Khoja (ismailiti)
I Khoja (urdu خوجہ, sindhi کوجا، خوجا، خواجا) sono un gruppo religioso ismailita presente in Asia meridionale. La parola Khoja deriva da Khwājā, un titolo onorifico persiano (in persiano خواجه), adottato poi anche dal turco e presente con varie grafie in ogni cultura linguisticamente, o anche solo lessicalmente, collegata al turco (come l'uzbeko, il kazako, il turkmeno o l'albanese, dove è scritto Hoxha).
In Pakistan, molti Khoja emigrati dalle aree vicino e medio-orientali si sono insediati nella provincia del Sindh, e specialmente nella città di Karachi. In India invece numerosi Khoja vivono negli Stati del Gujarat, del Maharashtra, del Rajasthan e nella città di Hyderabad. Un alto numero di Khoja è infine emigrato nei secoli in Africa orientale (specialmente a Zanzibar), in Europa e in Nord America.
Nel tardo XIX secolo e ai primi del XX una significativa minoranza di Khoja abbracciò lo Sciismo duodecimano o l'Islam sunnita, ma la maggioranza rimase fedele alla sua fede.[1]
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il termine Khwaja, pronunciato Khoja in Gujarati e in Sindhi, è un titolo onorifico persiano, si dice conferito per primo dal Nizarita ismailita Sadardin (m. all'incirca nel XV secolo) ai suoi seguaci al tempo in cui viveva l'Imam Islām Shāh (1368-1423). Pīr Shihāb al-Dīn Shāh, fratello di uno degli Imam nizariti, scrisse che l'origine dei Khoja in quanto comunità derivava dalla devozione di Pīr Sadardin nei confronti dell'Imam del tempo.[2]
Si discute sul fatto che molti Lohana del Gujarat siano stati convertiti all'Ismailismo nizarita grazie all'impegno di Pir Sadardin e che gradualmente sia stato impiegato anche da essi il termine Khoja. Prima dell'arrivo dell'Aga Khan dalla Persia in India nel XIX secolo, i Khoja conservavano numerose tradizioni Hindu, compresa una variante della fede Vaishnavita nel Dashavatara:[3] essi infatti credevano che 'Ali ibn Abi Talib fosse Kalki, l'ultimo avatar di Visnù.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ «Khoja (Islam)» - Britannica Online Encyclopedia, su britannica.com. URL consultato il 3 agosto 2012.
- ^ Virani, Shafique N. The Ismailis in the Middle Ages: A History of Survival, A Search for Salvation, New York, Oxford University Press, 2007, p. 102.
- ^ I dieci avatar di Visnù.
- ^ Anṣārī ʻAlī Sher ʻAlī, 1901, pp. 65-66.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- N. Khouri & J.P. Leite, The Ismailis of Mozambique. History of a Twofold Migration (late 19th Century-1975), in: E. Morier-Genoud & M.Cahen (eds), Imperial Migrations. Colonial Communities and Diaspora in the Portuguese World, Londra, Palgrave, 2012
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Khoja (ismailiti)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- The Institute of Ismaili Studies - Khojas, su iis.ac.uk. URL consultato il 22 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- World Federation of Khoja Shia Ithna Asheri Muslim Communities, su world-federation.org. URL consultato il 22 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).
- History of the Khoja Shia Ithna-Asheries, su imamreza.net (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2010).