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Arcidiocesi di Utrecht

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Disambiguazione – Se stai cercando l'arcidiocesi vetero-cattolica, vedi Arcidiocesi di Utrecht (vetero-cattolica).
Disambiguazione – Se stai cercando l'antico principato vescovile, vedi Principato vescovile di Utrecht.
Arcidiocesi di Utrecht
Archidioecesis Ultraiectensis
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Breda, Groninga-Leeuwarden, Haarlem-Amsterdam, Roermond, Rotterdam, 's-Hertogenbosch
 
Arcivescovo metropolitacardinale Willem Jacobus Eijk
AusiliariTheodorus Cornelis Maria Hoogenboom[1],
Herman Willebrordus Woorts[2]
Presbiteri300, di cui 117 secolari e 183 regolari
2.296 battezzati per presbitero
Religiosi283 uomini, 540 donne
Diaconi71 permanenti
 
Abitanti4.292.430
Battezzati689.000 (16,1% del totale)
StatoPaesi Bassi
Superficie10.000 km²
Parrocchie46 (3 vicariati)
 
Erezione695, ristabilita 4 marzo 1853
Ritoromano
CattedraleSanta Caterina
IndirizzoMaliebaan 38-40, 3581 EA Utrecht; P.B. 14019, 3508 SB Utrecht, Nederland
Sito webwww.aartsbisdom.nl
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica nei Paesi Bassi
La diocesi di Utrecht prima degli scorpori territoriali del 1559 (estratta da: Reginald Lane Poole, Historical Atlas of Modern Europe, 1902, tavola XXXVII - Germania Sacra).
Il territorio del principato arcivescovile di Utrecht a metà del XIV secolo (in colore viola).
La basilica di San Lamberto a Hengelo.
La basilica di San Walburg a Arnhem.
L'antica cattedrale cattolica di Utrecht, dedicata a san Martino di Tours, oggi chiesa protestante.
Il palazzo arcivescovile di Utrecht.

L'arcidiocesi di Utrecht (in latino Archidioecesis Ultraiectensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica nei Paesi Bassi. Nel 2022 contava 689.000 battezzati su 4.292.430 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Willem Jacobus Eijk.

L'arcidiocesi comprende le province olandesi di Utrecht, Gheldria, Overijssel e la parte centrale della provincia di Flevoland.

Sede arcivescovile è la città di Utrecht, dove si trova la cattedrale di Santa Caterina. Sono otto le basiliche minori presenti nell'arcidiocesi: San Giorgio ad Almelo, l'Esaltazione della Croce a Raalte, San Lamberto a Hengelo, San Nicola a IJsselstein, San Pancrazio a Tubbergen, San Plechelmo a Oldenzaal, San Walburg a Arnhem e Santa Maria Assunta a Zwolle.

Il territorio si estende su 10000 km² ed è suddiviso in 46 parrocchie, raggruppate in 3 vicariati: Utrecht, Deventer e Arnhem. Alcune parrocchie per gli immigrati non fanno capo a nessun decanato.[3]

Provincia ecclesiastica

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La provincia ecclesiastica di Utrecht, istituita nel 1559, comprende le seguenti suffraganee:

La diocesi di Utrecht fu eretta nel 695 quando san Villibrordo fu consacrato vescovo dei Frisi a Roma da papa Sergio I e con il beneplacito di Pipino di Herstal andò ad occupare la cattedra dell'importante città di Utrecht. Dopo la morte di Villibrordo la diocesi ebbe a soffrire enormi danni dalle incursioni dei Frisi e, più tardi, da quelle dei Normanni.

Tempi migliori trascorse durante il regno degli imperatori sassoni che frequentemente invitarono i vescovi di Utrecht alle diete ed ai concili imperiali. Nel 1024 i vescovi furono investiti dell'autorità e del lignaggio di principi del Sacro Romano Impero. Con l'ottenimento della immediatezza imperiale, il vescovo ottenne il titolo di principe dell'Impero: il territorio su cui estendeva la sua autorità politica comprendeva lo Sticht, corrispondente all'attuale provincia di Utrecht[4], ma anche alcuni territori conosciuti come l'Oversticht, corrispondenti grosso modo alle attuali province di Drenthe e di Overijssel e alla città di Groninga, che non erano in continuità con lo Sticht perché vi si interponevano i territori della Ducato di Gheldria, corrispondente all'attuale provincia della Gheldria[5].

