Maggie Gyllenhaal

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Maggie Gyllenhaal al Festival di Berlino 2017

Margalit Ruth Gyllenhaal[1], detta Maggie (New York, 16 novembre 1977), è un'attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica statunitense.

Membro della famiglia Gyllenhaal, ha esordito sul grande schermo in alcuni film diretti dal padre Stephen, ottenendo un ruolo secondario nel film cult Donnie Darko accanto al fratello Jake. Nel 2002 ottiene le lodi grazie alla sua interpretazione nel film Secretary, per il quale riceve la sua prima candidatura al Golden Globe per la miglior attrice in un film commedia o musicale. Ha recitato in diversi film di successo come World Trade Center e Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, dedicandosi anche al teatro e alla televisione. Impegnata attivista, è coinvolta in campagne a sostegno dei diritti umani e contro la povertà. Ha ricevuto una seconda e terza nomination ai Golden Globe per il film SherryBaby e per la serie televisiva The Deuce - La via del porno. Nel 2010 ha ricevuto una candidatura al Premio Oscar nella sezione miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in Crazy Heart.

Nel 2015 vince il Golden Globe Golden Globe per la miglior attrice in una mini-serie o film tv per The Honourable Woman. Nel 2021 debutta alla regia con il film La figlia oscura, per il quale vince il Premio Osella per la migliore sceneggiatura alla Mostra del cinema di Venezia e ha ricevuto la sua quinta candidatura al Golden Globe, la prima nella sezione miglior regista. Per il medesimo film ha vinto il Directors Guild of America Awards come miglior regista esordiente, ed è stata candidata per il suo lavoro di sceneggiatura ai Writers Guild of America Awards, al Critics Choice Award, al Premio BAFTA e all’Oscar alla migliore sceneggiatura non originale.

Nasce a New York, figlia del regista Stephen Gyllenhaal e della sceneggiatrice Naomi Foner, è la sorella dell'attore Jake Gyllenhaal. La sua famiglia discende dalla famiglia nobile svedese dei Gyllenhaal e l'ex marito della madre è lo storico statunitense Eric Foner[2]; i suoi genitori divorziarono nel 2009.

Cresce a Los Angeles e studia alla Harvard–Westlake prep school, dove si diploma nel 1995[3]. Si trasferisce a New York per frequentare la Columbia University e si laurea nel 1999 in letteratura e religioni orientali[4]. Dopo aver studiato alla Royal Academy of Dramatic Art a Londra[5], lavora come cameriera in un ristorante nel Massachusetts[6].

Maggie Gyllenhaal alla prima di Il cavaliere oscuro (2008)

Esordisce all'età di 15 anni nel film Waterland - Memorie d'amore e continua ad apparire, sia nel 1993 in Dangerous Woman - Una donna pericolosa, sia nel 1998 in Homegrown - I piantasoldi, in film diretti dal padre, nei quali compare anche il fratello Jake.[3] I due fratelli appaiono anche in due episodi di un programma di cucina italiano Molto Mario a fianco della madre[7]. Dopo il diploma, interpreta ruoli secondari in film come A morte Hollywood e I ragazzi della mia vita[8]. Nel 2001 interpreta la sorella del suo reale fratello, Jake Gyllenhaal, in Donnie Darko[9].

Nel 2000, esordisce a teatro in Closer di Patrick Marber al Berkeley Repertory Theatre[10][11] e riceve delle recensioni positive[12][13]. Recita anche in La tempesta[14], Antonio e Cleopatra, The Butterfly Project, e A porte chiuse[15].

Nel 2002 è protagonista nella commedia Secretary e questo ruolo le porta numerosi riconoscimenti tra cui una nomination ai Golden Globe[16], oltre a varie critiche positive dal New York Times e dal San Francisco Chronicle[17]. Nonostante fosse titubante nell'accettare il ruolo per il presunto messaggio anti-femminista presente, dopo aver discusso con il regista Steven Shainberg, decide di accettare la parte[18].

