Publio Cornelio Silla (pretore 212 a.C.)
Publio Cornelio (Rufino) Silla | |
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Pretore della Repubblica romana | |
Nome originale | Publius Cornelius (Rufinus) Silla |
Gens | Cornelia |
Pretura | 212 a.C.[1][2] |
Publio Cornelio (Rufino) Silla (latino: Publius Cornelius (Rufinus) Silla; fl. 212 a.C.) è stato un politico romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Apparteneva alla gens Cornelia, dalla quale discendeva il ramo dei Sullae. Fu il primo della familia che portò il nome di Sulla. Fu flamen Dialis e poi praetor urbanus e peregrinus nel 212 a.C..[1][2] E poiché il pretore dell'anno precedente, Marco Atilio Regolo, gli aveva consegnato due profezie del veggente Marcio, in parte facendo riferimento al passato e in parte al futuro, dove si comandava ai Romani di istituire un festival annuale in onore di Apollo.[3] Su questo il Senato dispose che i decemviri consultassero i libri sibillini e, poiché questi disponevano le stesse cose, Silla presiedette i primi Ludi Apollinares, che si celebrarono quell'anno nel Circo Massimo.[4][5]
Sempre nel 212 a.C. vi era tra i centurioni del primo manipolo dei triarii un certo Marco Centenio Penula, famoso per prestanza fisica e coraggio. Egli fu introdotto dal pretore Cornelio Silla, per chiedere ai senatori che gli fossero affidati 5.000 soldati. Conoscendo i luoghi molto bene, avrebbe usato contro Annibale le sue stesse tattiche, che in passato avevano ingannato e vinto tanti comandanti romani.[6]
Dopo le disfatti di Penula al Silaro[7] e di Gneo Fulvio Flacco a Herdonia,[8] vennero inviati ai due consoli come ambasciatori, Gaio Letorio e Marco Metilio, ad avvertirli che raccogliessero i resti dei due eserciti appena sconfitti, evitando che si consegnassero ad Annibale, come in passato era accaduto dopo la battaglia di Canne.[9] Identico incarico venne affidato a Cornelio Silla, al quale era stata affidata anche la leva, organizzando la ricerca degli schiavi per ricondurli sotto le armi.[10]
Giunta ormai la fine dell'anno (212 a.C.), il senato romano deliberò che il pretore Publio Cornelio Silla inviasse a Capua ai consoli una lettera, dove si diceva che, fino a quando Annibale fosse stato assente e intorno a Capua non vi fosse nulla di importante da fare, uno di loro raggiungesse Roma, per procedere all'elezione dei nuovi magistrati. Ricevuta la lettera, i consoli decisero che fosse Appio Claudio a radunare i comizi, mentre Fulvio manteneva l'assedio presso Capua.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (GRC) Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά), VII e VIII. Versione in inglese qui Archiviato il 20 novembre 2015 in Internet Archive..
- (LA) Cornelio Nepote, De viris illustribus.
- (LA) Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, III.
- (GRC) Polibio, Storie (Ἰστορίαι), VII. Versioni in inglese disponibili qui e qui.
- (GRC) Strabone, Geografia, V. Versione in inglese disponibile qui.
- (LA) Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI-XXX.
- (LA) Tito Livio, Periochae, vol. 21-30.
- Fonti storiografiche moderne
- (EN) William Smith (a cura di), Sulla, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870., vol II, pag. 932.
- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997, ISBN 978-88-555-2419-3.
- Giovanni Brizzi, Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma, Bari-Roma, Laterza, 2007, ISBN 978-88-420-8332-0.
- Guido Clemente, La guerra annibalica, collana Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, XIV, Milano, Il Sole 24 ORE, 2008.
- Theodor Mommsen, Storia di Roma antica, vol.II, Milano, Sansoni, 2001, ISBN 978-88-383-1882-5.
- André Piganiol, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Howard H.Scullard, Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, vol.I, Milano, BUR, 1992, ISBN 9788817119030.