Giovanni Battista Ferrari (cardinale)
Giovanni Battista Ferrari cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 1445/1451 a Modena[1] |
Ordinato presbitero | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 11 settembre 1495 da papa Alessandro VI |
Consacrato vescovo | in data sconosciuta |
Elevato arcivescovo | 9 agosto 1501 da papa Alessandro VI |
Creato cardinale | 28 settembre 1500 da papa Alessandro VI |
Pubblicato cardinale | 2 ottobre 1500 da papa Alessandro VI |
Deceduto | 20 luglio 1502 a Roma |
Giovanni Battista Ferrari (Modena, 1445/1451[1] – Roma, 20 luglio 1502) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Laureatosi in legge a Padova, entrò nello stato ecclesiastico in giovane età e si trasferì a Roma sotto la protezione del cardinale Rodrigo Borgia, che gli ottenne delle prebende e un canonicato nel capitolo cattedrale di Modena.
Il cardinale Borgia, nipote di papa Callisto III, agevolò l'accesso alle cariche della Curia Romana a Ferrari, che fu ammesso al possesso delle cariche di sollecitatore delle lettere apostoliche (1471), di abbreviatore di Parco Maggiore (1482) e di referendario (1495).
Fu anche segretario di Giovanni II d'Aragona.
L'11 settembre 1495 fu eletto vescovo di Modena ma, per i suoi impegni presso la Curia, non risiedette quasi mai nella sua città vescovile. Emanò, comunque, numerosi provvedimenti in favore del clero meno abbiente e sotto il suo episcopato fu eretto a Modena il monte frumentario.
Dal 12 aprile 1496 alla morte fu datario apostolico, distinguendosi per l'abilità nel procurare denaro attraverso la vendita di uffici e benefici. Curò anche gli interessi di Ercole I d'Este presso la corte papale e contrattò il fidanzamento di Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI, con Alfonso d'Este, figlio di Ercole.
Ferrari venne creato cardinale nel concistoro del 28 settembre 1500 e il 5 ottobre dello stesso anno ricevette il titolo di San Crisogono.
Il 9 agosto 1501 fu trasferito alla sede metropolitana di Capua.
Ai primi di luglio dell'anno 1502 fu avvelenato dal suo domestico Sebastiano Pinzoni (forse incaricato da Alessandro VI o da Cesare Borgia, desiderosi di impadronirsi delle sue ricchezze) e, dopo una lunga agonia e un rigido rifiuto di "fare salassi o clisteri o prendere sciroppi, pillole o medicine di qualsiasi genere", morì nel suo appartamento di San Pietro il 20 luglio.[2]
A riprova di un possibile coinvolgimento del papa nella vicenda è la testimonianza del maestro di cerimonie Giovanni Burcardo che riporta nel suo diario, nei giorni seguenti, il ritrovamento di un biglietto affisso alla porta del defunto cardinale recitante la frase: "Il bue gli ha preso i beni, la terra il corpo, lo Stige l'anima." Il bue può essere un'allusione allo stemma dei Borgia, nel quale compariva l'animale.[3]
Il suo corpo, inizialmente sepolto in San Pietro, in seguito venne traslato nel duomo di Modena, dove suo fratello Francesco gli era succeduto nell'episcopato.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Cherubini, FERRARI, Giovanni Battista, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 46, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996.
- (EN) David M. Cheney, Giovanni Battista Ferrari, in Catholic Hierarchy.
- (EN) Salvador Miranda, FERRARI, Giovanni Battista, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 42905055 · BAV 495/65220 · CERL cnp00523653 · GND (DE) 129016144 |
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