranter-Francesco Marczic,
distesa da Fabiano Maria W'arronatemburg... 3 voll, in-4", Lucca 17-18-1750.
(2) Questo scritto indito ancora conservt tra le Opere del P. .Righini
nella Bibl. Gambalunghiana a Kimini, nel volume segnato D. IV. 225: Rittposta Confutazione di airuni passi ilei due Autori delApologia per i Frali Mi
nori che fainamente viene pullucata stampata in Lucca Catino 174N ma die
realmente fu stampata in Bologna nel (.' rito della .S'.S'. Nunziata de' Padri Mi
nori Osservanti situato fuori di Porta S. Stef. e ne fu di r/.R Apologia VAutore
il P. detto il Portocesino d' Araceli di Roma. Opera di me F. Francesco Antonio
Maria Righini di Rimino Minor C'onventuale. Son 11 fogli scritti, cui seguono
3 fogli in bianco. Notiamo che nel titolo citato si trovano due grossi sbagli
del Bighini. II primo si che I' Opera Apologa per Ordine de' Frati Minori
i- dette stampata a Bologna nel Convento della >4S. Nunziata. Per stamparo
un opera di 3 volumi grandi con molti caratteri diversi e con bei fregi ed
iniziali non basta certo una piccola tipografa clandestina, ma ci vorrebbe
una tipografa ben installais, quale certamente nel detto convento, oggi De
posito militare, non ' era, altrimenti il P. Flaminio da Parma, che dieci
anni dopo scrisse lo sue Memorie isloriche delle chiese e dei convenu dei Frati
Minori dell' Osservante e Riformata Provincia di Bologna, voll. 3, Parma 17(i<l-
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615
Il P. Benoffi scrive all' Olivieri di Pesaro per dirgli dei suoi lavori
contro il Manuale del P. Annibali. Padova, 19 Xbre 1777. (Bibl. Oliveriana, Pesaro, Cod. 353 fol. 302r.).
Vener.mo Sig. Cav. Annibale Padrone,
[f. 302v.]. . . . Son stato posto nell' impegno di rispondere a un P. Osservante, il quale con un suo libro, dedicato al Papa, ha maltrattato
Ordine mio, ed il mio P. Inquisitore Sangallo. Egli colui, che strapazzando entro in contesa di S. Benvelluto d' Osimo. Il Co. Guarnieri
ha goduto, che riveda al Fratino petulante le buccie. Ho stampato otto
Lettere con l'albero dei due Ordini, Conventuale e Osservante. In una
nota dell' ottava parlo- [f. 303r.] del . Sante da M. Baroccio, dove i
PP. Osservanti son entrati dopo la morte del Beato. Essendo lite di
Frataria, non mi son dato coraggio di fargli presentare un esemplare.
Ma q uando non gli dispiacesse di sentir beccato un insolente, di cui
Ella nause i sarcasmi, mandi dal P. Niecola (1), e si faccia dare le otto
Lettere dell' Annimo al P. Flaminio con 1' albero. Scusi i tanti errori
di ortografa. In avvenire cambiar mtodo. Nell' albero errore impor
tante alla nascita dell' Osservanza Italiana ; poca 1368.
Suo Uin.o D.mo Ob.mo Ser. vero
P. Franc." A. Benoffi Inqu.
8.
Il P. Benoffi ringrazia il Cav. Olirieri di Pesaro per l'eloyio dato ai
suoi scritti contro il P. Annibali. Padova, (niesen del 1778. (Bibl.
Oliveriana, Pesaro, Cod. 353, fol. 310r.).
Vener.mo Sig. Caval. Annibale Padrone,
[f. 310v.] P. S. Capita la posta con la sua umanissima, di cui le rendo
umilissime grazie. La sua Bont mi onora con le lodi, ma io son pic
colo. In un capo di letteratura Fratesca, che mentre intressa il Pubblico, decoro dell' Ordine mio 1' avre un suo pari per Lodatore. Le
lettere XI e XII potranno servir alla Storia Ecclesiastica. Son dietro
a cercare un buon corettore, perch gli errori di ortografa mi fanno
discapito. Son solo in tutto, mentre le novit Venete mi hanno spogliato
degl' aiuti. Aggiunga che il Vescovado non mi lascia in ozio, perci
ascrivo a miracolo aver lena contro il P. Flaminio....
Um.o D.mo Serv.
P. Franc..0 Ant." Benofi Inq.
(1) Questi piobabilmente era in quel tempo Guardiano o almeno apparte
nante alla religiosa famiglia del Convento di S. Francesco a Pesaro.
616
9.
Il P. Benoffl annunzia al Cav. Olivieri di Pesaro che il P. Annibali
ha risposto ai Conventuali (vedi II, 5) e che egli (il P. Benoffl) prosegue
le sue Lettere (vedi II, f) contro il medesimo. [Padova], 20 Marzo [17]78.
(Bibl. Oliveriana, Pesaro Cod. 353, f. 312r.].
[f. 312r.]. . . Ella stato Profeta. Flaminio Osservante ritornato
in campo con quattro Lettere a me indiritte con la data di Torino, nelle
quali vomita ingiurie atrocissime contro l'Ordine mio, contro il mio
P. Generale, contro alcuni miei confratelli, e contro di me. Fratres no
stri non sint verecundi. Mi vien scritto, che fuori delle ingiurie niente
ha di sodo. L'avevo preveduto, perch noto il carattere. A me fa onore,
ci pensi poi 1' anima sua. Per parte mia la causa dal civile non passar
mai al criminale. Ges C. soffr un Giuda nel suo Collegio, posso soffe
rire ancor io un Flaminio Zoccolante. Con le mie Lettere preparate per
la stampa son arrivato alla XXIV, ed sotto il torchio la XVI. In pre
venzione dico poche cose su le prevedute ingiurie....
[f. 812v.] Suo Um.o Ob.mo Se. v."
, F. F. A. Benoffl Inq.
10.
Il P. Benoffl scrive al Cav. Olivieri di Pesaro stdle Lettere in corso
di stampa contro il P. Annibali. Padova, 10 Luglio [17]78. (Bibl. Olive
riana, Pesaro Cod. 353, fol. 314r.).
[f. 314r.] Mille grazie al suo amore, il quale continua a compatire
le mie Lettere, ridotte a un prospetto di storia de' Minori. Lo stampa
tore mi tratta male con gli errori. Il Zoccolante m' ha risposto con 4
Lettere, in cui lascia intatte le mie ragioni, ma si sfoga con le ingiurie
all' uso de' facchini. Della seconda parte stampata la 23 : sospeso il
rimanente in attenzione dell' Imprimatur del Principe. Il Segretario del
Magistrato mi taccia di mordace. Ella mi sia buon Giudice....
Suo Um.o Ob.mo Se. v."
P. Frane." A. Benoffl Inq.
11.
Il P. Benoffl in fondo di una lettera al Can." Oio. Andrea Lazzari,
Pesaro, scrive anche all' Olivieri parlandogli dei suoi progetti intorno alle
controversie francescane. Padova, 29 9bre 1778. (Bibl. Oliveriana, Pe
saro, Cod. 353, fol. 316r).
[f. 316r.]:... Ebbi in animo di dare un taglio alle liti con cui assal
gono spesso spesso l' Ordine mio i PP. Osservanti e di dare un idea
chiara delle cose nostre ai miei Confratelli, i quali viveano all' oscuro.
Sto bene, ma sento che invecchio; del resto averei che stampare a cor
rezione del Vadingo....
12.
Il P. Annibali nel Processo diocesano Viterbese per la Beatificazione
della Suora Lilia Maria del SS. Crocifisso del Terz' Ordine, depone quale
antico Confessore di essa. Viterbo 1780.
(Viterbien. Beatificationis et Canoitizatonis Ven. Servae Dei Liliae
Mariae a SS. Crudfixo, Monialis professae Tertii Ordinis S. Francisci,
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tutti i buoni riguardi, tanto pi che son cose tutte fritte e rifritte dal
P. Latera- in quel suo nauseoso Manualaccio lavorato tutto sulla nialedica lettera del Clareno e del sistema del P. Pietro Marchant, che lo
ebbe in regalo da Erasmo, come potrei provarcelo evidentemente....
16.
Il Sacerdote Angelo Grimaldi risponde al P. Bonaventura Bartolomasi, O. M. Conv., ribattendo l'accusa che il P. Annibali fosse stato pla
giario del P. Pietro Marchant. S. Maria degli Angel, Assisi, 4 . 1807.
(Angelo Grimaldi, Apologia citata, sopra n 15, p. 110).
.... In pi sue lettere ho inteso de' schiamazzi contro il Manuale del
Mto. Rdo. Padre Flaminio Annibali da Latera, ora chiamandolo Zibaldone, ora Manualaccio. Ma badi, perch suol dirsi, che i schiamazzi
appunto sieno sempre le ragioni di chi non ne ha. Come anche in pi
di una sua lettera veggo accusato il suddetto Padre come plagiario del
Padre Pietro Marchant. Se ella avesse detto del Lucchese Padre Bona
ventura da Dcimo, transeat; la coetanit tra loro avria reso proba bile
il suo sospetto, senza peraltro nessun vantaggio di quella causa che gi
chiamai disperata; ma dichiarandolo plagiario del Marchant, il quale fu
coetneo del Waddingo, il buon vecchio Padre de Latera tuttora vvente,
quasi quasi potria in giudizio provare contro di Lei una negativa
coartata. Ella si awede che io scherzo, ma lo scherzo m' instrada a
farle eapere che Pietro Marchant fu vir ver eruditua....
17.
La morte di Annibali, Viterbo, 27 feb. 1813. (Necrologium... almae
observantis Provinciae Romanae a P. Gratiano M* a Vendis. 1895, MS.
in Aracoeli).
27 (Februarii). Tertio Kalendas Martii Viterbii in Domo saeculari
adm. R. P. Flaminius de Latera Lector Iubilatus, ex Minister Prov. :
scriptor Ordinis 1813.
Quaracchi, 18. VIII. 1914.
P. Livario Oligek, 0. F. M.
621
HISTORIA
DE LAS MISIONES DE LOS FRANCISCANOS
EN LAS ISLAS
(JFYnj (!)
Capitulo XII.
Gobierno de las Islas Malucas pro D. Luis Bracamonte
y D. Pedro de Heredia en los ailos de 1620 al 1636.
D. Luis Bracamonte, soldado viejo de Flandes, fue destinado por el
Rey de Espafia a las Islas Filipinas con el cargo de Maestre de Campo,
y a poco de su llegada a Manila, el General el Gobernador le mando de
Gobernador interino a las Malucas, entrando en el puerto de Ternate
el 10 de Febrero de 1620, con dos galeras y otros tres barcos mayores. Llevaba, asimismo, un patache, llamado S. Buenaventura, el cual,
por haber ido con algnn retraso, no pudo entrar en el puerto de Ter(a) Summarium : Cap. XII. Ludovico Bracamonte inglorioso militi, qua
gubernator Malucarum successit Petrus de Heredia (1020-36). Qui cum Ternatem classe sua peteret, regi Manados mox se missurum esse P. Didacnm
de Iiojas pollicitus est. Tunc, P. Petro de los Cobos adiuvante, Heredia regis
iunioris Malayi, amioitiam sibi conciliavit, quam ut confirmaret, dictum
P. Petrum legatum misit Manilam, ut patrem regis Malayi, ibi iam per
plures annos captivum retentum, liberaret CltSS) ; quae res, pluribus contradicentibus, successit. An. 1624 Heredia in insulam Siao misit P. Didacum de
Rojas, qui tamen ob bella continua, in Manados abiit, ubi mox mortuus est.
Idem Gubernator conventnm S. Antonii in Ternate pro Fratribus Minoribus
denuo exstruxit. Cap. XIII. De gubernio Francisci Suarez de Figuoroa (164042), cui, contra inimicorum insidias, adstant Frati-es Minores. Cap. XIV.
Vulgatur narratio P. Iohannis Yranzo, O. F. M., de malis quae passus est ipse et
P. Lanrenlius de Garrahla, O. F. M., ab inftdelibus occisus mense Augusto 1644.
Cap. XV. Fr. Francvtcta de Compluto, laicus, O. F. M., pro Evangolio laborat
in Kolonga; P. Bartholomaeits Tejado, et Fr. Michael de S. Bonaventura in
regno Tabuka. Illius Patris epistola editur. Alii Fratres Minores in aliis regnis
seu principatibus fidem cbristianam propagabant, cum anno 1666 ex Insulis
Malucis Hispani copias militares et Missionarios revocarent, ob incursus et
bella mota a piratis seu praedonibus Sinensibus. Undo Hispanorum dominatio
illis in insulis cessavit.
[Nota Directionis].
(1) Cf. AFH VI, 45-60 ; 681-701; VU, 198-226, 424-426.
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(2) L.
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aproximar Hernandez tanto, bajo la fuerza del enemigo, que las balas
de este pasaban por encima de las galeras espaolas, sin poder ha
cerlas el menor dao, y destruyendo caonazos la nao holandesa, aquel
mismo dia, aprovechando la obscuridad de la noche, huyeron del
puerto enemigo y se volvieron Tmate (1).
Cuando lleg el patache en que iba Urbina, no solo haba tomado
ya posesin de su cargo el Gobernador Figueroa, sino que con mucha
honra y reputacin habia destruido la ms temible nao de los holan
deses, como hemos dicho, todo lo cual fu bien menester, para que
Figueroa fuese respetado en su cargo por los espaoles y principal
mente por su antecesor Mendiola; pues al llegar Ternate Urbina,
se supo que era portador de un decreto orden al ex-Gobernador
Mendiola, para que no diese posesin Figueroa, sino que inmedia
tamente le pusiera en prisiones, lo que no pudo llevar efecto por
el retraso de Urbina y por el buen crdito que ya se haba conqui
stado, en tan breve tiempo, el nuevo Gobernador (2).
Es tan tenaz y eficaz, dice el Cronista La Llave (3), hacindose
soberano este caballero Corcuera, que tiene por menoscabo el no salir
con cuanto intenta, y esto no slo en lo que toca al estado seglar,
pero en el eclesistico ha tomado tanta mano, como se podr ver en
un largo tratado de su gobierno, el ms peregrino que jams entre
catlicos se ha visto. Sinti tanto en extremo el Gobernador de Ma
nila el haberle salido su traza tan sin provecho, que luego traz para
otro ao, otra estratagema, y fu, que habiendo llegado el siguiente
ao una Cdula Real al Oidor D. Diego de Ribera, para que puesto
en prisin D. Pedro de Mendiola, hiciese en su persona cierta dili
gencia, y estando ya en la prisin, con su soberano poder, le sac el
Gobernador de la prisin y envi por General del socorro de Ternate,
con orden cerrada, de que prendiese Figueroa y que dispusiese de
su vida, y que se quedase l con el gobierno, y trocados todos los
Capitanes y Oficiales de aquel Campo con los que llevaba consigo
nombrados, y que los que estaban all se viniesen Manila .
Haba despachado el Arzobispo y Doa Luisa de Cosar, mujer
de Figueroa, un champan cargo de un espaol, dando aviso su
marido de la celada que le tena armada el Gobernador de Manila.
Tuvo soplo de este despacho, y cogiendo al mensajero, le ech gale
ras. Y como Dios no tiene necesidad de diligencias para darle aviso
este perseguido caballero, tom otro medio ms fcil, segn dice el
Sargento Mayor Francisco Hernandez, que vino de Ternate (que fu
con Mendiola), que llegando la vista de Ternate, vieron el enemigo
holands, que traa un galen artillado con 00 piezas gruesas, que
quiso el cielo se sotaventase, con que hubo de echar por otro rumbo,
con que en el inter, antes que llegasen Mendiola y Francisco Her-
J34
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(2) L. o.
(8) L.
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(1) Esta carta que huy da est en el Archivo de Pastrana, Caj. 7, Leg. 2,
es la misma que copiamos en el capitulo X. Vase AFH VII, p. 432-35.
640
los 4 aos que estuvo, no se le sinti la menor cosa del mundo. Era.
asimismo, muy caritativo, benigno y afable con todos ; por lo cual
era muy amado de todos. En la obediencia era tan pronto, que jams
hubo en l la menor repugnancia del mundo. Antes, l mismo se me
ofreca los trabajos y caminos largos, que se ofrecan. Particular
mente resplandeca en el celo de la conversin de las almas, y as,
todo su cuidado y desvelo era el atraerlas Dios cou buen ejemplo
y palabras edificantes y fervorosas. Y logrronsele tambin sus de
seos y trabajos, que de 740 nios y adultos de la gente mas noble
que haba, las dos partes de ellos, bautiz l solo, como consta del
libro del Bautismo. Dijimos misa en todos los pueblos de considera
cin y dejamos levantadas cruces con mucho gusto y alegra de todos,
y instancia y peticin de todos los principales del pueblo de Kale,
cabeza de la una provincia, le puse en l por Presidente, para que
administrase los santos sacramentos i los indios de quien fu muy
bien recibido.
Pero el demonio, nuestro adversario, cruel enemigo de las almas,
corrido y avergonzado de verse vencido de los ministros del santo
Evangelio, enagenado y desposedo de tan antigua posesin, receloso
de su total ruina y destruccin, no contento con lo pasado, solicit
diversas veces la de las almas ; valindose para esto de diversos
modos y trazas. Una de ellas fu, que un mulato, que asista en la
playa en un pueblo de los Padres de la Compaa, para con
ducir bastimentos y cobrar el donativo tributo, que dichas provin
cias daban su Majestad en reconocimiento, porque le bamos la
mano en los robos y agravios que haca los indios, se aun con el
P. Juan Rodriguez de la Compaa de Jess, que, asimismo, nos
era poco afecto, no tanto por haber entrado en dichas conversiones y
habernos apoderado de los mejores pueblos, como por haberle pedido
diez y seis esclavos del Rey de Kalonga, D. Juan Buntuan, que di
cho Padre se le llev injustamente y, aunque seguimos el pleito y
con esto ser verdad, por los muchos testigos que ante el Gobernador,
(que al presente era el General Pedro del Rio) se presentaron, no
quiso volver ms de uno que le quedaba por vender. Por estas cau
sas, dicho Padre se fu Tenate con cartas informes falsos del
mulato, y depuso de nosotros dicho Gobernador, que era muy afecto
dichos Padres, (porque nuestro devoto Francisco Suarez de Figueroa ya le haban quitado por informes falsos de los Padres de la
Compaa), de que estbamos levantados con las provincias y otras
falsedades semejantes, con que dicho Gobernador, sin ms informa
cin, envi orden al mulato, para que nos hiciese informaciones y
remitiese presos, para enviarlos otros Padres; y por si acaso hubiera
resistencia, le envi veinte y cinco espaoles con un ayudante vivo
de [carcter]. Y este orden lo envi tres veces, una tras otra, con
diferentes ayudantes escogidos por dichos Padres, cuyos rdenes vi
mos y lemos, pero viendo dichos ayudantes y soldados que todo era
falso, no quisieron dar auxilio, para la ejecucin de tan desordenado
orden ; antes bien, informaron de la verdad, con que dicho Padre se
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Captulo XV.
Ultimas noticias de la Misin Franciscana en las Islas Malucas y
Clebes. Retira el Gobernador General de las Filipinas, D. Sabiniano Manrique di Lara en /6'6'6" las tropas que las guarne
can, con lo que cesa dominacin de Espaa en aquellas apar
tadas regiones.
Como en la Relacin copiada en el captulo anterior se re
fiere, en el ao de 1639, despus de mucho trabajo, pudo conseguir
el P. Juan Yranzo, que un religioso nuestro acompaase al Rey
de Kalonga, D. Juan Buntuan, cuando desde Ter na te volvi
su reino, sin haber podido recabar del Gobernador Mendiola le diera
los religiosos franciscanos, que el Capitn General de Manila le man
daba. Este religioso, limado Fr. Francisco de Alcal, lego de pro
fesin, estuvo cerca de un ao con dicho Rey, instruyndole en la
doctrina cristiana, lo mismo que la Reina y principales de Ka
longa; de suerte que, cuando el P. Yranzo arrib en el ao de 1640
las playas de dicha Isla, pudo bautizar inmediatamente 92 per
sonas de la familia real y Chachiles del reino por hallarlos suficien
temente instruidos.
A este religioso, Fr. Francisco de Alcal, le sucedi que,
yendo un da embarcado con D. Juan, les sobrevino un tormenta
en alta mar, y zozobrando la nave, cay al agua Fr. Francisco con
tan mala suerte, que estuvo un gran rato dentro del agua sin ser
visto por el Rey, hasta que con las agonas de la muerte, sali
flote y entonces, asindole D. Juan de la capilla, le restituyo la
embarcacin y an la vida (1). Este suceso se representa gravado,
aunque de manera muy imperfecta, en el sello del Rey de Kalonga,
del cual se conservan dos ejemplares en el Archivo de Pastrana, al
pi de dos cartas, que D. Juan Buntuan escribi nuestro Provin
cial de Manila en los aos de 1655 y 1659. En l se destaca un ca
ballero en una pequea embarcacin sacando de las aguas del mar
un franciscano y formando circunferencia esta leyenda : Rey de Calonga D. Juan Buntuan (2) .
bien es cierto, que encarg un paisano del P. Lorenzo, que en la primera
ocasin que se ofreciera, lo rescatara. El P. Gascuea dice que se hicieron
informaciones de este martirio y que hubo dos auctores que escribieron ne
contra.
(1) Puga, lib. IX, cap. 2.4, tom. 3.
(2) Fr. Pablo de la Visitacin en su Informe sobre las misiones de las
Malucas, dado en el ao de l7<i, refiere este suceso de esta manera: A este
Rey bautic un fraile lego, mas no s si era Fr. Miguel ; sucedi el caso en
esta manera. Desseaua tener en su Keyno ministros del Evangelio fu
Terrenate pedirlos, dieronle un lego y viniendo hacia su Reyno les dio una
tormenta y arrojo el fraile a la mar, el Rey era animoso y experimentado
en una accin natural que quando cae alguna cosa en el mar de golpe buelve
por aquel mismo lugar, cerca hacia arriva, estuvo atento el Rey, y bolviendo el fraile hacia arriva le assio de la Capilla y le meti en la embarca-
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P. Lorenzo Prez, O. F. M.
tent por tener Voluntar d los padree porque bautizaron mi agelo, yo San Fran
cisco tambin porque yo su hijo, yo lo dejo Dios yd V. R. mi Padre, que Dioi
me guarde como yo desseo. Desla mi Ciudad de San Antonio de Terruo en IS
de Junio de 1655. Advierto mi Padre, que si bienen Padres de Campaia
de venir de Manila otra Parte, que no quero de loe Padres de Siao, que enten
dern Rey de Siao que yo soy su basalto yo batallo no mas de Rey despaa. hijo
de V. R. Don Juan Bontoan . Rubrioado y sellado con el Sello Heal.
Original de Arch, de Pastrana, Caj. 7, Leg. 2.
(1) Arch, de Pastrana, Caj. 42, Leg. I.
(2) Consta que el P. Rafael estaba en Kalonga en 1659, por la siguente
Carta de D. Juan Buntuan : Mi Padre Provincial. Una de V. R. resivi en el
socorro de este presente ao y con ella graiulessimo consuelo en ver que V. R. me
tiene en su memoria y que con tantas veras haga nit causas y ampare esta pobrt
Christiandail. Suplicando V. R. no me desampare por ningn modo porque
fallndome su amparo me mando mucha desbenlura por verme tan cercado de tanta
seta infernal Comoaquiay porque los ministros de ella an procuradlo con bravas
beras perlubar amis vasallos, mas la magestad de Dios uro Seor les da valor
para estar /irme en su santa ley en la qual profeso morir y no me prevalicaran
quantos ytereses tiene el mundo en quanta d las cosas de este reyno no quiero can
sar a V. R. en mis toscas rasones y asi en lodo me remito al ynforme que el
P. Guardian Fr. Rafael de Jesus har a V. R. como tan capas en todas las co
sas y seloso de la honra de Dios y contanto ro Seor guarde d V. R. muy lar
gos y felises aos para anparo de esta pobre Christiandail. Calonga y mayo 16 de
1659 aos. De V. R. Criado. D. Juan Buntuan-. Rubricado y se Dado
con el Sello Real.
(8t Tabla Capitular de 1660. Aroh. oit. Caj. 42, Leg. I.
(4) En 1662, se acord el desmantelamiento de las fortalezas de las Malucas
sin detrimento del derecho de posesin a los sitios ocupados por Espaa ant*s
de la retirada, segn consta en carta del Gobernador General. D. Sabiniano
Manrique de Lara al Gobernador de las Malucas D. Francisco de Atienta
Ibaez. Aroh. de Indias, 67, -6,-9. Vase Pastells, lib. IV, Apndice, pg. SIL
Este desmantelamiento no se llev efecto hasta mediados del ao 16ti6,
oomo consta en la certificacin del Rector de los Jesutas Diego de Esquivel,
que copia Pastells en el lugar citado. Acerca de la realizacin del abondono de estas Islas, he aqu la Certificacin dada por el ejecutor D. Francisco
de Atienza : D. ' de Atienza Ybaez, Capitn general de la armada
Real que se despach para el retiro de las fuerzas de Therrenate y goberna
dor que fui dlias hasta retirarlas por el Rey nuestro Seor etc.
Certifico y hago fee que habiendo Cogseng tirano de las costas de
China amenazado estas yslas con su potencia y Armada, con que haba qui
tado al Olandes las fuerzas de Ysla hermosa, sino le rendan y pagaban tri-
653
EBRAT AS.
Dice.
Debe decir.
Ao fase. Pag. Lin.
V2
I
VI
20 Malaca y regreso en breve. Malaca, regres en breve
.
>
m
en el siglo XIV
en el siglo XVII
16
lololo
IV fXi
Jilolo
24
Kl
II
199
asaeceado
asaeteado
VII
>
III lar,
Bale
Kale
35
Otros erratas de exceso de letras, acentuacin y divisin de silabas, f
cilmente podr corregirlas el lector.
=>88<<=-
DOCUMENTA
OOMMUNITATIS RESPONSIO
' RELIGIOSI
YIRI'
AD BOTULUM
FB. I BEBTINI DE CASALI
(55
tus ' (1), 14 Aprilis 1310, Avenionem Spirituales vocavit coram commissione Cardinalium a se institute, at eorum diiudicaretur causa.
Et ne quaestio nimietate verborum protraheretur, et ut Spirituales
in reeponsionibus maxima gauderent librtate, Pontifex eisdem con
cessit ab obedientia Ordinis exemptionem (2) atque eis quatuor art
culos, quibus in scriptis responderent, proposuit, videlicet: Io de eorum
relatione cum secta Spiritus Liberi; 2" de doctrina fratris Petri Ioannis Olivi; 3 de inobservantia paupertatis in Ordine ; 4" de gravaminibus quibus afficiebantur a Communitate (3).
Haec omnia videbantur quasi exordium triumph! pro Spiritualibus.
Unde f'ratres de Communitate, postquam inutiliter protestati sunt
contra papalem exemptionem Spiritualibus concessam (4), omni studio
conati sunt quaestionem arctare ad solos duos artculos priores, quibus
gravius laedebantur Spirituales. At isti cum summarie respondissent
nullam se habere partem cum secta Spiritus Liberi, et nullam ad ipsos
spectare decisionem quoad doctrinam Fr. Petri Ioannis Olivi, magis
magisque de inobservantia regulari in Ordine quaestionem agitabant (5). Hanc ferunt indolem responsiones Raymundi Gaufridi (6),
quondam Generalis Ministri, et Fratris Ubertini Casalensis (7), ex
parte Spiritualium ; nee non respectivae confutationes Fr. Raymundi
Fronsiaci, procuratoris Ordinis, et Fr. Bonagratiae de Bergamo (8), ex
parte Communitatis : immo nova produetione rotuli (Rotulas iste) ipsius
Ubertini (9), ferme tota diseeptatio redueta est ad observantiam Regulae S. Francisci, et eiusdem a Nicolao IIIo faetam declarationem (10).
(1) Bulla ' Duilum ad aposto/atn ' dat. Avenione die 14 Aprilis, invenitur
ap. Builariiim Franciscanum (cit. BF), V, 65-8. Quoad effectua hu i us bullae cf.
Analecta Franciscana (cit. AF), vol. II, 114; 111,457 sq, 704 sq.
(2) Hoc vi bullae supra citatae.
(8) Quatuor isti articuli diversimode ordinati, citantur in ipsis fontibus
editis a P. Ehrle, ALKG III, 18, 8 et p. 51, 141.
(4) Protestatio Bonagratiae et Fronsiaci pro parte Ordinis, peracta die 1
Martii et repetita die 4 Iulii 1811, contra exemptionem Spiritualibus datam,
edita est in ALKG II, 365-74.
(5) Cfr. Defensio F. Ubertini contra supradictam Communitatis protestationem edita 1. . 877-416.
(6) De Raymundo Gaufridi vide AF III, 419s; 703s. Eius Responsio prose
et sociis suis tradita Clementi V" 1809, relata est fere integra in confutatione,
quam de ipsa fecerunt (1311) Raymundus Fi-onsiacus et Bonagratia ; ed. in
ALKG III, 141-160. Raymundus Gaufridi iam obierat, quando scripta fuit
responsio ' Religiosi viri ' et probabiliter venenatus cum aliquibus sociis suis.
Cf. ChroniiM Vil TrVmlalionum Fr. Angeli Clareni, ap. ALKG II, 133s, 364.
(7) Responsio F. Ubertini ad quatuor artculos, invenitur in cdice . V. ID
Bibliothecae Univ. Basileae. ex quo edita est a P. Ehrle in ALKG III, p. 51-89.
(8) Ap. ALKG III, 141-160.
(9) Iste libellus fere totus editus est a P. Ehrle in ALKG III, 93-130, ex
cod. A. 60 Biblioth. capitularte Paduae fol. 28v-86v, et Plut. 31 sin. cod. S fol.
2(>lr-205v Biblioth. Laurentianae (S. ) Florentine. Scriptus autem fuit ab
Ubertino exeunte anno 1310 vel initio sequentis.
(10) Cum isto Rotulo, Ubertinus obtulit quoque Pontifici alium libellum
in 10 cap., de transgressionibus, quae fiebant in Ordine contra decretalem
Nicolai III : Exiit qui emina/, Suriani, 15 Augusti 1279 : BF III, 4l>4 ; eiusque Epi-
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Revera iste Ubertini Rotulus seu libellus 25 habet capita accusationum de inobservantiis quae, sententia eiusdem Ubertini, in Ordine locum habebant, eo semper innixi principio quod Minores, vi religiosae professionis, tenerentur ad absolutam evangelicam perfectionem et ad usum arctum seu penuriosum rerum (1) ; asserentisque minoriticam paupertatem, quae a socio suo Raymundo Gaufridi substantialiter observari dicebatur, ne ad substantiam quidem in Ordine servari.
Sic itaque provocata Communitas, Ubertini Rotulo ex officio opposuit libellum qui incipit ' Religiosi Viri'. Iste famosus est ille li
bellus iam cognitus ab Auctore codicis Biblioth. Laurentianae Florentiae Plut. 31 sin. cod. 3, fol. 205r (2), a Nic. Glassberger (3), et ab
ipso Waddingo (4), quern vero P. Franc. Ehrle S. I. amplius non potuit
invenire (5), quemque nos hie edituri sumus ex cod XX0 nostri
Conventus S. Prancisci de Capistrano in Aprutio. Convenit igitur in
hoc paulum immorari.
Codex XX Capistranensis, iam descriptus a claro Prof. Vine,
de Bartholomaeis (6) et a P. Livario Oliger (7), est membr. miscellaneus, exaratus minusculo gothico rubricato saec. XIV-XV, et habet
mm. 177X126, fol. vero num.208. Nostra responsio ' Religiosi Viri',
scripta saec. XV a pluribus manibus sed eisdem characteribus, invenitur fol. 128r-208r, et a manu posteriori intitulatur : ' Responsiones
super articulis propositi^ contra ordinem fratrum minorum per fr.
Ubertinum de Casali eiusdem ordinis '. Insuper haec Communitatis
responsio, et quoad rem et quoad verba, convenit adamussim cum
regesto diplomatico (8) omnium actorum recollectorum ab ipso Ray
mundo Fronsiaco, in quo ita describitur. ' In XXV capitulo ponitur
responsio bone memorie fratris Gunsalvi, generalis ministri, et ministrorum provincialiurn et magistrorum in theologia de ordine nostro,
qui erant presentes in concilia Viennensi, quorum nomina sunt expressa
in instrumento duplicis obkitionis posito inferim XXXVII capitulo.
Et hec responsio est ad obiecta contenta in rotulo accusatorio posito
superius XVI capitulo huius tertie partis. Et incipit hec responsio:
tome et mpplemenlum, n XLVII ; Seraphicae Legislations textu* originates (cit.
SLT), Ad Claras Aquas 1897, p. 181-227. Disceptatio circa observantiam vel
minus huius bullae, habita inter Ubertinum et Fratres de Communitate, invenitur ap. ALKG III, 130-137.
(1) Cf. AF II, 114-119. Alia scripta polemica quoad usum pauperem publicata ab utraque parte, recensita sunt in 3 parte Indicts diplomatic* Kaymundi
Fronsiaci, editi a P. Ehrle in ALKG III 7-32, 43 sq.
(2) Cf. Ehrle, ALKG- II, 156.
(3) Chronica, ap. AF II, 119.
(4) Annates O. F. M. ad an. 1297, n" XXXVI; et ad an. 1310, n IV.
(:<) ALKG II, 356 n. 2.; Ill, 17.
(6) Ap. Bulletlino dell' httiuto Storico Italiano, n 3, Roma 1889, p. 93 sq.
Eadem descriptio repetitur in Miscellanea Francescana, V, 12; et ap. Opuscules
de critique histoire. P. Sabatier, Paris 1901, p. 1 na.
(7) Ap. AFH VI, 712.
(8) Pars 3 C. XXV; ap. ALKG III, 22. Fronsiacus et Bonagratia, ' ha
bita copia de rotulo ', proprio nomine iam aliam ediderant Responsionem, cuius
initium ' Responsiones et exceptiones ' ; 1. c. p. 21, c. XVIII.
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Religiosi viri, et finis est: et alius non est dandtts '. Ex hac Fronsiaci
descriptione, quodammodo iam colligi possunt tempus et auctores nos
tra* responsionis, quae particulari ratione consideranda videntur.
