Lingua filistea
Filisteo † | |
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Parlato in | Filistia |
Periodo | XII secolo a.C. - IX secolo a.C. |
Locutori | |
Classifica | estinta |
Altre informazioni | |
Scrittura |
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Tassonomia | |
Filogenesi | lingua isolata (indoeuropeo?) |
Probabile diffusione della lingua filistea attorno all'XI secolo a.C.
Territori sotto il controllo della Pentapoli filistea
Altre zone in cui il filisteo era probabilmente parlato o compreso | |
La lingua filistea era la lingua indigena dell'antico popolo dei Filistei diffusa nella regione costiera sudoccidentale della Cananea, principalmente nella cosiddetta Pentapoli filistea formata dalle città di Gaza, Ascalona, Gat, Ekron e Ashdod. Smise di essere utilizzata come lingua scritta, e probabilmente anche parlata, verso la fine del IX secolo a.C., quando fu sostituita da una varietà delle lingue cananaiche.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Di origine geografica tutt'ora poco chiara, si ritiene che i Filistei si fossero stabiliti nella regione che da loro prese il nome di Filistia attorno al 1200 a.C. a seguito del movimento di popolazioni che seguì il collasso dell'età del bronzo.[2] Sebbene sia ancora oggetto di dibattito la loro identificazione con il "Popolo del mare" che le fonti egizie chiamano Peleset, è invece ampiamente accettato che la lingua originale parlata dai Filistei fosse chiaramente distinta dalle altre presenti nella regione.[3]
Per quanto riguarda il numero di locutori dei filisteo, si stima che la popolazione della Filistia ammontasse a circa 25 000 abitanti nel XII secolo a.C., con un picco di 30 000 nel secolo successivo.[4] Tuttavia la toponomastica locale e la cultura materiale emersa dagli studi archeologici sembrano suggerire che la maggioranza della popolazione fosse composta da indigeni cananei e che i membri dell'élite filistea costituissero meno della metà degli abitanti.[4]
Col passare del tempo, il locale idioma cananaico finì per assorbire e soppiantare del tutto la lingua filistea, che smise lentamente di essere utilizzata come lingua scritta per ridursi a un mero sostrato linguistico. Già all'inizio della locale età del ferro (XI-X secolo a.C.) le élite filistee cominciarono a utilizzare una varietà cananaica come principale lingua scritta (come testimoniato per esempio dall'iscrizione di Tel es-Safi)[1] e sul finire della medesima età (VIII-VII secolo a.C.) l'unica lingua di cui si abbia traccia nella Pentapoli è un peculiare dialetto cananaico scritto in una variante della scrittura semitica occidentale denominata scrittura neo-filistea dal linguista Frank Moore Cross;[5] questo dialetto, talvolta chiamato lingua di Ekron dal nome della città nella quale nel 1996 fu scoperta la prima iscrizione filistea) è l'idioma nel quale sono scritte la maggior parte delle iscrizioni filistee giunteci.[6]
All'interno della Bibbia l'unica menzione relativa alla lingua dei filistei si trova nel libro di Neemia, dove viene menzionata la "lingua di Ashdod" in contrapposizione alla lingua ebraica,[7] ma non è chiaro se con questo termine si volesse indicare la lingua filistea, il locale dialetto cananaico o una possibile altra lingua utilizzata nella città.[3][8][9] Nel resto del testo biblico invece non si fa menzione di alcun problema linguistico tra gli israeliti e i filistei come accade invece nel caso di altri popoli.[10][11]
Tra il IV e il III secolo a.C. i filistei adottarono infine la lingua aramaica come la maggior parte degli altri popoli della regione finendo col fondersi con essi e perdendo la propria identità separata.
