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Diocesi di Novara: differenze tra le versioni

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Con l'episcopato di [[Marco Aurelio Balbis Bertone]] ebbe termine l'alta signoria (ovvero la quasi sovranità e superiorità feudale) dei [[Vescovo|vescovi]] sulla [[Riviera di San Giulio]] e [[Orta San Giulio|Orta]], su [[Gozzano]] e la sua pieve e su [[Soriso]]. Balbis Bertone infatti cedette al Regio Patrimonio del Regno di Sardegna tutti i suoi diritti su quei territori con atto rogato il 15 giugno 1767 (approvato con rescritto da re [[Carlo Emanuele III di Savoia|Carlo Emanuele III]] datato 19 giugno 1767 e da [[papa Clemente XIII]] con la bolla ''Regimini universalis Ecclesiae'', datata 18 luglio 1767.<ref>{{la}} [https://books.google.it/books?id=4pVtxMoWOTUC&printsec=frontcover#v=onepage Bolla ''Regimini universalis Ecclesiae''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo III, Romae, 1838, p. 437 e sgg.</ref> Monsignor Balbis Bertone venne retroinfeudato per sé e per i suoi successori in perpetuo - senza cioè bisogno di rinnovare mai l'investitura - di San Giulio e Orta con il titolo di marchese con lettere patenti datate 17 giugno 1767. Egli ottenne, poi, l'erezione del feudo a principato con lettere patenti datate 19 ottobre 1767: da allora egli e i suoi successori si intitolarono "principi di San Giulio e Orta". Tra le località comprese nella Riviera di San Giulio vi era anche [[Vespolate]]. Il marchese milanese Paolo Caroelli di [[Nibbiola]] e [[Garbagna Novarese|Garbagna]], il quale aveva ereditato dal proprio padre il feudo di Vespolate (del quale la sua famiglia riceveva investitura con il titolo di signore dal vescovo di Novara), refutò questo feudo al Regio Patrimonio del Regno di Sardegna in data 31 luglio 1767. Monsignor Balbis Bertone ottenne dalla Corona la concessione e l'infeudazione di Vespolate con lettere patenti datate 31 luglio 1767, venendone investito con il titolo di marchese per sé e per i propri successori con lettere patenti del 31 agosto 1767.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Alberto Casella|titolo=Cadetti della Real Casa, feudatari del Papa e dell’Imperatore, principi - vescovi. Il titolo di principe in Piemonte (seconda parte)|rivista=Rivista del Collegio Araldico|volume=anno CXIX|numero=n. 2 (dicembre 2022)|p=123}}</ref>
Con l'episcopato di [[Marco Aurelio Balbis Bertone]] ebbe termine l'alta signoria (ovvero la quasi sovranità e superiorità feudale) dei [[Vescovo|vescovi]] sulla [[Riviera di San Giulio]] e [[Orta San Giulio|Orta]], su [[Gozzano]] e la sua pieve e su [[Soriso]]. Balbis Bertone infatti cedette al Regio Patrimonio del Regno di Sardegna tutti i suoi diritti su quei territori con atto rogato il 15 giugno 1767 (approvato con rescritto da re [[Carlo Emanuele III di Savoia|Carlo Emanuele III]] datato 19 giugno 1767 e da [[papa Clemente XIII]] con la bolla ''Regimini universalis Ecclesiae'', datata 18 luglio 1767.<ref>{{la}} [https://books.google.it/books?id=4pVtxMoWOTUC&printsec=frontcover#v=onepage Bolla ''Regimini universalis Ecclesiae''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo III, Romae, 1838, p. 437 e sgg.</ref> Monsignor Balbis Bertone venne retroinfeudato per sé e per i suoi successori in perpetuo - senza cioè bisogno di rinnovare mai l'investitura - di San Giulio e Orta con il titolo di marchese con lettere patenti datate 17 giugno 1767. Egli ottenne, poi, l'erezione del feudo a principato con lettere patenti datate 19 ottobre 1767: da allora egli e i suoi successori si intitolarono "principi di San Giulio e Orta". Tra le località comprese nella Riviera di San Giulio vi era anche [[Vespolate]]. Il marchese milanese Paolo Caroelli di [[Nibbiola]] e [[Garbagna Novarese|Garbagna]], il quale aveva ereditato dal proprio padre il feudo di Vespolate (del quale la sua famiglia riceveva investitura con il titolo di signore dal vescovo di Novara), refutò questo feudo al Regio Patrimonio del Regno di Sardegna in data 31 luglio 1767. Monsignor Balbis Bertone ottenne dalla Corona la concessione e l'infeudazione di Vespolate con lettere patenti datate 31 luglio 1767, venendone investito con il titolo di marchese per sé e per i propri successori con lettere patenti del 31 agosto 1767.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Alberto Casella|titolo=Cadetti della Real Casa, feudatari del Papa e dell’Imperatore, principi - vescovi. Il titolo di principe in Piemonte (seconda parte)|rivista=Rivista del Collegio Araldico|volume=anno CXIX|numero=n. 2 (dicembre 2022)|p=123}}</ref>