Quoad tempus compositionis, libellus ' Religiosi viri ' nullum prae
se fert datum chronologicum directum seu externum. Nota temporis posita in praefatione, annus scilicet 1310 (1), non est originalis et,
si referatur ad tempus compositionis, est immo errata. Ex critica
vero interna manifeste colligitur, dictum libellum exaratum esse non
solum post Protestationem ex parte Ordinis habitam die 1 Martii 1311 (2) contra exemptionem obtentam a Spiritualibus ; sed etiam
post Allega t iones (3), quas in mense Iunii eiusdem anni vel circa,
Bonagratia et Fronsiacus ediderant contra responsionem olim factam a
Raymundo Gaufridi. Exinde certe certius statuere possumus, libellum
Religiosi Viri' scriptum esse post replicam Fr. Ubertini circa
mensem Augusti 1311, et ante ultimam responsionem ' Sapientia edificavii' editam a Fronsiaco non ultra mensem Aprilis
1312 (4) ; quia ista compendium est totius quaestionis, et in ea
Ubertinus confitetur aperte (), rotulo per ipsum dato ' iam fere a
biennio ' nondum Communitatem respondiese. Ita ergo res forsitan
se habuit, ut provocata Communitas coeperit extunc adlaborare pro
responsione ad dictum rotulum Fratris Ubertini, et eo quidem modo
ut quando Viennense concilium apertum est, die nempe 24 Octobris
1311, iam prompta fuerit. Et hoc peroptime convenit cum textu Raymundi Fronsiaci iam relato.
Auetores responsionis ' Religiosi Viri ', ex officio sunt omnes
illi Ministri et Magistri qui, una cum Bonagratia de Bergamo et
Raymundo Fronsiaco, in eadem responsione inscripti sunt (6). Raymnndus Fronsiacus ipse tarnen videtur verus et proprius auc-
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Adiicio tandem, conclusionis causa, effect um Responsionis ' Eeligiosi Viri' nullum fuisse, et eo potius odium inter disceptantes
devenisse, ut non remaneret nisi legalis separatio ab invicem, diu invocata ab Ubertino de Casali (1). Clemens vero V, separationi assentiri noluit. Nihilominus in ultima sessione concilii Viennensis, habita
die 6 Mai 1312, papa dogmaticum decretum publicavit ' Fidei catholicae fundamentum ' (2), quo damnabantur nonnulli errores speculativi
Fr. loh. Olivi ; et constitutionem ' Exivi de paradiso ' (3). plus minusve
depromptam ex diversis responsionibus . Ubertini (4), qua Fratribus
strictiorem observantiam iniungebat. Iussit insuper Bonagratiam de
Bergamo, pro facta ab ipso protestatione contra papalem exemptionem
datam Spiritualibus, relegari in monasterium Vallis Caprariae prope
Commines in Gallia (3) ; et superioribus qui in provincia Provinciae
persecuti fuerant Spirituales, destitutis, isti sub obedientia Ordinis re
dire debebant (G). Credidit forsan Papa, hac ratione, omnibus satisfacere posse, experientia tarnen contrarium comprobavit; quia Spiritua
les ubique locorum, pauco post tempore rebelles evaserunt (7), et ex
tune eorum historia est historia Fraticellorum (8).
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miles et ceteras provincias, ubi non fuit conversatus nec novit mores
et actus eorum? Quam debiliter autem arguat et quam falsa imponat
ordini, patere poterit si ponantur oppositiones et responsiones per ordinem (1).
Volens autem predictus opponens contra ordinem argumentare ex
regula et declarations, primo sic obiicit ex regula ponens articulum;
nam in regula sic dicitur:
1" Akticulus Regula et Vita mincrrum fratrum hec est, domini nostri lehsti Christi sanctum evangelium observare, viveiulo in obedientia,
sine proprio et in castitate ' (2). = - ' Circa hunc articulum nostre regule
et trite et totius perfectionis evangelice, qwedam summaria difpnitio et
recollectio continetur; diiseminant quodam fabnim et pericolosum dogma,
dicent.es quod solum ilia tria ibi expressa, scilicet ' vivendo in obedientia '
etc., simpliciter et absolute sumpta, cadunt sub voto nostre professionis,
cum tamen, sicut ex declarations (3) regule patet, verba Ma debeant intelliqi in Ma perfecta altifudine, in qua in evangelic vita Christi eprimitur et apostokrrum eius, quam fratres minores profitentur in regula,
sicut declaratio dicit, exprimendo quod hec est Ma vita quam Christus docuit et exemplo firmavit et apostolis tradidit et per spiritum
sanctum beato francisco et eum sequentibux revelavit; et hec tria ipsa
regula prosequitur multum arte. Et licet declaratio dicat (4), quod non
tenemur ad alit/ua evangelica comilia nisi ' ad Ma que in eadem regula
preceptorie vel inhibitorie seu sub verbis equipollentibus sunt expressa ',
in hoc tamen quod dicit: Quod hec est Ma vita et perfectio quam Christus docuit et exemplo firmavit et tenuit in seipso et apostolis docuit (5),
supponit, quod quicquid est perfectionis evangelice, altero trium modorum
predictorum in ipsa regula continetur, aliquin non esset Ma. Et quia
omnis perfectio evangelica satis potest ad Ma tria reduci, ixlcirco ex hoc
expressions non excluduntur a voto regule cetera que in ipsa regula continentur, quin ad Ma obligentur ex voto professionis, eo modo quo in regula ipsa traduntur, id patet in regida ubi dicitur: Quod, fratres promittant ' vitam islam semper et regulam observare ' (6). Et idem dicit declaratio
domini Nicholai {!). Item, tarn in primo articulo quam in omnibus aliis
articulis regide, multum actendenda est intentio, expositio et expressio beati
Francisci qui huius regide, auctoritate apostolica, conditor fuit, sicut et
expresse ex divina revelations verba regule habuisse se asserit (8). Unde
(1 1 Attende divisionem istius confutations ; Ooramunitas 1" invocavit
praescriptionem ecclesiasticam contra Ft Ubertinum, qui utpote haereticus,
deberet carere a priori orani beneficio exemptionis sibi suisque concessae; 2
ostendit falsam methodum obiectandi positam in rotulo, in quo, iuxta Communitatem. Ubertinus falsa supponit et falsa asserit ; 3 confutat accusationes
rotuli singillatim.
(2) Cap I Begulae secundae seu bullatae S. Francisci, apud Opuscula
S. P. Francisci Assisiensix, (Bibliotheca franiriscana ascetica medii aevi, torn. I)
Ad Claras Aquas. 19G1 (citatur deinceps OSFj p. 63.
(8) ' Exiit qui seminal ' Tvicolai III, 15 Aug. 1279, apud Seraphirae Legixlationia Texlux Originates, Ad Claras Aquas 1897 (Deinceps cit. SLT) p. 182 n 2.
(4) L. c. Artie I pag. 186s.
(5) L. o. p. 182 num. 2.
(6) Cap. II Reg ; OSF 64.
(7) Art. I, SLT 186s.
(8,i Hoc praecipue in ultimo testamento ipsius S. Franoisci, ubi inquit
' Et ipse Altissimus revelavit mihi, quod deberem vivere secundum formam sancti
Ecangelii; et ego paueis verbis et simpliciter feci scribi et dominm papa eonfirmavit
mihi'. Et infra, ' dedit mihi Dominm simpliciter et pure dicere et scribere regulam
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(2) L. . n 2, 182.
(4) Art. Ill, n 1, SLT 193.
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(1) Cf. Const. Assisiens., 1316; AFH IV, 278, n. 8. Quae ergo paragraphia
antiquior est.
(2) S. Matth. VI, 91.
(3) Migue P. L. XXXIV 1229-1308; quoad rem nostram, liber 2--> cap. XVI
col. 1292 s.
(4) ALKG III, 98.
(5) Cap. II, OSF. ($4s.
669
vitiis semper datur magister (1), qui doceat eos pure confiteri, frequenter
orare et spiritualia exercitia: immo et continue occupantiir, nunc in
addiecendo officium, nunc in orando, nunc in offitiis infra dorn um: et si
invenirentur novitii in hiis deficere, non reciperentur ad profeasionem.
Quando autem dicit adversarius, quod docentur novitii non attendere ad lecturam regule, hoc est falsissirmim: ad hoc enim instruuntur,
ut regulam et declarationem servent, quam regulam vovere debent;
propter quod qualibet VI" feria legitur regula fratribus in communi,
ut novitii melius sciant quod profiteri debent. Et ideo non laxe sed
austere, non deviare a regula, sed vivere iuxta regulam edocentur;
nee delicate nutriuntur, licet aliquando per prelatos dispensatione agatur
cum eis. Est tarnen actendendum, quod ubi regula dicit (2), quod ministri ' concdant norts pannos probationis, videlicet duax tunicas
cum caputio et cingtdum et bracas et caparonem usque ad unguium ',
statim subiungit ' nisi eisdem ministris aliud secundum deum ali
quando videatur '. Ex quo patet, quod hoc reliquit in dispensutione
prelati, quia frequenter [accidit] quod nobiles delicati, qui in deliciis
vivere consuevere et in eis assuefacti sunt, si cum intrant ordinem,
inconditionate ponerentur ad illas austeritates, quas fr. Vbertinus verbo
dicit et digito tangere non vult, ex subita mutatione et indiscreta
austeritate, possent infirmitates incurrere. (f. 192r) Unde dicit leronimus (3) et ponitur in decretis de sacrificio, d. III. in hec verba
' Non mediocriter errat qui magno bono prefer mediocre, ut austeritatem ieiunii corjwris sanitati, vel austeritatem vigiliarum sensus integritati atque propter immoderatam indiscretam offtciorum decantatorum, ac dementi ac tristitie notam incurrit'. Et infra ' Audiant qui ea
que sunt, corpori necessaria subtrahunt, id quod per prophetam (4) dominus loquitur: ' Ego dominus odio habeo rapinam holocaustorum. De
rapia enim holocaustorum offert, qui temporalium bonorum ciborum
nimia egestate, vel mandiucandi vel sopni penuria, corpus suum immode
rate affiigit\ Hoc ibi. Et Apostolus dicit (5): sit autem obsequium vestrum rationabile etc. Obsequium autem non est rationabile, si plantule
nove, statim omnium austeritatum ventis exponuntur. Et tarnen sufficientes et discrete austeritates in talibus observantur, sicut de decl
rate fide videri potest in vilitate induinentorum que novitiis conceduntur, et in numero tunicarum ' secundum loca et tmpora et frgidas
regiones', prout in regula et declaratione conceduntur (G); prout etiam
in alus allegationibus factis super 1 generalibus articulis (7) plenius
explicantur. Nee obstat quod adversarius dicit, quod multi melius habent in ordine quam habuissent in seculo. Vtinam enim attendisset,
quod filii bonorum burgensium et baronum et militum, longe melius
habuissent in seculo quam in ordine. Vtinam attendisset, quod si pauperes aliquando intrant ordinem et qui pauca relinquerunt, .tarnen nullus
est qui non relinquit propriam voluntatem. Nec parum relinquit, qui
non solum relinquit quod habuit sed quod potuit habere: nec parum
facit, qui propter deum, non solum demictit terrena sed abnegat semetipsum.
(1)
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(J)
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ceteri christiani, nisi ex condecentia status et 'de bono et equo', ut declaratio dicit. Ergo totus decursus regule et evangelii non cadit sub
voto, sed solum regula prout est in tribus modificata et speciflcata.
Alias dicta declaratio, dictos duos modos vivendi fratrum distingueret;
scilicet, voveo evangelium vel regulam absolute, et voveo n-gulam vel
evangelium in hiis tribus modilicata: in primo enim modo, est vovere
regulam vel evangelium absolute, quia in 2 non vovetur absolute,
prout in toto eius decursu continetur. Item si per verba que tam in
primo articulo quam in 4 idem fr. Vbertinus ponit (1), et in quibus
dicit fratres astringi ad observantiam totius regule et omnium eorum
que in regula posita sunt, et eo modo quo ibi ponuntur ex voto profes
sions, intelligitur quod fratres non tenentur nisi ad praecepta in regula
vel que vim habeant precepti, prout precepta sunt, et ad consilia per
modum consilii, id est quod ea que in regula posita sunt sub verbis preceptoriis vel inhibitoriis etc. fratres solum tenentur ex voto observare,
et ad ea que ibi non sunt posita preceptorie vel inhibitorie, non tenen
tur fratres ex necessitate sed ex bono et equo, scitur quod disputatio
huiusmodi est verbalis. Tamen quia non plus obligantur fratres, secun
dum hoc, si cadunt sub voto quam si non caderent sub voto: si autem
dictus fr. Vbertinus, intenderet fratres aliter perstringi per dictam suam
propositionem quam cavilloso modo et obscuro ponit; ergo cadit in penam excommunicationis posite in declaratione predicta.
Item ad illud quod dicit in 4U articulo, quod ' magnum periettliim
animarum est, quod littere dimissorie professis hanc regulam concedunfur; et quod in hoc videtur salua animarum negligi; et quod sin alte
comprehenditur perfectio evangelii in professione regule, quod omnis alius
status regidaris sit inferior, ideo prima (Vi quam exire de isto et ad alium
ire, est retro respicere ' : respondetur pro parte dicti ordinis, quod fra
tres non lieeiitiantur de ordine, sed cum cause valde rationabiles sunt,
puta cum incorregibiles sunt et in aliis casibus concessis; et tunc etiam
fit ex auctoritate privilegiorum romane sedis dicto ordini concessrum
super licentiandis fratribus(2); et etiam dominus papa, frequenter licentiat fauius ordinis apostatas ad alios ordines. Quare cum hoc fiat aucto
ritate privilegiorum, et ex quo apostolice sedi non videtur ceder in
periculum animarum, nee per hoc videtur salus animarum negligi, [sed]
qui contradicit, in auetoritatem apostolice sedis impingit. Queratur enim
absolute, quid intelligitur per te [dicere] 'ex voto'. Si enim dicis, nos
teneri 'ex voto' ad omnia que sunt in evangelio vel in regula, quia
fratres [vovent] evangelium vel regulam, aperte incids in perversum
dogma, ut ostensum est, et in hoc discordt an[imus] (f. 198r); si autem
intelligis, quod voventes ratione sui status de bono et equo magis debeant hoc exequi quam ceteri christiani, sicut dicit declaratio (8), hoc
sentimus idem, et disparatio est verbalis, ut dictum est.
5' Articulus. Ad id autem quod dicitur in 5" articulo (4), quod
contra pluralitatem tunicarum est communis relaxatio, idest quod vix
aut nunquam artietdus in regula positus (5), quo cavetur quod fratres
professi ' habeant unam tunicam cum caputio et aliam sine caputio, qui
voluerint habere' etc. communitas ad litteram observare; et quod dicitur,
quod etiam multi habent mutatoria multa sibi appropriata etc. : (1) ALKG III, 95s 98s.
21 Iulii 1265. BF III, 19.
(4LKG III, 100.
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495
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505
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515
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635 spondetur pro parte dicti ordinis, quod declaratio dornini Nicholai (1)
contra istum articuluni, dicit in hec verba: ' Licet autem contineatur in
reyula, quod fratres habeant ' uiiam tunicam cum caputio et alia nine
caputio ', et videri possit ilia fuisse intfituentis intentio quod, necessitate
cessante, pluribus nou utantur; declaramus quod possint fratres, de li540 centia ministrorum et custodnm coniunctim et divisim in administrationibus sibi commissis, cum eis videbitur, penmtis necessitatibus et alii-s
circumstantiis que secundum deum et reyuUim attendende iridentur, uti
pluribus , nec per hoc videantur a reyula deviate, cum etiam in ipsa reyula
dicatur expresse, quod ' ministri et custodes de infirmorum necessitatibus
545 et fratribus induendis sollicitam curam yerant, secundum loca et tempora
et friyidas reyiones'. Et postea additur in ipsa declaratione \2), quod
ipsi ministri et custodes, possint hoc facere per se et alios. Et notum
et manifestum est precipue in ordine, quod dicta declaratio servatur ad
litteram, quia nullus frater professus habet ultra duas tunicas, nisi de
560 licentia ministri vel custodis vel eius cui super hoc concessa est cura.
Quas etiam tunicas ad simplicem usum concessas. quilibet frater, in
manibus superiorum in omni visitatione ministri, que fit quolibet anno,
resignat sicut et libros et ceteras res; et post visitationem, minister
usum predictorum, si sibi videtur, concedit vel addit vel minuit, con555 sideratis necessitatibus et circumstantiis (3), prout in declaratione dicitur. Et hoc est notorium inter fratres, qui non evagantur exterius,
sed in claustro humiliter conversantur. Et ideo minim est, quomodo
frater nutritus in ordine et observantiis regularibns huius ordinis, dicere potest quod fratres habeant appropriatas tunicas, nisi per modum
560 predictum et solum ad simplicem usum facti. Dicere autem quod fratres
mutatoria habent, similiter est mirandum, cum nec generalis constitutio
ordinis nec ministri ordinis, sicut experientia docet fratres intra ordinem conversantes, nulli fratrum concedant nec habere permictant duos
habitus eodem tempore, nisi ex dispensatione, ex rationabili causa facta.
565 Et ideo cum in hoc articulo tarn notorio et evidenti ordo et status or
dinis calumpniose videntur diffamari, satis presumi debet per quemlibet
bonum christianum, quod dictus libellus per dictum Vbertinum contra
ordinem oblatus est calumpniosus in omnibus; quia qui in uno calumpniat, in ceteris calumpniare presumitur, ut iura [dicunt]. Item acten570 denda est calumpnia in dicto articulo posita; quia non solum dictus
articulus ordinem et fratres calumpniat, sed etiam aperte verba regule
et declarationis predicte, cum dicatur in articulo ipso, quod declaratio
et regula non volunt quod aliquis frater ultra unam tunicam cum ca
putio et aliam sine caputio, nisi ex necessitate. Et clare patet per verba
675 regule (4), quod non dicit ultra non habeant, sed concedit quod ' mini
stri et custodes de fratribus induendis provideant secundum loca et tem
pora et friyidas reyiones '. Et declaratio (5) manifestius et apertius con
cedit, quod ' pensatis necessitatibus et aliis circumstantiis' (f. 198V) que
attendende sunt, videatur [si] possint fratres uti pluribus tunicis quam
580 duabus. Et dictus articulus astute et calumpniose regule verba et decla
rationis, ultra quam sonent excedit, et solum ad unum casum, scilicet
'necessitatis' restringit; cum tauien declaratio non solum ' pensatis we
ll) Artio. XIV ex toto, SLT 213.
(2) Art. XV, 1. c. 213s.
(8) Cfr. Const. Narb. Rubr. VI in fine, apud S. Bonav., Opera omnia,
VIII 457a.
(4) Cap. IV, OSF 67.
(5) Art. XIV, SLT 213.
673
cessitatibus ' sed etiam ' als circumstantiis ' concdt plures. Ex quo colligitur, quod in dictam declarationem impingit. Distendatur (?) (1) autem
habitus in eius latitudinem, nullibi habetur in regula provisum; et ta- 585
men etiam, forma, qualitate et quantitate habitus per ordinem, sicut
decet, est [provisum| (2), et transgressores provisionis huiusmodi puniuntur. Verum est tamen quod, propter diversitates regionum, non
potest punctualiter uniformitas observari.
6' Articulus. Ad illud autem quod dicitur in VI" articulo (3), 590
ubi obiicitur contra ordinem, quod peni tentiarii domini pape et
magistri in ordine et plures alii fratres calciati incedunt: Respondetur pro parte ordinis, quod ex hoc articulo manifeste
apparere potest cuilibet bono christiano, cum quanta calumpnia impugnatur dictus ordo, cum in hiis que non solum sunt notoria in ordine 595
sed etiam extra ordinem, ut patet quasi omnibus christianis, imponat
calumpniam ordini. Nam certum est quod fratres ordinis minorum vadunt consuetudine discalciati, et quod realiter nullus frater dicti ordinis,
abeque necessitate, calciatus incedit etiam in regionibus frigidissimis
ut in Anglia et Alemania. Et ad hoc etiam plus artant se fratres quam 600
regule verba artentur, cum regula permictendo dicat(4), quod fratres
' qui necessitate coguntur, possint portare calciamenta ', et aliter non prohibet. Que verba de necessitate non extremitatis, que semper intelligitur exempta ab omni lege, sed congruitatis intelligenda sunt, prout expedit ' secundum loca et tmpora et frgidas regiones ' ut in als respon- 605
sionibus plenius contradictum est (5). Unde patet quod dictus articulus
continet calumpniam manifeste. Nee obstat quod obiicit de penitentiariis
domini pape, quia hoc uget oppositoris calumpniam; tamen quia peni
tentiarii in hoc non subsunt ordinis correctioni, et ideo ordinem impu
gnare de hiis que ad eum non spectant, uget calumpniam. Tamen quia 610
etiam penitentiarii domini pape in hiis exceder non sunt dicendi; quia
etsi penitentiarii aliquando calciati incedunt, presumitur quod in casu
licito et concesso incedant, scilicet in casu necessitatis. Que ncessitas
presum debet et attendi tum ratione antiquitatis personarum, que in
huiusmodi officio per dominum papam instituuntur, tum ex frequenti 615
corporis debilitate, procedente ex nimio labore ipsorum ratione officii
ardui iniuncti, tum etiam ex diversis discursionibus, quos oportet eos
facer sequendo curiam ubique, dum ex frigidis regionibus, temporibus
atque locis, sicut in ecclesiis frigidis, in quibus oportet eos pro confessionibus audiendis immorari continuo. Quas presumptiones attenderet 620
quilibet bonus frater, qui caritativam haberet intentionem ad fratres, et
qui fratres alios non iudicaret sed semetipsum, sicut regula (6) monet
fratres. Cum etiam secundum iura, ncessitas attendi debeat ex per
sona, loco, tempore et causa. Nec etiam est verum quod de magistris
dicitur, quod absque causa necessitatis calciati incedant, sicut patere po- 625
tuit de magistro Alexandro(7) et als magistris ordinis tarn in curia
(1) I. e. De extensiones
(2) Const. Narb. Kubr. II, Op. O. VIII 151a.
Forma habitus pulohre describitur in Chron. Trib. Ang. Clareni, ALKG II,
153, et in repcatione Fr. Ubertini 1. o. III, 175.
(8) ALKG III, 100s.
(4) Cap. II, OSF 64s.
(5) ALKG III, 141-160 ; quoad calciamenta pag. 152.
(6) Cap. Ill, OSF 66s.
(7) Idest Alexander de Alexandria magister et postea Generalis Ordinis
1313-1314; de quo cfr. Chronva XXIV Gen. ap. AF III, 158, 467s n. 4 ; II, 114
120s. Ipse nominatus est tertio loco in principio praesentis responsionis.
Archivum Franciscanum Historicum. An. VII.
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quam alibi; quinimo, licet magistro Vitali (1) expresse dictum fuerit a
domino papa, quod incederet calciatus, ipse tamen rarissime sic incedit.
Ex quibus coucluditur, quod qui in eo, quod est tam notorium et manifestum, calumpniam imponit ordini, in ceteris calumpniare dicendus est.
7' Articulus. Ad illud autem quod in VIIo articulo (2) obiicitur
contra ordinem, quod talis deceat esse vilitas vestium fratrum, quod sint conformes saccis et habitibus antiquis
b[eati] Francisci et aliorum; quod hec vilitas prohibetur (f. 194r)
a prelatis, et quod portantes vocantur superstitiosi : Respondetur pro
parte ordinis, quod cum regula (8) non dicat, quod fratres vilissimis nee
vilioribus vestimentis, induantur sed dicat tantum in proposito casu
' vilibutt induantur' et notorium sit mundo, quod communitas fratrum
ordinis utitur vilibus vestibus in precio et colore, secundum consuetudines regionum, que est in talibus attendenda; secundum iura scitur,
quod obiectio talis articuli non procedit. Nee illos qui viliores habitus
portare vellent vel portant, ordo contemnit, nisi tanta esset [contra]
constitutiones ordinis in habitu deformitas, quod occasionem scandali
generaret et alterius ordinis viderentur: cum deformitas vestium inordinata in communitatibus per constitutiones ordinis (4) et sacros cao
nes prohibeatur, sicut in aliis responsionibus (5) plenarie probatura est.
8' Articulus. Ad id autem quod in octavo articulo (6) opponitur, quod ex eo quod in regula (7) dicitur, quod fratres ' ?wn iudicent
nee dexpiciant quos viderint mollibxts vestimentis et coloratis induto, uti
eibis et potibus delicatis, seil mayis umisquisque iudicet et despiciat semetipsum ', eequitur,. ut dicit opponens, quod sicut in vestimentis sic
et in cibis decet esse vilitas, et quod contrarium servatur in ordine et
contrarium fit in capitulis provincialibus et generalibus et in infirmara
et in hospitalaria pro prelatis, magistris et aliis, et ex ratione huiusmodi
fiunt promotiones, et quod semper raaiores habent in oculis aliorum
specialia, et quod statutum de carnibus non comedendis (8) non serva
tur, et collaxatum est frenum guie, et si qua alia similia dicerentur:
Respondetur pro parte ordinis, quod mirandum est, quomodo fr[ater]
qui cotidie splendide epulatur et qui dum in ordine conversabatur, vite
et victus communis parsimoniam nunquam potuit aut voluit tollerare,
presumit ordinis communitatem in tanta penuria et austeritate viventem, sicut mundo notum est, de delicatioribus in victibus diffamare.
Nam sicut nobis tradidit bonorum patrum antiquitas, maior est in or
dine victus austeritas, quam fuerit temporibus preteritis. Nee est
verum, quod excessus fiant in providendo aliquando magistris et lectoribus et aliis fratribus laborantibus in studio et legendo, predicando
et discurrendo pro ordine, si aliquando caritativa refectio, pre aliis non
tantum laborantibus, proponitur. Et quia, quot in ipso articulo que con
tra ordinem obiiciuntur sunt inventiones que non continent veritatem.
ideo contra hune articulum non amplius insistitur; nisi quod, per regu-
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lam non artantur fratres ad vilitatem ciborum, immo contrarium dicitur in ipsa regula (1), ubi expresse ponitur quod 'de omnibus cibis que
apponuntur, fratribus liceat manducare'. Nee regula vel declaratio artat
quod hoc intelligi debeat magis de oblatis libenter quam de mendicatis
humiliter: et leve fuisset conditori regule, si voluisset, fratres artare
ad vilitatem ciborum in eodem capitulo (2) in quo dixit ' vestibus vilibus
induentur', [si] adderetur: ' et cibis vilibus'. Unde cum in ipso capitulo,
obmissum sit per regule conditorem, non decet alicuius presumptione
hoc suppleri, ut iura dicunt.
Per illud etiam quod obiieitur, quod statutum de non comedendo
carnes in locis fratrum non servatur, apparet calumnia opponentis; cum
in regula carnes non prohibeantur, quin immo potius conceduntur; sed
ordo voluntarie se astrinxit, et ideo potest in illis, prout expedit, dispen
sare, quamquam sicut evidens est (f. 194v) in locis fratrum, statutum
hoc observatur, nisi cum super hoc aliter dispensetur. In hiis enim que
non sunt illicita, nisi quia prohibita, a presidentibus potest in eis pro
libitu dispensan. Et unumquodque statutum, ex mera volntate presidentium, per contrariam voluntatem, ex statuto vel usu ipsorum presidentium declaratum colligitur, ut iura dicunt. Et eodem modo respon
den potest ad similia statuta ordinis, que dicentur non servari in ordine, et que per contrarium usum tolli possunt. Quod autem dicitur
de superfluitate conviviorum et de promotionibus indebitis occasione
eorum, dicimus esse falsum; et si aliqui invenirentur de hoc vitiosi,
confusibiliter absolverentur, et multum notarentur prelati communiter
a fratribus et vilipenduntur qui refectorium non secondantur.
9' Articulus. Ad illud autem quod opponitur in IXo (3) articulo,
quod inquisitores et prelati ordinis et alii multi fratres
equitant: Eespondetur pro parte ordinis, quod ita mundo notorium
est, quod capitulum regule de non equitando(4) per communitatem or
dinis servatur, quod nihilominus nulla potest tergiversatione celari. Nec
potest alias accusare inquisitores vel fratres aliquos, qui aliquando equitare reperirentur, nisi etiam constaret eos secus necessitatem equitare;
cum enim fratres secundum quod ex officio inquisitoris vel ex obedientia equitant, in casu concesso et licito equitare sit presumendum.
Nam secundum iura, in indifferentibus, que ex sui natura non sunt
manifeste mala, si possunt bona fieri, non licet iudicare intentionem
presenten), scilicet quod male eint facta.
(Corttin uabitu r) .
Sulmonae.
P. Anicetus Chiafpiki, O. F. M.
->^^^l-*-i-^.M-
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DEFINITIONES
CAPITULORUM GENERALIUM
ORDINIS
PRATRUM
M1N0RUM
1260-1282
Ex quo an. 1896 cl.mus Fr. Ehrle, S. I., Statuta generalia Qrdinis FF. Minorum iuxta recensiones anni 1260 et 1292 evulgavit(l),
itemque Definitiones, Memorialia plurimorum Capitulorum generalium
an. 1260-1303 (2), in hoc praesertim AFH plura additamenta ad talia
Statuta et ^Definitiones prodierunt (3).
Antea vero, scil. iam an. 1898 nos ipsi apud Engl. Histor.
Revieiv (4), Definitiones tuncusque incognitas Capitulorum Generalium
Ordinis Min. an. 1260-1282 edidimus, e MS. collectionis olim D. Phillipps sign. num. 207, quod sub hasta venditum ipsi emimus; de quo
cf. quoque AFH VII, 447-8. ubi, p. 449-53 Statuta Provincialia
Franciae saeculi XIII ex eo publicavimus.
In MS. nostro f. 36-43v continentur: Definitiones facte in Capitulis generalibus*; scil. Narbonae (1260), Pisis (1263), Parisiis (1266),
Assisii (1269), Lugduni (1272 [74?]), Patavii (1276), Assisii (1279),
demum Argentorati (1282).
Quas Definitiones ap. EHR XIII, 1898, 704-8, edentes, respectum continue habebamus ad eas quae P. Ehrle publici iuris fecerat,
hac quidem ratione, ut textum MS1 nostri integrum ederemus, ubicumque essentialiter ab illo a P. Ehrle publicato differret, vel ubi
textum suum non e MSS., sed ex auctoribus posterioribus haurire
constrictus fuerat idem cl. P. Ehrle. Aliis in locis nonnisi variantes principaliores, discrepantias, omissiones, additionesque subnotavimus. Fatendum est in nostro MS. omissiones aliis rebus subnotandis esse graviores, cum amanuensis, qui MS. nostrum pro Conventu
quodam minore et ignoto, (eius enim nomen erasum est) Provinciae
(1) Ap. Archiv f. Lit. u. Kirdiengesch. (ALKG) VI, 1896,87-138; ibidem in
adnotationibus habetur Eeoensio anni 1292. Eeoensio an. 1260 item ap.
S. Bonaventurae, Opera, VIII, 1898, 149-64.
(2) ALKG VI, 38-71.
(3) Curante P. Ferd. Delorme, AFH III, 502-4: Difftniiiones CapUuli Oli*
Narbonentis 1260; 1. o. V, 708-9: Biff. C'apituli Olii Aunt. 1269. Cf etiam Conttit. Olea Asriitienses 1816, ed. A. Carlini, AFH IV, 276sqq. Pro aliis of. AFH
VII, 447 sqq.
(4) EHR London 1898, 703-708.
677
Franciae confecit, ex industria omnia ilia omiserit, quae studia Fratrum in Universitatibus etc. respiciunt. Paragraph! aliquot istarum
Definitionum postmodum in Statuta generalia inserta sunt, id quod
suis quibusque locis adnotabimus.
Pro hac novaeditione adornanda MS. nostrum denuo excussimus, necnon et plures paragraphos, quarum solas variantes ap. EHR
indicavimus, hie integras damus pro maiori legentium, consulentiumque
commodo. Insuper etiam singulis paragraphia numeros praefiximus.
[Diffinitiones].
I.
[Pag. 704] (1) (Fol. 36v-38r). Diffinitiones capituli Narbonensis [1260].
Has habes ap. Ehrle, I. c. 33-5; 8. Bonaventurae, Opera, VIII, 1898,
4B4b-466b; demum meliore forma easdem edidit P. Perd. Delorme,
AFH III, 502-4. C(odex) noster cum forma apud Ehrle et S. Bonaventurae Opp. concordat = AFH 1. c. n. 1-21. Omittit tamen 2 et 15,
uti ibidem adnotatur. Notes quoque variantem, in 1 : que communem
tangunt utilitatem pro : que omnem tangunt communitatem ; in 4 : et
ubicumque lacorum est huiusmodi abusio; in 8, ubi sermo de calicibus:
excepto uno pro communione, ubi opus fuerit (sicuti 508, not. d dicitur) ;
in 13: sicut fuit in capitulo MethenM diffinitum ; in 18 omittit: Fiat
duplex officium .... penthecostes.
Praeter formam ap. AFH 1. c. editam, post 21 C addit:
1. Pro sancto Ylarione et pro sancta Cristina virgin* et martyre fiat
officium IX lectionum.
2. Item, indicit generalia omnibus custodibus et gardianis, quod faciant
scribi in missalibus orationem sancti Ambrosii, scilicet, Summe sacerdos.
3. Pro domino cardinali nostro omni anno a quolibet sacerdote dicatur una missa.
Quae 2 refertur ad 18: dum 3 vix huic capitulo attribuenda
videtur, quia tunc pro eodem Cardinali Protectore a quolibet sacerdote
Ordinis tres mLise de mortuis celebrandae statutae sunt; cf. Ehrle,
137; Bonav. 464a.
II.
(F. 38r.). Hee sunt diffinitiones facte in capitulo Pisano [1263] (2).
1. Ordinationes officii (3) serventur diligenter, et pro loco et tempore
fratrilms recitentur.
2. Item diffinitum est, quod quicqukl potest gardianus, potest mini
ster et custos(4).
(1) Sunt paginae prioris nostrae editionis ap. EHR.
(2) Definitiones huius Capituli ap. Ehrle, 87, e Chronol. hiatorico-legali, I,
Neapoli 1650, sumptae sunt et a nostris plane discrepant.
