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Una torre, un recinto, una porta. Mi trovo in un nuovo labirinto della memoria. Di pietra e suoni. Un filo di Arianna costruisce la dimensione del tempo, tra sassi antichi e riti. Con fuochi e feste. Il vento accompagna il profumo della terra fin sotto le mura di Toledo. L’odore dell’erba bagnata che penetra fin dentro la piazza della « Luna de Plata ». E carri di frutta raccolta nei campi. Tessuti di nobile stirpe. Il sole, ormai dietro i monti, che sfiora la pelle. La porta. Il recinto, la torre. Il rito dell’uomo che sfida il divino. Come l’antica torre di Babele. Un viaggio attraverso due mondi. La città e la natura. Legati da fili sottili. Intessuti da mani di donna. Grano tra i suoi seni, uva, miele e olio nelle sue terre di confine. La natura offre all’uomo lo spazio dell’eucarestia. La terra di Prometeo. Il nuovo confine tra la città e la natura. Tra gli uomini e dio. La campagna. Estensione delle città di pietra. Altare sacro dell’umano divenire. Fragile terreno dove nasce la vita e dove gli uomini senza memoria mietono la morte. Una rete di fili visibili e invisibili. Con pozzi profondi, altari. Giardini e rifugi segreti. Memorie ormai stanche. Un Tajo avvolge la terra. Avvolge le mura. Una torre, un recinto, una porta. Ancora una porta come segno potente a futura memoria del legame tra la città e la natura. Teatro di questa alleanza. La campagna come margine sacro dei due mondi Indice Prefazione I.1 I.2 I.3 Introduzione Motivazioni, luogo, tempo Metodi, studi attuali, fonti Ipotesi, obiettivi, sintesi 1.1 1.2 1.3 1_Nuovi paradigmi del paesaggio agricolo, lo stato dell’arte Definizione, lettura e costruzione del paesaggio di margine Ricerche e sperimentazioni sulla campagna urbana Le politiche comunitarie e il quadro nazionale e regionale della programmazione 2.1 2.2 2.3 2_La campagna urbana tra natura e artificio, alcuni casi studio Lo spazio limite e residuale nelle modificazioni dell’abitare Declinazione del verde tra produzione e loisir Permanenze e armature 3.1 3.2 3.3 3_Politiche e progetti della ri-generazione, l’esperienza consolidata La riqualificazione strategica La ri-generazione delle residualità marginali Gli attraversamenti culturali e disciplinari come tema di progetto C1 C2 C3 Conclusioni La ricomposizione del mosaico investigativo come processo di verifica Un nuovo paradigma nella biografia urbana. il country front Gli sviluppi possibili della ricerca B.1 B.2 Bibliografia Generale disciplinare Prefazione Tra il paesaggio naturale e quello antropico si colloca la “campagna urbana”, porzione significativa del paesaggio culturale. Il luogo dove la città ha proiettato le sue estensioni negando o affermando la memoria e il progetto. Nello stesso tempo è il luogo dove la natura si è fatta addomesticare, strutturare, trasformare. Un viaggio attraverso tre paesaggi: quello del tempo riconducibile alla conoscenza, quello della modernità legato all’azione e quello interdisciplinare afferente alla formazione. La nozione di paesaggio culturale può governare il progetto di architettura in quella parte di territorio che si chiama "campagna urbana" presente nella città consolidata, frammentata o diffusa. . Introduzione. Motivazione, luogo, tempo La città produce sempre più scarti urbani e luoghi privi d’identità nella sua inarrestabile espansione verso periferie diffuse e frammentate; realizzando un reticolo delle opportunità latenti. L’interesse è rivolto a cogliere queste opportunità. Gli spazi conservano le tracce della memoria che vanno recuperate e reinterpretate. Lo spazio fisico della ricerca è proprio la “campagna urbana”considerando le sue diverse declinazioni tipologiche, morfologiche e topologiche individuando scenari rappresentativi. La biografia metabolica costituisce solo l’armatura delle permanenze che guidano il progetto di manutenzione, sostituzione e trasformazione del mosaico dei paesaggi contemporanei individuati. L’utilità dello studio proposto - le campagne urbane - sta nella rivendicazione della centralità di questo spazio margine come tema di progetto d’architettura