Italia: differenze tra le versioni
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Odoacre governò l'Italia fino al 493, quando [[Conquista dell'Italia di Teodorico|fu deposto]] dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] che in seguito a una [[Guerra gotica (535-553)|guerra]] furono sostituiti nel 553 dai [[Bizantini]] di [[Giustiniano I]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''493-553''}}</ref> L'arrivo in Italia dei [[Longobardi]] e l'istituzione della ''[[Langobardia Maior]]'' al nord e della ''[[Langobardia Minor]]'' al sud provocò la [[Guerre longobardo-bizantine|guerra con i Bizantini]] e l'insorgenza del [[papato]] che si rivolse ai [[Franchi]] di [[Pipino il Breve]]. Giunti in in nord Italia i Franchi sotto la guida di [[Carlo Magno]] riuscirono a sconfiggere i Longobardi nel 774 e istituirono il ''[[Regnum Italicum]]'' che fu subito dotato di una larga autonomia.<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''569-774''}}</ref><ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''774-800''}}</ref> Nell'[[VIII secolo]] con l'ascesa al trono di [[Lotario I]] il regno perse d'importanza e le famiglie delle [[Marca (circoscrizione)|marche]] confinarie incrementarono la loro indipendenza entrando così in lotta tra loro dopo la morte dell'imperatore [[Ludovico II]], impegnato durate il suo governo a ridare importanza al regno. L'Italia meridionale longobarda mantenne invece l'indipendenza e si suddivise in [[Ducati longobardi|ducati]] rivali tra loro che consentirono la [[conquista islamica della Sicilia]] e delle città di [[Emirato di Taranto|Taranto]] e [[Emirato di Bari|Bari]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''9° sec''}}</ref> Il [[IX secolo]] vide l'inizio della [[dinastia ottoniana]] che unì il ''[[Regnum Italicum]]'' al [[Sacro Romano Impero]] spostando la capitale imperiale a [[Roma]] secondo l'ideologia delle ''[[Renovatio Imperii]]'' e tentò senza successo di annettere il meridione governato da [[Saraceni]] e [[Bizantini]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''10° sec''}}</ref><ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''Fine 10° sec. - inizio 11° sec.''}}</ref> |
Odoacre governò l'Italia fino al 493, quando [[Conquista dell'Italia di Teodorico|fu deposto]] dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] che in seguito a una [[Guerra gotica (535-553)|guerra]] furono sostituiti nel 553 dai [[Bizantini]] di [[Giustiniano I]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''493-553''}}</ref> I lomgobardi arrivano nell'Italia settentrionale nel VI secolo e riorganizzano le strutture civili istituendo i ducati, destinati a durare fino all'unitò d'Italia nel 1859. L'[[editto di Rotari]] riprendendo in parte il diritto romano ed assorbendo i principi cristiani codifica il [[diritto civile]]. L'arrivo in Italia dei [[Longobardi]] e l'istituzione della ''[[Langobardia Maior]]'' al nord e della ''[[Langobardia Minor]]'' al sud provocò la [[Guerre longobardo-bizantine|guerra con i Bizantini]] e l'insorgenza del [[papato]] che si rivolse ai [[Franchi]] di [[Pipino il Breve]]. Giunti in in nord Italia i Franchi sotto la guida di [[Carlo Magno]] riuscirono a sconfiggere i Longobardi nel 774 e istituirono il ''[[Regnum Italicum]]'' che fu subito dotato di una larga autonomia.<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''569-774''}}</ref><ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''774-800''}}</ref> Nell'[[VIII secolo]] con l'ascesa al trono di [[Lotario I]] il regno perse d'importanza e le famiglie delle [[Marca (circoscrizione)|marche]] confinarie incrementarono la loro indipendenza entrando così in lotta tra loro dopo la morte dell'imperatore [[Ludovico II]], impegnato durate il suo governo a ridare importanza al regno. L'Italia meridionale longobarda mantenne invece l'indipendenza e si suddivise in [[Ducati longobardi|ducati]] rivali tra loro che consentirono la [[conquista islamica della Sicilia]] e delle città di [[Emirato di Taranto|Taranto]] e [[Emirato di Bari|Bari]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''9° sec''}}</ref> Il [[IX secolo]] vide l'inizio della [[dinastia ottoniana]] che unì il ''[[Regnum Italicum]]'' al [[Sacro Romano Impero]] spostando la capitale imperiale a [[Roma]] secondo l'ideologia delle ''[[Renovatio Imperii]]'' e tentò senza successo di annettere il meridione governato da [[Saraceni]] e [[Bizantini]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''10° sec''}}</ref><ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''Fine 10° sec. - inizio 11° sec.''}}</ref> |
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L'[[XI secolo]] vide l'affermarsi delle [[repubbliche marinare]] mentre in Italia settentrionale le comunità cittadine ottennero un'autonomia crescente. Nel 1059 con il [[concordato di Melfi]] cominciò la [[conquista normanna dell'Italia meridionale]] che portò all'unificazione politica della regione. In questo periodo la politica italiana fu destabilizzata dalla [[lotta per le investiture]] che condusse a un durissimo scontro tra [[papa Gregorio VII]] e l'imperatore [[Enrico IV di Franconia]] e che portò alla nomina del primo [[antipapa]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''11° sec''}}</ref> Nel [[XII secolo]] le repubbliche di [[Repubblica di Venezia|Venezia]], [[Repubblica di Genova|Genova]] e [[Repubblica di Pisa|Pisa]], favorite anche dalle [[crociate]], estesero i loro commerci verso Oriente mentre in Italia settentrionale le autonomie cittadine si svilupparono dando inizio all'[[età comunale]]. L'indipendenza dei comuni spinse l'imperatore [[Federico Barbarossa]] a scendere in Italia, ma questi riuniti nella [[Lega Lombarda]] lo [[Battaglia di Legnano|sconfissero a Legnano]] nel 1176.<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''12° sec''}}</ref> Nella prima metà del [[XIII secolo]] [[Federico II di Svevia]] riorganizzò il governo del [[Regno di Sicilia]] con la promulgazione delle [[costituzioni di Melfi]] impedendo così la nascita delle autonomie locali. In Italia settentrionale invece l'amministrazione comunale divenne più articolata, aumentò la contrapposizione tra nobiltà e borghesia e le città iniziarono a prendere posizione in favore del papa o dell'imperatore, dividendosi così in due fazioni spesso in lotta tra loro: [[guelfi e ghibellini]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''13° sec''}}</ref> |
L'[[XI secolo]] vide l'affermarsi delle [[repubbliche marinare]] mentre in Italia settentrionale le comunità cittadine ottennero un'autonomia crescente. Nel 1059 con il [[concordato di Melfi]] cominciò la [[conquista normanna dell'Italia meridionale]] che portò all'unificazione politica della regione. In questo periodo la politica italiana fu destabilizzata dalla [[lotta per le investiture]] che condusse a un durissimo scontro tra [[papa Gregorio VII]] e l'imperatore [[Enrico IV di Franconia]] e che portò alla nomina del primo [[antipapa]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''11° sec''}}</ref> Nel [[XII secolo]] le repubbliche di [[Repubblica di Venezia|Venezia]], [[Repubblica di Genova|Genova]] e [[Repubblica di Pisa|Pisa]], favorite anche dalle [[crociate]], estesero i loro commerci verso Oriente mentre in Italia settentrionale le autonomie cittadine si svilupparono dando inizio all'[[età comunale]]. L'indipendenza dei comuni spinse l'imperatore [[Federico Barbarossa]] a scendere in Italia, ma questi riuniti nella [[Lega Lombarda]] lo [[Battaglia di Legnano|sconfissero a Legnano]] nel 1176.<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''12° sec''}}</ref> Nella prima metà del [[XIII secolo]] [[Federico II di Svevia]] riorganizzò il governo del [[Regno di Sicilia]] con la promulgazione delle [[costituzioni di Melfi]] impedendo così la nascita delle autonomie locali. In Italia settentrionale invece l'amministrazione comunale divenne più articolata, aumentò la contrapposizione tra nobiltà e borghesia e le città iniziarono a prendere posizione in favore del papa o dell'imperatore, dividendosi così in due fazioni spesso in lotta tra loro: [[guelfi e ghibellini]].<ref>{{cita|AA.VV. (Treccani)|cap. ''13° sec''}}</ref> |
Versione delle 18:44, 6 set 2021
Italia | |
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L'Italia (verde scuro) nell'Unione europea (verde chiaro) | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica Italiana |
Nome ufficiale | Repubblica Italiana |
Lingue ufficiali | Italiano[1] |
Altre lingue | Bilinguismo a livello regionale o locale, vedi lista |
Capitale | Roma |
Politica | |
Forma di governo | Repubblica parlamentare |
Presidente della Repubblica | Sergio Mattarella |
Presidente del Consiglio | Mario Draghi |
Proclamazione | 10 giugno 1946[2] |
Ingresso nell'ONU | 14 dicembre 1955 |
Ingresso nell'UE | 25 marzo 1957 (membro fondatore) |
Superficie | |
Totale | 302 068,26 km² (72º) |
% delle acque | 2,4% |
Popolazione | |
Totale | 59 257 566 ab. (31 dicembre 2020) (24º) |
Densità | 196,17 ab./km² (39º) |
Tasso di crescita | -0,21%[3] |
Nome degli abitanti | Italiani |
Geografia | |
Continente | Europa, Africa (Pelagie) |
Confini | San Marino, Città del Vaticano, Francia, Svizzera, Austria e Slovenia |
Fuso orario | |
Economia | |
Valuta | euro |
PIL (nominale) | 2 090 448[4] milioni di $ (2020 stima) (8º) |
PIL pro capite (nominale) | 34 428[4] $ (2020 stima) (27º) |
PIL (PPA) | 2 515 796[4] milioni di $ (2020 stima) (12º) |
PIL pro capite (PPA) | 41 433[4] $ (2020 stima) (33º) |
ISU (2019) | 0,883[5] (molto alto) (29º) |
Fecondità | 1,34 (2016)[6] |
Varie | |
Codici ISO 3166 | IT, ITA, 380 |
TLD | .it, .eu |
Prefisso tel. | +39[7] |
Sigla autom. | I |
Lato di guida | Destra (↓↑) |
Inno nazionale | Il Canto degli Italiani |
Festa nazionale | 2 giugno |
Evoluzione storica | |
Stato precedente | Regno d'Italia |
L'Italia (/iˈtalja/,[8] ), ufficialmente Repubblica Italiana,[9] è uno Stato situato nell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare unitaria e conta una popolazione di circa 59,3 milioni di abitanti. La capitale è Roma.
La parte continentale, delimitata dall'arco alpino, confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 302068,26 km².[10] Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica, mentre Campione d'Italia è l'unica exclave italiana.
Crocevia di culture arcaiche e culla della civilizzazione europea, l'Italia antica fu unificata dalla Repubblica romana e divenne il centro assoluto, amministrativo, economico, culturale e politico dell'Impero romano. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni barbariche, perdendo la secolare unità politica. Tra XV secolo e XVI secolo, con la diffusione dell'umanesimo e del Rinascimento, divenne nuovamente il centro culturale del mondo occidentale e anche il campo di battaglia delle maggiori potenze europee durante le guerre d'Italia. La penisola conobbe poi la controriforma, il barocco, e il neoclassicismo.
Dopo la parentesi napoleonica, gli italiani lottarono per l'unificazione e l'indipendenza nazionale durante il Risorgimento, finché, dopo la seconda guerra di indipendenza e la Spedizione dei Mille, nel 1861 nacque il Regno d'Italia, che ottenne la vittoria nella Prima guerra mondiale (1918), completando il processo di unificazione nazionale. Nel 1946, dopo il ventennio fascista (1922-1943), la sconfitta nella seconda guerra mondiale, la guerra civile e la definitiva guerra di liberazione, a seguito di un referendum istituzionale, lo Stato italiano divenne una repubblica.
Nel 2020 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e terza nell'Unione europea, è un paese con un alto livello di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0.883, e la speranza di vita è di 83,4 anni.[11] È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU ed al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7 e del G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è sia una potenza regionale europea[12] che una grande potenza, in grado di esercitare influenza politica anche su scelte e decisioni di ordine extra-europeo e globale,[13] e si colloca in nona posizione nel mondo per spesa militare. L'Italia vanta il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO (58)[14] ed è il quarto paese più visitato del mondo.