(3) Soil. Statuta Liturgica sett Ttubriiae Breviarii eiusdem Capituli Pisani,
quas ap. AFH IV, (59-73 edidit P. Hieron. Golubovich. Cf. quoque S. Bonaventurae Opera, VIII, 466b.
(4) Cf. Par. = Recensionem Parisiensem an. 1292, ed. Ehrle, 1. c. 127, not. 5.
678
679
IV.
Hee sunt diffinitiones facte in capitulo Assisiensi [1269] (1).
1. Ordinamus ob reverentiam f/loriose virginis, ut in quolibet sabbato
ad ipsvus honorem dieatur soUempniter missa, quando fieri potent bono
modo.
2. Ad cuius etiam honorem fratres predicent populo, quod quando
auditur campana Completorii, ipsa beata Virgo aliquotiens salntetur(2).
3. Item soUempniter fiat officium in honore sanctorum, in quorum
vocabulis constructe sunt ecclesie fratrum, ita tamen, quod iteratio antiphonarum non fiat, nec officium Virginis, nec commemorationes solite,
nec preces in Prima et Completorio alk/uatenus omittantur (3).
4. Item fratres non dent sacram communionem alicui in die Paschatis, nisi de licentia superiorum vel jmrochudium sacerdotum, nec etiam.
in extremis, nec excludant jmrochiales sacerdotes, cum ad eorum confesstones vocantur, qui sunt in extremis vel in articulo mortis constituti (4).
5. [Pag. 706] Item nulli fratres vasis stagneis utantur in mensis,
neque pro se, neque pro alius, aid vitreis cyatis in conventu (5).
6. Item inhibemus, quod Heremite non recipiantur ad ordinem no
strum; nec aliqui de aliquo online mendicantium ((>).
V.
(F. 39v). Responsiones ad consultationes factas in capitulo Assisio
celebrato [1269] (7).
1. Si quis frater per duas vias, utpote per confessionem et per alium
modum excessum alicuius novertt, requisitus a superiore, dicat veritatem ;
quia hoc nullo modo sigilio confessionis preiudicat ; quin pocius, si taceret, inobedientie crimen incurreret. Et si quis contrarium dixerit huiusmodi vel asseruerit, et correctus revocare nolt/erit, ab omni actu legittimo
privetur.
2. Si quis autem ausus fueril affirmare, quod quiltbet sacerdos possit
absolvere a peccato, siq)cr quod non habet commissam actoritatem (sic),
et maxime de Hits quinque, quorum absolutio secundum generalem con(1) Ehrle, 40-1, Definitiones suas e Glassberger, AF II, 81, sumpsit, quae
partim cum nostris congruunt. Paragraphos 1, 4, 5, 6 et Iieitpotm'ones 1-3,
e MS. Friburgetisi edidit P. Ferd. Delorme, AFH V, 708-f. Paragraphi 1, 2, 6
leguutur quoque in Ofiron. 24 Gen., AF III, 351.
(2) Cuius usus pii testimonium antiquissimum legitur in Vita Beati Benedioti Aretini, O. F. M , de quo circa an. 1250 narrator: ImtUuit Fratribus suis Anlifonam, quae cantatur post Completorium : Angelus locutus est Mariae, quoin semper maxima devotione recUafmt et ranebat >. Cf. Girol Golubovich, Biblioleca bto-bihliografica delta Terra Santa, I, Quaracchi 1906. 146. Cf.
Statutum Procinciae Marchiae Terrisinae 1295, AFH VII, 464; 5-15. Quod Statutum iuxta Chron. 24 General., AF III, 351, iam antea latum fuisset, an. 1268:
1. c. 329.
(H) Ehrle 40; Glassberger, 81.
(4) LI. cc. Cf. Par. 106, not. 4.
(5) LI. co. et AFH V, 709. Par. 98, not. 4.
(6) LI. cc. Ap. AFH 1. o. om. necmenilirantiuin. Cf. Par. 88, not. 5.
(7) AFH V, 709; ubi 1-3 editae sunt. Par. 100, not. 11.
680
VI.
[Pag. 707]. sunt diffinitiones facte in capitulo Lugdunensi [1272 vel 74].
Eaedem plane sunt ac illae, quae P. Ehrle, 43-6, e cod. Vatic, lat.
7339 evulgavit, easdem, licet in dicto MS. nulli Capitulo expresse
attribuantur, Capitulo Lugdunensi anni 1274, (rectius tamen dicendum videtur an. 1272) adscribens. Postea ex eodem MS., eidemque Capitulo Lugdunensi tributae, evulgatae fuerunt ap. S. Bonaven
turae, Opera, VIII, 1898, 467.
Incip. Precijt generalis minister de volntate capituli generalis
Expl. venire contemptum dinoscitur.
(F. 41v). Expliciunt distinetiones capituli Lugdunensis.
(1) Narb , Bonav. 457a, Ehrle 112.
(2) pertinacia, sed in margine alia inanus correxit: pervicacia.
(8) Par. 112, not. 4.
(4) Par. 123, not. 2. Adfaciemlam ex AFH V.
709, supplevimus.
(5) Par. 118, not. 6.
(6) Narb., Bonav. 4&)a; Ehrle, 123sq.
(7) Narb., Bonav. 4Glb; Ehrle, 129 tranvnittandis.
(8) Narb., Bonav. 462a; Ehrle, 192.
(9) Par. 127, not. 1.
(10) Par. 115, not. H.
(11) Par. 122, not. 1.
(12) Par. 129, not. 1.
(13) Par. 122, not. 4.
681
VII.
Iste sunt responsiones ad consultationes capituli Lugdunensis (1).
1. Vioarius ministri potest absolvere ah Ulis quinque casibus [et] differentiis peccatorum, que ministri* relinqttuntur ; non autem possunt fratres ad sacros ordines facere promoveri, nec de loco ad locum fratres
mutare, nisi ex causa necessaria, nec ad ordinem recipere vel eicere iam
receptos; possunt tamen peccantes punire (2).
2. Item visitatores non possint absolvere custodes vel gardianos, nec
ad monasteria ire, nisi habuerint licentiam specialem (3).
3. Item festum beati Bernardi fit immediate post octavam (f. 42r)
assumptions beate virginis, nisi dominica impediat. Et nomen sancte
Clare in sabbato sancto et in alMs letaniis ponatur et(4) eius legenda
publicata in generali capitulo, a locis singulis habeatur.
VIII.
Distinctiones capituli Paduani [1276] (5).
1. Mandat capitulum generate minwtris et capiiulis provincialibus,
quod sine licentia capituli generalis non consentiant in construendum
aliquod monasterium novum pauperum dominarum.
2. Item ordinal capitulum generate, quod singtdis annis pro hospitibus, qui fratres in itinere recipiunt, infra octavam beati Francisci ad
honorem ipsius sancti appropiietur una missa conventualis et una privata a quolibet sacerdote, et a quolibet clerico quinquaginta psalmi, et a
quolibet laico centies Pater noster(6).
3. Item -mandat capitulum generate, quod boni carceres, fortes et mtdtiplices habeantur et humani(7).
4. Item placet capitido generali, quod serviatur dominabus sancti
Damiani modo consueto, ex mandato domini pape usque ad sequens
capitulum generate.
5. Iniungitur omnibus ministris, ut litteram reeerendi patris generalis
ministri, miisam ministris in capitulo Paduano, que sic incipit: Venerabilibus et in Christo dilectis etc., cum omni diligentia executioni studeant demandare, cuius tenor est, quod inquirant de operibus beati Fran
cisci et aliorum sanctorum (f. 42v) fratrum, aliqua memoria digna, proid
in suis proinnciis contigerit, eidem generali sub certis verbis et testimoniis rescribemla (8).
6. Item ordinal generate capitulum, id post commemorationem beati
patris nostri sancti Francisci in matutinis et vesperis, fiat commemoratio beati Antonii per ordinem universum.
(1) Ehrle, 45.
(2) Par. 128
(3) Par. 121, not. 6.
(4) Ehrle om. et eius habeatur.
(5) Cf. AFH II, 1-16. Quae Ehrle, 47-8 habet, ex Glassberger, AF II, 89
sumpta sunt, corresponilentque 1, 2, 3, 5, 6.
(6) Par. 138, not. 2.
(7) Par. 114, not. 8.
(8) Quae epistola non habetur; sed adsunt duae hoc cum mandato Fr.
Hieronymi Asculani, Ministri generalis connexae, AF III, 358; AFH I, 85-6.
682
7. Item vult generale capitulum, quod accusationes et Petitionen et statttiiin provincial-it m insinuationes, non simul in una littera, sed singula
sigillatim in singulis litteris ad maiorem expeditionein generali capitulo
destinentur, et forma communis scribendi, prout ordinavit alias capitu
lum generale, generaliter ah omnibus observetur (1).
IX.
Diffinitiones capituli Assisii celebrati [1279] (2).
1. Nomen snete Elizabet ponatur in Mania breviarii.
2. Item dicatur a ministris in suis provinciis, quod in litteris miitendis ad capitulum generale de statu procincie non ponatur ministri nomen provincialis (3).
' 3. [Pag. 708] Item cum ordo teneatur facer officium secundum ordinein romane ecclesie, et ipsa romana ecclesia officium de sancta Trinitate non facial, non teneantur frat illud facer (4). Si autem velint
missam de Trinitate facer, possint, dum tarnen earn, que dominice petit, non omittant.
4. Item in privatione actuuin legitiinoritm non intelligimus exequtionein ordinum, nisi specialiter exprimatur (5).
(Aliae autem paragraphs quas Ehrle 49-50 habet, in omittunturs.
83
DOCUMENTA
AD HISTORIAM TRIUM ORDINUM S. FRANCISGI
IN UK BE IMOLENSI(*)
III.
MONASTERIUM S. STEPHANI ORDINIS S. CLARAE
(1254-1450)
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687
<i88
loci et ad sonum campanelle, ut moris est, fecit magistro Nanne q. Tomasini de la Sosa de Imola absolutionem de uno debito decern corbium
frumenti etc.
Actum Imole in capella S. Iacobi in domo dictarum
sororum etc. (ANot., b. F, n. 50).
1.368, 17 augusti. * Cum questio fuerit inter mag. Marcbolinum
q. mag. Stefani de Imola ex una parte et Stefanum q. fr. Matei Gustoli,
sindico et sindicario nomine conventus S. Stefani de Imola et inter sor.
Madalenam abatissam dicti conventus, sor. Malgaritam de Galisterna, sor. Laxiam de Cataneis de Ducia, sor. Claram de
Gali9terna, sor. FrancischamdeTebaldisde Imola, sor. Z a n a m
de Cantagallo, sor. Anam de Patarenis, sor. Annam de Plaxentia ex altera parte, ocaxione cuiuslibet questionis lii lib. bon. olim
mutuatarum dicto mag. Marcholino pro exercendo artem et merchantiam
texilem per fr. Guidonem olim sindicum dictarum sororum; devenerunt
ad talem transationem et concordiam quod dictus mag. Marcholinus de
dicto debito lii lib. bon. solvet xl, videlicet xx lib. eras, reliquas xx
hinc ad festum S. Michaelis.
Actum Imole in predicto monasterio.
{AAbb., I, H, b. 4, n. II, c. 17).
1371, 10 februarii. * Convocatis sororibus monasterii S. Steffani
ordinis S. Clare de Imola de mandato sor. Madalene de Piloxis
abatisse, in qua congregatione interfuerunt dicta abatissa, sor. Malgarita de Calisterna, sor. Clara de la Botte, sor. Anna de Pa
tarenis, sor. Zanna de Cantagallo, sor. Antonia de Ormannis,
sor. Checha de Tebaldis et sor. Anna de Placentia, omnes suprascripte sorores una cum predicta abbatissa asserentes se infrascriptas
res vendere ex causa convertendi precium earum in constructions
et hedi ffi ca ti on e ecclesie nove earum quam de novo construi voluntet intendunt, et quod in dicto monasterio non sunt alique
res mobiles que vendi possint, vendiderunt et tradiderunt Tonio q. Duzzoli becario de Imola petiam unam terre prative octo torn, positam in
curte Trentule in fundo Viniole; item unam petiam terre prative quatuor
torn., septem pert., unius ped. et unius unc. in dicta curte et fundo, pro
precio quinque lib. bon. pro qualibet torn., quod capit in summa sexagintatres lib. et decern sol. bon.
Actum Imole in capella S. Iacobi,
in loco dicti monasterii ante finestram audientie dictarum sororum,
pp. fr. Gardolo de Ducia earum converso etc. (ACap., fasc. IX, n. 48).
1373, 7 octobris. * Catalina f. Iacobi q. ser Petri de Graciolis de
Imola... ellegit xepuUuram suam apud locum seii monasterium soro
rum S. Steffani ordinis S. Clare de Imola.... Reliquid laborerio
ecclesie nove fratrum Minorum de Imola x lib. bon.
Actum Imole in capella S. Iacobi, in monasterio suprascripto,
pp. fr. Matheo Iacobi de Saragozia de Bononia, fr. Petro q.
Rogerii de Arimino, fr. Pelegrino q. Laurencii de S. Iohanne
im Persigeto, fr. Francisco Nannis de Ducia, omnibus ord. fratrum
Minorum... fr. Gardolo q. Zucci de Ducia converso monasterii predicti,
testibus. {ANot., I. Caputeus, v. I, c. 95).
1379, 27 ianuarii. Tonius f. q. Mengolini de Tobaldinis de Casula
districtus Imole ante dedicationem per ipsum factam de se et bonis suis
monasterio sororum S. Stefani ord. S. Clare de Imola testainentum facere procuravit. In primis elegit sepulturam suam apud ecclesiam
fratrum Minorum de Imola. Reliquit lohanni eius fratri unam petiam
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terre cum uno alberglio super ea, positam in villa Casule. Si vero dictus Iohannes tempore mortis dicti testatoris non vivet, reli([uit earn
petiam terre monasterio et sororibus S. Stefaai ord. S. Clare de Imola.
Actum Imole, in capella S. Iacobi, ad gratam locutorii sororuin mouasterii predicti. (ANot., A Vulpe B., v. I, c. Blv).
/387, 22 iulii. D. Iohanna f. q. Andrioli de Ducia comitatus Imole
et uxor fr. Bertolacii f. q. Dolfi de Tarafogolis comitatus Bononie habitatris Imole reliquit mon. sororum S. Stefani de Imola unum duplerium
cere precii x sol. bon.
Actum Imole in capella S. lacobi in domibus
mon. sororum S. Stefani habitationis dicti fr. Bertolacii. (ANot., A Vulpe
B., v. I, c. 68).
1388, 29 maii. Convocatis in unum sororibus monasterii S. Ste
fani ord. S. Clare de Imola de mandato d. sor. Francische de Tebaldis de Imola abbatisse, ad gratam locutorii, in qua quidem congregatione interfuerunt dicta d. abbatissa, sor. La s i a de Ducia, sor. Anna
de Patarenis, sor. Ca te r i na de G r aci o 1 i s, sor. Iohanna de Bagnacavallo, sor. Anthonia de Tauxignano, sor. Caterina de
Bagnach avail o, sor. Caterina deChoderoncho, sor. Iacobade
Bag nac h a vallo, sor. Iohanna de Ronchofreddo, sor. Nastasia
de Ravenna et d. sor. Anthonia q. Cole Castelli de Benevento
nondum professa in dicto mon., que erant ultra quam due partes dicti
mon.; deliberatione prehabita vendendi de bonis ipsius d. sor. Anthonie nondum professe pro pecunia invenienda pro expensis fiendis per
ipsas sorores et conventus circa professionem ipsius d. sor. Anthonie
faciendam et pro tradenda dote per ipsam d. sororem Anthoniam promissa eidem monasterio et sororibus, vendiderunt ser Anthonio f. q. Palmerii de la Botte comitatus Imole unam domum positam Imole in capella
S. Christine, pro precio GXXX lib. bon. (ANot, A Vulpe B., v. IV, c. 116v.).
1388, 3 augusti. Convocatis sororibus conventus S. Stefani de
Imola ord. S. Clare ad gratam locutorii, in qua quidem congregatione
interfuerunt d. Francischa de Tobaldis abbatissa, sor. Lasia de
Ducia, sor. Anna de Patarenis de Imola, sor. Antonia de Bene
vento, sor. Caterina de Graciolis de Imola, sor. Iohanna de Bagnachavallo, sor. Caterina de Bagnachavallo, sor. Iacoba de
Bagnach avail o, sor. Catherina de Choderoncho, sor. Antho
nia de Tausiniano, sor. Nastasia de Ravenna, et sor. Iohanna
de Ronchofreddo, que fuerunt ultra quam due partes sororum dicti
mon., pro solvendis XXV lib. bon. in quibus predicte sorores fuerunt
condempnate per ven. virum d. fratem Ubertum de Novaria, abbatem mo
nasterii S. Marie in Regula de Imola, vicarium rev. d. Emanuelis de
Flisco episcopi Imolensis, pro uxuris extortis per sororem Agnesiam
f. q. Landi de S. Martino in Argine comitatus Bononie olim conversam
dictarum sororum, tempore vite sue, et que infrascripta res fuit de bonis
ipsius q. sor. Agnesie, vendiderunt Bitino f. q. Nigri de la Braita unam
petiam terre aratorie n torn, positam in territ. Imole in fundo Casanove.
(ANot., A Vulpe B., v. IV, c. 149v).
1389, 5 ianuarii. Convocatis sororibus mon. S. Stefani ord. S. Clare
de Imola ad gratam locutorii, in qua congregatione interfuerunt d. sor.
Francischa de Tobaldis de Imola abbatissa, sor. Lasia de Ducia,
sor. Anna de Patarenis, sor. Anthonia de Monte Fuscholi, sor.
Caterina de Graciolis de Imola, sor. Anthonia de Tauxignano,
sor. Iohanna de Bagnachavallo, sor. Caterina de BagnachaArckivum Franciscanum Hialoricum. An. VII.
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vallo, sor. la coba de Bagnachavallo, sor. Catherin a de Coderoncho, sor. Helena de Tauxignano, sor. Stasia de Ravenna
et sor. Iohanna de Ronchofreddo, que fuerunt ultra quam due
partes sororum mon.; vendiderunt Tonio f. q. Duzoli Orlanducii de Imola
unam petiam terre aratorie torn, positam in villa Trentule districtus
Imole, pro precio x lib. bon. (ANot., A Vulpe ., v. V, 16).
1389, 16 ianuarii. Convocatis sororibus mon. S. Stefani ord. S. Clare
de Imola ad gratam locutorii, in qua congregatione interfuerunt sor. Francischa de Tobaldis abbatissa de Imola, sor. Lasia de Ducia, sor.
Anua de Patarenis de Imola, sor. Ca terina de Graciolis de
Imola, sor. Anthoniade Tauxignano, sor. Iohanna de Bagnacavallo, sor. lacoba de Bagnachavallo, sor. Catherina de Bagna
chavallo, sor. Helena de Tauxignano, sor. Stasia de Ravenna
et sor. Iohanna de Ronchofreddo, que fuerunt ultra quam due
partes dictarum sororum; coloquio inter eas habito super vendictionem
aliquarum ex possessionibus predicti monasterii pro invenienda pecunia
pro emendo frumento necessario ipsis sororibus et earum victui et familie ipsarum, vendiderunt Pirondo f. q. mag. Bitini de Fulono civi
Imole unam petiam terre vineate II torn., v pert, et iv ped., pro pretio
xxx lib. bon., ix sol. et iv den. bon. (ANot., A Vulpe ., v. V, 27).
1389, 9 febntarii. Convocatis sororibus mon. S. Stefani ord.
S. Clare de Imola ad gratam locutorii, in qua congregatione interfuerunt
d. sor. Francischa de Tobaldis de Imola abbatissa, sor. Anua de
Patarenis, sor. Lasia de Ducia, sor. Anthonia de Tauxignano,
sor. Iohanna de Bagnachavallo, sor. lacoba de Bagnachavallo.
sor. Caterina de Coderoncho, sor. Helena de Tauxignano,
sor. Stasia de Ravenna et sor. Iohanna de Ronchofreddo;
ipse srores de asensu, presencia et volntate rev. patris et domini d.
fr. Danielis de Placentia ord. Minorum, sacre thologie professoris
et ministri fratrum Minorum provintie Bononie ex una parte, et Bertolacius f. q. Dolfi de Tarafogolis comitatus Bononie habitator civitatis
Imole ex altera parte; fecerunt transactionem de obligatione per ipsum
Bartolacium factam de bonis suis dictis sororibus et monasterio, ocaxione
dedicationis, conversionis et professionis facte per ipsum Bertolacium,
in quodam instrumento scripto manu mei Berti notara in mccci.xxxi
die xiii mensis novembris, cuius obligationis vigore omnia ipsius Bertolacii bona erant sororibus predictis obligata post mortem eiusdem Bertolacii etc.
Actum in capella S. Iacobi in ecclesia dictarum sororum,
ad gratam locutorii earum, pp. fr. Dio de Bononia, fr. Bartolomeo de la Pugliola de Bononia, ambobus ord. Minorum. {ANot..
A Vulpe ., v. V, . 49v.).
1390, 2 aprix. Convocatis sororibus mon. S. Stefani ord. S. Clare
de Imola ad gratam locutorii, de mandato d. sor. Francische de Tebal di s de Imola abbatisse, in qua congregatione interfuerunt dicta ab
batissa, sor. Lasia de Ducia, sor. Anna de Patarenis de Imola,
sor. Antonia de Benevento, sor. Catherina de Graciolis de
Imola, sor. Anthonia de Tauxignano, sor. Iohanna de Bagna
chavallo, sor. lacoba de Bagnachavallo, sor. Catherina de Ba
gnachavallo, sor. Anastasia de Ravenna, sor. Iohanna de Ron
chofreddo et sor. Helena de Tauxignano; pro emendo frumento
necessario pro ipsis sororibus alendis et nutriendis, vendiderunt d. Ghi
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fnit se lib. xxnn bon. habuisse a dk'to d. Filippo de bonis Imigle, nunc
sor. Ymigle ordinis S. Stephani de Iraola f. q. Dominici de Vigoncano.
ex debito lib. xxxim bon. ad quod dictus Filipus conventui predicto sive
dicte sorori Imigle tenetur, et de quibus lib. xxxim bon. dicitur fuisse
et esse ligatuni inter dictum monasterium ex una parte et idem Filipuui
ex altera.
Actum in ecclesia dictarum sororum etc. (ANot., A Monte
A., v. II, c. 210v).
1410, 13 aprUis. Cum lix et differentia foret inter sor. S. Ste
phani sive ser Iohannem de Bonagratis earum sindicum ex una parte
et Filipum q. Cannis de Cluxuria ex altera, in qua lite dicte sorores
et sindicus petebant a dicto Filipo lib. xxun bon. ex causa bonoruui
sor. Imigle receptorum per dictum Filipum, et ex adverso dictus Fi
lipus negabat eidem sive eisdem teneri et petebat a dicta sor. Imigla
et capitulo lib. lx bon. ex causa cibi, potus ac vestiti eidem preatiti
pro tempore trium annorum; idcirco convocato capitulo dictarum so
rorum de mandato d. sor. Francisce de Tobaldis abatisse dicti
monasterii. in qua quidem congregatione interfuerunt **. {ANot., A Monte
A., v. II, c. 211).
1411, 12 octobris. Cfr. AFH VI, 294.
1412, 7 htlii. B. Bartola f. q. Lanfredini vel Vini de Scalvagatte
districtus Imole uxor olim Rainucii de Primartinis de Imola reliquit
Leoncine unam petiam terre v torn, positam in territ. Imole in fundo
Felegarii iuxta iura monasterii sororum S. Stephani etc. (ANot., A Mont*
A., v. Ill, c. 68v).
1422, 19 aprilLi. Convocato capitulo dominarum sororum S. Ste
phani de Imola de mandato d. sor. Iohanne abatisse dicti monasterii
in ecclesia dictarum sororum, in qua congregatione interfuerunt ipsa
d. sor. I oh anna, sor. Catalina de Gratiolis, sor. Antonia de
Tauxignano. sor. lohanna de Aretio, sor. Iohanna de Roncofredo, sor. Catalina de Bag nacav alio, sor. Catalina de Coderonco, sor. Margarita Iohannis Fornarii, sor. Bernardina
Batista Fatioli, sor. Cilia de Solarolo, sor. Lutia de Loxeto,
sor. Ymiglia de G u a s t a t or i b u s, que sunt ultra quam due partes
dominarum dicti eonventus proi'essarum ; dederunt, pro parte promiserunt et pro parte vendiderunt d. Cataline q. Camboni de Bononia uxori
Petri q. Dominici de Galisterna habitanti Imole unam petiam terre vineate duarum tornaturiarum cum dimidio positam in territ. Imole in
fundo Brayte Frigide, et hoc pro una petia terre arenatii et caneti
quantacumque est, posita in fundo Benusoli, pro pretio lib. vi bon.
{ANot., A Monte A., v. V. c. 335).
1420, IS augusti. Convocatis sororibus S. Stefani de Imola ante
gradam ferream, ubi similes congregationes fieri solent, de mandato
sor. Iohanne de Bagnacavallo abbatisse, in qua congregatione in
terfuerunt infrascriptu sorores professe: d. sor. Iohanna predicta,
sor. Bernardina q. Batiste Facioli de Imola, sor. Catelina de
Graciolis, sor. Antonia de Tauxignano, sor. Catherina de
Coderoncho, sor. Iohanna da Ronch o f r e d o, sor. Lucia de Tonarello, sor. Iohanna de Arecio, sor. Margarita de Imola,
sor. Cilia de Solarolo et sor. Isabetha de Solarolo, cum plures
non sint in dicto monasterio sorores professe, vendiderunt Paxino et
Iacobo fratribus et ff. q. Mengoli de Puzolo unam petiam terre vineate
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pro centenario lib. solvere teneantur, que lucra, carentibus ipsis sorori
bus introytibus, ad solvendum singulo anno valde gravantur adeo quod
solvere nequeunt nixi accipiant sub uxuris propter ipsarum maximam
paupertatem etc., reperta quadam pecia terre laboratorie quatuor torn,
posita in burgo porte Alonis iuxta stratam Regalen) et iura dicti monasterii, que mximas requirit expensas tum in fossata faciendo tum in
ipsam, que sterilis et inculta pro magna parte est, cultivando etc. ; idcircho ipse omnes srores congregate ante gradam feream, in qua congregatione interfuerunt ven. d. d. sor. Iobanna de Bagnacavallo
abatissa, sor. Caterina de Gracious, sor. Antonia de Tauxignano, sor. Antonia de Ronco fr ed o, sor. Margarita Iohannis Pornarii, sor. Caterina de Code roncho, sor. Cilia Pauli
de Solarolo, sor. Gnexia de Framexinis, sor. Lucia Genannis de Agello, sor. Iohanna de Brasighella, sor. Caterina
Christofori Mareschalchi et sor. Clara de Solarolo, omnes in
dicto conventu professe, dederunt dicto lohanni recipienti n gaudimeutum loco dictorum "lucrorum eolvendorum per dictum Iohaiinem
pro dictis lib. Lxxxx bon. pro cautione ipsius Iobannis dictam petiam terre tenendam per ipsum Iohannem doee dicte srores dictam
quantitatem pecunia lib. nonaginta bon. solverint etc.. [ANot., A Monte
L., v. IV, 236).
1435, 1 februarii. Congregatis sororibus monasterii S. Stephnni
de Imola ordinis S. Clare ante gradam feream de mandato ven. d.
sor. Iohanne de Bagnacavallo abatisse, in qua congregation"
interfuerunt ipsa d. abatissa, sor. Caterina de Graciolis, sor. An
tonia de Tauxignano, sor. Caterina de Coderoncho, sor.
Iolianna de Ronchofredo, sor. Margarita Iohannis Fornarii,
sor. Bernardina Batiste Facioli, sor. Cilia Pauli Tartagni, sor.
I s abe tb a Francischini Bartolo t ti, sor. Caterina Christofori Ma
reschalchi, sor. Lucia Iobannis de Agello, sor. A gnexia de Fra
mexinis, sor. Clara Fjlippi de Solarolo et sor. Iohanna Bartolomei do Brasighella, cum plu res in dicto monasterio srores professe
non existant; cupientes discordias evitare, ad talem perveuerunt concordiam cum Bartolomeo Guasparris Duzoli, ex eo quod cum d. luliana
de Guastatoribus de Imola suum ultimum condiderit testamentum in
quo reliquit dicto Bartolomeo unam petiam terre vineate XII pert, positnm in territ. Imole in fundo Chiaveghe, quam vineam dicte srores
asseruerunt ad ipsas pertinere pro dote constitutam per dictam d. Zulianam pro quadam sor. Imigla olim eius nepote nunc defuncta:
dictusque Bartolomeus asserit hoc esse non posse, maxime cum, mortua
dieta sor. Imigla, dictam vineam d. luliana possdent toto tempore
vite sue et ut siiara reliquisse eidem Bartolomeo. Cumque dictus Bar
tolomeus velit dictam vineam vender, dicte srores promixerunt dicto
Bartolomeo dictam venditionem non molestare et solum petere a dicto
Bartotomeo pretium quod pereeperit ex ea. Et e converso dictus Bar
tolomeus promixit dictis sororibus quandoeunque reperuerint aliquod
titulum iuxtum ex dicta vinea, pretium quo dicta vinea vendetur
sine aliqua detractione consignabit dictis dominabus.
Actum in
monasterio predicto ante dictam gradam etc. (ANot., A Monte L..
v. IV, 267).
1435, 14 novembris. Convocatis sororibus S. Stefani de Imola
ante gradam feream de mandato ven. d. sor. Iohanne de Bagna
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de Iraola unam petiam terre vigre quatuor torn, positam in territ. Imole
in fundo de Roncaglis, pro precio lib. trinm bon. (ANot., A Monte L.,
v. VI c. 70).
1438, 15 octobris. Mag. Nannes q. Cecholi de Piro de luiola pro
curators nomine sororum S. Stefani de Imola locavit ad laborandum
ad medietatem fructuum percipiendorum Tonio q. Guidonis Rigucini de
Imola unam petiam terre laboratorie viginti torn, positam in territ. Imole
in fundo de Fontanellis pro tempore unius anoalis et pluri tempore
donee processerit de partium voluntate. (ANot., A Monte L., v. XI c. 127).
1488, 10 decembris. Convocato capitulo sororum S. Clare et
Stephani de Imola de mandato ven. d. d. Bernardine q. Batiste
Fatioli abbatisse dicti monasterii, in qua congregatione interfuernnt ipsa d. abbatissa, sor. Iohanna de Bagnacavallo, sor. Antonia de Tauxignano, sor. Catarina de Coderonco, sor. Mar
garita Iobannis Fornarii de Imola, sor. Cillia Pauli de Sola
rolo, sor. Ysabetta de Solarolo, sor. Lutia Genannis de Agello,
sor. Blanca Batiste de Solarolo, sor. Agnexia de Framesinis
de Imola, sor. Clara de Saviolis de Solarolo, sor. Catarina Christofori Marischalchi et sor. Lutia de Aretio, cum plures in
dicto conventu sorores non existant, locaverunt ad affictum Aymerico
de Bassis de Bubano habitanti Imole unam petiam terre aratorie olim
caxamentate duarum torn, positam in burgo Alonis civitatis Imole iuxta
stratam Regalem, foveam dicti burgi a duobus lateribus et lohannem de
Zubittis de Imola; et hoc quia dictus conductor promixit dictis sororibus super ipsa petia terre hedificare unam domum et solvere in singulis
annis in festo S. Cassiani lib. tres. et sol. quindecim bon.
Actum
in ecclesia dictarum sororum, pp. fr. Andrea q. Dominici Ghelli etc.
tt. (ANot, A Monte A., v. XI, c. 207).
1439, 15 martii. Bertus q. Tonii Machiselli de Imola procura
tor d. sor. Iohanne de Bagnacavallo ordinis S. Clare fecit Cecho
q. Rencii de Zulinzaga districtus Imole absolutionem de ulterius non
petendo a debito lib. decern bon. habitarum per dictum Cechum ex causa
mutui a dicta domina in subsidium laborandi aliquas specias terrarum
dicte domine. (ANot., A Monte L., v. VI, c. 190v).
1439, 14 augusti. De mandato dicti Georgii ex una parte, et so
rorum S. Stefani capitulariter congregatarum ante gradam ferream, ubi
similes congregationes fieri solent, quarum sororum nomina sunt hec,
videlicet: sor. Blanche Batiste de Solarolo abatissa, sor. Clara de
Solarolo, sor. Andrea de Casalichio Comitatum, sor. Lucia
de Imola, sor. Samartina (?) de Faventia, sor. Caterina de
Imola, sor. Benvenuta de Bononia, sor. Cilia de Imola, sor.
Madalena de Imola, sor. Francischa de Faventia, sor. Bartolomea de S. Iohanne in Persiceto et sor. Antonia de Imola ex
altera parte, cassavi presens instrumentum (1). Et ideo fecerunt dicte
sorores, quia in se receperunt dictum terrenum, ut supra locatum, pro
hedificando super eo unam domum ubi sui laboratores habitare possint
cum bobus et familia etc. (A Monte A., v. XI, c. 207).
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de Imola,
Clare seu
Imola pe
pro precio
1443, 4 dicembris. Mengus q. Medei de Castronovo civis comitatus Imole confessus fuit et contentus sibi abuisse et rcpiss ex causa
mu tui et de puro amore et gratia epetiali a ven. domina d. sor. Ber
nardina abhatissa monasterii S. Stephani et S. Clare de Imola lib. xv
bon. monete de pecunia dicti monasterii, promittens dictus debitor sol
vere et restituere eidem d. abbatlsse aut dicto monasterio dictam quantitatem pecunie usque ad sex menses proxime futuros.
Actum in civitate Imole in capella S. Iacobi in domo dicti monasterii, pp. fratre
Andrea q. Dominici Ghelli etc. (ANot., A Monte A., v. XIII, 460).
