Florestano Di Fausto

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Florestano Di Fausto

Deputato dell'Assemblea Costituente
Durata mandato25 giugno 1946 –
31 gennaio 1948
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneRoma
Incarichi parlamentari
  • Componente della Quarta Commissione per l'esame dei disegni di legge
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato8 maggio 1948 –
24 giugno 1953
LegislaturaI
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano (1948-1951)
Misto (1951-1952)
Partito Nazionale Monarchico (1952-1953)
CircoscrizioneRoma
Incarichi parlamentari
  • Componente della VI Commissione (Istruzione e belle arti)
  • Componente della VII Commissione (Lavori pubblici)
  • Componente della Commissione speciale per l'esame della proposta di legge Gatto ed altri, n. 2750: "Provvedimenti per la salvaguardia del carattere lagunare e monumentale di Venezia attraverso opere di risanamento civico e di interesse turistico"
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studiolaurea in Ingegneria e Architettura
UniversitàAccademia di belle arti di Roma
Professioneingegnere e architetto

Florestano Di Fausto (Rocca Canterano, 16 luglio 1890Roma, 11 gennaio 1965) è stato un ingegnere, architetto e politico italiano, dapprima deputato all'Assemblea Costituente e successivamente eletto alla Camera nella I legislatura. Come architetto è riconosciuto come protagonista incontrastato della scena architettonica libica[1].

Nacque a Rocca Canterano il 16 luglio 1890 da Demetrio Di Fausto e Bernardina Piccioni. Compì gli studi di architettura presso l'Accademia di belle arti di Roma e nel 1922 conseguì la laurea in ingegneria civile.

Tra il 1916 e il 1923 collaborò con lo scultore Pier Enrico Astorri per l'erezione del monumento a papa Pio X nella basilica di San Pietro in Vaticano mentre qualche anno dopo progettò il calvario e la cappella monumentale delle reliquie della Passione della basilica di Santa Croce in Gerusalemme, entrambi inaugurati nel 1930 ma completati nel 1952. Sempre all'inizio della sua carriera fu consulente tecnico del Ministero degli affari esteri tra il 1924 e il 1932 e progettò numerosi edifici per le sedi di rappresentanza diplomatica oltre che per gli istituti culturali italiani all'estero; tra di essi figurano le legazioni italiane a Belgrado e al Cairo, la Casa degli italiani di Algeri, l'ambasciata ad Ankara, il consolato di Tunisi e vari progetti di trasformazione o ampliamento di sedi diplomatiche italiane a Copenaghen, Stoccolma, L'Aia, Sofia, Istanbul, Oslo, Salonicco, Nizza, Lisbona, Madrid, Bruxelles, Buenos Aires, Rio de Janeiro e Londra. Sempre con questo incarico curò nel 1930 l'adattamento della palazzina di Pio IV ad ambasciata d'Italia presso la Santa Sede. Nello stesso periodo presentò numerosi progetti per Roma, tra proposte per la sistemazione di piazza del Parlamento (1927), piazza Colonna (1928) e lungotevere Marzio (1929) oltre che un progetto per la sede della Banca Nazionale del Lavoro di via Vittorio Veneto. Sul colle di Montarice, presso Loreto, progettò inoltre la villa di Beniamino Gigli.

Di Fausto dovette godere del favore di Benito Mussolini, partecipando alla progettazione di numerosi edifici di Nuova Predappio così come di importante infrastrutture nelle colonie italiane tra cui il Dodecaneso, dove progettò numerosi edifici e predispose il piano regolatore di Rodi, e la Libia, dove in qualità di consulente per l'architettura di Tripoli progettò numerosi edifici e sistemazioni urbanistiche, anche al di fuori della città. In Albania inoltre progettò il palazzo reale di Durazzo e la villa reale di Scutari per re Zog I e redasse il piano regolatore di Tirana.

Il 21 febbraio 1930 fu vittima di un grave incidente aereo e dopo dodici ore di naufragio nel mar Tirreno fu salvato insieme ad altri dall'equipaggio del piroscafo Città di Tripoli.

Nel 1937 il comune di Ferrara lo incaricò di progettare il risanamento del quartiere di San Romano ma la sua proposta suscitò forti polemiche, tanto che tale progetto fu definito "fantasioso" dall'architetto Carlo Bassi.[2]

Dopo la seconda guerra mondiale Di Fausto, già legato a don Luigi Sturzo e ad Azione Cattolica, si diede alla politica e fu eletto membro dell'Assemblea Costituente e poi della Camera dei deputati con la Democrazia Cristiana, passando nel 1952 al Partito Nazionale Monarchico.

La carriera politica non gli impedì di proseguire col suo lavoro: nell'immediato dopoguerra progettò il monumento in memoria delle visite di Pio XII dopo i bombardamenti del 1943 presso la basilica di San Lorenzo fuori le mura e curò il piano di ricostruzione di Subiaco e della cattedrale di Sant'Andrea Apostolo. Nella natia Rocca Canterano progettò numerosi edifici, tra cui la sua casa, mentre propose un piano regolatore per Pompei. A Roma progettò la casa generalizia cistercense sull'Aventino e piazza del Tempio di Diana mentre consegnò i disegni per il mercato Metronio, poi realizzato dall'ingegnere Riccardo Morandi. Fu membro dell'Accademia nazionale di San Luca e dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon nonché Presidente dell'Accademia di belle arti di Roma tra il 1946 e il 1949.

Il suo ultimo progetto particolarmente impegnativo fu per il santuario di Montevergine, per cui progettò la nuova basilica, costruita tra il 1952 e il 1961. Morì a Roma l'11 gennaio 1965.

Villaggio Cesare Battisti, in Libia
  1. ^ Città di fondazione e plantatio ecclesiae, a cura di G. Gresleri, P. Culotta e G. Gresleri, Bologna, 2007, p. 297, ISBN 978-88-7794-579-2.
  2. ^ G. Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara (e ampliamenti), Ferrara, 2G Editrice, pp. 224-228, ISBN 978-88-89248-21-8.
  3. ^ F. Di Marco, Due opere di Florestano Di Fausto in area romana, in V.F. Pardo (a cura di), L’architettura nelle città italiane del XX secolo, dagli anni Venti agli anni Ottanta, Milano, Jaca Book, 2003, pp. 212, 217.
  4. ^ Monumento a Fausto Cecconi a Monterotondo, su info.roma.it. URL consultato il 10 ottobre 2024.

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