Umfredo Plantageneto, duca di Gloucester

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Umfredo Plantageneto
Duca di Gloucester
Stemma
Stemma
In carica16 maggio 1414 - 23 febbraio 1447
Predecessorecarica creata
Successorecarica abolita
Lord Protettore
In carica5 novembre 1422 - 6 dicembre 1429 (con il fratello Giovanni)
NascitaLondra, 3 ottobre 1390
MorteBury St Edmunds, 23 febbraio 1447 (56 anni)
DinastiaLancaster
PadreEnrico IV d'Inghilterra
MadreMaria di Bohun
ConsorteGiacomina di Hainaut
Eleonora Cobham
FigliArthur
Antigone
ReligioneCattolicesimo
Umfredo Plantageneto

Umfredo Plantageneto, duca di Gloucester (Londra, 3 ottobre 1390Bury St Edmunds, 23 febbraio 1447), è stato un principe inglese.

Stemma di Umfredo Plantageneto

Fu "figlio, fratello e zio di re", essendo il quarto e più giovane figlio di re Enrico IV d'Inghilterra dalla prima moglie, Maria di Bohun, fratello di re Enrico V d'Inghilterra, e zio del figlio di questi, re Enrico VI d'Inghilterra.

Umfredo Plantageneto nacque un luogo imprecisato da Enrico IV d'Inghilterra e da Maria di Bohun che perse ad appena quattro anni. Crescendo divenne il prototipo della figura romantica dell'epoca, ardito coraggioso, istruito, fu anche uno dei primi principi ad avvicinarsi alla cultura rinascimentale e ad assomigliare al modello di nobile che sarebbe stato elaborato dal Rinascimento. Umfredo si dimostrò anche un discreto diplomatico.

Era il quarto figlio del re Enrico IV d'Inghilterra e Maria di Bohun.

Mentre i suoi fratelli maggiori si dedicarono alle armi e combatterono al confine gallese e scozzese, Umfredo si dedicò allo studio.

Dopo la morte del padre, fu creato duca di Gloucester nel 1414 e lord ciambellano e prese il suo seggio in Parlamento. Nel 1415 divenne membro del Consiglio privato.

Durante le campagne di suo fratello Enrico V in Francia, Umfredo si guadagnò il successo come comandante. La sua conoscenza sulla guerra d'assedio, maturata con gli studi classici, contribuì alla caduta di Honfleur[1].

Durante la battaglia di Agincourt rimase ferito; nel cadere il re riparò il suo corpo, e resistette ad un assalto della cavalleria francese[2]. Umfredo e suo fratello, il duca di Clarence, condussero un'inchiesta dei Lord per provare l'accusa di alto tradimento nei confronti di Riccardo Plantageneto, III conte di Cambridge, per alto tradimento.

Per i suoi servigi, fu nominato Connestabile di Dover, Lord guardiano dei cinque porti e Luogotenente del re.

La sua permanenza nel governo fu costellata di successi. Questo periodo iniziò con la missione di pace dell'imperatore Sigismondo, l'unica visita di un imperatore medioevale in territorio inglese. A Dover secondo le "cronache di Holinshed" Umfredo fu l'attore principale di una cerimonia simbolica. Accolse infatti sulla battigia con la spada in mano l'imperatore "estorcendogli" simbolicamente la rinuncia alle sue prerogative di dominio sul re d'Inghilterra prima di permettergli lo sbarco la sera del 1 maggio 1416.[3]

Il trattato di "amicizia eterna", firmato a Canterbury il 15 agosto servì solo a rinnovare l'ostilità della Francia[4].

Alla morte del fratello Enrico V nel 1422, Umfredo Plantageneto divenne Lord Protettore del suo giovane nipote Enrico VI; dopo la morte dell'altro fratello Giovanni Plantageneto, I duca di Bedford, rivendicò il diritto alla reggenza d'Inghilterra. Le rivendicazioni di Umfredo vennero fortemente contestate dai Lords del consiglio del re, in particolare dal cardinale Henry Beaufort. Le volontà di Enrico V, scoperte a Eton College nel 1978, erano in realtà proprio a favore del fratello Umfredo.

Nel 1436 Filippo, duca di Borgogna, attaccò Calais. Umfredo fu nominato comandante della guarnigione.

Umfredo Plantageneto era molto popolare tra i cittadini di Londra e dei Comuni. Aveva anche la fama di patrono delle scienze e delle arti. La sua popolarità con il popolo e la sua capacità di mantenere la pace gli valsero la nomina di Giudice Capo del South Wales. Dal 1438 al 1446 ebbe come suo segretario Antonio Beccaria, che tradusse per il duca numerose opere dal greco[5].