Nel 1122, con il Concordato di Worms, il diritto di investitura dell'imperatore fu abrogato ed il diritto di provvedere all'elezione del vescovo fu riservato al capitolo della cattedrale il quale, molto presto, si trovò a doverlo condividere con i quattro capitoli delle chiese collegiate più importanti della città (San Salvatore, San Giovanni, San Pietro e Santa Maria). I conti di Olanda e di Gheldria, fra i cui possessi si estendevano le terre governate dal principe-vescovo di Utrecht, tentarono di acquisire influenza politica sulla scelta dei capitoli cercando spesso di imporre un candidato a loro gradito. Tale situazione provocò frequenti dispute e controversie con conseguenti frequenti interventi della Santa Sede, la quale si vide costretta ad interferire in più di un'elezione. Dopo la metà del XIV secolo i papi ripetutamente nominarono direttamente i vescovi senza alcun riguardo per il diritto dei cinque capitoli, forzati dalla situazione di grave ingerenza esercitata dai poteri politici locali e confinanti.

Nel 1527 l'ultimo principe-vescovo alienò i suoi territori all'imperatore Carlo V ed il principato divenne parte dei dominii degli Asburgo; nel contempo, i cinque capitoli trasferirono volontariamente il loro diritto di elezione all'imperatore, con il consenso di papa Clemente VII.

Il 12 maggio 1559 con la bolla Super Universas di papa Paolo IV Utrecht cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Haarlem (oggi diocesi di Haarlem-Amsterdam), di Deventer, di Groninga (oggi diocesi di Groninga-Leeuwarden), di Leeuwarden e di Middelburg e contestualmente fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con sei diocesi suffraganee.

Ma il nuovo stato di cose non durò a lungo. Quando le province settentrionali dei Paesi Bassi si rivoltarono, l'arcidiocesi decadde con la fine del potere spagnolo. Secondo i termini dell'Unione di Utrecht, i diritti ed i privilegi dei cattolici avrebbero dovuto essere garantiti, ma il 14 giugno 1580 la pratica della religione cattolica venne proibita dai magistrati di Utrecht. La cattedrale di San Martino fu devastata ed il governo delle Province Unite fu incapace di controllare gli estremisti. Il 25 agosto dello stesso anno l'arcivescovo Schenk morì e due successori nominati dal re di Spagna non riuscirono ad entrare nel territorio della diocesi.

Nel 1592 papa Clemente VIII dichiarò i territori a nord del fiume Waal territorio di missione, la Missione Olandese, affidata a vicari apostolici.

La sede rimase vacante fino al 1602, quando l'incarico di arcivescovo fu conferito ai vicari apostolici della Missione Olandese (Hollandse Zending). Questi vicari furono consacrati come arcivescovi titolari per non urtare la sensibilità del governo olandese, ma a condizione che avrebbero assunto il titolo di arcivescovi di Utrecht quando le circostanze lo avrebbero permesso. Durante l'ultimo periodo del vicariato apostolico, fra il clero della diocesi si diffusero le teorie gianseniste e gallicane, avversate dalla Curia Romana e tollerate dal vescovo Van Neercassel. Quando a questi succedette Petrus Codde, acceso sostenitore del giansenismo, si aprì un aperto conflitto con Roma che si risolse solo con la sospensione del presule e con la sua sostituzione con un nuovo vescovo e vicario apostolico. Codde, d'altra parte e fino alla fine dei suoi giorni, continuò a considerarsi arcivescovo e ad esercitare una residua autorità al di fuori della comunione con la Santa Sede. La maggioranza del clero dell'arcidiocesi, anche dopo la sua scomparsa, continuò a rivendicare il diritto all'elezione dell'arcivescovo.

Nel 1723 i capitoli, avendo ottenuto il permesso del governo olandese, provvidero ad eleggere un nuovo arcivescovo, al quale però Benedetto XIII decise di negare il suo assenso e di comminare la scomunica (1725). Questo fu l'inizio dello scisma di Utrecht (o scisma vetero-cattolico), che tuttora si prolunga. Ciò nonostante, fino al 1858 tutti gli arcivescovi vetero-cattolici eletti notificarono la loro elezione al Papa e fino al Concilio Vaticano I non si considerarono separati dalla Chiesa di Roma.

Nel 1725 gli Stati Generali dei Paesi Bassi, in un tentativo di indebolire e dividere i cattolici, espulsero i vicari apostolici dal paese. I superiori della Missione Olandese si stabilirono a Bruxelles fino al 1794, successivamente il superiore Ludovico Ciamberlani (1794-1828) ebbe residenza a Münster e poi ad Amsterdam e il suo successore Francesco Capaccini pose la residenza all'Aia, dove rimarrà fino al ristabilimento della gerarchia. Intanto nel 1795 la Repubblica batava concesse a tutti i cittadini, compresi i cattolici, libertà di religione.