1443, 4 decembris. Cum srores monasterii S. Clare et S. Ste
phani de Imola pi ura et multa debita contraxerint pro reparatione
domo rum ipsius monasterii et non habent pecuniam pro predictis solvendis, habita et obtenta licentia, ut asseruerunt, a rev. patre Mini
stro fratrum Minorum de vendendo do bonis dicti monasterii et con
siderantes infrascriptam petiam terre multis oneribus fore subiectam
propter multas et vanas impositiones coletarum que a comuni Castri
Bolognesii sepe imponuntur, deliberaverunt intra se ad infrascriptam
venditionem providere. Ea propter convocato capitulo dictarum dominarum sororum de mandato honorabilis domine sor. Bernardine
q. Batiste de Imola abbatisse dicti monasterii, interfuerunt dicta
d. abbatissa, sor. Iohanna de Bagnacavallo sor. Antonia de
Tauxiniano, sor. Margarita Iohannis Fornarii, sor. Ysabetta
de Solarolo, sor. Catalina Christofori Marischalch i, sor. Agne
xia de Framesinis, sor. Lucia de A gell o, sor. Blanche de
Solarolo, sor. Clara de Solarolo, sor. Francisca de Castro
S. Petri, cum plures in dicto monasterio srores professe, ut asse
ruerunt, non existant, vendiderunt Mengo q. Medei de Castronovo
iinaiii petiam terre aratorie vu torn, et vu pert., positam in curte
Castrinovi in fundo Koncaglis. pro precio lib. XLiv bon.
Actum in
i'ivitate Imole in capella S. Iacobi in domibus dicti monasterii, pp. fratre
Andrea q. Ghelli de Imola etc. (ANot., A Monte A., v. XIII, 459).
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P. Seraphinus Gaddoni, 0. F. M.
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LA FONDATION
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per orbem propageai, foecundiores, Deo propitio, studio pine, vitae afferre
animarum profectus ralentit et solidem. Sane pro parte Venerabilis Fratris nostri Ioannis de Hrnen (1), Episcopi Leodiensis, et dectorum filio
rum Henrici de Oprebais (2), AbbatLs monasterii de Beaurepare (3), ordinis
praemontratensis, Leodiensis, ac Ioannis Bilitonis (4), Canonici ecclesiae
S. Lamberti, Leodiensis Dioecesis, nuper exhibita petitio continebat, quod
licet revolutis iam annis sex, vel circa, praefatus Epi.scopus de mandato
tunc Apostolicae Sedis Legati de Latere (6) in partions Hit's, habentis ad
hoc, ut asserebat, ab eadem sede specialem per illius lifteras facidtatem,
structuras et aedificia Prioratus bonorum puerorum ordinis S. Augu
stini, infra limites Parochiae Parochialis Ecclesiae S. Servatii ; de expresso
consensu dectorum filiorum illius tunc Priori et conventus, perpetuis
usibus dectorum filiorum Vicarii. Provincialis , et Fratrum
Provinciae Franciae, Ordinis Fratrum Minorum de Obser
vantia nuneupatorum, secundum morem eiusdem Ordinis Fratrum
Minorum, appUcandas, eisdem Priori et conventui, aedificandi Prioratum
ipsis in loco Ierusalem nuneupato extra et prope muros Leodienses, ac
Vicario et Fratribus structuras et aedificia huiusmodi reformandi, et
inibi unam domum pro eorum perpetuo usu et habitatione contruendi
licentiain concdent : Nihominus Prior et conventus praefati in dicto
loco Ierusalem, aedifieaverunt, Prioratum praefatis Vi
cario et Fratribus Ordinis Minorum dimiserunt, contestanturque Prior
et conventus dicti Prioratus in eorum slito PHoratu praedicto remanen;
et Vicarius et Fratres de Observantia, ac Ioannes praedicti novam do
mum pro eorumdem Vicarii et Fratrum dicti Ordinis Minorum jierpetuo usu et habitatione in dicto loco Ierusalem constru et aedificari
facer, si eis super hoc per Sedem Apostolicam licentia concedatur ; quarc
pro parte Episcopi, Abbaus et Ioannis praedictorum asserentium dictum
locum in tenimento dicti monasterii consistere, et se incolas Leodienses ad dictos Fratres propter fruetus uberes salutis animarum, quos consequntur(6) ncolae locorum, in quibus Fratres ipsi domos eorwn habent tx
illorum exemplari vita, assulua et devota divinorum celebratione, audientia
confessionum et praedicationibiis verbi Dei, exhortationibusque et rontinuis persuasion ibas ad bene, operandi!!, specialem gei-ere devotionis af
fectum, nobis fuit humiliter supplicatum, ut pro spirituali consolaiione
et salute animarum suarum ac incolarum praedictorum, dictis Vicario et
Fratribus locum praedictum Ierusalem eis plurimum commoduin,
si eis, ad quos pertinet, concedatur reeipiendi, et in eo unam domum
cum ecclesia, campanili huinili, campana, coemeterio, refectorio, claustro,
hortis, hortalitiis et aliis necessariis officiais pro eorum ].terpetim usu et
habitatione constru et aedificari faciendi, et perpetuo inhabitandi liren
tiam conceder, aliasque in praemissis opportune providere de benignitat
apostlica dignaremur.
Nos igitur, qui ad ea, per quae animarum salus procuretur, et Hellgionis Status, divinusqw cidtus suseipiant increme.ntum, libenter intndimus, huiusmodi supplicat ionibus inclinati, discretion!' vestrae per ai>ostolica scripta mandamus, quateniis vos, vel duo, aut unus vestrum si est
ta. Vicario et Fratribus dicti Ordinis Minorum de Observantia locum
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STATUTA PROVINCIALIA
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cum Provinciali Matthia Weynsen aliquas ordinationes circa paupertatem et Discretes conventuum edidit (1). In Capitulo Buschoducensi 17 april. 1524 Provincialis electus est Fr. Henricus de
Embrica (Emerica), qui narratur (2) 13 augusti 1524 epistola sua
Definitiones Capituli Burgensis Fratribus suis notas reddidisse
et insuper prohibuisse, ne Fratres Confessores in Tertiariarum monasteriis habitarent, duobus illis exceptis, quae revera in Statutis infra
vulgatis eximuntur (3), necnon et quosdam benefactores Fratrum suffragiis commendasse (4).
Quae hucusque, introductionis causa praelibavimus, sat ostendunt
quonam in connexu chronologico et iuridico Statutorum Generalium et Provincialium (quantum de his scriri hucusque potuit)
Statuta Provincialia Coloniae annis 1474 atque 1524 emanaverint.
Quin ad singula hie descendamus, quorum tenor legenti patebit,
animum advertimus solummodo ad ea ex Statutis anni 1524, quae ob
temporum adiuncta contra haeresim lutheranam statuuntur c. IV,
20, 21. Iuxta morem Statutorum Barchinonensium etiam Provincia
Coloniae novam suam Statutorum collectionem Abbreviationem Sta
tutorum Provincialium nominat (cf. Titul., Prolog., c. VI, 11).
Aliquando ad Statuta Glia in eis appellatur expresse; semel ad Statutum determinati Capituli Glis (VI, 4) ; semelque ad scripta nostra
(II, 6) (5), etc. Expresse vero, tanquam novis his Statutis non abolenda, eximuntur quae diutius practicata, longaevitateque sua in
usuni et consuetudinem transierunt . (Prolog, p. 720). Quoad spiritum regularis Observantiae, quem haec Statuta ubique manifestant,
ipsa certe laudanda omnino veniunt (6).
Ad Statute apte, quoad fieri licuit, illustranda concordantiam Ordinationum Amstelodamensium anni 1474 et Statutorum provincialium
Coloniae 1524 adhibitis in illis Ordinationibus typis obliquis manifestavimus (7). Quae concordantia in re magna est, in verbis vero parum apparet. Deinde ad varia Statuta turn Generalia turn Provincialia
in adnotationibus appellavimus, de quibns supra passim diximus ; praeprimis vero ad Statuta Barchinonensia (1451) et Burgensia (1523).
Interdum quoque etiam antiquiora Ordinis et Provinciarum ali(1) Haeo (more suo) paucis commemorat P. Patr. Sehlager, 1. c. 26-7,
iuxta MS. in bibliotheca municipali Diisseldorpii : Annates almae Proiinciae
Coloniae O. F. M. reg. Obser.... tuque ad an. 1658, 169-72 (quos collegit P. Iaoobus Polius et continuavit P. Ad. Biirvenich).
(2) Sehlager, 1. c. 28 e MS. P. Ad. Burveuich, Annates Min. Prov... Co
loniae, supra cit.
(8) Cf. infra, V, 24 (p. 732i. Hoc orgo in dicta epistola denuo inculcavit.
(4) De his eoontra nihil particulars in nostris Statutis : nisi dicere velimus
ibi agi de cap. IX Statutorum (p. 787).
(")) Rarius ergo quam in Statutis Saxoniae ; cf. APH HI, 101.
(6) De studiis vero etc., contra sfiem, quam de his Statutis (tunc ignotis)
oonceperat P. Caiet. Schmitz (O. P. M.), Der Observant Jolt. Heller von Korbach, Milnster 1913, 81, pauca valde habent nostra Statuta; (aliqua vero
Barch. IV (94)). De hoc op. cf. AFH VII, 365.
(7) Cf. p. 717, not. 4.
715
quarum Statuta citaviinus (1), unde pateat quomodo saeculorum illomm (XIII-XVI) res quaedam nostrates cohaeserint.
3. Henricus de Berca (Rheinberg) quater Vicarius provincialis
Observantium Coloniae fuit, soil. 1447-70, 1473-76, 1482-85, demum
1488-1490. Die 3 oct. 1490 Goudae obiit (2). Avisamenta seu Ordinationes a Fr. Henrico promulgatae in capitulo Amstelodami 28 aug.
1474 celebrate, infra primum eduntur iuxta codicem 2456 B i b 1 i othecae Ducalis et aulicae Darmstadii.
Est codex partim chartaceus, partim pergamenaceus, ff. 117, in-8,
a variis amanuensibus saeculis XV et XVI conscriptus. Praeter bullas
Exiit et Exivi (de quibus cf. p. 716) in codice insunt:
1) (Ordo caeremoniarum chori). Incip. Ad omnes horas canonicas
prima pulsetur ; expl. ad loca sua ordinate revertantur. De editionibus
huius Caeremonialis cf. p. 716.
2) Ordo agendorum et dicendorum in missa. Inc. Indutus planeta
sacerdos; expl. et complet sicut predictum est. Explicit ordo agendorum
in missa. De editionibus cf. item p. 716.
3. F. 20r-v: Ordinationes... etc. Avisamenta Fr. Henrici de Bercka...
Id est Statuta Provinciae Coloniae anni 1474, edita infra, p. 717-9.
4. F. 35r-42v: Abbreviatio statutorum provinciaUum prOvincie Colonie,
anni 1524, infra edita, p. 720 sqq.
5) F. 45r-51v: (Expositio regule O. F. M. a quatuor magistris 'edita).
Edita est haec expositio ap. Monumenta ordinis Minorum, 1506, p. Ill,
f. 18r-22v; ed. ibid. 1511, tract. II. f. 19v-24r; Spectdum Min., 1509, p. VI,
f. 69v-78v; Firmam.1 1512, p. IV, f. XVIIvb-XXIra; Firm:' p. Ill,
f. 15va-19ra.
6) F. 52r-53v: Epittola sonde memorie Cardinalis domini Bonaventure, quondam generalis ministri ordinis Minorum ad ministros provin
ciates et custodes. Inc. In Christo sibi charisshnix ministris... Licet
insufficientiam mearri ; expl. evidenter ex omnibus supradictis. Datum Parisius anno domini MCCLVII in die S. Georgii martins. Hanc litteram
legi in singulis conventibus vestre provincie facialis. Edita est epistola
v. gr. ap. S. Bonavent., Opera, VIII (1898) 468-9. Ibidem, p. LXXIV-V
codex iste citatur.
7) F. 54r-73r: (Declaratio Domini Bonaventure super regulam fratrum Minorum). Incip. Quicunque hanc regulam... Hanc plane puto
regulam ; expl. ut octavo gratie et glorie commendetur. Edita est v. gr.
1. c. VIII, 391-437. Ibidem, p. LXXII, MS. istud commemoratur.
8) F. 73r-76v: (Diversornm auctorum excerpta circa paupertatem).
9) F. 77r-95v: Bullae Exiit et Exivi, sed in linguam germanicam
versae; descriptae anno 1503, cf. p. 716. Cf. AFH I, 113.
10) F. 96r-112r: Statuta generaUa totins ordinis fratrum minorum
Burgensia /52.?. Exemplata ista Statuta sunt anno 1525. Cf. p. 717, 711.
Foil. 112-17 vacant.
Codex iste Darmstadianus 2456, cuius tenor maximam partem
cum MS. Bruxellensi 3937 convenit, compilatus fuit ab amanuensi
(1) V. gr. Slat. Prov. Franciae (saec. XIII), ed. A. G. Little, AFH VII,
449-53: Stat. Prov. Franciae (an. 1337), quas ipsi edidimus, supra, 484-501;
Stat. Prov. AqiiUaniae (saec. XIII), item supra, 470-81.
(2) Cf. Schlager, Beitrage, 155-8.
716
minus perito, et e couventu Fratrum Minorum Observantium Coloniae, ad Olivas dicto (1), provenit, qui Conventus saeculo XVIXVIII insigni bibliotheca (2) instructus fuerat. Anno autem 1805 una
cum pluribus MSS. bibliothecae Darmstadianae ex hereditate (docti)
bibliophili Baron is (de) Hpsch(3) obtigit (4).
4. In textu Statutorum Provinciae Coloniae anni 1524 recensendo pro basi adhibuimus Bibliothecae Regiae Bruxellensis
MS.1"1' 4439-42 (3937) (5). (= B), addita collatione codicis Darmstadiani 2456 (= D).
Est MS. pergamenaceum, 86 ff. ; 18X13 ctm., scriptum an. 1523-1524.
Fol. 45r legitur: Finit 1523" in decembri F. A. F. 71v: F. An. L.
anno 1624" in decembri. F. lr: Conventus Buscoducensis 1640; et:
Hall et Bibliothecae Haensis. Initiales rubeae et caeruleae sunt. Liga
tura ex asseribus ligneis corio contextis consistit, in quo Christus in
sepulchro figuratur, cum inscriptione: vos omtes, qui transitix
mam, attendue et videte, si est dolor similis sind dolor meus; (i. e.
Thren. 1, 12). Remanent partes clausurarum aenearum (6). Insunt in
cdice :
1) F. lr-16v: Declaratio D. Nicolai pape tercii super regulam fratrum
Minorum. Est bulla Exiit (15 aug. 1279); edita v. gr. ap. Sbaralea,
BF III, 404-17; Seraphicae lgislation^ textu.4 originales, Ad Cl. Aquas
1897, 181-227; Potthast, . 21628.
2) F. 17r-27r : Declaratio D. Clementis pape quinti super regulam
fratrum minorum. Est bulla Kxivi (6 maii 1312): ed. v. gr. ap. Eubel.
BF V, 80-6; Textus orig. 229-60.
3) F. 27v-36v: Ordinationes ceremoniarum divini officii edite in ca
pitulo generali. lncip. Ad omnes horas; expl. ad loca sua ordinate
revertantur. Editae sunt a P. Hier. Golubovich, AFH III, 64sqq.
4) F. 36v-41v: Quornodo se frater habeat in missa. lncip. Indutus planeta sacerdos, stet ante gradum altaris et iunctis manibus.
Expl. placeat tibi sancta trinitas. Explicit modus, quo se frater habeat
in missa. Edita v. gr. ap. Monitm. Ord. Min.,1 II, f. 286v-8v; Specul.
Min., Ill, f. 222v-4v; Firm.1 III, f. LVr-LVIv;
(1) Cf. Schlager, Reformationszeitalier, 122-5, 182-52, 300-8; idem . Annalen d. hist. Ver. f. d. Niederrhein, LXXXII, 51-91 ; AI. Meister, 1. c. LXXII,
112-22; H. H. Both, 1. o. XCIV, 1918, 108-30.
(2) De ea cf. Ad. Schmidt, Beitrge zu Geschichte der Bibliothek des Fran
ziskanerklosters zu den Oliven in Kln, ap. Zentralblatt fr Bibliothekswesen, XXII,
Leipzig 1905, 523-9.
(8) De quo cf. Ad. Schmidt, Baron Hllpsch und sein Kabinett. Ein Bei
lrag zur Geschichte der Hofbibliothek und des Museums zu Darmstadt, Darmstadt
1906, in-8, VIII, 295. Cuius libri eruditi tenorem habes quoque ap. Zeitschrift
ftlr Bcherfreunde, XI, 1907-08, 248-53. Cf. Both, 1. . 129.
(4) Dictus vero cl. v. Dr. Ad. Schmidt, bibliothecae aulicae Darmstadiane praefectus perdoctus, pro sua erga nos maxima humanitate oomitatoque,
non solum plura nos circa MS. 2456 docuit, sed et textum Statutorum Coloniae
anni 1624 accurate contulit; immo textum Ordinationum anni 1474 perbenigne
pro nobis propria manu exemplavit. Summas ergo ipsi heio gratias publicas
mrito dicimus.
(5) Cf. J. Van den Cxheyn, S. I., Catalogue des MSS. de la Bibliothque
Boyale de Belgique, VI, Bruxelles 1906, 205-6.
(6) L. . VI, 206 circa ligaturam sat curiosam remittitur lector ad
[J. Weale], Bookbindings and rubbings of Undings, p. 186-7, . 887-8.
717
5) F. 42r-5r: Officium investitionis fratrum. Incip. Persona recipienda coram guardiano genurlectat. Cf. v. gr. edit. Firm.,1 III, f. LVIvLVIIIv.
6) F. 45v-71v: Statuta generalia totius ordinis fratrum minoitim regularis observantie per ipsum capitulum generale in provintia et conventu
Burgensi regni Castee in festo Pentecosts anno domini MDXXIII celebratum ordinata. De eis, quae amanuensis recte Statutis Provin
cialibus praemisit, c,f. supra, 711.
7) F. 72r-85v: Statuta Provincialia Coloniae anni 1524, de quibus
cf. supra 714 et quae infra eduntur, 720sqq. F. 86 vacat.
Codex Bruxellenais 4439-42 (3937), a sat perito et scito amanuensi descriptus an. 1523 et 1524, notae bonae dicendus est, provenitque (1) e oonventu Buschoducensi 0. F. M. Obs. (2), in quo Sta
tuta nostra hic primum publicanda, an. 1524 condita fuerunt. In ge
nere codicie orthographiant secuti sumus, si excipias quasdam (paucas)
litteras capitales et v et j, quas modo ordinario adhibuimus.
1.
Ordinationes provinciales anni 1474.
Svquuntur ordinal- iones, declaraciones et avisa menta venerabais nostre
congregationis provincialLs per venerandum patrem fratrem Heynricum de Bercka, provincial/; in vicarium, hoc anno, videlicet incarnacionis dominice 1474 dominica post Baitholomei (3) in conventu
Amstelredamensi celebrate.
[Prologue].
1. Cum (4) humane nature sit illa condicio miserabis, ut nunquam in eodem statu permanent (5), homo sit quoque ex ipso corruptionis vicio in malum semper proclivior (6), et lex dicat, quod novis supervenientibus causis, novis utendum sit remediis vel succurrendum, mirari non debent fratres, nee patrum [tribuere] levitati, si pro qualitate 5
et necessitate temporis, prout reipublice utilitati et communi fratrum
ealuti congruens ei expediens iudicabatar, diversa statuta seu varias
constitutione, diversis temporibus et causis oceurrentibus, ediderint.
Verumtamen, ne fratres huiusmodi statutorum provincialium seu
institutionis multitudine aut diversitate graventur et involvantur, te- 10
nore presentium declaramus, quod fratres de cetero ad nulla statuta,
(1) Codicis plures partes pro nobis photographie depinxit am anno 1911
Bruxellis R. P. Andreas Callebaut, O. F. M., itemque tunc id quod
casu excidit, sed hic supplere volumus partes quasdam codicis Bruxellemis 12167-71; de quo of. AFH VII, 481 sq.
(2) De quo conventu, cf. Schlager, Beitraege, 24, 51, 68, 145-6; Befornuit.,
4, 9, 17, 27, 50, 95.
(8) Id est 28 augusti.
(4; Cf. Statuta prov. Colon. 1524, p. 720. Concordantia horum Statuto
rum cum Statutis provincialibus Cotoniae anni 1524 hie tt/pis obliqnis ob oculos
ponitur. Sed animadvertas nos in tali concordantia exprimenda ad vocabula
ipsa attendere, non iam ad casus vocum etc.
(5) Cf. lob. 14, 2.
(6) In reliquis 1 et 2 partibus nonnisi pauca verba cum Prologo cit.
consonant, quae ideo expresse non signamus.
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[Ordinationes].
2. In primis volumus, quod modus visitandi guardianos ante capitulum, receptus a generali capitulo, noviter quoque in practicam
ductus, observetur (1).
3. Item declaratur, quod statutum generate (2), volens iuvenes
25'" [annum] nondum attingentes, esse sub magistro, non minus intelligatur de laicis quam de clericis.
4. Item nuUus frater per gardianos mittatur extra terminos conventuum in propriis causis vel ad proprias instancias, sine maturo discretorum consilio, nec aliquem sine sufficienti et racionabili causa licenciare audeant, per vicarium provincialem, si tempore visitacionis
secus attemptatum inveniat, suo arbitrio debite puniendi (3).
5. Item fratres non mittant, nec recipiant epistolas, litteras, seu ce
dillas clausas vel apertas, aut aliud quodcunque scriptum a quibuscunque peraonis, nisi guardiani eorum prim legerint (4). Nec expediant quecunque negocia, nisi forma et modo antedictis (5).
6. Fratres quoque tarn prelati quam subditi fugiant diligenter, quan
tum poterint sine scandalo, colloquia secularium personarum, precipue
mulierum, signanter diebus festivis (6).
7. Et non prelati vel confessores secularium ad portam nunquam
vocentur sine presidentis licentia speciali (7) et expressa (8). Nec procurent aliquid sine consensu expresso, [et hoc] incontinenti represen
ted (9). Aliquando contrarium facientes, receptis seu procuratis spolientur, et nihilominus arbitrio gardianorum debite puniantur.
8. NuUus insuper fratrutn, etiam si guardiani fuerint, aliquid procurare presumat in terminis aliorum conventuum sine huiusmodi conventuum seu locorum gttardianorum aut presidentium consensu vel licencia speciali et expvessa (10).
9. Item nolumus, quod pro tunicis fratrum interioribus habeatur
karsay (11) aut alius pannus preciosus; nec recipiatur sericum, etiam
oblatum, pro ornamentis (12).
10. Comedentes quoque [vel] bibentes in oppidis, civitatibus aut villis,
in quibus, sive iuxta quas morantur fratres, ultra penam per statuta
generalia (13) contra tales taxatam, per suos immediatos superiores
aut per vicarium provincialem, si negligentes fuerint, secundum excessus quantitatem, sicut eis videbitur, corrigantur.
(1) Cf. fusius VII, 1. Sic quoque infra, ubi capitibus et paragraphis
(VII, 1) nil additur, de Stat, provincialibus anni 1524 agitur.
(2) Stat. Barchin. I (85).
(3) Sic ferme V, 1.
(4) Sic IV, 30; cf. V, 5,
(5) Cf. IV, 31; V, 21.
(6; Cf. VI, 1, 27 ; V, 14 sqq.
(7) D specialiter.
(8) Sio fere IV, 16.
(9) Intellige : guardiano (monstrent).
(10) Sic V, 3.
(11) Panni species nobis non note. Cf. Stat.
Barch. Ill, (88).
(12) Scilicet ecolesiarum.
(18) Soil, per Farinerianas anni 1354: BF VI, 643b; CliHLeg. I, 70a; Gubernatis, III, 56a. Est antiqua prohibitio; cf. Narb. Bon. 453b; 454b: Ehr.
98, 101-2; Assisiens. 1316, 283, 6; 286, 7. Cf. Stat. Franciae 1337, supra, 491-2.
Cf. V, 16.
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(1)
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(8)
(4)
(5)
(6)
(7)
(S)
(9)
Item VII, 5.
Cf. VII, 8; Vin, 1-2; Stat. Barch. VIH (109).
Sio II, 1; cf. IV, 8 sqq., 22 sqq.
Cf. IX, 1-5; Barch. IX (116-7;.
Cf. H, 2. Barch. II (87).
Sic ferme IV, 26 ; cf. ib. 28.
Sic IV, 4.
Haec severius in IV, 6 disponuntur.
Sic IV, 37.
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.
Statuta provinciana anno 1524 condita.
[fol. 72t]. Abbreviatio statutorum provintialium provintie Colonie, or
dinal frat rum Minorum regularis observant'ie in capitulo provintiaU
Busehoducensi eiusdem provintie, Anno domini millsime quingentsimo
vicsimo quarto dominica tercia post pasr.ha celbralo, provide facta.
[Prologue].
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1. Exiniius ille propheta lob, cui similis non erat in terra, cum
miserabilem humani generis naturam vera conscriptione depingeret, hoc
ei cum ceteris commune tribuit, quoniam nunquam in eodem statu permanet (1), sed ipsa conditionis sue vicio semper proi'livis tendit ad ima,
corruptionisque pravitate vergit in malum. Quapropter sacre religionis
nostre cetorarumque primarii fundatores, gubernatoresque precipui ipsarum in exordio pauca admodum propter sanctitatis eminentiam statuta
condiderunt. Sed procedente tempore, insolentia denique crescente, ad
peccatorum differentiae cohibendas et honestatis, pietatisque Studium
ampliandum addidere nonnulla, que tandem, accrescentibus in dies aliis,
invaluerunt, adeoque ingentem acervum effecerunt, ut verendum sit
eorum multiplicatione multis minus timoratis occasionem prestare ruine.
Que nos, minister, diftinitores, ceterique discreti capituli provintialis antedicti, maturo libramine pensitantes, statutorum provintialium multitudinem propter transgressionis, prevaricationisque periculum breviantes,
in banc novem capitulorum formulam com-[f. 72v]-modiorem constrinximus, conpegimusque, decernentes, (revocatis omnibus aliis), heo solum
in alma nostra colon iensi provint i a inviolabiliter observanda,
illis etiam in suo robore permansuris, que diutius practicata, longevitateque sua in usum et consuetudinem transierunt, licet presentibus non
sint inserta, cum consuetudinis, ususque longevi non sit vilis auctoritas.
Nee cuiquam novum videatur, seu reprehensibile iudicetur, si pro temporum varietate statuta varientur humana, presertim cum urgens nces
sitas vel evidens utilitas hoc exposcat. Quoniam et ipse Deus, ex hiis
que in veteri testamento statuerat, mutavit in novo, et novis sepe canonibus veteres abrogantur.
De novitiorum receptione. Primum capitulum.
1. Magistri novitiorum et iuvenum habent autoritatem absolvendi
sibi commissos in casibus ministro provintiali reservatis (2), in seculo
commissis.
Titnlus. 1. provintialium] provincialium ; D ubique m his casibus utitur
pro t. Anno domini] . D. = Prologus. 4. ipsa] ipse BD. proclivis]
proclivum D. 6. ceterarumque] ceterique D. 18. minister] ministri B.
14. pensitantes] pensantes D. 16. commodiorem] commodiora BD.
24. exposcat] exposeit D. 25. hiis] his D.
Capit. I. In hoc titulo, aliisr/ue D semper: Capitulum I, etc.
(1) lob. 14, 2. Cf. Ordinationes Capituli Amstelodamensis an. 1474 (Ord. AmsteL)
n. 1 et 2.
(2) Cf. Stat. Burg. o. VII (fol. 7r); Barch. o. VI (p. 98);
cf. Constit. Narbonenses et Assisienses, VI. Cf. Stat. Sax. I (p. 104-9).
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1. Ut abusus camere bospitum (1), quantum fuerit possibile, rescindatur, strictissimo dissuadetur, ne per fratres invitentur seculares
aut aliorum ordinum religiosi ad buiusmodi cameram, et invitantes
nullo modo sint aut permittautur esse cum illis. Neque dentur fratribus
hospitibus frater aut [f. T5r] fratres conventus postulati, ut sint cum
eis in cameris bospitum, ne prestetur comessationibus incrementum et
regulari discipline detrimentum.
2. Ilegulariter in cameris bospitum post refectionem debeant fratres
surgere a mensa et stando dicere gratias (21, nisi forte in aliquo particulari casu, propter secularium aliquorum presentiam boc non expediret
fieri; gratiisque dictis, singuli ad celias properare curent, nee ociosis
fabulationibus aut superfluis potationibus ulterius intendant.
3. Speculum discipline (S) legatur semel in anno in quolibet con
venu, tempore cene.
4. Infirmi omnes sint in communi infirmara aut reficiautur in re
fectorio cum fratribus in prima mensa; dormiantque in cellis vel in
firmara et non in cameris singularibus seorsum, nisi infirmitas per
gardianum et discretos aliis intollerabilis iudicaretur. Ne mittantur ad
balnea naturalia in partibus superioribus (4).
5. Valentes vero per conventum ant oppidum vel ad conventus
portam et alia loca aiubulare et secularium, maxime mulierum, confessiones audire, non permittantur in intirmaria refici, sed fratrum communitatem sequi cogantur aut in infirmaria permanere, donec sanitati
plenarie restituantur.
6. Fratres qui raro vel nunquam sunt in communitate, maxime in
choro, refectorio et dormitorio, aut ita infirmi, quod continue morantur
in infirmaria, du quorum convalescentia nulla aut mdica spes habetur,
non sint discret! in conventibus, nec habeant vocem, sed circa proprie
anime salutem principaliter occupati, se ad mortem disponere curent (5).
7. Fratres etiam valen-[f. 75v]-tes comedere et bibere, predicare,
confessiones audire, per oppidum ambulare ac recreationes ut ceteri
habere, qui tamen exemptiones et privilegia habent, ne matutinis aut
aliis communitatibus intersint, vel debitum in choro et alia que per
fratres communiter fieri soient, non faciunt, ad statirn huiusmodi privilegiis spolientur, et ad communitatis sequelam cogantur. Et si ulterius
importuni fuerint, pro huiusmodi exemptionibus continuandis, ab officiis ordinis absolvantur, et voce activa et passiva priventur, neque sint
discreti conventus.
Cap. IV. 2. strictissime] districtissime D. 5. aut] vel D. 6. et] in D.
21. ambulare et] et . D. 36-7. officiis] t marg. add. .
(1) Cf. Stat. Barch. IV (93;; Burg. IV (f. 5r). Statuta Iulii, VI, part. 14
hospitibus expresse cameram vel cellam clausam clave particulari concedunt. Infra, V, 22.
(2) Cf. supra, II, 6.
(3) Statutum Cap. Prov. Zutphaniae 1485; Schlager, Beilraege, 157. Olim
tribut um S. Bonaventuras; cf. eiusdem Opera, VIII, 1898, 583sqq. ; inter
dubia, cum verisimiliter sit Fr. Bernard i de Bessa.
(4) I. e. Germaniae Superioris. Videtur etiam statutum in Cap. Prov. Noviomagensi 1493: Schlager, 1. c. 158; est ex Ord. Amstel. 18. Cf. Stat. Sax. IV,
2 (283). Cf. Glassberger, 416, 451.
(5) Cf. Ord. Amstel. 18.
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8. Exempti vero et licentiati. ut ad Laudes regulariter exire possint (1), teneantur post primam sequentis diei per mediam horam recollectionem (2) in choro, ceteris exeuntibus, tenere. Similiter qui recollectionem post matutinas non servant, teneantur post completorium
sequentis diei usque ad septimam signatam in choro permanere. Et si
negligentes fuerint, pro qualibet vice comedant in terra.
9. De predicaturis vero aut primam missam habentibus, hec minime
intelliguntur.
10. Si pestis invaserit aliquem conventum, possunt fratres illius conventus de licentia guardiani confessorem sibi eligere ex fratribus conventus, qui auctoritate reverendi patris ministri provintialis eos poterit ab
solvere a casibus sibi reservatio (8). Idem etiam sit de confessoribus secularium et eorum sociis, qui extra conventum per obedientiam ad
peste infectos mittuntur.
11. Alus vero temporibus nullis nisi deputatis confessoribus confiteantur (4). Nee secure stare volentes, privilegiis et confessionalibus
ad oppositum utantur, cum declaratum sit [f. 76r] per sedem apostolicam
hoc nunquam fuisse de concedentium intentione (5).
12. Confessores secularium ad matutinas, nisi aliunde propter rationabilem causam guardiano insinuatam excusantur, venient, mansuri
usque ad finem, preterquam in quadragesima et adventu presertim,
quando populus ad confitendum turmatim confluit, et ipsis confessoribus necessarium videbitur iudicio bone conscientie; et per duos vel tres
dies ante precipuas solennitates, quando devote persone soient ad sacram communionem se preparare, si necesse fuerit.
13. Hiis quidem temporibus indulgetur eis facultas egrediendi chorum ad Laudes (fi); et similiter dictis temporibus in confessionibus actualiter occupati ad chorum venire minime tenebuntur, nisi esset in missa
precipue solennitatis pariter et diei dominice.
14. Aliis diebus semper ad missam et ad vesperas venire debent,
nisi remaneant ex rationabili causa, de speciali licentia guardiani aut
eius vicem supplentis. Ad alias autem horas, si actualiter in confessionibus audie'ndis occupantur, venire non oportet, dolo et fraude seclusis:
hoc est quod non assignent confessuris illam horam pro auditione confessionis, quando officium celebratur in choro.
15. Preterea ante primam et post completorium, sub prandio, cena
et collatione huiusmodi officio non intendant (7), nisi ex rationabili
causa et de licentia speciali. Ad recollectionem autem cum ceteris fratri
bus regulariter veniant, et cum eisdem usque ad finem perseverabunt.
47. aliquem] 01. B. 04. hiis] his D. 68. diebus] temporibus D.
ad] om. D. 71. occupantur] occupentur D. 72-3. confessionis] . D.
76. de] ont. D.
(1) Cf. num. 13 infra.
(2) Cf. supra, II. 1.
(3) Cf. Stat. Barch. VI fi); Burg. VII (f. 7r).
(4) Cf. Stat. Barch. IV (94): Burg. IV (f. 5r); haec in Burg, paululum differunt.
(5) Cf. Stat. lulii, VII, part. 1, 4-7 Cf. XXII-III). Agitur de usu gratiarum papalium, quibus quilibet sibi confessorem spmel eligere potuit; cf.
v. gr. Glassberger, 369, 107, 451, 454, 457sqq., 466. etc. De mente Papae, cf.