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Il vescovo cardinale [[Giuseppe Morozzo Della Rocca|Giuseppe Morozzo della Rocca]] ottenne dal re di Sardegna con lettere patenti datate 7 ottobre 1817 l'erezione del titolo di marchese di [[Vespolate]] a quello di principe, che si andò così ad aggiungersi a quello di "principe di San Giulio e Orta" (anch'esso concesso ai vescovi novaresi nel 1767). Egli e i suoi successori, così, si intitolarono principi di San Giulio e Orta e principi di Vespolate.<ref name=":0" />
Il vescovo cardinale [[Giuseppe Morozzo Della Rocca|Giuseppe Morozzo della Rocca]] ottenne dal re di Sardegna con lettere patenti datate 7 ottobre 1817 l'erezione del titolo di marchese di [[Vespolate]] a quello di principe, che si andò così ad aggiungersi a quello di "principe di San Giulio e Orta" (anch'esso concesso ai vescovi novaresi nel 1767). Egli e i suoi successori, così, si intitolarono principi di San Giulio e Orta e principi di Vespolate.<ref name=":0" />

Versione delle 16:56, 5 nov 2024

Diocesi di Novara
Dioecesis Novariensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoFranco Giulio Brambilla
Vicario generaleFausto Cossalter
Presbiteri329, di cui 258 secolari e 71 regolari
1.585 battezzati per presbitero
Religiosi102 uomini, 632 donne
Diaconi19 permanenti
 
Abitanti562.750
Battezzati521.730 (92,7% del totale)
StatoItalia
Superficie4.283 km²
Parrocchie343 (6 vicariati)
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano e ambrosiano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniSan Gaudenzio
IndirizzoVia Puccini 11, 28100 Novara, Italia
Sito webwww.diocesinovara.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il palazzo vescovile.

La diocesi di Novara (in latino Dioecesis Novariensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2021 contava 521.730 battezzati su 562.750 abitanti. È retta dal vescovo Franco Giulio Brambilla.

Territorio

La diocesi comprende la quasi totalità della provincia di Novara (eccetto i comuni di Biandrate, Casalbeltrame, Casaleggio Novara, Landiona, Recetto, San Nazzaro Sesia, Vicolungo e Vinzaglio, che appartengono all'arcidiocesi di Vercelli), l'intera provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il comune di Villata e il territorio della Valsesia in provincia di Vercelli.

Sede vescovile è la città di Novara, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. In diocesi sorgono 6 basiliche minori:

Nell'unità pastorale di Cannobio è adottato il rito ambrosiano (parrocchie di Cannobio, Sant'Agata, San Bartolomeo Valmara, Traffiume, Falmenta, Crealla, Cavaglio-Spoccia, Gurrone, Cursolo-Orasso, Gurro, Trarego Viggiona e Cannero Riviera) in virtù del fatto che l'alto Verbano è stato, prima dell'incorporazione nella diocesi novarese (1817), parte dell'arcidiocesi di Milano; il rito è stato ripristinato integralmente con il sinodo diocesano del 1990.

È la più estesa diocesi del Piemonte e la seconda per numero di battezzati e parrocchie dopo l'arcidiocesi di Torino.[1] Il territorio si estende su 4.283 km² ed è suddiviso in 343 parrocchie raggruppate in 27 unità pastorali missionarie[2], che a loro volta fanno capo a sei vicariati: Novara città, Ovest Ticino, Aronese e Borgomanerese, Laghi, Ossola e Valsesia.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Novara.