Nello stesso anno, recita una piccola parte nel film Il ladro di orchidee e partecipa alle riprese di Confessioni di una mente pericolosa[19] a fianco di Sam Rockwell, Drew Barrymore, George Clooney e Julia Roberts, pellicola che guadagna 33 milioni di dollari in tutto il mondo[20]. Nel 2003, recita di nuovo a fianco di Julia Roberts in Mona Lisa Smile nel ruolo di Giselle[21] e nei film indipendenti Casa de los babys[22] e Criminal[23]. Nel 2004 entra a far parte della Academy of Motion Picture Arts and Sciences[24] e interpreta una studentessa americana in Cina sospettata di terrorismo nel tv-film diretto da Sidney Lumet per la HBO Strip Search[25] in cui recita per metà film completamente nuda.

Sempre nel 2004, riprende la sua carriera teatrale e recita a Los Angeles in Homebody/Kabul di Tony Kushner nel ruolo della figlia di Homebody[26]. Considerata una sex symbol, viene inserita nella classifica "Hot 100 List" della rivista Maxim del 2004-05[27].

Nel 2005 recita in Happy Endings nel ruolo di una cantante che seduce contemporaneamente un giovane musicista gay, interpretato da Jason Ritter, e il suo ricco padre, interpretato da Tom Arnold. Per l'occasione, registra alcune canzoni inserite nella colonna sonora[28].

Nel 2006, in Uomini & donne, recita a fianco di Julianne Moore, David Duchovny e Billy Crudup e interpreta Elaine, una ragazza che, fidanzata da sette anni con Tobey, decide che è arrivato il momento di sistemarsi e di creare una famiglia[29]. La sua performance in Vero come la finzione, nei panni dell'interesse amoroso di Harold Crick, interpretato da Will Ferrell[30], le fa guadagnare recensioni positive e Mike Straka, di Fox News, scrive: "La Gyllenhaal non è mai stata così sexy e la sua intesa con Ferrell la farà concorrere per molti film di prima fascia, lasciando senza dubbio alle spalle i suoi giorni da indie"[31]. Nel film di Oliver Stone World Trade Center, basato sugli attacchi alle Torri Gemelle dell'11 settembre, interpreta Allison Jimeno, moglie di Will Jimeno[32]. Il film riceve recensioni positive a livello internazionale e guadagna 162 milioni di dollari[33].

Per la sua interpretazione nel film SherryBaby, nei panni di una giovane ladra tossicodipendente che cerca di mettere in ordine la sua vita dopo la prigione per ricongiungersi con la figlia[34], riceve la sua seconda nomination ai Golden Globe[35] e vince il premio di migliore attrice allo Stockholm International Film Festival[36]. Nel 2008 sostituisce Katie Holmes nel ruolo di Rachel Dawes in Il cavaliere oscuro, sequel di Batman Begins[37]. Il film ottiene un grandissimo successo e diventa il quarto film con il maggiore incasso di tutti i tempi[38].

Nel 2009, a New York, recita in Zio Vanja di Anton Čechov nel ruolo di Yelena, a fianco di Peter Sarsgaard, Mamie Gummer, Denis O'Hare e George Morfogen[39]. Lo spettacolo, diretto da Austin Pendleton, ha inizio il 17 gennaio e termina il 1º marzo[40]. Nello stesso anno, interpreta una giornalista, Jean Craddock, che si innamora del musicista Bad Blake, impersonificato da Jeff Bridges in Crazy Heart[41]. La sua acclamata performance le fa guadagnare una nomination al Premio Oscar come migliore attrice non protagonista[42].

Nel 2010, appare in Tata Matilda e il grande botto, sequel di Nanny McPhee - Tata Matilda del 2005[43], dove utilizza un accento inglese, necessario per il ruolo interpretato[44]. Nel 2011 reciterà ancora a teatro in Tre sorelle un'altra opera di Anton Čechov[45].

Oltre alla sua carriera cinematografica e teatrale, è stata modella per Miu Miu[46], Reebok[47] e Agent Provocateur[48].

Nel 2014 è la protagonista della serie tv The Honourable Woman. Dal 2017 al 2019 è la protagonista delle tre stagioni della serie TV The Deuce - La via del porno.

Nel 2021 presenta alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia La figlia oscura, suo primo lavoro da regista tratto dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante, per il quale vince il Premio Osella per la migliore sceneggiatura.