urbana nelle sue declinazioni dell’abitare: privato, pubblico e collettivo. Metodi, studi attuali, fonti L’approccio metodologico è di tipo comparativo e deduttivo. La ricerca, attraverso un processo di sintesi e discretizzazione di analisi morfo-tipologiche, di progetti e ricerche, permette di definire un “tema di progetto” possibile: il country-front. Le categorie dell’elaborazione sono: differenze/omologazione, interconnessione/isolamento, integrazione/separazione. Una prima ricognizione sulla campagna urbana avviene a partire dalla ricerca di Pierre Donadieu. L’esplorazione si arricchisce d’innumerevoli sollecitazioni che provengono dall’arte, dall’architettura, dalla sociologia e dalla politica urbana. Le fonti sono quelle bibliografiche, cartografiche, fotografiche e del web che permettono l’acquisizione. Ipotesi, obiettivi, sintesi L’ipotesi è che la campagna urbana è una risorsa economica, spaziale e culturale che può risolvere il conflitto tra costruito e coltivato attraverso la nozione di “paesaggio”, operando secondo tre direttive che sono: individuare un sistema (lineare, reticolare), recuperare l’identità rurale e urbana e trasformare questo spazio collettivo/ pubblico/privato in una nuova centralità. Questa ricerca tenta quindi di individuare un “tema di progetto” che si pone l’obiettivo di ri-generare i “margini” attraverso la messa a “sistema” dello spazio agricolo residuale urbano. Può a tutto questo contribuire la nozione di paesaggio? L’arte nelle sue applicazioni contemporanee, a scala urbana e territoriale può costituire insieme alle infrastrutture della mobilità l’armatura del progetto di rigenerazione delle campagne urbane? Possono i corridoi biologici essere un nuovo paradigma economico, estetico ed ecologico della città; non più intesa solo come spazio costruito ma come organismo più vasto che contiene “il costruito e il coltivato”? La ricerca tenta di rispondere a queste domande. 1_ Nuovi paradigmi del paesaggio agricolo, lo stato dell’arte 1.1 Definizione, lettura e costruzione del paesaggio di margine Il contributo dell’arte nella percezione/costruzione del paesaggio agricolo è determinante e attraversa l’intera storia dell’uomo. Dalle pitture romane fino alla land art, dalla letteratura bucolica a Calvino è un susseguirsi di racconti che hanno come protagonista lo spazio agricolo, generatore “dell’abitare”. Lo sguardo proposto non può prescindere dalla lettura della Convenzione Europea sul Paesaggio di Firenze (2000) e dai nuovi strumenti di lettura del territorio come le immagini satellitari. La matrice della ricerca è costituita dagli scritti di Emilio Sereni, Cristian Norberg-Schultz, George Simmel, Silvano Petrosino, K. Lynch, Gilles Clément e Rem Koolhaas. Il tentativo, in pratica, è quello di svelare questa porzione di territorio come paesaggio culturale denso di attraversamenti disciplinari. 1.2 Ricerche e sperimentazioni sulla campagna urbana Il punto di partenza di questa esperienza investigativa è la pubblicazione di Pierre Donadieu, “Campagne urbane”(1998). Una riflessione sullo spazio agricolo che mette l’attenzione su alcune questioni: le modificazioni del rapporto storico tra città e campagna, le implicazioni sociologiche, l’esigenza di trovare un nuovo equilibrio ecologico tra società e territorio e l’individuazione di nuove spazialità. Inoltre le ricerche di Jean-Bernard Charrier con “Geografia dei rapporti, città-campagna” e “Fuori città, senza campagna” a cura di Luca Dal Pozzolo, (che propone un diverso modo di “guardare” e di fare “architettura) nonché quella di Davide Pagliarini con “Il paesaggio invisibile” e la ricerca “Canicatti, campagne abitate e paesaggi d’arte” a cura di Antonella Contin e Michele Sbacchi, rappresentano un contributo significativo per meglio comprendere il rapporto tra lo spazio agricolo urbano e il progetto di architettura. Si costruisce in questo modo l’atlante delle conoscenze. 