Freccia (araldica)
In araldica la freccia è simbolo di amore, amore divino, tradizioni guerriere o velocità.
Essa è composta dal fusto o astile (o asta), dalla punta o ferro e dalla penna; le parti si blasonano soltanto quando sono di altro smalto[1]. Il ferro della freccia è indentato in basso e si chiama anche feone; è questa indentatura, tipica della freccia, che la distingue dal dardo[1].
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Saracino tenente una freccia in palo (stemma di Basciano)
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Due frecce cadenti in decusse (Baesweiler, Germania)
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Due frecce in decusse (Contea di Dalarna, Svezia)
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Corona infilzata da tre frecce (São Sebastião da Pedreira, Portogallo)
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Tre punte di freccia uscenti dalla partizione (Uezwil, Svizzera)
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Tre frecce di nero ordinate in un fascio (Le Perray-en-Yvelines, Francia)
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D'argento, al fascio di tre frecce di rosso, al capo d'azzurro caricato di tre stelle d'argento (famiglia De Bazelaire, Francia)
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Di rosso, al fascio di frecce legato d'oro (Arano, Spagna)
Posizione araldica ordinaria
[modifica | modifica wikitesto]La freccia si rappresenta, di norma, posta in palo. Una coppia di frecce è invece rappresentata in decusse. Un fascio di frecce è costituito da due frecce in decusse ed una terza freccia posta in palo; un numero di frecce diverso va blasonato. Tutte le frecce presentano, di norma, la punta rivolta in alto. Se invece la freccia è posta in banda o in fascia avrà la punta rivolta verso destra.
Attributi araldici
[modifica | modifica wikitesto]- Appuntata quando rivolta verso un'altra freccia ed hanno le punte convergenti
- Armata quando ha la punta di smalto diverso
- Astata o fustata quando ha il fusto di smalto diverso
- Cadente è la freccia con la punta in basso
- Impennata se ha la penna di smalto diverso
- Impugnata quando fa parte di un fascio di frecce, come detto sopra
- Incoccata quando la freccia è impostata sull'arco teso
- Smussata se il ferro ha la punta troncata o contorta
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Volpicella, p. 162.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marc'Antonio Ginanni, L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756, p. 71.
- Luigi Volpicella, Dizionario del linguaggio araldico italiano, a cura di Girolamo Marcello del Majno, presentazioni di Luigi Michelini di San Martino et al., disegni dell'autore, Udine, Paolo Gaspari, 2008 [concluso negli anni 1940], pp. 162-163, ISBN 88-7541-123-9, SBN IT\ICCU\MIL\0767647.
Altri progetti
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