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modAutore in evidenza
Anne-Louise Germaine Necker, baronessa di Staël-Holstein (Parigi, 22 aprile 1766 – Parigi, 14 luglio 1817) è stata una scrittrice francese di origini svizzere.

Con il nome di Madame de Staël intraprese la carriera letteraria: un testo a favore della cultura tedesca le costò l'inimicizia di Napoleone Bonaparte e l'interdizione da Parigi. Stabilitasi sul lago di Ginevra continuò a scrivere: Nel gennaio 1816 si inserì nel dibattito in Italia fra classicisti e romantici pubblicando sul primo numero della 'Biblioteca Italiana' un articolo intitolato Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni...


modDa autore ad autore
Mario Rapisardi fu poeta dalla penna raffinata e mordace, che non risparmiò frecciate e sarcasmo nemmeno al Vate della neonata Italia, Giosuè Carducci. La profonda conoscenza delle letterature classiche gli pose in punta di penna un linguaggio modernissimo che riecheggia il peggior Aristofane e il miglior Gozzano.


Testa irsuta, ampie spalle, ibrida e tozza
Persona, in canin ceffo occhio porcino,
Bocca che sente di fiele e di vino,
Se morde, onora, se blandisce, insozza.
 
Mevio da un soldo, Orazio da un quattrino
Che ad arte di musaico i versi accozza ;
Or Cerbero che i re squarta ed ingozza,
Or di gonne regali umil lecchino.

Tale è costui che la musa baldracca
Sbuffando inchioda, ed inquinando ammazza
Sopra a latina prosodia bislacca.

La fama, che con lui fornica in piazza,
Posto il trombon fra l'una e l'altra lacca,
A' quattro venti il nome suo strombazza.


leggi le altre frecciate...


modSapevi che...

...Giacomo Leopardi, nelle rare occasioni in cui lasciava Recanati, portava con sé opere di autori diversi per migliorare la conoscenza delle lingue straniere, come lo spagnolo di Miguel de Cervantes e del suo Don Chisciotte? Del Castigliano apprezzava la genialità nel condannare i costumi dei suoi contemporanei e l'uso puntuale del linguaggio, citato spesso in diverse pagine filologiche dello Zibaldone e nei Pensieri:

Se avessi l'ingegno del Cervantes, io farei un libro per purgare [...] l'Italia, anzi il mondo incivilito, [...] dal vizio di leggere o di recitare ad altri i componimenti propri: [...] nei tempi addietro fu una cosa rara; ma oggi che il comporre è di tutti, e che la cosa più difficile è trovare uno che non sia autore, è divenuto un flagello, una calamità pubblica, e una nuova tribolazione della vita umana.
modImmagine in evidenza
La forma latina di scrivere, sposata nel Boccaccio e nell'Alberti alla grazia e al brio del dialetto, così nuda e astratta ha la sua espressione pedantesca negli Asolani del Bembo, e giunge a tutto quel grado di perfezione di cui è capace nel Galateo del Casa e nel Cortigiano del Castiglione.

Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, cap. XII.

Pietro Bembo nella Scuola di Atene di Raffaello, ritratto nei panni di Zoroastro; poco a lato l'autoritratto dell'artista.

Havvi poi d'Adria ancor canoro mostro,
purpureo cigno e nobile e gentile,
che la lingua ha di latte e'l manto d'ostro,
rossa la piuma e candido lo stile.


—Allegoria del Bembo
di Giovan Battista Marino, Adone, IX,179

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