Giacobinismo
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Citazioni sul giacobinismo e sui giacobini.
- I giacobini erano assolutamente convinti delle loro ragioni e della loro missione: la Convenzione nazionale promise sostegno armato a tutti i popoli che si sarebbero sollevati contro i loro despoti. (Ernst Nolte)
- I giacobini [...] forzarono la mano, ma sempre nel senso dello sviluppo storico reale, perché essi fondarono non solo lo Stato borghese, fecero della borghesia la classe «dominante», ma fecero di più (in un certo senso), fecero della borghesia la classe dirigente, egemone, cioè dettero allo Stato una base permanente. (Antonio Gramsci)
- La tradizione del primo giacobinismo, che diede il nome al movimento, trovò in tutto il Diciannovesimo secolo – che fu prevalentemente pacifico e non-rivoluzionario – la sua prosecuzione più visibile nel «movimento dei lavoratori» e, all'interno di questo, nel «marxismo». (Ernst Nolte)
- Ora, in tempo d'anarchia, la volontà non viene dall'alto, ma dal basso, ed i capi per restar capi, sono costretti di seguire il cieco impulso della loro schiera. Gli è per ciò che il personaggio importante e dominante, quello il cui pensiero prevale, il vero successore di Richelieu e di Luigi XIV, è qui il Giacobino subalterno, il pilastro di club, il fabbricante di mozioni, l'agitatore della strada, Panis, Sergent, Hébert, Varlet, Henriot, Maillard, Fournier, Lazowski, o, più basso ancora, il primo venuto dei loro uomini, il tape-dur marsigliese, il cannoniere del sobborgo, il facchino del mercato che ha bevuto e, fra due singhiozzi, elabora le sue concezioni politiche. (Hippolyte Taine)
- Per unica informazione, egli [il giacobino] ha dei rumori di piazza che gli mostrano un traditore in ogni casa, e, per unica istruzione, delle frasi di club che lo chiamano a condurre la grande macchina. Una macchina così vasta e così complicata, un tale insieme di servizi intrecciati gli uni negli altri e ramificati in uffici innumerevoli, tanti apparati così speciali, così delicati e che bisogna incessantemente adattare alle circostanti cangianti, diplomazia, finanze, giustizia, esercito, amministrazione, tutto ciò sorpassa la sua comprensione tanto corta: non si fa stare un barile in una bottiglia. Nel suo cervello ristretto, falsato e sconvolto dall'ammasso di nozioni sproporzionate che vi si versa, non si depone che un'idea semplice, appropriata alla grossolanità delle sue attitudini e de' suoi istinti, ed è la voglia di uccidere i suoi nemici, che sono pure i nemici dello Stato, qualunque essi siano, dichiarati, dissimulati, presenti, futuri, probabili o persino possibili. (Hippolyte Taine)
Voci correlate
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