Howard Phillips Lovecraft

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

«l sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto.»

File:Lovecraft
Howard Phillips Lovecraft

Howard Phillips Lovecraft (Providence, 20 agosto 1890Providence, 15 marzo 1937) è stato uno scrittore statunitense del fantastico.

Non molto apprezzato dai critici del suo tempo - che lo ritenevano troppo innovativo [1] - non godette mai di buona fama se non dopo la sua morte. È oggi riconosciuto fra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe ed è considerato da molti uno dei precursori della fantascienza angloamericana. In particolare S.T. Joshi definisce l'opera di Lovecraft come: "un inclassificabile amalgama di fantasy e fantascienza, e non è sorprendente che abbia influenzato in maniera considerevole lo sviluppo successivo di entrambi i generi."[1]

Biografia

Infanzia e giovinezza

H.P Lovecraft nacque il 20 agosto 1890 alle nove di mattina nella sua casa di famiglia al numero 194 (oggi 454) di Angell Street a Providence, nel Rhode Island. Era figlio unico di Winfield Scott Lovecraft, un commesso viaggiatore di gioielli e metalli preziosi, e Sarah Susan Phillips Lovecraft, che poteva fare risalire i suoi antenati in America fino alla colonia di Massachusetts Bay nel 1630. Entrambi i suoi genitori avevano più di 30 anni quando si sposarono, e per entrambi era il primo matrimonio, cosa piuttosto inusuale a quei tempi. Quando Lovecraft aveva tre anni, suo padre cominciò a manifestare i sintomi di una psicosi acuta in un hotel di Chicago dov'era in viaggio d'affari.

Whipple V. Buren Phillips, il nonno materno di Lovecraft

Venne portato al Butler Hospital di Providence, dove rimase per il resto della sua vita. Colpito da paralisi, morì di sifilide[2] quando Lovecraft aveva solo otto anni.

Lovecraft all'età di circa nove anni

Lovecraft venne quindi cresciuto dalla madre, da due zie (Lillian Delora Phillips e Annie Emeline Phillips), e dal nonno, Whipple Van Buren Phillips, col quale Lovecraft e le sue parenti vissero fino alla morte di Phillips. Lovecraft fu un bambino prodigio: recitava versi all'età di due anni ed era in grado di comporre intere poesie già all'età di sei anni. Suo nonno lo incoraggiò nella lettura, fornendogli libri quali Le mille e una notte, Age of Fables di Thomas Bulfinch, e versioni per bambini dell' Iliade e dell' Odissea. Il nonno stimolò anche l'interesse del piccolo Lovecraft verso la letteratura fantastica, narrandogli racconti gotici. La madre, d'altro canto, si preoccupava che tali letture lo turbassero.

Durante l'infanzia, Lovecraft fu spesso malato e, a causa della sua natura indisciplinata e polemica, non frequentò la scuola fino all'età di otto anni, venendo, tra l'altro, espulso un anno dopo. A partire da quegli anni si appassionò alla narrativa di Poe, Verne e Wells, che stimoleranno il suo interesse per l'insolito, per la chimica e l'astronomia. Cominciò a redigere diverse pubblicazioni, con circolazione limitata, a partire dal 1899, con The Scientific Gazette. Quattro anni più tardi tornò a frequentare la scuola pubblica.

Whipple Van Buren Phillips morì nel 1904, dopo aver subito rilevanti perdite nei suoi affari. La famiglia si impoverì in maniera significativa, a causa di una cattiva gestione del patrimonio. Fu così costretta a spostarsi al numero 598 di Angell Street, in un'abitazione molto più piccola e meno confortevole. Lovecraft fu molto amareggiato dalla perdita della casa in cui era nato e considerò per qualche tempo l'ipotesi del suicidio. Nel 1908 fu colpito da un forte esaurimento nervoso, in conseguenza del quale non conseguì mai il diploma di scuola superiore. Questo fallimento nel completare la propria educazione fu per lui una fonte di delusione e vergogna, anche perché non poté mai iscriversi alla Brown University di Providence.

Il giovane Lovecraft scrisse alcune opere di narrativa, ma in seguito si dedicò alla poesia e alla saggistica, fino al 1917, anno in cui cominciò la produzione di racconti più raffinati come La Tomba e Dagon. Quest'ultimo fu il suo primo racconto pubblicato su una rivista professionale, apparendo infatti sulle pagine di Weird Tales, nel 1923. Intanto Lovecraft, convinto sostenitore dell'intervento americano nella Prima Guerra Mondiale, si presentò volontario nel 1917 ma fu riformato, in quanto non superò l'esame fisico. In precedenza aveva tentato di arruolarsi nella Guardia Nazionale, ma non era stato accettato anche per via dell'interessamento dell'apprensiva madre Sarah[3].

Nel frattempo, sempre in questi anni, cominciò a prendere forma la sua vasta rete di corrispondenti. La lunghezza e la frequenza delle sue missive fanno di lui uno dei più prolifici autori epistolari del secolo. Fra i suoi corrispondenti si possono citare il giovane Forrest J. Ackerman, Robert Bloch (autore di Psycho) e Robert E. Howard (Conan il barbaro).

Dopo aver sofferto per un lungo periodo di isteria e depressione, la madre di Lovecraft venne ricoverata al Butler Hospital, lo stesso ospedale dove il marito era morto qualche anno prima. Nonostante questo, fu in grado di scrivere molte lettere al figlio. Il loro legame cessò solo con la morte della donna, avvenuta il 21 maggio 1921, a seguito di complicazioni durante un intervento chirurgico alla cistifellea. Lovecraft fu profondamente colpito dalla perdita della madre [4]:

«La morte di mia madre [...] ha provocato in me un forte shock, per cui trovo quasi impossibile concentrarmi e applicarmi con continuità.»

E ancora:

«Questo lutto priva la mia esistenza di qualsiasi nucleo, la decentralizza...»

Il matrimonio e New York

File:Lovecraft-1924.jpg
Lovecraft e la moglie Sonia Greene

Poco dopo, ad una convention per giornalisti amatoriali, incontrò Sonia Greene. Nata nel 1883, da una famiglia di ebrei ucraini, la donna era sette anni più vecchia di Lovecraft. Si sposarono nel 1924, e la coppia si spostò nel distretto di Brooklyn a New York. Le zie di Lovecraft non furono felici di questa decisione, e, anche se inizialmente affascinato, lo stesso Lovecraft arrivò ad odiare New York.

Qualche anno dopo la coppia, che già era separata, si accordò per un divorzio, che non venne mai completamente formalizzato, e Lovecraft tornò a vivere con le zie a Providence. A causa della cattiva riuscita del suo matrimonio, alcuni biografi hanno ipotizzato che Lovecraft fosse asessuale, tuttavia la moglie lo definì più volte "Un amante adeguatamente eccellente".[2]

La permanenza di Lovecraft a New York venne anche funestata da problemi economici, poiché i suoi sforzi per trovare lavoro furono inutili. Questa impossibilità di trovare un impiego stabile, a causa della larga massa di popolazione immigrata, irriconciliabile con la sua opinione di se stesso come un priviliegiato Anglo-Sassone, secondo alcuni contribuì ad acuire il suo razzismo, chiaramente presente nella sua opera.

Il ritorno a Providence

Di nuovo a Providence, Lovecraft visse in una "spaziosa casa vittoriana di legno marrone" al numero 10 di Barnes Street fino al 1933 (questo è l'indirizzo che nel racconto "Il caso di Charles Dexter Ward" viene dato come residenza del dottor Willet). Il periodo dopo il suo ritorno a Providence (gli ultimi dieci anni della sua vita) fu il più prolifico dal punto di vista letterario. Durante questi anni, scrisse per le più importanti riviste pulp di quel periodo (soprattutto Weird Tales) la maggior parte dei suoi racconti oggi più conosciuti e opere più impegnative come Il caso di Charles Dexter Ward e Le montagne della Follia. Inoltre si dedicò alla revisione di opere di altri autori, lavorando anche come ghostwriter nelle opere The Mound, Winged Death, The Diary of Alonzo Typer, solo per citarne alcune.

Nonostante i suoi sforzi creativi, la sua situazione economica continuò a peggiorare finché fu costretto a trasferirsi al numero 66 di College Street in un alloggio più economico e più piccolo (la stessa abitazione di Robert Blake, protagonista di L'abitatore del buio[5]) con l'unica zia superstite. Lovecraft fu anche profondamente colpito dal suicidio di Robert E. Howard.

Nel 1936, a Lovecraft venne diagnosticato un cancro all'intestino. Lo scrittore non informò gli amici della sua malattia per non amareggiarli; negli ultimi mesi tenne un diario (Diario di Morte) - proprio come molti protagonisti delle sue storie avevano fatto nelle ore più nere - sulla propria salute per informare i medici delle sue condizioni[6].

Visse il resto della vita tormentato dal dolore fisico, fino a quando si spense il 15 marzo 1937.

