Antropologia Culturale Bella

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ANTROPOLOGIA CULTURALE

Lezione II 20/09/23
Introduzione: le diverse antropologie
Ci sono tante antropologie. Antropologos vuol dire studio dell’uomo, quindi può valere anche in un
filosofo, un linguista o uno storico.
 Ci sono antropologie implicite, come quelle legate alla criminalità organizzata. Chi merita
di vivere o merita di essere ucciso.
 C’è poi l’antropologia culturale, quella per antonomasia. È lo studio della diversità
culturale e delle forme sociali. In essa ci sono differenti campi, che sono l’antropologia
culturale e l’antropologia sociale. Sono sinonimi, sociology è più inglese, mentre cultural
americano e oggi questa distinzione è ormai datata.
 Antropologia biologica. Lo studio dell’essere umano dal punto di vista biologico-genetico e
tratti somatici secondari. Un esempio è la morfologia. Si studia il dimorfismo sessuale, ad
esempio, o il rapporto fra esseri umani e primati, se non la filogenesi umana.
 Antropologia filosofica. Si fanno domande attorno all’essere, all’ontologia. La costruzione
dell’uomo nuovo, ad esempio, è dell’antropologia filosofica.
Introduzione: l’antropologia culturale
L’antropologia culturale è lo studio scientifico della diversità culturale e dove viene fatta una
ricerca sul campo, l’etnografia. È una dimensione immersiva.
Questo produce dei resoconti etnografici, come in un determinato luogo vengono vissute ed
esperite differenti tematiche.
L’antropologia non è lo studio delle identità, ma delle relazioni. Non si studiano i gruppi umani in
un sistema chiuso, le culture sono dinamiche e trasformative. Le relazioni determinano anche le
identità, ma ridurre l’antropologia allo studio di tradizioni e identità è molto sterile. Gli scambi
animano l’umanità, come Levi Strauss diceva riguardo lo scambio delle donne, l’esogamia. Vado
fuori e cerco una compagna, ma nel momento in cui lo faccio nasce la società umana, nella fuga
dall’incesto.
Le origini
L’antropologia ha precursori, come Erodoto nelle sue Storie o Ibn-Khaldun, che raccontava la
diversità culturale. Anche de Montaigne è un ottimo esempio.
L’antropologia culturale come disciplina vera e propria nasce verso la fine dell’Ottocento.
Tre sono le nazioni in cui si sviluppa: Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America.
 In Francia già nell’epoca illuminista si costituisce un’associazione di studiosi, la Société des
observateurs de l'homme. Con l’epoca napoleonica però tutto finisce.
 L’Impero britannico colonizza molti popoli, quando raggiungevano una nuova società
individuavano i capi. Li lasciavano agire politicamente come han sempre fatto, ma sotto la
corona britannica, istituendo governi fantoccio. Ma questo porta in ogni caso a un’esigenza
di conoscenza.
Questa è una delle situazioni che alimenta i dibattiti sul rapporto fra antropologia e
colonialismo.
 Gli USA non erano ai tempi colonizzatori, tuttavia avevano una riflessione sulla diversità
culturale interna. Si costruisce una nazione composta da ex colonie europee e dai nativi
americani. Avviene una musealizzazione degli indiani, dove si raccolgono oggetti di cultura
e registrazioni dell’ultimo parlante di una determinata lingua. Per questo si parla più di
antropologia culturale in USA e sociale in UK anche se, come detto prima, sono ormai
datate.
E dato questo immenso archivio delle conoscenze sulle culture umane, uno studioso deve
cominciare a mettere ordine. Gli antropologi non sempre sono riusciti a costruire il materiale
raccolto.
I primi tentativi avvengono in un’epoca specifica di fine Ottocento, non solo per le esperienze
culturali, ma anche perché inserito in un paradigma cognitivo giusto: l’evoluzionismo. Le prime
formule antropologiche hanno un impianto evoluzionista. Trovavano culture che ritenevano più
sviluppate e meno sviluppate, c’è una scala gerarchica dove gli europei erano al primo posto.
Questa visione è stata abbandonata col passare degli anni.
Lezione III 21/09/23
Cosa si intende per cultura? Com’è stato inteso il concetto di cultura dagli antropologi?
Cultura deriva da colere, dal suo participio futuro. L’uso di questo termine ha dei significati
particolari. Immaginiamo la cultura come un campo da arare tutti gli anni. Poche cose decidiamo di
rendere definitive. Questo atteggiamento di grande azione sul mondo è cultura per gli antropologi.
La cultura è un intervento modificatore. I Mambetu usavano deformarsi il cranio, le ossa più
malleabili o scarnificarsi invece che tatuarsi. Si modificano il corpo, è ciò che li differenzia da un
animale (senza offesa per gli etologi).
Prima la cultura non era questo, erano le lettere, le arti, tutto ciò che ci accresceva
individualmente. Poi nell’Ottocento comincia ad apparire questo concetto di cultura. Nasce in
ambiente tedesco, come kultur, particolarmente attento allo spirito germanico.
La prima definizione di cultura nel senso moderno è di Edward Tylor. Razzista, colonialista, ma
quello che Tylor attribuisce è cultura a tutti gli esseri umani ed è diverso dal pensiero dei suoi
contemporanei.
Ad esempio nelle Lezioni di filosofia della storia di Hegel, egli descrive l’Africa come «[…] il
continente dove l’uomo resta fermo alla sua sensibilità naturale, del tutto incapace di evolversi, è
un paese infantile. L’Africa è dominata da passioni, orgoglio e povertà, si osserva l’uomo naturale
nella sua barbarie e sfrenatezza.». L’Africa è mancanza di umanità, l’uomo è in stato naturale, non
c’è cultura e, in seguito, non la vuole più menzionare.
Ora, nei difetti di Tylor, nel 1871 scrive questo: «La cultura, o civiltà, intesa nel suo ampio senso
etnografico, è quell’insieme complesso che include conoscenza, credenza, arte e morale.».
Fermiamoci a questi quattro elementi. Anche dove non c’è lo spirito assoluto, ci sono conoscenze,
credenze, diritto, arte.
La cultura è quella capacità di cultura e abitudini in quanto membro di un gruppo.
Lezione IV 26/09/23

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