Pasquale Laurito

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Pasquale Laurito (Lungro, 15 maggio 1927[1]) è un giornalista italiano. Autore della Velina Rossa, è considerato il decano della stampa parlamentare.[2][3]

Di famiglia calabro-albanese, figlio di Giosafat (medico e avvocato, vicino a Anna Kuliscioff e Filippo Turati) e di Emma De Marchis.

Pasquale Laurito si iscrive al PCI nel 1944 e diventa amico di Sandro Pertini[4].

Laurito inizia la propria attività di giornalista entrando a Montecitorio nel 1946, per seguire i lavori della Costituente. Da studente, non ancora giornalista, comincia a lavorare grazie a dei biglietti d'ingresso per la tribuna della Camera e segue i lavori parlamentari per il giornale Democrazia del lavoro dell'on. Enrico Molè. Nel frattempo frequenta il salotto di Maria Bellonci (sul quale scrive il suo primo articolo per Paese sera, giornale ideato da Fausto Coen nel 1953) e le giornate nella galleria d'arte La Cupola e lavora come comparsa (ma ha anche un ruolo minore nel celebre film Il bell'Antonio e in Un giorno in Pretura) prima di rinunciare al cinema sulla base delle pressioni paterne[5].

Negli anni '70 fu assunto all'ANSA.[2] e nel 1977 fonda la Velina Rossa, foglio d'informazione parlamentare che fa filtrare o divenire ufficiali notizie sui parlamentari e sulla linea del PCI e diventa punto di riferimento per i cronisti parlamentari di sinistra.[6][7]

Vicino a Massimo D'Alema[8], del quale ammira il pragmatismo ed il realismo togliattiano, è contrario alla costituzione di una lista unica del centro-sinistra prima della costituzione del Partito Democratico[9]. Il suo giornale, anche dopo la fondazione del PD, continua ad essere critico nei confronti delle altre correnti del Partito.

Laurito si dichiara cattolico praticante, ma nel 2005 critica la decisione del Presidente Casini di introdurre nell'aula della Camera una targa a memoria della visita di Papa Giovanni Paolo II[10].

In un sondaggio condotto fra i parlamentari dall'on. Pino Pisicchio (non più tardi del 2010)[11] Laurito è risultato fra i tre giornalisti più apprezzati nella sezione evergreen, composta da cronisti parlamentari di lunga esperienza.

Il 10 novembre 2011 ha improvvisamente annunciato l'addio al Partito Democratico per protestare contro l'annunciato appoggio al costituendo governo Monti[12].

Il 22 giugno 2019 rilascia al Corriere della Sera un'intervista sulla sua attività da giornalista decano del Parlamento[13].

  1. ^ Ordine dei Giornalisti - Elenco iscritti - Professionisti (PDF), su odg.it. URL consultato il 12 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2013).
  2. ^ a b Alfonso Raimo, Da Lungro a Montecitorio: i 90 anni di Pasquale Laurito, decano della stampa parlamentare, su dire.it, 15 maggio 2017. URL consultato il 15 giugno 2017.
  3. ^ Pasquale Laurito festeggia i 90 anni con la stampa parlamentare, su agenziavista.it, Agenzia Vista, 15 maggio 2017. URL consultato il 15 giugno 2017.
  4. ^ Pasquale Laurito, su Sito del prof. Ambrogio De Marco di Lungro, 5 gennaio 2005. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2006).
  5. ^ " Il bell'Antonio " si toglie 37 anni
  6. ^ I 90 anni di Pasquale Laurito, “Velina Rossa”, su ilmanifesto.it, il Manifesto, 15 giugno 2017. URL consultato il 15 giugno 2017.
  7. ^ Marco Damilano, Eutanasia di un potere: Storia politica d'Italia da Tangentopoli alla Seconda Repubblica, Laterza, 2012.
  8. ^ La "Velina Rossa" e Berlusconi "Facciamolo senatore a vita" - Politica - Repubblica.it
  9. ^ Ulivo, Prodi non convince tutti - Repubblica.it » Ricerca
  10. ^ Repubblica.it » esteri » "Perché alla Camera la targa di Wojtyla?"
  11. ^ Pino Pisicchio, Hit Parade del giornalista parlamentare, su pinopisicchio.it, Il Centrista. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2010).
  12. ^ Pd, la Velina rossa dice addio: ''Mai più in questa squadra, mai più il nostro voto'' - Adnkronos Politica
  13. ^ Stefano Lorenzetto, Pasquale Laurito, il decano dei cronisti parlamentari: «Sto a Montecitorio dal 1946. Vi racconto i duelli in latino di Togliatti con Croce», su Corriere della Sera, 22 giugno 2019. URL consultato il 24 giugno 2019.

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