Alkaid
Alkaid | |
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Classificazione | Stella bianco-azzurra di sequenza principale |
Classe spettrale | B3 V |
Distanza dal Sole | 104 al |
Costellazione | Orsa Maggiore |
Coordinate | |
Ascensione retta | 13h 47m 32.4s |
Declinazione | +49° 18′ 48″ |
Dati fisici | |
Raggio medio | 3,9[1] R⊙ |
Massa | 6,1 M⊙
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Velocità di rotazione | ~200 km/s |
Temperatura superficiale | |
Luminosità | 700 L⊙
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Età stimata | 10 milioni di anni |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | +1,85 |
Magnitudine ass. | −0,67[3] |
Parallasse | 32,39 ± 0,74 mas |
Moto proprio | AR: −121,17 mas/anno Dec: −14,91 mas/anno |
Velocità radiale | −11 km/s |
Nomenclature alternative | |
Alkaid (η UMa / η Ursae Majoris / Eta Ursae Majoris, chiamata anche Benetnash) è la terza stella più brillante della costellazione dell'Orsa Maggiore. Di magnitudine +1,85, si trova a 104 anni luce dal sistema solare[3]. A differenza della maggior parte delle stelle di questa costellazione non è un membro del movimento del gruppo dell'Orsa Maggiore.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto].
Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste boreale e quindi osservabile prevalentemente dall'emisfero nord della Terra, dove si presenta circumpolare anche da gran parte delle regioni temperate; dall'emisfero sud la sua visibilità è invece limitata alle regioni temperate settentrionali e alla fascia tropicale, più a nord della latitudine 41° S. La sua magnitudine pari a +1,85 fa sì che possa essere scorta anche con un cielo moderatamente affetto da inquinamento luminoso.
Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra febbraio e giugno; nell'emisfero nord è visibile anche per un periodo maggiore, grazie alla declinazione boreale della stella, mentre nell'emisfero sud può essere osservata limitatamente durante i mesi dell'autunno australe.
Caratteristiche fisiche
[modifica | modifica wikitesto]Alkaid ha magnitudine apparente di +1,85, il che la rende la 35ª stella più brillante nel cielo. Si tratta di una giovane stella bianco-bluastra di tipo spettrale B3 V. Con una temperatura di circa 17000 K è una delle più calde stelle visibili ad occhio nudo. La sua luminosità è equivalente a 700 volte quella del Sole; se Alkaid fosse al posto del sistema solare la distanza della zona abitabile sarebbe posta a circa 25 au, cioè quasi quanto la distanza di Nettuno dal Sole[4]. Ha una massa stimata in 6 volte quella del Sole, ed un'età stimata di "soli" 10 milioni di anni[5].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome Alkaid deriva dall'arabo قائد بنات نعش qā'id bināt naʿsh, "Il capo delle figlie della bara". Le figlie della bara, vale a dire le fanciulle in lutto, sono le tre stelle del manico del Grande Carro, Alkaid, Mizar, e Alioth, mentre le quattro stelle della ciotola, cioè Megrez, Phecda, Merak e Dubhe rappresentano la bara stessa. Un altro nome tradizionale proveniente dall'arabo è Benetnasch, proveniente dalla frase Ka'id Banat al Na'ash (la prima delle fanciulle a lutto).
Alkaid è nota come 北斗七 (la settima Stella del Nord) o 摇光 (la Stella di scintillio Brillante) in cinese ed è la più orientale (a sinistra) delle stelle del Grande Carro, mentre l'astronomo persiano Al Bīrūnī le diede il nome di Marici, uno dei sette Ṛṣi o saggi d'India[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fundamental parameters of stars (Allende Prieto+, 1999)
- ^ Zorec, J.; Cidale, L.; Arias, M. L.; Frémat, Y.; Muratore, M. F.; Torres, A. F.; Martayan, C., Fundamental parameters of B supergiants from the BCD system. I. Calibration of the (λ_1, D) parameters into Teff, in Astronomy and Astrophysics, vol. 501, n. 1, 2009, pp. 297-320.
- ^ a b Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971
- ^ (EN) Jim Kaler, ALKAID (Eta Ursae Majoris), su stars.astro.illinois.edu, Università dell'Illinois. URL consultato il 19 febbraio 2012.
- ^ Tetzlaff, N et al., A catalogue of young runaway Hipparcos stars within 3 kpc from the Sun, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 410, n. 1, gennaio 2011, pp. 190–200, DOI:10.1111/j.1365-2966.2010.17434.x.
- ^ The history of the star: Alkaid The fixed stars
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alkaid