Dfinit. Cap. Glis Ultram. Burdegalensis 1520, ChHLeg. I, 237b, 250b. Cf.
quoque AP II, 430: Dfinit. Cap. Glis Obs. Ultrain. Montislucii 1467.
(6) Cf. supra num. 8.
(7) Ex Ord. Amstel. 7.
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16. Dicti'etiam confessores, sicut nee ceteri fratres, sine scitu guardianorum non vocentur ad portam, nee ibidem diutius stent aut sedeant (1).
17. Premissa autem ser-[f. 76v]-vanda intelliguntur in conventibus,
ubi vera et realis est ncessitas absentandi se a choro propter confluxum et multitudinem contentium, qua necessitate cessante, iudicio
patris guardiani etiam predicta cessare deber intelliguntur, ita quod
confessores cum ceteris semper chorum frequentare tenentur.
18. In lois vero et conventibus, ubi modicus est populi conuxus,
quilibet conventus in sua laudabili consuetudine permaneat, ita quod
guardianus secundum exigentiam casuum emergentium valeat debitis
mediis iuxta suam discretionem providere, quatenus confessuri in Domino
consolentur et etiam chorus tempore divinorum [officiorum] non evacuetur.
19. Cum secundum regulam nostram examinata et casta, debeant
esse predicatorum eloquia(2), caveant fratres novas et inslitas opinio
nes et doctrinas publice in populo predicare, sicuti sunt de triplici
Magdalena (3), de nico marito bate Anne (4), et similibus; sed iuxta
regulam et . Francisci exemplum (5) predicent vicia et virtutes, penam et gloriam cum brevitate sermonis (6).
20. Quoniam secundum regulam subiecti sumus pedibus snete ro
mane ecclesie, quatenus stabiles in fide catholica sanctum evangelium domini nostri Ihesu Christi, quod firmiter promisimus. observemus (7); ideirco totum capitulum perniciosissimis lutherane haeresis erroribus, quantum possibile est, obviare volens, ordinal, quod
guardiani super hoc negocio sollicitudinis oculis intendentes, si quem
lutherane heresis assertorem deprehenderint, cuiuscunque status, con
ditions vel officii fuerit, in domum discipline sine aliqua dila-|f. 77r]-tione
quantotius includere teneantur (8).
21. Si vero, quod absit, de aliquo guardiano dicte heresis suspicio
orta fuerit et concordi iudicio viceguardiani ac omnium discretorum
couventus culpabilis fuerit, similiter in domo discipline custodiatur. do
nee reverendus pater Minister, quid de huiusmodi agendum sit latins
decreverit.
22. Nullo modo predicetur publice, quod seculares non vocent sa
cerdotes notorios concubinarios ad exequias defunctorum, sed debito
modo et decenti procuretur tarn sacerdotum quam secularium conversio.
84. semper] . . 95. predicent] . D. 100. lutherane] lutheriane B:
aie etiam infra. 105. quantotius] . B.
(1) Antiquus Ordinis usus: cf. Narbon. VI, Bon. 455-, Ehr. 105; Assisienses 131G, AFH IV, 284, n. 3. Cf. AFH VII, 472, not. 12.
(2) Regula II, c. 9: Opmcuta, 71.
(3) Tunc Celebris controversia erat; cf. Hurte r. H., Nomenciator litt, theol.
cath., II, Oeniponte 1906, 1270, 1300sqq.; 1389, 1446, 1507.
(4) Similis controversia, de qua cf. 1. . II, 1212, 1304.
(5) Cf. Leg: maior, XII, lsqq.
(6) Regula II, . 9; Opmcula, 71.
(7) Reg. II, . 1; Opuscula, 63.
(8) Anno 1521 Capitulum Gle Carpense: 1) contra ilogmatizationem Lutheranani preces praescripsit; 2) ordinavit eidom resistendum esse usque ad
angiiinem >; CliHL I, 248-9. Capitulum Crie Burgense ipso anno 1523 Commissari<5S contra Lutheranam haeresim instituit Fr. Gabrielem Mariam et Ministrum Provinciae Argentinae, i. e. Fr. Casparem Sohatzgeier ; 1. c. I, 253:
AF II, 561sq. Cf. etiam Wadding, 1520, n. 26; 1523, n. 3 (XVI*, 104, 146).
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39. In absentia guardiani et viceguardiani senior discretus presideat, tarn in choro, refectorio, oapitulo quam De profundi.? (1).
40. Verum de emittendis fratribus ad oppidum vel extra viceguardianus se non introraittat, nisi ex causa legittima, que differri non potest. Et quando guardianus est extra oppidum, ubi conventus situatur,
similiter neo senior conventus discretus pro tempore presidens ; nisi in
utriusque, guardiani scilicet et viceguardiani absentia et ex causa le
gittima, quae differri non potest.
41. Quando vero guardianus abest communitati, intra tamen conventum existens, viceguardianus vel senior discretus presidens refecto
rio de nullo omnino se intromittat sine commissione speciali patris
guardiani.
42. In conventibus, ubi non sunt novitii vel iuvenes sufficientes ad
faciendum communia officia, guardiani cum consilio discretorum debent
ordinare, qui et quot de iunioribus sacerdotibus debeant facere huiusmodi officia, non obstante [f. 79r] quod sint predicatores, qui ad hoc
fuerint deputati.
43. Nullo modo de cetero fieri permittantur domuncule ante portas
conventuum clause, in quibus seculares mulieres extranee comedant.
Ubi vero habentur, ita quoad clausuram aptentur, ut semper pateat
liber aspectus ad intra, sicuti provintialis, visitationis tempore iudicaverit expedire. Sed fratres nullo modo cum mulieribus in eisdem ingredi,
bibere vel comedere permittantur (2).
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13. Nee vadant fratres ad monasteria sororum Tercii ordinis collegialiter viventium ac tria religionis vota emittentium, aliter quam permittitur nobis secundum regulam (1) et declarationes (2) accessus ad
monasteria monialium, quia ubi est eadem ratio, ibi est et idem ius.
Et cui non licet quod minus habet de periculo, utique non licebit quod
amplias periculosum est. Et licet aliquando monialium monasteria non
eint sub clausura de facto, quia tarnen de iure clausuram servare tenentur, eque fratres illorum ingressum vitare tenentur ac si clausu
ram servarent.
14. Quando fratres transferuntur de conventu ad conventum ad morandum, debent via recta incedere et nullo modo aliunde declinare, et
nisi osten-[f. 80v]-dant suas obedientias, guardiano ad cuius conventura
veniunt (3), signatas de die recessus sui de conventu in quo habitaverunt, in prima refectione comedant panem et aquam in terra coram
conventu ad quem transferuntur, sine dispensatione aliqua.
15. Fratribus etiam familiaribus extra terminum missis a guardianis dentur littere testimoniales loci et temporis, quatenus discurrendi
via apostatis precludatur (4).
16. Fratres (etiam si aliorum conventuum fuerint) qui bibunt, comedunt, pernoetant in locis, ubi vel circa que morantur fratres, extra casus
secundum statuta generalia lcitos (5), corrigantur per immediatos
prelatos locorum illorum, ita quod totiens panem et aquam in terra co
medant coram conventu, quotiens sie deliquerint. Et de hoc reverendus
pater minister visitationis tempore diligenter inquirat et fratres veritatem dicere teneantur.
17. Reverendus autem pater minister visitationis tempore cum
guardiano et discretis ordinet certas domos honestas, ad quae fratres
ex legittima causa tarde venientes et conventum intrare non valentes,
dclinent ad pernoetandum, et non ad alia loca suorum specialium, nisi
forte parentum vel valde propinquorum, ex causa legittima postmodum
guardiano intimanda.
IB. Fratres asserentes se extra nostrum provinciana ad officia predicationis vel confessionis fuisse promotos, suspendantur ab eisdem, nisi
legittime id scriptis ostendant, aut testibus ydoneis docuerint.
19. Confessor a confessionibus audiendis suspensus et non restitutus, aut frater in confessorem secularium promotue non [f. 81r] habens
executionem, nullo modo confessiones audire prsumt, cum absolvere
non possit. Et contrarium facientes per mensem ponantur in domo di
scipline.
20. Fratres qui non sunt secularium confessores (6) in ordine promoti legittime et ad confessionum audiendarum executionem admissi,
nullo modo extra ordinem nostrum confessiones audire prsumant,
67. recta] regia BD. 78. in terra] . : (/ locum D re, habet : totiens
coram conventu comedant panem et aquam in terra. 83. ordinet] ordinent BD. 92. secularium] . .
(1) Cap. XI (73).
(2) Cf. not. 7.
(3) Cf. Stat. Barch., V (95): Burg., V (f. 5v): quae tarnen inter se differunt.
(4) Cf. . .
(5) Stat. Burg. V (f. 5v-6r). Cf. Ord. Amstelil. 10.
(6) Iuxta Dfinit. Cap. Glis Burgensis in solis Capitulis Provincialibus
ad Confessiones audiendas proraoveri poterant Fratres; ChHLeg. I, 258b.
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extrema necessitate excepta, licet etiam ante nostre religionis ingres100 sum secularium confessores extiterint, sub pena domus discipline.
21. De matrimonialibus negociis proponendis, procurandis et pro
movendis per verba vel scripta fratres omnino abstineant et nullatenue
se intromittant (1). Si tarnen in foro conscientie consilium a confessoribus requiratur, consulant secundum Deum et conscientiam, dolo et
105 fraude seclusis. Aliter consilium requirentibus respondeatur non esse
de foro nostro. Et contrarium facientes graviter puniantur. Nee aliquo
modo propter hniusmodi negocia fratres ad quorumeunque instantiam
extra conventum mitti possint aut valeant, sine expressa ministri provintialis licentia.
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22. Predicatores de loco per obedientiam ubi morantur recessuri,
caveant in suo recessu valefacere populo in ambone directe vel indi
recte, nee licentiari debent recedentes ad duos vel tres dies, valedicere
amicis et discurrere per oppidum, aut comessationes in cameris hospitum cum secularibus facer (2), sed legitimo impedimento cessante,
115 ad statim obedientie snete preceptum adimplere cum devotione studeant. Contrafacientes denuncientur ministro [f. 81v] graviter puniendi.
23. Fratres ad instantiam suam provintiam sine rationabili causa,
iudicio ministri provintialis exeuntes (3), si illos redire contingat ad
provintiam, recipiantur ad ultimum locum fratrum sui gradue seu pro120 motionis, nec admittantur ad officia ordinis sine expressa volntate reverendi patrie ministri provintialis cum consilio discretorum, ut cursoribus et spiritum in pede habentibus via discurrendi precludatur.
24. De cetero fratres non cohabitent pro sacramentorum administratione sororibus Tercii ordinis beati Francisci, exceptis conventions
125 in Remergasse Colonie (4) et in Redelem prope Francfordiam(5). Sed ab alus locis(G) congruis mediis per reverendum patrem
ministrum suo tempore auferantur et revocentur, prius tarnen bona provisione de ydoneis saecularibus confessoribus facta sororibus.
De corrections delinquentium. Sextum capitulum.
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publice et notorie se opponunt (1), ipso facto sint privati voce activa
et passiva, nee releventur nisi per reverendum patrem ministrum. Et
semel comedent panem et aquam in terra et per annum, manebunt in
conventu.
3. Si aliquis frater minatus fuerit guardiano suo, [f. S2r] etiam in
secreto, et ex qualitate persone, conversationis aut verbis vel aliis
coniecturis poterit probabilis auspicio haberi, arceatur ad veritatem dicendam in domo discipline.
4. Fratres horribilia et execrabilia verba loquentes, similiter scurriles sermones more meretricum vel rutherorum (2) effundentes, nee
formidantes sie scandalizare et maculare seculares aut fratres innocen
tes, acrius puniantur et durius, quam habeat statutum Salamantinuin (3), quo cavetur tales pro prima vice in una integra refectione
deber comedere in terra panem et aquam ; pro secunda vero vice per diem
naturalem includi in domo discipline, quodque in hac penitentia nullus
Generali inferior dispensare possit.
5. Quicunque frater sine licentia aut scitu sui guardiani inventus
fuerit habere claves porte aut omeinarurn conventu aut alia instrumenta, quibus porta aut alie officine aperiri possint, pena proprietarii
puniatur (4).
6. Qui vero falsis et fictis litteris impetraverint et realiter habuerint stationes (5), pena carceris, sicut apostate (0) et falsarii (7), punian
tur. IS'ec aliquis provincial; ministro inferior dispensare in hac pena possit.
Si vero tantum illo modo impetraverint et ad executionem litterarum
nondum perventum fuerit, includantur in domo discipline usque ad
beneplacitum ministri.
7. Absolvere possunt guardiani in foro conseientie fratres hospites
ad eos declinantes in casibus reverendo patri ministro reservatis, sicuti
fratres suos, dolo et fraude seclusis, que nulli patrocinantur.
8. Fratres qui ter apostatave rint, perpetuis [f. 82v] debent carceribus detineri, aliquotiens confiteri, ter vel quater in anno communionem
Cap. VI. 21. vero] . . 25. aut alia] vel alia D. 26. porta] porte D.
alie] . D. 87. apostataverint] apostataverunt D.
(1) Cf. Def. Cap. Glis Burdegalensis 1520, ChHLeg. I, 238a; Stat. Burg.
VIII (f. 9r-vj.
(2) Sic et D. Agi videtur de multibus crudelibus, qui (tune) ruyther,
reither (= quits) vocabantur (gallice adhuc retires). Videtur Statutum Capituli Pi'ov. Siegenensis 1517; Schlager, Reformat., 18.
(8) Statutum Cap. Glis Obs. Ultram. Salmantioae habiti an. 1161; cf.
Glassberger, 888sq. Statutum habetur . Monumento Ordinis Minorum, Salmanticae 1511, tract. II, f. 259r: Item quiennque frater repertus fuerit publice
vel secrete furbator pacis fralerne et monipoliorum prosecutor, verbis contumeliosis
seit iniuriosis improperium quo vis modo fratri inferenda, dicendo: tu es spurius vel
innobilis, rusticus aut de genere paganorum vel Sarracenorum seu Judeorum, seu
alia verba equipollentia exprimendo, seu false criminando, pro prima vice coram
fratribus publice comedat panem et aquam, pro secunda retineatur in domo discipline per diem naturalem et pro terlia vice incarceretur. Et in hac penitentia nullus
vicario inferior j>ossit dispensare. Et quicunque alius super hoc presumpserit dispen
sare, ipso facto mo sit privatus officio . Idem ap. Firm.' I, f. 89ra; Gubernatis,
III, 116b.
(4) Cf. supra, IV, 28, 84.
(5) I. e. loca, ubi praedicarent.
(6) Stat. Barch. VI (10U) ; Burg. VII (f. 8r): seil, poena carceris.
(7) Item: 11. cc. 105; f. 8v. Cf. infra, num. 9.
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bus vero vocem habentibus auditis, fideliter rfrant predicti tres discreti conventui quod actum sit, continuationem scilicet vel supportationem. Conventus vero idem sub sigillo suo significet capitulo provrntiali.
2. Debeant etiam viceguardiani in scriptis dare guardianis (si p
tant) visitationem ipsorum, non solum defectuum ad capitulum scribendorum, sed etiam omnium recitatorum coram conventu, etiam si nichil
ad capitulum scribendum foret, ut sciant, in quibus se emendare debant (1). Littere tarnen visitationis guardiani ad capitulum dirigende
non si-[f. H8v]-gillentur, nisi prius coram conventu lecte fuerint et ap
probate (2). Cui sigillationi pater guardianus interesse poterit, si voluerit.
3. 8i vero guardianus a suo officio supportatus fuerit, assignet viceguardianus et deputet fratribus certam diem pro electione alterius,
in qua electione guardianus supportatus etiam vocem habeat. Verum
viceguardianus electionis tempore presideat; non tarnen fiat electio eodem die, quo supportatio facta fuerit, quatenus, frvida in Deum oratione premissa, ydoneum pastorem eligere sibi possint.
4. Reverendus pater minister, guardianus ac etiam fratrum communitas et conventus semper cera alba in litterarum alicuius importantie sigillatione uniformiter utantur, demptis litteris fraternitatum,
quas reverendus pater sub rbea cera ab antiquo dare consuevit.
5. Discreti conventuum instituantur per reverendum patrem ministi um provintialem, cum consilio guardiani et presidentas (8). In quolibet autem conventu sint ad minus quinqu; in magnis possunt esse
plures, ita tarnen quod semper sint in numero impari.
5. Quando autem duo vel plures sunt absentes, et occurrit casus
propter quem discretos conventus congregan oportet, accipiat guardia
nus consilium cum aliis senioribus conventus, quos aptos et ydoneos
iudicaverit, cum consilio discretorum presentium.
7. Si contingat reverendum patrem ministrum mori intra limites
nostre provintie, guardianus in cuius conventu vel terminis moritur,
erit commissarius provintie, convocabitque citius quo possibile fuerit, in
loco ad hoc apto et ydoneo omnes reverendos patres, qui aliquando
in officio [f. 84r] ministeriatus fuere, proxime precedentis capituli
diffinitores, necnon aliquos guardianos viciniores, cum quibus (singulis
studiose pensatis) determinabit tempus provintialis convocationis pro
alterius ministri electione facienda.
8. In qua diffinitores eligi non oportet, secundum generalia statu ta (4), aut tabulam diffinitionis conficere, sed tantummodo discreti
conventuum in singulis locis eligi debent, qui in huiusmodi electione
vocem activam habebunt, nisi provintiale capitulum potius celebrandum
fuerit, eorumdem commissarii et patrum iudicio.
9. sit] . D. 21. sibi] . B: 41. proxime] provincie D.
(1) De modo visitationis Saxoniae, of. 1. . VII, 6, 7, 8 (290). Idem modus
inde ab anno 146-1 fuit Provinciarum Franciae, Coioniae, Saxoniae, Argentinae, etc. ; cf. Grlassberger, 414, 429.
(2) Usus antiquus Ordinis; cf. Stat. Assis. 1316, AFH IV, 519, 12.
CA) Ex Ord. Amslel. 11. Cf. Stat. Sax., VII, 8 (288).
(4) Stat. Burr/., IX (f. 10): .S autem per [= propter] mortem ministri
provincialis vel alia de causa alius minister in provincia sit eligendus, in congregatione provtnciali in qua non elige(re)ntur diffinitores, tunc proiiunciata electione ca
nonice facta, confirmet ur per residentem dicte congregationis .
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2. Et discreti non guardiani locum suum capient post omnes guardianos, iuxta senium conventuum (1).
3. Cellas insuper (ut rationi consonum est et equum) guardiani, li- 10
cet non sint discreti occupent, proviso aliis discretis non praelatis ad
quiescendum de loco honesto.
4. Prelati qui ante capitulum provintiale alicui conventui prefuerunt, debeant regere eundem, etiam si per capitulum provintiale absoluti fuerint, et rumor vel fama de hoc ad conventum venerit, donee dif- 15
finitio capituli provintialis ibidem legittime publicata fuerit, dolo et
fraude seclusis; et ex tunc cessare et novis institutis prelatis presidentiam [f. 85r] committere, si presentes sint, aut seniori discreto illius conventus, si absentee.
De suffragiis defunctorum. Nonum capitulum.
1. Ad solatium defunctorum pro quolibet fratre in provincia decedente quilibet sacerdos dicat unam missam; clerici vigilias IX lectionum, laici centum Pater noster et Ave Maria (2).
2. Littere autem defunctorum fratrum (3) deinceps diligenter mittantur cum fidelibus nunciis ad .singula loca nostre provintie, etiam
ordinis S. Clare ac aliorum religiosorum monasteria utriusque sexus,
conventibus in quibus moriuntur vicina, et in forma maiori quam consueverunt.
3. Quando precipui benefactores moriuntur, possunt guardiani (a
consanguineis aut amicis eorum instanter requisiti) legere vel cantare
missam de requiem vel vigilias, prout secundum Deum et conscientiam
videbitur, contradictione cuiuscunque non obstante, ne benefactoribus
nostris ingrati inveniamur; de facili tamen modus ille introduci non
debet, ubi non est consuetum fieri et sine scandalo evitari potest.
4. Item teneantur fratres omnes, nullo dempto aut privilegiato, legere tres missas in qualibet ebdomada, cum eis assignaverit seu dederit legendas guardianus (4). In aliis vero missis poterunt fratres
applicare suas intentiones, in generali vel in speciali, pro benefactori
bus et manutenentia regularis discipline, aut aliis causis, prout eis vi
debitur.
5. Postremo, ut labor capitularis fructum pariat, disciplinaque regularis crescat, presentes ordinationes in communitate legantur, totiens quotiens legi contigerit genera-[f. 85v]-lia statuta, scilicet
11. non prelatis] om. B.
Cap. IX. 8. noster] am. D. 10. vel] aut D. 18. vel in) in om. D.
22. ordinationesl admonitiones B.
(1; Cf. Definit. Prov. Argentinae, AF II, 427, et 554, e concessione dicti
Cap. Antverpiensis.
(2) Provincia Coloniae hie ea suffragia. quae Stat. Barch. IX (117) et
Burg. IX (f. 14r). Praelatis conoedebant, ad quemlibet Fratrem extendunt.
Stat. Burg. (1. o.) rem expresse singulis Provinciis ordinandam reliquerant.
Cf. Slat. Sax. IX, 2 (293). Cf. Onl. Amstel. 15.
(3) Cf. Statutum Cap. Glis Observ. Ultram. Florensiaci 1498; AF II, 510;
Monum. Ord. Min.1, II, f. 245b: Firm.1, I, f. 42 vb.
(4) Tales litterae emortuales ordinatae fuerant in Cap. Prov. Embricensi
1490; Schlager, Beitraege, 158.
40
Archivum Franciscanum Htitoricum. An. VII.
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quater in anno, ne oblivio aut ignorantia sit fratribus occasio trans25 grediendi (1).
6. Expliciunt statuta provincialia... in capitulo Busch iducensi ordinata anno 1524 dominica tertia post pasch a.
In D vero pro 6 praecedenti legitur rubrica: In prmisse vero
abbreviations fidem et indubitatum testimonium sigil30 lum ministeriatus alme nostre Coloniensis provincie presentibus est impressum, anno die et loco prenominatis.
Finis 1525 (2). Explicit abbreviatio statutorum provincialium.
Ad Claras Aquas.
P. Michael Bihl, O. F. M.
CODICOGRAPHIA
a
(Finis) (1).
740
CODICOGRAPHIA FRANCISCANA.
(1) Desideratur apud P. JulUm Lambreohts, O. F. M. Necrologie de Toibat/e Benedictine de S. Trond, S. Trond 1889. Dp conventu vero Fratrum
Cruciferorum Hoiensi, iam saepius memorato, quod et incunabula fuit totius
Ordinis, circa annum 1230, et studiis theologicis maxime floruit ad medium
usque saec. XVI', disserit el. Jos. Daris, Histoire du Diocese et de la Princi
pality de Ltige pendant le XIII' el XIV sicde, Liege 1891, 231-2.
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CODICOGEAPHIA FRANCISCANA.
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744
CODICOGKAPHIA FRANCISCANA.
bricae et quaedam lemmata in minio rubro exstant. F. 1 ad custodiam haec notula : Liber conventus Fratrum S. Crucis huyensis Leodiensis dyocesis > . Ad calcem codicia legitur : Isti libri continentur
in hoc volumine : Liber spiritualis gratiae. Item vita Margarete con
tracte. Item vita beate Angele de Fnlginio. Item admonitiones eiusdem Angele. Item libellus de vera conpunctione cordis. Liber Canonicorum regularium fratrum S. Crucis oppidi Hoyensis. Leodiensis
dyocesis. In dorso voluminis est signatum: Mscr. varia. 1424.
16 . Ad rem proin franciscanam faciunt :
1. (ft. 154r-l71r [Vita et doctrina . Angelae de Fulginio, III1 Ord. rt. Francisci].
(f. 154r.) Rubr. Incipit prologue in vita Beatissime Angele de Fulgineo. Incip. prol. Vere fidelium experientia probat, prospicit et contrectat de Verbo vite incarnato. . . des. vel scribere proprio ipso loco.
Rubr. Incipit legenda eiusdem. Incip. Dixit quidam fidelis Christi, quod
colloquendo de Deo cum socia assignavit triginta. .. des. a Domino quod
et verbo et opere fideliter attestantur. = In Legenda nulla capitum
distinctio, nullumque lemma adest.
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CODICOGRAPHIA FRAXCISCANA.
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(1) I. e. Bertrandi do Turre (f 1382); cf. Sbaralea, Suppl. 138-9; I2, 145-6.
Cf. AFH II, 636, 39.
(2) De eo cf. AFH III, 302 (f 1319).
(3; Seil, de Alexandria (f 1314); of. AFH II, 635.
(4) Videtur esse Nicolaus de Gorran, . P., cf. Qutif-Echard, Script.
Ord. Praed. I, Paris 1719, 437-44 (f 1295).
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CODICOGRAPHIA FRANCISCAXA.
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FRANCISCAN MANUSCRIPTS
IN THE CONVENT
MEBCHANTS'QTJAI - DtTBLIIT.
MANUSCRIPTA FRANCISCANA
ARCHIVI CONVENTUS DUBLINENSIS 0. F. M.
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Tabula CapUuli 1672, 21 Nov. Lovaniensis P. Ludovicus Geraldinus, sigiUum; pp. 149-152.
Copia authentica Capituli Athloniensis 23 Aug. 1675. Lovaniensis
P. Antonius Carthy, pp. 158-156. D.
Tabula Capituli Intermedii (Lillihy), 23 Ian. 1676, pp. 157-160. D. 5
Tabula Capituli Provincialis Athloniensis, 1678, 24 Aug. 4 vero
Sept. stylo novo*. Lovaniensis P. Keon, pp. 161-164. D.
Tabula Capituli Provinciae Hiberniae 1680. Haec copia concordat
per omnia cum originali. Ita testor Fr. Didacus (Carriganus), iubilatus, ac
Conventus (KUconnell) Guard.; Fr. Bernardus Kelly, Provinciae Pater, 10
pp. 165-168.
Capitulum celebratum in loco Refugii (Dublinii) 14 Martii 1681. Deffinitorium factum erat authoritate Papae et Genlis Ministri 1682, 24 Mar
tii, stylo 7iovo. Lovaniensis P. Felix O'Neill, pp. 169-172.
Fr. Iosephus Ximenes Samaniego... Min. Glis... P. Fr. Eugenio Cal- 15
lanan, Ministro Provinciali... (ob) impossibUitatem celebrandi capitulum...
Innocentius XI, Romae, 21 Nov. 1681... in Ministrum Provincialem P. Fr.
Iacobum Darcy, Ex-Custodem et Ex-Commiss., Visitatorem; in Custodem P. Fr. Patricium Porter, Concionatorem et actualem Guardianum;
in Definitores vero P. Fr. Petrum Ferall pro Lagenia ; P. Fr. Andream 20
Egan actualem Guardianvrn et Concionatorem pro Momonia ; P. Fr. Ca
rolum Osbaldeston Concionatorem. et actualem Guardianum pro Conacia;
P. Fr. Antonium O'Neill, Concionatorem et etiam actualem Guardianum
pro Ultonia... Datum Matriti, 12 Ian. 1682 (sigiUum). Fr. Hieronymus
de Sosa, Secretarius Generalis Ordinis, pp. 174-6.
25
Institutio Provincialis et Definitorum per Generalem authoritate Apostolica, 1682 12 Ian... (Haec) facultas Apostolica ad Generalem directa,
data fuit 1681 die 21 Nov., p. 176. D.
Litterae Definitorii 28 Maii 1681, ad Generalem pro institutione extracapitulari noxn Definitorii vel continvatione antiqui, pp. 177-180. D. 30
Congregatio intermedia Provinciae celebrata 13 Iunii 1683, pp. 186-8. D.
Capitulum de Athlone, 1684 23 Aug. 1684. (Guard. Lovaniensis)
P. Magan. SigiUum, pp. 185-8. D.
Patentes Rmi. Commissarii General pro praesidentia simul et continuatione Lecturae, sub eodem, It. Adm. P. Francisci O'Donochu, S. Theo- 35
logiae Lectoris, die 29 Oct. 1685, pp. 189-190. D.
Tabula Capituli Intermedii, 27 Ian. 1686, stylo veteri, sed 6 Feb. 1686
st. n. Lovaniensis P. Donochu. SigiUum, pp. 191-4.
Declaratio Commissarii Generalis (Bonifacii Maes) de continuations
Guardianatus P. Francisci O'Donochu, 6 Sept. 1687. (Nunc caret sigillo), 40
pp. 195-6. D.
Capitxdum Provinciate de Rosriel, 15 Aug. 1687. Sigil., pp. 187-200. D.
Tabida Capituli Intermedii, 5 Maii 1689. SigiUum, pp. 201-4. D.
Tabula Capituli Provincialis Galviemis, 24 Aug. 1690. SigiUum,
pp. 205-8. D.
45
Tabula Capituli Provincialis Dublinensis, 18 Feb. 1693, stylo veteri.
SigiEum, pp. 209-212.
Tabula Capituli Provincialis Dublinensis, 28 Iulii 1697. SigiUum,
pp. 213-210.
Fr. Reinerius Payez... Commissarius Generalis... P. Francisco Delamer 50
(confirmatis electionem dicti Delamer in Guardianum Lovanii). Sigillum,
p. 217.
Responsum Revmi Patris Payes, Commiss. Generalis ad Patres
Discretos, qui petiventnt, ut declaret P. Franciscum Delamer Guardia
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huius Coegii, cum iani constaret f/uod ita esset, etsi Tabula necduut
comparuerit, (per) patentes eiusdem ad eumdern effectut. Datum 24 Oct
1697, pp. 219-220. D.
1697. Speclantia ad Capihdum Provinciale Dublinense celebratum
anno D. 1697, t/ttotl quantum ad elect-tones Guavdianorum eassaium est
a Ministro Generali (eo quod illae non essent fachte per ballotat iones)
sed statim et in eodem ipsissimo instrumento restauratum, p. 221.
Fr. Thomas Makiernam, Min. Provincialis... Vdo... P. Fr. Bonaventurae Mikano S. Theol. Lectori... 15 Aprilis 1649. (Ettni instituens et
mittens qua Lectorem Theol. Moralis et Sacrae Scripturae). Ad calcem:
P. Caronas hie curavil imprim Theses magnas script ttristicas in Epsto
las S. Pauli defendendas in lunio 1643, quibus thesibus videter obiectam
fuisse aliquant difftettltatem ab it's qui talibus non (assenserunt), p. 223.
subscriptae patentes sunt confirmatae per Revm P. Fr. Danielem a Donga, Vicaritnii Gneraient Ordinis, in litteris datis Hontae die
14 Ian. 1650, quae habentur in Archivo I, 22, et continent haec verba :
Non intelligiittus tarnen per has praeittdicium in ferre Patri Bonaventurae Mihano S'. Theol. Lectori, destnalo illuc a Provinciali ad legendant
S. Scripteram et Cationes, into omnia ei commissa et ccrncessa a Provinciali
confirmamus . Anno sequenti suam institutionein praefatam, electtis est
Praeses et confirmatiis sett institutes a Revmo P. Commissario Gli. Petro
Marchantio, 9 Iulii 1650, eodemque anno per Capitulum Provinciale in
stitutes est- Guardianus huius Collegii, quo in muere cum explesset trienniiim et sex menses a sua institutione a P. Commissario Gli. [Iacobo] tie
Riddere, qui Marchantio proxime successerat, dclartes est Praeses,
8 Feb. 1654, quam institutionent oppone.ntibus quibusdam, institute est
visitatio et omnia discussa, et pout omnia declaratur Praeses Pr. Mihanus
per novas patentes dates die 10 eiusdem menais, quae habentur in Ar
chivo . 19, p. 224. D.
Patentes Cotttmissarii Glis. Payez pro Lectura Scripte ristica P. Fr.
Francisco O'Donnuchu, 8. T. L. emrito... quia iam Theol. scholasticam
integro decennio et- amplius praelegisti, Lovanii 28 Sept. 1695. SigiUum,
pp. 225-226. D.
Deck/ratio Universitatis Lovaniensis de idoneitate stabiliendi Lecturam
Scripturisticam. Datum Lovanii, 21 Maii 1696, pp. 227-231.
Varia in favorem Lecturae Scriptttristicae in hoc CoUegio S. Antonii ab anno 1643 et deinceps, p. 232.
Coiif'ormiter retroposito Decreto significa verunt et declararunt se esse
et fore semper Plagae Lageniensis sequentes Religiosi in Con vent nostro Dubliniensi, anno 1697.
R. P. Franciscus Blunt etc. 21 oct. 1697, p. 233-234 (ad calcem.
Dispositio Ministri Generalis (P. Bouaventurae a Taverna) circa
stbi proposita ex Capitulo celebrate 25 Iulii, 1697. Datum Romae, 14 Dec.
1697. Scripta et signala per (P.) Franciscum O'Donnochu, Notarium Ajtostolicum ordinarium, p. 235-238.
His declararunt se Lagenienses conformiter ad dcrtent Capituli
Dubliniensis clbrt i au. 1697... Determinationen Defnitor circa (subieetaf) plagarum Provinciae, pp. 339-240.
Anita 1696 sparsus est rumor per Angliam, quod Hex Iacobus adiutus copiis Gallicis esset invasurus Angliam , etc. p. 243.
An Act for Banishing all Papists etc. 1697, pp. 245-254. [= I. e. decretum omnes papistas exsilio mulctans].
Eg the Lords Justices and Council, a Proclamation etc. pp. 255-285.
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gua anglica). Directio: Au tres Rd. Pere, Le tres Rev. Pere Jean
O'Donnel Recolet Exprovincial et superiour des Pires Recolets. A St. An
trim, de Padoue a Louvain, p. 364.
10 April. 1704 Comrnissarius Generalis [Henricus Tempel] de instituendo Praeside, p. 367.
23 Inlii, 1704 Comrnissarius Generalis, de clave Archivii maioris.
Congregatio intermedia Dublinii celebrata, 9 Iunii, 1705. Lovaniensis :
P. Ioannes Commane, p. 371.
Copia authentica patentium Rdi. Adm. P. Bonaventurae Collyn, Commissarii, Visitatoris Provinciae anno 1705, confirmatarum 1705, p. 375.
Tabula Capituli Dublinensis die 13 Novemb. 1706, stilo veteri. Lova
niensis: P. Bonaventura Mac Swiny, p. 376-8.
