Denno
Denno comune | |
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Denno da nord | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Paolo Vielmetti (Insieme per Denno) dal 21-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 46°17′N 11°03′E |
Altitudine | 429 m s.l.m. |
Superficie | 10,64 km² |
Abitanti | 1 207[2] (31-10-2021) |
Densità | 113,44 ab./km² |
Frazioni | Maso Cimana |
Comuni confinanti | Campodenno, Contà, Predaia, Ton, Ville d'Anaunia |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38010 |
Prefisso | 0461 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022074 |
Cod. catastale | D273 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona F, 3 060 GG[4] |
Nome abitanti | dennesi (déneri[1]) |
Patrono | santi Gervasio e Protasio |
Giorno festivo | 18 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Denno all'interno della provincia di Trento | |
Sito istituzionale | |
Denno (Dén[5] in noneso) è un comune italiano di 1 207 abitanti della provincia di Trento.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Situato sulla destra del Noce, nel comprensorio C6, a metà strada tra Mezzolombardo e Cles, è da sempre il più importante centro della Bassa Anaunia.
Il comune di Denno è esteso su un territorio di 1 042 ettari, a 429 metri s.l.m.; esso si distingue in una zona coltivata a frutteto (limitrofa all'abitato) e in una zona boschiva, costituita da un complesso che si estende lungo il versante orientale della dorsale che separa la Valle di Non dalla Valle di Tovel.
L'altimetria delle proprietà comunali varia da 270 m s.l.m., in corrispondenza dell'alveo del torrente Noce ai 1 960 m s.l.m. del Monte Corno. La zona in parte compresa nel Parco naturale Adamello Brenta offre delle interessanti escursioni e la Malga Arza, porta d'accesso al Parco, rappresenta il punto di riferimento per numerose gite sulle montagne del Gruppo Brenta.
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del paese deriva da "Enno", nome dei signori de Enno del castello medioevale, Castel Denno, oggi scomparso, che sorgeva nei pressi del villaggio; per cui il paese "D'Enno" tramutò col tempo il nome in "Denno".
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Età medievale
[modifica | modifica wikitesto]La località è attestata per la prima volta nel 1174 quale "Heno" in un documento dei conti di Appiano a favore della Collegiata agostiniana di San Michele all'Adige.[6]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 20 gennaio 1930.[7]
«Interzato in banda d'argento, d'azzurro e d'argento al castello d'oro, attraversante sul tutto; ornamenti esteriori da Comune.[8]»
Il gonfalone è un drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento: "COMUNE DI DENNO".
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Municipio
- Palazzo Parisi[9]
- Palazzo Paternoster
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[10]
Ripartizione linguistica
[modifica | modifica wikitesto]Nel censimento del 2001 il 32,18% della popolazione (354 persone) si è dichiarato "ladino".[11]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Arte
[modifica | modifica wikitesto]Nel paese nella prima metà del Seicento si trasferì lo scultore e intagliatore Bartolomeo Strudel, che avviò una bottega.[12] A Denno nacquero i tre figli di Bartolomeo: lo scultore Paul Strudel, lo scultore e pittore Peter Strudel, fondatore dell'Accademia di belle arti di Vienna e Dominik Strudel. In un rogito del notaio Niccolò de Antognines del settembre 1706 è registrata la deliberazione della pubblica Regola di Denno per la nomina di Paul Strudel a cittadino onorario.[13]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]L'economia della zona è sempre stata prevalentemente agricola, un tempo basata sulla viticoltura e sulla bachicoltura che ha visto prosperare l'industria della filatura dei bozzoli che offriva lavoro a molte persone del paese e dei dintorni. Ora è la coltivazione della mela l'attività prevalente, ma coesistono attività artigianali ed un piccolo turismo locale.