Etimologia del nome
Il nome proprio "Italia" nasce come toponimo. La sua origine, oggetto di studi sia da parte di linguisti sia di storici, è controversa. Non sempre, tuttavia, sono suggerite etimologie in senso stretto, bensì ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla specifica ricostruzione linguistica del nome oppure che sono riferite a tradizioni non dimostrate (come l'esistenza del re Italo)[15] o poco verosimili (come la correlazione del nome con la vite).[16]
Storia
Preistoria
Il popolamento del territorio italiano risale a circa 700 000 anni fa, epoca di cui si conserva il sito archeologico del paleolitico inferiore di Isernia La Pineta abitato da Homo erectus.[17] Sempre in Italia meridionale si sviluppò anche la cultura acheuleana a cui risalgono i primi bifacciali e i primi insediamenti stabili, inoltre nel corso della glaciazione Riss qui comparve anche l'Homo neanderthalensis.[18] Il paleolitico medio vide l'arrivo dei primi Homo sapiens e la loro coesistenza con i neanderthal, siti di questo periodo sono specialmente le grotte come la grotta Paglicci, la grotta del Cavallo o la grotta Guattari dove sono stati rinvenuti strumenti più complessi e differenziati come punte di freccia e raschiatoi.[19] Il paleolitico superiore segnò la scomparsa dei neanderthal e l'aumento degli insediamenti umani dovuti anche alle migrazioni verso il nord Italia, a questo periodo risalgono anche espressioni artistiche come le veneri paleolitiche e le prime forme di scambio.[20][21][22]
La rivoluzione neolitica non modificò eccessivamente la vita degli abitanti in grotta dell'Italia meridionale costiera che continuarono a basare la propria sussistenza sulla caccia e la raccolta di molluschi. A partire dal VI millennio a.C. però queste popolazioni, come ad esempio quelle della grotta dell'Uzzo, si stabilirono nelle pianure circostanti dando vita alla cultura di Stentinello che realizzò i primi villaggi difesi da fossati.[23] Per via della montuosità del territorio in Italia centrale si sviluppò l'allevamento transumante, mentre l'agricoltura apparve successivamente dando vita nelle pianure abruzzesi e marchigiane alla cultura di Ripoli.[24] Infine anche nelle pianure dell'Italia settentrionale nel IV millennio a.C. nacquero i primi villaggi agricoli rappresentati principalmente dalla cultura dei vasi a bocca quadrata e dalla cultura di Sasso-Fiorano.[25] In Sardegna nel III millennio a.C. si svilupparono la cultura di Arzachena e la cultura di Ozieri entrambe caratterizzate dai megaliti.[26]
L'inizio della metallurgia in Italia diede vita alle culture dell'età del rame, nacquero così al nord la cultura di Remedello, al centro la cultura del Rinaldone e al sud la cultura del Gaudo.[27] L'età del bronzo portò allo sviluppo in Italia centrale e settentrionale della cultura di Polada mentre in meridione si svilupparono la cultura di Castelluccio e la cultura di Capo Graziano.[28] Intorno al XVII secolo a.C. in Italia centro-meridionale la cultura appenninica entrò in contatto con la civiltà micenea, in Italia settentrionale invece i terramare costruirono i primi villaggi palafitticoli mentre in Sardegna nacque la civiltà nuragica.[29] Tra il XIII e il X secolo a.C. si ebbe un aumento della popolazione e uno sviluppo sociale che portano alla nascita della cultura di Pantalica e della cultura protovillanoviana che grazie all'abilità nella lavorazione dei metalli si sviluppò nella cultura villanoviana dell'età del ferro. Il IX secolo a.C. vide anche la presenza al centro della cultura laziale e al nord della civiltà atestina e della cultura di Golasecca.[30][31][32]
Età antica
La colonizzazione greca delle coste dell'Italia centrale e meridionale avvenuta nell'VIII secolo a.C. portò alla fondazione di numerose polis e alla nascita del popolo degli Italioti in Magna Grecia e dei Sicelioti in Sicilia greca. La colonizzazione costrinse i popoli dell'Italia antica a spostarsi verso l'interno della penisola, ma permise anche uno scambio culturale che portò allo sviluppo sociale e commerciale della penisola. Tra gli Italici le popolazioni principali furono Latini, Falisci, Volsci, Equi, Ernici, Sabini, Umbri, Marsi, Peligni, Piceni, Pretuzi, Vestini, Marrucini, Campani, Sanniti, Frentani, Lucani e Bruzi mentre tra gli Iapigi furono Dauni, Peucezi e Messapi. In Sicilia abitarono Siculi, Sicani, Elimi e anche coloni Fenici mentre in Sardegna Corsi e Sardi. L'Italia settentrionale fu abitata da Liguri, Veneti e dalle popolazioni galliche come Insubri, Cenomani, Lingoni, Boi e Senoni. In Toscana si svilupparono invece gli Etruschi che nel VII secolo a.C. estesero il loro dominio anche nel Lazio in Campania e in Val Padana, poi conquistata dai Galli nel V secolo a.C.[33]
Con la fondazione di Roma da parte di alcuni popoli latini nacque la civiltà romana che organizzatasi in un regno indipendente intraprese nel VII secolo a.C. una guerra contro i Latini. Con l'inizio dell'età repubblicana e lo scoppio della guerra contro gli Etruschi e delle guerre contro Equi e Volsci Roma ampliò ulteriormente il suo territorio per poi essere assediata dai Galli nei primi anni del IV secolo a.C. La conquista della penisola proseguì con una nuova guerra latina e le guerre sannitiche a cui seguirono le guerre pirriche che consentirono a Roma di governare nella prima metà del III secolo a.C. l'Italia centrale e meridionale. Nei territori conquistati Roma fondò inizialmente colonie di diritto romano e latino, ma successivamente preferì annettere le popolazioni sottomesse concedendo loro autonomia amministrativa con la cittadinanza senza diritti politici. Altre comunità italiche ottennero invece minori diritti e ciò causò nel I secolo a.C. lo scoppio della guerra sociale che ebbe come esito la concessione della cittadinanza romana e quindi la rapida diffusione della cultura romana.[34]
Con la conquista della Gallia Cesare annesse anche l'Italia settentrionale e gettò le basi per la nascita dell'Impero romano che ebbe come primo imperatore Augusto che suddivise l'Italia in undici regioni. Per via della vastità e della complessità dell'Impero l'Italia perse la sua centralità e la sua autonomia amministrativa, inoltre l'economia basata sul latifondo impoverì la regione a discapito delle altre province romane. L'editto di Caracalla del 212 d.C. estese la cittadinanza romana anche a tutte le altre province dalle quali sempre più spesso iniziarono a provenire gli imperatori e con Costantino l'Italia perse la capitale. Subito dopo nell'Impero romano d'Occidente l'Italia fu aggregata in una sola prefettura con l’Africa e il suo progressivo declino creò nel V secolo le condizioni per le invasioni barbariche. Roma fu più volte conquistata e nel 476 Odoacre, re degli Eruli, depose l'ultimo imperatore.[34]
Medioevo
Odoacre governò l'Italia fino al 493, quando fu deposto dagli Ostrogoti di Teodorico che in seguito a una guerra furono sostituiti nel 553 dai Bizantini di Giustiniano I.[35] I lomgobardi arrivano nell'Italia settentrionale nel VI secolo e riorganizzano le strutture civili istituendo i ducati, destinati a durare fino all'unitò d'Italia nel 1859. L'editto di Rotari riprendendo in parte il diritto romano ed assorbendo i principi cristiani codifica il diritto civile. L'arrivo in Italia dei Longobardi e l'istituzione della Langobardia Maior al nord e della Langobardia Minor al sud provocò la guerra con i Bizantini e l'insorgenza del papato che si rivolse ai Franchi di Pipino il Breve. Giunti in in nord Italia i Franchi sotto la guida di Carlo Magno riuscirono a sconfiggere i Longobardi nel 774 e istituirono il Regnum Italicum che fu subito dotato di una larga autonomia.[36][37] Nell'VIII secolo con l'ascesa al trono di Lotario I il regno perse d'importanza e le famiglie delle marche confinarie incrementarono la loro indipendenza entrando così in lotta tra loro dopo la morte dell'imperatore Ludovico II, impegnato durate il suo governo a ridare importanza al regno. L'Italia meridionale longobarda mantenne invece l'indipendenza e si suddivise in ducati rivali tra loro che consentirono la conquista islamica della Sicilia e delle città di Taranto e Bari.[38] Il IX secolo vide l'inizio della dinastia ottoniana che unì il Regnum Italicum al Sacro Romano Impero spostando la capitale imperiale a Roma secondo l'ideologia delle Renovatio Imperii e tentò senza successo di annettere il meridione governato da Saraceni e Bizantini.[39][40]
L'XI secolo vide l'affermarsi delle repubbliche marinare mentre in Italia settentrionale le comunità cittadine ottennero un'autonomia crescente. Nel 1059 con il concordato di Melfi cominciò la conquista normanna dell'Italia meridionale che portò all'unificazione politica della regione. In questo periodo la politica italiana fu destabilizzata dalla lotta per le investiture che condusse a un durissimo scontro tra papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV di Franconia e che portò alla nomina del primo antipapa.[41] Nel XII secolo le repubbliche di Venezia, Genova e Pisa, favorite anche dalle crociate, estesero i loro commerci verso Oriente mentre in Italia settentrionale le autonomie cittadine si svilupparono dando inizio all'età comunale. L'indipendenza dei comuni spinse l'imperatore Federico Barbarossa a scendere in Italia, ma questi riuniti nella Lega Lombarda lo sconfissero a Legnano nel 1176.[42] Nella prima metà del XIII secolo Federico II di Svevia riorganizzò il governo del Regno di Sicilia con la promulgazione delle costituzioni di Melfi impedendo così la nascita delle autonomie locali. In Italia settentrionale invece l'amministrazione comunale divenne più articolata, aumentò la contrapposizione tra nobiltà e borghesia e le città iniziarono a prendere posizione in favore del papa o dell'imperatore, dividendosi così in due fazioni spesso in lotta tra loro: guelfi e ghibellini.[43]
Nella seconda metà del XIII secolo in Italia settentrionale furono aperte le prime banche e i comuni si trasformarono in signorie guidate dai gruppi familiari più potenti. In Italia meridionale Manfredi di Svevia fu sconfitto a Benevento da Carlo d'Angiò che in seguito ai Vespri siciliani fu costretto a cedere l'isola agli Aragonesi penetrati anche in Sardegna.[44] Nel XIV secolo l'assenza del papato, favorì nello Stato Pontificio la nascita delle signorie (Malatesta, Da Polenta, Ordelaffi e Manfredi), mentre in Val Padana si insediarono i Visconti a Milano, i Gonzaga a Mantova, gli Estensi a Ferrara e gli Scaligeri a Verona. I domini scaligeri nel nord-est furono poi conquistati dalla Repubblica di Venezia che nonostante fosse da tempo impegnata nelle guerre contro Genova riuscì a estendere ulteriormente i suoi possedimenti in terraferma intaccando anche quelli viscontei estesi in tutto il nord-ovest.[45] Nella prima metà del XV secolo nelle alpi occidentali si formò il Ducato di Savoia mentre a Firenze prese il potere Cosimo I de' Medici che prese parte con Milano e Venezia alle guerre di Lombardia che si conclusero nel 1454 con la pace di Lodi e che videro un periodo di stabilità dovuto alla continua mediazione di Lorenzo de' Medici nella Lega Italica.[46][47]
Età moderna
Dal XVI secolo quasi tutta l'Italia diventa il teatro di numerose invasioni straniere: dapprima da parte francese per opera di Carlo VIII e Luigi XII e poi da parte di Carlo V d'Asburgo. L'inizio della dominazione straniera si deve quindi al ritardo del processo politico di unificazione, ma fa anche registrare episodi di patriottismo, come il gesto di Ettore Fieramosca nella disfida di Barletta.[48]
L'età Moderna è anche il periodo dell'evoluzione bellica, con la comparsa della polvere da sparo e di nuovi mezzi militari (cannoni, moschetti ecc.). Ciò modificò anche la faccia di molte città italiane, costrette a evolvere le proprie difese militari: nasce la fortificazione alla moderna, detta anche "fortificazione all'italiana", proprio perché i primi esempi di mura moderne compaiono nelle città italiane (classico esempio è quello delle Mura di Lucca).
Nella seconda metà del Cinquecento comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della riforma protestante in Europa, che avevano portato a episodi luttuosi come il sacco di Roma del 1527 a opera dei Lanzichenecchi. Soltanto la repubblica di Venezia e lo stato Pontificio manterranno una certa prosperità e autonomia politica. Il Seicento è invece un secolo di crisi per tutto il paese: la Chiesa, che ha subìto la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca con la controriforma di rafforzare la sua presenza nei paesi rimasti cattolici, sia con iniziative educative e assistenziali, sia isolandoli dall'influsso degli stati protestanti. L'Italia viene così salvaguardata dai conflitti religiosi che si accendono in Europa, ma è soggetta ugualmente a carestie, spesso seguite da epidemie.[49] Scoppiano perciò numerose rivolte contro la dominazione spagnola, di cui la più nota avviene a Napoli nel 1647 per opera di Masaniello, ma non portano a nessun cambiamento.
All'inizio del Settecento finisce il periodo di pace e di torpore: a seguito dei trattati di Utrecht e Rastatt, gli Asburgo d'Austria si impossessano di vari domini italiani subentrando agli spagnoli.[50] Tornata la pace in tutta la penisola, dalla seconda metà del secolo, la diffusione dell'illuminismo fa sì che anche l'Italia venga investita da importanti riforme, che coinvolgono in particolare il Ducato di Milano sotto Maria Teresa d'Austria e Giuseppe II d'Asburgo, il Granducato di Toscana sotto Pietro Leopoldo di Lorena, che nel 1786 con il codice leopoldino abolisce, primo paese al mondo[51], la pena di morte e il Regno di Napoli, animato dal vivace dibattito dei pensatori. Di rilievo le figure degli intellettuali Giambattista Vico, Gaetano Filangieri, Cesare Beccaria, Mario Pagano, Alessandro e Pietro Verri.[52] Nel 1796 Napoleone Bonaparte incomincia la sua Campagna d'Italia (1796-1797) conquistando la penisola e terminando l'indipendente millenaria Repubblica di Venezia.
Età contemporanea
L'Unificazione
La campagna d'Italia e la nascita del regno napoleonico nel 1805 risvegliano il sentimento nazionale,[53] richiamato nel proclama di Rimini,[54] con cui Gioacchino Murat, durante la guerra austro-napoletana, si rivolge agli italiani affinché si uniscano per salvare il regno di Napoli. È l'inizio del Risorgimento, il periodo della storia d'Italia che porta all'unità politica e all'indipendenza della nazione e che occupa un arco temporale di vari decenni, concludendosi solo nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia retto da Casa Savoia.
Esso vede i primi patrioti aderire inizialmente alla società segreta della Carboneria, cui seguono i moti del 1820-1821, duramente repressi dagli austriaci. All'affermazione della Carboneria segue quella della Giovine Italia e altri tentativi insurrezionali, tra cui quello dei fratelli Bandiera (1844).
I moti del 1848 portano alla prima guerra d'indipendenza contro gli austriaci, che vede coinvolte le popolazioni cittadine, in particolare durante le cinque giornate di Milano, le dieci giornate di Brescia, la Repubblica Romana e la spedizione nel 1857 di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie.[55] Né la guerra, né gli altri tentativi sono però coronati da successo.
Nel 1859, con la seconda guerra d'indipendenza prima e con la spedizione dei Mille poi, s'innesca il definitivo processo di unificazione, che porta in breve alla conquista e all'annessione di varie regioni e del Regno delle Due Sicilie: pochi mesi dopo, nel 1861, a Torino viene proclamato il Regno d'Italia, che non comprende ancora il Veneto, il Lazio, il Trentino-Alto Adige, il Friuli e la Venezia Giulia.
Tra i maggiori artefici del processo spiccano Mazzini, fondatore della Giovine Italia e figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo, Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del regno di Sardegna e Vittorio Emanuele II, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.[56]
Il Regno d'Italia
Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della terza guerra d'indipendenza e, dopo la presa di Roma, che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della questione meridionale legata al brigantaggio, fenomeno da cui emersero temuti capibanda come Carmine Crocco, Luigi Alonzi e Pasquale Romano.[57]
A Vittorio Emanuele II succedono Umberto I (1878-1900), ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, e Vittorio Emanuele III (1900-1946); gli anni a cavallo del secolo vedono l'Italia impegnata in una serie di guerre di espansione coloniale in Somalia, Eritrea e Libia mentre il periodo prebellico, dominato dalla figura di Giovanni Giolitti, è caratterizzato dalla modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana.
Durante la grande guerra l'Italia, inizialmente neutrale, a seguito della stipula di un trattato segreto che le accorda cospicui compensi territoriali, si allea alla triplice intesa contro gli Imperi centrali. Dopo due anni di guerra di trincea, il 24 ottobre 1917 l'esercito italiano, subita la disfatta di Caporetto, si riorganizza e contrattacca sulla linea del Piave pervenendo, sotto il comando di Armando Diaz e con l'apporto di giovani leve, alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre).
Vinta la guerra, l'Italia completa la riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria e alcuni territori del Friuli ancora irredenti, ma non ottenendo la cessione di tutti i territori promessi col patto di Londra, vede diffondersi l'insoddisfazione per la cosiddetta vittoria mutilata.
Il fascismo e la seconda guerra mondiale
Nel contesto dei moti popolari del biennio rosso nasce lo squadrismo che reprime, con intimidazioni e attacchi alle sedi delle organizzazioni socialiste, i moti operai e contadini. Nel 1919 Benito Mussolini fonda a Milano il primo fascio di combattimento, confluito poi nel Partito Nazionale Fascista, e il 30 ottobre 1922, dopo la marcia su Roma, sale al potere.
Nelle elezioni politiche italiane del 1924 Mussolini ottiene il 64,9% dei voti[58] e, come stabilito dalla legge Acerbo, i due terzi dei seggi, assegnati alla lista di maggioranza relativa che abbia raccolto almeno il 25% dei voti.[59] La denuncia, da parte di Giacomo Matteotti, dell'irregolarità delle elezioni, è seguita qualche giorno dopo dal suo rapimento e uccisione.[58] Nel 1925, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiara dittatore.
Nel biennio 1925-1926 vengono emanate le cosiddette leggi fascistissime, che avviano la trasformazione del Regno in uno stato autoritario, mediante l'istituzione del Tribunale Speciale Fascista, del confino politico per gli antifascisti e della polizia segreta, l'OVRA. Nel 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi, chiudendo la questione romana e nel 1938 vengono emanate le leggi razziali, principalmente, ma non solo, nei confronti degli ebrei, seguendo il modello del "Manifesto della razza".
Dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva: conquista l'Etiopia, proclama la nascita dell'Impero italiano, interviene nella guerra civile spagnola e occupa l'Albania. Nel maggio 1939 firma il patto d'Acciaio che sancisce l'alleanza alla Germania nazista di Adolf Hitler al cui fianco l'Italia entrerà in guerra, dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'Unione Sovietica e, con l'Impero giapponese, agli Stati Uniti.
Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici (si ricordano in particolare quella di El Alamein in Nord Africa e quella sul fiume Don sul Fronte russo) e soprattutto lo sbarco alleato in Sicilia indeboliscono Mussolini che, il 24 luglio 1943, in una riunione del Gran Consiglio del Fascismo, viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele e sostituito a capo del governo con Pietro Badoglio; poche settimane dopo viene firmata la resa, mentre la Germania scatena l'operazione Achse e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La campagna d'Italia, condotta dagli Alleati con l'apporto della Resistenza italiana, si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche e la disgregazione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945.
A guerra finita l'Italia è in condizioni critiche: i combattimenti e i bombardamenti aerei hanno raso al suolo molti centri abitati, e le principali vie di comunicazione sono interrotte.[60] Il numero di italiani morti è stimato tra 415 000 (330 000 militari e 85 000 civili)[61] e 443 000 unità. Sarà poi nella seconda metà degli anni '40 aiutata nella ricostruzione dal Piano Marshall, come tutti i paesi europei.
Sul piano geopolitico, con i trattati di Parigi del 1947 l'Italia cede parte del suo territorio a Francia e Jugoslavia, il Dodecaneso alla Grecia, la concessione italiana di Tientsin alla Cina, perde tutte le colonie africane e restituisce l'indipendenza all'Albania, che entra nell'area d'influenza dell'URSS. Oltre il 90% degli italiani residenti nelle terre assegnate alla Jugoslavia, già colpiti dai massacri delle foibe, abbandonò la propria terra e affrontò l'esilio in Italia e nel resto del mondo.[62] Oltre 100 000 furono gli italiani rimpatriati dai possedimenti coloniali in Libia ed Etiopia.
La Repubblica Italiana
Il 2 giugno 1946 un referendum sancisce la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. Il 1º luglio Enrico De Nicola viene nominato Capo Provvisorio dello Stato; egli incarica Alcide De Gasperi di formare il primo esecutivo del periodo repubblicano, in questo modo De Gasperi diventa il primo Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana. Il 1º gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana.[63] ed Enrico De Nicola assume la carica di presidente della Repubblica Italiana. Sono gli anni del miracolo economico italiano, favoriti da un'elevata disponibilità di manodopera, dovuta a un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. La crescita media del PIL del 6,3% tra il 1958 e il 1963[64] consente la riduzione del divario storico con paesi quali Regno Unito, Germania e Francia.
Negli anni settanta attività di gruppi terroristici, sia di estrema destra sia di estrema sinistra, portano alla strategia della tensione,[65] segnata da numerosi attentati come la strage di piazza Fontana, la strage di piazza della Loggia e la strage di Bologna, nei cosiddetti anni di piombo, connotati da attentati a esponenti del mondo sociale, imprenditoriale e istituzionale, culminati nell'agguato di via Fani e nel sequestro e assassinio di Aldo Moro, l'apice dell'attacco brigatista allo Stato democratico.[66]
Gli anni ottanta e novanta sono invece segnati dal riflusso nel privato, e dalla lotta alla mafia, che nonostante importanti successi delle istituzioni è costata la vita a numerosi magistrati e uomini dello Stato, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nel 1992 le indagini di mani pulite sul fenomeno dilagante delle tangenti coinvolgono esponenti politici, principalmente del pentapartito, determinando la fine della prima Repubblica. Dopo lo scandalo nascono nuovi partiti, come la Lega Nord e Forza Italia. In questa fase, definita seconda Repubblica, nuove coalizioni politiche prendono il posto dei precedenti partiti di massa dando vita a un sistema parzialmente bipolare; alcuni esponenti del centro-sinistra, in particolare Romano Prodi, si alternano nella guida del paese a Silvio Berlusconi, leader del centro-destra che segna quegli anni e il cui modello di pensiero e azione, definito berlusconismo, identifica un fenomeno sociale e di costume.[67] La crisi del debito sovrano europeo colpisce anche l'Italia nel 2011 e alla guida del paese s'insediano prima un governo tecnico e poi, dopo nuove elezioni, governi di coalizione "di larghe intese".
Geografia fisica
La regione geografica italiana, suddivisa in Italia continentale, peninsulare e insulare, è unita al continente europeo dalla catena delle Alpi. Grazie alla sua posizione, costituisce idealmente un ponte di passaggio verso l'Asia e l'Africa.[68]
L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del mar Mediterraneo da quello centrale, ossia il Mar Tirreno dal Mar Ionio. A nord del Salento si spinge l'insenatura lunga e stretta del mare Adriatico. Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il mar Tirreno dal mar di Sardegna; le coste italiane si sviluppano su 7456 km[69] e presentano paesaggi di vario genere (dal lagunare al garganico, dall'adriatico al tirrenico ecc.).[70]
Il suolo italiano, fortemente antropizzato, ha varie caratteristiche (vulcanico, endolagunare, calcareo ecc.);[71] le zone collinari sono prevalenti rispetto alle zone montuose e a quelle pianeggianti, l'altitudine media del territorio è di circa 337 m s.l.m.
Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Appartiene all'Italia una gran parte del versante meridionale del sistema alpino, per una lunghezza di circa 1000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove sono numerose le cime che superano i 4000 m tra cui il Cervino (4478 m), il Monte Rosa (4634 m) e il Monte Bianco (4810 m), la montagna più alta d'Europa. La catena degli Appennini percorre tutta la penisola, dalla Liguria alla Sicilia, fino alle Madonìe; il Gran Sasso (2912 m), situato in Abruzzo, è la sua vetta più alta.
Solo un quarto del territorio italiano è costituito da pianure; la Pianura padana, una distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi affluenti, è la più estesa di tutte. Seguono, per dimensioni, il Tavoliere delle Puglie e la pianura salentina, due pianure di sollevamento, e il Campidano, un'altra pianura alluvionale.[72] Il punto meno elevato d'Italia è situato nella frazione di Contane, in provincia di Ferrara (−3,44 m).
Le isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna; molte sono le isole minori, in gran parte raccolte in arcipelaghi,[73] come l'arcipelago Toscano, cui appartiene l'isola d'Elba, l'arcipelago di La Maddalena, l'arcipelago Campano, comprendente Ischia e Capri, le isole Ponziane, le Pelagie, le Eolie, le Egadi e le Tremiti.
Geologia
La geologia dell'Italia è molto complessa: l'assetto fisiografico e geologico attuale dell'area comprensiva della penisola italiana, delle sue isole e dei bacini marini adiacenti, è il risultato di numerosi eventi geodinamici successivi riconducibili, in estrema sintesi, all'interazione tra due placche litosferiche, la placca africana e quella europea a partire dal Cretacico superiore, periodo nel quale iniziò la progressiva chiusura del paleo-oceano della Tetide. Il margine meridionale africano, frammentandosi durante l'avvicinamento al continente settentrionale europeo, ha originato una serie di microplacche interposte la cui successiva accrezione ha dato luogo nel corso del Cenozoico all'attuale territorio peninsulare e siciliano.
In questo assetto si riconoscono due domini paleogeografici fondamentali, separati dalla linea Insubrica (Alpi centrali):
- un dominio europeo, dato dal margine meridionale della placca europea, che include il blocco sardo-corso e parte del mar Tirreno, l'arco Calabro Peloritano, il bacino del Mediterraneo occidentale, il sistema di falde alpine a vergenza europea, costituite principalmente da rocce metamorfiche e intrusioni di batoliti che testimoniano il regime di compressione derivato dal movimento della placca africana verso nord e dalla collisione con la placca continentale europea;
- un dominio africano (in senso lato) costituito dall'insieme del Dominio Sudalpino e dei domini adriatico e apulo, che rappresentano l'insieme di microplacche accrezionate appartenenti al margine del continente meridionale.
Il Dominio Sudalpino è formato da un sistema di falde a vergenza adriatica, costituite principalmente da sequenze carbonatiche e miste che si prolungano a est nelle Dinaridi.[74] Nella catena appenninica, la linea tettonica "Ancona-Anzio" separa l'Appennino settentrionale, principalmente costituito da flysch terrigeni, dall'Appennino meridionale ove le formazioni carbonatiche sono più frequenti. L'assetto strutturale appenninico è caratterizzato nel suo insieme da un sistema di falde che sovrascorre sull'avampaese apulo. Questo sistema di falde, che costituisce la parte affiorante della placca adriatica, si estende dal mar Ionio fino all'estremità occidentale della val Padana e rappresentava in origine una sorta di "promontorio" settentrionale della placca africana. L'avampaese apulo (costituito sostanzialmente dal territorio pugliese), rappresenta un dominio di piattaforma carbonatica stabile, persistente dal Mesozoico al Miocene e successivamente emerso, coinvolto solo marginalmente nell'orogenesi appenninica. La Sicilia è formata nella parte centro-orientale da rocce carbonatiche e silicoclastiche appartenenti al margine convergente africano deformato ("unità maghrebidi"), mentre nella sua parte nord-orientale (Monti Peloritani) è di pertinenza europea ("unità peloritane"); le unità "sicilidi" e "numidiche" interposte rappresentano la copertura sedimentaria del dominio oceanico tetideo, in gran parte di natura flyschoide, scollata dal substrato originario di crosta oceanica (non conosciuto) e sovrascorsa sul margine africano.
Il blocco sardo-corso costituisce un elemento strutturale appartenente al continente europeo, originariamente solidale al margine meridionale franco-spagnolo e distaccatosi in età oligo-miocenica, ruotando in senso antiorario fino a collidere con il margine continentale africano. Nel quadro tardo e post-collisionale dell'area si inserisce il processo di espansione oceanica in corso del Mar Tirreno. Il mar Tirreno ha una crosta oceanica neogenica in espansione in due aree: bacino di Marsili e di Vavilov; si ritiene che una crosta oceanica mesozoica si trovi nello Ionio sotto una massiccia copertura sedimentaria.
Il rilevante vulcanismo neogenico e la elevata sismicità della maggior parte del territorio nazionale, testimoniano il complesso assetto geodinamico ancora attivo.
Dal punto di vista stratigrafico, le rocce sedimentarie affioranti databili con sicurezza in base al contenuto paleontologico risultano di età compresa tra il Cambriano e il Quaternario. Metamorfiti di basso grado affioranti nella parte meridionale della Sardegna, costituite da arenarie alternate con peliti, sono datate dubitativamente al Precambriano.[75] La maggior parte della copertura sedimentaria affiorante in territorio italiano è post-paleozoica. Il Paleozoico Inferiore non metamorfico affiora solamente in Sardegna e in Carnia, mentre il Paleozoico Superiore (permo-carbonifero) è presente in lembi più o meno estesi nei domini sudalpino e appenninico.
Vulcanismo e geotermia
In Italia sono presenti numerosi vulcani: i più noti sono l'Etna (3343 m), il vulcano più alto d'Europa, il Vesuvio e lo Stromboli. L'elevata attività vulcanica e magmatica neogenica - quaternaria appenninica, è suddivisibile in province:
- Magmatica toscana (Monti Cimini, Tolfa e Amiata);
- Magmatica laziale (Monti Vulsini, Vico nel Lazio, Colli Albani, Roccamonfina);
- Distretto ultra-alcalino umbro laziale (San Venanzo, Cupaello e Polino);
- Vulcanica campana (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia);
- Arco eolico e bacino tirrenico (Isole Eolie e montagne sottomarine tirreniche);
- Avampaese africano-adriatico (canale di Sicilia, isola Ferdinandea, Etna e Monte Vulture).[76]
Fino agli anni cinquanta l'Italia fu il primo e unico paese a sfruttare, nella zona di Larderello e poi nell'area del Monte Amiata, l'energia geotermica per produrre energia elettrica. L'elevato gradiente geotermico che caratterizza parte della penisola rende altre province potenzialmente sfruttabili: ricerche svolte negli anni sessanta-settanta individuarono potenziali campi geotermici nel Lazio e in Toscana, così pure in gran parte delle isole vulcaniche.[77]
Attività sismica
Per la situazione geodinamica il suo territorio è frequentemente soggetto a terremoti dando all'Italia il primato in Europa per questi fenomeni:[78] su 1 300 sismi distruttivi avvenuti nel II millennio nel Mediterraneo centrale ben 500 hanno interessato l'Italia;[79] analisi dei movimenti focali indicano che essi sono per lo più distribuiti lungo le aree interessate dalla tettonica alpina e appenninica, ove sono causati rispettivamente da movimenti lungo faglie.[76] Nel Tirreno meridionale, la distribuzione degli ipocentri, fino a una profondità di 500 chilometri indicherebbe la presenza di un piano di Benioff dato dalla subduzione della litosfera ionica.
Idrografia
L'Italia, per la presenza di diversi rilievi montuosi, con nevai e ghiacciai, di laghi e di acque sorgive, è ricca di corsi d'acqua. In genere, data la disposizione e l'altitudine dei rilievi, i fiumi più lunghi e di maggiore portata appartengono alla regione alpina mentre i fiumi appenninici, a eccezione di Tevere e Arno, hanno corso breve e regime torrentizio.
Il fiume più importante è il Po, lungo 652 km, portata media circa 1460 m³/s e bacino di circa 70000 km[80] (anche se il fiume più lungo che nasce nel Paese è la Drava). Esso attraversa la pianura padana sfociando nel mare Adriatico con un delta che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
I laghi italiani più estesi, nell'ordine il lago di Garda, il lago Maggiore e il lago di Como, che è anche il più profondo (410 m),[81] sono situati nella fascia prealpina. Altri laghi importanti si trovano nella zona peninsulare, il lago di Bolsena, il lago di Bracciano e il lago di Albano d'origine vulcanica, il lago Trasimeno, il più esteso dell'Italia peninsulare e i laghi costieri, come il lago di Lesina e il lago di Varano.
Clima
La regione italiana (compresa tra il 47º e il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale.
Il clima è fortemente influenzato dai mari che la circondano quasi da ogni lato e che costituiscono un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo.[82]
Secondo la classificazione di Köppen,[83] l'Italia è suddivisa in tre tipi di clima (temperato, temperato freddo e freddo), a loro volta suddivisi in microclimi: si passa dal clima temperato subtropicale (presente nelle aree costiere della Sicilia, della Sardegna meridionale e della Calabria centrale e meridionale) al clima glaciale (tipico delle vette più elevate delle Alpi ricoperte da nevi perenni, a quote generalmente superiori ai 3 500 metri s.l.m.).
Società
Evoluzione demografica
Con 59 257 566 abitanti,[84] l'Italia è il terzo paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania e Francia) e la sua densità demografica è di 196,17 abitanti per chilometro quadrato, più alta della media dell'Unione.[85]
La popolazione è concentrata principalmente nelle zone pianeggianti (49,1% dei residenti) e collinari (38,8%) del paese,[86] è caratterizzata nel 2016 da un alto numero di anziani (l'indice di vecchiaia è pari a 161,4), da un basso tasso di fecondità, pari a 1,34 e da una speranza di vita di 80,6 anni per gli uomini e di 85,1 per le donne.[6] Alla fine del XIX secolo l'Italia è un paese di emigrazione di massa,[87] fenomeno che si manifesta prima nelle regioni settentrionali e poi in quelle meridionali. Le principali destinazioni sono le Americhe (Stati Uniti, Brasile, Argentina, Uruguay) e l'Europa centro-settentrionale (in modo particolare la Germania). Nel XX secolo l'emigrazione diviene anche interna, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese.[88] Il numero di italiani residenti all'estero che conservano la cittadinanza italiana è stimato in circa 4 200 000.[89]
Per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione, invece, il numero di immigrati o residenti stranieri regolari in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni novanta e, secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2020 contava 5 013 215 unità, l'8,46% della popolazione residente;[90] le comunità più numerose erano quella rumena (1 137 728 residenti), quella albanese (410 087) e quella marocchina, (408 179)[6] A questi dati vanno aggiunti gli stranieri irregolari, circa 404 000 secondo un rapporto del 2015 sull'immigrazione della Fondazione Ismu.[91]
Lingue
Lingua italiana
L'italiano è la lingua ufficiale e la più parlata; essa è inoltre una delle lingue ufficiali dell'Unione europea. Appartiene al gruppo delle lingue romanze orientali della famiglia delle lingue indoeuropee, e deriva dal dialetto fiorentino del Trecento, idioma diffusosi presso le classi colte di tutta Italia grazie anche ai grandi scrittori toscani dell'epoca come Dante, Boccaccio e Petrarca.
