Dreams

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Una storia di amour fou interclassista, intrisa di erotismo patinato anni Ottanta, parlando anche un po’ dell’emigrazione da Messico a Stati Uniti, e aggiungendo anche l’ingrediente della danza. Tutto questo è Dreams, il nuovo lavoro del messicano Michel Franco che sfoggia nuovamente una scintillante Jessica Chastain. Tutto però molto superficiale senza arrivare da nessuna parte. In concorso alla 75° edizione della Berlinale. Per carità!

Can you hear the drums Fernando?

Fernando, un giovane ballerino messicano, sogna una carriera internazionale e una vita negli Stati Uniti. Credendo che la sua amante, Jennifer, donna mondana e filantropa, lo sosterrà, si lascia tutto alle spalle, per emigrare negli US. Tuttavia, il suo arrivo sconvolge il mondo attentamente curato di Jennifer. Farà qualsiasi cosa per proteggere il loro futuro e la vita che ha costruito. [sinossi]

Fernando è un immigrato irregolare che arriva nel territorio americano stivato in un tir insieme ad altri disperati. Entra in una tavola calda per bere qualsiasi cosa, spinto dalla sete, ma viene cacciato da una cameriera infastidita. Parla anche lei spagnolo, segno che è a sua volta di origine messicana, come a dire che il razzismo non limiti. L’arrivo del giovane apre il film Dreams, nuovo lavoro di Michel Franco, presentato in concorso alla Berlinale 2025. Non è una storia di disperazione, come questo inizio potrebbe far credere. Fernando è l’amante di una donna americana raffinata e facoltosa, Jennifer. La situazione di relativismo xenofobico potrebbe essere anche interessante, ma è gratuita e telefonata. Dreams racconta di una storia di amore passionale nel quale far confluire un discorso sul classismo e sulla crisi degli immigrati messicani irregolari, un tema sulla cresta dell’onda da tempo. Non ci stupiremmo se il film venisse lanciato come un pamphlet anti-Trump. Indubbiamente il film funziona sul rapporto tra queste due figure con le loro relative fisicità. Jennifer, interpretata da Jessica Chastain che torna a lavorare con Franco dopo Memory, è una donna molto sofisticata ed elegante, che vive in una dimora raffinata. Lavora per una fondazione umanitaria che promuove progetti d’arte, una classica attività con cui le classi agiate giustificano, anche a sé stesse, la loro posizione di privilegio, evitando i sensi di colpa. Fernando è un aggraziato danzatore, interpretato da un vero ballerino, Isaac Hernández. Il loro è un rapporto di subalternità sia di classi sociali che di rapporti di forza internazionali. E la donna non esiterà a far valere la propria condizione di americana per sbarazzarsi dell’ormai ex-compagno, rivelando così tutta l’ipocrisia di cui si era ammantata. La loro è una storia di passione bollente che si snoda in una serie di scene di un erotismo patinato, come quella sulle scale, dove i genitali sono sempre occultati da qualche oggetto che si trova casualmente davanti. Una cosa ormai dei tempi che furono, quando peraltro queste costruzioni di immagini venivano fatte dal vero senza le tecnologie digitali di oggigiorno, ma che oggi appartengono solo a Mr Uekusa.

Il rapporto tra Jennifer e Fernando potrebbe ricordare la storia d’amore tra la tedesca Emmi e l’immigrato Alì del fassbinderiano La paura mangia l’anima. Inutile dire che siamo su un pianeta un po’ diverso. Franco non riesce a costruire un dramma di sofferenza amorosa autentico, ma solo una love story da soap opera fatta di ripicche. Il rapporto di forza che vede la superiorità della donna, per motivi di censo e di appartenenza alla nazione più forte, non è sufficientemente giocato per essere un ingrediente delle dinamiche del deterioramento crescente di un rapporto malato, e nemmeno funziona come discorso sociale. Ulteriore coordinata che il regista vuole mettere è quella della danza, che da un lato serve per ulteriori scene negli spazi di una tipica palestra circondata da specchi, dall’altro vorrebbe creare un ulteriore sottotesto, quello di Il lago dei cigni, insieme a quello di Romeo e Giulietta. Appigli pretenziosi per un film irrisolto da ogni punto di vista.

Info
La scheda di Dreams sul sito della Berlinale.

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