Spike Milligan

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Sir Terence Alan Patrick Seán Milligan, noto con il nome d'arte Spike Milligan (Ahmednagar, 16 aprile 1918Rye, 27 febbraio 2002), è stato un attore, scrittore e musicista irlandese.

Biografia

Trascorse la sua infanzia in India, dove nacque, ma passò la maggior parte della sua vita lavorativa in Gran Bretagna. Non piacendogli il suo vero nome, iniziò ad utilizzare l'appellativo "Spike", dopo aver sentito alla radio un gruppo musicale chiamato Spike Jones & the City Slickers.

Combatté nella seconda guerra mondiale nelle file dell'esercito britannico contro la Germania nazista. Sotto le armi, iniziò a scrivere sketch comici per intrattenere i suoi commilitoni.

Volle acquisire la nazionalità irlandese (in qualità di figlio di un cittadino irlandese), dopo che il governo britannico lo aveva dichiarato "apolide" negandogli un passaporto britannico. Fu il co-creatore, principale autore dei testi ed uno dei protagonisti del cast del The Goon Show, dove interpretò svariati personaggi comici.

Milligan scrisse molti libri, inclusi Puckoon e la sua autobiografia in sette volumi dove racconta il periodo passato sotto le armi durante la seconda guerra mondiale, iniziando con Adolf Hitler: My Part in His Downfall. Milligan è inoltre noto come autore di battute comiche e scrittore di poesie per bambini, inclusa la raccolta Silly Verse for Kids (1959). Dopo il successo riscosso in Gran Bretagna grazie al programma radiofonico The Goon Show, Milligan passò alla televisione con la serie tv Q, i cui sketch surreali sono indicati da molti come anticipatori della comicità del Monty Python's Flying Circus.

The Goon Show

Lo stesso argomento in dettaglio: The Goon Show.

Dopo un passato da musicista jazz alla fine degli anni quaranta, Milligan cercò di sfondare nel mondo della radio, come performer o autore di testi comici. Il suo primo successo in questo campo lo ebbe scrivendo le battute per il comico Derek Roy. Successivamente, Milligan, Peter Sellers, Harry Secombe e Michael Bentine, ribattezzatisi i Goons, unirono le proprie forze per dar vita ad un progetto di comicità radicale, The Goon Show. Durante la prima stagione del programma la BBC intitolò lo show Crazy People, o per esteso, The Junior Crazy Gang featuring those Crazy People, the Goons!, nel tentativo di rendere il prodotto più appetibile agli occhi della dirigenza BBC, creando una finta assonanza con il popolare gruppo teatrale di comici dell'epoca chiamati The Crazy Gang.[1]

Il primo episodio della serie venne trasmesso il 28 maggio 1951 sul canale radio BBC Home Service.[2] Anche se non partecipò attivamente nel corso delle prime puntate, Milligan divenne con il passare del tempo uno dei performer principali della serie, dando vita ad una variopinta schiera di personaggi comici e grotteschi (tra i più famosi citiamo Eccles, Minnie Bannister, Jim Spriggs e il nefasto Count Moriarty).[3] Inoltre era l'autore principale dei testi, pur collaborando spesso alla scrittura degli stessi con Larry Stephens ed Eric Sykes.

Nei primi anni lo show venne registrato dal vivo in diretta, per poi essere trasmesso in differita a partire dalla quarta stagione.[4] Milligan sfruttò in maniera originale le possibilità offerte dalle nuove tecnologie in materia di registrazione audio, creando montaggi insoliti ed aggiungendo vari effetti sonori agli sketch.[4]