1.3 Le politiche comunitarie e il quadro nazionale e regionale della programmazione I nuovi scenari della programmazione europea fino agli strumenti locali, costituiscono un patrimonio di esperienza metodologica, che ci permette di realizzare l’esercizio del progetto in chiave sistemica e multidisciplinare individuando nella dimensione urbana del progetto di architettura la scala per il governo del territorio. Dai programmi di riqualificazione urbana ai piani strategici, fino ai parchi letterari è un susseguirsi di strumenti di progetto che propongono l’approccio “sistemico” per la trasformazione dello spazio attraverso la ri-generazione del “margine” visto come mosaico dei paesaggi. La Comunità Europea propone molti strumenti per il confronto e la promozione di best practice, utile per configurare nuove biografie e un nuovi metabolismi urbani che realizzino la “sostenibilità integrata”. S’individuano pertanto processi metodologici innovativi riguardanti il governo del territorio. 2 _ La campagna urbana tra natura e artificio, alcuni casi studio 2.1 Lo spazio limite e residuale nelle modificazioni dell’abitare Esplorando alcune realtà urbane dell’area metropolitana di Catania è possibile definire, in considerazione del rapporto tra “costruito e coltivato”, l’atlante delle declinazioni che l’architettura determina, quando si rapporta alle campagne urbane. Le modalità dell’abitare nello spazio margine, descrivono un preciso rapporto con il “topos” attraverso una morfogenesi che si modifica nel tempo. Forme, relazioni, simboli, densità, ritmi, attraversamenti, gerarchie e funzioni sono elementi costitutivi nella lettura dello spazio, oggetto della ricerca. Tutto ciò permette di individuare le costanti formali, relazionali, e funzionali per costruire “sistemi” lineari e/o reticolari che ridefiniscono le nuove biografie della città coltivata e costruita. 2.2 Declinazione del verde tra produzione e loisir Sono innumerevoli le definizioni di “area a verde” nella cultura del governo del territorio: dal verde agricolo al parco urbano da quello di valore paesaggistico fino al verde di pertinenza, al giardino pubblico o a quello di riserva agricola. Si tratta di definizioni che si sono sedimentate nel tempo e descrivono una precisa cultura, che può essere autoctona o frutto di una contaminazione esterna. In ogni modo come per il costruito anche per il coltivato s’individuano delle “costanti” funzionali, formali e relazionali che hanno determinato “paesaggi” la cui “manutenzione, sostituzione o trasformazione” afferisce ai processi di metabolizzazione urbana. 2.3 Permanenze e armature Attraverso una ricognizione puntuale è possibile individuare gli elementi principali, che costituiscono l’armatura dello spazio agricolo e le permanenze consolidate. Elementi puntuali e lineari che caratterizzano lo spazio. Le giaciture, i terrazzamenti, le recinzioni, gli ingressi, le fabbriche, le fonti, gli orientamenti ecc. hanno assunto nel tempo varie forme e diversa consistenza materica, determinando il “senso della bellezza”e il campo dentro il quale si consuma il conflitto tra la storicità e la modernità. Appare utile individuare gli elementi che costituiscono il patrimonio esportabile nel progetto di architettura o che possono essere nuovi elementi di contaminazione disciplinare. 3 _ Politiche e progetti della ri-generazione, l’esperienza consolidata 3.1 La riqualificazione strategica La centralità dell’azione politica nel governo del territorio passa attraverso un diverso modo di leggere il paesaggio e di prefigurare la sua trasformazione. La visione sistemica, (lineare e/o reticolare) contribuisce a definire nuovi ambiti del progetto. La M30 a Madrid può considerarsi un’esperienza rilevante. I parchi letterari promossi dalla fondazione “Ippolito Nievo” e sostenuti dalla comunità europea costituiscono un modello di lettura e trasformazione del paesaggio efficace dove partecipazione democratica, redditualità, qualità dell’architettura, potenziamento dell’urbanità e sostenibilità sono le componenti essenziali del progetto. 