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2010, Università di Catania | Dottorato in Progettazione e analisi urbana
L’arte, nelle sue diverse declinazioni temporali ed espressive, ha offerto innumerevoli interpretazioni dello spazio agricolo. L’artista ha costruito visioni, memorie, strutture percettive, il tutto estrapolando dallo spazio fenomenologico frammenti emozionali, selezionando precise inquadrature, attraverso un’azione volontaria che scarta, sposta, riconfigura, ricompone, modifica, racconta. Il suo lavoro è quello di svelare anticipatamente un paesaggio e di presentarlo alla collettività. Con l’opera “Le spigolatrici” (Parigi, Louvre) del 1848 di Jean-François Millet, comincia un nuovo modo di guardare la campagna. Idealizzata dalla pittura romantica e resa emozionale dai paesaggisti, questa propone, dal realismo francese in poi, una dimensione nuova che contempla gli aspetti economico, sociale e urbano. Da allora la campagna, non è più percepita come natura ideale, luogo degli avvenimenti mitologici, ma spazio della produzione agricola connessa alla città. Gli artisti si concentrano su nuovi temi iconografici: il lavoro dei campi vi è incluso. Si costruisce un nuovo linguaggio, temi diversi per un nuovo importante committente, la borghesia. La perdita del carattere “mitologico” e “ludico” dello spazio agricolo, presente nelle pitture di Giorgione e Goya, rappresenta un evento culturale. La campagna, da spazio allegorico, luogo di ninfe, di dei, di battaglie, di rivelazioni sacre, diventa fisica, rappresenta e accoglie i riti del proletariato. Nella “casa all’Estaque” (Berna, Kunstmuseum) del 1908 di Georges Braque si percepisce, attraverso il linguaggio cubista, la de-costruzione del paesaggio urbano/agricolo e la sua ricomposizione originale. Significativi sono i contributi di Herich Hecker con “primavera in Fiandre” del 1916 riconducibile all’esperienza del Brücke; i lavori di Paul Cézanne riferiti a “la Montagne Sainte-Victoire” ed in particolare la tela di Filadelfia del 1904; il “Paesaggio raggista” del 1912 (San Pietroburgo, Museo Russo) di Michail Larinov e le sperimentazioni di Kazimir Malevic, Piet Mondrian, Paul Klee e Giorgio De Chirico. Attraverso i secoli, dalle decorazioni della sala di villa Livia del I secolo d.C. (Giardino della villa di Livia, Roma, Museo Nazionale Romano) è un susseguirsi di visioni dello spazio agricolo fino alle opere pittoriche di d’Inessa (artista siciliano) che propongono un paesaggio denso di memorie, di pregnanze, di ridondanze. Acquarelli che ricompongono le esperienze di Cézanne, di Turner, di Picasso in chiave contemporanea per descrivere un paesaggio malinconico e fiabesco. Negli anni ’60 e ’70 gli artisti della Land Art, Robert Smithson, Walter de Maria, Michael Heizer, Richard Serra e altri, contribuiscono a connotare l’ambiente con un oggetto-scultura effimero e minimalista che costruisce l’identità dei luoghi. “Con la Land Art è direttamente l’ambiente, su cui interviene l’artista a divenire esso stesso una forma estetica fruibile come opera d’arte.” Il lavoro segue procedure che appartengono al fare dell’architettura: scavare, aggiungere, unire, piantare, bucare, ecc . Questa forma d’arte costituisce un contributo significativo nella lettura, percezione e costruzione del paesaggio. I nuovi materiali dell’arte sono il suolo, lo spazio, la luce, lo sguardo, la memoria: tutti elementi utili per riconfigurare lo spazio agricolo o per meglio comprenderlo. Da una visione contemplativa e visionaria all’esercizio del progetto. L’arte, anche quella letteraria, ha costruito paesaggi, determinando la configurazione dei luoghi. Pensiamo alla letteratura bucolica di Virgilio, di Petrarca. Nel XVI secolo in Spagna Garcilaso de la Vega (Toledo 1503 - Nizza 1536), poeta e guerriero, costituisce un caso emblematico. Pluma y espada riassumono la sua natura, il suo destino. Garcilaso, attraverso i suoi scritti, contribuisce a configurare il paesaggio di limite di Toledo. Suggerisce una precisa modalità insediativa relativamente all’espansione della città verso la “Fabbrica delle armi”. Tra la città storica e la nuova espansione uno spazio agricolo, reso sistemico dalle mura arabe. Le permanenze archeologiche e agricole costituiscono l’armatura organizzativa di questo spazio che mantiene per secoli la sua configurazione fino alla presa d’atto da parte della comunità di Toledo: mantenere due coni ottici privilegiati per godere della magnifica veduta del “casco historico”. “Le città invisibili” di Italo Calvino rappresentano un documento utile per comprendere il rapporto tra forma, simbolo e funzione. Le campagne urbane descritte nel capitolo “le città continue 4” permettono di ricostruire un processo di trasformazione usuale. La cancellazione della memoria, dello spazio agricolo che diventa scarto, residuo. Italo Calvino permette di cogliere l’essenza della trasformazione urbana, dello spazio limite non solo sul piano fisico ma su quello della percezione emozionale.
