Arresto cardiaco: ChatGPT può guidare nell'eseguire le manovre di rianimazione anche chi non è capace
In una sperimentazione, i nuovi assistenti vocali con intelligenza artificiale hanno dato risposte in media accurate dal punto di vista scientifico. I risultati saranno presentati al Congresso di Italian Resuscitation Council, società scientifica che il 13 e 14 dicembre a Bologna celebra i 30 anni di fondazione
Sbagliando si impara. Vale per gli umani (non sempre), ma anche per le intelligenze artificiali che invece dai propri errori sembrano davvero trarre beneficio. Lo dimostra una sperimentazione, pubblicata su Resuscitation in forma di lettera all'editore e firmata da Federico Semeraro (anestesista rianimatore dell’Ospedale Maggiore e presidente di European Resuscitation Council), Elena Giovanna Bignami (presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) ed esperta di Intelligenza artificiale, professore ordinario di Anestesia e Rianimazione all'Università di Parma), Jonathan Montomoli (anestesista-rianimatore presso l'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Infermi di Rimini) e Koenraad G. Monsieurs (Dipartimento di Medicina d'emergenza, Ospedale universitario e Università di Anversa, Belgio).
I risultati della sperimentazione saranno presentati domani, in occasione del Congresso nazionale di Italian Resuscitation Council (Irc) che si svolgerà a Bologna il 13 e 14 dicembre. Irc è una società scientifica senza scopo di lucro, riconosciuta dal Ministero della Salute, che riunisce medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare e che quest'anno celebra il trentennale della sua fondazione.
Il test sulla modalità vocale avanzata del bot
La sperimentazione ha voluto testare la modalità vocale avanzata (Advanced Voice Interaction, AVI) di ChatGPT e in particolare le «voci» Cove, Ember, Soul e Spruce. Spieghiamo di che cosa si tratta: il modello 4.0 del celeberrimo chatbot creato da Open AI incorpora una modalità vocale avanzata, consentendo conversazioni naturali in tempo reale. Gli utenti (che devono però sottoscrirever un abbaonamento) possono scegliere tra nove voci distinte: Arbor, Breeze, Cove, Ember, Juniper, Maple, Sol, Spruce e Vale. Ogni voce ha un tono e un carattere unici, e può essere selezionata al primo utilizzo e modificata successivamente nelle impostazioni.
Ebbene gli autori della sperimentazione hanno simulato una situazione in cui un soccorritore occasionale, senza una specifica formazione sulla rianimazione cardiopolmonare (QUI, spieghiamo come si fa) , si trova di fronte a una persona in sospetto arresto cardiaco e, dopo aver chiamato i soccorsi, chiede agli assistenti vocali di ChatGPT di fornire le istruzioni su come procedere in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.
La sperimentazione è stata condotta con il solo obiettivo di valutare che tipo di aiuto può fornire la tecnologia avanzata a supporto e non in alternativa del lavoro fondamentale e insostituibile degli operatori del 112. «I precedenti assistenti vocali con intelligenza artificiale (AI) spesso non riuscivano a fornire istruzioni efficaci sulla RCP. Una ricerca pubblicata su JAMA Network Open mostra che solo il 28% di tali strumenti suggerisce di chiamare i servizi medici di emergenza (EMS) e solo il 34% fornisce indicazioni sulla RCP, sottolineando la necessità di un supporto affidabile basato sull'AI», spiegano gli autori.
I risultati: risposte molto buone
Con la nuova funzionalità le risposte dei quattro assistenti vocali di ChatGPT sono state molto buone, pur con differenze tra le quattro voci, in termini di tempestività e velocità delle indicazioni fornite al soccorritore occasionale, di capacità di elaborare i messaggi in numerose lingue e quindi di adattarsi alle diverse culture e di sostenere dal punto di vista emotivo l’interlocutore attraverso un tono calmo e rassicurante.
E accuratezza scientifica in media elevata
L’accuratezza delle risposte dal punto di vista scientifico è stata mediamente elevata. Ulteriori studi saranno necessari per comprendere come questi strumenti potranno essere integrati nella catena di soccorso che unisce cittadini e operatori sanitari. «Saranno necessari test futuri in condizioni difficili come ambienti rumorosi o scenari con più astanti per convalidare l'affidabilità di AVI. Rimangono delle sfide, tra cui lo stress del soccorritore, la variabilità linguistica, la connettività, l'adattabilità e la familiarità dell'utente», aggiungono gli autori. Dunque, come dicevamo all'inizio, gli strumenti di AI imparano.