La tomba di Howard Phillips Lovecraft

Il nome di Lovecraft venne inciso assieme a quello dei parenti nel monumento di famiglia dei Phillips. Nel 1977, un gruppo di fan particolarmente devoti guidati da Dirk Mosig raccolse i fondi necessari per far realizzare il busto in pietra di Lovecraft, sul quale vennero incisi il suo nome, la data di nascita e la frase "I AM PROVIDENCE" (io sono Providence), tratta da una delle sue lettere personali. La tomba di Lovecraft si trova nel cimitero di Swan Point a Providence e viene occasionalmente contrassegnata con graffiti che citano la sua famosa frase tratta da Il richiamo di Cthulhu:

«Non è morto ciò che in eterno può attendere,
e col passare di strani eoni, anche la morte può morire.»

Il 13 ottobre 1997, a poco più di sessant'anni dalla morte dello scrittore, uno o più sconosciuti hanno scavato nel cimitero cercando di riesumarlo, ignorando evidentemente che il corpo non è sepolto sotto la nuova lapide [7].

L'ipotetico viaggio in Italia

Nel luglio 2002 il giornalista Roberto Leggio ha scoperto tra le pagine di un libro acquistato a Montecatini Terme un diario di circa quaranta pagine redatto in forma epistolare che riportava la descrizione di un viaggio fra la costa orientale degli Stati Uniti e il Polesine. Il diario risultava indirizzato ad Alfred Galpin, abituale corrispondente dello scrittore di Providence, e riportava come firma il nomignolo "Grandpa Theo", uno degli pseudonimi che Lovecraft utilizzava nella propria corrispondenza. Sulla base del documento, sottoposto anche all'attenzione degli esperti lovecraftiani in Italia, che tuttavia non si sono ancora pronunciati definitivamente sulla sua autenticità, Leggio si spinge ad ipotizzare che Lovecraft abbia viaggiato in Italia nel 1926, nonostante la notizia non venga in alcun modo riportata dai biografi dello scrittore di Providence. La lettera contiene considerazioni riguardo al folklore locale del Polesine che secondo Leggio potrebbe aver costituito una fonte d'ispirazione per alcuni dei racconti di Lovecraft.

Il manoscritto è al centro di un documentario del 2004 intitolato H.P. Lovecraft - Ipotesi di un viaggio in Italia e diretto dallo stesso Leggio, insieme al collega Federico Greco e del film del 2005 Il mistero di Lovecraft - Road to L., sempre per la stessa regia.

Influenze e stile

Il nome di Lovecraft è sinonimo di narrativa dell'orrore; le sue opere, in particolare i Miti di Cthulhu, hanno influenzato autori in tutto il mondo , ed elementi lovecraftiani possono essere riscontrati in svariati romanzi, film, fumetti e cartoni animati. Ad esempio nel fumetto Batman i folli nemici del protagonista vengono incarcerati nel manicomio Arkham di Gotham City ed Arkham è una invenzione di Lovecraft. Molti autori contemporanei di narrativa horror, come Stephen King, Bentley Little, Joe R. Lansdale, Neil Gaiman per citarne solo alcuni, hanno indicato Lovecraft come una delle loro fonti primarie di ispirazione.

Lo stesso Lovecraft, tuttavia, era relativamente sconosciuto fra i suoi contemporanei. Anche se le sue opere vennero pubblicate su importanti riviste come Weird Tales, ben pochi conoscevano il suo nome, e nulla, all'epoca della sua morte, avrebbe potuto far pensare al notevole successo postumo dei suoi lavori [8].

Inoltre, non mancarono giudizi critici molto sfavorevoli. Il celebre Edmund Wilson, che pure ammirava il saggio di Lovecraft Supernatural Horror in Literature[9], stroncò nel suo Tales of the Marvellous and the Ridiculous il romanzo breve L'ombra venuta dal tempo, commentando: "l'unico vero orrore in molte di queste storie è l'orrore del cattivo gusto e della cattiva arte".[3]

Non di rado, le sue opere furono rifiutate: in particolare, il direttore di Weird Tales Wright respinse inizialmente racconti quali La maschera di Innsmouth e Il richiamo di Cthulhu. I rifiuti irritavano ed amareggiavano Lovecraft, che nel 1932 scrisse in una lettera a Talman [10]:

«Sfortunatamente, non ho l'abilità di architettare ingegnose banalità che soddisfino le esigenze di curatori senza fantasia.»

In particolare, l'insuccesso di Alle montagne della follia - scritto nel 1931 ma pubblicato poi solo nel 1936 e in forma rimaneggiata - fece considerare a Lovecraft (che era, per natura, alquanto critico nei confronti dei propri lavori) l'idea di abbandonare la professione di scrittore [11]:

«Dopotutto, può darsi che il mio rapporto con la letteratura fantastica debba essere quello del lettore attento, dello spettatore, e non dello scrittore/creatore. Non porterò a termine altri racconti a meno che non siano migliori dei precedenti, e nel frattempo continuerò a sperimentare.»

Lovecraft corrispose regolarmente con altri scrittori suoi contemporanei come Clark Ashton Smith e August Derleth, coi quali strinse una solida amicizia, anche se non li incontrò mai di persona. Questo gruppo di corrispondenti divenne noto come il “Circolo Lovecraft”, poiché tutti loro introdussero nella propria opera, con l'incoraggiamento e la benedizione dello stesso Lovecraft, elementi tratti dai racconti dell'autore di Providence: misteriosi manoscritti dai nomi inquietanti , pantheon di antichi dei alieni come Cthulhu e Azathoth e località fittizie come Arkham e il fiume Miskatonic. Si può affermare che proprio grazie agli sforzi del “Circolo Lovecraft” ed in particolare di August Derleth, il nome e l'opera di Lovecraft non sono stati dimenticati.

Anche dopo la morte di Lovecraft, il "Circolo Lovecraft" continuò la sua opera. Augusth Derleth fu probabilmente il più prolifico tra questi autori, tuttavia il suo contributo è piuttosto controverso; mentre Lovecraft considerava il suo pantheon un semplice accorgimento narrativo, Derleth creò un'intera cosmologia, immaginando una guerra tra i “Grandi Antichi” e gli “Dei Esterni” ed associò tali dei ai tradizionali quattro elementi. Molti fan di Lovecraft hanno disapprovato questa interpretazione [12], che sembra contraddire quella dello stesso Lovecraft di un Universo senza ordine né finalità, con esseri non propriamente malvagi, ma sostanzialmente disinteressati al destino dell'umanità.

L'opera di Lovecraft è stata divisa in tre categorie da alcuni critici. Anche se Lovecraft non fece mai riferimento a queste categorie scrisse ad una sua corrispondente[13]: "Ci sono i miei racconti a lá Poe e i miei racconti a lá Dunsany ma ahimè, dove sono i miei racconti a lá Lovecraft'?"

Edgar Allan Poe

Qualche critico fa notare che ci sono ben poche differenze tra le storie oniriche e il Ciclo di Cthulhu, in entrambi infatti sono presenti il Necronomicon e gli stessi "dei". Tuttavia mentre le storie oniriche appartengono al genere fantasy, il Ciclo di Cthulhu è più propriamente appartenente alla fantascienza.

La maggior parte delle opere di Lovecraft sono ispirate dai suoi incubi e forse il continuo e duraturo successo dei suoi racconti si deve proprio a questo collegamento diretto con i simboli dell'inconscio.
L'opera di Edgar Allan Poe influenzò profondamente i primi racconti macabri di Lovecraft e il suo stesso stile, noto per le atmosfere inquietanti e le paure latenti che evoca.

Lord Dunsany

La scoperta da parte di Lovecraft delle opere di Lord Dunsany con la loro schiera di dei viventi in un mondo immaginario lo spinse a cimentarsi in racconti dal contenuto onirico.
Un'altra fonte di ispirazione, totalmente diversa dalle precedenti, fu l'importante progresso scientifico che in quegli anni si registrava in campi come la biologia, l'astronomia, la geologia e la fisica, che contribuiva, nella sua visione, a far sentire la razza umana come insignificante e impotente, in balia di un universo meccanico e privo di ogni riferimento spirituale, dando un fondamentale contributo alle idee che più tardi verranno definite col termine cosmicismo e dando ulteriore forza al suo convinto ateismo.
A causa del suo forte attaccamento alle proprie radici e per la necessità, nonostante la relativa giovinezza degli Stati Uniti come nazione, di inserire nella sua opera luoghi che dessero l'impressione di antichità, Lovecraft creò località fittizie all'interno della familiare cornice del New England.
Probabilmente fu l'influenza di Arthur Machen, con i suoi efficaci racconti sulla sopravvivenza di un male antico in un'ambientazione moderna e realistica, e la sua convinzione che esistessero misteri nascosti sotto il velo della realtà , che fornì a Lovecraft l'ingrediente finale e diede origine alla parte più matura e originale della sua opera. Nacque così il Ciclo di Cthulhu, col suo pantheon di divinità extra-dimensionali la cui esistenza si può indovinare da antichissimi miti e leggende. Il termine "Miti di Cthulhu" venne coniato dallo scrittore August Derleth, corrispondente di Lovecraft dopo la sua morte; l'autore di Providence definiva scherzosamente la sua mitologia artificiale "Yog-Sothothery"[4].