L'attrice insieme al marito Peter Sarsgaard

Nel 2002 intraprende una relazione con l'attore Peter Sarsgaard, amico del fratello Jake. Nell'aprile del 2006 annunciano il fidanzamento e il 3 ottobre nasce la loro primogenita, Ramona. Il 2 maggio 2009 i due convolano a nozze a Brindisi, in Italia. Nel novembre 2011 annunciano di essere in attesa della seconda figlia, Gloria Ray, nata il 19 aprile 2012.

Alla diciottesima edizione degli Independent Spirit Awards, si esprime contro la guerra in Iraq[49] definendo l'ingresso in guerra solo un motivo di "petrolio e imperialismo"[50]. Partecipa anche alla campagna lanciata da Robert Greenwald "Artists United to Win Without War" con l'obiettivo di nuove proposte e opposizione alla guerra in Iraq. Nel 2004 filma, insieme con il fratello, un messaggio pubblicitario per "Rock the Vote" e visita il campus della University of Southern California per incoraggiare gli studenti a votare alle elezioni presidenziali[51], nelle quali sostiene il candidato John Kerry[52].

Nel 2005, durante un'intervista al Tribeca Film Festival, fa scalpore la sua dichiarazione: "Penso che l'America abbia agito con azioni condannabili e che sia responsabile in qualche modo..." in riferimento agli attacchi terroristici alle Torri Gemelle dell'11 settembre[53]. In seguito, si dichiara dispiaciuta per i suoi commenti e sottolinea la sua ammirazione per le persone che hanno salvato vite durante gli attacchi[54].

Nel 2008 supporta Barack Obama nelle elezioni presidenziali[55].

Sostiene la campagna American Civil Liberties Union (ACLU)[56], a cui tutta la sua famiglia è molto legata, e supporta l'organizzazione no-profit Witness che, attraverso video e internet, denuncia le violazioni dei diritti umani[57]. Aiuta a raccogliere fondi per TrickleUp.org, un'organizzazione no-profit che aiuta le persone meno abbienti a creare delle piccole imprese[58]. Nell'ottobre del 2008 ha presentato una sfilata chiamata "Fashionably Natural" che esibiva solamente abiti creati con materiali naturali[59].

Maggie Gyllenhaal ai Golden Globe 2009

Regista e sceneggiatrice

[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Premi Oscar

Golden Globe

Premio Emmy

  • 2015 – Candidatura alla miglior attrice protagonista in una miniserie o film per The Honourable Woman

Satellite Awards

Screen Actors Guild Awards

Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia

Boston Society of Film Critics Awards

  • 2002Miglior attrice per Secretary
  • 2021Miglior regista esordiente per La figlia oscura

Gotham Awards

  • 2002 – Miglior interprete emergente per Secretary
  • 2021Miglior film per La figlia oscura
  • 2021 – Miglior regista emergente per La figlia oscura
  • 2021 – Miglior sceneggiatura per La figlia oscura

National Board of Review of Motion Pictures Awards

  • 2002 – Miglior performance rivelazione femminile per Secretary

Central Ohio Film Critics Association Awards

  • 2003 – Miglior attrice per Secretary

Chicago Film Critics Association Awards

Directors Guild of America Award

Chlotrudis Awards

  • 2003 – Candidatura alla miglior attrice per Secretary

Fantasporto

  • 2003 – Miglior attrice della settimana dei registi per Secretary

Florida Film Critics Circle Awards

  • 2003 – Miglior attrice (Pauline Kael Breakout Award) per Secretary
  • 2021 – Candidatura al miglior primo film per La figlia oscura

Independent Spirit Awards

MTV Movie Awards

  • 2003 – Candidatura alla miglior performance rivelazione femminile per Secretary

Online Film Critics Society Awards

  • 2003 – Miglior performance rivelazione per Secretary
  • 2003 – Candidatura alla miglior attrice per Secretary

Paris Film Festival

  • 2003 – Miglior attrice per Secretary

Phoenix Film Critics Society Awards

  • 2003 – Candidatura alla miglior attrice protagonista per Secretary
  • 2003 – Candidatura al miglior esordiente per Secretary