C. O. Mr. Patrick Harper, Marchant in Rotterdam. 'Mr. Patrick
Harper, Sr. pray forward the enclosed to Mr. Jas. Donoghue of the Colledge of St. Anthony in Lovaine ami place the postadge to my account and
you oblidge... (Signatura obliterate:). Dublin, the 16 Nov. 1706, p. 379.
Instrumentum, quo datur potestas P. Provinciali O'Donnell faciendi
inquisitionem ad detegendos calumniatores Provinciae.
Ex Actus DifftnitoriiCapitularis anno 1706, die 14 Dec, stilo veteri, p. 383.
Tabula Capitularis Congregationis intermediae Provinciae Hiberniae
in loco Refugii Diibliniensis, 12 Maii, 1708, p. 391.
Tabula Capituli Provincialis Provinciae Hiberniae in loco Refugii
C. D(ubliniensis) 12 Oct. 1709, p. 395.
Tabula Capitularis Coiu/regationis Almae Prov. Hiberniae... Dublini,
7 Iunii 1711, p. 399.
Clemens PP. XI. Ad futuram rei memoriam. Pastoralis officii,
quod aidhore Domino gerimus etc. Copia Bullae, 21 Iunii, 1714, p. 403.
Tabula Congregations Capitularis Prov. Hiberniae in loco Refugii,
Dublini, 13 Oct.' 1714, p. 405.
Copia eiusdem Tabidae. (I. L. Dans and Nego am q-restem ad inferiorai) (sic), p. 409-412.
Copia vera. Acta Congregationis Capitularis almae Provinciae Hiber
niae in Refugio Conventus Diibliniensis 13 Oct. 1714, p. 413-416.
Anno Domini 1714 die 22 Aug. Fr. Franciscus O'Donoghu, S. T. L.
Iub., CoUegii Lovaniens. S. Antonii Guardianus, haben.s in mandatis a
Revmo. Patre Henrico Dierna, Commissario Generali, ut intimet Revdo
Adm. P. J. Antonio Kelly, seniori, Ex- Provinciali Prov. Hiberniae, nunc
commoranti in praedicto Collegia eiusdem Rmi. Patris Instrumentum citatorium, ipsiu.s chirographo et sigillo munitum, p. 417.
Copia epistolae B,. P. Nicolai Bodkin, Deftnitoris, data ad P. Provincialem Hiberniae 13 Aug. 1714, p. 418. Praemissa epistola anglica
P. Definitoris Nicolai Bodkin, in latinum versa, talis est, ibid.
Tabula Capitularis Congregationis intermediae Almae Provinciae Hi
berniae in Conventu de Kilconnell, 11 Maii, 1716, p. 419.
To Mr. Sheybells, Postmaster in Lovain, p. 422. D.
Tabula Congregationis Capitularis Diibliniensis, 16 Oct. 1717, p. 423.
Tabula Congregationis in Provincia Hiberniae in Conv. de At/done,
16 Feb. 1751, p. 427. Item Dublin, 19 Feb. 1759, p. 459. Item Athlone,
19 Oct. 1761, p. 431. Item Athlone, 8 Oct. 1770, p. 435. Capitulum
Athlone, 8 Oct. 1770, p. 435. Capitulum Dublini, 31 Aug. 1772, p. 437.
Capitulum Intermedium Athlone, 13 Nov. 1773, p. 439. Capitulum
Provinciate Dublini, 1 lulii 1776, p. 441.
Dublini.
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BIBLIOGRAPHIA
Viaggio di F. Giovanni
1245-47. Firenze, TipoMentana 1, 1913. In-8
Studi Italiani di FilologUi
BIBLIOGRAPHIA.
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ad Curiam redux confecit (32, 121; BTS I, 198). Quas dims Recenxione.t G. Pull sic distinguit. Classis I habetur in MSS sequentibus: 1) Londinii in Mitsaeo Britan. sign. Reg. 13 A (saeculi XIII ex. vel XIV in.),
quod MS. idem est ac MS. Lumhy, quod an. 1598 edidit Hakluyt
[cf. infra]. Incip. Prologux: Omnibus Christifidelibus > ; explicit opas
(cap. VIII): qui sunt eorum adversarii (33-4; 105). Uti alia MSS.
huius classis continet Prologum et 8 capitula. 2) MS. Bibl. Palatinae Vindobonae, n. 362, saec. XIV (34s.). 3) Aliud MS. ibidem
n. 512 (35s.). Haec duo MSS. primum indicata fuisse videntur a P. H i e r.
Golubovich, BTS I, 199. 4) Parisiis Bibl. National, lat. 2477; olim
Colbertinus (86). 5) Tbideni cod. Dupny 686, qui tamen non est
nisi copia editionis Hakluyt, an. 1647 transscripta (36s.). 6) Taurini, Bibl. Nation, lat. MLXVI (nunc E. V. 8; alias L. IV. 5), quern
codicem edidit P. H. Golubovich, BTS I, 202-12, tanquam Redactionern priore.m et breviorem Eelationis Fr. Iobannis de PI. C. Sed
rationibus P. Hieronymi (200-2) G-. Pui.Lib contradicit, asserens MS.
Taurinense e contra non continere nisi Compendium I"' Recensionis,
et quidem non perite factum (37-9). Controversia vero nobis adhuc sub
iudice esse videtur, quanquam lcgenti tibi textum Taurinensem aliqui
loci parum inter se connexi apparent. Speramus fore, ut editor Codicis
Taurinensis rem denuo undique examinet, earn ad liquidum perducturus.
Praedictos codices sic ex ordine designamus L, V, V2, P, D, T.
// Classis Codicum. 1) MS. Academiae Lugduni liatavorum (i. e. sane
Leiden'.), olim Pauli Petavii atque Isaaci Vossii, n. 104; saec. XIV;
continet Prologum et IX capitula, et circiter 32 additamenta parva in
textu sparsa, uti et MS. sequens. Hoc MS0, pro basi editionis suae
usus est D'Avezac (cf. infra). 2) Cantabrigae in Bibl. Collegii Corporix Christi, num. 181; saec. XIII ex. (vel XIV in.); olim fuerat Edwardi Bennet (41s.) Auctor praeterea obiter notat, uti videtur
item e BTS I, 200, alia duo MSS. exstare, scilicet:
a) Hannoverae in Bibl. publ. n. 623 (saec. XVI), et 6) Daventriae
(in Bibl. publ. . 339 (saec. XV) (1). Haec vero duo MSS. Editor non vidit.
Duo ergo priora huius Classis II MSS., ab eo excussa, signamus Lg, C.
Cum C paulo antiquius sit quam Lg, et paululum correctius (41s.),
Editor non solum Cpro basi editionis suae usus est, sed hoc MS.
verbotenus edidit, aliorum MSS., scil. Lg et Classis I, variantibus in
notas reiectis, etiam ubi errores manifesti in C esse, apparent. Qui
edendi modus laudandus non est, praesertim ubi agatur de MS. sat incorrecto, cum editor eo tendere debeat, ut textum genuinum et primigenium ipsius Auctoris (non vero MS.' cuiusdam) assequatur, qui certe
in C non habetur. Accedit quod Editor etiam interpunctionem certe erroneam MS.' C exclusive reproduxerit, undo fit, ut saepissime phrasium
membra modo misere dissecentur, modo pessime coniungaritur ; quare
quilibet legens sensum eruere et conquirere debet. Editor proclamat
quoque se divisionem arbitrariam in paragraphos (48") evitare voluisse, id quod tamen hoc in opere edendo absque ullo arbitrio fieri
potuit et debuit, cum in principio cuiusque capitis paragraphorum singulorum tenor accurate et plane ab ipso Fr. lobanne de PI. C. indicetur et circumscribatur.
(1) Saeeulo XVIII MS. aliud exstabat in monasterio S. Martini Tornaci
sub n. G. 6, quod ubi modo sit, ignoratur (Pull 42; BTS I, 199).
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BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGHAPHIA.
mina; licet nulla varians notetur; agitur enim ibi de segetibus; ibid.
dominis pro dominus. 97b brachis (LV V P: brads) pro brachiis.
98b timeant (uti MSS. cit. et T) pro teneant; ibid, noverint pro noverunt.
99a populos occidentis f uti MSS. cit.) pro occidendis. 101a de faeili
eoruni sagitte eoruni ; ubi eorum semel delendum est. 102a contrariorum (uti LV) pro centuriorum\ 103a nimias pro nimas. ]03b
munire (uti LV1 Vs P) pro invenire; ibid, in situ pro sita ; ibid, situs
pro sicut. 104a muratis et mris pro muratis ; quae vox iuutiliter bis
repetitur. 104b per formant loco pro formant. 105a sicut ipsimet
nobis (cum LV P adde) dixerunt. 106a ducissa pro durissa ; ibid.
episcopus Cracovia pro cratonie. 107a vtenlo pro eiculo; ibid, irf ;><*e a nobis muera extorquere pro extorqucnte. 112b consuetude enim
pro eius est apttd Tartaros. 116b qui ire noluit pro voluit, set! remansit. 116b Cosmos trat aurifaber pro aurifabrum. 117b fecerunt nos legere (pro legem) seil, litteras. 118a nee unquam videt homo
eum de faeili ridere pro facilius imlerel 118b visis pro missis.
In Relatione Fr. Benedicti: 122a ipsos ad ducem suum... perduxerunt
pro produxerunt; ibid, a dominica (sic P recte pro ad octava) Invocavit
usque ; Bati pro lieati (saepius; uti et P); 122b absynthia pro absynthim.
123a sabulosam pro subulosam. 124a interftceretur pro interficieretur. 124b cum nunciis.... iter facientes pro cum nuncii. 125b scitis
cui (pro tni) gratiam snam conferre dig-net ur.
Plures horum errorum, aliquot certe nonnisi lapsus calami ama
nuensis (vel tj'pothetae sphalmata) sunt, sensum phrasium plane di
sturbantes, baud difliculter evitasset Editor, qui adeo stricte MS" certe
erroribus non immuni inliaerere nolnisset. Porro ipse Editor aliquando
aliqua verba ab amanuensi errone repetita inter parentheses posuit
(79a, 111b). Sed in MS" interdum adsunt quoque glossae quaedam, certe
vel eiusdem generis uncis includendae, vel melius in notas relegandae;
quae tamen glossas Editor non recognovit. P. 70a-b: omnes Tartaros
subiugavit et in suam servitutem recepit alias redegit. Ubi alias redegit
glossa est; sed Editor in nota subdit tantummodo: recepit alias omiserunt LV V- P. 108a graviter ojfensus super hoc nocebat alias monebat eos, quod de cetero caverent a talibus. Hie alias monebat eiusdem
generis glossa est; sed glosea bonam lectionem prodit. 116a capta
anteni erat arnica imperatoria istius, que veneno interfecerunt alias in
terfrerai patrem eius. Ubi idem dicendum est de: alias interfecerat.
120a a quibus poterunt alius poterit, si ojiportuerit, vertas inveniri. Hie
Io legendum est alias pro alius ; et alias poterit glossa eiusdem speciei est.
De versione tala Historias Mongalorum, quae primum prodiit 1537,
cf. BTS I. 200. Pull, 43-9 praesertim de duabus editionibus
Historiae agit, seil. 1) de illa, quam evulgavit D'Avezac (43-5; BTS I,
196) an. 1839 ap. Recueil de voyages, IV, 400-779. Ibi D'Avezac de exploratoribus aliis Asiae per medium aevum traetat (400-33); de editionibus
et MSS. Relationis Fr. Iohannis de PI. C. (433-51); de statu politico
Europae saeculo XIII (451-66); de biographie Fr. Iohannis de PI. C.
(466-80, 598-601); exinde sequitur commentarius historiens et geogra
phica in Relationem (480-598) atque textus Relationum Fr. Iohannis et
Fr. Benedicti (608-778). D'Avezac pro basi utitur MS". Lg, cuius tarnen
inenda etc. ope aliorum MSS. (nee quidem errone uti vellet Pri.i.i; 1,44)),
sed methodo forsan arbitraria, ex aliis MSS. correxit et supplevit. Sic
D'Avezac ibi v. gr. variantes MS'. L, bis, iuxta duplicem collationem
non bene faetam, notavit (34, 44s.).
BIliLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHE.
BIBUOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
cui pars I dedicatur, mox post 1240 iam Celebris exstitit praedicator
(196). E partis III e. 43 (p. 267s.) A. inferre posse opinatur hanc partem
III post Le.gendam Maiorem, scil. post 1263, exaratam fuisse, amandatque
ad c. VI dictae Legendae. Attamen ex hoc loco rectius inferimus par
tem III ante 1263 compositam esse, quia locus citatus minime referri
potest ad Leg. Mai., sed econtra partim verbotenus convenit cum Legenda I" Fr. Thomae Celanensis, I, 17, n. 45.
A. dubitat (202-3) de authenticitate Epistolae HI'' ad Xovitios in
cod. lat. wonacen.fi (= elm) 9068, f. 341-2. Tractatus de officio magistri novitiorum (203s.) editus est a Lempp, ZKG XIX, 340-1; item
I. c. 341-3 opusculum : Qualiter nocitius ,se praeparet ad horas (204) et
Tractatus de oratione, 1. c. 343-5 (205). Tractatus De septem gradibus
orationis (205s.) in elm 9661 Fr. Davidis est, cuius versio germanica
saeculi XIV prodiit ap. Pfeiffer, 1. c. I, 387-97: Die 7 Staffeln des Gebets. Erronee Fr. Davidi olim adscribebantur Speculum disciplinae,
Stimulus amoris atque Solilo'/uium de temptationibus religiosorum (209).
Circa Stimutum autem omittendum non erat (209), eum editum fuisse
ad CI. Aquas 1905 ap. Bibl. Franc. Ascet. medii aevi, t. IV. Item perperam olim dicebatur in elm 5541 contineri Chronicam Fr. David. Sed
quomodo res ista se habeat, A. nequaquam intellexit. Etenim Chronica
ilia non est nisi Chronica Minor Mitwritae cuiusdam Erfordiemtis, quam
edidit 0. Ho 1 d e r- Egge r, ap. MGH SS XXIV, 178-213, et dein correctius ap. Monumenta Erphtsfurtensia saec. XII, XIII, XIV, Hannoverae
et Lipsiae 1899, 524-723. L. c. 515-6 H.-E de elm 5541 expresse agit, qui
reapse Chronicam illam Minorem continet cum Continuatione III et IV.
Postea A. ad scripta germanica Fr. Davidis transit, et primo quidem
ad tractatus octo a Pfeifi'er, 1. c. editos (210-247). Hi omnes autbentici
esse probantur, si excipias opusculum VII (233-6), quod A. amico vel discipulo ignoto Fr. Davidis vindicat. Etiam quaedam Orationes (tractatus
VIII'' dubiae remanent (236-47). Speculum Suevicum (247-9) A. item
amico cuidam vel discipulo ignoto Fr. Davidis et Fr. Bertboldi attribuit
contra Hecker; cf. num. 3.
Exinde St. plures alios tractatus asceticos et ruysticos, equidem praeclaros et pulcherrimos, sed adhuc ineditos et germanice scriptos,
Fr. Davidi auctori vindicat, conceptus et dicendi modos in eis expressos
sive adhibitos cum aliis scriptis Fr. Davidis comparans. Quod et in praecedentibns disquisitionibus eadem via et ratione fecerat. Hoc praestitit
v. gr. circa tractatum: Ueber die fieischliche Minne, i. e. de amort carnali (250-7). Porro messem locupletissimam opusculorum Fr. Davidis
A. detexit in collectione quadam, quae Der geistliche Baumgart, i. e. Pomarium spirituale inscribitur ^258-80), quaeque invenitur in cgm 6241
(saec. XIII ex. vel XIV ineuntis), quaeque, tamen iam retractata, habetur
in cgm 210 (saec. XIV) et cgm 400 (anni 1491). Haec collectio (de cuius
indole generali A. pauciora dicit) a quadam Sanctimoniali tanquam Manuale quoddam Meditationum compacta est, praeprimis e scriptis Fr. Da
vidis et Fr. Bertboldi (^2588.), quorum tamen magis fragmenta et excerpta
(quae 260-2 accurate recensentur) ibi habentur quam tractatus integri.
Tractatus quidam dubie Fr. Davidi tribuendi enumerantur 262-6, deinde
vero opuscula duoilecim, iuxta solitam Auctoris methodum comparativam Fr. Davidi vindicantur (267-80). Ex his notamus v. gr. : Von
der Selbsterkenntnis, i. e. De cognitione suiipsius (267s.), De tentationibus
diaboli (268s.), De triplici modo Deum cognoscendi (271s.), De Iesu exem
plar! nostro f272s.), Von dem irundersamen Orgelspiel der Seele, i. e. De
corpore mirabili animae nostrae organo, etc.
BIBLIOGRAPHIA.
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770
BIBLIOGRAPHIA.
cuius est opus : Die philosophischen Werke des Robert Grosseteste (Mns
ter 1912), doctrinas Robert/ Grossetestae, episcopi Lincolniensis, et Fr.
Hog. Bacouis confrons, ostendit plures concepte, ideas, etc., quae docti
in operibus Baconis admirabantur, iam plus minusve explicite inveniri
in scriptis Boberti Grossetestae ; v. gr. ea quae Bacon de necessitate
studii linguarum et methodo interpretum proclamabat (86-44); item quae
de calendario reformando (44-5), quae de natura more geomtrico et
mathematico et ope experimentorum investiganda docebat (45-7): quae
de multiplicatione speciei-um, etc. (48-9), de climatibus, de fluxu et rerluxu maris (50-2), de calore et motu (52-3) exponebat Fr. Rogerus
Bacon.
3. Franois Picavet, La place de Roger Bacon parmi les Philoso
phes du XIII sicle, 55-88. Primum summis lineis adumbrantur prin
cipia et doctrinae quaedam (fundamentales) Scholasticorum, qui saeculo
XIII florebant (55-72); deinde ideas varias Bog. Baconis circa inodum
veritatis acquireudae (72-4), circa errores tunc in studiis grassantes
(74-5), circa varias scientias summatim perstringit cl. Auctor (75-7 1. Hie
p. 77 aestimat: Ce qui caractrise peut-tre le mieux Roger Bacon comme
penseur, c'est qu'il est le reprsentant le j)lus complet de la spculation
au XIII'' sicle, puisqu'il a poursuivi la connaissance sous toutes ses for
mes alors accessibles*, unde non solum cum sui aevi philosophie, sed
etiam cum illis sequiorum saeculorum multimode connectitnr ipsius doc
trina. Qui nexus in sequentibus adumbratur (77-88).
4. Cardinal Gasqiet, Roger Bacon and the Latin Vulgate, 88-99.
Em. mus Cardinalis, praefectus commissionis Vulgatae corrigendae, citans
inter alias, etiam dissertationem P. Tiieoph. Witzel, AFH III. 3-22;
185-213, exponendo colligit Fr. Bog. Baconis principia critica vera et
clara circa Vulgatam corrigendam, quam recte intellexit, cuique viam
rectam, securamque indigitavit.
5. S. A. Hirsch, Roger Bacon and Philology, 101-50. Quae Fr.
R. Bacon de Philologia, quam ipse Grammaticam appellabat, senserit,
abunde hic exponuntur; v. gr. quae docuerit de signis (104s.), de ori
gine linguarum (105s.), de diversis sensibus Bibliae (107-9), de versionibus erroneis tunc in usu (109-13), de unguis addiscendis (113-22).
Tunc agitur de ipsius grammatica graeca, (cf. AFH VI, 559ss.) p. 122-35;
tandem de ipsius notitia linguae hebraicae (136-51). Auctor nott (123,
140s.) Interrogationes et Responsiones de lingua hebraica, quae adsunt
v. gr. in MS. Tolosano 402, saepe verbatim convenire cum operibus
Baconis, qui aut ipse harum auctor fuit, aut auctorem {Fr. Guillelmum
de !1) penitus instruxit et inspiravit (cf. et p. 402).
6. Davii Euoene Smith, The place of Roger Bacon in the History
of Mathematics, 153-183. Auctor prius in statum scientiae rnathematicae saeculo XIII neunte (153-62) investigat, quam, uti tunc colebatur,
R. Bacon valde contempsit ^162-7), quamvis ipsam scientiam summe
aestimaret (167-70), et praeclarissime coleret in se et relate ad alias
scientias (170-83\ Quanquam ipse nihil novi in matheinaticae regno detexit, recte tamen *doctissimus mathematicus dicebatur ac dicitur.
7. Eiliiard Wiedemann, Roger Baron und seine Verdienste um die
Optik, 185-203. Fr. R. Bacon hue in scientia usus est praesertim auctoribus arabicis, sed ipsius modus problemata exponendi. rescue concipiendi modernus plane est, non iam scholasticus (198). Quibns sic expositis, in fine ait Auctor, Fr. R. Bacon: unus ex illis fuisse apparet,
qui nobis, qua uto plus cum eis conversamur, eo illustriores apparent (208).
BIBLICGRAPHIA.
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8. Sebast. Vogl, Boger Bacons Lehre von der sinnlichen Species und
rom Sehvorgange, 205-27. Exponitur R. Baconis doctrina de speciebus
(radiis) sensibilibus (207-22) et de actu videndi (223-4). Doctrina illa de
speciebus pro basi est pbysicae et praecipue opticae explicandae, viamque parabat quodammodo principiis novis postmodum detegendis (226s.).
9. J. Wubrschmidt, Boger Bacons Art des tcissenschaftlichen Ar
beiten.?, dargestellt nach seiner Schrift De Speculis , 229-39. Tractatus F. U. Baconis De Speculis, qui, edn te loh. Combach, Francofurti
1614, prodiit, ab Auetore accurate examinatur, ut probet, quaenam doctrinae opticae a Bacone ibi propositae fuerint, et quidnam valeant.
Problema undique a Bacone evolvitur, et ope experimentorum diiudicatur, qua in re mathesim large quidem adhibet, quin earn (uti olim
Doctores Arabes) pro basi sumat (239). Qnod opus (ait A.) exemplar
est, quo modo problema scientiae naturalis adamussim undique pertraetandum s (239).
10. Piekke Duhkm, Boger Bacon et Vhorreur du vide, 241-84. Est
discussio ampia et perdoeta de theorematibus circa vacuum apud Graecos, Arabes et Philosophos Latinos medii aevi, quorum aliqua opera
e MSS. allegantur. B. Bacon rem discussit in opere suo indito: Questiones naturales in MS. Ambianensi 406, in op. Questiones supra librum
physicorum in eodem MS. (253-63), atque in aliis operibus editis: Op.
mat. p. IV; Op. Tert. et Commun. Katural. (263-67). Theoria Aristotelis
de loco naturali corpprum, in quem ista natura sua tendant, a doctrina
nova et propria Baconis (266) de loco proprio corporum et de continuitate corporum (qua haec vi naturae universalis impediantur, quominus a corporibus aliis circa ipsa separentur) superata est. Immo uni
verso favore fruebatur, usquedum experimento mercurii a loh. Evang.
Torricellio exeogitato, insufticens probata fuit (268-9). Baconis doctrina in
Summa Philosophiae (quae in quibusdam MSS. falso Roberto Grossetestae
tribuitur; ed. L. Baur; (cf. supra . 2)), quamque discipulus quidam
R. Baconis composuit (269), repetitur et quodammodo magis evolvitur;
repetitur quoque apud Aegidium Romanum, O. S. Aug. (273-6),
apud Iohannem de Janduno (276-8), et apud loh. de Dumb letn
(280-2).
11. M. M. Pattison MriH, Boger Ba<:on, his relations to alchemy
and chemistry, 285-320. R. Bacon utilitatem alchimiae recognovit, sed
earn methodice ope experimentorum tractandam esse postulavit; conceptum autem fundamentalem alchimiae, i. e. materiam primariam et
communem respuit, etc. (318-9).
12. H. W. L. Hime, Boyer Bacon and gunpowder, 321-35. Auctor
modo valde ingenioso capitula 9-11 Epistolae de secretin operibus Rog.
Baconis (ed. Brewer, 545-51) explicat, opinans in his capitibus nonnisi
quaedam disiecta membra phrasium sensuni praebere, caeteris neglectis,
ita quidem, ut modus faciendi pulverem pyricum explosivum inibi celetur. Qui modus Auetori etiam nunc probandi! apparet. Ex istis notis
secretioribus Auctor inferre vult Fr. R. Baconem pulverem nitratum
explosivum casu quodam detexisse (334). Hanc hypothesim Auctor iam
exposuerat in opere suo Gunpowder and Ammunition, London 1904.
Tract. De secretis o]>eribus scriptus fuit circa annum 1248, si dedicatio
ipsius, Guillelmo episcopo Parisiensi directa, authentica est (321).
13. E. Withixgton, Boger Bacon and Mdecine, 337-58. Acto de
medicina saeculo XI 11 in treuere (337-46), tractatus medicinae Rogeri
Baconis expanduntur, quos tractatus el. E. W. mox est editurus (una
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BIBLIOGRAPHIA.
BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
Praeterea in toto hoc libro Ozanam nulla occurrit mentio poetae fran
ciscain facile maximi saeculi XIII, Iuliani seil, a Spiris, qui quamvis Germanus origine esset et Parisiis moraretur, non fuisset omittendus in talf
studio, cum eius officia rhythmica S. Francisci et S. Antonii in omnibus
ecclesiis Fratrum Minorum Italiae inde ab anno 1235 cantarentur, ipseque
imitatores non paueos in Italia intra et extra Ordinem saec. XIII invenerit. Bibliographia etiam a traduetore parum curataest; imo ne indicatur quidem quo anno liber, qui vertitur, primum prodierit, vel quaenam
editio ad versionem anglicam conficiendam adhibita sit. Quae omnia
clare indicant traductorem finem scientificum sibi non praefixisse, sed
potius amoenam lectionem procurare. Et hunc in finem editio anglica
optime inservire potest: vestis libri elegans est; plures imagines eum or
nant, inter alias ilia Iacobi tudertini ex cathedrali Pratensi, quae optime
reproducitur, necnon illa ex editione florentina carminum Iacobi, Florentiae a. 1490. In notis adiectis a traduetore haud rare res artis pictoriae disquiruntur et ad libros eiusdem argumenti amandatur. Nullum
est dubium, quin Celebris liber Ozanam nova hac veste anglica indutus
plurimos amicos novos sibi sit conciliaturus.
2. Vir clarissimus Senator Alexander D'Ancona (1), qui studiorum
Jacoponicorum in Italia iure mrito Nestor dici potest, tractatum de poeta
tudertino agentem, cui, post librum Ozanam, certo maxima fortuna arrisit inter omnes, qui de Iacobo nostro prodierunt, tertium nunc edidit.
Primum editus fuerat apud Nuova Antologa, a. XV, 2" Serie, vol. XXI,
15 maggio 1880, Roma, pp. 193-228; 15 giugno 1880, pp. 438-470; iterum
in volumine auctoris : Studi sulla Letteratura italiana dei primi secoli,
Ancona 1884, pp. 3-101; nunc vero editionem novam habemus opportu
nem, quam quisque facile adipisci potest.
Cum inter primam et banc tertiam editionem plusquam triginta
anni intersint, eoque temporis intervallo studia ilia Jacoponica notabiliter
profecerint, necessarium videri potuisset librum recognoscere. Auctor
nihilominus textum vix immutavit, notas tantum bibliographicas cum
bisque connexas miuoris momenti disquisitiones imis in paginis addens.
Re quidem vera, figura poetae franciscain ab Auctore concepta atque
descripta ita typica est, ut, quin tota rueret, tangi vix posset. Ast
praeter innmeros omnis nationis laudatores, A., ut candide fatetur.
p. IX-X, et adversarios nactus est, quibus, inter alia Iacobum nostrum
cantorem populrem fuisse non probatur. Nullis vero ab Ulis auctoribus
argumentis adductis, D'Ancona priori sententiae nunc etiam inhaeret,
perch, inquit p. IX, anche ogiji come trenta e pi anni addietro, Jacopont
mi si presenta nea figura di un Giuare di Dio del seclo decimoterzo.
Quaestio prae caeteris ab editione critica operum Iacobi pendet,
cum ea sola praebere possit argumenta ex authenticis textibus hausta.
Sed iam nunc observare licet cantus autbenticos numero vix eos tran
scender, quos in editione principe florentina 1490 et recenti eius reproductione, curante Ferri (cf. AFH IV, 161-62), prae manibus habemus.
Si vero hos inspicimus, non ita plurimos eorumdem comparatos esse
inveniemus, qui ad simplicem et planum populi animum immediate ap
pellent, qua ratione plurimum a canticis illis minime fucatis Laudentium et Disciplinatorum discrepant. Iacobum vero Fratrem Minorem
factum montes et valles percurrisse populo cantandi causa, probatu valde
(1) Haec scripta et typis composita erant, cum mors clmi viri, Florentiae
8 nov. 1911, accidit.
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tur. Xovati ergo sententiam, quam iure impugnat, falso Fraitcenchi adscribit. Disciplintes umbros Laudes Fr. Iacobi non adhibuisse,
nimis forsan absolute affirmt Novati ex testimonio Galli supra, p. 775,
relato, tcito tarnen Galli nomine. Cl. A. in vita et opere Iacobi tudertini diiudicandis vero magis acceder quam D'Ancona eiusque sequaces
omnino videtur, ut supra, sub. n" 2, longius exposuimus.
Dissertatio haec, quam Novati a. 1908 legerat Assisii, in Societate
international! Studioruin franciscanorum, prodiit etiam, si excipias parvum prologum. in eiusdem Societatis Bolhtino, Anno V-VI, Giuguo
1908, Assisi 1908, pp. 49-68. Cf. AFH I, 479s.; 656.
4. Opus B. Brugnoli praeparatio editionis criticae, omnibus dudum
peroptatae, poematum Jacoponi considerari potest, vel etiam editio cri
tica partialis. Complectitur enim 30 poemata ex 100 generatim ut
authenticis assumptis. Consilium A. in eo erat, ut colligeret satyras Ia
cobi tudertini, quod ante eum praestiterat Fr. Franciscus Tresatti, Venetiis 1617, sed ita, ut eo nomine omnes illas compositiones comprehenderet novus editor, e quibus notitiae biographicae poetae possent erui,
quo factum est, ut vel illud nobile poema ad Iohannem Alvernensem
inter satyras enumeraret. Claritatis causa editor duplicem textum aff'ert,
unum desumptum ex editione principe florentina 1490, cui multorum
codicum lectiones variantes subnectit, alterum a se constructum ac textui
umbro ipsius Fr. Iacobi, quantum fas est, conformem. Habemus proinde
ex una parte reproductionem editionis tiorentinae, ex altera textum reconstructum editoris Brugnoli, variantes vero lectiones in sous notis
ad textum florentinum. Omnium igitur primus Brugnoli reconstructionem partis non mediocris poematum Fr. Iacobi tudertini in nativa
ipsius poetae dialecto umbra aggredi ausus est. Quam ut attingeret,
codicibus praesertim umbris (cf. infra), usus est, atque quoad formas
ortbographiamque quadam compositione potica in cdice aliquo tudertino saec. XIII ex. vel saec. XIV in. exsistente, cuius textum cl. editor,
p. 6-9, satyris Fr. Iacobi praemisit. De valore talis methodi diversi
diversa sentiunt. G. Ferri, Laude di Fr. Jaropone da Todi, Boma 1910,
p. VII, ex. gr. de textu sic reconstruendo scribit: non carrelibe xe
non a darci. la misura dett'ingegno dell' erudizione di chi avejtse avuto
la voglia di spenderreli attorno.
Quibus dictis, nullus negabit editoris magnam diligentiam, quae,
praeterquam in textibus reconstructis, lectionibusque variantibus collectis, apparet in introductione. Haec in quattuor capitibus studia et investigationes perutiles complectitur. Capite I, p. XIII-XXXIII, editiones Laudum Fr. Iacobi examini subiciuntur atque in tres dividuntur
classes, quarum prima est editio florentina 1490 et ab ea dependentes
romana 1558 et neapolitana 1615; altera est brixiana (Brescia) 1495
et duae venetae 1514 et 1556; tertia demum, omnium vulgatissima, illa
Fr. Francisci Tressati, O. F. M., Venetiis 1617, quibus accdant editionee quaedam partiales. Eamdem plane editionum divisionem iam proposuerat A. Moschetti, / Codici Marciani rontenenti laude, di Jacopone
da Todi, Venezia 1888, 11-12, quin tarnen a Brugnoli citetur. In capite
II, p. XXX1X-CIII, A. codices Iacobi Laudes continentes enumerat,
atque tria in genera divisos, in umbros scilicet, tseos, venetos, discutit, adiciens deinde numerosos illos aberrantes et miscellaneos. qui
nulli trium generum inseri possunt. Quomodo Laudum Fr. Iacobi collectiones paulatim efformatae transformataeque sint singulis in regionibus, in capite III, p. CIV-CXLII, evolvitur. In IV et ultimo demum
BIBLIOGRAPHIA.
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BIBLIOGRAPHIA.
gnoli atque illo A. Tenneroni, Inizii di antiche posie italiane, (cf. AFH
II, 499-502) magis magisque via sternitur, qua completa editio critica
poematum, si possibilis est, Fr. Iacobi tudertini poterit parari.
5. Dr. Ippoliti studio suo in relationes inter Sequentias litrgicas
et Laudes italas saec. XIII inquirit. In duas divisit tractatum par
tes, in quarum priore thema assumptum historice illustrt, in altera
vero ad metrum attendit. In capite I, partis I, 8-42, in originem Laudis in lingua vulgari indagat A., in circumstantias polticas, religio
sas, sociales, inter quae orta est Laus in Italia. S. Franciscus, Fr. Pa
cifions, rex versuum, Fr. Benedictus Cornetta, Disciplinantes Perusini
a. 12(i0, Confraternitates laicae Laudentium tum ante, tum post motum
a. 1260, Iacobus tudertinus (21-22), Ugo Panziera, 0. F. M., Feo Belcari, Laudum compositores, largius breviusve tanguntur. In altero
huius primae partis capite, 25-44, quocnm logice liber forsan incipiendus fuerat, Sequentiae liturgicae ortus et progressus discutitur atque
usus ecclesiasticus popularisque in confraternitatibus narratur. Cum
Sequentiarum latinarum creber usus apud confraternitates laicas in
id temporis incidat, quo lingua vulgaris paulatim e latino sese efformaret, factum est, ut paulatim Laudes vulgares Sequentiis Ulis
quoad indolem laudativam, quoad metrum et quoad cantum similes,
substituerentur.
