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Versione delle 22:04, 13 mag 2008
Template:Membro delle istituzioni italiane
Gianni Alemanno, all'anagrafe Giovanni Alemanno (Bari, 3 marzo 1958), è un politico italiano, sindaco di Roma dal maggio 2008. È stato ministro delle politiche agricole dal 2001 al 2006.
Biografia
Figlio di un ufficiale dell'esercito, trascorre a Bari la prima infanzia e si trasferisce a Roma all'età di 12 anni.
Dal 1992 Alemanno è sposato con Isabella Rauti (figlia di Pino Rauti, oggi dirigente del partito Movimento Idea Sociale) con la quale ha un figlio.
Laureato in ingegneria per l'ambiente e il territorio nel 2004, è giornalista pubblicista.
Appassionato di alpinismo, nel 2004 è stato Capo spedizione onorario nella scalata del K2 per il cinquantenario della conquista italiana della seconda vetta del mondo.
Attività politica
Alemanno entra da giovanissimo in politica, nelle organizzazioni giovanili del MSI-DN diventando segretario provinciale romano del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile missino.
Nel 1983 subì la perdita dell'amico Paolo di Nella, un militante ucciso da sicari di estrema sinistra, tuttora impuniti.[1]
Nel 1988 diventa Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del MSI, succedendo a Gianfranco Fini che la gestiva dal 1977. Resterà in carica fino al 1991, caratterizzando il suo segretariato per una più spiccata linea movimentista e per la ripresa di tematiche sociali e antiamericane.
Il 13 giugno 1991 Umberto Bossi partecipa a una manifestazione della Lega Sud in Sicilia a Catania e viene aspramente contestato dal Fronte della Gioventù guidato proprio da Alemanno (ANSA 13.6.1991)
È stato fondatore e promotore della società di servizi "Euroservice" nel 1990, operativa nel campo dei servizi dell'edilizia e del lavoro giovanile, ed è membro onorario della Camera del commercio e dell'industria dell'Argentina.
Dopo esser stato eletto nel 1990 nel Consiglio regionale del Lazio, nel 1994 viene eletto alla Camera dei Deputati al maggioritario, nel collegio 19 della circoscrizione Lazio 1. Nello stesso anno è nominato dirigente del "Dipartimento per le politiche del volontariato e dell'associazionismo" di Alleanza nazionale.
L'adesione ad Alleanza Nazionale
Il 1994 e il 1995 sono gli anni della "svolta", in cui Alemanno, insieme agli altri dirigenti del Movimento Sociale, decide di aderire ad Alleanza Nazionale, abiurando le vecchie posizioni estremiste, in favore di una destra liberale e conservatrice.
Nel 1996 viene rieletto alla Camera dei deputati nel proporzionale.
Ha fondato insieme a Francesco Storace l'associazione "Area" e attuale membro del comitato di direzione dell'omonimo mensile di attualità politica e culturale. Alemanno e Storace sono stati in AN i principali esponenti della corrente Destra Sociale.
È stato impegnato in associazioni culturali e di volontariato, ha contribuito a promuovere molte iniziative culturali e non profit, tra cui l'"Associazione culturale di Area", il gruppo ambientalista "Fare Verde, l'ONG per la cooperazione internazionale "Movimento comunità", l'associazione di volontariato "Modavi" e la Fondazione "Nuova Italia".
Nel 2000 è stato responsabile organizzativo della campagna elettorale di Francesco Storace per la Presidenza della Regione Lazio e, l'anno seguente, responsabile del programma politico del candidato a sindaco di Roma, Antonio Tajani.
Alle elezioni politiche 2001, è stato rieletto alla Camera nel maggioritario nel collegio 21 della circoscrizione Roma 1.
È stato dal 2001 al 2006 Ministro delle Politiche Agricole e Forestali durante i Governi Berlusconi II e III. Come ministro portò avanti alcune battaglie ambientaliste a favore delle coltivazioni biologiche e in difesa dei prodotti nazionali. Massimo D'Alema disse di Alemanno che era stato «il miglior ministro del governo Berlusconi».[2]
Nel novembre 2003 è stato promotore e presidente della prima Conferenza euro-mediterranea sulla Pesca e sulla Agricoltura, in cui sono state definite nuove regole per difendere gli interessi dei pescatori e degli agricoltori.