L'italiano moderno, nato nell'Ottocento in gran parte grazie all'opera di Alessandro Manzoni, e parlato negli anni dell'unità solo dal 2,5% della popolazione,[92] si è in seguito diffuso gradualmente prima grazie all'istruzione elementare, al fenomeno dell'inurbamento e alla creazione di una burocrazia e di un esercito nazionali e, dopo la seconda guerra mondiale, a causa dell'azione di radio e televisione.[93] Nel territorio italiano, tuttavia, sono parlate numerose altre lingue, sviluppatesi ed evolutesi indipendentemente dal toscano.[94]
Altre lingue
A livello locale sono riconosciute come co-ufficiali le seguenti lingue:
- francese: in Valle d'Aosta
- sloveno: nelle province di Trieste, Gorizia e Udine
- tedesco: in provincia di Bolzano e in Val Canale[96] (Friuli Venezia Giulia)
- ladino: nei comuni ladinofoni del Trentino-Alto Adige
In queste regioni gli uffici pubblici e la segnaletica stradale sono bilingui o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e walser dell'alta valle del Lys), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nell'altra lingua.
Le minoranze linguistiche storiche presenti in Italia ufficialmente riconosciute e tutelate sono quelle "delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo".[97] Vi sono inoltre diverse parlate regionali che, sebbene siano censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e dalla comunità linguistica internazionale come lingue non riconducibili all'italiano, non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano.[98]
Il livello di tutela di alcune minoranze è stabilito sia dalla normativa italiana sia dai trattati internazionali: è il caso della minoranza germanofona dell'Alto Adige e dei comuni bilingui della provincia di Trento, il cui status è regolato dall'accordo De Gasperi-Gruber, e di una parte della minoranza slovena del Friuli-Venezia Giulia, contemplata dal Memorandum di Londra col quale Italia e Jugoslavia assunsero rispettivamente l'amministrazione civile delle zone A e B del Territorio Libero di Trieste.
La lingua dei segni italiana (LIS),[99] ossia la lingua visiva dei cittadini sordi, è riconosciuta dalla regione Valle d'Aosta dal 2006.
Religione
In Italia vige il principio della laicità dello Stato e pertanto non vi è una religione ufficiale.
I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici: nel 2006 l'87,8% si dichiarava cattolico e il 30,6% praticante,[100] percentuale scesa, per effetto di un crescente processo di secolarizzazione, al 24,4% secondo il rapporto Eurispes 2010,[101] a fronte del 18,5% della popolazione di agnostici o non credenti.
La Chiesa cattolica in Italia è organizzata in 225 diocesi più un ordinariato militare;[102] il vescovo di Roma ne è primate e assume il titolo di Papa. La Chiesa esercita un ruolo influente nella società italiana, prendendo posizione su temi religiosi, sociali e politici, come il divorzio e l'aborto negli anni settanta o, in anni più recenti, il testamento biologico e la fecondazione assistita, la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche italiane (rimozione alla quale si dichiarano contrari oltre il 60% degli italiani, con solo il 17% favorevoli)[101] o le politiche sull'immigrazione.
Il rapporto Stato-Chiesa è previsto dalla Costituzione, che lo demanda ai Patti Lateranensi, rivisti nel 1984 col nuovo concordato (i rapporti con altre confessioni religiose sono regolati da specifiche intese),[103][104] nel quale il sostegno statale alla Chiesa è stabilito attraverso una quota proporzionale dell'otto per mille del gettito IRPEF,[105] che si aggiunge ad altri finanziamenti alla Chiesa cattolica in Italia.
Fra le religioni minoritarie sono presenti diverse altre confessioni cristiane (in modo particolare ortodossi e protestanti, questi ultimi in massima parte pentecostali), ebrei, mormoni e testimoni di Geova. L'immigrazione contribuisce ad alimentare alcune tra le minoranze religiose presenti nel Paese,[106] le più numerose delle quali sono i cristiani-ortodossi, i musulmani, i buddhisti e gli induisti.[107]
Criminalità
Nel corso del XIX secolo si origina in Sicilia[108] un fenomeno criminale organizzato sul territorio e connotato da stretti legami con la politica e il potere economico, la mafia, termine che diviene sinonimo di "crimine organizzato"; in Italia sono di stampo mafioso organizzazioni come cosa nostra in Sicilia, la camorra in Campania, la 'ndrangheta in Calabria e la sacra corona unita e la società foggiana in Puglia. Il fenomeno mafioso, che in Italia, secondo un rapporto del Censis del 2009, riguarda direttamente il 22% degli italiani e il 14,6% del PIL,[109] è poi proliferato a livello mondiale, con diffusione e caratteristiche autonome.
L'Italia si distingue per una forte e continua lotta contro la mafia, costata la vita a magistrati, uomini delle forze dell'ordine e delle istituzioni,[110] ma che ha ottenuto notevoli risultati, con l'arresto di numerosi boss malavitosi.
Per quanto riguarda gli omicidi, nel 2006, l'Italia risultava essere il secondo paese più sicuro d'Europa, assieme a Danimarca, Germania e Spagna, dopo la Norvegia.[111] Secondo una ricerca de Il Sole 24 ORE, basata su dati del Ministero dell'Interno e riferita al primo semestre del 2010, in Italia i reati perpetrati, soprattutto nelle grandi aree urbane e nelle zone ad alta densità infrastrutturale, sono circa 1 292 000. Milano, Torino e Bologna, con circa 30 reati ogni mille abitanti, risultano le città più a rischio, Matera, Potenza e Belluno quelle più sicure. Per quanto riguarda i reati che impattano sull'economia (usura, riciclaggio di denaro e truffe) le città più penalizzate sono Napoli, Bologna, Trieste, La Spezia e Genova.[112]
Elevata è la corruzione all'interno della pubblica amministrazione (in modo particolare nel settore sanitario): secondo il Rapporto Eurispes 2010 l'Italia è al 63º posto (su 180 paesi) nella classifica globale.[113] Le regioni più colpite da questo fenomeno sono Calabria, Sicilia e Puglia. Secondo il SAeT (Servizio Anticorruzione e Trasparenza), la corruzione "scoperta" è solo la punta di un iceberg rispetto a un'ingente corruzione "coperta" che affligge un'ampia parte della società italiana.[113]
Media e libertà d'informazione
In campo radiotelevisivo[114] il panorama italiano è caratterizzato dal duopolio RAI - Gruppo Mediaset (negli anni duemila, è diventato rilevante anche il ruolo della pay tv di Sky), i cui ascolti complessivi, stabili da molti anni, si attestano nel 2010 al 78,6% del mercato.[115] A rafforzare la predetta concentrazione è il ruolo centrale svolto dalla televisione come mezzo informativo, che in Italia nel 2010 si attesta attorno al 90%;[115] la possibile influenza dell'allora presidente del Consiglio Berlusconi, già proprietario di Mediaset, sul network pubblico RAI, ha portato l'organizzazione Freedom House a classificare nel suo rapporto l'Italia, unico paese dell'Europa occidentale, come "parzialmente libera",[116] mentre il rapporto 2017 di Reporter senza frontiere[117] colloca l'Italia al 52º posto (su 180) nel mondo per la libertà di stampa.
Nel rapporto 2011 sulla libertà della rete, l'Italia è "libera", non rilevandosi significative limitazioni alla libertà d'espressione e d'informazione sul web;[118] alla fine del 2011 la penetrazione internet è al 58,7%.[119]
Per quanto riguarda la stampa, il Corriere della Sera detiene il primato per numero di copie vendute, seguito da La Repubblica, La Gazzetta dello Sport e La Stampa.[120] Il quotidiano più antico d'Italia, fondato nel 1664, e il giornale più antico del mondo ancora in edicola è la Gazzetta di Mantova.[121]
Tra i giornalisti dell'Ottocento vanno citati Ferdinando Petruccelli della Gattina, tra i primi corrispondenti di guerra e l'unico giornalista italiano dell'epoca a lavorare anche in Europa,[122] Guglielmo Stefani fondatore della prima agenzia di stampa italiana, ed Edoardo Scarfoglio, fondatore de Il Mattino e attento osservatore della questione meridionale. Guidato da Luigi Albertini dal 1900 al 1925 il Corriere della Sera diviene il primo quotidiano italiano, con firme autorevoli come Luigi Barzini e Ugo Ojetti; altre "penne" prestigiose del Novecento sono Curzio Malaparte, Indro Montanelli, conservatore e anticomunista, fondatore de Il Giornale e autore di una monumentale Storia d'Italia, Oriana Fallaci, prima inviata speciale al fronte, Enzo Biagi e Giorgio Bocca.
Politica
L'Italia è uno stato membro dell'Unione Europea situato nell'Europa meridionale con capitale Roma. Delimitata a nord in gran parte dall'arco alpino, l'Italia confina a ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e l'Austria e a est con la Slovenia. I microstati San Marino e Città del Vaticano sono enclave, mentre il comune di Campione d'Italia costituisce una exclave situata nella regione italofona del Canton Ticino in Svizzera.
Ordinamento dello Stato
La Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata il successivo 27 dicembre da Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, è la legge fondamentale dello Stato.
Il sistema politico italiano è quello tipico di una repubblica parlamentare, in cui il parlamento è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare.
Le maggiori istituzioni sono:
- Parlamento: è bicamerale e si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica,[123] esercita il potere legislativo[124] e vota la fiducia al Governo.[125]
- Presidente della Repubblica: è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale;[126] viene eletto dal Parlamento;[127] nomina il Presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i ministri.[128] Può sciogliere le camere.[129]
- Governo: esercita il potere esecutivo, è composto dal presidente del Consiglio e dai ministri, che formano il Consiglio dei ministri.[128]
- Magistratura: esercita il potere giudiziario (sia inquirente sia giudicante) è indipendente da ogni altro potere, autonoma e governata dal Consiglio superiore della magistratura.[130]
- Corte costituzionale: svolge la funzione di garante della Costituzione, pronunciandosi sulla conformità delle leggi a essa.[131]
Vi sono due Biblioteche Nazionali Centrali sedi del deposito legale dello Stato, a Firenze e a Roma.
L'Istituto Geografico Militare è l'ente cartografico di Stato e si trova a Firenze.
Suddivisioni amministrative
Gli enti territoriali che, in base all'articolo 114 della Costituzione costituiscono, assieme allo Stato, la Repubblica italiana sono:
- le regioni (15 a statuto ordinario e 5 a statuto speciale);
- le città metropolitane (14);
- le province e i comuni (rispettivamente 93 e 7 904, dati ISTAT dell'anno 2020).[132]
Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e il nome del capoluogo.
Di seguito le prime dieci città italiane per abitanti del territorio comunale al 2019.[133]
Pos. | Comune | Città metropolitana | Regione | Abitanti |
---|---|---|---|---|
1 | Roma | Roma | Lazio | 2 837 332 |
2 | Milano | Milano | Lombardia | 1 396 059 |
3 | Napoli | Napoli | Campania | 962 589 |
4 | Torino | Torino | Piemonte | 870 952 |
5 | Palermo | Palermo | Sicilia | 657 960 |
6 | Genova | Genova | Liguria | 574 090 |
7 | Bologna | Bologna | Emilia-Romagna | 390 625 |
8 | Firenze | Firenze | Toscana | 372 038 |
9 | Bari | Bari | Puglia | 322 316 |
10 | Catania | Catania | Sicilia | 311 402 |
I comuni italiani sono caratterizzati da piccole dimensioni e pochi abitanti, al 2019 il 45,8% dei comuni non supera i 20 chilometri quadrati di superficie e il 69,6% non supera i 5 000 abitanti.[134]
Istituzioni, enti e associazioni
Ordinamento scolastico
L'istruzione in Italia è regolata con modalità diverse secondo la forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private). La formazione professionale, comprendente gli istituti professionali, dipende invece dalle regioni.
L'obbligo scolastico termina a 16 anni.[135]
Il sistema scolastico italiano è strutturato in tre cicli di istruzione:
- istruzione primaria, di durata quinquennale;
- istruzione secondaria, che comprende la scuola secondaria di primo grado, di durata triennale, e la scuola secondaria di secondo grado, di durata quinquennale;
- istruzione superiore, che comprende l'università e la formazione specialistica, come master e scuola di specializzazione.
A questi cicli d'istruzione si affianca la scuola dell'infanzia, un'istituzione prescolastica non obbligatoria, caratterizzata dal gioco e della convivenza con i compagni e dalla preparazione al primo ciclo d'istruzione.
Il ciclo degli studi all'università si articola, dopo la riforma introdotta dal processo di Bologna, in tre fasi:
- laurea (3 anni)
- laurea magistrale (2 anni)
- dottorato di ricerca (3 anni)
Secondo un'analisi ISTAT del 2010, il livello di istruzione e formazione degli studenti italiani è carente, soprattutto se paragonato a quello degli altri paesi europei: il 46,1% della popolazione adulta ha conseguito la sola licenza media, laddove la media europea si attesta al 28,5%. Nelle scuole superiori l'elevato numero di abbandoni scolastici porta l'Italia al primato negativo in Europa per i giovani tra 18 e 24 anni che lasciano la scuola superiore senza aver conseguito il diploma (il 20% nel 2009); anche il numero di laureati è sotto la media europea (solo il 21,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). A ciò si aggiunge una bassa qualità dell'istruzione: secondo una valutazione condotta nell'ambito del programma per la valutazione internazionale dell'allievo, la competenza dei quindicenni italiani, già inferiore al valore medio nei 30 paesi OCSE, è aggravata dalla carenza nell'utilizzo di nuove tecnologie. L'Italia ha infine il primato europeo dei giovani che non studiano, né lavorano (nel 2009 erano il 21,2% delle persone tra 15 e 29 anni).[136]
Sistema sanitario
Il Servizio sanitario nazionale italiano (SSN) è un sistema pubblico di carattere universalistico che, come stabilito dall'art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana, garantisce il diritto alla salute e all'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali, derivanti dai ticket sanitari (cioè le quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e dalle prestazioni a pagamento.
Una ricerca del 2000 dell'Organizzazione mondiale della sanità colloca il sistema sanitario italiano al secondo posto nel mondo, dopo la Francia, in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini.[137] Tuttavia, solo il 35,8% della popolazione si dichiara soddisfatto del sistema sanitario e il 42% dell'assistenza ospedaliera, mentre il 79,4% ritiene intollerabili i tempi di attesa nelle strutture sanitarie.[138]
Forze armate e pubblica sicurezza
La Repubblica italiana, per difendere militarmente il suo territorio e per supportare decisioni di politica interna ed estera, si serve di diverse forze armate e di polizia: l'Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, il Corpo di polizia penitenziaria, l'Esercito Italiano, l'Aeronautica Militare e la Marina Militare. Esse sfilano nella parata militare per la Festa della Repubblica Italiana assieme al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della Polizia Roma Capitale (in rappresentanza delle altre polizie locali), e al personale militare e civile di altre associazioni, come la Croce Rossa Italiana e la Protezione civile.
L'Italia sostiene l'Organizzazione delle Nazioni Unite, ove è stata ammessa nel 1955, e le sue attività internazionali di sicurezza ed è uno dei membri fondatori della Comunità europea, dal 1993 Unione europea. È inoltre membro della NATO, dell'OCSE, del GATT, del G7, del G8, del WTO e del Consiglio d'Europa e ha ricoperto più volte la presidenza di turno sia del G8 sia dell'Unione. Il Paese schiera truppe in Kosovo, Libano, Marocco, Mali, Somalia, Iraq e Libia.[139] Secondo il SIPRI, nel 2016 la spesa militare italiana ha superato i 25 miliardi di euro, collocandola in decima posizione tra le nazioni europee.[140]
Cittadinanza italiana
La legge stabilisce che è cittadino per nascita:[141]
- il figlio di padre o di madre cittadini;
- chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge statale di questi.
