L'Innocenza: recensione del film di Hirokazu Kore-eda

17 maggio 2023
4 di 5

Il regista giapponese torna con un (ennesimo) film molto bello, che scarta dall'ossessione tematica della famiglia e, con una prospettiva multifocale, parla di fake news, moralismo, bullismo, società giapponese. Soprattutto, di quel territorio di confine tra infanzia e adolescenza e di amore. La recensione di L'Innocenza di Federico Gironi.

L'Innocenza: recensione del film di Hirokazu Kore-eda

Un incendio ai piani alti di un palazzo di una piccola e tranquilla cittadina giapponese. Una madre e suo figlio, Saori e Minato, osservano dalla finestra. “Se a un uomo viene impiantato il cervello di un maiale è ancora un uomo o è un mostro?”, chiede Minato.
Detta diversamente: chi pensa, e agisce, in maniera diversa, che ruolo ha nella società?
Un interrogativo su cui Kore-eda Hirokazu ragiona esplicitamente, nel suo L'Innocenza. Ma non l’unico.
Dopo questo incipit, vediamo Saori preoccuparsi sempre di più per gli strani comportamenti di suo figlio, un figlio che ha cresciuto da sola dopo la morte del marito. Si convince, viene convinta da Minato, che il suo insegnante l’abbia preso di mira. Lo insulti, lo bullizzi, gli metta addirittura le mani addosso. La scuola, di fronte alle sue proteste, si comporta stranamente. Certo, l’insegnante è costretto a scuse formali, ma qualcosa non quadra. Almeno per noi.
Il signor Hori, l’insegnante, è davvero responsabile? O è Minato a essere un bullo, a prendere il mira il compagno Yori, piccolo e stravagante, e Hori lo vuole proteggere? O magari le cose stanno in maniera ancora diversa?

Parte piano, Kore-eda, lascia che la storia che racconta, una storia che ci pare strana ma al tempo stesso semplice, troppo semplice, si sedimenti bene dentro di noi. E quando pensi di aver capito tutto, ecco che il punto di vista del racconto cambia, come in Rashomon di Kurosawa: non più quello di Saori, ma quello di Hori. Le cose si complicano. Ancora di più quando il punto di vista diventa quello di Minato, e ancora di più quando capisci che L'Innocenza non è una storia di abusi né di bullismo, anzi sì, ma non nel modo in cui credevi.
Capisci che quelle cose lì vengono solo dopo una spietata critica al formalismo estremo di cui è capace la struttura sociale giapponese, che costringe al silenzio, all’omertà, alla menzogna, alla punizione (di sé e degli altri)  pur di far sì che persone e istituzioni possano, in qualche modo, salvare la faccia. Volendo, si potrebbe anche tirare la corda fino a dire che, da qualche punto di vista, L'Innocenza parli di fake news, e della società dell’apparenza dei social, che pure non vengono mai nemmeno nominati.
Capisci, infine, che L'Innocenza è una bellissima storia d’amore, di crescita, di quel territorio di confine tra l’infanzia e l’adolescenza che può essere come camminare su un filo sospeso nel vuoto. Che può spaventare più di un mostro, o di pensare di essere un mostro per ciò che si è, e si prova.

Kore-eda lavora dopo molti anni e molti film su una sceneggiatura altrui (di Yūji Sakamoto, nessuna parentale con Ryūichi, che qui firma una colonna sonora che arriva postuma), e questo gli giova, uscendo - anche se non del tutto - da quei territori familiari che aveva esplorato a lungo e che rischiava di farlo diventare ripetitivo. Il copione è ottimo, ma il controllo che Kore-eda ha del materiale narrativo e della forma del racconto è ancora meglio.
L'Innocenza non ha mai fretta (è uno slow burner, direbbe qualcuno), non rallenta mai troppo, è inesorabile nel portare a compimento  il suo percorso e la sua storia, a destinazione i suoi protagonisti. È un film girato con un’incredibile economia di inquadrature (spesso bellissime), di movimento e di parola, che costringe a far lavorare il cervello aprendo allo stesso tempo il cuore quasi senza che tu te ne accorga. Anche riguardo il sentimento, e l’emozione, non c’è mai una sottolineatura, un accenno, una scena o una parola in più di quello che è strettamente sufficiente a far sì che dallo schermo parta una scintilla, destinata a scatenare piccoli incendi che facciamo divampare poi da soli, dentro di noi.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
Netflix
Amazon Prime Video
Disney+
NOW
Infinity+
CHILI
TIMVision
Apple Itunes
Google Play
RaiPlay
Rakuten TV
Paramount+
HODTV
lascia un commento