Stefano Parisi: differenze tra le versioni

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==== Energie per l'Italia ====
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== Vita privata ==
== Vita privata ==

Versione delle 12:48, 25 mar 2018

Stefano Parisi

Stefano Parisi (Roma, 12 novembre 1956) è un manager e politico italiano.[1]

Biografia

Stefano Parisi nasce il 12 novembre del 1956 a Roma. Da ragazzo si dichiara di fede socialista e durante gli anni 1970 è vicesegretario del nucleo universitario socialista della sua città. Dopo aver preso la laurea in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma ottiene un impiego presso l'ufficio studi della Cgil.[1]

Impieghi governativi

Nel 1984 diventa capo della Segreteria tecnica del Ministero del Lavoro, per poi, quattro anni più tardi, passare a quella della vicepresidenza del Consiglio dei Ministri (con vicepresidente Gianni De Michelis) durante il Governo De Mita. Nel 1989, svolge lo stesso ruolo presso il Ministero degli Affari Esteri rimanendovi fino al 1991.[1]

Nel 1992 diventa il capo del Dipartimento per gli Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre nel 1994 viene scelto come Segretario Generale del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni appena istituito proprio nel momento che vide l'apertura del mercato della telefonia mobile attraverso la liberalizzazione e, sempre nel 1994, entra a far parte del collegio sindacale della Rai; due anni dopo diventa Capo del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio.[2][3]

Nel 1997 abbandona sia il collegio sindacale della Rai che il Dipartimento per gli Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il posto di direttore generale del Comune di Milano durante l'amministrazione di Gabriele Albertini.[4][5]

Carriera imprenditoriale

Nel 2000 assume la carica di direttore generale di Confindustria nel corso della presidenza di Antonio D'Amato. Nel 2004 passa da Viale dell'Astronomia, quando, nominato direttore generale e amministratore delegato di Fastweb, si occupa in prima persona di gestire il processo di espansione della società.[6]

Nel 2007 Fastweb viene ceduta a Swisscom e Stefano Parisi mantiene il proprio ruolo anche con la nuova configurazione societaria. Nel 2009 diventa presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel[7] e, dopo un anno, lascia Swisscom a causa dall'indagine per presunta frode fiscale internazionale che coinvolge Silvio Scaglia, ai tempi presidente di Fastweb[8][9] (nel 2013 la sua posizione relativa all'indagine su Fastweb verrà archiviata).[4]

Dopo avere ceduto la presidenza di Assotelecomunicazioni-Asstel, Parisi viene nominato senior advisor per la parte italiana di RBS (Royal Bank of Scotland). Nel 2012 è tra i soci fondatori di Chili Tv, una società che si occupa della diffusione di film in streaming, e ne assume il ruolo di presidente fino al 2016, quando decide di lasciare ogni incarico nell'azienda per dedicarsi alla politica.[1][10][11]

Carriera politica

Nel 2016 Stefano Parisi si candida come sindaco a Milano per il centrodestra, sostenuto da Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Nuovo Centrodestra.[12] Noto ai politici locali per gli anni di lavoro sotto Albertini, si presenta come moderato[13] e "federatore" utile a ricomporre l'unione dei partiti di centro-destra che all'epoca (dal governo Monti in poi) erano divisi sul piano ideologico a livello nazionale.[14] Il profilo da manager si contrappone a quello dell'AD di Expo SpA, candidato previsto da settembre 2015[15] per il centro-sinistra dopo Giuliano Pisapia.

Supera il primo turno delle elezioni comunali e al ballottaggio si scontra con Giuseppe Sala, tuttavia è quest'ultimo a diventare sindaco di Milano con il 51,70% dei voti.[16]

Dal 21 giugno 2016 fa parte del consiglio comunale del comune di Milano.[17]

Nel 2018 viene candidato per il centro-destra alla presidenza della regione Lazio.[18] La coalizione ottiene 984.418 voti pari al 31,17% del totale piazzandosi al secondo posto dopo la coalizione del centro-sinistra capitanata da Nicola Zingaretti del Partito Democratico.[19]

Energie per l'Italia

Il 18 novembre 2016 fonda il partito Energie per l'Italia (forza politica di centro-destra di natura liberista e federalista).[20][21][22] Nel corso della XVII legislatura hanno aderito al partito alcuni deputati, formando una componente del gruppo misto denominata "Civici e Innovatori - Energie PER l'Italia".[23][24]

Vita privata

Vive a Milano dal 1997 con la moglie (di origini israeliane[25]) da cui ha avuto due figlie.[6]

