Accidente (filosofia)
Accidente (greco συμβεβηκός: symbebekòs, lat.:accidens = "che accade" nel tempo) è un termine filosofico, coniato da Aristotele nei Topici (I, 5, 102), che sta ad indicare ciò che appartiene a un ente in modo non sostanziale. L'accidente quindi è qualcosa di "aggiunto" alla cosa, ovvero non facente parte dell'essenza di quella cosa. In quanto opposto a sostanza, ed anche a essenza, si contrappone dialetticamente come un fatto del divenire e non inerente all'essere.
Il termine ha subito una evoluzione semantica nel corso della storia della filosofia.
Metafisica aristotelica
[modifica | modifica wikitesto]Aristotele fece una distinzione tra le "proprietà essenziali" e le "proprietà accidentali" di un ente. Una proprietà accidentale non ha una connessione necessaria con l'essenza dell'ente a cui si riferisce.[1][2]
Ad esempio, è una "proprietà essenziale" ai celibi il fatto di non essere sposati, ma è una "proprietà accidentale" ad alcuni celibi il fatto di avere i capelli castani. Questo perché è logicamente impossibile trovare un celibe sposato e quindi la proprietà di non essere sposati è parte necessaria, ovvero essenziale, all'ente "celibe". D'altronde, il fatto di avere i capelli castani è una proprietà contingente di alcuni scapoli, in quanto alcuni di essi hanno i capelli castani, ma altri no. Anche se per qualche ragione tutti gli uomini non sposati con i capelli non castani scomparissero e ogni singolo scapolo risultasse avere i capelli castani, la proprietà di avere i capelli castani resterebbe accidentale, dato che rimane sempre la possibilità che un celibe abbia i capelli di un altro colore.
Nello specifico Aristotele fa una distinzione tra due significati diversi di accidente: in un senso accidenti sono tutti quegli attributi che appartengono alla sostanza e che ad essa si riferiscono, non, però, sempre e neppure per lo più, ma soltanto per causa fortuita; in un altro senso si dice accidente quell'attributo che è per sé e non rientra nella sostanza di un qualcosa.
Dato che ogni scienza riguarda ciò che è sempre o per lo più, Aristotele afferma che dell'essere come accidente non ci può essere nessuna scienza. Infatti, se la scienza non si occupasse di ciò che è sempre o perlopiù, l'oggetto di ogni scienza non sarebbe alcunché di determinato.[3]
Scolastica
[modifica | modifica wikitesto]Nella terminologia scolastica, un predicato appartiene per se o per accidens ad una sostanza.[4]
San Tommaso d'Aquino si servì dei concetti aristotelici di sostanza e accidente nell'articolare la dottrina teologica relativa all'Eucaristia, in particolare per il concetto di transustanziazione. In breve, gli accidenti (apparenze) del pane e del vino (specie eucaristiche) non cambiano con la consacrazione, ma le loro sostanze mutano da pane a Corpo di Cristo e da vino a Sangue di Cristo.
Filosofia moderna
[modifica | modifica wikitesto]Nella filosofia moderna, un accidente (o proprietà accidentale) è l'unione di due concetti: la proprietà e la contingenza.
Con riferimento al primo concetto, una proprietà accidentale è innanzitutto una proprietà. Il colore "giallo", "alto valore", "Numero atomico 79" sono tutte proprietà attribuibili ad un oggetto, e sono perciò candidate ad essere accidentali. D'altra parte, "oro", "platino", e "elettro" non sono proprietà, e perciò non sono classificati come accidenti.
Con riferimento al secondo concetto, una proprietà accidentale è uno specifico sottinsieme delle proprietà. Si pensa che alcuni membri dell'insieme delle proprietà siano essenziali (o necessari) per l'oggetto e non sono categorizzati come accidentali, ad esempio "Numero atomico 79", mentre altre proprietà sono inessenziali (o contingenti) per l'oggetto e vengono categorizzate come accidentali, ad esempio "giallo" e "alto valore".
Questo utilizzo filosofico è definito più tecnicamente nella logica modale, e a causa della crescente concentrazione sul rigore linguistico dell'ultimo secolo è stato nettamente separato da molti altri significati della parola "accidente".
In aggiunta, ci sono due opposte posizioni filosofiche che influiscono sul significato di questo termine:
L'anti-essenzialismo (associato a Willard Van Orman Quine), sostiene che non esistano proprietà essenziali, e perciò ogni proprietà sia un accidente.
Il necessitarismo modale (associato a Saul Kripke), sostiene la veridicità del sistema modale "Triv" (se P è vera, allora P dev'essere vera). La conseguenza di questa teoria è che tutte le proprietà sono essenziali (e nessuna proprietà sarebbe un accidente).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Metaphysics: Books Zeta and Eta
- ^ (EN) Aristotle on Non-Contradiction, and the role of Aristotelian Essentialism
- ^ ARISTOTELE., METAFISICA, EDITORI LATERZA, 2019, ISBN 88-581-3934-8, OCLC 1151809313. URL consultato il 13 agosto 2021.
- ^ (EN) per accidens, su oxfordreference.com..
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AAVV, Enciclopedia Garzanti di Filosofia, a cura di Redazioni Garzanti, Milano, Garzanti Editore, 1994, ISBN 88-11-50460-0.
- Aristotele, Metafisica, traduzione a cura di Giovanni Reale, Napoli, Loffredo Editore 1968,
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- accidente, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- (EN) accident, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Accidente, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) Teresa Robertson Ishii, Philip Atkins, Essential vs. Accidental Properties, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford.
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