Empire Awards

  • 2004 – Candidatura alla migliore attrice per Secretary

Karlovy Vary International Film Festival

  • 2006 – Migliore attrice per SherryBaby

Stockholm Film Festival

  • 2006 – Migliore attrice per SherryBaby

Saturn Awards

Annie Awards

Milan International Film Festival

  • 2007 – Migliore attrice per SherryBaby

Prism Awards

  • 2007 - Miglior performance per SherryBaby

London Critics Circle Film Awards

  • 2008 – Candidatura all'attrice dell'anno per SherryBaby
  • 2022 – Candidatura al film dell'anno per La figlia oscura
  • 2022 – Candidatura allo sceneggiatore dell'anno per La figlia oscura

Critics' Choice Movie Awards

  • 2009 – Candidatura al miglior cast per Il cavaliere oscuro
  • 2022 – Candidatura alla miglior sceneggiatura non originale per La figlia oscura

People's Choice Awards

  • 2009 – Cast preferito per Il cavaliere oscuro

Doppiatrici italiane

[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Maggie Gyllenhaal è stata doppiata da:

Da doppiatrice è sostituita da:

  1. ^ (FR) Maggie Gyllenhaal - Retour sur un parcours fashion et cinématographique quasi idyllique, su madame.lefigaro.fr, Le Figaro Madame, 24 giugno 2009. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  2. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal In The Con, su cbsnews.com, CBS News.com, 30 agosto 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  3. ^ a b (EN) Stealing beauty, su guardian.co.uk, The Observer, 17 settembre 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  4. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal: Scones and S&M, su independent.co.uk, The Independent, 9 maggio 2003. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  5. ^ (EN) MULTIPLE MAGGIES, su sfgate.com, San Francisco Chronicle, 13 agosto 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  6. ^ (EN) Secretary: A Breakthrough Role?, su cbsnews.com, CBS News.com, 15 ottobre 2002. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  7. ^ (EN) Mario's Celebrity Guests, su amateurgourmet.com, The Amateur Gourmet, 23 maggio 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).
  8. ^ (EN) Cecil B. DeMented, su salon.com, 11 agosto 2000. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2012).
  9. ^ (EN) Looking for trouble, su guardian.co.uk, The Guardian, 7 luglio 2007. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  10. ^ (EN) THEATER REVIEW; Afghanistan Still Stirs A Housewife, su query.nytimes.com, The New York Times, 13 maggio 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  11. ^ (EN) Past productions, su berkeleyrep.org. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2014).
  12. ^ (EN) Seductio ad absurdum, su sfgate.com, San Francisco Chronicle. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2000).
  13. ^ (EN) Affairs of the Heartless, su laweekly.com, LAweekly, 15 novembre 2000. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  14. ^ (EN) Ebon Moss-Bachrach, su nytimes.com, The New York Times, 27 febbraio 2005. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  15. ^ (EN) Cecil B. Demented [collegamento interrotto], su seattlepi.com. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  16. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal - Awards Search, su goldenglobes.org. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2009).
  17. ^ (EN) 'IN PRAISE OF LOVE', su sfgate.com, San Francisco Chronicle, 27 settembre 2002. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  18. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal - Secretary, su bbc.co.uk, BBC. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  19. ^ (EN) Confessions of a Dangerous Mind (2003), su bbc.co.uk, BBC, 16 marzo 2003. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  20. ^ (EN) Confessions of a Dangerous Mind, su boxofficemojo.com. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  21. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal, su people.com, People. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  22. ^ (EN) Frustrated Mothers-to-Be Flounder in Saylesian Purgatory, su villagevoice.com, 16 settembre 2003. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2011).
  23. ^ (EN) Thoroughly modern Maggie, su theage.com.au, 1º maggio 2005. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  24. ^ (EN) Oscar Winners, su ew.com, Entertainment Weekly, 16 gennaio 2005. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2013).
  25. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal, Peter Sarsgaard Avoid Potential 'Gigli' Problem, su mtv.com, MTV.com, 24 marzo 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  26. ^ (EN) THEATER; 'Homebody' Comes Home, A Mere 17 Drafts Later, su query.nytimes.com, The New York Times, 9 maggio 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  27. ^ (EN) 'Maxim' Top 100 Hot list 2004, su usatoday.com, USA Today, 9 aprile 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  28. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal insists on live singing, su usatoday.com, USA Today, 29 luglio 2005. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  29. ^ (EN) Movie review: 'Trust the Man', su chicago.metromix.com, Chicago Tribune, 4 settembre 2007. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2011).
