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La Coibentazione Della Chiusura Orizzontale Superiore: Architettura Tecnica

Il documento tratta della gestione e valorizzazione dei patrimoni immobiliari attraverso l'efficienza energetica degli edifici, con particolare attenzione alla coibentazione delle coperture. Vengono esplorate diverse tecniche di isolamento, come l'isolamento all'estradosso e all'intradosso, e l'importanza dei tetti verdi per migliorare le prestazioni energetiche e il comfort abitativo. Si evidenziano i vantaggi economici e ambientali derivanti da una corretta coibentazione e dall'uso di tecnologie innovative.
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La Coibentazione Della Chiusura Orizzontale Superiore: Architettura Tecnica

Il documento tratta della gestione e valorizzazione dei patrimoni immobiliari attraverso l'efficienza energetica degli edifici, con particolare attenzione alla coibentazione delle coperture. Vengono esplorate diverse tecniche di isolamento, come l'isolamento all'estradosso e all'intradosso, e l'importanza dei tetti verdi per migliorare le prestazioni energetiche e il comfort abitativo. Si evidenziano i vantaggi economici e ambientali derivanti da una corretta coibentazione e dall'uso di tecnologie innovative.
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COM | ARTICOLI TECNICI

di
GIUSEPPE PIRAS
“Gestione integrata e valorizzazione dei
patrimoni immobiliari e urbani - Asset,
Property, Facility & Energy Management”,
componente del Senato Accademico e
Referente per le iniziative nel campo del
risparmio energetico e del controllo
ambientale, presso l’Università degli Studi di
Roma “La Sapienza”.

ELISA PENNACCHIA
Architetto, dottore di ricerca e docente sui
temi dell’uso efficiente delle risorse
energetiche ed ambientali e delle tecnologie
innovative per l’ambiente costruito presso la
Facoltà di Architettura dell’Università degli
Studi di Roma “La Sapienza”.

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Argomento trattato da:


MATERIALI E COMPONENTI PER
L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI
EDIFICI

DISPONIBILE SU LTSHOP:
ltshop.legislazionetecnica.it

ARCHITETTURA TECNICA
MATERIALI E SISTEMI PER EFFICIENTARE L'INVOLUCRO OPACO:
LA COIBENTAZIONE DELLA CHIUSURA
ORIZZONTALE SUPERIORE
Coibentare l’edificio è fondamentale per garantire il comfort e il benessere termoigrometrico al suo
interno. La copertura, in particolare, è un elemento critico, origine di notevoli dispersioni di calore. La
sua funzione è quella di espletare, oltre alla resistenza a carichi propri e d’esercizio, nonché alla pro-
tezione dagli agenti atmosferici e la tenuta all’acqua e all’aria, deve assolvere al controllo e la riduzione
delle dispersioni energetiche nella stagione invernale alla quale sono particolarmente sensibili. La
scelta di una giusta coibentazione, dipende da molti fattori connessi strettamente tra loro. Intervenire
sulle coperture esistenti, quindi, è importante e richiede sempre un adeguato studio delle condizioni
della struttura e dei materiali presenti.

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1. CHIUSURA ORIZZONTALE SUPERIORE

La copertura, sia essa piana che inclinata, viene definita come una frontiera orizzontale superiore e ricopre un
ruolo di particolare rilevanza in quanto costituisce la parte dell’edificio soggetta maggiormente all’attacco degli
agenti atmosferici esterni. L’isolamento termico gioca un ruolo chiave per migliorare il comfort abitativo, per ga-
rantire maggiore sicurezza in caso di incendio e per ridurre il consumo energetico. Quest’ultimo infatti è dovuto
alle dispersioni che avvengono attraverso la chiusura orizzontale, che possono incidere fino al 30-40% rispetto a
quelle globali.
Le tecniche maggiormente impiegate per isolare questo elemento costitutivo dell’edificio sono:
- isolamento dall’esterno (estradosso);
- isolamento dall’interno (intradosso);
- isolamento del sottotetto (estradosso dell’ultimo solaio);
- green roof.

Figura 1. Principali sistemi di isolamento della copertura.

1.1 ISOLAMENTO ALL’ESTRADOSSO

Il materiale isolante può essere inserito direttamente sotto le tegole o le lastre della copertura o dei coppi; in caso
di pendenze molto accentuate il fissaggio di questi ultimi deve essere meccanico.
Nelle solette piene in cemento armato o laterocemento, l’isolante viene inserito tra i listelli in legno posati longitu-
dinalmente nel senso della pendenza e ad una distanza di 50/60 cm l’uno dall’altro, con uno spessore pari o maggiore
a quello del materiale coibente. Sopra questa stratigrafia viene realizzata una seconda orditura di listelli su cui ap-
plicare il manto impermeabile.
Sul lato dell’isolante rivolto verso l’ambiente interno è opportuno inserire una barriera al vapore per evitare feno-
meni di condensa.
L’isolamento termico all’estradosso per una copertura piana (copertura isolata rovescia) prevede l’inserimento dello
strato coibente al di sopra del manto impermeabile posato sul massetto avente una pendenza ≥ 1%; l’isolante ge-
neralmente impiegato è in lastre di polistirene estruso posate a secco e successivamente zavorrate.