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L'«evoluzione» degli LLM
Ed è questa la grande svolta impressa alle macchine intelligenti dagli ultimi modelli linguistici di grandi dimensioni (Large language models, LLM). Appena un anno fa, uno studio pubblicato su Resuscitation, coordinato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano - in collaborazione con medici anestesisti-rianimatori di Milano, Bologna, Parma e del Regno Unito e che ha coinvolto pazienti sopravvissuti all’arresto cardiaco e i loro familiari aveva dato risultati opposti. Quando si tratta di rianimazione cardiopolmonare (Rcp), per imparare come si eseguono le manovre che consentono di salvare una persona colpita da un arresto cardiaco non è ancora il caso di affidarsi a ChatGPT.
Invece, la piattaforma che utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni (Large language models) generati dall’AI aveva dimostrato di saper fornire informazioni di carattere generale sulla Rcp accurate e complete. Cosa è accaduto? «Il modello è molto migliorato - risponde la professoressa Bignami - . Questa nuova versione di ChatGPT ha imparato a riconoscere le difficoltà di un passante che assista una persona in arresto cardiaco. Riesce a capire, interpretare, aiutare e non dà più risposte a caso o fuorvianti».
Oiù di 700 esperti a convegno
Oltre 700 esperti in rianimazione cardiopolmonare italiani ed europei si confronteranno al Palazzo dei Congressi di Bologna sui metodi e le evidenze scientifiche più avanzate sulla gestione dell’arresto cardiaco nel congresso promosso da Italian Resuscitation Council (IRC). Al centro dei lavori anche l’importanza della formazione sul primo soccorso: insegnare a quanti più cittadini possibile le semplici manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore automatico esterno (DAE) aumenta la sopravvivenza all’arresto cardiaco fino a triplicarla.
La proposta: insegnare il primo soccorso ai neopatentati
Tra le idee in discussione durante i lavori e sostenute da Italian Resuscitation Council (IRC), la proposta di insegnare il primo soccorso a chi prende la patente di guida: nel 2023 i neo-patentati sono stati oltre 1,1 milioni di cui più di 700.000 di età inferiore ai 21 anni. Associare il rilascio della patente alla formazione sul primo soccorso permetterebbe di avere ogni anno un grande numero di giovani cittadini capaci di intervenire in caso di arresto cardiaco con la rapida attivazione dei soccorsi (112) e le manovre salvavita.
Come riferisce uno studio pubblicato su Jama Network in Danimarca, dove dal 2006 l’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare è stato reso obbligatorio per ottenere la patente e per iscriversi ai corsi professionali, la percentuale soccorritori occasionali che sono stati in grado di effettuare la rianimazione cardiopolmonare in attesa dell’arrivo dei soccorsi è passata dal 27% del 2005 all’80% del 2019. La sopravvivenza a 30 giorni dall’arresto cardiaco è salita dal 4,5% del 2005 al 14% del 2019.
Urgente far partire l'insegnamento obbligatorio nelle scuole
«La sopravvivenza all’arresto cardiaco può triplicare, se si insegnano le semplici manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l’uso del DAE» osserva Andrea Scapigliati, presidente di Italian Resuscitation Council (IRC) «É urgente che la formazione sulla rianimazione cardiopolmonare sia inserita sistematicamente nei programmi scolastici, come già previsto dalla legge 116 entrata in vigore nel 2021, e che possa essere un requisito obbligatorio per il rilascio della patente di guida. L’auspicio è che questa soluzione, cui si fa cenno all’interno del nuovo codice della strada, possa trovare applicazione concreta grazie ai decreti legislativi. L’obiettivo è diffondere sempre più una ‘cultura del soccorso’ a beneficio della salute pubblica».
Nel 2025 le nuove linee guida per la Rcp
Federico Semeraro, anestesista rianimatore bolognese e neo-insediato presidente di European Resuscitation Council (ERC), la società scientifica di cui IRC è parte, sottolinea: «A livello europeo è in corso un importante lavoro che coinvolge molti esperti italiani e culminerà nel 2025 con la pubblicazione delle nuove linee guida per la rianimazione cardiopolmonare che saranno adottate dalla comunità medico-scientifica internazionale. Elementi essenziali per accrescere la consapevolezza della popolazione sul tema saranno le campagne di sensibilizzazione, come quella condotta quest’anno con UEFA durante gli Europei di calcio che ha avuto una notevole risposta in termini di coinvolgimento del pubblico, e un maggiore utilizzo della tecnologia: è auspicabile, per esempio, una diffusione più capillare delle applicazioni per la geolocalizzazione dei defibrillatori e un’esplorazione sempre più attenta, già in parte avviata in fase sperimentale, delle potenzialità dell’intelligenza artificiale come supporto ai soccorritori occasionali per gestire l’arresto cardiaco in attesa dei soccorsi».