Il 19 novembre 2004 è stato nominato vicepresidente di Alleanza Nazionale insieme ad Altero Matteoli e Ignazio La Russa. Carica che ha poi abbandonato nel 2005.
Dal 2005 è presidente onorario dell'Associazione cima Giovanni Paolo II.
L'11 maggio 2006 è stato vittima di un tentativo di aggressione mentre presenziava all'abbattimento di un ponte nel quartiere Laurentino 38 a Roma messo in atto da un gruppo di qualche centro sociale autogestito ed estremisti, circa una trentina. Il lancio di sassi e altri oggetti ha ferito un agente di polizia della scorta, colpito da una bottiglia di vetro.
Alle Elezioni Amministrative 2006 è stato il candidato sindaco di Roma della Casa delle libertà, sfidante di Walter Veltroni. Alemanno raccolse il 37,1% dei voti, contro il 61,4% di Veltroni, che venne così rieletto.
Tuttavia, in seguito alle dimissioni di quest'ultimo avvenute dopo neanche due anni (dovute alla candidatura di Veltroni alla presidenza del consiglio), Alemanno è stato riproposto come candidato sindaco di Roma dal neonato partito del Popolo della Libertà.
L'elezione a sindaco di Roma
Per la sua candidatura a sindaco ha ricevuto l'appoggio delle seguenti liste: il Popolo della Libertà, il Popolo della vita, il Partito Repubblicano Italiano, La voce dei Consumatori, il Movimento per l'Autonomia, e una Lista Civica per Alemanno.
Svolgendo una campagna elettorale all'insegna del cambiamento, Alemanno ha titolato i suoi manifesti elettorali "Roma Cambia", e ha sottoscritto insieme ad Alfredo Antoniozzi (candidato per la provincia di Roma) e agli altri dirigenti del Popolo della Libertà un patto con Roma basato su 16 punti da realizzare in caso di elezione [1]. Ha affermato di tenere in particolare alla sicurezza delle persone e di voler combattere il degrado cittadino.
Il 13 e 14 aprile 2008 si è tenuto il primo turno delle elezioni, dove ha ottenuto il 40,7% dei voti, raggiungendo il ballottaggio contro il candidato del Partito Democratico, Francesco Rutelli. Per il secondo turno Alemanno non ha chiesto apparentamenti ufficiali con la Destra di Storace o con l'UDC, ma ha chiesto ai cittadini un voto "secondo coscienza".[3]Il dirigente de La Destra Francesco Storace ha comunque deciso di sostenere Alemanno anche senza un apparentamento ufficiale.[4]
Il 24 aprile, agli sgoccioli della campagna elettorale per il ballottaggio, Alemanno ha visitato la Grande Moschea di Roma per un incontro ufficiale con la comunità musulmana capitolina. L'incontro è stato molto apprezzato poiché è stato il primo nella storia con un candidato sindaco a Roma. Durante il breve incontro Alemanno ha sottolineato il suo impegno per il rispetto reciproco delle identità e ha proposto trasporti pubblici più efficienti per il centro islamico e corsi di italiano dentro la moschea, "perché la lingua è la base dell´integrazione".[5]
Al ballottaggio, il 28 aprile 2008 è stato eletto con 783.225 voti su 1.459.697, il 53,656 % del totale dei voti validi. [6] Subito dopo l'elezione Alemanno ha dichiarato di voler essere il sindaco di tutti i romani, senza pregiudizi e divisioni; e ha dedicato la vittoria a Gianfranco Fini e Tony Augello[7] . I festeggiamenti per l'avvenuta vittoria di Alemanno a sindaco sono stati al centro di aspre polemiche da parte di avverse forze politiche a causa della presenza di alcune decine di manifestanti che hanno esultato con saluti romani ed esibizione di croci celtiche[8]ma il neo-eletto sindaco ha poi preso le distanze da tali manifestanti dichiarando la sua intenzione di collaborare con i dirigenti di tutte le comunità etniche e religiose presenti nelle capitale.[9]