Il Necronomicon, come immaginato e realizzato da un fan

Nei suoi racconti è presente uno dei più ricorrenti accorgimenti letterari dell'horror moderno: lo pseudobiblium Necronomicon, grimorio segreto scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred. La forza e la popolarità dei Miti hanno portato ad illazioni riguardo ad una presunta ripresa da parte di Lovecraft di miti o credenze occulte pre-esistenti. Negli anni sono state pubblicate svariate false versioni del Necronomicon.

La prosa di Lovecraft è piuttosto antiquata. Spesso impiega varianti ortografiche e termini superati, termini riferibili al lessico esoterico e tentativi di trascrivere il dialetto locale che sono stati però definiti inaccurati e accondiscendenti. Lovecraft inoltre fa largo uso dell'inglese britannico (lui stesso si definiva anglofilo). Molto frequente, nelle sue descrizioni, il ricorso ad aggettivi quali "orribile", "mostruoso", "blasfemo"; nella sua già citata stroncatura di L'ombra venuta dal tempo, Edmund Wilson osserva maliziosamente: "Di sicuro, una delle regole principali per scrivere un efficace racconto dell'orrore è non usare mai nessuna di queste parole -- specialmente se, alla fin fine, si finisce per descrivere un invisibile polipo fischiante." [5] Differente è l'opinione di Stephen King, ammiratore di Lovecraft - che definisce "geniale" quando deve rappresentare il macabro - il quale sostiene nel suo saggio On writing come il principale limite dell'autore di Providence fossero i dialoghi artificiosi che metteva in bocca ai suoi personaggi, e osserva come lo stesso Lovecraft ne fosse probabilmente consapevole, dato che, delle milioni di parole da lui scritte nelle sue opere, meno di cinquemila siano state quelle in forma di discorso diretto[14].

Prolifico autore epistolare, Lovecraft scrisse centinaia di lettere anche se sul numero preciso non mancano ad oggi vivaci dibattiti. La stima di L. Sprague de Camp - circa centomila lettere - è forse quella più attendibile. Le lettere a volte sono datate duecento anni prima della data in cui vennero scritte, il che le avrebbe fatte risalire al periodo coloniale, prima della Rivoluzione Americana che offendeva l'anglofilia di Lovecraft. Lovecraft stesso spiegò questa bizzarria definendo il XVIII e il XX secolo come "i migliori": il primo un periodo di grande grazia e nobiltà, il secondo un secolo di grande progresso scientifico.

Temi letterari

Conoscenza proibita

Nel Richiamo di Cthulhu (1926), Lovecraft scrive:

«Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che fi­nora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arreca­to troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occu­piamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.»


I protagonisti dei racconti di Lovecraft tuttavia giungono sempre a ricomporre questo "quadro d'insieme", che definisce la trama degli stessi racconti.

Quando si aprono queste "visioni terrificanti", la sanità mentale del protagonista-investigatore finisce spesso per essere distrutta. Coloro che incontrano le manifestazioni "viventi" dell'incomprensibile hanno una elevata probabilità di impazzire.

I personaggi che tentano di utilizzare per i propri fini questa conoscenza finiscono quasi sempre per affrontare un triste destino. A volte la loro attività attira l'attenzione di esseri malevoli; altre volte; nello spirito di Frankenstein, vengono distrutti dai mostri che loro stessi hanno creato.

Influenze non-umane sul genere umano

Gli esseri dei miti Lovecraftiani spesso hanno servitori umani (o quasi umani); Cthulhu, ad esempio, viene venerato, pur con nomi diversi, in culti diffusi presso gli eschimesi della Groenlandia e in Louisiana da seguaci della religione Voodoo ma anche in molte altre parti del mondo.

Questi cultisti servono spesso a Lovecraft come accorgimenti narrativi. Molti degli esseri dei Miti sono troppo potenti per essere sconfitti da degli esseri umani, e la loro vista talmente terrificante da generare un'immediata pazzia. Poichè i suoi personaggi hanno a che fare con esseri di questo genere Lovecraft ha bisogno di fornire gli elementi per comprendere il racconto e creare tensione senza che la narrazione finisca prematuramente. I servitori umani consentono di rivelare informazioni sui loro "dei" anche se in forma edulcorata, e rendono anche possibile l'ottenimento da parte dei protagonisti di temporanee vittorie. Lovecraft, come i suoi contemporanei, considerava i "selvaggi" come più vicini alla Terra ma, nel suo caso, questo significava, per così dire, più vicini a Cthulhu.

Colpe ataviche

Un altro tema ricorrente nell'opera di Lovecraft è l'idea che i discendenti di una stirpe non possano sottrarsi alle conseguenze dei crimini commessi dai loro antenati, almeno nel caso in cui tali crimini siano abbastanza atroci. I discendenti possono essere molto lontani sia nello spazio che nel tempo (e, alla prova dei fatti, anche nella colpa) dall'atto in sè, ma le conseguenze li colpiranno comunque (I Topi nel Muro, La Paura in agguato, Arthur Jermyn, L'Alchimista, La maschera di Innsmouth e Il Caso di Charles Dexter Ward). Un esempio di crimine che Lovecraft considera sufficentemente odioso da generare tali conseguenze è il cannibalismo (Un'Illustrazione e una vecchia casa, e, di nuovo, I Topi nel muro).

Incapacità di sfuggire al destino

Spesso nell'opera di Lovecraft il protagonista non ha controllo sulle sue stesse azioni, o trova impossibile cambiare il proprio destino. Molti dei suoi personaggi potrebbero sottrarsi al pericolo semplicemente fuggendo; tuttavia questa possibilità o non si presenta o è in qualche modo resa impossibile da qualche forza esterna, come nel Colore venuto dallo spazio. Spesso i personaggi sono soggetti all'influenza compulsiva di potenti esseri malevoli o indifferenti. Come nel tema dell'inevitabilità del destino determinato dalla stirpe, la fuga, ed eventualmente la morte, non garantiscono alcuna salvezza. (La Cosa sulla soglia, L'Estraneo, Il caso di Charles Dexter Ward, ed altri). In qualche caso questo destino si manifesta per l'intera umanità e nessuna fuga è possibile (L'Ombra venuta dal tempo).

Pessimismo cosmico

Rappresentazione di Shub-Niggurath "il Capro Nero dei Boschi dai Mille Cuccioli", divinità della mitologia lovecraftiana

Strettamente legato al tema precedente è il pessimismo cupo e angoscioso che permea tutta l'opera di Lovecraft. Nella sua concezione, gli esseri umani sono, nella scacchiera dell'universo, pedine insignificanti sovrastate da potenze sconosciute e terribili. Lovecraft sdegnò in modo pressoché sistematico ogni forma di happy ending; non a caso, nelle sue storie i protagonisti sono spesso antieroi che vanno incontro ad una fine tragica o fungono solo da spettatori di vicende terrificanti, il cui esito non sono assolutamente in grado di modificare.

Nel documentario The Eldritch Influence: The Life, Vision and Phenomenon of H.P. Lovecraft [6], l'autore Neil Gaiman osserva come Lovecraft abbia concepito un universo terribilmente inospitale, nel quale gli esseri umani sono "spacciati".

Nella narrativa horror, di solito - continua Gaiman - i protagonisti commettono degli errori, fanno la scelta sbagliata, ed è questo a portarli alla rovina; in Lovecraft, invece, "sei fregato in ogni caso" [7].

Minacce alla civiltà

Lovecraft spesso affronta l'idea della civiltà che combatte con elementi barbarici e primitivi. In qualche racconto questa lotta si manifesta a livello individuale; molti dei suoi protagonisti sono uomini acculturati, di istruzione elevata, che vengono progressivamente corrotti da influenze malvagie.

In questi racconti la "maledizione" è spesso ereditaria, sia a causa di ibridazioni con creature non-umane (La verità sul defunto Arthur Germyn e la sua famiglia (1920), La Maschera di Innsmouth (1931) o attraverso un'influenza magica diretta (Il Caso di Charles Dexter Ward). Il degrado fisico spesso si accompagna al degrado psicologico; quest'attenzione al tema del "sangue corrotto" potrebbe essere stato influenzato dalla storia familare di Lovecraft, si ricordi che il padre dello scrittore morì di sifilide.

In altri racconti un'intera società è minacciata dalla barbarie che qualche volta si manifesta come minaccia esterna con una razza civilizzata distrutta in una guerra (La Stella polare). Altre volte un'isolato avamposto dell'umanità cade nella decadenza e nell'atavismo senza interventi esterni (La Paura in agguato). Più spesso i racconti descrivono una civiltà che viene gradualmente minata alle sue basi da una malevola classe inferiore influenzata da esseri inumani.

Razzismo

Lovecraft spesso associa le caratteristiche di virtù, intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità agli Anglo-Sassoni, che pone in contrasto con la corruzione, l'inferiorità intellettuale, la mancanza di civiltà e l'irrazionalità che associa a personaggi che vengono caratterizzati come appartenenti ad una classe inferiore, razzialmente impuri, di etnia non europea e di pelle scura che spesso ricoprono il ruolo di antagonisti.

