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ACCOUNTABILITY

Il documento discute il gender mainstreaming come strategia per integrare la parità di genere nelle decisioni pubbliche, evidenziando l'importanza di strumenti come il bilancio di genere e il Piano di Uguaglianza di Genere (GEP). Viene presentato anche il Global Reporting Initiative (GRI) come modello di rendicontazione sostenibile e il Gruppo Studio per il Bilancio Sociale (G.B.S) per fornire informazioni sul rapporto tra aziende e ambiente. Infine, si analizzano strumenti di accountability diretta e indiretta per migliorare la trasparenza e l'impatto sociale delle organizzazioni.
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ACCOUNTABILITY

Il documento discute il gender mainstreaming come strategia per integrare la parità di genere nelle decisioni pubbliche, evidenziando l'importanza di strumenti come il bilancio di genere e il Piano di Uguaglianza di Genere (GEP). Viene presentato anche il Global Reporting Initiative (GRI) come modello di rendicontazione sostenibile e il Gruppo Studio per il Bilancio Sociale (G.B.S) per fornire informazioni sul rapporto tra aziende e ambiente. Infine, si analizzano strumenti di accountability diretta e indiretta per migliorare la trasparenza e l'impatto sociale delle organizzazioni.
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GENDER MAINSTREAMING

La parità di genere è il Goal 5 del programma Agenda 2030 per lo sviluppo


sostenibile. Nonostante si siano fatti notevoli passi sulla strada dei diritti delle
donne, la piena uguaglianza tra i generi oggi è ancora un obiettivo da raggiungere.
Definiamo come gender mainstreaming la strategia comunitaria che ha l’obiettivo di
integrare, nel medio lungo periodo, la prospettiva di genere in tutte le decisioni e le
azioni della pubblica amministrazione, nella convinzione che esse non sono neutre,
ma producono effetti diversi per uomini e donne.
Gli strumenti del gender mainstreaming sono:
• introduzione di una (significativa) componente femminile negli organi decisori;
• elaborazione di dati statistici disaggregati in base al genere;
• elaborazione di indicatori di uguaglianza di genere.
Adottare una strategia di gender mainstreaming significa, inoltre,
• valutare con un “approccio di genere” le conseguenze di ogni decisione e azione,
nonché gli impatti che le politiche e gli interventi pubblici producono sui diversi
soggetti;
• e rielaborare il bilancio pubblico adottando una prospettiva gender sensitive, da
cui il termine “Bilancio di genere”.