Note

  1. ^ a b c d Chi è Stefano Parisi, candidato del centrodestra a sindaco di Milano, su Il Post, 11 febbraio 2016. URL consultato il 15 aprile 2017.
  2. ^ Il Giorno, Chi è Stefano Parisi - Il Giorno, in Il Giorno, 10 febbraio 2016. URL consultato il 15 aprile 2017.
  3. ^ Stefano Rolando, La comunicazione di pubblica utilità, FrancoAngeli, 2004, ISBN 9788846457912. URL consultato il 17 marzo 2018.
    «Tra settembre 1995 e i primi mesi del 1996 Stefano Parisi, conservando la titolarità del Dipartimento degli Affari economici e assumendo interinalmente anche la responsabilità del Dipartimento dell'Informazione e dell'Editoria tenta una riprogettazione dell'area di competenza del DIE nel campo della "società dell'informazione"»
  4. ^ a b Chi è Stefano Parisi, candidato a sindaco del centrodestra a Milano, in MilanoToday. URL consultato il 15 aprile 2017.
  5. ^ Luigi Offeddu, Milano da morire, Rizzoli libri, 24 luglio 2013, ISBN 9788858652954. URL consultato il 17 marzo 2018.
    «Stefano Parisi è al centro di un'accesa – e da molti dimenticata – polemica con Basilio Rizzo. Scrive il consigliere comunale in un'interrogazione del 10 marzo 1999: Con provvedimento dell'1 agosto 1997 la Giunta Comunale deliberava l'assunzione del dottor Parisi quale direttore generale del Comune determinando oltre al compenso annuo non trascurabile di trecento milioni di lire, una retribuzione annua variabile aggiuntiva legata al raggiungimento di determinati obiettivi»
  6. ^ a b Stefano Parisi - Ultime notizie su Stefano Parisi - Argomenti del Sole 24 Ore, in Argomenti Argomenti del Sole 24 Ore. URL consultato il 15 aprile 2017.
  7. ^ Stefano Parisi è il nuovo presidente di Asstel, in Corriere delle comunicazioni, 30 giugno 2009. URL consultato il 15 marzo 2018.
  8. ^ Ritratto di Stefano Parisi, tra conti in rosso e affari discussi, in l'Espresso, 16 marzo 2016. URL consultato il 15 aprile 2017.
  9. ^ ANTIRICICLAGGIO: INDAGATO STEFANO PARISI, AD DI FASTWEB | News | La Repubblica.it, su www.repubblica.it. URL consultato il 15 aprile 2017.
  10. ^ Sindaco di Milano: in corsa due manager delle Tlc, su www.corrierecomunicazioni.it. URL consultato il 15 aprile 2017.
  11. ^ Parisi: "Lascio la presidenza di Chili Tv. Nessuna vendita a Mediaset" - CorCom, in CorCom, 12 febbraio 2016. URL consultato il 15 marzo 2018.
  12. ^ Elezioni Milano 2016, Parisi: "Con Pisapia illegalità in case popolari". Ma ha in lista Osnato, condannato per appalti Aler, su Il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2016. URL consultato il 15 aprile 2017.
  13. ^ Roberto Napoletano, Il Cigno nero e il Cavaliere bianco, La nave di Teseo, 7 dicembre 2017, p. 290, ISBN 9788893443876. URL consultato il 17 marzo 2018.
  14. ^ Francesco Damato, Chi vuole azzoppare Stefano Parisi, in Formiche.net, 23 luglio 2016. URL consultato il 17 marzo 2018.
  15. ^ Ferruccio de Bortoli, Poteri forti (o quasi): Memorie di oltre quarant'anni di giornalismo, La nave di Teseo, 11 maggio 2017, p. 86, ISBN 9788893442138. URL consultato il 17 marzo 2018.
  16. ^ Giuseppe Sala ha vinto a Milano, su Il Post, 19 giugno 2016. URL consultato il 15 aprile 2017.
  17. ^ I Gruppi consiliari > Parisi Stefano > Stefano Parisi, su comune.milano.it.
  18. ^ Stefano Parisi sarà il candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio - Il Post, in Il Post, 25 gennaio 2018. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  19. ^ Eligendo: Regionali [Scrutini] Regione LAZIO (Italia) - Regionali del 4 marzo 2018 - Ministero dell'Interno, su Eligendo. URL consultato il 15 marzo 2018.
  20. ^ Energie PER l'Italia • Idee per riaccendere il paese, su Energie PER l'Italia. URL consultato il 15 marzo 2018.
  21. ^ Parisi lancia il movimento politico 'Energie per l'Italia', 18 novembre 2016. URL consultato il 15 aprile 2017.
  22. ^ Centrodestra, Parisi e primarie: gli affondi di La Russa e Gasparri - Secolo d'Italia, su www.secoloditalia.it. URL consultato il 15 aprile 2017.
  23. ^ Andrea Picardi, Ecco le prime truppe di Stefano Parisi in Parlamento, su formiche.net. URL consultato il 25 marzo 2018.
  24. ^ XVII Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Composizione gruppi Parlamentari, su camera.it. URL consultato il 25 marzo 2018.
  25. ^ Stefano Parisi: Chiamatemi il rigeneratore, in l'Espresso, 27 ottobre 2016. URL consultato il 1º febbraio 2018.

Voci correlate

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