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ricattare

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ricattare (vai alla coniugazione)

  1. (obsoleto) riscattare nell'onore o nel patrimonio
    • disse al Zeppa: or tu ben ricattato / Sopra di me ti sei: del mutuo oltraggio / Più non si parli e quel ch'è stato è stato (Giovanni Battista Casti, Novelle)
  2. (toscano) con significato vicino all'etimologia del vocabolo, recuperare, tornare in possesso di qualcosa o rifarsi di una spesa
  3. minacciare con azioni intimidatorie o con la promessa reiterata di rendere pubblici documenti riservati, carpiti con l'inganno, in grado di compromettere il ricattato nella sua rispettabilità, integrità, onorabilità ecc. o di comprovarne comportamenti viziosi per la legge al fine di estorcergli denaro o favori
  1. (ironico) spingere in modo scherzoso qualcuno a fare o a dare qualcosa quando risulta già palese in partenza che non può esservi diniego
    • dovrei essere fatto di pietra per dirti di no quando quegli occhi e quel sorriso si alleano per ricattarmi
  2. (diritto) estorcere; nel codice penale, il concetto di ricatto, insieme al reato di sequestro di persona, è assimilabile, fatte salve alcune fondamentali distinzioni, a quello di estorsione
ri | cat | tà | re

IPA: /rikatˈtare/

ricostruito dal latino volgare *recaptare "riprendere", composto a partire dal classico captare (vedi capto), variante di capere "prendere", con l'aggiunta del prefisso iterativo re-

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«Ah! Signore, se poteste immaginare cosa vuol dire accarezzare indifferentemente un vecchio mercante, un avvocato, un monaco, un gondoliere, un abate, essere esposta a tutti gli insulti, a tutte le ingiurie; essere spesso ridotta a chiedere in prestito una gonna per andare a farsela togliere da un uomo disgustoso; essere derubata dall’uno di quel che si è guadagnato con l’altro; essere ricattata dagli ufficiali di giustizia, e avere per prospettiva un’orribile vecchiaia, un ospedale e un letamaio, concludereste che io sono una delle creature più infelici del mondo”»
(Voltaire, Candido ovvero l'ottimismo, traduttore ignoto)
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