Alcune delle più chiare posizioni razziste si possono riscontrare nelle sue opere poetiche, in paticolare On the Creation of Niggers (Sulla Creazione dei negri) e New England Fallen (La Nuova Inghilterra caduta) (entrambe del 1912). In On the Creation of Niggers in particolare, Lovecraft porta il suo razzismo alle estreme conseguenze, caratterizzando esplicitamente le persone di colore come sub-umane:

(EN)

«When, long ago, the gods created Earth;
In Jove's fair image Man was shaped at birth.
The beasts for lesser parts were designed;
Yet were too remote from humankind.
To fill the gap, and join the rest of Man,
Th'Olympian host conceiv'd a clever plan.
A beast they wrought, in semi-human figure,
Filled it with vice, and called the thing a Nigger.»

(IT)

«Quando, tempo fa, gli dei crearono la Terra;
l'Uomo fu modellato alla nascita sulla bella immagine di Giove.
le bestie furono progettate per le parti inferiori;
ancora erano troppo lontane dall'umanità.
per riempire la distanza, e ricongiungere il resto all'Uomo,
gli ospiti dell'Olimpo architettarono un piano intelligente.
scolpirono una bestia in figura semi-umana,
riempirono di vizio la cosa e la chiamarono Negro.»

Nel Richiamo di Cthulhu scrive di un gruppo di prigionieri "mezzosangue" adoratori di Cthulhu:

Uno zombie, morto vivente della religione voodoo, spesso citata da Lovecraft

«Tutti i prigionieri dimostrarono di essere uomini di tipo bassissimo, mezzosangue, e aberrati mentalmente. La maggior parte erano uomini di mare, e un piccolo numero di negri e mulatti, in larga parte provenienti dalle Indie Occidentali o Brava Portoghesi provenienti dalle isole di Capo Verde, davano un'impronta voodoo all'eterogeneo culto. Ma prima che venissero fatte molte domande divenne chiaro che c'era qualcosa di più profondo e antico di qualche feticismo negro. Degradate e ignoranti com'erano, le creature affermavano con sorprendente consistenza l'idea centrale della loro disgustosa fede.»

Lovecraft espresse posizioni razziste anche nella sua corrispondenza privata[15]. In una lettera del 23 Gennaio 1920, Lovecraft scrive:

«Per l'uomo evoluto -- l'apice del processo organico sulla Terra -- quale campo di riflessione è più adeguato di quello che occupa solo le sue facoltà più alte ed esclusivamente umane? Il selvaggio primordiale o la scimmia si occupano soltanto di cercare una compagna nella loro foresta; l'ariano in quanto razza superiore dovrebbe alzare gli occhi ai mondi nello spazio e considerare la sua relazione con l'infinito!!!!»

In Herbert West: rianimatore, Lovecraft descrive un Afroamericano appena deceduto:

«Era una cosa disgustosa simile ad un gorilla, con braccia così abnormalmente lunghe che non potei trattenermi dal chiamarle zampe, e un volto che richiamava pensieri di innominabili segreti del Congo e di battiti di tam-tam sotto una luna spettrale. Il corpo doveva avere un aspetto perfino peggiore in vita - ma al mondo ci sono molte cose brutte.»

Nell' Orrore a Red Hook, un personaggio viene descritto come "un arabo con un'odiosa bocca negroide". Nell' Abbraccio di Medusa, scritto da Lovecraft su commissione di Zealia Bishop e pubblicato come opera di quest'ultimo, ci viene rivelato che l'antagonista, una medusa vampiro:

«Il suo carattere fondamentale era vagamente, sottilmente, anche se incontrovertibilmente, quello di discendente dei primissimi abbietti abitanti dello Zimbabwe.... Anche se in piccola parte, Marceline era una negra.»

Nel Caso di Charles Dexter Ward c'è una descrizione più benevola di una coppia di Afroamericani del New England: "Conosceva gli attuali abitanti negri, e gli venne molto cortesemente mostrato l'interno dal vecchio Asa e dalla robusta moglie Hannah." in contrasto con il padrone delle loro terre, descritto come apparentemente alieno: "una persona minuta dai lineamenti che ricordavano un roditore e un accento gutturale"

Nel racconto I Topi nel muro uno dei nove gatti del narratore/protagonista si chiama Nigger-man (Negro).

«Come ho già detto mi trasferii il 16 Giugno 1923. La mia famiglia era costituita da sette servitori e nove gatti, specie quest'ultima della quale sono particolarmente appassionato. Il più vecchio dei miei gatti, Nigger-Man, Aveva sette anni ed era venuto con me dalla mia casa a Bolton, Massachusetts ...»

L'io narrante di racconti come: La Strada, Herbert West: rianimatore, Il Richiamo di Cthulhu, La Maschera di Innsmouth, Orrore a Red Hook e molti altri, esprime sentimenti che possono essere definiti ostili verso gli ebrei. Lovecraft sposò una donna di famiglia ucraino-ebraica, Sonia Greene, che affermò di aver più volte ricordato allo scrittore le sue origini quando questi si lasciava andare a considerazioni antisemite. "Ogni volta che ci trovavamo in mezzo alla folla multietnica che caratterizza New York" scrisse la Greene dopo il divorzio da Lovecraft, "Howard diventava livido di rabbia. Sembrava quasi impazzito."[16]

In qualche modo le idee di Lovecraft sulle razze riflettono un sentimento comune nella sua epoca; la segregazione razziale era sancita dalla legge nella gran parte degli Stati Uniti e in molti stati erano state emesse leggi eugenetiche, volte a proibire la "corruzione della razza" , cosa del resto comune anche in molte nazioni europee (con l'eccezione di quelle a maggioranza cattolica). Un movimento popolare negli anni 20 riuscì a ridurre drasticamente il flusso migratorio verso gli Stati Uniti, fino all'introduzione, nel 1924, dell'Immigration Act, approvato dal Congresso anche sulla spinta della testimonianza di esperti sulla minaccia che sarebbe potuta derivare per la società americana dall'ulteriore assimilazione di "razze inferiori" provenienti dall'Europa dell'est e del sud.

Dichiaratamente anglofilo, Lovecraft considerava la cultura inglese come l'apice della civiltà, mentre guardava alla cultura statunitense come una sorta di derivazione inferiore di quella della madrepatria (si veda ad esempio la poesia An American to Mother England (Un Americano alla madre Inghilterra). L'amore per la storia e la cultura inglese è un tema ricorrente nell'opera di Lovecraft (il personaggio del Re Kuranes nel racconto Lo Sconosciuto Kadath ad esempio esprime nostalgia per l'Inghilterra)

Le idee di Lovecraft sull'eugenetica vengono spesso estese ai suoi personaggi di razza bianca. L'autore mostra simpatia per i personaggi di razza caucasica e di cultura europea. L'io narrante di Aria fredda mostra disprezzo per gli ispanici di modesta estrazione sociale che compongono il suo vicinato, ma mostra rispetto per il ricco e aristocratico Dottor Muñoz, di origine celtico-iberica, che descrive come un "uomo di buoni natali, colto ed acuto"."I degenerati discendenti degli immigrati olandesi che vivono sulle Catskill Mountains", "che corrispondono esattamente all'elemento decadente della white trash degli Stati Uniti del Sud" (Oltre il muro del sonno, 1919), sono un'altro bersaglio della penna di Lovecraft. Nel racconto Il Tempio l'io narrante è un personaggio decisamente sgradevole: il capitano di un U-boot che, durante la prima guerra mondiale, in omaggio alla propria "teutonica volontà d'acciaio" e alla superiorità della Patria, spara con la mitragliatrice verso alcuni superstiti su una scialuppa e, più tardi, uccide i suoi stessi commilitoni. Tuttavia, secondo il suo biografo L. Sprague de Camp, Lovecraft reagì con orrore alle notizie delle violenze antisemite nella Germania Nazista precedenti alla seconda guerra mondiale [17] (Lovecraft morì prima che iniziasse il conflitto), e questo sembra suggerire che l'autore di Providence si sarebbe opposto all'idea di eliminare violentemente quelle che riteneva essere "razze inferiori".

Il razzismo è uno dei punti sui quali si sono focalizzati gli sforzi interpretativi degli studiosi di Lovecraft. S.T. Joshi, uno dei principali esperti di Lovecraft, fa notare che "Non c'è modo di negare il razzismo di Lovecraft nè lo si può etichettare come "tipico della sua epoca", perché è evidente che egli espresse questa posizione in maniera molto più pronunciata (anche se di solito non nelle opere pubblicate) rispetto a molti suoi contemporanei. Sarebbe stupido anche negare che il razzismo entri nella sua opera."[8] Nel suo libro H. P. Lovecraft: contro il mondo, contro la vita, Michel Houellebecq sostiene che sia proprio l'"odio razziale" a fornire la forza emotiva e l'ispirazione alla maggior parte delle più grandi opere di Lovecraft.

Uno shoggoth, creatura mostruosa descritta nel romanzo Alle montagne della follia

Il razzismo di Lovecraft è una conseguenza della sua posizione di determinista biologico. Questo è particolarmente evidente nel romanzo Le Montagne della follia la cui trama è incentrata su un gruppo di degli esploratori che scopre le tracce di una razza completamente aliena che ha creato attraverso la bioingegneria il genere umano, distrutta dai propri brutali schiavi: gli shoggoth.