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]Poco è noto della lingua filistea, della quale sopravvivono solo una manciata di parole entrate come prestiti nella lingua ebraica, quali seren (plur. seranim) "signore, principe, comandante",[12] ’argáz "forziere"[13] o il titolo onorifico padî.[14]
Ad oggi non disponiamo di informazioni sufficienti per ascrivere con certezza il filisteo a nessun'altra famiglia linguistica, sebbene ci siano stati tentativi di collegarlo alle lingue indoeuropee (vedi sotto). Sebbene esistano elementi lessicali e onomastici di origine chiaramente non semitica, tuttavia le iscrizioni autentiche - poiché alcune si sono rivelate falsificazioni moderne[15] - sono quantomeno enigmatiche, poiché non disponiamo di testi scritti in lingua propriamente filistea.[16] Già il limitato corpus di brevi iscrizioni dell'età del ferro IIA-IIB provenienti da Tell es-Safi/Gat dimostra infatti come ad un certo punto dell'età del ferro locale i Filistei iniziarono a utilizzare una varietà dialettale cananaica sia come lingua parlata che come lingua scritta, cosa che portò inizialmente molti archeologi e linguisti a ritenere che l'idioma dei Filistei fosse sempre stato parte del continuum dialettale levantino.[1]
Ipotesi indoeuropea
[modifica | modifica wikitesto]Le prove a favore dell'appartenenza della lingua filistea alla famiglia indoeuropea sono molto limitate. Diverse parole di origine filistea che compaiono nella Bibbia sono chiaramente di origine non semitica ma possono, in alcuni casi e con riserva, essere ricollegate a radici protoindoeuropee. Per esempio, Richard David Barnett fece notare come la parola filistea seren possa essere imparentata con il neoittia sarawanas/tarawanas o con il greco τύραννος, týrannos (termine a sua volta di probabile origine anatolica).[17][18][19] Edward Sapir sosteneva l'origine indoeuropea della parola kōbá o qōbá, «elmo», riferito all'elmo di rame di Golia e presumibilmente imparentato con l'ittita kupaḫi.[3][11][20]
Anche per alcuni nomi propri filistei, come Achis, Phicol e Golia, i quali non sembrano avere origine semitica, è stata proposta un'etimologia indoeuropea. Il nome Achis è stato tentativamente collegato al greco Ἀγχίσης (Anchisēs, «Anchise») o con l'etnonimo «acheo» (dal greco arcaico Ἀχαίϝος, achaiwos);[11] tuttavia, sono state proposte anche relazioni con termini non indoeuropei, come l'hurrita Aki-ia-ash o l'eblaita A-ga-ish.[21] Il nome Golia (in ebraico גלית, Goliat) è stato accostato al nome proprio Ἀλυάττης (Alyattēs, «Aliatte»),[22] forma greca dell'originale lidio *Walweiattes.[11] Nell'iscrizione scoperta a Tell es-Safi nel 2005, risalente al X-IX secolo a.C., sono riportati due nomi, uno dei quali (ולת, «wlt») molto simile a questa possibile ricostruzione dell'originale Golia.[23] Altri autori hanno invece evidenziato la somiglianza del nome Goliat con alcuni nomi luvi come «Madduwatta» o «Azitawadda», con i quali sembra condividere il suffisso finale.[11] La comparsa di altri nomi non semitici nelle iscrizioni filistee recentemente scoperte sembrano fornire ulteriori indizi a conferma dell'origine allogena dei filistei e del loro idioma.[23]
Sistema di scrittura
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene le iscrizioni in filisteo siano molto scarse,[1] sembra chiaro tuttavia che i Filistei avessero sviluppato un sistema di scrittura.[24] Nel 1964, alcune tavolette furono ritrovate a Deir ʿAllā nello stesso strato archeologico di alcuni vasi di ceramica filistei. Esse riportavano incise poco più di cinquanta caratteri, raggruppati in una quindicina di parole separate da linee verticali, un sistema che ricorda le iscrizioni minoiche in lineare A e lineare B, nonché il sillabario cipriota-minoico.[10][25] È molto probabile che il testo contenuto in queste tavolette sia in filisteo, sebbene non sia da escludere che si tratti in realtà della scrittura di qualche altro popolo.[25] In ogni caso, il corpus di testi rinvenuti sia nella scrittura cipriota-minoica che in quella filistea è così esiguo che difficilmente potrebbe portare a prove conclusive.[26] Sicuramente la scrittura (così come la tecnica amministrativa dell'uso dei sigilli) fu adottato quando le popolazioni filistee erano già cresciute in complessità, almeno una generazione dopo il loro presunto insediamento.[27] Successivamente, verrà utilizzato in una certa misura anche l'alfabeto semitico occidentale (in una variante nota come neo-filisteo), di cui sono stati rinvenuti reperti successivi.[5] In assenza di ulteriori ritrovamenti, il sistema di scrittura filisteo è tutt'oggi oggetto di dibattito.[24]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Aren M. Maeir, Stefan J. Wimmer, Alexander Zukerman e Aaron Demsky, A Late Iron Age I/early Iron Age IIA Old Canaanite Inscription from Tell es-Sâfi/Gath, Israel: Palaeography, Dating, and Historical-Cultural Significance, in Bulletin of the American Schools of Oriental Research, n. 351, The University of Chicago Press, agosto 2008, pp. 39-71.