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Il tetto alla rovescia garantisce una variazione molto ridotta della temperatura dello strato impermeabile favoren-
done quindi la protezione e la durabilità.
Le tipologie di copertura a falde inclinate isolate sull’estradosso sono di due tipi: ventilate e non ventilate. Nel primo
caso l’intercapedine d’aria al di sotto delle tegole e a ridosso dell’isolante consente di migliorare le prestazioni della
coibentazione sia in estate che in inverno e di ridurre eventuali ponti termici; la ventilazione si attiva grazie alla
predisposizione di due aperture sotto tegola, una sul colmo e l’altra in prossimità del canale di gronda.
Per garantire condizioni ideali per la ventilazione è necessario prevedere un’inclinazione della falda di 30° e una
“camera d’aria” di 8-10 cm di spessore.
L’inserimento del materiale isolante all’estradosso della copertura non ventilata consente di migliorare la coiben-
tazione dell’involucro; i pannelli isolanti devono essere protetti all’esterno da uno strato di finitura come ghiaia, te-
gole o pavimentazione.
La coibentazione all’estradosso di una copertura piana prevede l’applicazione al di sopra della struttura esistente di
uno strato isolante, di un manto impermeabile ed, infine, di una protezione di quest’ultimo scelta in funzione del-
l’impiego della copertura: massetto di rinforzo e pavimentazione se praticabile, ghiaia ed argilla espansa se non
praticabile.
Questa soluzione è particolarmente adatta ad eliminare i ponti termici e il conseguente rischio di condense.
Di seguito si riportano alcuni esempi significativi di coperture a falda isolate sull’estradosso.

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Figura 2. Copertura inclinata monoassito isolata in estradosso.

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 s  hi/He Rj
Strato Descrizione
m W/mK W/m K 2 2
m K/W

1 Aria esterna 25 0,04

2 Tegole e coppi 0,01 1,4 0,01

3 Pannello OSB 0,015 0,17 0,09

4 Intercapedine ventilata 0,04 0,17 0,24

5 Pannelli in lana di roccia 0,06 0,04 1,5

6 Pannelli in lana di roccia 0,06 0,04 1,5

7 Assito in legno di abete 0,01 0,18 0,06

8 Elemento portante in legno 0,1 0,16 0,625

9 Aria interna 9 0,11

Spessore tot. Resistenza tot.

0,295 4,16

U 0,24

Applicabile dalla
zona A alla E

Figura 3. Copertura a doppio assito isolata in estradosso.

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s  hi/He Rj
Strato Descrizione
m W/mK W/m2K m2K/W

1 Aria esterna 25 0,04

2 Tegole e coppi 0,01 1,4 0,01

4 Intercapedine ventilata 0,04 0,17 0,24

5 Pannelli in lana di roccia 0,15 0,04 3,75

6 Solaio in laterocemento 0,17 0,53 0,32

7 Intonaco 0,004 0,54 0,007

9 Aria interna 9 0,11

Spessore tot. Resistenza tot.

0,37 4,47

U 0,22

Applicabile dalla
zona A alla E

Figura 4. Copertura inclinata in laterocemento isolata in estradosso.

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Figura 5. Copertura a falde isolata in estradosso non ventilata.

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Figura 6. Copertura a falde isolata in estradosso.

1.2 ISOLAMENTO ALL’INTRADOSSO

L’isolamento della copertura all’intradosso è la soluzione generalmente impiegata per gli edifici dotati di sottotetto
abitabile, con tetti a falde inclinate e quelle in legno delle abitazioni civili, durante la riqualificazione degli stessi.
La posa del materiale coibente avviene direttamente sulla struttura della falda in laterocemento, su listelli di legno
o travetti prefabbricati, su cui viene apposta una finitura realizzata ad esempio con intonaco o cartongesso o per-
linatura. Per preservare l’integrità del materiale isolante è opportuno inserire, sul lato rivolto verso l’ambiente in-
terno, una barriera al vapore che consente di evitare la formazione di condensa interstiziale; la coibentazione dovrà
assicurare un’adeguata resistenza al fuoco.
La coibentazione del solaio dall’interno di una copertura piana prevede la posa in opera di pannelli isolanti, appli-

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cabili sull’intradosso della soletta tramite collanti, di uno strato di barriera al vapore, la stuccatura ed infine la tin-
teggiatura.
Di seguito si riporta un esempio di copertura a falda isolata all’intradosso.

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Figura 7. Copertura inclinata monoassito isolata in intradosso.

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1.3 ISOLAMENTO SUL SOTTOTETTO

L’isolamento termico dell’ultima soletta all’estradosso, dotata di sottotetto praticabile o non praticabile, consiste
nella posa del materiale coibente sulla parte superiore del solaio con un eventuale strato contiguo per renderlo ac-
cessibile per la manutenzione della copertura. La finitura in questo caso può consistere in uno strato di imboiac-
catura, di lastre in legno-cemento posate a secco direttamente sull’isolante, di una cappa in cemento e sabbia, di
piastrelle per la pavimentazione. In entrambi i casi è necessario l’utilizzo di uno strato di barriera al vapore per
preservare l’isolante da fenomeni di condensa.
Di seguito si riportano due esempi significativi di sottotetti isolati.