Expositis profundius in capite I partis II, 47-92, historia, metroque
diversarum Sequentiarum, A. in huius II partis capite II, 93-165, pro
bare assumit, et quidem metro eommimi, Laudum e Sequentiis derivationem immediatam, quam multis exemplis illustrt, pluribus desumptis ex Laudibus Iacobi tudertini, qui omnem fere rhythmum adhibuit,
156-1(!1 et passim. Eo modo A. ex analysi confirmt quod historice in
parte priore iam constiterat, impugnatque D' Ancona, Origini del Tea
tro italiano, ed. 2, I, Torino 1891, 113, aientem: La Lauda trovasi in
perfetto contrapposto con V inno ecclesiastico... Econtra A. bene observt
praeter hymnos ecclesiasticos classicos exsistere etiam Sequentias po
pulares, e quibus Laus derivatur.
Non in omnibus persequi possumus cl. A., qui diutius rhythmis explicandis, conferendisque immoratur. Studium hoc valde forsan corro
borar] potuieset ex maiori numero codicum adducendorum. Inter copiosam litteraturam, p. VII-IX, indicatam, desidero G. Galli, / Disci
plint/ deW Umbra de! 1260 e le loro Laudi, Torino 1906, (Suppl. 9 del
G. St. delta Lett, ital.), qui, 70-81, caput speciale consecrat quaestioni
ab Ippoliti examina tae: II metro dette landi. Ad p. 38 noto Gregorium
IX (XI scribit A.) non fuisse Fratrem Minorem, sed ante pontificatum
Cardinalem Protectorem Ordinis, quod mendum cl. A. forsan non incurrisset, si loco versionis Chronicae Fratris Salimbene a Cantarelli,
Parma 1882-83, incomplete factae, editiones originales eiusdem Chro
nicae, Parmae 1857, et optime, Hannoverae-Lipsiae 1905-13, (MGH.
Script. XXXI 1) adhibuisset. Caeterum argumentum a cl. A. assumptum
dignum est, quod profundius excolatur atque magis magisque illustretur, quod ut ipse A. alacriter prosequatur atque undique illuminet, in
nostris est votis.
Ad Claras-Aquas.
P. Livarius liger, . F. M.
CHRONICA
I. Cronaca Italiana.
Il Professore Giulio Salvadoui, che in pi suoi scritti si oc
cupato delle relazioni tra Dante e i Francescani, o meglio, tra le opere
di Dante e la letteratura francescana, ha reso di pubblica ragione una
sua conferenza tenuta a Signore su Le Vele d' Assisi e la Poesia di
Dante, intendendo cio i soggetti delle quattro grandi composizioni
che... furono dipinte negli angoli della crociera sopra 1' aitar maggiore
della chiesa inferiore nella Basilica d' Assisi, e che rappresentano le
virt e la gloria del Santo.... Egli non intende di considerare queste
pitture come critico o come storico della pittura, ma ne ricerca unica
mente i concetti. In questa presente conferenza l'A. tratta solamente
della Castit e dell' Obbedienza.
Fatta la descrizione dell' allegoria della Castit, V A. cerca di darne
una spiegazione adeguata, ricorrendo con giusto criterio ad autori del
medio evo: Petrarca, Dante, S. Tommaso, S. Caterina da Siena. Alcune
delle osservazioni, tanto nella descrizione materiale della pittura quanto
nell' interpretazione di essa, sono attendibilissime, altre forse un po' az
zardate. Non potendo qui seguire tutto il pensiero del Salvadori, ci limi
tiamo a dire che, secondo lo scrittore, l' idea generale dell' allegoria il
castello o rocca, nella cui torre centrale risiede l' anima con tutte le
sue facolt, guardata da 9 (o meglio da 12, non vedendosi quelli della
parte postica) guerrieri vegliardi, le cui ali indicano essere essi
figure simboliche, cio 9 (o 12) aspetti o parti integrali della Pru
denza. < Ma le operazioni della prudenza, cio della ragion pratica
retta..., devono essere seguite da quella della volont esecutrice.
E qui entrano l' elezione, il consenso e 1' uso con i loro atti contrari,
quando si tratta del male, cio la volont che elegge, esclude; la
volont che consente, .f ne distacca; la volont che usa, applica la
mano dell' arbitrio, col coltello dell' odio, a percuotere. E qui tre donne
(a destra di chi guarda) forti in sembianza d' angeli, armate, accompa
gnate dalla Penitenza, respingono l'assalto dell' Amor sensuale . Quelle
tre donne rappresentano probabilmente la volont esecutrice, libera
signora di s, nelle tre operazioni gi distinte: elezione, consenso e uso,
che qui, trattandosi d' oggetto nemico, si mutano nei contrari . LI
vicino 1' uomo animale, che come bestia segue il cieco istinto, o il ta
lento, e ha perduto ragione e virt, rappresentato qui nudo, d'aspetto
ferino... . Dall' altra parte (a sinistra di chi guarda) all' invito di
S. Francesco risponde 1' uomo cinto ai fianchi di corda, che ha le sem
bianze di Dante, e rappresenta i Fratelli della penitenza, come il frate
che accanto a lui sale il monte, rappresenta i Minori, e la donna ve
lata, di cui si vede lo slancio, le Povere Signore. Sono in fondo i rap
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CHRONICA.
CHRONICA.
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CHRONICA.
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parole. Il testo dato dal Faloci erra spesso nei nomi, che, specialmente gli
stranieri, d anche fortemente scorretti : In Pim (leggi Polo) Fr. Hocto
(68a); il fr. Antonius de Mediolano martire in Armenia nel 1314
chiamato Angelus, come il fr. Iacobus de Padua dei Martiri in Tana
nel 1321 detto Patdus (69). Qualche errore pu essere anche scorsa di
penna o di stampa: Fr. Evenfridus per Erenfridus ; Johannes de Peynna
per l'eyrna; In Castro Gualdi ... recondita sunt ossa fr. Dominici laici,
in cuius transitu fr. Moricus xridit miranda, et ut fertur quem columna
ignea a celo usque super locum, in quo servus Dei migraverat, a multi
visa futi in Ma nocte (68b); dove il quem va certo letto quod e forse
l'ut di pi. In ogni modo, la pubblicazione del Faloci di grande im
portanza e meritava d'essere segnalata. Le aggiunte posteriori non
oltrepassano il 1330, con fr. Odorico da Pordenone ; solo un altro nome
ha, del 1423, fr. Franciscus de Bittonia ... vir sanctus ... et fecit multa
miranda castri Gualdi (sic), che pure sconosciuto ai nostri storici.
Nel Bollettino di Storia Patria per V Umbria, an. XX, 1914,
fase. I, p. 1-92, P. Cenci, pubblica la raccolta, per quanto stato pos
sibile, completa delle Iscrizioni medioevali e della rinascenza di Gubbio
e suo territorio, sino a tutto il 1550, includendovene anche qualcuna po
steriore ma probabilmente copia di pi antica. Indichiamo quelle che
ci riguardano. Leggenda di sigillo, nel cui mezzo l'immagine di ve
scovo vestito pontificalmente: S. Fratris Benvenuti epi Eugubini [de
Urbeveteri, Ord. Min., 1278-1294] (17). Sulla pietra consacrata della cap
pella gentilizia dei Gabrielli, nella Cattedrale kie sunt reliquie sancto
rum... Francisci, Ludovici ac sanctorum... Clare virginis, iscrizione della
prima met del sec. XIV (25). I due sigilli francescani, del sec. XV:
Sigillimi Custodie Eugubine e Sigillum S. Frane. Eugubii, ambedue con
S. Francesco e la lupa (36). Nel coro della chiesa di S. Francesco in
Castelfidardo, ad intarsio: Opus Pierangeli Agubiensis factum elemosini
B. P. Cotiventus per industriam fratris Iacobi de Mercatello Guardiani
MCCCCLXXXXVII (48s.). Nell'ex convento di S. Francesco in Costacciaro: Fr. Bonaventura Co.stacciar. episcopus Aquensis cameram liane
inflrmorum fratrum et concionatorum hospitio a fundamentis erexit et
deputami MDXLIX (63). L' iscrizione sopra la porta principale di S. Fran
cesco, nell'interno, del 1754, ma che ricorda la chiesa eretta nel 1292 (66s.;
cf. altre iscrizioni gi esistenti in questa chiesa a p. 53, 80). Iscrizione
che si leggeva sotto alcuni affreschi della chiesa di S. Francesco in Cagli:
Guidus Palmerutii de Agub pinxit... MCCC(XX)III (60). Quelle nel chio
stro di S. Francesco di Gubbio, riguardanti il dipinto tanto discusso, gli
Spada e la lupa (67, 73; cf. AFH I, 146; VI, 193s.). Nella chiesa di Caprignone sotto un dipinto della Vergine col Bambino: Incepit Ordo Mi
norimi... 1417. Dice 1' A. che l'iscrizione ricorda una vecchia tradizione
locale, secondo la quale S. Francesco avrebbe qui tenuto un capitolo.
Pi tardi vi dimor una famiglia francescana. La data probabilmente
quella del dipinto (72s. ; cf. 77s., 80). Iscrizione di alcuni affreschi esi
stenti nella chiesa della Vittorina (c. 1550) : Nel 1200 qui S. Francesco
plac la perniciosa lupa (81). Sopra la porta di S. Francesco della Pace
1' iscrizione in volgare che ricorda la pietra su la quale S. Francesco
fece il patto con la lupa, dall'A. riportata come falsificazione della
fine del sec. XVI (88). Cf. anche a pp. 22, 41, 71, 74, 78.
*\ Lina Marci, Cenni storici e notizie d' arte sul Conservatorio di
S. Chiara in S. Gimignano, in Miscellanea storica della Valdelsa, XXII,
1914, p. 1-19, con 4 illustrazioni. Quello che era Conservatorio di
S. Chiara fu sino al 1785 Monastero di Clarisse, che si fondarono in
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scana, che il P. Guardiano ilei Frati Minori del vicino Montecarlo era
il correttore della Confraternita reggente 1' Oratorio. L' A. ha pubbli
cato in Appendice (71-90) i Capitoli finora inediti dell' Oratorio, compi
lati l' anno 1486. In essi dopo 1' invocazione... e del gloriosissimo San Lo
renzo e del Serafico San Francesco, padri, protettori e diffensori di
questo comune (175), al capitolo 13: Che il Guardiano di Monte
Carlo ha correctore dello Oratorio, si determina: Item ordiniamo
eh' el padre guardiano di Monte Carlo della Observantia di San Fran
cesco, apresso al Castello a un miglio, quello che e che pe' tempi
sar, sia correctore di decto oratorio, per dare consiglio per ogni caso
di conscientia e loro confessore, ufitiando la decta capella con le elemo
sine quale saranno loro deputate per decti operai (79).
,,* La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze elenca tra i nuovi
acquisti uno Zibaldone o memoriale del beato Angelo Carletti da
Chivasso...; cart, e membr. in formato di vacchetta, autografo. Con
tiene testi di autorit e sentenze, miracoli ed esempi, orazioni e ricordi
d'indulgenze, laudi, sermoni e trattatelli diversi. JjArchivtim ne dar pi
ampia descrizione. Bollettino delle pubblicazioni italiane, Marzo 1914, p. xi.
[Giuseppe Rivera], Dilucidazione intorno all' origine del B. Vin
cenzo dall' Aquila [Estratto dall'opera: La citt d'Aquila negli ultimi
anni della Monarchia napoletana], Aquila, Off. Graf. B. Vecchioni e figli.
1913-14; in-8, pp. 10. Si tratta della questione tra 1' A. e il P. G. Ciavattoni, 0. F. M., (of. AFH III, 164-6), se il comune appellativo dato al
B. Vincenzo, de Riveria , indichi la parte della citt di Aquila, dove
nacque il Beato; la patria insomma, come vuole il Ciavattoni, o la fa
miglia, come vuole il Rivera, della quale famiglia egli un discendente.
E le ragioni del sig. Rivera sarebbero buone, purch il fondamento sul
quale si basano tutte, fosse dimostrato pi sicuro: cio che questo e
quello scrittore lo dicono: per nascimento nobile. E se fosse una non
avvertita petizion di principio: famiglia Rivera, dunque nobile; poi
negata la famiglia, ma lasciata la nobilt ? Su che si fondano gli scrit
tori citati per dir nobile 1' origine del B. Vincenzo, pur negando la sua
origine dalla famiglia Rivera? Di qui va presa l'argomentazione.
*%, Ester Cocco, V Opera di Bartolomeo Montagna nella Scuola
del Santo a Padova, in Nuovo Archivio Veneto, nuova serie, n. 55,
Venezia 1914, p. 197-201. Affresco rappresentante VInvenzione della lin
gua di S. Antonio da P., attribuito finora a vari autori; mentre si re
stava incerti qal' opera attribuire al Montagna, che si sapeva aver la
vorato in quel Santuario (197-8). L' A. pubblica il contratto stipulato
tra il Guardiano della confraternita di S. Antonio e il pittore, in data
9 febbraio 1512, perch ipse d. Bartholomaeus manibus propriis pingat... quadrum pos. in dicta frathalea, quod est super subsolium d. guar
diani, quantum capit longitudo ipsius subsolii et ab eo super (?) usque ad
trabes. In quo pingere habeat miraculum gloriosissimi S. Antonii quod
nuncupatur miraculum masilae, iuxta modellini per ipsum designatum...
et melius etiam si fieri potest (200). Il prezzo fu stabilito in ducati 20.
Il quadro era compiuto nel giugno dello stesso anno, e il 21 di quel
mese interamente soddisfatto il pittore (201). Il quadro tra i migliori
che abbellano quella Scuola.
Gaetano da Re, La cappella Pellegrini di S. Bernardino in Ma
donna Verona, Vili, 1914. fase. 29, pp. 52-4.' A proposito di un breve docu
mento che pare provi essere stata questa cappella gi in fabbricazione
nel 1538 e che confermerebbe un dato di fatto, ma non un suo giudizio,
narratoci dal Vasari intorno all'autore della Cappella, Michele Sanmicheli.
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IL Chronique trangre.
ALLEMAGNE. Le premier fascicule de la nouvelle collection :
Fiihrer des Volkes. Eine Sammlung von Zeit- inid LebensbiUlern , pu
blie par le Volkxrerein de Milnchen-Gladbach, est ddi St. Franois
d'Assise : Franz von Asxixi von Emil Di.mmleh, M. Gladbach, Volksvereins-Verlag, GmbH, 1913, in-12", 74 pp. (1-5' mille) (M. 0,60). M.
E. Dimmler a crit une excellente vie populaire de St. Franois, qui,
en effet, se prte admirablement figurer en tte d'une srie de
guides du peuple, choisis au cours de tous les sicles. M. D. a mis
profit les biographies modernes du Saint, qu'il numre la p. 6-7.
Inutile d'ajouter, que ce sont surtout des auteurs catholiques, qu'il a
compulss.
A l'encontre de M. Dimmler, M. le Dr. Ulrich Peters a mis
contribution surtout les biographes modernes protestants de St. Fran
ois, dans une courte biographie du Saint, qui fait partie de la srie
Religionsgeschichtliche Volk.ibilcher . La biographie de St. Franois en
forme le cahier 18" de la IV' srie: Franz von Assist, 1-5 Tausend;
Tiibingen, I. C. B. Mohr (Paul Siebeck) 1912, in-12-, 42 pp. (M. 0,50;
reli M. 0,80). Cette biographie apprciable est moins complte que
la prcdente, M. U. Peteus se contentant, avant tout, de mettre en
relief quelques actions et phases de la vie de S. Franois. A propos du
conflit de St. Franois avec la Curie (24s.), M. U. P. se range de
l'avis de M. Walt. Goetz. Mais alors, point n'est besoin de dpeindre,
en des couleurs si mornes, les dernires annes de la vie du Saint Pa
triarche (26ss.), qui aurait t hant par d'incessantes angoisses pour
les concessions faites dans la transformation de son institut.
Absolument les mmes ides se rencontrent dans une autre
courte biographie du Saint par le mme auteur: Der heilige Franzixkus
von Dr. Ulrich Peters, Gttingen, Vandenhoeck und Ruprecht, 1912,
in-12", 46 pp. (M. 0,50); dans la collection: t Bauxteine fttr den Religionxunterricht herauxgegeben von Aco. E. Krohn nnd Dr. Dl. Pe
ters, // Reihe, 2. Heft*. L'Auteur, qui est professeur d'une cole
normale d'institutrices Hambourg, expose en six leons la vie de
St. Franois et son milieu politique et religieux. Au dbut de chaque
leon (ou chapitre) Mr. Ul. Peters nous dvoile son procd pdagogique.
Il a eu soin de mettre entre les mains de ses lves des biographies
modernes du Saint, les Fioretti, etc. Durant la classe chacune des lves
avait sa disposition des tirages de quelques opuscules du Saint. Aussi
croyons-nous volontiers au succs pdagogique d'une si excellente
mthode et au vif intrt que les lves auraient pris ces leons. Et
cet intrt se serait accru, certainement, si l'habile professeur avait eu
le temps de s'arrter d'avantage la personnalit de Ste.-Claire, et
de lire quelques brins de la Chronica Fr. Jordani.
x** Les Lgendes de St. Franois par M. F. A. Holland, sont assu
rment charmantes, crites en un style trs brillant et captivant. Ce
pendant ce ne sont que des compositions de pure fantaisie, visions,
contes, etc., o l'histoire n'entre absolument pour rien. Avouons cepen
dant, que l'A. a su, merveille, comprendre et pntrer l'me si sen
sible et si expansive du Sraphin d'Assise. Ces apologues, aux touches
la fois hardies et fines, nous la dvoilent avec un art bien senti.
Franz von Assisi. Legenden von F. A. Holland, Kempten & Mtinchen,
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BELGIQUE. Dans la NeerUindia Franciscana (NF), vol. I, Iseghem, 1914, fasc. III', le P. Bonavent. Kruitwagbn, Sinte Francisais1
Solder, "237-45, revient d'abord sur le Psautier apocryphe de St. Franois ;
v. AFH VII, 393. Ce Psautier figure aussi dans Nicolas van Estveldt, O. Cap., Cronycke ende geslachts-boom van den Seraphyken Vader
S. Francisais, Bruxelles 1656, in-f." p. 717-43. Or cet auteur a puis son
texte dans le Wijngaert (AFH VII, 393s.), niais il lui a fait subir plu
sieurs changements, remaniements et suppressions (237s.); il l'a aussi,
arbitrairement, divis, en trois parties. Par contre, le P. d'Estveldt nous
apprend, qu'un pieux Chartreux (anonyme) a traduit en nerlan
dais ce Psautier, pour l'usage des Surs du couvent de Deinze prs de
Grand, qui en auraient encore l'original. Ce MS., le P. Bon. Kr. l'ha
cherch inutilement, aussi bien que le nom de ce P. Chartreux. Mr. W.
de Vreese, bibliothcaire de l'Universit de Gand, connat cependant,
du Psautier, quatre MSS., dont il parlera, nous dit-on, dans la NF
(240-2). En tout cas, Estveldt prtend tort, que W il lot, Athenae orthod. sod. franc, Leodii 1598, Ills., et Posse vin us, Apparat, .saeer,
I, Coloniae 1608, 576, aient connu ce Psautier. En effet Possevin a copi
ce passage dans Willot, et celui-ci parle uniquement des posies
(autrefois) attribues St. Franois.
Dr. A. Fierens, De Brief van Sint Franciskus aan Sint Antonius, ibid. 246-50. Le texte de la clbre lettre de St. Franois
St. Antoine de Padoue, tel qu'il se trouve dans la Chronica 24 General.,
AF III, 132, a t tout simplement remani (et corrig) par Ridolfi,
Hist. ser. relig., f. 78. (246-7). L'authenticit de la lettre, on le sait, a
t controverse (248s.). Mais on ne peut (avec M. Sabatier) croire la
lettre une supercherie, forge par les c relchs, pour faire paratre
St. Franois plus ami de la science; le passage : dum modo etc. accentue
trop clairement la tendance oppose (248). D'autre part la citation de
la IIe Rgle dans la lettre ne saurait aucunement en prouver l'authenti
cit (comme le veut le P. Hil. Felder), car un faussaire quelconque pou
vait, trs facilement, mettre en jeu ce texte de la Rgle (248s.). La let
tre se trouve dans le Vatic, lat. 4354 et dans le MS. de Liegnitz 12,
telle qu'elle se lit dans la Chron. 24 Gen. La formule de l'adresse: Episcopo meo dans // Cel. II, 163, a pu facilement tre oublie ou paratre
trop trange. On l'aura donc omise (249). Pour la question de: St. Fran
ois et la science, il ne faudrait pas exagrer la porte de la lettre,
ni dans un sens, ni dans un autre.
x\ P. Edouard d'Alenon, O. M. Cap., Essai de bibliographie Capucino-Congolaise, ibid., 251-65 (suite et suivre). H y a les num
ros 9-19, savoir: Jean (Villa) de Santiago (251s.), Ant. de Teruel (252-4),
Ant. (Valentini) de Serravezza t 1673 (254s.), Ant. Marie (Amici) de Monteprandone t 1687 (255s.), Bernardin de Hongrie, t 1664 (256-8), Jrme
de Montesarchio (258), Ignace de Bheinfelden (259), Ant. (Laudati) de
Gate et Franois Marie (Gioja) de Naples (259-62), enfin, le plus cl
bre parmi eux: Jean Ant. (Cauazzi) de Montecuccolo, et son rviseur
et diteur Fortun (Alamandini) de Bologne (262-5). Cavazzi tant mort
en 1680, le P. Fortun publia son Istorica descrizione de'tre regni Congo,
Matamba et Angola, Bologne en 1687; nouv. d.: Milan 1690; version
allemande; Munich 1694 ; version franaise : Paris 1732. Ajoutons que la
Pilgerfahrl du P. Ign. de Rheinfelden n'eut pas seulement les trois di
tions cites p. 459, mais, apparemment, quatre ; voir sur elles une note du
R. P. Ren de Nantes, Cap., dans les Etud. Francise. XXI, 1909, 183-5.
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sages: Inf. XXIII, lss. (576-9); Parad. XI, 10*3 ss., d'aprs Crispolti,
Miicell. Francesc. XIII, 1912, 161ss. (579-84). A propos de Pnrg. I, 22-7,
M. M. rappelle les voyages des Missionnaires Franciscains (584-91), dont
il s'est occup ailleurs; voir AFH IV, 421s., VI, 421s.
H. Matbod, Le VeUro de Dante et son DXV. Khan et Can: EF
XXXI, 1914, 61-81. Le Veltro (^= Lvrier) de Dante serait, d'aprs
quelques anciens couimentaire, un Khan des Tartares (Khan = Can.
assimil cane = chienl. Vers 1300, en effet, les Tartares s'taient
empars de la Terre-Sainte, qu'ils voulaient, disait-on, rendre aux chr
tiens. Ce mirage oriental gagna une consistance irrcusable, quand,
en 1307, Clment V nomma Fr. Jean de Montecorvino, archevque de Pkin
et primat d'Orient. A l'encontre des explications courantes et bizarres
du verset: E sua nazion sar tra ftltro e feltro , feltro signifierait sim
plement le feutre, dont les Tartares faisaient un usage trs vari (77ss.).
% H. Matkod, Trois Mosatcistes Franciscains au XIII" sicle:
Jacques Frater S. Francisci, Fr. Jacques Torriti et Fr. Jacques de
Camerino : EF XXIX, 1913, 49-62. Description des mosaques du
Latrau (50-3 et de Ste- Marie-Majeure Rome (53-5); on peut en voir
la reproduction AFH III, 624ss. Le Fr. Mineur, non accompagn d'une
inscription, dans la mosaque du Latran, M. M. l'identifie de nouveau
avec Fr. Jacques Torriti, O. F. M. (56-9). Enfin, non pas (dit-il)
cause des raison par nous exposes AFH II, 374-7, mais cause du
silence de Fr. Marianus de Florence, qui ne cite point la mosaque du
Baptistre de Florence parmi les uvres de Jacques Torriti (AFH II,
471), M. M. croit devoir distinguer le Fr. Iacolrus de Florence d'avec
Jacques Torriti. Et il l'identifie nouveau avec le Fr. Jacques, auquel
apparut St. Franois immdiatement aprs sa mort; voir AFH II, 374.
H. Mathod, Rflexions sur la conqute de l'Allemagne par les
Mineurs 1221-1238: EF XXIX, 1918, 462-74, 570-84 ; XXX, 1913, 17-32.
Ces rflexions gnrales propos de la Chronique de Fr. Jour
dain de Giano, s'inspirent surtout de cette Chronica et du livre du R.
P. Einil Michael, S. I., Geschichte des deutschen Volkes, I-V, Fribourg
1897-1911.
%, Une autre srie du mme genre d'articles par le mme auteur:
Quelques dtails sur l'tat de l'Allemagne au XIII sicle: EF XXXI,
1914, 280-93, 376-87, 477-86, fait suite aux Rflexions prcdentes.
H. Matrod, Les ftes de la Canonisation de St. Bernardin de
Sienne Home en 1460: EF XXX, 1913, 156-69. Article de simple
vulgarisation.
M. Denis, Les Clarisses Capucines de Paris 1602-1792: EF XXV,
1911, 191-203, 400-7, 646-55; XXVI, 1911, 191-8. Louise de Lorraine
(Vaudemont'), femme de Henri III, roi de France (1574-1589), avait or
donn, par testament, de fonder a Bourges un monastre de ClarissesCapucines. Elle mourut le 29 janvier 1601, et alors Henri IV commanda
de fonder le monastre Paris. Ces Capucines portaient le nom de Fil
les de la Passion, en raison du nom de leur chapelle. Le monastre fut
install dans l'htel de Retz, tout proche le couvent des Capucins (1604\
au faubourg Saint-Honor. Les Capucines essaimrent bientt dans d'aut
res villes (400-7). Louis XIV avant fait abattre le couvent en 1686,
leur btit un nouveau dans les rues Neuve des Petits-Champs et Neuve
des Capucines (1686-9). Les rvolutionnaires le supprimrent en 1791;
et il fut entirement dmoli dans la suite (1806-1852).
P. Norbert [Monjaux], O. F. M., Province Franciscaine de Bre
tagne, Le Concordat gallo-breton, 1639-1669: EF XXV, 1911, 389-99.
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Les documents sont tirs des Archives du Finistre Quimper: //. V2.5.
Un concordat [tass au chapitre provincial, le 31 aot 1539, et confirm
par le Ministre gnral, Vincent Lunelli, ordonna d'lire au moins un
Dfiniteur provincial de langue franaise. En outre la Province devrait
tre gouverne six ans de suite par des Ministres de la nation et lan
gue bretonne bretonnante, et ensuite trois ans par des Ministres de la
nation et langue gauloise (391s.). Le Concordat fut observ jusqu'en
1642, poque laquelle les religieux bretons franais passaient outre.
Mais les Bas-Bretons recoururent, en 1662, la S. Congrgation des Evques et Rguliers pour qu'elle impost de nouveau l'observation du
Concordat i393s.). C'est ce qu'elle lit le 9 juin 1663 (393), et Alexandre VU
confirma cette dcision par un bref du 23 juin 1663 (393-5). Par ordre
de Louis XIV (13 fvrier 1664) le Parlement de Rennes enregistra, le
20 juin 1662, ce bref du pape (395s.). Le Ministre gnral en enjoignit
l'observation par une lettre date de Madrid le 10 fvrier 1668 (397s.).
Au Chapitre provincial, du 8 juin 1668, la controverse clata de nouveau.
Les Bretons franais, l'insu desquels le bref avait t obtenu, en ap
pelrent au Saint Sige et un bref de Clment IX, du 7 mars 1669. an
nula le Concordat et remit les choses dans le droit commun.
L. LacaVALERIE, Nos prtres et la rvolution. Quetyues payes de
monographie paroissiale concernant le P. Cyprien Naves de Catus, reliyieux
Capucin, premier cur de St. Denis, 1105-1830: EF XXV, 1911, 584-97.
Le P. Cyp. Naves, n Catus (Lot) le 29 novembre 1765, prit l'habit des
PP. Capucins Condom, en 1782. Les couvents ayant t supprims
en 1790, le P. Naves se retira Catus, o il exera le saint ministre au
prix de beaucoup de fatigues (590ss.). En 1800 il fut charg de desservir
la paroisse de Saint-Denis, o il mourut le 16 janvier 1830 (596s.).
*** A. Huart, Le Testament de Jacques de Bourbon: EE XXVI,
1911, 65-82, 300-17. Tir part: Le Test, de Jacques de Bourbon.
Texte complet; Paris, A. Picard; Couvin, 1911; in-8", 39 pp. Le 24
janvier 1435 Jacques de Bourbon (cf. AFH III, 598) fit son testament,
quelques mois avant d'entrer dans l'Ordre de St. Franois. On n'en
connaissait jusqu'ici qu'un fragment, publi par Fr. de Belleforest,
Les Grandes Annales, Paris 1579, p. 1115s. M. A. Huart le publie main
tenant en entier, d'aprs un MS. de la Bibliothque de Besanon et
en l'accompagnant de nombreuses notes, dont quantit se rapportent
aux couvents franciscains, mentionns dans le testament.
* H. Beavdoik, Un martyr de septembre 1792 dans l'Orne. Le Capucin
Valframbert: EF XXVI, 1911, 289-99, 497-509. N Alenon en 1764,
Charles-Jean-Louis V., en entrant chez les Capucins Argentan, en 1786,
prit le nom de Dorothe. Quant clata la Rvolution, ses suprieurs l'envo
yrent Londres pour y finir sa thologie. Ordonn prtre, il retourna
bientt Alenon. Le 6 sept. 1792 il fut condamn la dportation ; mais
une populace furieuse le trana hors du tribunal et lui trancha la tte.
** Hu<;o HoEVEii, O. Cist., Roger Bacon: EF XXVI, 1911, 199-204.
L'A. rsume ici les donnes auxquelles il tait parvenu dans sa mo
nographie sur l'hylomorphisme et la philosophie de Roger Bacon; voir
ces opinions: AFH VI, 669, 560.
P. Prosper d'Enghiex, 0. Cap., Une rparation. Le chanoine
Jean-Joseph Loiseaux du diocse de Tournai: le T. M. P. Piat de Mons,
Frre-Mineur Capucin: EF XXVII, 1912, 441-71; XXV1H, 14-42, 20240: XIX, 1913, 260-87, (d suivre; mais rien n'a paru jusqu'en octobre
1914). Etudes trs minutieuses sur l'activit littraire du R. P. Piat.
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C'est lui qui dirigea les Mlanges Thologiques, 1847-53: la Revue Tho
logique, 1856-63, et la Nouvelle Revue Thologique, 1869-1895, etc. Le cha
noine Loiseaux, en entrant chez les Capucins en 1871, prit le nom de
Piat. Le clbre canoniste mourut en avril 1904.
t\ Ubald d'Alexox, 0. Cap., Notice et extraits du MS. du Muse
Britannique Add. 19994 relatif aux Cordelires de Noyen: EF XXIX,
1913, 63-73. En 1631 un Couvent de Cordelires, sous le patronage
de Ste. Elisabeth, fut tabli Sabl, afin d'honorer par un culte d'a
doration perptuelle le Saint-Sacrement. En 1637 un Couvent semblable
fut construit Noyen; cf. l'abb Le veau, Le Couvent des Cordelires
Noyen dans les Annales FUchoises, 1903, 94-100, 211-7. Le fi. P. Ub.
publie du MS. de Londres le rcit de la fondation du Couvent de Noyen,
1641-47, (p. 67-73), ainsi que le Registre des professions, 1639-1730
(64-7). Le couvent fut supprim dj en 1773.
*t Cet article a paru de mme dans les Annales Flchoises de 191*2:
il en fut tir part: La Flche, Eug. Besnier, 1913; in-8, 13 pp.
M. de Villbemoxt, Les Franciscains dans le Grand-Duch de
Luxembourg: EF XXIX, 1913, 154-70,288-304. Cet aperu populaire
de l'histoire des Franciscains dans le Luxembourg n'est qu'un extrait
du livre de M. Prttm: La nouvelle glise de Clairvaux. Il est question
des Franciscains Luxembourg, 155-62, Clairvaux, 162-5, TJlflingen, 165-70, 288-90, Diefeirch, 290-1, Virton, 291-2: de la suppression
de ces couvents, 292-6; enfin des Clarisses, 297-301. Au XIX" sicle deux
nouvelles Congrgations de Tertiaires Franciscaines s'tablirent dans ce
pays. Voir au sujet de ces couvents franciscains le savant ouvrage
de Mr. l'abb Jacques G-rob, AFH IV, 163-6.
P. Gratien, O. M. Cap., Sermons Franciscains du Cardinal
Eudes de Chteauroux (t 1278): EF XXIX, 1913, 171-95, 647-55; XXX,
1913, 291-317, 415-37. Ces douze Serinons, mais enrichis d'une table
alphabtique (p. 89-92), furent ensuite publis part, sous le mme titre,
Paris et Couvin, 1913; in-8 92 pp.
Une courte notice sur le Car
dinal Eudes et les ditions de quelques-uns de ses sermons prcde
les discours que publie ici le R. P. Gr. Les deux premiers discours
furent prononcs: in generali capitula FF. Minorum. Les huit derniers
Sermons, consacrs St. Franois, sont tirs du MS. 1010 de la Maza
rine. Eudes parat s'tre servi de la Vita l de Celano. Les faits de
la vie de St. Franois, mentionns brivement, ne sont point nouveaux.
Aussi l'orateur ne s'y arrte-il pas plus longuement qu' d'autres v
nements, auxquels il fait allusion en passant. Avouons que les analyses,
places par l'Editeur en tte de chaque discours, nous font attendre
quelque chose de plus marquant. Le texte n'est pas extrmement bien
soign; p. ex. 653 (36) lisez Dalila pour Dalida ; hanrire aqua m pour
aqua; deberet pour deberat ; 297 (44) quasi pour quia; 306 (53) emerai
enim (pour in) paupertaietn ; 310 (57) ruinosas ecclesias pour minosas, etc.