- ^ (ES) Jaime Alvar Ezquerra, Los pueblos del mar y otros movimientos de pueblos a fines del II milenio, collana Historia del mundo antiguo, Ediciones Akal, 1989, p. 35, ISBN 978-8476003695.
- ^ a b c Macalister 1913, p. 82.
- ^ a b Yasur-Landau 2014, p. 342.
(EN)
«The number of migrants that reached Philistia in the twelfth century cannot be established, yet something can be said about the scale of migration (Chapter 8). According to calculations of the inhabited area, the population of Philistia after the arrival of the migrants numbered about twenty five thousand in the twelfth century (reaching a peak of thirty thousand in the eleventh century). The continuation of local Canaanite material culture and toponyms indicates that a good part of the population was local. The number of migrants amounted, at most, to half of the population, and perhaps much less. Even the migrant population probably accumulated over at least two generations, the minimum estimated time for the continuous process of migration.»
- ^ a b (EN) Frank Moore Cross, A Philistine Ostracon from Ashkelon, in Leaves from an Epigrapher's Notebook: Collected Papers in Hebrew and West Semitic Palaeography and Epigraphy, collana Harvard Semitic Studies, Brill, 2003, pp. 164-165, DOI:10.1163/9789004369887_022, ISBN 978-1-57506-911-1.
- ^ (EN) Seymour Gitin, Trude Dothan e Joseph Naveh, A Royal Dedicatory Inscription from Ekron, in Israel Exploration Journal, vol. 47, n. 1-2, Israel Exploration Society, 1997, pp. 1-16.
- ^
« la metà dei loro figli parlava la lingua di Ashdod e non sapeva parlare la lingua giudaica, ma parlava soltanto la lingua di questo o di quel popolo. » ( Neemia 13, 24, su laparola.net.) - ^ Macalister 1913, pp. 66-67.(EN)
«[...] the ancient tongue of the Philistines lingered still in Ashdod, the town which probably retained exotic characteristics the longest. The distinction which Strabo (XVI. ii. 1) draws between the Γαζαῖοι and the Ἀζώτιοι ('Jews, Idumaeans, Gazaeans, and Azotii' being the four minor races of Syria which he enumerates) may possibly be founded on a reminiscence of these linguistic survivals. No doubt the language was by now much contaminated with Semitic words and idioms, but still it possessed sufficient individuality to be unintelligible without special study. It had of course lost all political importance [...]: it was now a despised patois [...]. It is true that some critics have explained the 'speech of Ashdod' as being the tongue of Sennacherib's colonists. If so, however, Nehemiah (himself a returned exile from a neighbouring empire to Sennacherib's) would probably have had some understanding of it and of its origin, and would have described it differently. The Semitic speech of the children of the Ammonite and Moabite mothers does not seem to have caused him so much vexation.»
- ^ Machinist 2013, p. 64.(EN)
«For while Ashdod here may represent Philistia [...], the 'Ašdôdît at issue was probably, from its historical setting in the Achaemenid period, a form of Aramaic or another non-Hebrew West Semitic tongue, not something Indo-European from the Aegean or Anatolia.»
- ^ a b (EN) Merrill C. Tenney (a cura di), The Philistines V.B. Language, in The Zondervan Encyclopedia of the Bible, vol. 4, Zondervan, 30 settembre 2009 [15 marzo 1975], ISBN 978-0310241362.«Little is known of the Philistine language or script. There is never any indication in the Bible of a language problem between the Israelites and Philistines. The Philistines must have adopted the local Semitic language soon after arriving in Canaan, or they might have already known a Semitic language before they came. Their names are usually Semitic (e.g., Ahimelek, Mitinti, Hanun, and the god Dagon). But two Philistine names may have come from the Asianic area: Achish has been compared with Anchises, and Goliath with Alyattes. A few Hebrew words may be Philistine loanwords. The word for helmet (koba H3916 or qoba H7746) is a foreign word often attributed to the Philistines. The term for "lords," already mentioned (seren), can possibly be connected with tyrannos ("tyrant"), a pre-Greek or Asianic word. Some have connected three seals discovered in the excavations at Ashdod with the Philistines. The signs resemble the Cypro-Minoan script. Three inscribed clay tablets from Deir Alla (SUCCOTH) also have been attributed to the Philistines. These signs resemble the Cypro-Mycenaean script. Both the seals and clay tablets are still imperfectly understood.»