La storia gloriosa della città di Palermo e il rango di capitale nel contesto europeo, la sua identità profondamente interculturale, il suo orizzonte di città metropolitana del Mediterraneo, ma anche le criticità ed i problemi, nonché i processi di trasformazione e riqualificazione in atto ed i progetti di sviluppo avviati richiedono di essere ricondotti ad una visione strategica del futuro della città. Solo così essi potranno garantire la loro efficacia e potenziare opportunità e ulteriori prestazioni. Dobbiamo con chiarezza assumere un approccio allo sviluppo urbano in grado di coinvolgere il reticolo di soggetti politici, economici, professionali, sociali e culturali della città per produrre azioni concrete di riqualificazione e sviluppo. La sempre più aspra competizione tra le città europee ad attrarre abitanti e visitatori, capitali ed attività, finanziamenti ed eventi per assicurare un futuro allo sviluppo urbano richiede da parte di tutti i soggetti territoriali coinvolti nel governo del territorio l’adozione di una prospettiva di chiarezza di percorso, di efficienza programmatica, di efficacia attuativa e prestazionalità di risultato, la quale si traduce nell’acquisizione di nuove capacità tecniche e di nuovi comportamenti amministrativi e progettuali. In particolare il governo del territorio richiede l’incremento di capacità di pianificazione strategica e capacità di promuovere le identità e le risorse all’esterno in modo da alimentare la forza partenariale dell’attuazione degli interventi. Le amministrazioni locali sono quindi chiamate a svolgere nuove e più ampie funzioni rispetto al passato attraverso l’utilizzo di modalità di governo sempre più orientate alla governance dei processi, cioè alla governabilità delle decisioni e delle azioni, utilizzando sempre più il potere di “fare” piuttosto che il potere di “impedire”. Le amministrazioni non possono più limitarsi ad essere semplici fornitrici di servizi alla cittadinanza, ma devono essere soggetti attivi nella produzione della qualità ambientale e culturale, della coesione sociale, della sostenibilità economica e dell’attrattività di risorse per il progetto complessivo di futuro. Amministrazioni impegnate a soddisfare anche la domanda di altri utenti, effettivi e potenziali, in grado di generare ricchezza a livello locale, capaci di alimentare nuove domande di trasformazione compatibile.
AM. Antropologia Museale, Etnografia, Patrimoni, Culture visive
Campagne digitali2014 •
Il paesaggio rurale, prima che veduta suggestiva, è luogo stratificato di presenza, di appaesamento e di mutamento che custodisce memorie, tracce e nostalgie. L’articolo presenta il progetto "Ecomusei Digitali delle Terre di Siena" per avviare un percorso di riflessione sul valore e il senso dei luoghi in cui il coinvolgimento della comunità locale è condizione necessaria alla produzione dell’esito conservativo.