In accordo a modalità previste dalla legge, si può acquisire la cittadinanza italiana pur appartenendo a tutti gli effetti a un altro paese.
Simboli
I principali simboli che rappresentano l'unità nazionale italiana sono:[142]
- la bandiera italiana, nata il 7 gennaio 1797 a Reggio nell'Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana, la cui conformazione è stabilita dall'art. 12 della Costituzione;
- l'emblema della Repubblica Italiana, approvato dall'Assemblea costituente nella seduta del 31 gennaio 1948 e promulgato dal presidente della Repubblica Enrico De Nicola il successivo 5 maggio, costituito da vari elementi simbolici;
- lo stendardo presidenziale italiano, che rappresenta il segno distintivo della presenza del presidente della Repubblica;
- Il Canto degli Italiani, anche noto come Inno di Mameli o Fratelli d'Italia; scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, fu adottato come inno nazionale provvisorio il 12 ottobre 1946 (scelta mai ratificata nella Costituzione);
- il Vittoriano, ovvero il complesso monumentale a Roma dedicato al primo re d'Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia.
Inno nazionale
Il primo inno adottato dal Regno d'Italia fu la Marcia Reale, composta all'inizio del XIX secolo dal torinese Giuseppe Gabetti e già inno del Regno di Sardegna. L'inno fu poi sostituito l'8 settembre 1943, giorno dell'armistizio con gli Alleati, e sostituito dal governo Badoglio I con La canzone del Piave, composta nel 1918 da Ermete Giovanni Gaeta in seguito della vittoria italiana nella battaglia del solstizio. Liberata Roma nel 1944 la Marcia Reale venne reintrodotta, spesso affiancata dal canto patriottico del Gaeta, e venne mantenuta fino al 12 ottobre 1946 quando il Ministro democristiano Cipriano Facchinetti comunicò che il successivo 4 novembre, in occasione del giuramento delle forze armate, come inno nazionale si sarebbe adottato provvisoriamente Il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro. Comunemente noto come Fratelli d'Italia, dall'incipit della prima strofa, il brano rimase Inno de facto fino alla sua ufficializzazione a Inno Nazionale con la legge nº 181 del 4 dicembre 2017.
Economia
Membro del G7, nel 2018 l'Italia è l'ottava (secondo il FMI[143]) o la nona (secondo Banca Mondiale[144] e ONU[145]) potenza economica del pianeta per PIL nominale assoluto, con un valore simile al Brasile, e l'undicesima o dodicesima se si considera la parità dei poteri di acquisto, con un valore simile al Messico. Anche in termini pro-capite l'Italia è una delle economie più ricche, occupando una posizione nel mondo tra la 25ª e la 28ª secondo le diverse classifiche e tra la 29ª e la 35ª a parità di potere d'acquisto.
L'economia italiana occupa un ruolo di rilievo nel commercio internazionale, risultando nel 2017 nona per esportazione e decima per importazione di merci, con un saldo positivo pari a 54 milioni di dollari[146].
Come tutte le economie avanzate, anche l'Italia è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2017 ha rappresentato tre quarti del valore aggiunto (contro poco più del 50% nel 1970); tuttavia la quota dell'industria rimane alta se comparata con gli altri grandi paesi europei, pari a circa il 23% del PIL[147]. Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza da piccole e medie imprese: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public company, impresa a capitale diffuso gestita da un management, è poco diffuso.
Dopo una politica fiscale molto espansiva durante gli anni ottanta, a partire dai primi anni novanta l'Italia ha perseguito una politica fiscale molto più rigida, per rientrare nei parametri dell'Unione economica e monetaria. Nel 1999 il Paese ha aderito all'euro, che ha sostituito la lira anche nella circolazione cartacea a partire dal 2002, cosicché negli anni duemila l'Italia ha potuto registrare tassi di inflazione e di interesse notevolmente più bassi che nei decenni precedenti.
Durante la grave grande recessione il tasso di disoccupazione in Italia è passato dal 6,1% del 2007 all'8,4% del 2011 e al 10,6% del 2018[148]; il PIL nel 2011 è del 4,5% più basso che nel 2007 e, nello stesso arco di tempo, il debito pubblico è aumentato di 17 punti percentuali rispetto al PIL[149]. Problemi come l'evasione fiscale, l'elevato debito pubblico (131,4 % del PIL nel 2017) e la criminalità organizzata ostacolano la crescita economica.
Agricoltura
Nel corso del XX secolo l'Italia si è trasformata da paese prevalentemente agricolo a paese industriale vero e proprio. Di conseguenza, il settore agricolo (comprensivo di selvicoltura e pesca) ha visto l'occupazione calare drasticamente, passando dal 43% al 3,8% del totale,[150][151] una percentuale minima nel quadro economico nazionale. Oggi, gli occupati in agricoltura sono appena 891 000, in gran parte uomini (71,3 % del totale) e residenti nel Mezzogiorno (46,8% del totale).[152]
La superficie agricola italiana è pari a 17,8 milioni di ettari, di cui 12,7 utilizzati, e si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (45,7%).[153] Da notare che il 10% della manodopera agricola è straniera.[151]
Nel 2010 il valore complessivo della produzione agricola era pari 48,9 miliardi di euro.[154] Per quanto riguarda la produzione vegetale, che incide per 25,1 miliardi,[155] i maggiori prodotti in termini di valore sono stati il vino (1 803 milioni di euro), il granoturco (1 434), l'olio (1 398) e i pomodori (910). Per quantità prodotte, invece, i prodotti principali dell'agricoltura italiana sono il granoturco (84 milioni di quintali), i pomodori (66), il frumento duro (38) e l'uva da vino (35).[156]
Nel comparto della produzione di origine animale spiccano latte di vacca e di bufala (4 040 milioni di euro per 11 200 migliaia di tonnellate), carni bovine (3 199 e 1 409 rispettivamente), carni suine (2 459 e 2 058) e pollame (2 229 e 1 645).[157]
La produzione complessiva della pesca marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2010 a 2 247 milioni di euro.[154]
Risorse minerarie
Il territorio italiano presenta giacimenti minerari di vario genere che, fino al termine del XX secolo, hanno consentito una fruttuosa produzione di mercurio, antimonio, piombo, zinco, argento, ferro e di minerali quali pirite, fluorite, amianto e bauxite. Successivamente, tuttavia, i giacimenti con un potenziale sfruttamento economico sono diminuiti, e l'attività mineraria rimasta si è concentrata sui sali evaporitici, le marne cementizie, le argille (principalmente bentonite e montmorillonite) e i feldspati, per l'industria ceramica e i refrattari; sempre attiva l'attività estrattiva, tipica per l'Italia, delle numerose cave di marmo e altre rocce per l'edilizia, l'estrazione di pomice, ossidiana, pozzolana e talco.[158]
Energia
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A causa della mancanza di giacimenti consistenti l'Italia è dipendente dalle importazioni di gas e petrolio, al 2018 l'indice della dipendenza energetica è del 76,3% contro il 55,7% di media dei paesi dell'Unione Europea.[160]
Negli anni duemila il settore energetico nazionale è stato interessato da numerosi cambiamenti, come la riforma del mercato elettrico e del gas, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la promozione dell'efficienza, del risparmio energetico e della sicurezza degli approvvigionamenti.
Inoltre, alcuni interventi legislativi del Governo Berlusconi IV avevano preparato il riavvio della produzione di energia nucleare abbandonata negli anni ottanta a seguito di referendum abrogativi indetti dopo il disastro di Černobyl', ma tali norme sono state poi cancellate dal medesimo Governo a seguito dei referendum abrogativi del 2011.
I giacimenti di idrocarburi italiani sono prevalentemente distribuiti secondo tre sistemi tettonico-stratigrafici:
- metano biogenico nelle serie terrigene plio-pleistoceniche (Val Padana, costa e mare Adriatico, Valle del Bradano);
- gas termogenico prevalentemente in giacimenti entro i sedimenti terrigeni di avanfossa di età oligo-miocenica (Cortemaggiore, offshore ionico-calabrese, area di Bronte e Gagliano Castelferrato in Sicilia);
- petrolio entro le serie carbonatiche mesozoiche (giacimenti profondi in Pianura Padana, Val d'Agri, area ragusana, Gela e offshore siciliano; dell'era mesozoica sono anche le principali rocce madri).
I giacimenti lucani della Val d'Agri, i più grandi dell'Europa continentale,[161] sono stati scoperti nella prima metà del XX secolo, ma sfruttati solo a partire dagli anni ottanta.[162] Al 2018 la produzione annua di petrolio si aggira sui 32,1 milioni di barili (a fronte di un consumo annuo di 407,6 milioni)[163] ed è stimato che circa 800 milioni di barili di petrolio si trovino in giacimenti ancora da scoprire.[164]
Industria
L'Italia, la cui quota di produzione mondiale nel settore manifatturiero si attesta negli anni duemila attorno al 4%, collocandola al secondo posto in Europa,[165] differisce, rispetto agli altri paesi industrializzati, per una vasta diffusione di piccole e medie imprese di proprietà familiare.[166][167] A partire dal Nord-Est del Paese, si sono affermati i cosiddetti distretti industriali, un modello che ha visto una consistente diffusione lungo la dorsale adriatica, al punto da costituire una delle caratteristiche peculiari dell'economia italiana.[168]
Avanzata e diversificata, l'industria italiana è particolarmente sviluppata nei settori della cantieristica navale, degli elettrodomestici, chimico, farmaceutico, metallurgico, agroalimentare[169][170] e della difesa.[171] Nel settore automobilistico, che assieme al petrolchimico e al siderurgico è stato alla base dell'industrializzazione postbellica del Paese, l'Italia risulta agli ultimi posti in Europa per produzione di automobili[172] (fortemente penalizzata dalla delocalizzazione produttiva)[173] ma mantiene una grande rilevanza a livello europeo e mondiale[174][175] grazie alla presenza del gruppo FIAT, azienda multinazionale che nel 2008 ha prodotto 2 524 325 veicoli in tutto il mondo.[176]
Design e moda
Lo stile italiano – soprattutto nel disegno industriale, nell'arredo, nell'auto – si contraddistingue per la mescolanza di fantasia e rigore progettuale e si caratterizza per l'uso di materiali considerati scarti, ma al tempo stesso innovativi.[177] Nato alla fine del XIX secolo,[178] diviene Bel Design tra il 1945 e il 1965 quando nascono la Vespa V98 farobasso, la Innocenti Lambretta, la Iso Isetta, la Fiat 600 e la Fiat Nuova 500 nel campo dei trasporti, la macchina da cucire Mirella della Necchi, la macchina da calcolo elettrica Divisumma 24 di Olivetti e alcuni radioricevitori e televisori progettati per RadioMarelli e Brionvega nel campo degli elettrodomestici. Al design italiano, rappresentato da aziende,[177] scuole di specializzazione[179] e artisti come Gio Ponti, Ettore Sottsass e Bruno Munari, sono dedicati musei[180] e riconoscimenti, come il Premio Compasso d'oro, il più antico e prestigioso premio mondiale di design.[181] La Fiera di Milano, il maggiore polo espositivo europeo, ospita annualmente numerose esposizioni di design di livello internazionale.[182]
Negli anni del miracolo economico italiano nasce e si sviluppa la moda italiana. Agli abiti di alta moda le sartorie affiancano il prêt-à-porter, proponendosi sui mercati internazionali e portando, in collaborazione con l'industria, all'affermazione del made in Italy. Numerosi stilisti, come Valentino, Armani, Prada e Versace portano l'Italia ai vertici mondiali per i suoi prodotti[183] mentre Milano e Roma sono annoverate tra le capitali della moda.[184]
Settore terziario
In Italia il terziario rappresenta il settore più importante dell'economia, sia per numero di occupati (nel 2013 pari al 72,1% del totale) sia per valore aggiunto (il 74,4%).[185]
Secondo il rapporto sul terziario pubblicato nel 2014 dalla Confcommercio, il 56,3% delle imprese ad essa iscritte appartiene al settore dei servizi, suddiviso nei quattro sottosettori indicati nella tabella che segue:[185]
Settore | Imprese (migliaia) | Percentuale | Unità di lavoro (migliaia) |
---|---|---|---|
Commercio | 1 546 | 25,6% | 3 360 |
Trasporti e logistica | 194 | 3,2% | 1 130 |
Turismo, tempo libero e comunicazioni | 630 | 10,4% | 2 250 |
Altri servizi | 695 | 10,6% | 2 780 |
Sul finire degli anni ottanta del XX secolo e nel decennio successivo vari fattori, come deregolamentazione, disintermediazione e nuove tecnologie hanno spinto, in linea con l'andamento internazionale, i settori bancario e assicurativo a processi di concentrazione e a forme d'integrazione[186] normati dalla L. 287/90[187] contro gli abusi da posizione dominante. Questi gruppi bancari ricoprono, attraverso la partecipazione azionaria in importanti industrie o società di servizi o tramite la presenza nei patti parasociali aziendali, un ruolo primario nel sistema economico italiano.[188]
Turismo
Un settore di primaria importanza per l'economia italiana continua a essere il turismo: secondo il Rapporto Eurispes 2011 occupa poco meno di 2 500 000 di addetti, l'incidenza sul PIL è del 9,5% e la sua quota mondiale si attesta al 4,1%.[189] Nel 2019 gli introiti derivanti dal turismo si aggirano intorno ai 42 miliardi di euro.[190]
Nel 2019 l'Italia, con 62,1 milioni di turisti stranieri annui, è al quinto posto nel mondo per arrivi internazionali, e con 215 milioni di pernottamenti è al quarto posto per numero di presenze turistiche al mondo, dopo Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e Cina.[191] Anche per quanto riguarda le entrate derivanti dal turismo internazionale, l'Italia si colloca al quinto posto al mondo con 42 miliardi di dollari nel 2019.[191]
Rilevanti sono anche i flussi turistici interni. Nel 2011 si sono registrati 68,2 milioni di viaggi di turisti italiani all'interno del Paese, in forte contrazione (-16,5%) rispetto all'anno precedente. Le regioni più visitate d'Italia sono, nell'ordine: Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana. Le città più visitate sono invece Roma, Milano e Venezia.[192]
Trasporti
La rete infrastrutturale italiana è costituita da 183705 km di strade (suddivise in statali, regionali, provinciali e comunali), 6629 km di autostrade, 16643 km di ferrovie in esercizio[193] (divisi tra rete estera, rete fondamentale, rete complementare e rete di nodo), 352 porti[194] e 96 aeroporti.[195]
L'Italia tuttavia non eccelle nel campo dei trasporti, creando dei limiti allo sviluppo e alla competitività, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Vari studi comparativi attestano che il paese sconta un ritardo rispetto a molti paesi europei per dotazione infrastrutturale e trasporti.[196]
Divario Nord-Sud
Nei decenni successivi all'Unità d'Italia, le regioni settentrionali del Paese, Lombardia, Piemonte e Liguria in particolare, cominciano un processo d'industrializzazione e di sviluppo economico mentre le regioni meridionali rimangono indietro. A causa del crescente divario economico e sociale si comincia a parlare di questione meridionale.[197] Lo squilibrio tra Nord e Sud, ampliatosi costantemente nel primo secolo post-unitario, si riduce negli anni sessanta e settanta anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche, l'attuazione delle riforme agraria e scolastica,[198] l'espansione dell'industrializzazione e le migliorate condizioni di vita della popolazione.[197] Questo processo di convergenza si interrompe, invece, negli anni ottanta. A oggi, il PIL pro-capite del Mezzogiorno è pari ad appena il 58% di quello del Centro-Nord,[199] mentre il tasso di disoccupazione è più che doppio (6,7% al Nord contro 14,9% al Sud).[200]
Uno studio del Censis attribuisce alla presenza pervasiva di organizzazioni criminali un ruolo importante nel ritardo del Mezzogiorno d'Italia, stimano una perdita annuale di ricchezza del 2,5% nel Mezzogiorno nel periodo 1981-2003 dovuta alla presenza di tali organizzazioni e valutando che senza di esse il PIL pro-capite del Mezzogiorno avrebbe raggiunto quello del Nord.[201]
Ambiente
L'articolo 9 della Costituzione italiana sancisce la tutela il paesaggio,[202] che dal 1986 è salvaguardato dal Ministero dell'Ambiente che ha il compito di coordinare il risanamento delle aree colpite dal degrado e di tutelare quelle ancora intatte.[203]
Aree protette
L'elenco ufficiale delle aree protette comprende 871 aree naturali che si estendono per 31635,9 km² coprendo il 10,5% del territorio italiano.[204] Sono suddivise in:
- 24 parchi, 147 riserve e 3 altre aree protette nazionali:[205] i parchi nazionali coprono circa la metà del territorio protetto e i più antichi sono il Parco nazionale del Gran Paradiso (istituito nel 1922), il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (1923), il Parco nazionale dello Stelvio (1935) e il Parco nazionale del Circeo (1935).[206] La sorveglianza dei parchi e delle riserve nazionali è affidata al Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare.
