Caracciolo
Caracciolo | |
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Bandato di rosso e d'oro, al capo d'azzurro pieno. | |
Stato | Regno di Napoli Regno delle Due Sicilie Regno d'Italia Italia |
Titoli |
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Fondatore | Teodoro Caracciolo |
Data di fondazione | X secolo |
Etnia | Italiana |
Rami cadetti | |
La casata Caracciolo è una famiglia nobile italiana, originaria di Napoli[2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La casata vantava una mitica origine bizantina dal imperatore Niceforo II Focas, ma la sua reale origine risale al X secolo con il capostipite Teodoro Caracciolo (riportato nei documenti antichi come Theodorus Caracziolus), di cui possediamo solo notizie d'archivio: fu seppellito assieme alla moglie Urania nella cattedrale di Santa Maria Assunta, a Napoli. Risulta deceduto al 20 marzo 976, data di un documento nel quale si apprende che in tale periodo sua figlia Teodonanda fece una donazione al monastero dei Santi Sergio e Bacco.
Ai tempi del Ducato di Napoli la famiglia godette di nobiltà nel Seggio di Capuana dei Sedili di Napoli, beneficiando di speciali privilegi concessi dal duca Sergio VII. La famiglia si divise poi in numerose linee, tra cui le cosiddette linee antiche (Caracciolo Canella, Caracciolo Ugot, Caracciolo Viola e Caracciolo Ciccola), quindi nelle linee dei del Sole, Bianchi, Rossi e Pisquizi. Nello specifico, la linea dei Caracciolo Rossi ebbe come capostipite Riccardo, figlio di Landolfo, vissuto agli inizi del XII secolo, mentre quella dei Caracciolo Pisquizi Filippo, anch'egli figlio di Landolfo. Da quest'ultima nacquero poi il ramo dei Caracciolo del Sole e quello dei Caracciolo di Pisciotta.
Numerose le sottolinee derivate, delle quali si ricordano in particolare quelle dei Carafa e dei Di Napoli, quest'ultima originatasi da Nicolò Caracciolo dei duchi di Martina, il quale, trasferitosi a Troina, in Sicilia, per mantenere vivo il ricordo della sua città di provenienza, mutò il proprio cognome in Di Napoli, che venne poi assunto dai suoi discendenti[1].
La supremazia della famiglia Caracciolo fece sì che gran parte delle tormentate vicende del Regno di Napoli videro protagonisti vari membri della famiglia, talvolta anche su fronti contrapposti.
Nel 1869 la casata fu iscritta nel Libro d'oro della nobiltà italiana.
Stemma
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Stemma della linea dei Caracciolo Pisquizi:
D'oro al leone rampante d'azzurro, con la coda contro rivoltata, armato e lampassato di rosso. -
Stemma della linea dei Caracciolo del Sole:
Di rosso al sole d'oro, caricato di un leone d'azzurro con la coda rivolta nel di dentro, lampassato e armato di rosso. -
Stemma della linea dei Di Napoli:
D'azzurro al leone d'oro, sormontato dal motto VIRO CONSTANTI di nero in fascia, con due stelle d'oro e un giglio dello stesso posti nel capo 2 e 1. -
Stemma della linea dei Caracciolo Rossi:
Bandato d'oro e di rosso al capo d'azzurro pieno. Bordura d'argento caricata del motto POR BIEN VER di lettere maiuscole di nero in alto e da un paio di occhiali al naturale in punta.
