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Estinzione. Uno sfacelo

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Estinzione. Uno sfacelo
Titolo originaleAuslöschung
AutoreThomas Bernhard
1ª ed. originale1986
1ª ed. italiana1996
Genereromanzo
Sottogenerememorie
Lingua originaletedesco
AmbientazioneRoma, Wolfsegg am Hausruck, anni 1980
ProtagonistiFranz-Josef Murau
CoprotagonistiGambetti
Altri personaggiSpadolini, Caecilia e Amalia (sorelle di Murau)

Estinzione. Uno sfacelo (titolo orig. Auslöschung) è l'ultimo romanzo di Thomas Bernhard, pubblicato originariamente in Germania nel 1986.[1]

«Sento la morte che mi artiglia di continuo ora la gola ora le reni. Ma io non sono come gli altri: la morte mi pervade interamente»

Estinzione, diviso in due lunghe parti, è composto secondo la tecnica peculiare di Bernhard del Bericht (resoconto), attraverso la quale apprendiamo del protagonista Franz-Josef Murau, un austriaco in esilio volontario a Roma — dove impartisce lezioni private di lingua tedesca al giovane Gambetti, cui i suoi monologhi sono rivolti — tormentato dalle proprie origini. La comunicazione per tramite di un telegramma della morte dei genitori e del fratello avvenuta in un incidente stradale porta Murau al paese natale, Wolfsegg, in Alta Austria[3] dove deciderà di donare la proprietà di famiglia alla comunità ebraica di Vienna.[4]

Edizioni italiane

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  • Thomas Bernhard, Estinzione. Uno sfacelo, traduzione di Andreina Lavagetto, Collana Fabula n. 98, Milano, Adelphi, 1996, pp. 494, ISBN 978-88-459-1266-5.
  • Thomas Bernhard, Estinzione. Uno sfacelo, traduzione di Andreina Lavagetto, Collana Gli adelphi 593, Milano, Adelphi, 2020, ISBN 978-88-459-3498-8.
  1. ^ Luigi Forte, su Tuttolibri-La Stampa, scrive:

    «Estinzione, l'ultimo romanzo dell'austriaco Thomas Bernhard uscì nel 1986. Un suo amico racconta che probabilmente era già pronto all'inizio degli Anni Ottanta. Lo teneva di riserva, avrebbe detto, per gli anni magri, quando l'ispirazione avesse fatto cilecca. Ma poi continuò a scrivere, con quella sua opera testamentaria nel cassetto. Lì c'era tutta la sua rabbia, avvitata su se stessa, ossessiva e testarda. C'era la somma delle sue idiosincrasie, la complessa architettura delle sue passioni, la polifonia dei suoi astratti furori. La teneva lì come un argine contro la propria fine che sentiva imminente. E quando arrivò, nel 1989, lui l'aveva in qualche modo già anticipata e resa innocua. L'aveva rubricata con un motto di Montaigne premesso al romanzo. "Sento la morte che mi artiglia di continuo ora la gola ora le reni. Ma io non sono come gli altri: la morte mi pervade interamente". Una citazione da prendere alla lettera, perché la vita e l'opera di Bernhard stanno sotto il segno dell'emergenza finale. Ne sono un commento ciarliero, una retorica dilazione, una glossa spietata e sottilmente umoristica.»

  2. ^ "Thomas Bernhard. Una commedia una tragedia", monografia di Aut Aut, Il Saggiatore, 2012.
  3. ^ Scheda informativa di Wolfsegg.
  4. ^ Thomas Bernhard. Una commedia una tragedia, Cap. "Estinzione" con contributo critico di Damiano Cantone, Materiali I, Volume 325 di Aut aut, 2012.

Collegamenti esterni

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