Nel 1843, la Missione d'Olanda, retta dall'incaricato d'affari vaticano presso il governo olandese, il futuro cardinale Innocenzo Ferrieri, comprendeva oltre mezzo milione di cattolici, 406 tra parrocchie e stazioni missionarie, e oltre 650 sacerdoti. La missione era suddivisa in 7 arcipreture:[6]

Il 4 marzo 1853 la Santa Sede, con il breve Ex qua die di papa Pio IX, ristabilì una propria gerarchia nei Paesi Bassi, ufficiosamente chiamata Nuova Chiesa Cattolica e fu ripristinata l'arcidiocesi di Utrecht con quattro sedi suffraganee: Haarlem, Boscoducale, Breda e Roermond. La nuova arcidiocesi di Utrecht comprendeva la maggior parte della Missione d'Olanda, ossia le province di Utrecht, Groninga, Gheldria, Frisia e Drenthe.[7]

Il 16 luglio 1955 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Groninga (oggi diocesi di Groninga-Leeuwarden).

Vescovi e arcivescovi di Utrecht

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Vicari apostolici

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  • Sasbout Vosmeer † (22 settembre 1602 - 3 maggio 1614 deceduto)
  • Philippus Rovenius † (11 ottobre 1614 - 11 ottobre 1651 deceduto)
  • Jacobus de la Torre † (11 ottobre 1651 succeduto - 16 settembre 1661 deceduto)
  • Baldwin von Catz † (31 maggio 1662 - 18 maggio 1663 deceduto)
  • Johannes van Neercassel † (18 maggio 1663 succeduto - 6 giugno 1686 deceduto)
  • Petrus Codde, C.O. † (9 ottobre 1688 - 3 aprile 1704 sollevato)
  • Gerhard Potcamp † (7 dicembre 1705 - 16 dicembre 1705 deceduto)
  • Adam Daemen † (10 febbraio 1707 - 1717 deceduto)
  • Johannes van Bijlevelt † (22 ottobre 1717 - 20 gennaio 1727 deceduto)

Superiori della Missione olandese

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Arcivescovi di Utrecht (sede restaurata)

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L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 4.292.430 persone contava 689.000 battezzati, corrispondenti al 16,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 624.000 1.872.000 33,3 729 729 855 377
1969 849.982 2.856.449 29,8 895 768 127 949 127 355
1980 942.000 3.266.000 28,8 1.022 472 550 921 1 950 3.000 359
1990 901.862 3.521.322 25,6 892 378 514 1.011 24 794 2.383 362
1999 800.000 3.000.000 26,7 276 276 2.898 55 153 1.550 355
2000 852.752 3.751.379 22,7 382 274 108 2.232 60 256 1.551 348
2001 835.823 3.779.499 22,1 394 286 108 2.121 54 279 1.335 218
2002 834.348 3.783.699 22,1 628 285 343 1.328 63 508 1.259 342
2003 832.068 3.937.376 21,1 584 252 332 1.424 62 491 1.137 316
2004 829.184 3.836.649 21,6 577 262 315 1.437 69 463 1.057 336
2010 757.000 3.979.000 19,0 425 214 211 1.781 85 320 697 234
2014 750.000 4.049.000 18,5 341 158 183 2.199 84 288 540 232
2017 753.700 4.070.300 18,5 323 140 183 2.333 79 283 540 53
2020 762.100 4.115.800 18,5 307 124 183 2.482 74 283 540 47
2022 689.000 4.292.430 16,1 300 117 183 2.296 71 283 540 46
  1. ^ Vescovo titolare di Bistue.
  2. ^ Vescovo titolare di Giufi Salaria.
  3. ^ Dal Sito web dell'arcidiocesi.
  4. ^ Diocesi di Utrecht, Het oudste cartularium van het Sticht Utrecht, 's-Gravenhage, Martinus Nijhoff, 1892
  5. ^ C. A. van Kalveen, Het bestuur van bisshop en Staten in het Nedersticht, Oversticht en drenthe, Groningen, Tjeenk Willink, 1974
  6. ^ Propaganda Fide, Notizia statistica delle missioni cattoliche in tutto il mondo, in Die Propaganda, ihre Provinzen und ihr Recht, Gottingen, 1852, p. 505.
  7. ^ (LA) Papa Pio IX, Ex qua die, in Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, vol. VI, Romae, 1894, pp. 159-160, nº 5.
  8. ^ Dopo il martirio di Sant'Eobano, papa Stefano II e Pipino il Breve ordinarono a Gregorio di occuparsi della diocesi: è per questo motivo che egli viene talvolta chiamato "vescovo", benché non sia mai stato consacrato come tale.
  9. ^ Biografia della Neue Deutsche Biographie.
  10. ^ Nominato arcivescovo titolare di Selimbria.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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