Nei primi giorni di maggio Alemanno, appoggiato dal critico d'arte Vittorio Sgarbi, ha ribadito l'intenzione, già espressa in campagna elettorale, di smantellare la teca dell'Ara Pacis, oggetto di polemiche perché ritenuta in contrasto con l'ambiente circostante, e per il fatto che la costruzione dell'opera sarebbe stata assegnata unilateralmente all'architetto newyorkese Richard Meier. Alemanno ha comunque tenuto a precisare che non si tratta di una priorità, e che eventualmente sottoporrà la decisione a referendum.[10]
Vicende giudiziarie
Sul finire del periodo turbolento degli anni di piombo, Alemanno venne fermato nel novembre 1981 per aver partecipato insieme ad altri quattro componenti del Fronte della Gioventù all’aggressione di uno studente di 23 anni. Venne poi prosciolto. (Ansa, 20/11/1981)
Nel 1982 fu denunciato a piede libero con l'accusa di aver lanciato una bomba Molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica a Roma ma poi venne prosciolto per non aver commesso il fatto.[11] (Ansa, 15/05/1988)
Il 29 maggio 1989 fu arrestato a Nettuno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, e tentato blocco di corteo ufficiale, in occasione della visita del Presidente degli Stati Uniti d'America, George H. W. Bush, al cimitero di guerra americano. È stato poi prosciolto da ogni accusa.[11] [12](Ansa 29 e 30/05/1989)
Indagato dal Tribunale dei ministri per presunti finanziamenti illeciti ricevuti da Calisto Tanzi per la sua rivista «Area», è stato prosciolto l'11 gennaio 2007 perché il fatto non sussiste. (Ansa 6/03/04, 11/01/07)
Opere
- Intervista sulla destra sociale, con Angelo Mellone, 2002. ISBN 8831780824
Parentele
- La sorella, Gabriella, è direttrice delle strategie dei Monopoli di Stato[13]
- È sposato con Isabella Rauti, figlia di Pino Rauti
Note
- ^ AGI News On
- ^ Da un articolo del 27 Aprile 2008 nella sezione Il Giornale
- ^ Alemanno: «Andremo da soli», su corriere.it, Corriere della Sera, 19 aprile 2008. URL consultato il 27-4-2008.
- ^ Roma, Storace si schiera con Alemanno. Rutelli: "Battaglia difficile", su adnkronos.com, Adnkronos, 23 aprile 2008. URL consultato il 27-4-2008.
- ^ Gabriele Isman, Alemanno va alla Moschea "Fate anche corsi di italiano", su roma.repubblica.it, La Repubblica Roma, 25 aprile 2008. URL consultato il 29-4-2008.
- ^ Elezioni Comunali del 27 - 28 aprile 2008 - II Turno, su ballottaggi.interno.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 28/4/2008.
- ^ Campidoglio: Alemanno, dedico vittoria a Augello e Fini, su news.kataweb.it, Kataweb, 28 aprile 2008. URL consultato il 05-5-2008.
- ^ La festa degli ex-missini, su repubblica.it, La Repubblica. URL consultato il 28/04/2008.
- ^ Alemanno: chiudere con nostalgie, credo in democrazia, su repubblica.it, La Repubblica. URL consultato il 30/04/2008.
- ^ Alemanno: «Via la teca dall'Ara Pacis»
- ^ a b Alessandro Giuli, Due tipi belli, brutti, sporchi e cattivi/2, su ilfoglio.it, Il Foglio, 27 aprile 2008. URL consultato il 27-4-2008.
- ^ Gianna Fregonara, L' «altro» antiamericanismo? Rauti e Mussolini resistono, Alemanno e Storace «pentiti», su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 5 giugno 2007. URL consultato il 27-4-2008.
- ^ Scandalo Monopoli, Di Pietro scrive a Prodi, su ilsecoloxix.it, Il Secolo XIX, 6 settembre 2007. URL consultato il 27-4-2008.
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Gianni Alemanno
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gianni Alemanno
- Wikinotizie contiene l'articolo Elezioni amministrative italiane 2008: è Gianni Alemanno il nuovo sindaco di Roma
Collegamenti esterni
- Sito web ufficiale di Gianni Alemanno
- Sito web ufficiale di Gianni Alemanno candidato a sindaco di Roma
- Gianni Alemanno, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni audiovideo integrali di Gianni Alemanno sul sito di Radio Radicale