BILANCO DI GENERE
Il bilancio di genere e aiuta a tenere conto delle esigenze di donne e uomini
nell’assegnazione delle risorse pubbliche.
Il termine bilancio di genere, utilizzato nel nostro Paese, trae spunto da
un’espressione coniata nei paesi di cultura anglosassone intorno alla metà degli anni
’80, la cosiddetta Gender Budget Analysis.
Bisogna considerare che i bilanci pubblici non sono meri strumenti economico-
finanziari, poiché tramite essi è possibile identificare anche fenomeni di tipo
sociale, partendo dall’allocazione delle risorse, della quale si possono poi studiare
gli effetti.
Avviene quindi un’analisi dei bisogni e della collettività (in questo caso in termini di
genere), e lo studio di possibili soluzioni: scelte politiche o servizi offerti ad esempio.
L’incontro tra bisogni dei cittadini in termini di genere e risposta dell’ente viene
rappresentato attraverso degli indicatori di efficacia ed efficienza.
Va chiarito che il bilancio di genere non è un bilancio “per le donne” ma è costruito
per valutare gli effetti delle politiche anche per gli uomini.
Con l’analisi del bilancio di genere si vuol rispondere ad alcune domande:
-Qual è la composizione della cittadinanza in termini di genere, anagrafici, e socio-
economici?
-Quali sono i servizi e/o le iniziative “gender sensitive” erogati da parte dell’ente
territoriale per far fronte ai bisogni espressi e latenti della popolazione?
-Quali sono le tipologie, costi e modalità di finanziamento dei servizi “gender
sensitive” erogati dall’ente?
Occorre utilizzare uno strumento che consenta, da un lato di identificare i soggetti da
cui derivano i ricavi e quelli che beneficiano delle spese, e dall’altro di aggregarli in
base a criteri di classificazione di genere. Generalmente la scelta ricade sui prospetti
dello Stato patrimoniale o (più frequentemente) sul Conto economico. Sebbene
entrambi i prospetti offrano la possibilità di un’analisi di genere dell’impiego delle
risorse, è preferibile utilizzare il secondo in quanto lo Stato patrimoniale ha una
natura statica. Il Conto economico rappresenta i ricavi e i costi dell’attività dell’ente
nel corso dell’anno, ed offre un legame più diretto e dinamico con le decisioni prese,
permettendo di dare meglio conto delle scelte strategiche dell’ente in ottica di
genere.
La classificazione degli elementi contabili avviene nel seguente modo:
 le aree direttamente rilevanti per il genere, che rappresentano attività
espressamente mirate al superamento della disuguaglianza tra uomini e
donne. Normalmente queste aree rappresentano una piccola porzione del
bilancio di un ente, in genere circa l’1% dei ricavi e dei costi totali. Pertanto, la
loro importanza non va registrata a livello quantitativo bensì qualitativo, come
segnale della presenza di un interesse dell’ente nei confronti delle tematiche
di genere;
 le aree indirettamente rilevanti per il genere, rappresentano attività il cui
impatto si riferisce ad aspetti indirettamente legati alle differenze di genere;
 le aree ambientali fanno riferimento alle variabili di contesto che possono
influenzare le capacità di uomini e donne;
 l’ultima area è definita come neutra, in quanto include attività non suscettibili
di essere misurate attraverso indicatori dell’impatto di genere.
G.E.P (GENDER EQUALITY PLAN) O PIANO DI UGUAGLIANZA DI GENERE
Il Piano di Uguaglianza di Genere (GEP) è un insieme di disposizioni e azioni volte ad
assicurare l’uguaglianza di genere ed è da intendersi come strumento volto a
identificare le pratiche che possono produrre discriminazione di genere, a
riconoscere le strategie innovative per superarle e a monitorare i progressi
attraverso lo sviluppo di indicatori di genere.
Le fasi del piano sono le seguenti:
 Reclutamento, mantenimento, progressione di carriera
 Inclusione nella leadership e nei processi decisionali
 Politiche di conciliazione famiglia-lavoro
 Prevenzione della discriminazione e delle molestie sessuali

G.R.I (GLOBAL REPORTING INITIATIVE)