- ^ a b c d e Machinist 2013, pp. 63-64.
- ^ Il termine "seren" è ancora utilizzato nelle forze di difesa israeliane, dove corrisponde al grado militare di capitano.
- ^ Sapir 1936, p. 274.
- ^ Sapir 1936, p. 279.
- ^ (EN) Joseph Naveh, Some Recently Forged Inscriptions, in Bulletin of the American Schools of Oriental Research, n. 247, The University of Chicago Press, pp. 53-58, DOI:10.2307/1356479.
- ^ (EN) I. Singer, Egyptians, Canaanites and Philistines in the Period of the Emergence of Israel, in Israel Finkelstein e Nadav Na'aman (a cura di), From Nomadism to Monarchy: Archaeological and Historical Aspects of Early Israel, Biblical Archaeology Society, 1º novembre 1994, pp. 282-338, ISBN 978-1880317204.
- ^ (EN) Richard David Barnett, The Sea Peoples, collana The Cambridge Ancient History, Cambridge University Press, 1969, p. 17, ISBN 978-0521074612.
- ^ (EN) Nancy Katharine Sandars, The Sea Peoples: Warriors of the Ancient Mediterranean, Thames & Hudson, 7 ottobre 1985, pp. 457-459, ISBN 978-0500273876.
- ^ (EN) Chaim Rabin, Hittite Words in Hebrew, in Nova Series, vol. 32, n. 2, 1963, pp. 113-139.
- ^ (EN) Edward Sapir, Hebrew 'helmet,' a loanword, and its bearing on Indo-European phonology, in Journal of the American Oriental Society, vol. 57, n. 1, American Oriental Society, marzo 1937, pp. 73-77, DOI:10.2307/594782.
- ^ (EN) Manuel Robbins, Collapse of the Bronze Age: The Story of Greece, Troy, Israel, Egypt, and the Peoples of the Sea, iUniverse, 21 giugno 2001, p. 117, ISBN 978-0595136643.
- ^ (DE) Ferdinand Bork, Archiv für Orientforschung, vol. 20, Institut für Orientalistik, 1963, pp. 304-305., citato in: (EN) G. A. Wainwright, Some Early Philistine History, in Vetus Testamentum, vol. 9, n. 1, Brill, gennaio 1959, p. 79, nota 3, DOI:10.2307/1516173.
- ^ a b (ES) Fran Serrato, Israel encuentra los restos de Gat, la ciudad del gigante Goliat, su El País, 9 agosto 2015. URL consultato il 3 marzo 2024.
- ^ a b (EN) Laurence Silberstein e Robert Cohn (a cura di), The Other in Jewish Thought and History, New York e Londra, New York University Press, 1994, p. 71, ISBN 0-8147-7989-1.
- ^ a b (EN) The Cambridge Ancient History: History of the Middle East and the Aegean Region, vol. 14, Cambridge, Cambridge University Press, 1975, p. 501.
- ^ (EN) Brent Davis, Cypro-Minoan in Philistia?, in Francisco Del Rio Sanchez (a cura di), Kubaba: Journal of Ancient Southwest Asia and Eastern Mediterranean Studies, vol. 2, Gorgias Pr Llc, 2012, pp. 40-74.
- ^ Yasur-Landau 2014, p. 309.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Assaf Yasur-Landau, The Philistines and Aegean Migration at the End of the Late Bronze Age, Cambridge University Press, 16 giugno 2014, ISBN 978-1107660038.
- (EN) Robert Alexander Stewart Macalister, The Philistines: Their History and Civilization, collana The Schweich Lectures, Londra, H. Milford, 1913.
- (EN) Peter Machinist, Biblical Traditions: The Philistines and Israelite History, in Eliezer D. Oren (a cura di), The Sea Peoples and Their World: A Reassessment, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2013, pp. 53-83, DOI:10.9783/9781934536438.
- (EN) Edward Sapir, Hebrew 'argáz, a Philistine Word, in Journal of American Oriental Society, vol. 56, n. 2, American Oriental Society, giugno 1936, pp. 272-281, DOI:10.2307/594673.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Canaanite Dialect of the Dedicatory Royal Inscription from Ekron, 2004, su femto.tau.ac.il. URL consultato il 4 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2006).