Ramificazioni
[modifica | modifica wikitesto]Membri principali
[modifica | modifica wikitesto]Tra i più noti membri della famiglia si annoverano[3]:
- Antonio Caracciolo (1340-1389), ciambellano, 2º conte di Gerace e barone di Anoia, Grotteria e San Giorgio, fondatore di Cinquefrondi intorno al 1370;
- Sergianni Caracciolo (1372-1432), condottiero, gran connestabile e gran siniscalco del Regno di Napoli e principe di Capua, noto per essere stato l'amante della regina Giovanna II d'Angiò-Durazzo;
- Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico, inviato dal re Ferrante d'Aragona alla riconquista dei feudi occupati dai Turchi. Il 10 agosto 1481, al comando della sua flotta, riconquistò Otranto, liberandola dai soldati di Maometto II;
- Antonio Caracciolo (1515-1570), vescovo originario di Melfi ed attivo in Francia presso la corte dei Valois, morto esule dopo una condanna per eresia;
- Niccolò Caracciolo, vescovo di Catania, presidente del Regno di Sicilia nel 1558;
- Ferrante Caracciolo, duca di Airola, noto per aver composto nel 1581 I commentarii delle gverre fatte co' Turchi da d. Giovanni d'Avstria dopo che venne in Italia, ampio resoconto sulla battaglia di Lepanto;
- San Francesco Caracciolo (1563-1608), figlio di Ferrante, altro famoso esponente della casata;
- Fabrizio Caracciolo (1607-1683), duca di Girifalco, comandante del presidio militare di Pizzofalcone, reggente della Gran Corte della Vicaria e consigliere del Sacro Regio Consiglio;
- Carlo Di Napoli (1700-1758), figlio di Nicolò ed Elisabetta, entrambi di cognome Di Napoli, sposò Maria Vanni, da cui ebbe Elisabetta, morta in giovane età, e Rosalia. È noto per aver composto l'opera Concordia tra i diritti demaniali e baronali, ampio trattato sui diritti feudali[4];
- Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina, viceré di Sicilia nel 1781;
- Francesco Caracciolo (1752-1799), ammiraglio della Repubblica Partenopea, costretto dalle circostanze a recitare un ruolo ambiguo negli sconvolgimenti del suo tempo; la sua impiccagione come ribelle, eseguita dall'ammiraglio Horatio Nelson, ebbe grande risonanza all'epoca e ne fece una delle figure di maggior importanza nel prosieguo del Risorgimento;
- Lucio Caracciolo (1771-1836), generale, appartenente al ramo dei duchi di San Vito della linea dei Caracciolo Rossi;
- Giuseppe Caracciolo (1839-1920), 9º principe di Torella, sindaco di Napoli dal 1889 al 1891;
- Carlo Caracciolo (1925-2008), editore e fondatore del quotidiano La Repubblica;
- Marella Caracciolo (1927-2019), collezionista d'arte, nota per essere stata la moglie di Gianni Agnelli.
Alleanze
[modifica | modifica wikitesto]Le principale alleanze matrimoniali con la famiglia Caracciolo sono: Carafa, Borbone di Parma, Pignatelli, Ruffo di Calabria, d'Avalos, di Borbone delle Due Sicilie, Colonna, Borghese, Berlinghieri, d'Aquino, Ferrero-Fieschi, Gonzaga, Borbone di Spania, d'Aragon, Orsini.[5]
Dimore
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è riportato un elenco non completo delle dimore abitate dalla famiglia Caracciolo:
- Castello Caracciolo, Andrano;
- Castello Caracciolo, Palagianello;
- Castello di Cervinara;
- Palazzo Caracciolo, Avellino;
- Palazzo Caracciolo di Avellino, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di Girifalco, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di Melissano, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di Oppido, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di San Teodoro, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di Sant'Eramo, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di Santobuono, Napoli;
- Palazzo Caracciolo di Torella, Napoli;
- Palazzo Cioffi Caracciolo, Napoli;
- Palazzo Ducale, Martina Franca;
- Palazzo Ducale, Mottola;
- Palazzo Giordano, Napoli;
- Palazzo Marchesale, Santeramo in Colle;
- Villa Roccaromana, Napoli.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Candida Gonzaga (1875), vol. 6, pp. 121-123.
- ^ Treccani.it.
- ^ Palizzolo Gravina (1875), passim.
- ^ Fallico (1991), in DBI.
- ^ Il Libro d'oro della Nobiltà Italiana, su Collegio Araldico. URL consultato il 24 ottobre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 3 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
- Grazia Fallico, Carlo Di Napoli, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 40, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1991.
- Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia, ossia Raccolta araldica, Palermo, Visconti & Huber, 1875, ISBN non esistente.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Cappella Caracciolo del Sole
- Cappella Caracciolo di Vico
- Chiesa di San Giovanni a Carbonara
- Chiesa di San Gennaro a Sedil Capuano
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sui Caracciolo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Caràcciolo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Caracciolo Rossi, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo Pisquizi, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo del Sole, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo Giudice, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo di Martina, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo di Miranda, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo di Oppido, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo di Pettoranello del Molise, su nobili-napoletani.it.
- Caracciolo di Sant'Eramo, su nobili-napoletani.it.