3.2 la ri-generazione delle residualità marginali Attraverso la presentazione di alcuni progetti, come il masterplan per l’expò di Milano o del BioVallo delle Comunità Montana Vallo di Diano, si tenta di verificare il rapporto tra “costruito e coltivato” e come quest’ultimo, con le sue permanenze, determina nuovi paesaggi e nuove strategie del progetto. Alcuni di questi esempi riguardano sistemi lineari a scala urbana, altri afferiscono a quella architettonica o del design e forniscono comunque indicazioni utili per comprendere le relazioni tra “pieno e vuoto”, tra permanenze e modernità, tra sostenibilità e innovazione individuando metabolismi possibili. 3.3 Gli attraversamenti culturali e disciplinari come tema di progetto La riqualificazione del paesaggio passa attraverso un processo culturale che “svela” frammenti di territorio. Le arti figurative, la letteratura, il cinema contribuiscono a leggere lo spazio e perché no a condizionare il progetto di evocazione e trasformazione. Alcune realizzazioni e/o ricerche di land art o di drosscape ci permettono di individuare temi possibili per ricostruire l’identità degli spazi residuali per realizzare un net-green. In pratica una rete dei “corridoi biologici” come nuova armatura urbana. Conclusione C1 La ricomposizione del mosaico investigativo come processo di verifica il patrimonio di esperienze, di punti di osservazione, di chiavi di lettura, di progetti, di ricerche che costituiscono questo lavoro, riconducono all’idea di “mosaico culturale”. Pertanto, la verifica della ricerca avviene ricomponendo i tasselli individuati per verificare la possibilità, che essi costituiscano un sistema dialettico congruente e organico. Attraverso un riallineamento dei saperi, riconvertiti in maniera deduttiva, è possibile verificare le ipotesi di partenza. In questo senso è fondamentale la centralità della dimensione urbana del progetto d’architettura e la sua capacità di farsi attraversare e contaminare da sollecitazioni multidisciplinari. C2 Un nuovo paradigma nella biografia urbana. il country front, Arturo Soria y Mata può costituire l’archetipo di questo ragionamento. Il suo teorema culturale che trovò applicazione a est di Madrid alla fine dell’800 è rimasto per lungo tempo solo un paradigma dialettico. Forse la M30 (sistema della mobilità integrata) a ovest di Madrid e l’esperienza dei water-front, dagli anni ’80 ad oggi, costituiscono la base di partenza di un nuovo modo di interpretare il rapporto città-campagna. Lontano da contrapposizioni politiche, estetiche, simboliche ed economiche l’idea del country-front restituisce identità e unicità al paesaggio di margine offrendo l’opportunità di rigenerare le residualità stratificate. C3 Gli sviluppi possibili della ricerca Il progetto, come esercizio funzionale alla ricerca, costituisce un ulteriore passo avanti, necessario ad approfondire il tema operativo del countryfront. L’individuazione di “luoghi” lineari/reticolari per realizzare esperienze di workshop di progetto, costituirebbe la base per realizzare un nuovo atlante delle opportunità, per verificare, inoltre, l’efficacia della “misura” nella definizione di ambito, la densità della “memoria” nella costruzione del paesaggio, la consistenza e la forma della “rete” per “sostenere” la rigenerazione dello spazio costruito/coltivato. Bibliografia Generale Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi Salani editore, Milano 1996 Silvano Petrosino, Babele, architettura, filosofia e linguaggio di un delirio Il melangolo, Genova 2003 Christian Norberg-Schulz, L’abitare. L’insediamento, lo spazio urbano, la casa Electa Editrice, Milano 1984 Gilles Clèment, Manifesto del Terzo paesaggio Quodlibet, Macerata 2005 Italo Calvino, Le città invisibili Oscar Modadori, Verona 2003 Disciplinare Pierre Donadieu, Campagne urbane, una nuova proposta di paesaggio della città Donzelli editore, Roma 2006 Davide Pagliarini, Il paesaggio invisibile, dispositivi minimi di neo-colonizzazione Casa editrice Librìa, Melfi 2008 Antonella Contin, Michele Sbacchi (a cura) Canicattì, campagne abitate-paesaggi d’arte Alinea editrice, Firenze 2007 Luca Dal Pozzo (a cura) Fuori città, senza campagna. Paesaggio e progetto nella città diffusa Franco Angeli, Milano 2002 Jean-Bbernard Charrier, Geografia dei rapporti città-campagna Franco Angeli, Milano 1991 www.francesco finocchiaro.it