Anche dopo che molti dei componenti della spedizione vengono uccisi dai redivivi alieni, l'io narratore lovecraftiano esprime la propria simpatia verso di loro:

«Erano uomini di un'altro tempo e di un'altro ordine d'esistenza... cos'hanno fatto che noi non avremmo fatto al loro posto? Dio, che intelligenza e persistenza! Che cosa incredibile... Radiali, vegetali, mostruosità, progenie delle stelle — qualsiasi cosa fossero, erano uomini!»

Queste linee di pensiero nella visione del mondo di Lovecraft -- razzismo e difesa reazionaria e romantica dell'ordine culturale davanti alla degenerazione del mondo moderno-- hanno spinto alcuni studiosi ad accostare la figura dello scrittore a quella del tradizionalista aristocratico e anti-moderno Julius Evola.[9]

Secondo l'esperto lovecraftiano Giuseppe Lippi, l'innegabile razzismo di Lovecraft non è tuttavia così univoco e presenta aspetti contraddittori - come il matrimonio con la Greene o l'amicizia con Samuel Loveman, poeta di origine ebraica - e sarebbe stato una sorta di fobia, un "mezzo di difesa" trovante sbocco nei suoi "incubi letterari"[18].

Genere e sessualità

Le donne nell'opera di Lovecraft sono piuttosto rare e non ricoprono quasi mai ruoli positivi. I pochi personaggi femminili importanti nei suoi racconti; come Asenath Waite (anche se si tratta in realtà di un mago malvagio che ha preso possesso del corpo di una giovane innocente) in La cosa sulla soglia e Lavinia Whateley nell' Orrore di Dunwich; sono senza eccezione servitrici di forze sinistre. L'elemento romantico è virtualmente assente nella sua opera e dove si affaccia il tema dell'amore, di solito si tratta di un amore platonico (ad esempio in L'Albero). I personaggi di Lovecraft vivono in un mondo dove la sessualità ha connotazioni negative. Il rapporto sessuale genera esseri meno che umani (L'Orrore di Dunwich).

In questo contesto, può essere utile porre attenzione alle dimensioni dell' "orrore cosmico" (questa definizione viene utilizzata da un gran numero di studiosi, nonché dall'autore stesso in At the mountains of madness) di Lovecraft. Poiché il palcoscenico delle sue storie è il cosmo, nei suoi racconti all'umanità è assegnato un ruolo minore e insignificante. Di conseguenza, non è solo alla sessualità femminile che viene negato una ruolo vitale e positivo, ma alla sessualità umana in generale.

Tra l'altro Lovecraft afferma in una lettera privata (indirizzata ad una delle numerose intellettuali con cui intratteneva un rapporto di amicizia) che la discriminazione delle donne è una superstizione "orientale", di cui gli "ariani" dovrebbero sbarazzarsi. A parte l'evidente razzismo, tipico della cultura del tempo, è evidente che la lettera esclude, almeno a livello conscio, la misoginia - esclusa, tra l'altro, anche dall'esame della vita privata di Lovecraft. Ad esempio, lo studioso S.T. Joshi ricorda la quasi decennale corrispondenza che l'autore di Providence ebbe con Elizabeth Toldridge, aspirante poetessa, costretta nella sua casa di Washington dall'invalidità; durante il loro rapporto epistolare, "nonostante si possa dire [...] che lei fosse di idee molto convenzionali e vittoriane, Lovecraft non cessò mai di rispondere ad ogni punto da lei sollevato nelle sue lettere e di commentare i libri e i ritagli di giornale che lei gli inviava. Lovecraft non fu né accondiscendente né insincero nei suoi confronti..." [10]

Tenendo presente che il primo contatto con l'universo femminile per Lovecraft fu la madre, mentalmente malata, e che trascorse larga parte della sua vita con le anziane zie, non si riscontrano nella sua opera seri elementi misogini.

Rischi dell'era scientifica

All'inizio del ventesimo secolo, l'accresciuto interesse dell'uomo verso la scienza stava aprendogli nuovi mondi e allo stesso tempo fornendogli strumenti nuovi per comprenderli. Lovecraft dipinge questo potenziale accrescimento della comprensione dell'universo da parte dell'uomo come un potenziale orrore. In particolare nel Colore venuto dallo spazio l'incapacità da parte degli scienziati di comprendere la natura di un meteorite diventa fonte di orrore.

In una lettera indirizzata a James F. Morton nel 1923, Lovecraft fa specifico riferimento alla teoria della relatività di Einstein come elemento in grado di gettare il mondo nel caos e trasformare il cosmo intero in una burla. In un periodo nel quale molti suoi contemporanei ritenevano che la scienza fosse senza limiti e onnipotente, Lovecraft immaginava scenari alternativi e terrorizzanti.

Il sogno

Il sonno della ragione genera mostri, celebre opera di Goya, autore citato da Lovecraft

Un altro tema ricorrente nelle opere di Lovecraft è quello del "sogno". In numerose sue opere la dimensione onirica assume un ruolo fondamentale, dalle visioni dei personaggi di Oltre il muro del sonno, Polaris e Hypnos ai sogni strani e sgradevoli del narratore di Dagon, dagli incubi collettivi de Il richiamo di Cthulhu a quelli angoscianti di Walter Gilman in La casa delle streghe.

D'altronde, non di rado per Lovecraft i suoi sogni rappresentavano lo spunto di partenza per scrivere una nuova opera. Un esempio di racconto ispirato da un sogno è La dichiarazione di Randolph Carter, che, come Lovecraft scrisse a Galpin, si basava su un incubo in cui lo scrittore e l'amico Samuel Loveman rinvenivano un'antica tomba. Come ammise l'autore di Providence in una lettera a Frank Belknap Long:

«Se io mi siedo alla scrivania con l'intenzione di scrivere un racconto, è molto probabile che non ci riesca. Ma se scrivo per mettere sulla carta le immagini di un sogno, tutto cambia completamente.»

Sempre nella lettera a Galpin, Lovecraft si interroga perfino sul suo "diritto" di proclamarsi legittimo autore delle storie che ha sognato[19]:

«Detesto attribuirmi le idee, specie quando non ho fatto alcuno sforzo per concepirle. D'altronde se non lo faccio io, a chi diamine posso attribuirle? Coleridge ha accettato la paternità del Kubla Khan, quindi credo che farò lo stesso...»

La produzione epistolare

Anche se Lovecraft è conosciuto soprattutto per le sue opere di narrativa fantastica, la maggior parte dei suoi scritti è costituita da lunghe lettere riguardanti una gran varietà di argomenti, dalla narrativa dell'orrore alla critica d'arte, alla politica e alla storia. Il già citato S.T. Joshi stima la produzione epistolare di Lovecraft in circa 87.500 lettere, composte fra il 1912 e l'anno della sua morte, il 1937, compresa una lettera di ben settanta pagine, inviata il 9 novembre 1929 a Woodburn Harris.

Durante gli anni della giovinezza Lovecraft non scrisse molte lettere. Nel 1931 egli stesso ammette:

«In gioventù mi sono dedicato ben poco alla scrittura di lettere. Perfino ringraziare qualcuno per un regalo era quasi un'ordalia per me, tanto che avrei preferito scrivere una composizione bucolica di duecentocinquanta righe o un trattato di venti pagine sugli anelli di Saturno

L'interesse iniziale per le lettere venne stimolato dalla corrispondenza col cugino Phillips Gamwell, ma fu ancora più importante il suo coinvolgimento nel movimento del giornalismo non professionale, il motivo principale per il quale l'autore produsse un numero così elevato di missive. Come affermò con chiarezza lo stesso Lovecraft, il contatto epistolare con un numero elevato di persone diverse fu uno dei principali fattori che gli permisero di allargare la sua visione del mondo:

«Mi trovai ad affrontare dozzine di punti di vista diversi, che altrimenti non mi avrebbero mai raggiunto. La mia comprensione e le mie simpatie si allargarono, molte delle mie idee sulla società, sulla politica e sull'economia si modificarono in conseguenza della mia accresciuta conoscenza.»

Le "revisioni"

Spinto dalle difficoltà economiche, Lovecraft lavorò spesso come ghostwriter. In alcuni casi il lavoro dello scrittore di Providence si limitava ad una semplice revisione del materiale preparato dall'autore "ufficiale"; in altri casi, a Lovecraft venivano forniti soltanto un'idea di base o un canovaccio, a partire dai quali elaborava l'intera storia.

Si lamenta Lovecraft in una lettera a Clark Ashton Smith [20]:

«Quanto all'annunciato Out of the Aeons, puoi ben dire che "ci ho messo mano": in realtà ho scritto la dannata storia da cima a fondo! E' pazzesco fare lavori così impegnativi quando, con la stessa fatica, si può scrivere un racconto originale e pubblicarlo sotto il proprio nome.»

In effetti, in molte "revisioni" è possibile riconoscere non solo la prosa, ma anche le tematiche dell'autore di Providence; interessanti sono inoltre le citazioni e le apparizioni delle creature e delle divinità del Ciclo di Cthulhu, come in Dall'abisso del tempo (Out of the Aeons), L'uomo di pietra (The Man of Stone), Il Diario di Alonzo Typer (The Diary of Alonzo Typer). Ne L'orrore nel museo (The Horror in the Museum), in particolare, l'intera vicenda è ambientata in un museo che un folle scultore ha trasformato in una sorta di pantheon delle divinità lovecraftiane.

