Gioconda
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Citazioni sulla Gioconda, dipinto del 1506 di Leonardo da Vinci.
Citazioni
[modifica]- Cerchiamo di chiarire quanto viene proposto qui. E possibile che Leonardo fu affascinato dal sorriso di Monna Lisa perché destava qualcosa che era rimasta a lungo addormentata nella sua mente, probabilmente un vecchio ricordo. Questo ricordo era di importanza tale che egli non riuscì più a liberarsene una volta ridestato; egli era continuamente costretto a dargli nuova espressione. (Sigmund Freud)
- Detesto chi fa i baffi alla Gioconda, ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate. (Ennio Flaiano)
- Eh, anche la Monna Lisa cade a pezzi! (Fight Club)
- La Gioconda, certo non titolare di diritti, è meglio tutelata di quasi tutti gli esseri umani. (Luigi Lombardi Vallauri)
- La Gioconda... la Gioconda era Monnalisa? No! Era Leonardo, era 'n omo. Voglio dì, la verità nun se dice, nun se dice mai. (Corinna Negri, Boris)
- Quel sorriso è sepolto sotto una massa di vocaboli, e scompare fra innumerevoli paragrafi che cominciano col dichiararlo inquietante finendo poi in una descrizione d'animo generalmente vaga. Esso meriterebbe tuttavia studi meno inebrianti. Leonardo non si serviva affatto di osservazioni inesatte e di segni arbitrari: se così fosse, la Gioconda non sarebbe mai stata eseguita. Egli era guidato da un'indefessa capacità di discernimento. (Paul Valéry)
- Si possono scrivere pagine e pagine di descrizione del sorriso della Gioconda, ma il sorriso stesso quale è stato dipinto da Leonardo non potrà mai essere tradotto in parole, e ciò non perché il sorriso della Gioconda sia così «misterioso». In realtà, il sorriso di chiunque è misterioso (a meno che non si tratti del sorriso frutto di apprendimento, per così dire sintetico, che serve agli scambi commerciali). (Erich Fromm)
- Siete come il chiasso della folla indelicata | che a Parigi tratta la Gioconda come Lady Gaga. | "Monna Lisa!!! Mannaggia non si è girata! | Mmm... hai visto che pelle liscia e levigata?" (Caparezza)
- Un altro poeta, il D'Annunzio, ha intuito l'essenza artistica della Gioconda facendo parlare l'artista stesso: «Dell'infinito feci i miei sorrisi». È bellissimo! È la più giusta e intelligente interpretazione dell'arte di Leonardo. Di cosa è fatto il fascino di questa e delle altre sue figure se non, infatti, di indefinito? (Matteo Marangoni)
- [Gaffe] Vedo un sorriso come nemmeno Giotto seppe fare alla Gioconda. (Maria Teresa Ruta)
- Vorrei parlare con uno dei custodi del Louvre, per sapere cosa si prova a fare la guardia alla Gioconda, di notte, da soli. (Costantino D'Orazio)
- Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie; et quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanbleo… Et in questo di Leonardo vi era un ghigno tanto piacevole che era cosa più divina che umana a vederlo, Et era tenuta cosa maravigliosa, per non essere il vivo altrimenti. (Giorgio Vasari, 1550)[1]
- «Ehi, signor Langdon» lo aveva chiamato un uomo tutto muscoli. «E vero che la Monna Lisa è un ritratto di Leonardo vestito da donna?»