Dans le IVe sermon (649-55; 32-37), ayant pour objet St. Antoine de Padoue, Eudes fait allusion aux doctrines du Joachimisme. Malgr le titre
donn au III" Sermon (189-95; 23-9), Eudes ne nous semble point y ex
horter les anciens Ordres accueillir charitablement les nouveaux Or
dres Mediants. Il y recommande au contraire, tous les religieux de
garder la paix entre eux (192; 26) et aussi avec le clerg sculier
(193-5; 27-9 : Absit nobis miseris, etc.). Notre remarque montre d'ailleurs
combien le contenu de ce sermon est vague et flottant.
P. Bruno, 0. Cap., Ambassadeurs de France et Capucins fran
ais Constantinople, au XVIIIe sicle; d'aprs le Journal du P. Tho
CHRONICA.
811
812
cile de Constance, acueillit les Querimoniae des 01 servants et leur
donna une certaine autonomie (423s.). Puis l'A. essaye d'esquisser la
vie trs agite de l'habile et audacieux Fr. Guill. Josseaume, qui lutta
vigoureusement pour l'excution du dcret de Constance, Constance
mme (425), puis Mirebeau (425s.). 11 gagna le procs intent par lui
devant le Parlement de Poitiers pour la restitution du couvent de Mi
rebeau, repris par les Conventuels (1421). La sentence est publie
p. 434^9, d'aprs les Arch. Nat. X1' 9190, f. 154v-Sv. Aprs avoir t
emprisonn Sienne, Fr. Guillaume dfendit, en dmocrate fougueux,
l'Observance Metz en 1428 (428s.). Le Concile de Bie le relgua en
Corse 1433-30. L'A. publie p. 431-4 une lettre d'exhortation adresse
par le Ministre Gnral Jean Brandolini aux Observants du couvent
de Sez (Rouen 5 sept. 1404). Elle est tire du MS. de Bruxelles 1629,
dcrit AFH VII, 481-2.
*** P. Dr. Fkd&and Callaey. O. M. Cap., Essai critique sur la
vie du P. Archange Leslie: EF XXXI, 1914, 487-517. Issu de la fa
mille soi-disant trs noble de Leslie, en Ecosse, Georges Leslie se se
rait converti au catholicisme Paris, o il tudiait. A Rome il se fit
Capucin et prit le nom de P. Archange. Il passa bientt en Angleterre
et en Ecosse, o il aurait converti beaucoup de Calvinistes. Rappel a
Rome en 1(530 pour se justifier de l'accusation de relchement, il fut
reconnu innocent et envoy, comme gardien, dans le couvent de MonteGiorgio, au diocse de Fermo. Mais quelques annes plus tard il retourna
en Ecosse, o il mourut, aprs deux annes de labeurs apostoliques.
Tel est le rcit de sa vie dans: Il Capjniccino Scozzese, Fermo 1044,
par Mgr. Rinuccini, archevque de Fermo; rcit mouvant et roma
nesque, crit dans un langage imag et lgant, dramatis grand
renfort de coups de thtre. Et Mgr. Rinuccini prtend avoir tout puis
aux meilleures sources crites, et se fait fort des confidences que lui
aurait faites le P. Archange lui-mme. De 1644 1673 cette vie eut
une douzaine de rditions; elle fut traduite en plusieurs langues (487-9).
Le P. Franc/ois Barrault, de la Doctrine chrtienne, en donna une tra
duction franaise, revue et librement embellie: Le Capucin Ecossais,
Rouen 1060 (491-2). Bientt on amalgama ces deux rcits Rinucciui-Barrault: et la nouvelle forme n'eut pas moins de succs de 1735 1881:
traductions, rditions etc. (493s.). Enfin le P. Richard d'Ixelles, O. Cap.
la republia, avec de nouvelles amplifications arbitraires, dans son: Le
Comte Georges tie Leslie, Lille 1882 (494s.). Mais ds 1053 un Jsuite avait
mis en doute le rcit de Rinuccini: d'autres l'ont trait en pur roman:
p. ex. The biographical Dictionary of eminent Scotsmen, 1809: le Dic
tionary of Nat. Biog., XXXIII, 90. Voir aussi Ch. Leslie, Historical
Records of the Family of Leslie 1061-1869, III, Edinbourgh 1809, 419ss.
Le R. H. Thurston, S. J., crivit son article: A Bogus Biography
dans The Month, CXII, 1908, 154-74, en rponse R. F. O'Connor,
A Scotch Apostle, dans The American Catholic Quarterly Revieu; XXXIII,
1908, 25-57, article inspir par la biographie du P. Richard, Cap. Le
P. Thurston reprenait d'ailleurs l'tude de T. G. Law, dans The Scot
tish Review, XVIII, 1891, 77-110. Une tribune libre s'ouvrit ce sujet
dans The Tablet, 1908, 258, 291, 296, 370. Le P. Fr. C. constate que
le P. Archange tait issu, seulement, d'une branche latrale et pauvre
des Leslie (497-9). En 1008 il tait lve au Collge cossais de Rome.
En 1017 et 1618 il tait au couvent capucin de Bologne, etc., d'aprs
quelques lettres de lui, conserves la Vaticane, Barberini 8618
813
(499-505). En 1623 nous le trouvons Londres (505ss.); en 1625 il pr
chait en Ecosse. Il y fit plusieurs conversions (510), qui lui attirrent
des perscutions, et en 1029 ou 1030 il fut rappell Rome, o il avait
t accus. Il y fut cependant acquitt et envoy Monte-Giorgio ^510ss.).
En 1034 il repartit pour l'Ecosse; mais ds lors nous perdons ses traces.
Il mourut peut-tre en 1637. A la p. 516-7 l'A. publie une lettre
adresse par le P. Archange au cardinal Maffeo Barberini, lettre date
de Londres le 5 aot 1623.
Cet excellent article du R. P. Fr. C. a t publi aussi en un
tir part: Essai critique sur la vie. du P. Archange Leslie, Paris et
Convin, 1914; in-8", 36 pp. Ce tir part porte, comme frontispice, le
Portrait du P. Archange, grav par Grard Audran a Lyon il04O-1703V
Voir AFH VII, 575, et aussi EF XXV, 1911, 304-5.
Gatan Guillot, Le Couvent des Pnitents Suint-L, 1620-1191:
EF XXXI, 1914, 007-13. - Ce Couvent des Pres du Tiers-Ordre de St.
Franois de l'Etroite Observance fut fond en 1030; voir l'article du
mme auteur: L'tablissement des Pnitents de Saint-L6 en 1630: EF
XXI, 1909, 127-45: voir aussi sur ce couvent le P. Jean-Marie de
Vernon, Histoire gnrale et particulire du Tiers-Ordre de St. Franois,
III, Paris 1077, 305-15. L'A. recueille ici quantit de notices parses
sur ce couvent; il les a tires des Archives Dpartementales (Je la Manche
Saint-L, H, lieVgieux Pnitents. Les btisses furent construites de
1030-37 (007-14). Plusieurs documents regaulent le ministre exerc par
les Pnitents, la conversion des hrtiques, etc. (614ss.). Une bulle de
Benot XIII [et non pas Benot XIV], du 22 juillet 1727, imposa le chant
grgorien tous les couvents des Pnitents en France (621-8). Ajou
tons, que cette bulle avait dj t publie dans la Chronologia hist.-tegal., Ill, p. I, Romae 1752, 94-5. Les faveurs royales ne tirent point
dfaut aux Pnitents (680-2); mais la crise financire de 1720 leur causa
de graves dommages (682-7), pas moins qu'un procs intent l'abb
de Saint-L au sujet de quelques rentes seigneuriales, que les Pni
tents croyaient payes un taux trop lev (037-43).
A. Saubin, Mlanges: Formule de Vie chrtienne par le P. Gas
pard Hasger, ministre provincial des Frres-Mineurs pour l'Allemagne
Suprieure : EF XXXI, 1914, 597-000. Ce livre, admirable trait de
perfection l'usage des religieux, parut Anvers en 1534. C'est un
trait qui parat minemment pratique, trs court, trs complet, et
accessible aux esprits les plus simples. Quiconque en lira l'analyse
faite par M. A. S., en restera convaincu, croyons-nous. Cependant il nous
parat que M. A. S. aurait aussi d dire quelques mots sur son auteur,
dont le nom est assez estropi. Car le P. Gaspard Hasger n'est autre
que le clbre champion de la cause catholique contre Luther, le P. Cas
par Sehatzgeger (ou Schatzger), qui fut d'abord Vicaire provincial des
Observants de la Province de la Haute-Allemagne (dite aussi de Stras
bourg^, de 1514-17, et ensuite Provincial, 1520-23. Il mourut Munich,
le 18 septembre 1527. Voir sur lui l'excellente monographie du Dr. Nik.
Paulus, Kaspar Sehatzgeger, ein Vorkdmpfer der katliolischen Kirche,
gegen Lidher in Suddeidschland, dans les Strassburger Theologische
Studien, III, fasc. 1, Freiburg i. Br., Herder, 1898; in-8", X, 152 pp. (M. 2,80).
P. Michel Bihl, O. F. M.
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CHRONICA.
CHRONICA.
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CHRONICA.
tnra, (ibidem), qnod ab ipso R. P. Augusthio redigetur, atque a clL
DD. Vico Necchi et Franc. Olgiati. Hoc periodicum culturae generali,
utique spintu christiano informatae, illustrandae et propugnandae inserviet. Periodicum semel vicenis diebus prodibit, fasciculis 48 pp. (Subnotatio erit Lib. 6,00 per Italiam ; extra earn Lib. 8,00).
y Die 17 innii 1913, proponente et instante ipso Rectore Uniyersitatis, A. R. D. Dr. Th. I. Shahan R. P. Paschai.is Robinson, Provinciae
SS. Noininis Iesu Americae Sept., institutus est Professor publicus ordinarius Historiae medii aevi in Pontificia Universitate Catholica
Was hingtoniensi Stat. Foed. Americae Sept. Cui exinde SS. D. Pius
X titulum Doctoris S. Tbeologiae concessit. Cf. AOM XXXII, 236.
In Conciir.su Generali a die 28 iunii ad diem 3 iulii 1913 in
S. Antonii Patavini Collegio Urbis peracto 25 alumni Lectoratum Generalem obtinuerunt; inter quos ad cathedram Historiae Ecclesiasticae
evecti sunt: P. Andreas Ivars, Provinciae Valeutiae, P. Cyprianus
NapaST, Prov. Carniolae, P. A.nicetits Chiappini, Prov. Aprutiorum S. Bernardini, P. Georuius Scerri, Commissariatus Melitensis, P. Raphael he
Felice, Prov. Neapolitanae S. Petri ad Aram. AOM XXXII, 220-1.
Ex praedictis PP. Andreas Ivars, et Cypriani'S Napast mense
iunio 1913 apud Archivum Apost. Vaticanum, post cursum rei diploniaticae et palaeographiae peractum ac tentamen rite superatum, diploma
obtinuere quo < Palaeographi ac a 'Cabulariis renuntiantur.
Idem vero diploma mense iunio 1914 apiul idem Tabularium
rite assecuti sunt ex praedictis RR. PP. Anicetus Chiappini atque Ra
phael de Felice.
4% Porro in Concnrsu Generali anni 1914, habito a die 30 iunii ad
4 iulii, 14 alumni item Litteras Patentales Lectoratus Generalis sibi
comparaverunt ; inter quos unus e facilitate Historiae Ecclesiasticae,
P. Salvator Tosti, Prov. S. Mariae Lauretanae. AOM XXXIII, 241, 25S-5.
R. P. Bruno Katterbach, Prov. S. Elisabetb Thuringiae, qui
anno 1912, mense iunio exeunte, apud Archivum Apost. Vaticanum,
rite Palaeographus ac a Tabulariis renuntiatus erat, mense ianuario
1913 qua Professor Palaeographiae ad idem Tabularium revocatus est,
ubi hide a mense aprili 1913 dictam scientiam necnon et rem diplomaticam edocet.
Die 3 novembris 1911 R. P. Prosper Oellers, 0. F. M., alumnus
Provinciae Saxoniae S. Crucis, postquam in universitate Monasteriensi
Guestfalorum studio mathematicae, physicae, chimicae rite incubuit et
tentamina praescripta felici successu superavit, summos in Philosophia
honores magna cum laude obtinuit. Cuius thesis, quae a Facilitate
diligentia et subtilibus experimentis laudabilis aestimata est, ad
physicam spectans, atque inscripta: Ueber die Beschaffcnheit nnd Verteilung der Emission h/i Bogenspektrum verschiedcner Metalle iani prodiit apud : Zeitschrift filr wissemchaftliche Photographic, Pholophysik
und Photochemie, (Lipsiae 1912).
Inter Graduatos Ordinis in Studio Lovaniensi (v. AOM XXXII,
272sq.) sequentes anno scholastico 1911-12 doctoratus lauream sunt
assecuti: 1) R. P. Berardus Voot, Prov. SS. Nominis Iesu in Statibus
Foed. Americae Sept., magna cum distinctione, in Philosophia S. Thomae ; 2) eadem in materia R. P. Gilbertus Remans, Prov. Belgii :
3) R. P. Iulius Testaferrata, Provinciae Seraphicae S. Francisci, in
scientiis politicis et socialibus; 4) R. P. Rochus VukovkS, Prov. S. Redemptoris in Dalmatia, magna cum distinctione, in scientiis naturalibus.
CHRONICA.
t\ Anno autem scholastico 1912-13, eadem cum successus nota,
B) E. P. Mauritu'8 Dkmutii, Prov. Saxoniae Doctor Philosophiae S. Thomae est renuntiatus.
t\ Die 19 iulii 1913 R. P. Antonius Luttna, 0. F. M., alumnus
Provinciae Tyrolensis S. Leopoldi, post studiorum cursum rite in universitate Oenipontana absolutum et tentamina eximia cum laude superata in facultate Philosophica, speciatim in philologia linguarum modernarum, Doctoratus gradu cohonestatus est. In dissertatione vero
inaugurali de metrices regulis, quomodo a F. W. Schillero, praecipuo
illo poeta, varia arte adhibitae fuerint, agebat.
R. P. Ioseph Rhode, Provinciae Smi Cordis Americae Sept., in
Universitate Catholica Washingtoniensi, die 12 martii 1912, apud Facultatem Philosopbicam, in Schola Linguarum Orientalium, magna cum
laude Doctoris Philos. gradum est assecutus, exbibita Dissertatione :
De versionibus Arabicis Pentateuchi in ecclenia AegypHaca. Idem postea
19 iunii 1913 in Atbenaeo Seminarii Pontificii Romani Doctor S. Tbeologiae rite renuntiatus est; necnon 12 iunii 1914 coram Pontificia Commissione Biblica, cum mentione Licentiatum in Rebus Biblicis obtinuit.
R. P. Iohannek M". Castellani, Provinciae S. Fraucisci Umbriae
mense iunio 1914 in Atbenaeo Pontificii Seminarii Romani S. Theologiae
Doctoratum egregie adeptus est, decoratusque fuit numismate aureo.
Die 20 maii 1914 in Universitate Guillelmia Guestfala Monasterii R. P. Ferdinando Doei.le, Provinciae Saxoniae, exbibita Disser
tatione.... impense ac solide conscripta, examinibus magna cum laude
superatis (sunt verba ipsius Diplomatis) summos in Sacra Tbeologia
honores, Doctorisque gradum iura ac privilegia Theologorum Ordinis
Decanus solemniter contulit. De illius Dissertatione cf. AFH VII, 570.
j** Apud R. Tabularium Status Taurini, post cursum, examenque
exactum, Palaeographiae et Diplomaticae diebus 23-25 iunii 1914 consecuti sunt diplomata RR. PP. Frasliscus Maccono, primus in ordine
concurrentium, atque Albertus Paoani, tertius eiusdem seriei, uterque
Prov. S. Thomae Taurinensis.
In consessu R. Academiae Gallaecae (Real Academia Gallega)
Compostellae, habito die 14 martii, 1914 in numerum membrorum cor
respondent urn adlecti fuerunt R. P. Sami el Euan, 0. F. M., atque
R. P. Ioannes Roijriguez Legisima, O. F. M., uterque Provinciae S. Iacobi Campostelanae. Cf. Arch. Ibero-Am. I, 1914, 586.
Novi Snperiores Collegii S. Bonaventnrae. Mense octobri
1913 novus Praefectus Collegii S. Bonaventurae, speciatim Sectionis
theologicae, a Rmo P. Ministro Generali nominatus est R. P. Albanus
Heys.se, Provinciae Belgii.
Item novus ab eodem institutus est Praeses Collegii R. P. BenVENUTU8 Bughbtti, Provinciae Bononiensis S. Catbarinae.
.^^' Die 20 Augusti A. D. 1914 in pace Christi quievit Sanctissimus Dominus Noster Fins Papa X, uni verso lugente orbe catholico. Nostrum non est hie eiusdem Summi Pontificis gesta recensere ;
obitum tantum ipsius, qua Protertoris Ordinis Fratrum Minorum, paucis adnotasse sufficiat, cuius nuncium etiam Periodicum officiale Ordi
nis, Acta Ord. Min. XXX, 268-9, Fratribus significavit. Etenim Pius
Papa X, litteris datis 14 octobris 1903, exemplum Leonis S. M. Papae
XIII secutus, Protectoris Ordinis munus directe sibi assumere dignatu9
est. Cf. Acta O. M. XXIII, 17. Quod munus, quomodo plurimis actis
sit exsecutus Summus Hierarcba, licet tot Ecclesiae universae curis
Archivum Franciscanum HUtoricum. As. VII.
51
818
CHRONICA.
innunieris agitatus, testatur praeallegati Cominentarii officialis voluminum plurium series, quae hie ne enumerare quidem licet. Valeat Pontifex.
Protector, et aeternnni vivat in Christo. '^^
^P' Die 9 oct. 1913 obiit Emus ac Emus D. Fr. Gregokks
Maria Cardinalis Aguirke et Garcia, archiepiscopus Toletanus, Hispaniarum Primas, Patriarcha Indiarum occidentahum. Natus erat in oppido vulgo Pola de Gordon, dioecesis Ovetensis in Hispania, 12 martii
1835; habitum S. P. Francisci in Provincia S. Gregorii Philippinarum
indutus, vota religiosa Deo nuncupavit 24 aprilis 1857. Brevi postea
mora in Philippinis peracta, in Hispaniam qua rector Collegiorum (Conventuum) suae Provinciae missus est. Poenitentiarius pro lingua hispanica in Basilica Lateranensi electus, iam Romam iter parabat, cum
a Leone XIII in" Consistorio 27 martii 1885 Episcopus Lucensis renuntiatus est. Inde vero 22 martii 1894 ad ecclesiam Archiepiscopalem
Burgensem translatus fuit, ubi 1898 primum Concilium Provinciate
Burgense celebravit. Eidem SS. Pontifex an. 1900 dioeceses Calaguritanam et Calceatensem qua Administratori Apostolico concredidit. Anno
1904 Congressui Mariano International! Caesaraugustano ceu Legatus
Pontificis adfuit. Cum 15 april. 1907 in Consistorio secreto Cardinalis
creatus esset, in Consistorio 19 decembris eiusdem anni rubrum accepit
galerum, titulumque presbyteralem S. Ioannis ante Portam Latinam.
Deinde in Consistorio 29 aprilis 1909 promotus ad Sedem Metropolitanam Primatialem Toletanam, eamdem ascendit die 4 octobris 1909. Coetui Eucharistico Internationali Matriti mense iunio 1911 concelebrato
qua Legatus Pontificius praesedit. Pastor vere bonus ac zelosus praetiosa morte sublatus est 9 octobris 1913. Cf. AOM XXXII, 367-8; AFH I,
201sq. Solemnia sufl'ragia pro ipsius anima peracta sunt in teinplo Divi
Antonii Romae 24 octobris 1913, qua occasione R. P. Severinus
Mambrini eiusdem elogium texuit, quod prodiit, sub titulo: Eloyio
funebre dell' Emo Card. Gregwio Aguirre, Roma, tip. Istituto Pio IX,
1913; in-16", 23 pp. R. I. S. P.
li). Acta Ord. Min. Capuccinorum.
Capitulum Generale Ordinis, Romae 18-23 maii 1914 celebratuni.
Hoc litteris encyclicis 25 dec. 1913, celebrandum indixerat Romae in
Collegio Internationali S. Laurentii a Brundusio, Rmus P. Pacificus a
Seiaso, Minister Glis (AOCaj). XXX, 7-21). Capitulo praesidebat Emus
Cardinalis Astonius Agliardi, Ordinis Protector. Die 16 maii Rmus
Minister Glis relationem officii sui Vocalibus reddidit. Feria II, 18 maii,
sex novi Definitorex electi sunt, scil. PP. Venantiub a Lisle-en-Rigault, Provinciae Parisiensis et Procurator Glis Ordinis; Iosephi s
Antonius a S. Ioanne in Persiceto, Postulator Glis Ordinis (AFH V,
178) et Custos Prov. Bononiensis; Paulinus a Palma, Prov. Romanae,
reelectus; Zeno ah Uffering, Prov. Bavaricae; Antokius A Tasson,
Prov. Anglirae, reelectus ; demum Clemen.s a Terzorio, Custos Prov.
lanuensis. Vocales numerabantur 100. Feria III, 19 maii, Rmus Mi
nister Glis in manibus Cardinalis Protectoris et Praesidis Capituli
officium suum renuntiavit. Cuius e Capitulo discessu vocales deinde
aderant 99, pro electione novi Ministri Generalis, ad quod inunus
electus est A. H. P. Venantils a Lisi.e-en-Rigault, e gremio Definitorii Glis. Unde ad electionem septimi Definitoris Glis deveniri
CHRONICA.
819
820
CHRONICA.
5.^.->-
TABULA
MATERIARUM
L - DISCTJSSIONES.
P. Leone Bracaloni, O. F. M. Assisi medioevale. Studio storicotopografico. (Con una veduta e una pianta di Assisi) . . . Pag.
P. Jer6me Goyens, O. F. M. Notes biographiques et.documents sur
le Fr. Pierre Farde, O. F. M., voyageur en Afrique (1652-1691) .
Walter W. Seton. Some new sources for the life of Blessed Agnes
of Prag including some chronological notes aud a new text of the
Benediction of Saint Clare
P. Lorenzo Perez, O. F. M. Historia de las Misiones de los
Franeiscanos en las Islas Malucas y Celebes (continuacidn y fiti).
198-226, 424-446,
P. Marie-Pascal Anglade, O. F. M. Notes sur la Custodie de Savoie (XVII- et XVIII siecles)
P. Livario Olioer, O. F. M. Delia vita e degli scritti del P. Flaminio Annibali da Latera, O. F. M. (1733-1813)
8-19
20-31
185-197
621 -t>58
409-432
577-620
II. DOCTJMENTA.
P. Michael Bihl, O. F. M. Tres Legendae minores S. Clarae Assisiensis (saec. XIII)
82-54
P. Ferdinandus M* Delorme, O. F. M. Praevia nonnulla Decretali
Exultantes in Domino (18 ian. 1283) de Procuratorum institutione
55-65
Alessandri Leto (f) e Pennacciii Franc. I piii antichi Inventari
della sacristia del Saoro Convento di Assisi (1338-1473) . 67-107, 294-340
P. Paolo M* Sevesi, O. F. M. La Congregazione dei Capriolanti e
le origini della Provincia dei Frati Minori della ftegolare Osservanza di Brescia
108-121
P. Michael Bihl, O. F. M. Elenchi Bononienses Fratrum de Poenitentia S. Francisci (1252-1288)
227-233
P. David i>e Kok, O. F. M. De Origine Ordinis S. Clarae in Flandria
234-246
P. Andre Calleualt, O. F. M. Lettres Franciscaines concernant la
Belgique et la France au XIII"-XV<- siecles
247-263
P. Ferdinandus M* Delorme, O. F. M. Acta fundationis Conventus
B. Mariae de Angelis prope Tolosam (1481-1484)
264-293
A. G-. Little. Statuta Provincialia Provinciarum Franoiae et Marchiae Tervisinae (saec. XIII)
447-465
P. Michael Bihl, O. F. M. Statuta Provincialia Provinciarum Aquitaniae et Franoiae (saec. XIII-XIV)
466-501
P. Benvenutus Blghetti, O. F. M. Decreta duo eleotionis Ministri
Provincialis O. F. M. in Prov. Bononiensi (1349) et in Prov. Komana (1439)
502-510
P. Hieronymus Goyens, O. F. M. Monumenta historica inde ab anno
1397 circa vetus Hospitale 'Sancti Iohannis Gandavi III Ordinis
S. Francisci
511-526
P. Anicktus Chiappihi, 0. F. M. Communitatis Responsio Religiosi viri ad Pvotulum Fr. Ubertini de Casali (continuabitur) . . 654-675
A. G. Little. Definitiones Capitulorum Generalium Ordinis Fra
trum Minorum 1260-1282
676-682
822
TABULA MATERIARUM.
182-38
138-44
139-44
13fl-44
145-47
145-53
145-54
154-55
347-52
352-55
355-58
356-60
856-61
356-62
356-62
356-63
35t>-63
356-64
356-64
356-65
366-7
3(>7-?3
533-34
534-47
538-41
541-44
5-15-48
760-65
765-66
765-66
TABULA MATERIARC.M.
Stoeckerl, Dagob. Bruder David von Augsburg
PagLittle, A. G. Eoger Bacon Essays contributed by various writers on
the occasion of the VII Centenary of his birth
Sandys, J. Edw. Roger Bacon. (Idem)
Nellen, A. E. & Craig, N. C. The Franciscan Poets in Italy of the XIII
Century by Fr. Ozanam, translated. (P. Liv. Oliger) ....
D' Ancona, Aless. Iacopone da Todi
dovati Fr. L' amor mistico in S. Francesco ed in Jacopone ....
Brugnoli, B. Le satire di Jacopone da Todi
Ippoliti, Giov. Dalle sequenze alle Laudi. (Idem)
V. - MISCELLANEA.
Seton, Walter, W. On an English Codex containing the Rule of
the Third Order
P. Livarius Oliger, O. F. M. De novo codice collections actuum
Fr. Raymundi Fronsiaci Ordinis Procuratoris
P. Marie-Pascal Anglade, O. F. M. Bulle relative la fondation du
couvent des Frres Mineurs de Lausanne
P. Liv. Oliger, O. F. M. De Procuratorum Fratrum Minorum institutione in Anglia documenta duo (1280-1283)
P. Marie-Pascal Anglade, O. F. M. Bulle de Boniface VIII pour les
Frres Mineurs et les Tertiaires de Berne (1296)
Idem. Deux Franciscaius de l'Observance en pays fribourgeois au
XVI" sicle
P. Liv. Oliger, O. F. M. Frammenti di un carteggio (1784-1808) per
la conferma del culto di Angelo Clareno
823
7(35-69
769-72
769-72
778-74
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773-78
773-80
773-80
156-59
159-60
549
549-51
551-52
553-56
55(3-63
VI. CHRONICA.
Cronaca Italiana.
Bollettino della Societ Internaz. di studi francescani, X-XI. (P. Benv.
Bughetti, O. F. M.)
161
Falcinelli Antoniacci, Mar. L' anima di S. Francesco nella poesia di
G. Pascoli
161
Terracini, A. Benv. Il cursus e la questione dello Speculum Perfectionis
161-2
Grigioni, C. L' abside antica e la torre campanaria del Tempio Mala
testiano in Rimini
162
Vittani, G. L' Archivio di S. Chiara vecchia in Lodi
162-8
Faloci Pulignani, M. Le Clarisse di Vallegloria a Spello
163
La Historia Longobardorum di Paolo Diacono in un codice di Assisi. 163-4
Lazzareschi, Eug. San Bernardino di Siena sull' Amiata e nella Lucchesia
164
Falconio, Diomede, Em.mo Cardinale, I Minori Riformati negli Abruzzi,
voi. I-m
164, 382, 790
Manassci, Paol. L' origine dei Monti di Piet
164-5
Rosati, Nazario, O. F. M. Dante e Scoto in ordine all' Immacolata .
165
Facchinetti, Vittorino, O. F. M. I Terziari e l'Apostolato religioso .
Gemelli, Agost., O. F. M. L' anima Francascana
.
Battilana, Paolino, O. F. M. San Francesco Grande di Padova. . .
166
Razzolini, Attilio. Ricordo del Centenario Constantiniano 1913, Alma
nacco
824
TABULA MATEBIARUM.
TABULA MATERIARUM.
Idem. Memorabilia de sanotis Fratribus Min
Pag.
Cenci, P. Iscrizioni di Gubbio
Maroi, Lina. S. Chiara in S. Gimignano
P. Carcano, B. da Varese, O. F. M. Guida della ohiesa di S. Chiara
in Napoli .'
Baldi, Ernesto. L' Oratorio della M. delle Grazie in S. Giovanni in
Val d' Arno
Autografo del B. Angelo da Chivasso
Bivera, Gius. Intorno all' origine del B. Vincenzo Aquilano, O. F. M.
Cocco, Ester. Bartolomeo Montagna e la Scuola del Santo a Padova
Da Re, Gaetano. La cappella di S. Bernardino a Verona
Avena, Ant. Catalogo della Pinacoteca Monga a Verona
Pettorelli, Arturo. Per due statue in S. Maria di Campagna a Piacenza
Merlotti, G. Antichissima chiesa a Montecellese quasi scomparsa . .
Constantini, Beniamino. Convento dei Cappuccini in Scurcola ...
Porena, F. Un atlante francescano
Cella, Ant, Monte di Piet a Cherso
Fo, Salv. Gli Ebrei nel Monferrato
Notizia sul ven. fr. Costanzo d' Acqui, O. M. Cap
Simonetti, Gius. Lettere del P. Ireneo Aff, O. F. M
Benassi, Umb. Angelo M. Bandini a Parma
Padrenostro, Alf., O. F. M. La via della Croce e la Terra S. nella ca
rit della Sicilia
Villa Santa, Claudio. Nella terra serafica. (Idem)
Prossime Pubblicazioni. Ellero, Gius. 167; Mariotti, Cand., O. F. M.,
167; Corna, Andrea, O. F. M. 167; Santi Francescani (Zeff. Lazzeri, O. F. M., Leggenda di S. Chiara; Lucio Nuflez, O. F. M.,
Vita di S. Caterina Vigri), 882.
Recenti Pubblicazioni (annunzi). Diomede, Card. Faloonio, 164, 382,
791); Brugnoli B., 380; Suchet Maria, 790; Silvestri Cipriano, O. F. M.
790; Sevesi Paolo M., O. F. M., 790.
825
785-6
786
786-7
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787-8
788
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789
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>
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790
>
Chronique trangre.
Allemagne. Franziskanische Studien, fase. I, II, III. (P. Mich.
Bihl, 0. F. M.)
168-171, 568-70, 700-1
Boving, Bemigius, O. F. M. S. Bonaventura und der Grundgedanke
dei- Disputa Baffaels
168-9
Haselbeck, Gallus, O. F. M. Die Stellung des Irenikers P. Christoph
de Bojas y Spinola O. F. M. zur Orthodoxie
169
Schulte, Joh. Chrysost., O. M. Cap. P. Martin von Cochem, FOrderer
iles eucharistischen Kultus
Minges, Parth., O. F. M. Excerpte aus Alexander von Hales bei Vincenz von Beauvais
820
Lemraens, Leonard, 0. F. M. Urkundenbuch der Kustodie Preussen
384
Idem. Vie de S. Bonaventure, II edit. (Annonoe)
Pag
Idem. II est nomine membre de la Societe Baltique
Hofer, Joh., C. SS. R. Zur Identitat des Lektor Wilnhein .... 569-70
Minarik, Klem., O. F. M. Neue Studien uber die beiden Regeln des
hi. Franziskus von Assisi
570
Kleinschmidt, Beda, O. F. M. Gaben fur die Grabeskirche des hi.
Franziskus aus Deutschland
887
388
TABULA MATERIARUM.
827
Arminio, Pra. Friar Bacon and the coming Centenary .... Pag.
888
Huber, Raphael, O. M. Conv. Franciscan Devotion to the Holy Name
Belgique. La Neerlandia Franciscana, vol. I, fasc. 1-8. 174-5, 392-1, 572-8, 777-8
Goyens, Jrme, O. F. M. Inventaire des Obituaires franciscains bel
ges. (Idem)
175
Statue de Saint Gautier de Bruges, O. F. M. la Poortersloge de cette
ville. (P. Andr Callebaut, O. F. M.)
175-6
De Poorter, Le De eruditione regum de Gilbert de Tournai, O. F. M.
(Annonoe). (Idem)
176
Callaey, Frdgand, O. M. Cap. Les Bgards au Pays Bas. (Conf
rence). (P. Mich. Bihl, O. P. M.)
Idem. Les Fraticelles et les Bguins au XIVe sicle. (Confrence) . .
828
TABULA MATERIARM.
Idem. Bourse et Prix Bordin pour son livre: Ubertin de Casale. Pag.
176
Van Puyvelde. I/influence des Meditationes Vitae Christi sur l'art
flamand. (Confrence)
176, 798
Callaey. O. M. Cap. De Nederlandsehe Beggaarden in St. Franciscus'
Derde Orden
393
Eduard d'Alencon, O. Cap. Essai de Bibliographie Capucino-Congolaise
393, 795-6
Kruitwagen, Bonavent., O. P. M. De Wijngaert van S. Franciscus 393-4 , 572-3
Andriaensen, D. Het Spijker te Hoogstraten
394
Lippens, Hugolin, O. F. M. Ncrologe des Frres Mineurs du couvent
de Hors-Chateau a Lige
573
Kruitwagen, Bonav., O. F. M. Sinte Franciscus Souter
795
Fierens, A. De Brief van Sint Franciscus aan Sint Antonius ...
39-1-5
895
>
TABULA MATEBIARM.
829
Elizondo, Jos, M*. O. Cap. Dos cartas inditas de la Monja de Carrin 803-4
Idem. Irlandeses y Espaoles de antaa
804
>
830
TABULA MATERIARUM.
TABULA MATERIARUM.
831
404
404-5
405
405
405-<i
406
Chronica Minoritica.
Acta Okdinis Fratkum Minorum. In Curia Generalitia, 814. Novi
Episcopi, Consultons etc. 814-5. Commissionos pro Breviario,
815. Acta scientifica, 815-7. Xotitiae Necrologicae SS. D. Pii X,
817-8. et Emi Card. Gr. M. Aguirre et Garoia, 818
814-818
832
TABULA MATERIAROM.
post pag.
16
>
PERIODICALS
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MAR 14 1977
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