Stricca
Stricca è un personaggio dell'Inferno di Dante (XXIX 125-126).
Egli viene citato da Capocchio, un alchimista che nella decima malebolgia è condannato a soffrire la lebbra. Lo stile dell'episodio è comico-popolare con Dante e Capocchio che, dopo una novella amara del dannato Griffolino d'Arezzo, stanno parlando della vaghezza dei senesi.
- "Or fu già mai
- gente sì vana come la sanese?
- Certo non la francesca sì d'assai!".
- Onde l'altro lebbroso, che m'intese,
- rispuose al detto mio: "Tra' mene Stricca
- che seppe far le temperate spese." (vv. 120-126)
Il tono è ironico e sottolinea che "tranne Stricca" furono tutti vani, ma il riferimento a Stricca e alle sue presunte oculate spese doveva suonare comicamente assurdo agli antichi lettori.
Oggi però non conosciamo con esattezza chi sia questo Stricca: secondo alcuni commentatori antichi egli era Stricca di Giovanni de' Salimbeni, di ricchissima e potente famiglia, podestà di Bologna nel 1276 e capitano del popolo della stessa città nel 1286; altri lo indicano come Stricca dei Tolomei, frate godente documentato a Siena nel 1294. Forse si tratta del primo personaggio, perché al verso successivo viene citato Niccolò dei Salimbeni che fu suo fratello.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vittorio Sermonti, Inferno, Rizzoli 2001.
- Umberto Bosco e Giovanni Reggio, La Divina Commedia - Inferno, Le Monnier 1988.