La diocesi confina a nord con la diocesi di Sion e la diocesi di Lugano, entrambe in territorio svizzero; ad est con l'arcidiocesi di Milano; a sud con la diocesi di Vigevano e l'arcidiocesi di Vercelli con la quale confina ad ovest, assieme alla diocesi di Aosta; per un breve tratto confina anche con la diocesi di Biella.

Storia

La diocesi risale al IV secolo, come sede suffraganea dell'arcidiocesi di Milano. Protovescovo fu san Gaudenzio, patrono della diocesi, consacrato da san Simpliciano, successore di sant'Ambrogio; la sua vita fu scritta nell'VIII secolo per ordine del vescovo Leone.

Novara è una delle poche diocesi italiane di cui si conservano i dittici con la cronotassi completa dei vescovi dalle origini fino al medioevo: due sono i dittici giunti fino a noi, quello della cattedrale e quello della basilica di San Gaudenzio. Solo a partire dal vescovo Attone (inizio IX secolo) sono riportati nei dittici riferimenti cronologici certi; dei 31 vescovi precedenti, sono pochi quelli attestati storicamente anche da altre fonti. Tra questi il primo è Simpliciano, che partecipò al sinodo provinciale di Milano, indetto dal metropolita Eusebio nel 451 per approvare il tomo di papa Leone Magno contro i Monofisiti.

Risale all'inizio dell'XI secolo la prima menzione del capitolo della cattedrale, che risultava composto di un arcidiacono, un arciprete, un primicerio, un cantore, un grammatico, un preposto, quattro diaconi, dieci suddiaconi e undici preti.

Con l'episcopato di Marco Aurelio Balbis Bertone ebbe termine l'alta signoria (ovvero la quasi sovranità e superiorità feudale) dei vescovi sulla Riviera di San Giulio e Orta, su Gozzano e la sua pieve e su Soriso. Balbis Bertone infatti cedette al Regio Patrimonio del Regno di Sardegna tutti i suoi diritti su quei territori con atto rogato il 15 giugno 1767 (approvato con rescritto da re Carlo Emanuele III datato 19 giugno 1767 e da papa Clemente XIII con la bolla Regimini universalis Ecclesiae, datata 18 luglio 1767.[3] Monsignor Balbis Bertone venne retroinfeudato per sé e per i suoi successori in perpetuo - senza cioè bisogno di rinnovare mai l'investitura - di San Giulio e Orta con il titolo di marchese con lettere patenti datate 17 giugno 1767. Egli ottenne, poi, l'erezione del feudo a principato con lettere patenti datate 19 ottobre 1767: da allora egli e i suoi successori si intitolarono "principi di San Giulio e Orta". Tra le località comprese nella Riviera di San Giulio vi era anche Vespolate. Il marchese milanese Paolo Caroelli di Nibbiola e Garbagna, il quale aveva ereditato dal proprio padre il feudo di Vespolate (del quale la sua famiglia riceveva investitura con il titolo di signore dal vescovo di Novara), refutò questo feudo al Regio Patrimonio del Regno di Sardegna in data 31 luglio 1767. Monsignor Balbis Bertone ottenne dalla Corona la concessione e l'infeudazione di Vespolate con lettere patenti datate 31 luglio 1767, venendone investito con il titolo di marchese per sé e per i propri successori con lettere patenti del 31 agosto 1767.[4]

Il 17 luglio 1817 la diocesi di Vercelli fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Beati Petri di papa Pio VII; in quest'occasione Novara cedette 5 parrocchie (Gravellona, Casolo vecchio, Casolo nuovo, Vignarello e Villanova) alla diocesi di Vigevano.[5] Il 26 settembre dello stesso anno, con il breve Cum per nostras literas, Novara divenne suffraganea di Vercelli; contestualmente si ampliò con le parrocchie dell'alto Verbano, che erano appartenute all'arcidiocesi di Milano, ma che si trovavano nel regno sabaudo.[6]

Il vescovo cardinale Giuseppe Morozzo della Rocca ottenne dal re di Sardegna con lettere patenti datate 7 ottobre 1817 l'erezione del titolo di marchese di Vespolate a quello di principe, che si andò così ad aggiungersi a quello di "principe di San Giulio e Orta" (anch'esso concesso ai vescovi novaresi nel 1767). Egli e i suoi successori, così, si intitolarono principi di San Giulio e Orta e principi di Vespolate.[4]

Nel 1822 cedette le parrocchie di Gondo e Sempione alla diocesi di Sion.

Nel 1829 riprese la parrocchia di Gravellona Lomellina dalla diocesi di Vigevano, cedendo in cambio la parrocchia di Sozzago. Il 26 giugno 2016, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, ha nuovamente ceduto Gravellona Lomellina a Vigevano in cambio di Sozzago,[7] ripristinando la situazione anteriore al 1829.

Il vescovo Franco Giulio Brambilla, nel 2014, ha indetto il XXI Sinodo diocesano[8], i cui contenuti, dopo tre anni di lavori, sono stati attuati in diocesi “ad experimentum” nell’anno 2016-17 e sono diventati effettivi nell'anno successivo. Oltre all'indicazione di linee guida pastorali che mettono al centro il tema dei giovani e della famiglia, il XXI Sinodo ha ridefinito l'organizzazione della diocesi, riducendo i vicariati da 8 a 6 e introducendo 27 unità pastorali missionarie[9], gruppi di parrocchie vicine riunite per condividere risorse e chiamate ad un cammino comune.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 562.750 persone contava 521.730 battezzati, corrispondenti al 92,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 419.500 420.000 99,9 840 610 230 499 190 2.294 381
1970 538.000 540.000 99,6 538 538 1.000 408
1980 540.000 566.689 95,3 683 475 208 790 4 281 1.932 419
1990 567.000 589.000 96,3 634 454 180 894 9 212 1.430 346
1999 512.000 530.000 96,6 549 413 136 932 13 193 1.180 346
2000 510.000 529.000 96,4 538 406 132 947 12 187 1.170 346
2001 528.000 533.650 98,9 537 402 135 983 13 191 1.210 346
2002 518.300 530.300 97,7 536 399 137 966 13 198 1.185 346
2003 517.600 529.900 97,7 528 396 132 980 15 177 1.160 346
2004 525.265 545.065 96,4 521 388 133 1.008 15 176 1.125 346
2010 527.900 562.000 93,9 465 357 108 1.135 19 148 960 346
2013 534.900 569.800 93,9 508 332 176 1.052 21 206 782 346
2016 531.000 567.684 93,5 478 306 172 1.110 21 205 750 346
2019 528.000 564.900 93,5 455 277 178 1.160 20 209 698 346
2021 521.730 562.750 92,7 329 258 71 1.585 19 102 632 343

Note

  1. ^ Regioni, Diocesi e Parrocchie
  2. ^ Le UPM - Unità Pastorali Missionarie - Diocesi di Novara, in Diocesi di Novara. URL consultato il 28 maggio 2018.
  3. ^ (LA) Bolla Regimini universalis Ecclesiae, in Bullarii romani continuatio, Tomo III, Romae, 1838, p. 437 e sgg.
  4. ^ a b Alberto Casella, Cadetti della Real Casa, feudatari del Papa e dell’Imperatore, principi - vescovi. Il titolo di principe in Piemonte (seconda parte), in Rivista del Collegio Araldico, anno CXIX, n. 2 (dicembre 2022), p. 123.
  5. ^ (LA) Bolla Beati Petri, Bullarii Romani continuatio, vol. XIV, Romae, 1849, pp. 344-358 (in particolare p. 356, nº 35).
  6. ^ Breve Cum per nostras literas, in Bullarii Romani continuatio, t. VII, pars II, p. 1527
  7. ^ (LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Quo aptius, AAS 108 (2016), pp. 807-808.
  8. ^ XXI Sinodo della Chiesa novarese - Diocesi di Novara, in Diocesi di Novara. URL consultato l'8 aprile 2018.
  9. ^ Le UPM - Unità Pastorali Missionarie - Diocesi di Novara, in Diocesi di Novara. URL consultato l'8 aprile 2018.
  10. ^ Secondo Eubel muore nel 1278, mentre per Gams nel 1271 circa.
  11. ^ La lunga vacanza della sede fu causata dalle difficoltà e dai contrasti sorti per le nomine dei vescovi; tra i vescovi eletti ci sono Francesco, Paino detto Capra e Guido Pinzio.
  12. ^ Secondo Eubel e Gams muore nel 1355.
  13. ^ Per la data di morte Gams e Eubel dicono 11 settembre e non 11 dicembre.
  14. ^ Secondo Eubel e Gams muore nel 1583.
  15. ^ Nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Gerpiniana.

Bibliografia

Voci correlate

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