Secondo lo studioso Giuseppe Lippi, l'attività di Lovecraft come ghostwriter, se da una parte lo portò in quelle opere ad una minore cura stilistica e ad una maggiore ripetitività nella struttura, dall'altra gli permise di scrivere più liberamente di quanto non facesse nei suoi lavori ufficiali, superando il suo perfezionismo sotto certi aspetti paralizzante e la continua insoddisfazione che provava nei confronti delle proprie opere, e permettendogli di "esplorare" in modo più sereno la mitologia da lui creata. [21]

Critica letteraria e saggistica

Lovecraft si dedicò anche alla critica letteraria. Nel saggio In defense of Dagon, scritto per difendere il suo racconto dai detrattori, l'autore di Providence distinse tre principali categorie nell'ambito della produzione letteraria: quella romantica, i cui sostenitori, sostiene, sono disposti anche ad accettare finzioni e falsità psicologiche purché il tutto rimanga in un contesto prosaico; quella realistica, che secondo Lovecraft ha il pregio di descrivere fedelmente la vita, ma ha come limite il rischio di cadere nello "sgradevole e nel banale"; e infine quella fantastica, l'unica in grado di soddisfare le aspirazioni e le esigenze della fantasia.

Il lavoro di critica letteraria più noto composto da Lovecraft è probabilmente Supernatural Horror in Literature, scritto tra il 1925 ed il 1927; in esso, lo scrittore di Providence esamina le radici del genere horror e fantastico, commentando autori quali Edgar Allan Poe, Arthur Machen, Lord Dunsany e Ambrose Bierce.

D'altronde, Lovecraft non si occupò solo di letteratura fantastica: ad esempio, fu tra i primi a riconoscere l'importanza dell' Ulisse di Joyce [11] in America, dove l'opera venne inizialmente attaccata in quanto giudicata pornografica.

Sono inoltre frequenti anche nelle opere di narrativa di Lovecraft, a testimonianza della sua vasta cultura e dei suoi molteplici interessi, riferimenti ad autori quali Dante Alighieri, John Milton ed Edgar Allan Poe, alle opere di Gustavo Doré (nel racconto Dagon) e di Francisco Goya (ne Il segugio e Il modello di Pickman), nonché incisi su argomenti quali l'architettura, l'antropologia, la chimica, la geologia e l'astronomia (antica passione di Lovecraft).

Opere

Romanzi

Racconti

Una rappresentazione di Cthulhu, divinità mostruosa della mitologia creata da Lovecraft
  • L'antica gente dei monti (The Very Old Folk) (1927)
  • Aria fredda (Cool Air) (1926)
  • Il cane (The Hound) (1922)
  • La casa misteriosa lassù nella nebbia (The Strange High House in the Mist) (1926)
  • Celephaïs (Celephaïs) (1920)
  • La chiave d'argento (The Silver Key) (1926)
  • La città senza nome (The Nameless City) (1921)
  • Il colore venuto dallo spazio (The Colour Out of Space) (1927)
  • Colui che sussurrava nelle tenebre (The Whisperer in Darkness) (1930)
  • La cosa sulla soglia (The Thing on the Doorstep) (1933)
  • Nella cripta (In the Vault) (1925)
  • Dagon (Dagon) (1917)
  • Dall'altrove (From Beyond) (1920)
  • La dichiarazione di Randolph Carter (The Statement of Randolph Carter) (1919)
  • L'estraneo (The Outsider) (1921)
  • Ex barone (Old Bugs) (1919)
  • Ex oblivione (come Ward Phillips) (1921)
  • I gatti di Ulthar (The Cats of Ulthar) (1920)
  • Hypnos (Hypnos) (1922)
  • Un'illustrazione e una vecchia casa (The Picture in the House) (1920)
  • L'incontro notturno (He) (1925)
  • Innominabile (The Unnamable) (1923)
  • I magri notturni (Night Gaunts) (1930)
  • La maschera di Innsmouth (The Shadow Over Innsmouth) (1931)
  • Memoria (Memory) (1919)
  • Il modello di Pickman (Pickman's Model) (1926)
  • La musica di Erich Zann (The Music of Erich Zann) (1921)
  • La nave bianca (The White Ship) (1919)
  • Nyarlathotep (Nyarlathotep) (1920)
Lovecraft circondato dalle creature da lui inventate
  • Oltre il muro del sonno (Beyond the Wall of Sleep) (1919)
  • Orrore a Red Hook (The Horror at Red Hook) (1925)
  • L'orrore di Dunwich (The Dunwich Horror) (1929)
  • La palude della Luna (The Moon Boog) (1921)
  • La paura in agguato (The Lurking Fear) (1922)
  • Il prete malvagio (The Evil Clergyman, anche The Wicked Clergyman) (1933)
  • Reminiscenze del dott. Samuel Johnson (A Reminiscence of Dr. Samuel Johnson) (1917)
  • La ricerca di Iranon (The Quest of Iranon) (1921)
  • Il richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu) (1926)
  • La ricorrenza (The Festival) (1923)
  • La rovina di Sarnath (The Doom that Came to Sarnath) (1919)
  • La scomparsa di Juan Romero (The Transition of Juan Romero) (1919)
  • I sogni della casa stregata (The Dreams in the Witch-House) (1932)
  • La Stella Polare (Polaris) (1918)
  • La strada (The Street) (1920)
  • Sui raggi di Luna (What the Moon Brings) (1922)
  • Il terribile vecchio (The Terrible Old Man) (1920)
  • La tomba (The Tomb) (1917)
  • I topi nel muro (The Rats in the Walls) (1923)

Revisioni e collaborazioni

  • L'abbraccio di Medusa (Medusa's Coil); commissionato da Zealia Bishop (1930)
  • L'Albero (The Tree) in collaborazione con Hazel Heald (1920)
  • L'albero sulla collina (The Tree on the Hill); revisione di un racconto di Duane W. Rimel (1934)
  • Attraverso i cancelli della chiave d'argento (Through the Gates of the Silver Key); revisione di un racconto di E. Hoffmann Price (1933)
  • Il boia elettrico (The Electric Executioner) revisione di un racconto di Adolphe D. de Castro (1929)
  • I Cari estinti (The Loved Dead) revisione di un racconto di C.M. Eddy, Jr. (1924)
  • Ceneri (Ashes) revisione di un racconto di C.M. Eddy, Jr. (1924)
  • Cieco, sordo e muto (Deaf, Dumb, and Blind) revisione di un racconto di C.M. Eddy, Jr. (1924)
  • Il diario di Alonzo Typer (Typer The Diary of Alonzo Typer); revisione di un racconto di William Lumley (1935)
  • Il divoratore di spettri (The Ghost-Eater) revisione di un racconto di C.M. Eddy, Jr. (1924)
  • Due bottiglie nere (Two Black Bottles) revisione di un racconto di Wilfred Blanch Talman (1926)
  • L'esumazione (The Disinterment) revisione di un racconto di Duane W. Rimel (1935)
  • "Finché tutti i mari..." ("Till A' the Seas") con R.H. Barlow (1935)
  • Il guardiano della soglia (The Lurker at the Threshold), ad opera di August Derleth (1945), è un'espansione di alcuni frammenti (The round tower) lasciati da Lovecraft
  • Ibid commissionato da Zealia Bishop (1928)
  • Nel labirinto di Eryx (In the Walls of Eryx) con Kenneth Sterling (1935)
  • La maledizione di Yig (The Curse of Yig); commissionato da Zealia Bishop (1928)
  • Il match di fine secolo (The Battle that Ended the Century) con R.H. Barlow (1934)
  • La morte alata (Winged Death); revisione di un racconto di Hazel Heald (1933)
  • L'oceano di notte (The Night Ocean); con R.H. Barlow (1936)
  • L'orrore di Martin's Beach (The Horror at Martin's Beach,anche The Invisible Monster) revisione di un racconto di Sonia H. Greene (1922)
  • L'orrore nel camposanto (The Horror in the Burying-Ground) revisione di un racconto di Hazel Heald (1933)
  • L'orrore nel museo (The Horror in the Museum); revisione di un racconto di Hazel Heald (1933)
  • L'orrore sotto il tumulo (The Mound); commissionato da Zealia Bishop (1929)
  • La poesia e gli dei (Poetry and the Gods) con Anna Helen Crofts (1920)
  • Il prato verde (The Green Meadow); revisione di un racconto di Winifred Virginia Jackson (1918)
  • Alle quattro del mattino (Four O'Clock) revisione di un racconto di Sonia H. Greene (1922)
  • Reliquia di un mondo perduto (Out of the Eons); revisione di un racconto di Hazel Heald (1933)
  • Sfida dall'infinito (The Challenge from Beyond) con Robert E. Howard, Frank B. Long, Abraham Merritt & C.L. Moore (1935)
  • La verità sul defunto Arthur Germyn e la sua famiglia (Facts Concerning the Late Arthur Jermyn and his Family - nelle prime edizioni: The White Ape) (1920)
  • La visione del caos (The Crawling Chaos) revisione di un racconto di Winifred Virginia Jackson (1921)
  • Sotto le piramidi (Under the Pyramids, anche Imprisoned with the Pharaos) commissionato da Harry Houdini (1924)
  • La trappola (The Trap) revisione di un racconto di Henry S. Whitehead (1931)
  • L'ultimo esperimento (The Last Test) revisione di un racconto di Adolphe D. de Castro (1928)
  • Universi in sfacelo (Collapsing Cosmoses) con R.H. Barlow (1935)
  • L'uomo di pietra (The Man of Stone); revisione di un racconto di Hazel Heald (1932)