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Figura 8. Ultimo solaio isolato all’estradosso calpestabile.

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Figura 9. Ultimo solaio isolato all’estradosso non calpestabile.

1.4 GREEN ROOF

La presenza dei green roofs assume un ruolo molto importante per le prestazioni complessive degli edifici, per il
loro comfort interno e per l’abbattimento delle isole di calore. La stratigrafia, secondo la norma UNI 11235:2007
“La progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione delle coperture a verde pensile”, prevede sopra l’elemento
portante e lo strato di pendenza, la barriera al vapore, uno strato termoisolante, uno di tenuta e di protezione mec-
canica, uno drenante (di circa 8-10 cm di spessore) con accumulo idrico integrato, un elemento filtrante, uno strato
colturale e uno vegetazionale.

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Strato di vegetazione
Strato colturale

Elemento filtrante

Strato drenante con


accumulo idrico
integrato

Strato di protezione
meccanica
Strato di tenuta

Isolante

Barriera al vapore

Strato di pendenza

Elemento portante

Figura 10. Strati funzionali del green roof.

I vantaggi del tetto verde relativi all’efficienza energetica ed economica sono numerosi:
- una riduzione dell’irraggiamento solare estivo grazie all’assorbimento compreso tra il 60-90% dell’energia ra-
diante da parte delle piante e all’ombreggiamento offerto da quest’ultime che riduce fino al 50% il carico ter-
mico estivo entrante negli edifici1;
- un incremento delle prestazioni termiche grazie alla buona capacità termica e ad una bassa conduttività ter-
mica del terreno2 (circa 0,15 W/mK);
- miglioramento dell’isolamento acustico grazie a un maggior potere fonoassorbente;
- aumento considerevole dell’assorbimento dell’acqua meteorica, riducendo l’afflusso alla rete di smaltimento;
- protezione degli strati più esposti alle azioni di gelo e disgelo;
- aumento del valore dell’immobile compreso tra il 3 e il 20%.

Tabella 1. Spessori del substrato in funzione della prestazione termodinamica attesa.

Dal prospetto 2 della Norma UNI 10346 “Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Scambi di energia termica
tra terreno ed edificio. Metodo di calcolo” si evincono conduttività e capacità termica del suolo variabili in base alla
sua composizione (vedi Tabella III.5).

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Tabella 2. Prospetto 2 - Proprietà termofisiche del terreno.3

Da alcuni studi è emerso che le proprietà termiche del verde pensile migliorano con bassi contenuti idrici nel sub-
strato; è dunque consigliabile prevedere un sistema di irrigazione che mantenga basso il contenuto d’acqua, che
aumenti la resistenza termica in modo omogeneo favorendo un aumento dello sfasamento e dell’attenuazione ed
una riduzione del flusso termico.
Due sono le soluzioni per realizzare un green roof che si differenziano per la dimensione della vegetazione piantu-
mata e il conseguente livello di manutenzione richiesto per la gestione del verde:
- tetto verde intensivo, caratterizzato da uno strato di circa 15-80 cm di terriccio, da un peso di sovraccarico di
circa 150 kg/m2, da una vegetazione anche a forte sviluppo radicale ed aereo che necessita una manutenzione
e un innaffiamento più regolare e costante;
- tetto verde estensivo, caratterizzato da uno strato di circa 8-10 cm di terriccio, da un peso di sovraccarico
compreso tra i 75 e i 200 kg/m2, da una vegetazione molto resistente che necessita scarsa manutenzione.
Le piante più adatte per un tetto verde secondo uno studio condotto dal Giardino botanico di Chicago sono le se-
guenti: il sempiterno di montagna (Antennaria dioica), la mentuccia comune (Calamintha Nepeta subsp. Nepeta),
il ginepro cinese (Juniperus chinensis var. sargentii Viridis), il muschio rosa o emerald cushion blue (Phlox subulata),
il sommacco aromatico (Rhus aromatica), e lo Sporobolus heterolepis.

Tabella 3. Spessore minimo dello strato colturale in funzione della vegetazione da impiegare (Norma UNI 11235:2007).

NOTE
1 Rispetto alle coperture tradizionali che possono raggiungere temperature anche superiori agli 80 °C, il green roof consente di non superare i 25 °C.
2 La diminuzione di 1 °C della temperatura di superficie riduce del 5% la richiesta di elettricità per la climatizzazione e il raffrescamento degli

ambienti.
3 Quando le caratteristiche termofisiche del terreno non sono note devono essere considerati i valori relativi alla categoria II.

Per conoscere i costi delle singole lavorazioni si rimanda al volume


edito da Legislazione Tecnica
ANALISI PREZZI E COMPUTI PER IL SUPERBONUS
Guida alla redazione del computo con analisi svolte e ampio Prezzario

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