È un modello universalmente accettato per il reporting della performance
economica, ambientale e sociale di un’organizzazione. L’adozione dello standard
GRI è stata raccomandata in Italia dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti.
L’ 80% delle grandi aziende mondiali redige un rapporto di sostenibilità e la quota
sale addirittura al 96% tra le top 250, e il GRI rappresenta di gran lunga il modello di
reporting più utilizzato.
I GRI Standards sono strutturati come una serie di standard interconnessi, che
possono essere utilizzati da ogni tipo di organizzazione, grande o piccola, pubblica o
privata, indipendentemente dal settore o dall’area geografica, che voglia identificare
e rendicontare i propri impatti e comunicare il proprio contributo per lo sviluppo
sostenibile. I principi base per la definizione dei report sono:
• Inclusività degli stakeholder: l'organizzazione deve identificare i propri stakeholder
e spiegare in che modo ha risposto ai loro interessi e aspettative.
• Contesto di sostenibilità: il report deve presentare le performance
dell’organizzazione nel contesto più ampio della sostenibilità.
• Materialità: il report deve includere temi che riflettono gli impatti economici,
ambientali e sociali significativi dell'organizzazione, o influenzano in modo
sostanziale le valutazioni e le decisioni degli stakeholder.
• Completezza: il report deve trattare i temi in misura completa e sufficiente a
rappresentare impatti economici, ambientali e sociali significativi.
Occorre stabilire di quali entità (ad esempio, controllate e joint venture) è necessario
includere la performance nel report. Nel perimetro del report di sostenibilità occorre
includere le entità “a monte” (ad esempio, supply chain) e “a valle” (ad esempio,
distribuzione e clienti) sulle quali l’organizzazione esercita un controllo o dalle quali
subisce un’influenza notevole.
I principi che riguardano la rendicontazione sono:
 Chiarezza: le informazioni devono essere facilmente comprensibili;
 Accuratezza: i dati devono essere espositi in maniera dettagliata;
 Equilibrio: i dati riportati devono riflettere aspetti negativi e positivi della
performance dell’organizzazione in modo da consentire una valutazione
ponderata della performance generale
 Tempestività: il report deve essere redatto a cadenze regolari e in tempo utile
affinché i destinatari dello stesso possano usarlo nei processi decisionali;
 Comparabilità: deve essere possibile definire l’evoluzione dei parametri nel
tempo;
 Affidabilità: i dati devono essere raccolti, analizzati, in modo da poter
agevolmente stabilire la provenienza degli stessi.
G.B.S (GRUPPO STUDIO PER IL BILANCIO SOCIALE)
Il Gruppo studio per il Bilancio Sociale è stato concepito nel 1997 a Taormina, in
occasione del seminario “nuovi strumenti di comunicazione aziendale”, in cui venne
approfondita la tematica del bilancio sociale, al fine di individuare uno standard di
riferimento valido per tutte le tipologie di aziende, che definisse l’insieme di regole
che riguardano il bilancio sociale. Il primo standard fu emanato nel 2001 e
successivamente nel 2013 ne è stato emanato uno nuovo.
Gli obiettivi sono:
 fornire informazioni sul rapporto tra l’azienda e l’ambiente;
 fornire informazioni sull’identità aziendale.
Le sezioni sono:
 Identità aziendale e contesto (in cui l’azienda opera)
 Riclassificazione dei dati contabili e calcolo valore aggiunto
 Relazione socio-ambientale
 Sezioni integrative (opinioni degli stakehokders)
 Appendice
I principi di redazione sono:
 Responsabilità: ovvero quelle che l’azienda deve assumersi.
 Identificazione: fornire informazioni sulla struttura dell’impresa, sul suo
management e sui suoi valori.
 Trasparenza: le informazioni devono corrispondere all’effettiva situazione
aziendale.
 Coerenza: bisogna esporre come le scelte dell’azienda siano coerenti con i
valori dichiarati.
 Prudenza: non bisogna sopravvalutare o sottovalutare il quadro della
situazione.
 Utilità: i dati rendicontati devono essere utili per gli stakeholders.