Racconti giovanili

  • L'alchimista (The Alchemist) (1908)
  • La bottiglia di vetro (The Little Glass Bottle) (1897)
  • La caverna segreta o l'avventura di John Lees (The Secret Cave or John Lees Adventure) (1898)
  • Dolce Ermengarda ovvero: il cuore di una ragazza di campagna (Sweet Ermengarde or the Heart of a Country Girl) (1917)
  • L'essere nella caverna (The Beast in the Cave) (1905)
  • Il mistero del camposanto o la vendetta del morto (The Mystery of the Grave-Yard or a Dead Man's Revenge) (1898)
  • La nave misteriosa (The Mysterious Ship) (1902)

Frammenti

  • Azathoth (Azathoth) (1922)
  • Coloro che osservano dal tempo (The Watchers Out of Time); espansione di Other Notes ad opera di August Derleth (1974)
  • La cosa al chiar di Luna (The Thing in the Moonlight) (1934)
  • Il discendente/La discesa (The Descendant) (1926)
  • La finestra della soffitta (The Gable Window/The Murky Glass); completato da August Derleth (1957)
  • Il libro (The Book) (1934)

Fungi from Yuggoth • I Funghi di Yuggoth

Immagine del pianeta Plutone (con la sua luna Caronte), che Lovecraft, nella sua mitologia, identificò con Yuggoth
  • I. The Book (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth I
  • II. Pursuit (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth II
  • III. The Key (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth III
  • IV. Recognition (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth IV
  • V. Homecoming (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth V
  • VI. The Lamp (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth VI
  • VII. Zaman's Hill (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth VII
  • VIII. The Port (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth VIII
  • IX. The Courtyard (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth IX
  • X. The Pigeon-Flyers (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth X
  • XI. The Well (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XI
  • XII. The Howler (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XII
  • XIII. Hesperia (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XIII
  • XIV. Star-Winds (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XIV
  • XV. Antarktos (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XV
  • XVI. The Window (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XVI
  • XVII. A Memory (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XVII
  • XVIII. The Gardens of Yin (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XVIII
  • XIX. The Bells (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XIX
Il dio Yog-Sothoth come immaginato da un artista
  • XX. Night-Gaunts (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XX
  • XXI. Nyarlathotep (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXI
  • XXII. Azathoth (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXII
  • XXIII. Mirage (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXIII
  • XXIV. The Canal (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXIV
  • XXV. St. Toad's (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXV
  • XXVI. The Familiars (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXVI
  • XXVII. The Elder Pharos (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXVII
  • XXVIII. Expectancy (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXVIII
  • XXIX. Nostalgia (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXIX
  • XXX. Background (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXX
  • XXXI. The Dweller (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXXI
  • XXXII. Alienation (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXXII
  • XXXIII. Harbour Whistles (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXXIII
  • XXXIV. Recapture (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXXIV
  • XXXV. Evening Star (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXXV
  • XXXVI. Continuity (1929) (poesia) • I Funghi di Yuggoth XXXVI

Non-fiction

  • Storia e Cronologia del Necronomicon (History and Cronology of the Necronomicon) (1929)

Raccolte

Herbert West: Rianimatore (Herbert West: Reanimator); fusione di sei racconti (1922)

  • From the Dark (1922) • Dalle Tenebre
  • The Plague Demon (1922) • Il Demone della Pestilenza
  • Six Shots by Moonlight (1922) • Sei Spari al Chiaro di Luna
  • The Scream of the Dead (1922) • L'Urlo del Morto
  • The Horror from the Shadows (1922) • L'Orrore dalle Ombre
  • The Tomb-Legions (1922) • Legioni della Tomba

Località protagoniste nelle storie di Lovecraft

Cartina del New England, dove sono ambientati molti racconti di Lovecraft

Lovecraft fu ampiamente ispirato dal suo nativo New England per le ambientazioni delle sue storie. Numerose località reali del New England sono menzionate, frequentemente appaiono alcune località inventate. Inoltre nel racconto L'albero, Lovecraft usa come sfondo l'Arcadia: regione del Peloponneso già cornice delle Bucoliche di Virgilio, grazie al quale questa terra al di fuori del tempo e della storia, diviene simbolo della poesia e dell'arte (tematiche che peraltro riscontriamo nel racconto).

Località reali

Località inventate

Omaggi, citazioni e lavori derivati

Letteratura

L'opera di Lovecraft ha ispirato fin da subito una schiera di scrittori che - con l'entusiastica approvazione dello stesso autore di Providence - ha partecipato alla stesura di racconti in qualche modo collegati alle sue tematiche. Questi racconti vengono spesso indicati come "Cicli di Cthulhu". Alcuni fra gli scrittori che si sono cimentati con i cicli di Cthulhu sono:

Da notare infatti che si tratta spesso di racconti brevi, inseriti in raccolte.

Robert Hayward Barlow, amico e lontano cugino di Lovecraft che fu anche autore di collaborazioni con lo scrittore di Providence (Universi che si scontrano, Finché tutti i mari..., Il match di Fine Secolo) scrisse nel 1944 Il vento tra l'erba. Un ricordo di H.P. Lovecraft in Florida.

Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges dedicò "alla memoria di H.P. Lovecraft" il suo racconto "lovecraftiano" There are more things[22] - il cui titolo è una citazione dall' Amleto di Shakespeare: "Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia".

In Italia, Giorgio Manganelli ha dedicato a Lovecraft uno dei saggi del suo libro La letteratura come menzogna e Paolo Agaraff ha scritto due romanzi (Le rane di Ko Samui e Il sangue non è acqua) che si ispirano ai Miti di Cthulhu.

Lo scrittore francese Michel Houellebecq ha dedicato un saggio alla sua opera: Contro il mondo, contro la vita (edito in Italia da Bompiani nel 2001).

Cinema

Tra i film tratti (anche liberamente) dalle opere di Lovecraft vi sono:

  • La città dei mostri (The Haunted Palace, 1963), tratto da Il caso di Charles Dexter Ward (The case of Charles Dexter Ward)
  • La morte dall'occhio di cristallo (Die, Monster, Die, 1965) tratto da Il colore venuto dallo spazio (The colour out of space)
  • La porta sbarrata (The shuttered room, 1966), tratto da La porta sbarrata (The Shuttered Room, scritto con August Derleth)
  • Le vergini di Dunwich (The Dunwich horror, 1969), tratto da L’orrore di Dunwich (The Dunwich horror)
  • Re-Animator (Re-Animator, 1985), tratto da Herbert West: Rianimatore (Herbert West reanimator)
  • From Beyond - Terrore dall'ignoto (From Beyond, 1986), tratto da From Beyond
  • La fattoria maledetta (The curse, 1987), tratto da Il colore venuto dallo spazio (The colour out of space)
  • La creatura (The unnamable, 1988), tratto da L’innominabile (The unnamable)
  • Dagon - La mutazione del male (Dagon, 2001), tratto da La maschera di Innsmouth (The shadow over Innsmouth)
  • The Call of Cthulhu (2005), tratto da Il richiamo di Cthulhu (The call of Cthulhu) Sito ufficiale
  • H.P. Lovecraft's Dreams in the Witch-House (2005), episodio della serie Masters of Horror, tratto da I sogni nella casa stregata (Dreams in the Witch-House).
  • The Whisperer in Darkness (in fase di produzione), tratto da Colui che sussurrava nelle tenebre (The Whisperer in Darkness) Trailer

The Eldritch Influence: The Life, Vision and Phenomenon of H.P. Lovecraft (2003) è un documentario sull'opera e sull'influenza dell'autore di Providence.

Ispirati dall'ipotetico viaggio in Italia dello scrittore sono invece i film:

Inoltre esistono numerose citazioni che questo autore o le sue creature hanno avuto in opere letterarie successive, in film come La casa e L'armata delle tenebre di Sam Raimi (in cui compare il libro immaginario Necronomicon), oppure La cosa e Il seme della follia di John Carpenter, solo per citarne alcuni.

Inoltre, il regista Guillermo Del Toro si è dichiarato interessato a dirigere un adattamento di Alle montagne della follia - di cui avrebbe già completato il copione - ma ha trovato difficoltà ad ottenere un finanziamento per la sua intenzione di rimanere fedele a due caratteristiche tipiche dell'opera di Lovecraft, ovvero l'assenza di una storia d'amore e di un classico lieto fine.[12]

La notevole influenza esercitata da Lovecraft sul cinema horror (vedere la scheda su Internet Movie Database) è abbastanza ironica se si considera che lo scrittore non lo amava affatto, definendolo, in una lettera a Richard Ely Morse, un "pastone infantile", e asserendo di non voler vedere banalizzata in un adattamento nessuna delle sue opere[23].