Tra le attività artigianali è ancora diffusa e rinomata l'antica lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di mobili e arredamenti.[14]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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9 maggio 2005 | 16 maggio 2010 | Fabrizio Inama | Lista civica | Sindaco | |
17 maggio 2010 | 10 maggio 2015 | Fabrizio Inama | Lista civica | Sindaco | |
11 maggio 2015 | 22 settembre 2020 | Fabrizio Inama | Lista civica | Sindaco | |
23 settembre 2020 | in carica | Paolo Vielmetti | Insieme per Denno | Sindaco |
Variazioni
[modifica | modifica wikitesto]La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Campodenno, Dercolo, Lover, Quetta e Termon; nel 1952 distacco di territori per la ricostituzione del comune di Campodenno comprendendo anche i territori degli ex comuni di Dercolo, Lover, Quetta e Termon (Censimento 1951: pop. res. 1554).[15]
Sport
[modifica | modifica wikitesto]La società sportiva del paese è l'U.S. Bassa Anaunia costituita nel 1990 dalla fusione delle ex società sportive US. Denno, US. Stella Azzurra di Campodenno, US. Quetta, US Libertas Ton e US. S.Vito Flavon. Opera nella Bassa Val di Non e si occupa sia di calcio che di pallavolo. Nel calcio, la prima squadra milita dalla stagione 2010/11 nel campionato di Promozione provinciale. L'impianto sportivo principale è il campo in erba in località Valmaor di Denno mentre l'impianto sintetico è in località Salvez nel comune di Campodenno. Altro campo sportivo in erba è nel comune di Contà alla pineta di Flavon. La sede sociale e operativa è a Denno in via Colle verde n.1. Attuale presidente è Flavio Berti, che negli anni 2000 è succeduto al primo presidente Silvano Webber.[16]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
- ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Enrico Quaresima, Vocabolario anaunico e solandro, Firenze, Leo S. Olschki, 1991 [1964], p. XXIV, ISBN 88-222-0754-8.
- ^ Hannes Obermair, Martin Bitschnau, Die Traditionsnotizen des Augustinerchorherrenstiftes St. Michael a. d. Etsch (San Michele all'Adige). Vorarbeiten zum „Tiroler Urkundenbuch“ (XML), in MIÖG - Mitteilungen des Instituts für Österreichische Geschichtsforschung, vol. 105, 1997, pp. 263-329, qui pp. 303-306, n. 1(q), DOI:10.7767/miog.1997.105.jg.263, ISSN 2307-2903 . URL consultato il 25 novembre 2020.
- ^ Denno, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 2 luglio 2024.
- ^ Luigi Rangoni Machiavelli, Stemmi delle colonie, delle provincie e dei comuni del Regno d'Italia riconosciuti o concessi dalla Consulta Araldica del Regno al 1º novembre 1932, in Rivista del Collegio Araldico, anno XXXI, 1933, p. 364.
- ^ Visita di Denno, su Associazionedimorestoriche.it. URL consultato il 30 aprile 2024.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Nel 2001 erano il 17,54% dei residenti | Trentino, su trentinocorrierealpi.gelocal.it. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2013).
- ^ R. Colbacchini, 2010, p. 49 Raffaella Colbacchini ha individuato la sua firma, con data 1640, dietro l'altare maggiore della chiesa di Santo Stefano di Dercolo..
- ^ S. Weber, 1977, pp. 343-343 L'atto riportava: "donavimus et tradidimus Ill.mo Paolo equite Strudl architecto ac in petra sculptori virtuosissimo S. Caesareae Maiestatis, licet absenti, jus viciniae. [...] nec non etiam quia natales suos traxit in propria domo huius pagi".
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 15.
- ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
- ^ U.S. Bassa Anaunia, su usbassanaunia.it. URL consultato il 17 maggio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eleonora Callovi & Luca Siracusano (a cura di), Guide del Trentino. Val di Non. Storia, arte, paesaggio, Trento, TEMI, 2005.
- Raffaella Colbacchini, "L'ancona dell'altare destro", in: I Re Magi e il santo eremita. La chiesa di Quetta, a cura di Laura Dal Prà, Trento, Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni storico-artistici, 2010 (pp. 47-49).
- Emanuele Curzel, Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo, Bologna, Edizioni Dehoniane Bologna, 1999. (online)
- Aldo Gorfer, Le valli del Trentino: guida geografico-storico-artistico-ambientale: Trentino occidentale, Calliano (TN), Manfrini, 1975, OCLC 876639446, SBN IT\ICCU\MOD\0163021.
- Luigi Menapace, Passato e presente di Denno, Trent, Comune di Denno, 1985.
- Simone Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, Trento, Monauni, 1977 [1933].
- Simone Weber, La Pieve di Denno, Trento, Comune di Denno, 1990 (1935).
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.denno.tn.it.
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