- 134 parchi, 365 riserve e 171 altre aree protette regionali.[207]
- 27 aree marine protette: l'area più estesa è il Santuario per i mammiferi marini, costituito in cooperazione con la Francia e il Principato di Monaco.[208] Considerando anche le aree protette statali e regionali la superficie marina tutelata si estende per 28530,3 km².[204]
A queste vanno aggiunte anche le 56 zone umide italiane della lista di Ramsar che si estendono su 73308 ha.[209]
Biodiversità e minacce
L'Italia è ricchissima di biodiversità ed è il paese europeo con più specie di piante superiori,[210][211] molte delle quali endemiche. Questo è dovuto a una molteplicità di fattori quali l'eterogeneità ambientale, la complessa struttura dell'orografia italiana, le vicissitudini biogeografiche e la storia geologica. L'Italia, assieme alla penisola iberica e al sud dei Balcani, è stata inoltre un rifugio per molte specie animali e vegetali estintesi nelle zone centrali e settentrionali del continente europeo durante le glaciazioni pleistoceniche. L'ampia estensione latitudinale della penisola, di circa 10°, la pone a cavallo tra le zone climatiche temperate, centroeuropea (Cfa o Cfb secondo Köppen) e calda mediterranea (Csa secondo Köppen) e quindi almeno su due zone di vegetazione molto diverse.[210][212]
Le aree più ricche di endemismo sono, oltre alle isole (soprattutto la Sardegna), gli alti massicci montuosi isolati tra aree più basse, considerabili come "isole biogeografiche": alcuni esempi sono le Alpi Apuane per le piante e le Prealpi orientali per gli insetti cavernicoli. La fauna d'acqua dolce è spesso differenziata tra i fiumi del nord Italia (bacino del Po) e quelli del centro.[211]
La vegetazione naturale potenziale del territorio italiano è il bosco su tutto il territorio tranne che sulle vette più elevate del piano nivale e nelle zone più aride delle isole circumsiciliane, oltre che nelle aree più prossime al mare. I boschi italiani sono fortemente sfruttati per la selvicoltura che prende la forma di ceduazione per i boschi di querce (che principalmente producono legna da ardere) e di castagno (per la produzione di pali) mentre quelli di faggio e di conifere sono perlopiù trattati a fustaia.[211][213]
I boschi mediterranei di leccio sono quasi sempre degradati dalla ceduazione, dagli incendi e dal pascolo ovicaprino; gli stadi di degradazione sono noti come macchia mediterranea quando si ha un denso e impenetrabile cespuglieto alto qualche metro e di gariga se il terreno è coperto di vegetazione bassa che lascia scoperto il terreno, spesso ricco di affioramenti rocciosi. Gli stadi di macchia e gariga comunque portano un contributo positivo alla biodiversità italiana in quanto ricche di specie rare e da proteggere, tra cui numerose orchidee.[210][211][213] La fauna italiana è molto ricca di endemismi, soprattutto negli invertebrati, nei pesci d'acqua dolce,[214][215] negli anfibi e nei rettili. Gli uccelli e i mammiferi, animali più mobili, sono caratterizzati da un minor tasso di endemismo.[210][211][213] Non è da trascurare l'uso ricreativo che hanno le foreste (soprattutto pinete di pino domestico) prossime ai centri urbani.[213] L'elevata densità di popolazione, l'industrializzazione diffusa, l'estesa urbanizzazione delle zone costiere e planiziari, l'inquinamento delle acque, l'introduzione di specie aliene e l'agricoltura intensiva fanno sì che la difesa della biodiversità e degli ambienti naturali siano questioni particolarmente rilevanti.[211]
Cultura
Arte
Nel corso dei secoli l'Italia, secondo tutti gli storici, ha portato un contributo di primo piano alla cultura mondiale. In particolare nei due periodi in cui il territorio italiano fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano e il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di grande rilevanza. Dai templi greci ai borghi medievali, dalle terme romane alle ville settecentesche, l'Italia possiede molteplici monumenti nazionali, dichiarati tali da una legge apposita che ne riconosce l'importanza culturale e artistica per la comunità.[216] Sebbene vari istituti si occupino della catalogazione dei beni artistici italiani, non è possibile formulare una stima affidabile del patrimonio artistico nazionale, che peraltro ha subito e subisce una consistente opera di dispersione.[217]
Architettura
L'eredità dell'antichità classica rappresenta il primo e più importante fattore nello sviluppo delle arti in tutta Italia.[218] L'influenza dell'architettura romana si protrarrà nelle chiese paleocristiane, costruite sul modello delle basiliche civili dell'antichità; pregevoli esempi, con influenze bizantine, nelle basiliche di San Vitale e Sant'Apollinare Nuovo in Ravenna.[219]
Nel VII secolo nascono i complessi abbaziali unitamente alle espressioni dell'architettura longobarda, con significative testimonianze nel tempietto di Cividale del Friuli, nella basilica di San Salvatore a Brescia e nella chiesa di Santa Sofia a Benevento.[219] Della renovatio carolingia e il recupero della classicità attuati da Carlo Magno nel IX secolo permangono importanti complessi architettonici principalmente a Roma (basilica di Santa Prassede), Bardolino, Spoleto e Milano.
Il X e l'XI secolo vedono la fioritura delle cattedrali romaniche, come la basilica di San Marco, il duomo di Pisa e il duomo di Modena, mentre la basilica di Sant'Ambrogio a Milano presenta una copertura con volte a crociera con costoloni tra le più antiche d'Europa.[220] Nel secolo successivo si diffonde nell'Italia meridionale l'architettura arabo-normanna che ha nel palazzo dei Normanni a Palermo e nel duomo di Monreale alcuni fra gli esempi più caratterizzanti.[14] Contemporaneamente nell'architettura civile fanno la loro comparsa numerose torri gentilizie; celebri quelle di San Gimignano e di Bologna.
L'architettura gotica, introdotta dai cistercensi, spazia dall'originale protogotico della basilica di San Francesco ad Assisi alle chiese di Firenze (cattedrale di Santa Maria del Fiore, basilica di Santa Croce, basilica di Santa Maria Novella), Siena (duomo di Santa Maria Assunta), Orvieto (duomo), Napoli (basilica di San Lorenzo Maggiore), Bologna (basilica di San Petronio), Venezia (basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari) e Milano (duomo). Fra i castelli disseminati nella penisola spicca il celebre Castel del Monte.[219]
Il primo Rinascimento trova testimonianza a Firenze nella cupola di Santa Maria del Fiore e nello spedale degli Innocenti[221] costruiti dal Brunelleschi e nell'attività di Leon Battista Alberti. Il pieno Rinascimento, invece, è essenzialmente romano e legato ai nomi di Bramante, Raffaello e Michelangelo, i quali furono attivi nella ricostruzione della basilica di San Pietro in Vaticano. Per le realizzazioni urbanistiche rinascimentali mirabile esempio è l'Addizione Erculea a Ferrara. Il passaggio dal Rinascimento al manierismo, esemplificato da Baldassarre Peruzzi nella Villa Farnesina,[222] vede attivi Jacopo Barozzi da Vignola, Giulio Romano e Giorgio Vasari, mentre l'opera di Andrea Palladio (che influenzerà l'architettura occidentale con l'avvento del neopalladianesimo)[223] oscilla tra i tratti manieristici delle architetture religiose, a quelli più rinascimentali delle costruzioni laiche.[219]
Lo stile barocco, preannunciato da Jacopo Barozzi da Vignola nella chiesa del Gesù,[224] si sviluppa a Roma, dove si concentrano le principali realizzazioni, influenzando tutto il mondo cattolico. Alle prime opere di Carlo Maderno e Martino Longhi il Giovane seguono i capolavori di Gian Lorenzo Bernini (piazza San Pietro), Francesco Borromini (chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza) e di Pietro da Cortona (facciata di Santa Maria della Pace).[219]
Alla prima metà del Settecento risale il più significativo esempio tardo barocco e rococò: la palazzina di caccia di Stupinigi, progettata da Filippo Juvarra.[225] Invece, nel Regno di Napoli, con Luigi Vanvitelli, viene avviata, dal 1752, la costruzione della reggia di Caserta, ultima grande realizzazione del barocco italiano.[226] Dopo la seconda metà del secolo l'architettura neoclassica produce, anche nella sua variante neogreca, diverse opere di valore come la grande basilica di San Francesco da Paola a Napoli.[227] Con l'unità d'Italia prevale lo stile neorinascimentale o, più in generale, l'eclettismo.
L'Art Nouveau ha in Giuseppe Sommaruga, Ernesto Basile e Raimondo D'Aronco i principali esponenti, mentre nel 1914 Antonio Sant'Elia pubblica il Manifesto dell'Architettura futurista e le sue tavole della "Città Nuova", proponendo nuovi modelli architettonici che esaltano la funzionalità e una nuova estetica.
Il razionalismo italiano si manifesta inizialmente con l'attività del Gruppo 7 e del MIAR, ove si distingue Giuseppe Terragni, che fra le altre opere realizzerà la Casa del Fascio di Como. Negli anni trenta prende forma e ha maggiore impulso la tendenza, favorita dal regime, al cosiddetto neoclassicismo semplificato di cui Marcello Piacentini sarà l'esponente più rappresentativo.[228] Le tendenze razionaliste trovano diversi sviluppi e reazioni nel dopoguerra diversificandosi sempre più; nel tentativo di umanizzare l'International Style, si sviluppa il neorealismo, al quale subentra il neoliberty e, in seguito, il brutalismo.[219]
Il postmoderno, anticipato da Paolo Portoghesi, trova la sua consacrazione nelle opere di Aldo Rossi.
Tra i principali architetti attivi in Italia tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si ricordano Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, lo svizzero Mario Botta e l'irachena Zaha Hadid.
Pittura e scultura
Le prime rilevanti produzioni artistiche in Italia risalgono al neolitico.[229] Nell'evo antico, etruschi e romani costituiscono grandi poli artistici in grado di rivaleggiare con l'arte greca. Con il tardo impero e le invasioni barbariche si avvia quel processo di decentramento che porta a far fiorire più capitali e più centri artistici come Milano, Ravenna e Pavia. Eccezionale e irripetibile è la fioritura di Palermo sotto gli arabi. Dopo l'anno Mille si ha una ripresa della produzione artistica, che culmina nei grandi cantieri architettonici romanici, in cui viene riavviata anche la scultura monumentale, come con Wiligelmo e Benedetto Antelami.
La pittura invece subisce sorti alterne, restando fermamente ancorata ai modelli bizantini fino al XIII secolo. I mercanti delle repubbliche marinare, portando in patria modelli e spunti da tutto il Mediterraneo, danno impulso alle scuole locali, in cui non mancano di manifestarsi graduali progressi. In Toscana Nicola Pisano, Cimabue e Giotto pongono infatti le basi per una vera e propria rivoluzione figurativa, dove la rappresentazione veritiera dello spazio, della figura umana e dei suoi affetti è alla base di futuri, straordinari sviluppi.[230] L'arte gotica fiorisce con risultati di estrema eleganza in centri come Siena, Milano, Napoli.
Il Rinascimento è un fenomeno culturale di ampia portata, che affonda le radici nell'Umanesimo letterario trecentesco e nel rinnovato interesse per l'arte romana. Agli albori del Quattrocento, a Firenze, Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio stimolano uno sviluppo delle arti all'insegna di un rinnovato rigore, della rinuncia all'"ornato" superfluo e della costruzione geometrica dello spazio, la prospettiva.[231] La loro lezione viene ripresa da altri artisti, che nei loro viaggi diffondono il nuovo stile contaminandolo con le scuole locali e dando origine al periodo straordinario delle corti, in cui centri come Urbino, Ferrara, Mantova, Padova, Rimini, Napoli e l'Umbria, oltre a Firenze, forniscono nuove idee all'insegna di un panorama estremamente ricco e variegato.
Il Cinquecento si apre con figure universali come Leonardo, Raffaello e Michelangelo, tra i più celebri, in assoluto, esponenti del Rinascimento italiano, facendo dell'Italia il modello di riferimento per tutta l'arte europea.[232] La straordinaria stagione della Roma papalina fornisce un modello artistico dominante, al quale solo Venezia, con Giorgione e Tiziano, è in grado di fornire un'alternativa altrettanto valida.[233] Eventi tragici come il Sacco del 1527 portano alla dispersione degli artisti, garantendo però una nuova fioritura periferica.
Quando già le bizzarrie del manierismo, estremo sviluppo del Rinascimento romano e fiorentino, fanno presa in tutta Europa, la storiografia artistica vede la sua nascita con l'opera di Giorgio Vasari, il primo, grande, consapevole documentatore dei fatti artistici fin dai tempi della Grecia classica.
Già alle soglie del Seicento maturano a Bologna, in Lombardia e soprattutto a Roma nuove forme di produzione artistica, tese a una rinnvata attenzione alla verosimiglianza, al quotidiano, alla teatralità. Alla corte dei papi il trionfo della Chiesa romana trova in un nuovo stile, il barocco, un potente mezzo di autocelebrazione e propaganda, con ripercussioni in tutta la scena artistica ormai ampliatasi anche oltre i confini europei. Artisti come Caravaggio, Bernini e Borromini sono i mattatori di un rinnovamento di grande impatto, che si affranca dai canoni dell'arte classica.[234]
Dopo essere diventata la meta di artisti di tutto il mondo, col Grand Tour, aver espresso la grande scuola dei vedutisti veneziani (Canaletto su tutti)[235] e figure come Giambattista Tiepolo, nonché aver ricoperto un ruolo importante durante il periodo neoclassico con Antonio Canova,[236] l'Italia dell'arte perde peso culturale al cospetto di altri paesi europei. Si deve aspettare la fine del XIX secolo per ritrovare esperienze figurative di rilevanza europea, con il movimento dei macchiaioli[237] e quello dei divisionisti,[238] sebbene circoscritti nell'influenza al solo panorama nazionale, se non regionale.
Durante il XX secolo tuttavia l'Italia partecipa a pieno titolo alle rapide vicissitudini dell'arte moderna, con il futurismo (la prima delle avanguardie storiche), la metafisica, l'arte povera e la transavanguardia, fino agli artisti contemporanei, alcuni vere e proprie celebrità rinomate anche all'estero.[239]
Letteratura
La nascita della letteratura italiana si fa canonicamente risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti privati, di manoscritti di carattere religioso, laico e giocoso, a uso della comunità religiosa e laica, ma sempre a un alto livello della scala sociale (per esempio i notai). Ciò che permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.[240] Infatti, prima del Duecento la lingua utilizzata per scrivere i documenti era il latino.
Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (il Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi e le Laude di Jacopone da Todi), la Scuola siciliana (nata a Palermo alla corte di Federico II di Svevia) e, alcuni decenni più tardi, la lirica toscana. A cavallo tra XIII e XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre grandi opere letterarie: la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere di Francesco Petrarca e il Decameron di Giovanni Boccaccio. In questo periodo, inoltre, emergono i poeti Guittone d'Arezzo, Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, in cui è assente la componente religiosa usata dai suoi predecessori.
Nel XV secolo si distinguono invece personaggi poliedrici come Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Lorenzo de' Medici, letterato e mecenate, che promuove la nuova letteratura in volgare, Angelo Poliziano, traduttore del poema Iliade, e Matteo Maria Boiardo, che compone l'Orlando Innamorato. Nel XVI secolo Ludovico Ariosto, compone il poema Orlando Furioso, Niccolò Machiavelli scrive Il Principe, Baldassarre Castiglione scrive Il Cortegiano e Torquato Tasso è autore della Gerusalemme liberata. Nel XVII secolo emergono le figure di Giovan Battista Marino, rappresentante della poesia barocca e di Alessandro Tassoni, ideatore del poema eroicomico, in quello successivo quelle del poeta tragico Vittorio Alfieri e di Giuseppe Parini, autore de Il giorno.
A cavallo tra XVIII e XIX secolo spiccano Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni, Vincenzo Monti, che traduce l'Iliade in lingua italiana, Ugo Foscolo, tra i principali esponenti del neoclassicismo, patriota e sostenitore di Napoleone, Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi (una delle maggiori opere della letteratura italiana) e Giacomo Leopardi, uno dei grandi poeti italiani del XIX secolo. Da citare, nella seconda metà dell'Ottocento, anche la figura di Francesco de Sanctis, critico e storico della letteratura italiana, Emilio Salgari, uno dei padri del romanzo d'avventura, Edmondo De Amicis e Carlo Collodi. Nel XX secolo si distinguono Giosuè Carducci (premio Nobel per la letteratura nel 1906), Giovanni Verga, esponente del verismo, Grazia Deledda, Nobel nel 1926, Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, esponenti del decadentismo italiano, Luigi Pirandello, Nobel nel 1934 e Ignazio Silone. Altri autori importanti del periodo sono stati Giuseppe Ungaretti, Italo Svevo, Italo Calvino, Dino Buzzati, Gianni Rodari, Mario Rigoni Stern e i premi Nobel Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e Dario Fo.
Teatro
Il teatro latino, presente sin dai tempi dell'antica Roma, che in alcune farse ripropone il teatro greco rappresentato nella Magna Grecia, vede all'apice della sua espressione Livio Andronico, Plauto, Terenzio (per la commedia) e Seneca (per la tragedia). Dopo un periodo di decadimento generale delle arti successivo alla caduta dell'impero romano, nel Medioevo il teatro riprende nuovo vigore grazie alle sacre rappresentazioni e all'opera buffonesca e satirica dei giullari.
In età moderna emerge la figura di Carlo Goldoni, che supera la tradizione della commedia dell'arte, sviluppatasi tra XVI e XVIII secolo, basata sull'improvvisazione degli attori e sui canovacci, e introduce una nuova forma di teatro, in cui le maschere vengono progressivamente eliminate e si passa dall'improvvisazione a una recitazione che segue un copione preciso;[241] bisogna inoltre ricordare il melodramma del Metastasio e l'Opera dei Pupi, un teatro delle marionette diffusosi nell'Italia meridionale tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo e inserito dall'UNESCO tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.[242]
Durante il XX secolo spicca la figura di Luigi Pirandello la cui apparizione costituisce uno degli avvenimenti chiave del teatro europeo contemporaneo.[243] Tra gli altri esponenti del periodo vanno annoverati Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Gilberto Govi e Dario Fo.
Fumetto
In ambito letterario da ricordare anche l'importante contributo del fumetto italiano, spesso di rilevanza anche internazionale; tra questi ricordiamo per esempio il Signor Bonaventura, Diabolik e tanti altri.
Musica
La musica italiana comincia a svilupparsi nel Trecento con la diffusione dell'ars nova, che introduce la polifonia nella musica profana. In questo periodo, città come Mantova, Firenze, Ferrara, Venezia, Milano e Roma diventano centri di primo piano nel panorama musicale europeo,[244] mentre nel Quattrocento si ricordano i canti carnascialeschi nati a Firenze nell'epoca di Lorenzo il Magnifico.
Nel Cinquecento si ricordano Costanzo Festa, primo polifonista di fama internazionale,[244] Gioseffo Zarlino, che dà un notevole contributo alla teoria del contrappunto, Pierluigi da Palestrina, tra i più importanti compositori della musica rinascimentale, Luca Marenzio, Carlo Gesualdo, uno dei principali innovatori del linguaggio musicale[244] e Claudio Monteverdi, grazie al quale nasce e si afferma l'opera lirica e in particolare il melodramma,[244][245]. nato a Firenze nel 1598 con l'opera Dafne di Jacopo Peri e Ottavio Rinuccini[246].
Nel Seicento l'Italia è sede delle prime grandi scuole di musica strumentale, che influenzeranno i musicisti di tutta Europa soprattutto attraverso le opere degli autori del periodo barocco Giovanni Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Arcangelo Corelli, che dà un notevole contributo allo sviluppo dell'arte violinistica e del concerto grosso,[247] Antonio Vivaldi, che accentua il virtuosismo individualistico e con il quale il concerto assume una sua struttura definitiva,[247] Domenico e Alessandro Scarlatti, che rinnovano le composizioni per clavicembalo[247] e Giovanni Battista Pergolesi.
Nel Settecento, Luigi Boccherini, Luigi Cherubini e Antonio Salieri, compositore ufficiale della corte asburgica, sono i maggiori rappresentanti della musica strumentale e operistica italiana mentre Napoli diviene, grazie ai suoi conservatori, un vivacissimo centro di formazione e aggiornamento e un indiscusso riferimento nel mondo musicale e teatrale europeo, ove insegnano Alessandro Scarlatti, Francesco Durante, Tommaso Traetta, Niccolò Jommelli, Gaetano Greco, Nicola Antonio Zingarelli e Nicola Porpora, alla cui scuola si formano numerosi castrati, tra cui Carlo Broschi, in arte Farinelli, il più celebre sopranista del Settecento.[248] In tale contesto si sviluppa l'opera buffa, genere operistico della musica intesa come divertimento, rappresentato da compositori come Baldassare Galuppi, Niccolò Piccinni, Pietro Alessandro Guglielmi e Domenico Cimarosa e da opere come La serva padrona, La Cecchina e Il matrimonio segreto.
Del periodo romantico si ricordano opere liriche come il Guglielmo Tell e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, I puritani di Vincenzo Bellini, l'Aida, il Nabucco, La traviata e il Rigoletto di Giuseppe Verdi; sono invece ispirate al verismo la Turandot, Madama Butterfly, la Tosca e La bohème di Giacomo Puccini, i Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Vanno ricordati anche strumentisti come Niccolò Paganini, uno dei maggiori violinisti del XIX secolo;[249] Nella seconda metà dello stesso secolo Giovanni Bottesini, "il Paganini del contrabbasso"[250], riconosciuto universalmente come il massimo virtuoso del suo strumento;[250] Arturo Benedetti Michelangeli, raffinato interprete di pianoforte del XX secolo; Maurizio Pollini, Salvatore Accardo e Uto Ughi, violinisti di fama internazionale e infine il violoncellista Mario Brunello. Tra le orchestre sinfoniche risaltano l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, l'Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo e la Filarmonica della Scala di Milano; tra i direttori d'orchestra spiccano Arturo Toscanini, Ferruccio Busoni, Riccardo Muti, Claudio Abbado. Sono italiani molti interpreti della lirica del XIX e del XX secolo: i tenori Luciano Pavarotti, Enrico Caruso e Giuseppe Di Stefano, i soprani Renata Tebaldi e Katia Ricciarelli, il mezzosoprano Cecilia Bartoli, i bassi-baritoni Ruggero Raimondi e Sesto Bruscantini e i contralti Marietta Alboni, Clorinda Corradi e Rosmunda Pisaroni. E ancora da ricordare Alessandra Ferri e Carla Fracci, onorate del titolo di prima ballerina assoluta.
Il repertorio che va dagli inizi dell'Ottocento all'immediato secondo dopoguerra, la cui epoca d'oro cade a cavallo tra XIX e XX secolo,[251] costituisce la canzone classica napoletana, nata tradizionalmente nel 1839 con Te voglio bene assaje[252] e che annovera brani celebri come 'O sole mio, 'O surdato 'nnammurato e Torna a Surriento.
Nel XX e nel XXI secolo, in seguito al risveglio musicale in atto nei vari paesi europei, alcuni compositori italiani cercano di proporre un nuovo linguaggio musicale come Ildebrando Pizzetti, Alfredo Casella, Ottorino Respighi, Gian Francesco Malipiero e Goffredo Petrassi durante le due guerre mondiali; Bruno Maderna, Franco Donatoni, Luciano Berio, Luigi Nono, Aldo Clementi dal dopoguerra sino ai nostri giorni.
La musica leggera italiana degli ultimi decenni può contare su rassegne canore di rilevanza internazionale come il Festival di Sanremo e lo Zecchino d'Oro.
Cinema
Il cinema italiano nasce nel 1905 a Torino e a Roma[253] e conquista rapidamente un ruolo di primo piano, producendo pellicole come Gli ultimi giorni di Pompei, Quo vadis? e Cabiria che, esportate ovunque, lo collocano ai primi posti nel mondo;[254] nello stesso genere Rodolfo Valentino diviene celebre in America.
Gli anni seguenti vedono la nascita dell'Istituto Luce (1925), del Festival di Venezia (1932), del Centro sperimentale di cinematografia (1935), dell'ENIC (1935) e, promossa dal regime, di Cinecittà (1937), che favorisce lo sviluppo del cinema italiano e che propone, accanto al cinema di propaganda fascista, le pellicole stucchevoli e piccolo borghesi del cinema dei telefoni bianchi.
Nel dopoguerra il cinema italiano dà vita alla stagione del neorealismo, i cui registi più noti - Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Luchino Visconti - ottengono importanti riconoscimenti all'estero, benché accusati in patria di mostrare un paese povero. Nei primi anni cinquanta emerge una generazione di autori, tra cui Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Alberto Lattuada, ai quali si affianca la figura anticonformista di Pier Paolo Pasolini. A livello di consumo di massa incassano miliardi i film "strappalacrime" (Matarazzo).
Negli anni sessanta, nell'Italia del "boom" economico, il cinema si inventa la commedia all'italiana, con registi come Pietro Germi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Luigi Comencini, Dino Risi; è l'ora di Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Totò, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi. Saranno però opere drammatiche a condurre Anna Magnani nel 1956 (prima italiana a vincere la statuetta), e Sophia Loren nel 1962 all'assegnazione dell'Oscar alla miglior attrice.
Negli anni settanta l'ottimismo lascia spazio ad una società tormentata. Emergono il giallo all'italiana (Lucio Fulci e Dario Argento), il cinema politico, con registi come Elio Petri e Francesco Rosi e interpreti come Gian Maria Volonté, oppure quello della difficoltà esistenziale (Marco Bellocchio). Ma nasce anche il filone degli "spaghetti-western", in cui si afferma Sergio Leone.[255] Da ricordare anche le figure di Franco Zeffirelli, Ermanno Olmi, Carlo Verdone, Nanni Moretti e Massimo Troisi.
Con l'avvento della televisione commerciale, emergono difficoltà che permangono nonostante una straordinaria sequenza di successi internazionali, come i 9 premi Oscar assegnati a L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1988), o quelli vinti da Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1990), da Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1992) e da La vita è bella di Roberto Benigni (1999).
Negli anni duemila a incassare maggiormente sono i cosiddetti cine-panettoni,[256] caratterizzati da comicità disimpegnata, ma che fa presa sul largo pubblico, spesso ambientati in luoghi esotici. Gli ultimi successi sono del musicista Ennio Morricone, Oscar sia alla carriera (2007) che nel 2016, e di Paolo Sorrentino, Oscar 2014 con La grande bellezza.
Musei
L'Italia presenta un elevato patrimonio in termini di Musei ed Aree archeologiche, sia in termini di numerosità che di diffusione sul territorio; la rilevazione Istat del 2018 ha evidenziato che in Italia esistono 4 908 strutture mueseali ed archeologiche, che sono presenti in oltre 1/3 dei territori comunali nazionali, ovvero una ogni 50 km² ed una ogni 6 000 abitanti.
In termini regionali queste strutture sono più diffuse in Toscana (553), Emilia-Romagna (454) e Lombardia (433), mentre per quanto riguarda le città, le prime 10 sono Roma (121), Firenze (69), Torino (49), Milano (47), Bologna (46), Trieste (41), Genova (40), Napoli (38), Venezia (37) e Siena (34).
Nel 2018 si è registrato il record annuale di visitatori per le strutture museali ed archeologiche, con un incremento dell'8% rispetto al 2017, che ha raggiunto il numero di 128 milioni di visitatori, il 58,6% dei quali sono stranieri. Il dato registra poi un'alta concentrazione delle presenze, visto che il 55% delle visite, è stato registrato in sole 10 città.[257]
Scienza
Tra gli scienziati si distinguono Galileo Galilei, il fondatore della scienza moderna[258] e Leonardo da Vinci, uno dei geni dell'umanità.[259] Pittore, scultore, architetto, ingegnere, anatomista, letterato, musicista e inventore,[260] rappresenta, nel Rinascimento italiano, lo spirito universalista che lo porta alle maggiori forme di espressione nei diversi campi dell'arte e della conoscenza.[259]
Scienze matematiche, fisiche e naturali
Matematica
Nel corso del Medioevo e del Rinascimento, Leonardo Fibonacci introduce i numeri arabi e scrive nel 1202 il Liber abbaci, Niccolò Tartaglia risolve l'equazione cubica mentre Girolamo Cardano e Paolo Ruffini contribuiscono allo sviluppo dell'algebra. Luca Pacioli pubblica nel 1494 la Summa de arithmetica. A partire dal XVIII secolo diversi matematici italiani contribuiscono alla geometria ed alla nuova disciplina dell'analisi matematica: tra questi Giuseppe Luigi Lagrange, fondatore della meccanica analitica, Giuseppe Peano, noto per il teorema di esistenza di Peano e gli assiomi di Peano che costituiscono tuttora uno dei capitoli fondamentali della logica e dei fondamenti della matematica, Jacopo Riccati, Eugenio Beltrami, Ulisse Dini, Vito Volterra, Guido Fubini, Mauro Picone, Francesco Severi, Guido Castelnuovo, Federigo Enriques, Leonida Tonelli, Renato Caccioppoli,[261][262] Giuseppe Bruno, Ennio De Giorgi ed Enrico Bombieri e Alessio Figalli entrambi insigniti della medaglia Fields; a Bruno de Finetti è dovuta la riformulazione dei fondamenti della probabilità e statistica. Nel XVIII secolo tra le donne si distinse soprattutto Maria Gaetana Agnesi, la prima donna autrice di un libro di matematica[263]. Nei secoli XIX e XX si sviluppano la scuola italiana di geometria algebrica e quella di geometria differenziale, in particolare i lavori di Luigi Bianchi, Tullio Levi-Civita e Gregorio Ricci-Curbastro forniranno ad Albert Einstein gli strumenti matematici per la formulazione della relatività generale.
Fisica
Nel campo della fisica, oltre al già citato Galileo, sostenitore del sistema eliocentrico e della rivoluzione copernicana,[258] che introduce il metodo scientifico e la relatività galileiana, spiccano Alessandro Volta, Luigi Galvani, Augusto Righi e Eugenio Beltrami per le scoperte e le applicazioni relative all'elettricità, mentre a Galileo Ferraris dobbiamo la scoperta del campo magnetico rotante, fenomeno alla base del motore elettrico. Nel Novecento risaltano le figure di Guglielmo Marconi, inventore della radio, Enrico Fermi (e i ragazzi di via Panisperna) per i contributi alla fisica nucleare, Emilio Segrè, scopritore dell'antiprotone, Bruno Rossi per le ricerche sui raggi cosmici, Carlo Rubbia nell'ambito della fisica subnucleare e Riccardo Giacconi per la scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X, tutti vincitori del premio Nobel per la fisica. Lo studioso Nicola Cabibbo contribuisce alla teoria sulle interazioni deboli nel campo della fisica delle particelle, per il quale l'Italia dispone dei laboratori nazionali del Gran Sasso, i laboratori sotterranei più estesi al mondo[264] mentre Federico Faggin contribuisce in maniera essenziale nel campo dei microprocessori.
Chimica
Contributi importanti sono dati da scienziati come Stanislao Cannizzaro inventore della reazione di Cannizzaro, nell'ambito della chimica organica, Ascanio Sobrero, inventore della nitroglicerina, Giacomo Fauser e Luigi Casale, ideatori di un processo di sintesi dell'ammoniaca diffusosi in tutto il mondo e da Amedeo Avogadro, colui che ha introdotto il concetto di mole. Nell'ambito della chimica industriale si distingue Giulio Natta, premio Nobel per la chimica per i suoi studi sui polimeri.[265]
Medicina
La tradizione medica italiana ha origini medievali, con la Scuola medica salernitana, la prima e più importante istituzione medica del Medioevo.[266] Continua attraverso i secoli grazie alle scoperte effettuate da medici come Gabriele Falloppio, che descrive la struttura delle tube di Falloppio, Marcello Malpighi, che formula la teoria del funzionamento dei polmoni e la struttura dei corpuscoli renali, Giovanni Battista Morgagni, considerato il fondatore della contemporanea anatomia patologica, Giovanni Maria Lancisi, il primo medico a ipotizzare la trasmissione della malaria tramite le zanzare e Lazzaro Spallanzani, che confuta la teoria della generazione spontanea; nel XX secolo si sono distinti medici come Camillo Golgi, Daniel Bovet, Salvador Luria, Renato Dulbecco, Rita Levi-Montalcini e Mario Capecchi, tutti insigniti del premio Nobel per la medicina. Nel contesto medico bisogna, inoltre, ricordare la figura di Maria Montessori, pedagogista e, nel 1896 tra le prime donne a laurearsi in medicina.
Scienze umane
Economia
In ambito economico nel Settecento e nell'Ottocento vanno ricordate le figure di Pietro Verri, fondatore de Il Caffè, di Gian Rinaldo Carli, di Quintino Sella, Ministro delle finanze di tre governi e presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei e di Vilfredo Pareto. Nel Novecento spiccano Francesco Saverio Nitti, rispettato economista e politico noto per i suoi studi sulla questione meridionale, Luigi Einaudi, intellettuale ed economista di fama nonché Presidente della Repubblica, Piero Sraffa, che in Produzione di merci a mezzo di merci critica il marginalismo, Franco Modigliani, vincitore del premio Nobel per l'economia nel 1985, Paolo Sylos Labini, Federico Caffè e Tommaso Padoa-Schioppa, già Ministro dell'economia e delle finanze e dirigente del Fondo Monetario Internazionale.
Geografia
L'interesse alle esplorazioni geografiche, che nel Duecento aveva portato Marco Polo fino in Cina seguendo la Via della seta, raggiunge il culmine nel XV e XVI secolo: in tale periodo si collocano i viaggi di Cristoforo Colombo, a cui si deve la scoperta dell'America, di Giovanni Caboto, che scopre il Canada arrivando in Nuova Scozia, di Amerigo Vespucci, che esplora il Nuovo Mondo che, in suo onore, verrà chiamato America e di Giovanni da Verrazzano, che esplora le coste atlantiche nordamericane. E ancora nel XVI secolo importante la figura del gesuita Matteo Ricci, che divulga in Cina la cultura occidentale. Nel XX secolo Umberto Nobile, a bordo del dirigibile Norge, è il primo a trasvolare il Polo nord. Ecco un breve riassunto delle principali esplorazioni geografiche:
- 12 ottobre 1492: scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo
- 24 giugno 1497: scoperta del Canada: Giovanni Caboto sbarca lungo le coste canadesi
- 1498: sbarco lungo le coste del Venezuela da parte di Cristoforo Colombo e esplorazioni di Amerigo Vespucci
- 1880: viene fondata Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, dall'esploratore italiano Pietro Savorgnan di Brazzà
- 25 maggio 1928: esplorazioni polari italiane: si consuma la tragedia del Dirigibile Italia, al polo nord, comandato da Umberto Nobile
Filosofia e storiografia
Nel campo della filosofia si distinguono in epoca tardo romana e medievale Severino Boezio, le cui opere influenzano la filosofia cristiana del Medioevo, perciò considerato da alcuni fondatore della Scolastica,[267] Tommaso d'Aquino, filosofo scolastico tra i più noti e Bonaventura da Bagnoregio, importante esponente della scuola francescana[268]. Tra i filosofi moderni vanno citati Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, esponenti del neoplatonismo, Bernardino Telesio, precursore dell'empirismo moderno,[269] e autore del trattato De rerum natura iuxta propria principia (1570), Giordano Bruno, esponente del naturalismo rinascimentale, che anticipa per via filosofica le scoperte dell'astronomia e Tommaso Campanella. Durante il XVIII e il XIX secolo spiccano Giambattista Vico, teorico dei "corsi e ricorsi storici" in opposizione alla filosofia cartesiana, l'illuminista Cesare Beccaria, Antonio Rosmini, critico verso l'illuminismo e il sensismo e Vincenzo Gioberti. Tra i filosofi contemporanei vanno ricordati lo storicista Benedetto Croce, ideologo del liberalismo e, come Giovanni Gentile, importante esponente del neoidealismo e Antonio Gramsci, di tradizione marxista.
Tra gli storici figurano Landolfo Sagace, che integra la Historia romana di Paolo Diacono con la sua Historia Miscella, Lorenzo Valla, filologo, iniziatore del revisionismo storiografico, Francesco Guicciardini, noto per aver scritto la Storia d'Italia, Ludovico Antonio Muratori, considerato il padre della storiografia italiana e personaggio di primo piano del settecento italiano, Scipione Maffei, punto di riferimento per intellettuali italiani e governanti riformatori durante il Settecento, Gaetano De Sanctis, direttore della Rivista di filologia e di istruzione classica e presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana dal 1947 al 1954, Gioacchino Volpe, Federico Chabod, direttore della Rivista storica italiana, e Renzo De Felice, studioso del fascismo. Da ricordare Ciriaco Pizzecolli, il fondatore dell'Archeologia classica.
Scienze applicate
Ingegneria
L'ingegneria civile conosce un grande sviluppo nella penisola sin dall'epoca romana, producendo grandi opere urbane visibili ancora oggi (strade, ponti, acquedotti, edifici pubblici quali le terme, ecc.). Tale eredità sarà ripresa nell'urbanistica del Rinascimento, che vide anche un avanzamento nella tecnologia ad uso militare.
In età moderna, numerosi sono gli inventori degni di nota, come ad esempio Alessandro Cruto, pioniere della lampadina ad incandescenza, Antonio Pacinotti, pioniere dei motori elettrici, Antonio Meucci, che contribuisce all'invenzione del telefono, Innocenzo Manzetti, eclettico inventore ottocentesco inventore tra le altre cose di un'auto a vapore, di un automa capace di suonare il flauto e di un primo prototipo di telefono, mentre nel novecento, Pier Giorgio Perotto, ideatore del primo personal computer, la Programma 101. Nel 1988, un ricercatore del laboratorio CSELT (creato nel 1964 sul modello dei Bell Labs), Leonardo Chiariglione, fonda il gruppo MPEG che produrrà numerosi standard di internet: ad esempio il noto Mp3, di cui nel 1992 lo stesso CSELT dimostrò la prima versione funzionante.
L'Italia nello spazio
- 15 dicembre 1964: viene lanciato il primo satellite italiano, il San Marco 1
- 31 luglio 1992: Franco Malerba, in seguito alla missione spaziale STS-46, è il primo italiano ad andare nello spazio
- 9 luglio 2013: Luca Parmitano è il primo italiano ad effettuare un'attività extraveicolare (EVA)
- 23 novembre 2014: Samantha Cristoforetti, in seguito alla missione Expedition 42, è la prima donna italiana ad andare nello spazio
Altre scienze
Nell'ambito delle scienze politiche vanno citati Niccolò Machiavelli, uno dei padri della scienza politica moderna, Gaetano Mosca, sostenitore dell'elitismo, Augusto Del Noce, politologo di ispirazione cattolica e Norberto Bobbio, influente personalità culturale dell'Italia del ventesimo secolo.
Nel campo antropologico Giustiniano Nicolucci, fondatore della scuola italiana di antropologia e autore di Delle Razze Umane, il primo trattato italiano di antropologia e paletnologia, Paolo Mantegazza, uno dei primi divulgatori in Italia delle teorie darwiniane, Cesare Lombroso, pioniere degli studi sulla criminalità e Ernesto de Martino.
Fra gli psicologi vanno ricordati Roberto Ardigò, promotore di una concezione scientifica della psicologia, Sante De Sanctis, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia, Giulio Cesare Ferrari, pioniere della psicologia sperimentale italiana,[270] Vittorio Benussi, esponente di spicco della Scuola di Graz e maestro di Cesare Musatti, padre della percettologia e della psicoanalisi in Italia.[271]
Per la pedagogia Ferrante Aporti, pioniere dell'educazione scolastica infantile, i già citati Roberto Ardigò e Giovanni Gentile, Maria Montessori, che propone un nuovo metodo educativo, le Sorelle Agazzi, pedagogiste sperimentali e Mario Lodi.
Nel campo della linguistica il poeta Giacomo Leopardi, Luigi Ceci e Antonino Pagliaro, i fondatori della glottologia moderna mentre tra i giuristi, oltre a Vico, si ricordano Baldo degli Ubaldi, Cesare Beccaria, Costantino Mortati, Salvatore Satta e Giuseppe Dossetti.
Da ricordare anche il geologo Giuseppe Mercalli, inventore della scala Mercalli, che realizza la prima carta sismica del territorio italiano.
Nell'informatica teorica ricordiamo infine i contributi di Corrado Böhm, autore di teoremi sui linguaggi formali.
Tradizioni
Tradizioni e folclore
L'Italia annovera numerose tradizioni storiche e folcloristiche di vario genere,[272] famose anche a livello internazionale, come ad esempio il Palio di Siena. Oltre al Palio, una certa importanza nella tradizione italiana assume il carnevale: manifestazioni caratteristiche sono il Carnevale di Viareggio, di Venezia, Acireale, Sciacca, Termini Imerese, il Carnevale di Fano che è il carnevale più antico d'Italia[273], di Putignano, il carnevale più lungo d'Italia e il più antico d'Europa[274], il Carnevale Storico di Pont-Saint-Martin[275], di Ivrea e di Mamoiada (con i caratteristici Mamuthones), e ancora i riti della Settimana Santa di alcuni comuni, oltre a varie tradizioni tipo l'infiorata di Genzano, la giostra del Saracino ad Arezzo, la festa dei ceri a Gubbio, la giostra della Quintana a Foligno, la Sagra dei Misteri a Campobasso[276] e il calcio storico fiorentino. Dal 2013 l'UNESCO ha inserito tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità la rete delle grandi macchine a spalla italiane,[277] comprendente la varia di Palmi, la macchina di Santa Rosa a Viterbo, la festa dei Gigli di Nola e la faradda di li candareri di Sassari.
Gastronomia
La cucina italiana, una delle più note e apprezzate nel mondo, conta su una vasta gamma di prodotti enogastronomici, molto vari da zona a zona, dovuti sia a fattori storici (numerosi popoli l'hanno abitata nel corso dei secoli) sia climatico-territoriali, dal clima montano delle Alpi a quello continentale della pianura Padana al temperato delle zone costiere.[278]
Come in altri paesi europei del mediterraneo, sono presenti tratti distintivi ed elementi che caratterizzano la dieta mediterranea, un modello nutrizionale che usa alimenti naturali come legumi, cereali, carni bianche e pesce azzurro, frutta e verdura e pochi grassi (con utilizzo prevalente dell'olio extravergine di oliva),[279] inserita nel 2010 nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità.[242] Alcuni alimenti, come la pasta e la pizza, sono simboli universalmente riconosciuti della cucina italiana.[278]
I prodotti agroalimentari tradizionali italiani sono inclusi dal Ministero dell'Agricoltura in un apposito elenco;[280] a essi vanno aggiunti, ai sensi del Regolamento CE 510/2006, i prodotti DOP e IGP italiani e i vini IGT, DOC e DOCG.[281]
Alcune associazioni, come Slow Food e l'Accademia italiana della cucina, si occupano della riscoperta per la gastronomia e l'enologia e della salvaguardia delle tradizioni regionali italiane.
Sport
Nel 2013 le federazioni sportive affiliate al CONI sono 45 con 4 500 327 praticanti, e 19 discipline associate. La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha il maggior numero di tesserati con 1 098 450 atleti iscritti, seguita dalla Federazione Italiana Pallavolo con 365 732 tesserati e dalla Federazione Italiana Pallacanestro con 313 587 tesserati.[282]
A livello amatoriale, nel 2010 risultano oltre 19 milioni di individui che praticano almeno uno sport, pari al 33% della popolazione, a fronte di oltre 22 milioni, esattamente il 38,3%, che non svolgono alcuna attività fisica.[282] Secondo un rapporto CENSIS-CONI del 2008, le attività ginniche equivalgono al calcio come sport più praticato, seguite dagli sport acquatici, il ciclismo, l'atletica leggera, gli sport invernali e il tennis.[283]
La Serie A del campionato italiano di calcio è uno dei più importanti e seguiti campionati calcistici del mondo,[284] nonché il quarto più competitivo d'Europa secondo il ranking stilato dall'UEFA nel 2015.[285] La Nazionale italiana di calcio è una delle più titolate, avendo vinto quattro mondiali, due europei e un'Olimpiade.
Tra gli altri sport popolari vi sono la pallacanestro, la pallavolo, il rugby, il ciclismo (che conta competizioni internazionali come il Giro d'Italia e la Milano-Sanremo), l'atletica leggera, la scherma e gli sport acquatici, come nuoto, pallanuoto e tuffi; infine, negli sport motoristici (automobilismo e motociclismo), vanno ricordati gli autodromi di Monza, Imola, Misano e del Mugello, le case motociclistiche, come Aprilia, Gilera, MV Agusta e Ducati e automobilistiche, come la Lamborghini o la Ferrari, che in Formula 1 detiene il record di titoli per piloti e costruttori, di vittorie per singole gare e di presenza ininterrotta dall'istituzione del campionato mondiale di Formula 1.[286]
Per quanto riguarda i Giochi olimpici, Roma ha ospitato i Giochi della XVII Olimpiade, Cortina d'Ampezzo i VII Giochi olimpici invernali e Torino i XX Giochi olimpici invernali.
Nonostante le severe sanzioni delle federazioni sportive, anche lo sport italiano risente di effetti negativi come la diffusione del doping tra gli sportivi, professionisti e amatori (nel 2007 le federazioni hanno eseguito 11 250 controlli, con un tasso di positività dello 0,6%), la corruzione (caso eclatante nel 2006 è stato Calciopoli), gli eccessi economici, la violenza negli stadi e le discriminazioni.[283]
La maglia azzurra è l'uniforme adottata da quasi tutte le compagini sportive che rappresentano l'Italia in ambito internazionale.
Note
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Voci correlate
Storia
- Storia d'Italia
- Italia preistorica e protostorica
- Italia romana
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- Risorgimento
- Storia d'Italia (1861-oggi)
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Collegamenti esterni
- Governo Italiano, su governo.it.
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- Italia, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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