Fumetti

Visioni di un artista ispirate all'opera di Lovecraft
  • Alberto Breccia ha realizzato le versioni grafiche, in bianco e nero, di alcuni racconti di Lovecraft, utilizzando delle tecniche tra l'illustrazione e il collage. La raccolta s'intitola Los mitos de Cthulhu (1973) e contiene La Maschera di Innsmouth, Colui che Sussurrava nelle Tenebre. Questi due racconti sono stati pubblicati su Linus.
  • In Italia tra i fumetti della Sergio Bonelli Editore sia Zagor che Martin Mystère si sono trovati di fronte ai Grandi Antichi o ai loro adoratori e Dylan Dog ha incontrato Lovecraft in persona[24], mentre Magico Vento, ambientato nello stesso periodo in cui si svolgono molti racconti di Lovecraft, combatte spesso gli Antichi. Anche nella serie Dampyr ci sono citazioni lovecraftiane, come la strega Asenath Prynn - il cui nome è un incrocio tra quelli di Asenath Waite de La cosa sulla soglia e di Ludwig Prinn, autore del De Vermis Mysteriis, immaginario grimorio creato da Robert Bloch e inserito dallo stesso Lovecraft ne L'abitatore del buio. Infine, l'avventura di Tex Willer La luce dallo spazio riprende dal racconto di Lovecraft Il colore venuto dallo spazio lo spunto iniziale, ovvero la caduta di un frammento di meteorite contenente un organismo alieno che contamina l'acqua di una fattoria.
  • Alcuni racconti apparsi sul fumetto francese (tradotto anche in italiano) Metal Hurlant, soprattutto in una raccolta di fumetti horror, sono ispirati ai racconti e ai romanzi di Lovecraft.

Videogiochi

La software house Infogrames ha prodotto diversi giochi ispirati all'universo di Lovecraft: la fortunata serie di Alone in the Dark ispirata ad alcune delle creature dello scrittore. Altro gioco ispirato a Lovecraft è Shadow of the Comet sempre della Infogrames, a cui segue Prisoner of Ice. Inoltre è stato prodotto uno sparatutto-avventura in prima persona chiamato Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth della Rockville e della Bethesda softworks ambientato nell'universo lovecraftiano e principalmente ispirato al racconto La maschera di Innsmouth. Un altro videogioco che non comprende elementi di mitologia lovecraftiana ma ne riprende la struttura e l'atmosfera è Eternal Darkness: Sanity's Requiem della Silicon Knights. Anche in uno shard italiano di Neverwinter Nights, Guardiani, è possibile incontrare alcuni dei personaggi cari allo scrittore.

Anche Quake e The FreeDOOM WAD contengono mostri molto simili alle creature dei Miti di Cthulhu. In The Elder Scrolls IV: Oblivion, c'è una missione che nella lingua originale s'intitola A Shadow over Hackdirt; ovvero nient'altro che un adattamento di A Shadow Over Innsmouth cioè La Maschera di Innsmouth. Come nel racconto, il protagonista avrà a che fare con una città abitata da strani personaggi che venerano segretamente dei mostri marini.

In Tales of Symphonia avremo una quest secondaria in cui dovremo cercare lo pseudo-biblium Necronomicon. Deanimator è uno sparatutto basato sulle storie di H.P. Lovecraft. Il game designer Shin Megami Tensei costruisce quasi tutti i suoi videogiochi sui miti di Cthulhu, specialmente nella serie di Persona. Anche Shadow Hearts: From the New World è ambientato nell'universo lovecraftiano; potremo trovare anche la Arkham University a Boston.

L'avventura grafica Sherlock Holmes: The Awakened della Frogwares ha come protagonisti Sherlock Holmes e John Watson che investigano una serie di crimini collegati ad una setta di adoratori di Cthulhu.

Infine la serie di Silent Hill è pesantemente ispirata dai Miti di Cthulhu. Vi sono moltissimi riferimenti e citazioni (simboliche e non) a vari racconti di Lovecraft.

Musica

Nel disco Ride the Lightning (Metallica 1984 -Elektra Records-) è presente una traccia completamente strumentale che porta il titolo The Call of Ktulu, molto probabilmente ispirata dalle atmosfere del racconto nonostante il nome sia semplificato in "Ktulu". Nel disco successivo, Master of Puppets (1986 -Elektra Records-) è contenuta la canzone The Thing That Should Not Be, il cui testo è ispirato a una novella di Lovecraft.

Anche i Rage hanno ispirato alcuni dei loro testi ai racconti di Lovecraft, infatti anche le canzoni stesse portano il nome di alcuni racconti, per esempio Beyond the wall of sleep e Shadow out of time. In a nameless time, come la già citata Shadow out of time si ispira al racconto L'ombra calata dal tempo.

Numerose band, specialmente di genere metal estremo, fanno uso di termini lovecraftiani. Per esempio la band Marduk, i Nile, i Morbid Angel, i Bal Sagoth, i Thergothon e molte altre.

Altro

Anche nello speciale Authority/Planetary: Ruling the World scritto da Warren Ellis compare Howard Phillips Lovecraft che scopre delle uova aliene che preannunciano la fine del mondo.

Dall'universo narrativo di Lovecraft è stato anche ricavato un noto gioco di ruolo ambientato negli USA degli anni '20: Il richiamo di Cthulhu edito dalla Chaosium.

Nei primi anni 90 fu creata sempre da Chaosium un supplemento per giocare Il richiamo di Cthulhu in ambientazione contemporanea chiamato Cthulhu Now. Esiste inoltre un manuale per giocare nell'universo di Lovecraft utilizzando il d20 system. Questo volume, intitolato Il Richiamo di Cthulhu, è edito in Italia dalla Twenty Five Edition, la stessa casa che pubblica i supplementi per Dungeons and Dragons.

Note

  1. ^ Ad esempio, il racconto Il richiamo di Cthulhu venne inizialmente rifiutato in quanto definito troppo "straniante" - secondo l'espressione di Wright; vedi note in Il meglio dei racconti di Lovecraft, Mondadori, 1997.
  2. ^ Luc Sante, "The Heroic Nerd", in The New York Review of Books, 10 Ottobre 2006
  3. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1897-1922, Mondadori, 1989.
  4. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1897-1922, Mondadori, 1989.
  5. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Il meglio dei racconti di Lovecraft, Oscar Mondadori, 1997.
  6. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  7. ^ Tomba di H.P. Lovecraft
  8. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Il meglio dei racconti di Lovecraft, Oscar Mondadori, 1997.
  9. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  10. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  11. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  12. ^ Vedere ad esempio l'intervista a Neil Gaiman nel documentario The Eldritch Influence: The Life, Vision and Phenomenon of H.P. Lovecraft.
  13. ^ Lin Carter, Lovecraft: A Look Behind the Cthulhu Mythos, Ballantine, 1972.
  14. ^ Stephen King, On Writing. Autobiografia di un mestiere, Sperling & Kupfer Editori S.p.A., 2001.
  15. ^ Vedere ad esempio la lettera a J. Vernon Shea, 25 settembre 1933, No. 648, Selected Letters IV, Arkham House
  16. ^ Citazione riportata in Lovecraft, Carter, p. 45.
  17. ^ Lyon Sprague de Camp, Lovecraft: a Biography, Doubleday, 1975.
  18. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  19. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1897-1922, Mondadori, 1989.
  20. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  21. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  22. ^ Nella raccolta Il libro di sabbia (El libro de arena, 1975).
  23. ^ Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi), Tutti i racconti 1931-1936, Mondadori, 1992.
  24. ^ Più precisamente nel numero 18, Cagliostro!.

Bibliografia

  • Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi). Tutti i racconti 1897-1922. Milano, Mondadori, 2006. ISBN 8804557036
  • Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi). Tutti i racconti 1923-1926. Milano, Mondadori, 2007. ISBN 8804569514
  • Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi). Tutti i racconti 1927-1930. Milano, Mondadori, 2006. ISBN 8804558164
  • Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi). Tutti i racconti 1931-1936. Milano, Mondadori, 1998. ISBN 8804455608
  • Howard Phillips Lovecraft (a cura di Giuseppe Lippi). Il meglio dei racconti di Lovecraft. Milano, Oscar Mondadori, 1997.
  • Howard Phillips Lovecraft (a cura di De Turris e Fusco). L' orrore della realtà. La visione del mondo rinnovatore della narrativa fantastica. Lettere 1915-1937. Roma, Edizioni Mediterranee, 2007. ISBN 8827218831
  • Michel Houellebecq. H.P. Lovecraft, contro il mondo, contro la vita. Milano, Bompiani, 2005. ISBN 8845255603
  • De Turris e Fusco. Howard Phillips Lovecraft. Firenze, La Nuova Italia, 1979. ISBN 8822123980
  • Sergio Basile (a cura di). Il Necronomicon. Storia di un libro che non c'è. Roma, Fanucci, 2002.ISBN 8834708083

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura