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Lo stesso giorno è stato eletto il [[metropolita]] Giuseppe Pејоvsky.<ref name="fonda"/>, intronizzato nella cattedrale di San Nicola il 10 novembre successivo.<ref name="fonda"/> In seguito alle sue dimissioni, il 21 maggio [[2020]] il Santo Sinodo ha eletto il metropolita Gregorio Nasteski, che è stato ordinato e intronizzato il 26 luglio successivo.<ref name="vescovo"/> |
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=== Cronotassi === |
=== Cronotassi === |
Versione delle 16:27, 30 mag 2024
Eparchia di Kumanovo-Osogovo
PER DEBAR cf.: Дебарска епархија (antica eparchia di Debar, cf voci in altre lingue) nella wiki macedone
Eparchia di Kumanovo-Osogovo Chiesa ortodossa macedone | |
---|---|
Metropolita | Gregorio |
Erezione | 17 settembre 2013 |
Rito | rito bizantino |
Cattedrale | cattedrale di San Nicola |
Sito web | koe.mk |
L'eparchia di Kumanovo-Osogovo (in macedone: Кумановско-осоговска епархија) è una delle eparchie della Chiesa ortodossa macedone nella Macedonia del Nord.
Dal 21 maggio 2020 metropolita di Kumanovo-Osogovo è Gregorio Nasteski.[1][2]
Territorio
L'eparchia si trova nella parte nord-orientale della Macedonia del Nord e comprende l'intera Regione Nordorientale .
Sede eparchiale è la città di Kumanovo, dove si trova la cattedrale di San Nicola.[3]
Storia
L'eparchia è stata eretta dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa macedone il 17 settembre 2013 ricavandone il territorio dall'eparchia di Polog-Kumanovo, che fu contestualmente soppressa.[3]
Lo stesso giorno è stato eletto il metropolita Giuseppe Pејоvsky.[3], intronizzato nella cattedrale di San Nicola il 10 novembre successivo.[3] In seguito alle sue dimissioni, il 21 maggio 2020 il Santo Sinodo ha eletto il metropolita Gregorio Nasteski, che è stato ordinato e intronizzato il 26 luglio successivo.[1]
Nel 2023, in seguito agli accordi che hanno portato alla fine dello scisma nella Chiesa ortodossa in Macedonia del Nord, per i vescovi passati dall'arcidiocesi ortodossa di Ocrida del Patriarcato di Serbia alla Chiesa ortodossa macedone sono state erette tre nuove eparchie, intese come sedi provvisorie; infatti quando le sedi diventeranno vacanti, il loro territorio ritornerà all'eparchia di origine.[4] In questo contesto, l'eparchia di Kumanovo-Osogovo ha ceduto il comune di Ilinden, per l'erezione dell'eparchia di Deljadrovci-Ilinden.[5][6]
Cronotassi
- Giuseppe Pејоvsky (17 settembre 2013 - 21 maggio 2020 dimesso)
- Gregorio Nasteski, dal 21 maggio 2020
Note
- ^ a b (MK) Соопштение (21.05.2020 12:55), mpc.org.mk
- ^ (MK) Митрополит, mpc.org.mk
- ^ a b c d (MK) Соопштение од Светиот Aрхиерејски Синод на Македонската Православна Црква - Охридска Архиепископија (17.09.2013 22:42), mpc.org.mk
- ^ (MK) СООПШТЕНИЕ од Кумановско-осоговската епархија (КОЕ) за привремена поделба и менување на границите на КОЕ, koe.mk
- ^ (MK) Соопштение (20.06.2023 14:38), mpc.org.mk
- ^ (MK) МПЦ-ОА ги прифати во своја канонска јурисдикција архијереите на поранешната ПОА, a1on.mk
Collegamenti esterni
- (MK) Sito ufficiale dell'eparchia
Titoli nelle Chiese ortodosse
Cercando qua e la nei siti web e in wiki:
- Chiesa ortodossa bulgara - Fonte: sito web. Tutte le circoscrizioni ecclesiastiche hanno il nome di eparchia, ma i loro vescovi portano tutti il titolo di metropolita. Non esistono province ecclesiastiche. Il metropolita dell'eparchia di Sofia è il patriarca della Chiesa ortodossa bulgara. Non ho trovato se qualcuno (il patriarca?) porta anche il titolo di "Arcivescovo".
- Chiesa ortodossa serba - Fonte: Non ho trovato sul sito web l'elenco delle diocesi, cf. wiki serba. Solo il patriarca porta il titolo di Arcivescovo, oltre a quello di metropolita di Belgrado. Tutte le circoscrizioni in Serbia si chiamano eparchie, e sembra che i loro titolari portano il solo titolo di "vescovo". Non esistono province ecclesiastiche. Esistono metropolie (non equivalente di province ecclesiastiche), ma solo fuori dalla Serbia.
- Chiesa ortodossa russa - Fonte: nel sito web ufficiale elenco metropolie e diocesi. La Chiesa è organizzata in metropolie (=province ecclesiastiche), composte da più eparchie (=diocesi). Uno dei vescovi di queste porta il titolo di "metropolita". Non ho trovato se e chi porta il titolo di "Arcivescovo".
- Chiesa ortodossa rumena - Fonte: sito web. La Chiesa è divisa in metropolie (=province ecclesiastiche), ognuna delle quali è costituita da 1 o più arcidiocesi e diocesi, rette da arcivescovi (Arhiepiscopul) e vescovi (Episcopul), uno dei quali ha il titolo di metropolita (Mitropolitul). Andrebbe studiato perchè nella stessa metropolia ci sono più arcivescovi (motivi storici? altro?).
- Chiesa ortodossa greca (di Grecia) - Fonte: sito web. Tutte le diocesi sono metropolie e i loro vescovi hanno il titolo di metropoliti. Non esistono province ecclesiastiche. Due soli portano il titolo di Arcivescovo, quello di Atene e quello di Creta (e le loro sedi si chiamano Arcidiocesi e non Metropolia come tutte le altre).
- Patriarcato ecumenico di Costantinopoli - Fonte: wikipedia (ma avevo in passato controllato sul sito ufficiale, che ora hanno cambiato). Tutto uguale alla Chiesa ortodossa greca: solo il patriarca ha il titolo di Arcivescovo, tutti gli altri vescovi sono metropoliti e le loro sedi si chiamano Metropolie. Non esistono province ecclesiastiche.
- Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia - Fonte: sito web (in inglese). In base a questa pagina tutti i vescovi hanno il titolo di Metropolita. Tutte le sedi, nella versione inglese del sito, hanno il titolo di "Arcidiocesi" (bisognerebbe vedere in arabo!?). Difficile sapere altro, poichè anche i siti web delle singole arcidiocesi sono o in arabo o in inglese (qui si trova sempre Archdiocese). Non esistono province ecclesiastiche.
- Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme - Fonte: sito web (nella versione inglese). Il Santo Sinodo ([1]) è costituito dal Patriarca, 3 Metropoliti, 7 Arcivescovi e 7 Archimandriti. Tuttavia le sedi operative sono solo 2 ([2]), Tolemaide (con sede a Akko) e Nazareth, a cui, probabilmente, ci sarebbe da aggiungere Gerusalemme (che manca nell'elenco citato). Cmq, le sedi sono chiamate "Holy Metropolis" e i vescovi "Metropoliti".
- Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria - Fonte: sito web. Questa è l'unica chiesa ortodossa dove, accanto a 31 Metropolie e Metropoliti ([3]), esistono anche 7 diocesi (episkopé) e vescovi (episcopoi) [4]. Non sembrano cmq esistere province ecclesiastiche. In base a questa pagina, i vescovi hanno il titolo di "vescovi eparchiali" (la traduzione di google da "Vescovi provinciali").
Diocesi di Liternum
Tutti gli autori indicati ammettono l'esistenza di una ecclesia Patriensis, documentata nell'epistolario di papa Pelagio I (558-559). Ma nessun vescovo è noto, se non l'anonimo indicato nell'epistolario pelagiano.
Più discussa e controversa l'assegnazione del vescovo Aprile ecclesiae Laterianae, che prese parte al concilio del 501 (o 502), alla diocesi di Literno, località nei pressi della quale si trova la ecclesia Patriensis documentata mezzo secolo prima.
- (LA) Ferdinando Ughelli-Nicola Coletti, Italia sacra, vol. X, Venezia, 1722, coll. 122-123
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza, 1927, p. 206
- (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), v. Aprilis 2, Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, 1999, p. 170
- Joseph-Marie Sauget, Fortunata, Bibliotheca Sanctorum, vol. V, 1964, coll. 975-976
- (LA) Paul Fridolin Kehr, Italia Pontificia, VIII, Berolini, 1935, pp. 295–296
- (LA) Philipp Jaffé, Regesta pontificum romanorum, terza edizione riveduta e ampliata a cura di Klaus Herbers, vol. I, Gottinga, 2016, p. 319, nº 1917
- Eliodoro Savino, Le diocesi della Campania tardoantica. Considerazioni su identità regionale e identità cristiana, «Campania sacra. Rivista di Storia Sociale e Religiosa del Mezzogiorno», vol. 37,1, 2006, pp. 65-84
- Raffaele Calvino, Diocesi scomparse in Campania (Cumae, Misenum, Liternum, Vicus Feniculensis, Volturnum), Napoli, 1969, pp. 73-74
- Diocesi di Aversa, Beweb - Beni eclesiastici in web (con informazioni sulla diocesi di Liternum) - cf ulteriori informazioni alla scheda su VICUS
Titoli uniti (AP 1998 e 2023)
- Aix - ha unito il titolo di Arles, 6 ottobre 1822
- Alessandria d'Egitto (vicarito apostolico) - ha unito i titoli di Eliopoli di Egitto e di Porto Said, 30 novembre 1987
- Albi - ha unito i titoli di Castres e Lavaur, 17 febbraio 1922
- Algeri - unito il titolo di Iulia Caesarea
- Ardagh - ha unito il titolo di Clonmacnois
- Arras - ha unito i titoli di Boulogne e Saint-Omer, 23 novembre 1853
- Auch - ha unito i titoli di Condom, Lectoure e Lombez, 29 giugno 1908
- Autun - ha unito i titoli di Chalon-sur-Saone e Macon, 19 luglio 1853, e il titolo abbaziale di Cluny, 15 dicembre 1962
- Basse-Terre - ha unito il titolo di Pointe-à-Pitre
- Bayeux - ha unito il titolo di Lisieux, 12 giugno 1855
- Bayonne - ha unito i titoli di Lescar e Oloron, 22 giugno 1909
- Beauvais - ha unito i titoli di Noyon e Senlis, 12 aprile 1851
- Belgrado - ha unito il titolo di Smederevo, 23 dicembre 1729
- Bordeaux - ha unito il titolo di Bazas, 20 novembre 1937
- Costantina - ha unito il titolo di Ippona, 23 settembre 1867
- Coutances - ha unito il titolo di Avranches, 12 luglio 1854
- Digne - ha unito i titoli di Riez e Sisteron, 15 febbraio 1916
- Goa e Damao - ha unito il titolo di patriarca ad honorem delle Indie Orientali, e il titolo Arciv. di Cranganore, 1º settembre 1886
- Homs, Emesa dei Greco-Melkiti - ha unito i titoli di Hama e Jabrud, 1849
- Homs, Emesa dei Siri - ha unito i titoli di Hama e Nabk
- Hvar, Lesina - ha unito i titoli di Brac e Vis, 14 gennaio 1889
- La Rochelle - ha unito il titolo di Saintes, 22 gennaio 1852
- Maribor - ha unito il titolo di Lavant, 5 marzo 1962
- Montpellier - ha unito i titolo di Lodève, Béziers, Agde e Saint-Pons-de-Thomières, 16 giugno 1877
- Nimes - ha unito i titoli di Uzes e Ales, 27 aprile 1877
- Pamiers - ha unito i titoli di Couserans e Mirepoix, 11 marzo 1910
- Périgueux - ha unito il titolo di Sarlat, 17 giugno 1854
- Quimper, Cornouailles - ha unito il titolo di Léon, 23 novembre 1853
- Rennes - ha unito i titoli di Dol e Saint-Malo, 13 febbraio 1880
- Rodez - ha unito il titolo di Vabres, 21 maggio 1875
- Saint-Brieuc - ha unito il titolo di Treguier, 23 gennaio 1852
- Sens - ha unito il titolo di Auxerre, 3 giugno 1823
- Soissons - ha unito i titoli di Laon e Saint-Quentin, 11 giugno 1901
- Toulouse - ha unito i titoli di Saint-Bertrand de Comminges e Rieux, 19 gennaio 1935
- Trani-Barletta-Bisceglie - ha unito il titolo di Nazareth, 22 settembre 1828
- Valence - ha unito i titoli di Die e Saint-Paul-Trois-Chateaux, 12 giugno 1911
Titoli abbaziali o altro:
- Locri-Gerace - ha unito il titolo di Abate commendatario di Santa Maria di Polsi, 8 aprile 1920
- Matera-Irsina - ha unito il titolo abbaziale di S. Michele Arcangelo di Montescaglioso, 5 agosto 1910
- Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela - ha unito il titolo archimandritale del Santissimo Salvatore, 30 settembre 1986
- Modena-Nonantola - ha unito il titolo abbaziale di Nonantola, 30 settembre 1986
- Parma - ha unito il titolo abbaziale di Fontevivo, 14 agosto 1892
- Piacenza-Bobbio - ha unito il titolo abbaziale di San Colombano, 4 agosto 1923
- Rieti - ha unito il titolo abbaziale di S. Salvatore maggiore, 3 giugno 1925
- Sabina-Poggio Mirteto - ha unito il titolo abbaziale di Farfa, 25 novembre 1841
- Viterbo - ha unito il titolo abbaziale di San Martino al Cimino, 27 marzo 1986
Vari Testi Polacchi
Studi sulla Vixdum Poloniae unitas:
- Gniezno (cf. [5] e bibliografia citata)
- Siedlce
- Włocławek (acquisti)
- Chelmno
- Cracovia (anche [6])
- Przemyśl
- Lomza (?), forse anche [7]
- Pinsk
Circa Totus tuus Poloniae populus:
Altro:
- Varmia nel dopoguerra (1945-1965)
- Diocesi di Warmia negli anni 1945-1972