Anche se i Goons elevarono Milligan alla notorietà internazionale, lo stress dovuto alla continua richiesta di nuovi sketch per lo show iniziò a farsi sentire. Durante la terza stagione, egli soffrì il primo di una lunga serie di crolli psicologici ed esaurimenti nervosi. Alla fine del 1952, presumibilmente esasperato dalle tensioni crescenti all'interno del gruppo, Milligan si convinse che "eliminare fisicamente" Peter Sellers sarebbe stata l'unica possibilità di risolvere ogni problema. Armato di un coltello si introdusse nell'appartamento di Sellers con l'intenzione di ucciderlo, ma inciampò andando a sfondare la porta a vetri dell'abitazione finendo all'ospedale. Fortemente sedato per due settimane, trascorse due mesi ricoverato in convalescenza; fortunatamente per lo show, la gran scorta di script preparati in precedenza da Milligan, garantirono il proseguimento del programma.[5] A posteriori, Milligan avrebbe incolpato le pressioni causategli dal Goon Show, come causa del suo esaurimento nervoso e del fallimento del suo primo matrimonio.[6]

Nazionalità dubbia

Poiché Milligan non nacque nel Regno Unito, la sua affermazione di essere cittadino inglese non venne mai del tutto chiarita. Milligan richiese un passaporto britannico, dopo aver prestato servizio nell'esercito britannico per 6 anni. La sua richiesta non venne accolta, principalmente in virtù del fatto che non risultava avesse prestato giuramento di fedeltà al Regno Unito; le sue radici irlandesi gli fornirono comunque la scappatoia per sfuggire lo status di apolide. Divenne quindi cittadino irlandese e lo rimase fino alla morte.[7]

Morte

Tomba di Spike Milligan

Anche in età avanzata, Milligan non perse il suo caratteristico humour nero. Dopo il decesso di Harry Secombe a causa di un cancro, egli disse: «Sono contento che sia morto prima di me, perché non volevo che cantasse al mio funerale». Una registrazione di Secombe che cantava venne poi suonata durante la cerimonia funebre di Milligan. Egli si occupò di scrivere inoltre il proprio necrologio.[8]

Milligan morì a causa di una insufficienza renale, all'età di 83 anni, il 27 febbraio 2002, nella sua casa di Rye (East Sussex), Inghilterra. Il giorno del suo funerale, l'8 marzo 2002, la sua bara venne trasportata alla St Thomas's Church di Winchelsea, East Sussex, e coperta dalla bandiera tricolore irlandese.[9] Milligan aveva espresso la volontà che sulla sua lapide fosse scritta l'iscrizione "I told you I was ill" (in italiano: "Ve l'avevo detto che ero malato"), ma la diocesi di St Thomas non diede il permesso a questo epitaffio.[10] Un compromesso venne raggiunto apponendo sulla lapide una traduzione della stessa frase in lingua irlandese, "Dúirt mé leat go raibh mé breoite".

Lascito artistico ed omaggi

Una targa commemorativa in suo onore è presente nella Wadestown Library di Wellington, in Nuova Zelanda in un'area della struttura chiamata "Spike Milligan Corner".

In un sondaggio del 2005 per stabilire il "comico dei comici", Milligan è stato votato tra i migliori 50, da una giuria costituita da comici. In un sondaggio della BBC dell'agosto 1999, Milligan venne eletto la "persona più divertente degli ultimi 1 000 anni".

Spike Milligan è stato impersonato in due film. Nell'adattamento del suo romanzo Adolf Hitler: My Part in His Downfall, venne interpretato da Jim Dale, mentre lo stesso Milligan interpretava suo padre. Invece nel film del 2004 Tu chiamami Peter ad impersonare Milligan fu Edward Tudor-Pole.

Eddie Izzard descrisse Milligan come "il padrino della commedia indipendente".[11] I membri dei Monty Python ebbero sempre grande ammirazione per lui. In una intervista, ampiamente riportata sulla stampa all'epoca, John Cleese affermò "Milligan è il grande Dio di noi tutti".[12] I Pythons diedero a Milligan un cameo nel loro film del 1979 Brian di Nazareth. Anche Graham Chapman gli diede una piccola parte in Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo.