Tuttavia, il suo matrimonio con Eleonora Cobham era malvisto e divenne causa della caduta del Duca. Eleonora venne arrestata e processata per stregoneria ed eresia nel 1441 e Umfredo Plantageneto dovette ritirarsi dalla vita pubblica. Egli stesso fu arrestato con l'accusa di tradimento il 20 febbraio 1447. Morì tre giorni dopo a Bury St Edmunds nel Suffolk e fu sepolto nella Cattedrale di St Albans. A quel tempo si sospettò che fosse stato avvelenato, anche se è più probabile che sia morto in seguito a ictus[6].

Umfredo Plantageneto è ricordato anche per aver iniziato la costruzione del Palace of Placentia lungo il Tamigi. Fu inoltre un mecenate e protettore dell'Università di Oxford donandole oltre 280 manoscritti all'Università. In ricordo della donazione è rimasta la Biblioteca del Duca Humfrey, la più antica sala di lettura della Biblioteca Bodleiana presso l'Università di Oxford[7].

Amante della letteratura, fu protettore del poeta John Lydgate e John Capgrave ed ebbe una fitta corrispondenza con gli umanisti italiani a cui commissionava la traduzione dei classici latini e greci. La sua amicizia con Zano Castiglione, vescovo di Bayeux, lo portò a corrispondere con altri umanisti come Leonardo Bruni, Pier Candido Decembrio e Tito Livio Frulovisi.

Shakespeare riprese il suo personaggio trasformandolo in una figura tragica nell'Enrico VI, parte I e nell'Enrico VI, parte II.

Matrimoni e figli

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Nel 1422 sposò Giacomina di Hainaut, contessa di Hainaut e Olanda e figlia di Guglielmo II di Baviera-Straubing. Con il matrimonio Umfredo ricevette il titolo di conte d'Olanda, Zelanda e Hainaut. Titolo che gli venne contestato dal cugino della moglie, Filippo di Borgogna. Umfredo e Giacomina ebbero un solo figlio nato morto nel 1424.

Il matrimonio fu annullato nel 1428 e Giacomina morì nel 1436.

Nel frattempo Umfredo si risposò con la sua amante, Eleonora Cobham che nel 1441 venne processata e condannata per aver praticato stregoneria contro il re, nel tentativo di far mantenere il potere al marito. La coppia ebbe due figli:

  • Arthur di Gloucester (?-1447)
  • Antigone di Gloucester, che sposò Henry Grey, secondo conte di Tankerville e signore di Powys e poi Giovanni d'Amancier.
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Edoardo III d'Inghilterra Edoardo II d'Inghilterra  
 
Isabella di Francia  
Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster  
Filippa di Hainaut Guglielmo I di Hainaut  
 
Giovanna di Valois  
Enrico IV d'Inghilterra  
Enrico Plantageneto, I duca di Lancaster Enrico Plantageneto, III conte di Lancaster  
 
Maud Chaworth  
Bianca di Lancaster  
Isabella di Beaumont Enrico di Beaumont  
 
Alice Comyn  
Umfredo Plantageneto  
William di Bohun Umfredo di Bohun, IV conte di Hereford  
 
Elisabetta di Rhuddlan  
Umfredo di Bohun  
Elisabetta di Badlesmere Bartholomew de Badlesmere  
 
Margherita de Clare  
Maria di Bohun  
Richard FitzAlan Edmund FitzAlan  
 
Alice de Warenne  
Joan FitzAlan  
Eleonora di Lancaster Enrico Plantageneto, III conte di Lancaster  
 
Maud Chaworth  
 
  1. ^ Ian Mortimer, 1415: Henry V's Year of Glory, Bodley Head, 2009, ISBN 978-1-4481-0377-5.
  2. ^ Il punto di vista di A. Burne in The Hundred Years' War (Classic Military History, Penguin Books, ISBN 978-0-14-139115-1) è stato più recentemente messo in discussione da Ian Mortimer, 1415: Henry V's Year of Glory, p. 284.
  3. ^ Si tratta di un racconto che non si trova in altre fonti, ma è comunque quasi certo che vi furono delle trattative a precedere lo sbarco, che non avvenne immediatamente. vedi [N.Simms - The Visit of King Sigismund to England, 1416 http://www.epa.uz.ua/00000/00010/00022/pdf/HSR_1990_2_021-029.pdf]
  4. ^ Il punto di vista di A. Burne in The Hundred Years' War è stato più recentemente messo in discussione da Ian Mortimer, 1415: Henry V's Year of Glory, p. 287.
  5. ^ Cesare Vasoli, Beccaria, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 7, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
  6. ^ K. Vickers, Humphrey, Duke of Gloucester: A Biography, London, Archibald Constable, 1907; A. Burne, The Hundred Years War, p. 439.
  7. ^ C. Jennings, Greenwich: the place where days begin and end, Abacus, 2001, ISBN 0349112304, pp. 8-9 e 171.

Voci correlate

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