Introduzione La condizione urbana incorpora, oltre alle forme ereditate della città compatta e intensiva, morfologie insediative discontinue e differenti per forma e densità, a stretto contatto con lembi di paesaggio agricolo e naturale. La recente storia disciplinare dell'urbanistica, di cui si ripercorrono nel presente articolo alcune tappe significative, ha progressivamente registrato e accolto nei propri apparati interpretativi la problematicità di questo nuovo statuto dell'urbano: non solo insediamenti nelle cui maglie sono inglobati residui di mosaici agrari o suoli agricoli in aree di margine che resistono alle spinte dell'urbanizzazione, ma paesaggi complessi in cui lo spazio aperto, rurale e naturale, tradizionalmente estraneo alla forma urbis, compone economie di parti rilevanti di territorio. Alcune pratiche si cimentano con una dimensione progettuale e normativa che sottende la nuova relazione di mutua utilità tra città e campagna, accogliendo sia paesaggi agrari ad alto valore economico o testimoniale sia quelli ordinari. In definitiva, la questione del governo del territorio si pone oggi in termini che vanno ben oltre la semplice definizione exante delle sue regole di assetto: gestioni diversificate che ne articolano i contenuti specifici apportando un incremento complessivo delle prestazioni urbane, paesaggistiche ed ecologicoambientali. Nel nostro Paese, la pianificazione urbanistica ha espletato la propria efficacia nel tempo lungo operando prevalentemente attraverso la definizione di zonizzazioni funzionali al controllo della rendita fondiaria e alla regolamentazione del rapporto pubblico/privato. Questa prospettiva è stata sancita
Obiettivo periferico
Cerniere urbane.2019 •
Le periferie urbane contemporanee sono luoghi sorti in un momento storico in cui la cultura progettuale ha risposto positivamente alle esigenze della società e alle politiche di interesse pubblico; luoghi che, nonostante le intenzioni, non furono concepiti per evolversi seguendo le repentine trasformazioni che hanno investito la nazione nei decenni successivi; quartieri che, oltre ad aver apportato una modifica urbana a livello dimensionale, hanno provocato cambiamenti al sistema delle relazioni sociali. Così, Periferico è quando viene meno il legame tra individui, gruppi e città; quando le persone non riescono più a considerare la città come bene pubblico e perdono il senso di appartenenza ai luoghi (Modigliani, 2016). La periferia è dove non vi è più coincidenza e legame storico tra urbs e civitas (Desideri, 2016). Partire dalla riflessione sulla concezione greca della città, non intesa come luogo fisico ma come comunità, può divenire strumento per la rigenerazione. Obiettivo periferico quindi come recupero di un pensiero politico a cui rispondano azioni urbane che abbiano come soggetti le comunità, l’identità e l’inclusione ed in cui il capitale umano sia la risorsa, in cui si rifletta sul riuso della materia urbana ed intorno alla responsabilità sociale dell’architetto, all’investimento in cultura e sullo spazio pubblico per incentivare processi economici innovativi, alla ricerca della trasformazione delle periferia in nuova centralità: Periferie come cerniere urbane.
2013 •
Analisi del film "Non uno di meno" di Zhang Yimou
Древняя Русь. Вопросы медиевистики
Цикл молитв Василия Великого в составе древнерусских часословов XIII–XIV вв.HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe)
Capitalisme et Comptabilite2009 •
RSBO
Outpatient dental treatment under general anesthesia in children with cleft lip palate: case report2017 •
International Journal For Multidisciplinary Research
Fast Foods Consumption Impact on Physical Health of Adolescent Girls2024 •
Foundations of Science
Who Gave You the Cauchy–Weierstrass Tale? The Dual History of Rigorous Calculus2011 •
Alternatives: Turkish Journal of International Relations
Democratization in the Gulf Monarchies and American Civil Society2010 •
Revista da Faculdade de Odontologia - UPF
Absenteísmo por causa odontológica: uma revisão de literatura relacionada à ausência no trabalho e a saúde bucal do trabalhador2015 •
Vìsnik Asocìacìï krimìnalʹnogo prava Ukraïni
Artificial intelligence in Ukrainian traditional categories of criminal law2023 •