Programmi radiofonici

Programmi televisivi

Teatro

  • Treasure Island (1961, 1973–1975)
  • The Bed-Sitting Room (1963, 1967)
  • Oblomov (1964, 1965)

Film

Libri

Goon Show

  • The Goon Show Scripts (1972)
  • More Goon Show Scripts (1973)
  • The Book of the Goons (1974)
  • The Goon Cartoons (1982) (illustrato da Peter Clarke)
  • More Goon Cartoons (1983) (illustrato da Peter Clarke)
  • The Lost Goon Shows (1987)

Romanzi

  • Great McGonagall Scrapbook (1975) (con Jack Hobbs)
  • William McGonagall: The Truth at Last (1976) (con Jack Hobbs)
  • William McGonagall Meets George Gershwin: A Scottish Fantasy (1988) (con Jack Hobbs)
  • William McGonagall: Freefall (1992) (con Jack Hobbs)

Serie "According to"

Sceneggiature

  • The Bed-Sitting Room (1970) (con John Antrobus)
  • The Q Annual (1979)
  • Get in the Q Annual (1980)
  • There's a Lot of it About! (1983)
  • The Melting Pot (1983)

Libri per bambini

Memorie

Corrispondenza

  • The Spike Milligan Letters (1977)
  • More Spike Milligan Letters (1984)
  • Dear Robert, Dear Spike: The Graves – Milligan Correspondence (1991) (con Robert Graves)
  • Depression and How to Survive It (1993) (con Anthony Clare)

Raccolte

  • A Dustbin of Milligan (1961)
  • The Little Pot Boiler: A Book Based Freely On His Seasonal Overdraft (1963)
  • Book of Bits or a Bit of a Book (1965)
  • Bedside Milligan (1969)
  • Indefinite Articles and Scunthorpe (1981)
  • A Potboiling Dustbin Full of Bits (1984)
  • Scunthorpe Revisited: With Added Milligan Articles And Instant Relatives (1989)
  • A Mad Medley of Milligan (1999)
  • The Essential Spike Milligan (2002)
  • The Compulsive Spike Milligan (2004)
  • Box 18: The Unpublished Spike Milligan (2006)

Raccolte di poesie

  • Silly Verse for Kids (1959)
  • A Book of Milliganimals (1968)
  • Values (1969)
  • Milligan's Ark (1971)
  • Small Dreams of a Scorpion (1972)
  • Transports of Delight (1974)
  • Milligan Book of Records (1975)
  • Poems (1977)
  • Goblins (1978)
  • Open Heart University (1979)
  • Twelve Poems That Made December Colder (1979)
  • Unspun Socks from a Chicken's Laundry (1981)
  • Chill Air (1981)
  • One Hundred and One Best and Only Limericks of Spike Milligan (1982)
  • Silly Verse for Kids and Animals (1984)
  • Floored Masterpieces with Worse Verse (1985) (con Tracey Boyd)
  • Further Transports of Delight (1985)
  • The Mirror Running (1987)
  • Startling Verse for All the Family (1987)
  • That's Amazing (1988)
  • Condensed Animals (1991)
  • Hidden Words: Collected Poems (1993)
  • Fleas, Knees and Hidden Elephants (1994)

Note

  1. ^ Graham McCann, Spike & Co., London, Hodder & Stoughton, 2006, ISBN 0-340-89809-7. p. 186.
  2. ^ Carpenter, 2003, p. 112.
  3. ^ Carpenter, 2003, p. 119.
  4. ^ a b Carpenter, 2003, p. 120.
  5. ^ Carpenter, 2003, pp. 136–139.
  6. ^ Spike Milligan, More Goon Show Scripts (Sphere Books, London, 1973, ISBN 0-7221-6077-1), p. 13
  7. ^ Simon Louvish, Nailing Spike, London, The Guardian, 20 settembre 2003. URL consultato il 29 aprile 2013.
  8. ^ Spike Milligan, My Obituary, by Spike Milligan, su standard.co.uk, London Evening Standard, 27 febbraio 2002. URL consultato il 30 ottobre 2013.
  9. ^ David Sapsted, Piper's farewell for Spike Milligan, in The Daily Telegraph, London, 9 marzo 2002. URL consultato il 23 maggio 2010.
  10. ^ Milligan gets last laugh on grave, BBC News, 24 maggio 2004.
  11. ^ Alexander Games, The Essential Spike Milligan, London, Fourth Estate, 2003, ISBN 0-00-717103-X. p. vii.
  12. ^ Scudamore (1985) p. 170.

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