  30. ^ (EN) Hearing Voices? It's Just Somebody’s Imagination, su movies.nytimes.com, The New York Times, 10 novembre 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  31. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal Awesome in 'Stranger Than Fiction', su foxnews.com, Fox News, 10 novembre 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2008).
  32. ^ (EN) Stone delivers a dignified and intelligent 9/11 film, su seattlepi.com, 9 agosto 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  33. ^ (EN) World Trade Center, su metacritic.com, 9 agosto 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  34. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal: Mom And Movie Star, su cbsnews.com, CBS News, 1º settembre 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  35. ^ (EN) For 'SherryBaby,' a Lingering Power, su washingtonpost.com, The Washington Post, 18 marzo 2007. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  36. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal Wins Stockholm Honor, su washingtonpost.com, The Washington Post, 27 novembre 2006. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  37. ^ (EN) 'Dark Knight' Gets New Leading Lady, su abcnews.go.com, abc news, 18 settembre 2008. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  38. ^ (EN) WORLDWIDE GROSSES, su boxofficemojo.com. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  39. ^ (EN) Together Off Broadway and Elsewhere, su nytimes.com, The New York Times, 4 marzo 2009. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  40. ^ (EN) Gyllenhaal, Sarsgaard join 'Vanya', su variety.com, 11 dicembre 2008. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  41. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal: All Moms Do 'The Best They Can', su parade.com, 7 luglio 2009. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  42. ^ (EN) 'Avatar,' 'Hurt Locker' lead in Oscar nods, su edition.cnn.com, CNN, 22 febbraio 2010. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  43. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal joins 'Nanny McPhee' sequel, su news-briefs.ew.com, Entertainment Weekly, 14 aprile 2009. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  44. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal: interview for Away We Go, su telegraph.co.uk, The Telegraph, 21 settembre 2009. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  45. ^ (EN) Gyllenhaal, Sarsgaard to CSC production, su variety.com, 11 maggio 2010. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2010).
  46. ^ (EN) Miu Miu: Does Rumer have it?, su blog.zap2it.com, zap2it.com, 27 marzo 2007. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  47. ^ (EN) Trendy And Green, su cbsnews.com, CBS News. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  48. ^ (EN) How I get dressed, su guardian.co.uk, The Observer, 9 marzo 2008. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  49. ^ (EN) Oscars Show Goes On, But Mood Is Subdued By the Fighting in Iraq, su nytimes.com, The New York Times, 24 marzo 2003. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  50. ^ (EN) Wishing upon a star, su dir.salon.com, salon.com. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  51. ^ (EN) U. Southern California: Celebrities rally voters at USC, su accessmylibrary.com, 21 settembre 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  52. ^ (EN) Celebs Go To The Post Office To Deliver Pro-Vote Message, su mtv.com, MTV.com, 3 marzo 2004. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  53. ^ (EN) Actress Gyllenhaal in 9/11 outcry, su news.bbc.co.uk, BBC News, 27 aprile 2005. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  54. ^ (EN) Maggie Gyllenhaal Regrets Sept. 11 Comment, su foxnews.com, Fox News, 11 luglio 2005. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2011).
  55. ^ (EN) Checking Out the Parties’ Parties, su thecaucus.blogs.nytimes.com, The New York Times, 11 agosto 2008. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  56. ^ (EN) Maggie: No longer looking for trouble, su belfasttelegraph.co.uk, Belfast Telegraph, 1º agosto 2008. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  57. ^ (EN) Witnessing Maggie Gyllenhaal, Goldie Hawn, su okmagazine.com, OK! Magazine, 18 novembre 2007. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2011).
  58. ^ (EN) Ten Thousand Things Charm Necklace, su instyle.com. URL consultato il 17 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2007).
  59. ^ (EN) Gen Art showcases the faces of fashion's future, su latimes.com, Los Angeles Times, 5 ottobre 2008. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  60. ^ Golden Globes 2022, tutte le nomination: Sorrentino candidato per miglior film straniero, su tg24.sky.it, 13 dicembre 2021. URL consultato il 16 dicembre 2021.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN80994471 · ISNI (EN0000 0001 1449 6754 · LCCN (ENno2003039022 · GND (DE136692605 · BNE (ESXX1539886 (data) · BNF (FRcb15033680b (data) · J9U (ENHE987007445359705171 · CONOR.SI (SL54416227