«E del tutto possibile» aveva spiegato Langdon. «Leonardo era un burlone e analizzando al computer la Monna Lisa e i suoi autoritratti, si notano alcune strane coincidenze nelle loro facce. Qualunque fosse l'intenzione di Leonardo» aveva continuato «la sua Monna Lisa non è né maschio né femmina. Contiene un sottile messaggio di androginia. E una fusione dei due sessi.» - Gli appassionati del mistero del Graal studiavano ancora le opere e i diari di Leonardo da Vinci nella speranza di trovare qualche indizio che rivelasse l'attuale collocazione del Graal. Alcuni dicevano che le montagne che facevano da sfondo alla Vergine delle rocce corrispondevano alla topografia di alcuni monti della Scozia, pieni di caverne. Altri sostenevano che l'irregolare disposizione dei discepoli nell'Ultima Cena fosse una sorta di codice. Altri ancora dicevano che l'esame ai raggi X della Monna Lisa rivelava che in originale il personaggio ritratto portava una collana con l'immagine in lapislazzuli di Iside, un particolare che poi Leonardo aveva coperto.
- Il fatto che la Monna Lisa fosse la più famosa opera d'arte del mondo non aveva niente a che vedere, come Langdon sapeva, con il suo sorriso enigmatico, né era dovuto alle misteriose interpretazioni che le avevano attribuito noti storici dell'arte e seguaci delle teorie del complotto. Semplicemente, la Monna Lisa era famosa perché Leonardo da Vinci la giudicava la sua opera migliore. Portava con sé il dipinto dovunque si recasse e, se gliene chiedevano la ragione, rispondeva che trovava difficile separarsi dalla sua più sublime espressione della bellezza femminile.
Tuttavia, molti esperti d'arte sospettavano che la devozione di Leonardo alla Monna Lisa non avesse niente a che fare con il suo valore artistico. In realtà, il quadro era un ritratto in stile "sfumato" abbastanza comune. La venerazione di Leonardo per quell'opera, sostenevano alcuni, derivava da cause più profonde: un messaggio nascosto nelle sue immagini. La Monna Lisa era, come avevano dimostrato esaurientemente gli storici dell'arte, una sorta di linguaggio cifrato per chi era in grado di intenderlo. Gran parte dei libri di storia dell'arte elencavano i doppi sensi e le allusioni contenuti nel quadro ma, anche se la cosa sarebbe parsa incredibile, il pubblico continuava a pensare che fosse il sorriso il suo più grande mistero. - Per poter debitamente apprezzare le 65.300 opere d'arte esposte nell'edificio [museo Louvre], si calcolava che un visitatore avrebbe impiegato cinque settimane, ma la maggior parte dei turisti sceglieva l'esperienza abbreviata che Langdon chiamava il "Louvre Light": una corsa attraverso il museo per vedere le tre opere d'arte più famose, la Monna Lisa – o, come era chiamata in vari paesi europei, La Gioconda –, la Venere di Milo e la Vittoria alata. L'umorista Art Buchwald si era una volta vantato di avere visto tutt'e tre i capolavori in cinque minuti e cinquantasei secondi.
- Il professor Kenneth Keel, tra una visita e l'altra ai suoi pazienti dell'ospedale di Ashford nel Middlesex, ha messo a punto una nuova teoria sul misterioso sorriso di Monna Lisa. Gli occhi sono maliziosi? L'atteggiamento è impenetrabile e ambiguo? Ebbene Lisa Gherardini nascondeva un segreto intimo: aspettava un figlio.
- La Gioconda è ormai mitizzata. Opera pittorica insuperabile è sottoposta agli assalti di curiosità e interessi morbosi, è un vero e proprio idolo di consumo.
- «La Gioconda sono io», quando estimatori o detrattori gli chiedevano il significato e il valore di quel sorriso inquietante, remoto, sovrapposto a un paesaggio surreale, liquefatto e oscuro.
- Monna Lisa è un uomo? Tracciato questo solco è facile veder circolare cartoline della Gioconda col volto caricaturale di Fernandel; o anche di Salvador Dalì e di Stalin: basta aggiungere baffi all'insù o baffoni. Più complessa la contaminazione Gioconda-de Gaulle.
Note
[modifica]- ↑ Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori ed architettori, vol. 3, Firenze, Lorenzo Torrentino, 1550, ISBN 88-7642-056-8
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