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Quinto Ortensio Ortalo

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Quinto Ortensio Ortalo
Console della Repubblica romana
Nome originaleQuintus Hortensius Hortalus
Titolisenatore
Nascita114 a.C.
Morte50 a.C.
Roma
ConiugeLutazia
Marcia
Figlida Lutazia
Quinto Ortensio Ortalo
Ortensia
da Marcia
Quinto Marcio Ortensiano
GensHortensia
Questura81 a.C.
Edilità75 a.C.
Pretura72 a.C.
Consolato69 a.C.

Quinto Ortensio Ortalo (in latino Quintus Hortensius Hortalus; 114 a.C.Roma, 50 a.C.) è stato un oratore e avvocato romano, esponente dell'asianesimo.

Dopo aver partecipato alla guerra sociale, potrebbe aver partecipato a fianco di Lucio Cornelio Silla, suo comandante, alla prima guerra mitridatica[1], divenne questore nell'81 a.C., edile nel 75 a.C., pretore nel 72 a.C. e console nel 69 a.C.

Ortensio fu uomo molto facoltoso, e chiese in moglie la figlia di Catone l'Uticense Porzia, ma questa era sposata con Bibulo e Catone, che come padre aveva la possibilità di annullare il matrimonio (abducere filiam), non diede il permesso. Allora Ortensio chiese in moglie Marzia, la moglie di Catone stesso, il quale, dopo aver chiesto il consenso al padre di Marzia, la concesse in sposa. Marzia diede due figli a Ortensio e dopo la sua morte tornò dal precedente marito Catone.

Celebre è il suo rapporto con l'altro grandissimo oratore dell'epoca: Marco Tullio Cicerone, che gli dedicò un'opera per noi perduta, l'Hortensius, nota per aver spinto il giovane Sant'Agostino agli studi filosofici, e lo elogiò nel Brutus. I due, legati da profonda amicizia nella vita privata, si affrontarono più volte in tribunale. Il caso più celebre è quello del processo a Verre, in cui Ortensio sosteneva la difesa e fu sconfitto dall'accusa rappresentata da Cicerone, in quel momento però i due erano semplicemente rivali e solo successivamente sarebbero diventati amici.

Ortensio era anche un noto appassionato di itticoltura, che esercitava nel golfo di Pozzuoli. Per questo motivo, era soprannominato "tritone" dal suo amico Cicerone, o anche "incantatore di pesci"[2].

Ortensio si sposò due volte:

  • Lutazia, figlia di Quinto Lutazio Catulo e Servilia. Da lei ebbe un figlio e una figlia:
  • Marcia. Da lei ebbe un figlio:[5][6][7][8]
    • Quinto Marcio Ortensiano, adottato dalla famiglia materna, era padre di Marcio Ortalo, noto per i suoi problemi costanti coi debiti: in disgrazia, Augusto pagò per lui e gli assegnò un reddito sufficiente a diventare senatore e a contrarre un buon matrimonio, ma era nuovamente sul lastrico già sotto Tiberio[8][9].

Ortensio era uno dei più celebri oratori dell'epoca, secondo solo a Cicerone, criticato per l'eccessiva eleganza nel vestire[10] dai suoi detrattori, che per questo motivo arrivarono anche a chiamarlo con il nome, Dionisia, di una nota danzatrice dell'epoca[11]. Il suo stile, asiano, era caratterizzato essenzialmente dalla vivacità e dalla ridondanza.

Era, poi, anche amico di Catullo, che ne apprezzava l'abilità oratoria, ma ne criticava la produzione poetica[12] (come si nota nel carme 65 e 66 del poeta veronese); gli dedicò tuttavia la traduzione della Chioma di Berenice.

  1. ^ Plutarco, Silla, 15, 3.
  2. ^ Umberto Pappalardo e Rosaria Ciardiello, Guida geoarcheologica della costa campana ad uso dei naviganti, Valtrend, 2005, p. 35, ISBN 88-88623-11-6, OCLC 68207647. URL consultato il 25 aprile 2020.
  3. ^ Sophia Kremydi-Sicilianou, Quintus Hortensius Hortalus in Macedonia Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. (44-42 BC) in Tekmeria, vol 4, 1998, pp.61-79; Erich S. Gruen, The last generation of the Roman Republic, 1995, p.194; and Joseph Geiger, M. Hortensius M. f. Q. n. Hortalus, The Classical Review, New Series, Vol. 20, No. 2 (Jun., 1970), pp. 132-134
  4. ^ Cassio Dione xxxviii.16, xxxix.37; Plinio, Storia Naturale. ix. 8i, x. 23, XIV. 17, xxxv. 40; Varrone, De re rustica iii. 13.17
  5. ^ Tim J. Cornell, The fragments of the Roman historians, Oxford University Press, 2013, p. 468, ISBN 978-0-19-927705-6.
  6. ^ John Briscoe e Valerius, Valerius Maximus, "Facta et dicta memorabilia", book 8: text, introduction, and commentary, collana Untersuchungen zur antiken Literatur und Geschichte, De Gruyter, 2019, p. 105, ISBN 978-3-11-066437-9.
  7. ^ Richard P. Saller, Patriarchy, property and death in the Roman family, collana Cambridge studies in population, economy and society in past time, 1. paperback ed, Cambridge Univ. Press, 1997, p. 78, ISBN 978-0-521-59978-8.
  8. ^ a b Joseph Geiger, M. Hortensius M. f. Q. n. Hortalus, in The Classical Review, vol. 20, n. 2, 1970, pp. 132–134. URL consultato il 4 novembre 2023.
  9. ^ Tacito, Annali, II.37-38; Svetonio, Vita di Augusto, 41; Cassio Dione, LIV.17
  10. ^ Macrobio, Saturnalia, III 13, 4.
  11. ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, I, 5, 2.
  12. ^ A cui allude Ovidio, Tristia, II, 441 ss.
  • Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza, 1999, ISBN 88-420-5739-8.
  • J. Carcopino, Giulio Cesare, traduzione di Anna Rosso Cattabiani, Rusconi Libri, 1993, ISBN 88-18-18195-5.
  • A. Cavarzere, Oratoria a Roma. Storia di un genere preagmatico, Carocci, 2000, ISBN 88-430-1493-5.

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Collegamenti esterni

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Predecessore Console romano Successore
Marco Licinio Crasso
e
Gneo Pompeo Magno
(69 a.C.)
con Quinto Cecilio Metello Cretico
Lucio Cecilio Metello
e
Quinto Marcio Re
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