STRUMENTI DI ACCOUNTABILITY INDIRETTA


Gli strumenti di accountability indiretta accolgono gli standard e le linee guida per
regolamentare alcuni aspetti dell’attività aziendale. Si dividono in: standard di
processo, quando disciplinano lo svolgimento delle attività dell’azienda e standard di
contenuto, quando disciplinano i contenuti che devono avere i documenti di
rendicontazione sociale.
Un ulteriore distinzione si può fare tra: standard di principio, che disciplinano i valori
alla base dell’attività aziendale e standard di certificazione, disciplinano le attività di
verifica prevalentemente esterna del rispetto degli standard stessi.
Gli strumenti di accountability indiretta sono:
 Global Compact dell’ONU, ovvero un patto globale stipulato al World
Economic Forum, non di natura vincolante, ma che intende indirizzare
l’operato delle amministrazioni aziendali in merito alle principali tematiche
socio-ambientali.
 La serie AA1000, ovvero degli standard basati su dei principi legati al costante
miglioramento delle aziende in ambito socio-ambientale che hanno lo scopo
di fornire garanzie agli stakeholders. I principi sono 4:
1. Inclusività, favorire la partecipazione di tutti gli stakeholder
2. Materialità, rilevanza per gli stakeholders
3. Rispondenza: attinenza ai temi trattati dall’impresa
4. Impatto: ciò che le azioni poste in essere dall’azienda generano
Tra questi identifichiamo lo standard AA1000AS (Assourance Standard)
ovvero un quadro di riferimento per le organizzazioni per la preparazione della
propria rendicontazione. Importante anche lo standard AA1000SES
(stakeholder engagement standard), rappresenta lo strumento dedicato al
coinvolgimento degli stakeholder.
 La norma SA8000, è una norma internazionale che individua una serie di
principi da rispettare, in riferimento a 9 punti legati principalmente
all’ambiente lavorativo: lavoro minorile, lavoro forzato, salute e sicurezza,
libertà di associazione (sindacati) e contrattazione collettiva, discriminazione,
procedure disciplinari, orario di lavoro.
 Copenhagen Charter, un documento che rappresenta uno strumento per il
management che si approccia alla rendicontazione sociale. Si compone di tre
parti: elementi essenziali per gestire la rendicontazione, impostazione della
struttura, comunicazione all’esterno.
 Le norme ISO, un organismo internazionale che elabora standard che
attraverso accordi e trattati diventano strumenti normativi nei diversi paesi.
STRUMENTI DI ACCOUNTABILITY DIRETTA
Gli strumenti di accountability diretta rappresentano gli strumenti effettivi di
rendicontazione sociale dell’impresa. Infatti come sappiamo, il bilancio di esercizio
non riesce a colmare molti dubbi degli stakeholders in merito all’impatto dell’azienda
riguardo temi sociali e ambientali, per questo motivo sono state ideate altre
tipologie di documenti integrativi:
 I codici etici e deontologici, che rappresentano sistemi di valori e di regole in
capo all’impresa, che devono essere condivisi e approvati da tutti i membri di
essa. E’ suddiviso in: carta dei valori, ovvero principi e valori che hanno natura
astratta, e in codice di condotta, ovvero la traduzione dei valori in vere e
proprie regole.
 Il bilancio di genere
 Il bilancio sociale
 La carta dei servizi, che fornisce informazioni sui servizi resi dall’impresa
 Il bilancio partecipato, che mira a condividere le informazioni con gli
stakeholders e raccoglierne i pareri rendendoli determinanti per le scelte.
 Il bilancio partecipativi, attraverso cui gli stakeholders sono coinvolti solo in
alcune fasi, a differenza del bilancio partecipato.
 Il bilancio intangibile, che riguarda la valutazione del patrimonio intagibile
dell’impresa.
 Il bilancio ambientale, che esprime informazioni sia in termini di unità fisiche
che contabili, relative alle risorse impiegate nei processi produttivi e
all’impatto che esse hanno avuto (emissioni, smaltimento ecce cc). Il modello
contabile utilizzato si definisce “modello CLEAR” e si compone di 3 fasi:
contare (raccogliere dati e informazioni), contabilizzare (confrontare e
analizzare i dati), rendicontare (far emergere le responsabilità e comunicarle
all’esterno).
 Il bilancio di sostenibilità, che esprime delle informazioni nell’ottica della
triple bottom line, quindi tenendo in considerazione la dimensione
economica, quella sociale e quella ambientale della sostenibilità, con un
approccio olistico, cioè considerandole come sistema e non come ambiti
separati.
 Il bilancio di missione, che viene utilizzato dalle aziende non- profit per la
valutazione del raggiungimento delle finalità contenute nello statuto.
Nell’ordinamento italiano è obbligatorio per le fondazioni bancarie e
nell’ambito sanitario.
 Il bilancio di mandato, serve per valutare l’operato degli amministratori delle
aziende pubbliche locali e l’attinenza del loro operato alle proposte fatte. Deve
essere redatto con cadenza annuale o biennale.
 Il bilancio integrato, strumento che consente alle aziende di illustrare
sinteticamente come la strategia, la governance e le performance riescano a
creare valore nel breve periodo, nel medio periodo e nel lungo periodo,
tenendo conto di tutti i portatori di interesse sul piano economico, sociale e
ambientale.

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