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01 RegoleDiCalcolo

Il documento tratta delle regole di calcolo nel campo dei numeri reali, presentando gli assiomi algebrici fondamentali e le loro proprietà. Vengono illustrate le regole algebriche, le proprietà degli elementi neutri e le dimostrazioni di varie affermazioni riguardanti le operazioni di somma e prodotto. Inoltre, il testo invita il lettore a esplorare e dimostrare ulteriori regole di calcolo che potrebbero non essere state incluse.
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01 RegoleDiCalcolo

Il documento tratta delle regole di calcolo nel campo dei numeri reali, presentando gli assiomi algebrici fondamentali e le loro proprietà. Vengono illustrate le regole algebriche, le proprietà degli elementi neutri e le dimostrazioni di varie affermazioni riguardanti le operazioni di somma e prodotto. Inoltre, il testo invita il lettore a esplorare e dimostrare ulteriori regole di calcolo che potrebbero non essere state incluse.
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SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R

G. DI MEGLIO

Indice
Introduzione 1
1. Regole Algebriche 1
2. Regole dell’Ordine 7
Esercizi 13

Introduzione
Come già detto a lezione, gli assiomi che individuano il campo reale R sono
sufficienti a dimostrare tutte le regole di calcolo che usualmente si utilizzano per far
di conto coi numeri reali.
Qui di seguito ricordiamo le più comuni e ne forniamo la dimostrazione; inoltre,
esortiamo lo studioso lettore a tentare di dimostrare tutte quelle regole di calcolo
che gli sono familiari e che, per dimenticanza, sono state omesse dalle presenti note.

1. Regole Algebriche
Innanzitutto, richiamiamo gli assiomi del Gruppo 1:

Assiomi dell’Algebra
Esistono due operazioni + e ·, cioè due funzioni definite in R × R a valori in R,
che soddisfano le seguenti proprietà:
(A.1) per ogni x, y ∈ R, x+y =y+x e x·y =y·x
(A.2) per ogni x, y, z ∈ R, (x + y) + z = x + (y + z) e (x · y) · z = x · (y · z)
(A.3) per ogni x, y, z ∈ R, x · (y + z) = x · y + x · z
(A.4) esistono 0, 1 ∈ R tali che ∀x ∈ R, x + 0 = x e x · 1 = x
(A.5) per ogni x ∈ R esiste un − x ∈ R tale che x + (−x) = 0
(A.6) per ogni x ∈ R − {0} esiste un x−1 ∈ R − {0} tale che x · x−1 = 1 .1

Date: 28 dicembre 2017.


1Ricordiamo al lettore la terminologia introdotta a lezione (e peraltro già nota dalle scuole
dell’obbligo).
Le proprietà espresse dalle (A.1) si chiamano proprietà commutativa della somma e del prodotto.
Quelle espresse dalle (A.2) si chiamano proprietà associativa della somma e del prodotto.
La proprietà espressa dalla (A.3) è detta proprietà distributiva del prodotto rispetto alla somma.
Gli elementi 0 ed 1 la cui esistenza è predicata in (A.4) vengono, rispettivamente, detti elemento
neutro rispetto alla somma e rispetto al prodotto.
Il numero −x di cui in (A.5) si chiama opposto di x.
Il numero x−1 di cui in (A.6) è detto reciproco di x.
1
2 G. DI MEGLIO

Osservazione 1: L’assioma (A.1) (cioè la proprietà commutativa di entrambe le


operazioni) garantisce che le uguaglianze di cui agli assiomi (A.3) – (A.6) valgono
a meno dell’ordine dei fattori ; in altri termini è anche vero che:

(x + y) · z = x · z + y · z
0+x=x e x·1=x
(−x) + x = 0
x−1 · x = 1 .

Sarà lasciato al lettore il compito di capire quali tra le regole enunciate nel seguito
possano essere manipolate usando la proprietà commutativa. 

Osservazione 2 (Unicità degli Elementi Neutri): Gli elementi 0 ed 1 neutri, ri-


spettivamente, per la somma e per il prodotto sono anche unici.
Per provare ciò nel caso dell’unità si può ragionare come segue. Supponiamo che
10 ∈ R sia un altro elemento tale che 10 · x = x per ogni x ∈ R e mostriamo che è
necessariamente 10 = 1. Sfruttando il fatto che sia 1 sia 10 sono neutri rispetto al
prodotto e quanto notato nell’Osservazione 1 otteniamo:

10 = 10 · 1 = 1 ,

come volevamo. Mutatis mutandis, lo stesso ragionamento funziona per provare


l’unicità di 0. 

Osservazione 3 (0 6= 1!!!): Dagli assiomi non traspare immediatamente, ma gli


elementi neutri rispetto alle due operazioni + e · sono distinti, cioè risulta 0 6= 1.
Questa è un’immediata conseguenza della definizione della relazione d’ordine, come
vedremo più avanti (cfr. Osservazione 11). 

Osservazione 4 (Unicità dell’Opposto e del Reciproco): Anche gli elementi −x ed


x−1 , la cui esistenza è postulata negli assiomi (A.5) & (A.6), sono unici.
Proviamo ciò per il reciproco. Supponiamo che, in corrispondenza fissato x 6=
0, esista un altro elemento x0 ∈ R − {0} tale che x0 · x = 1 e mostriamo che
è necessariamente x0 = x−1 . Sfruttando la definizione di reciproco, la proprietà
(A.1) e quanto detto nell’Osservazione 1 troviamo:

x0 = x0 · 1
(A.6)
= x0 · (x · x−1 )
(A.2)
= (x0 · x) · x−1
(A.6)
= 1 · x−1
= x−1 ,

come volevamo. Mutatis mutandis, lo stesso ragionamento funziona per provare


l’unicità dell’opposto. 

Dagli assiomi ora elencati possiamo trarre le familiarissime regole di calcolo


compendiate qui sotto:

Teorema 1
Siano x, y ∈ R.
SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 3

Valgono i seguenti fatti:

(1) −0=0 e 1−1 = 1


(2) − (−x) = x
(3) − (x + y) = (−x) + (−y)
(4) x = y se e solo se per ogni z ∈ R si ha x + z = y + z
(5) x·0=0
(6) − (x · y) = (−x) · y e − (x · y) = x · (−y)
(7) − x = (−1) · x
−1
(8) se x 6= 0, allora x−1 =x
(9) x = y se e solo se per ogni z 6= 0 si ha x · z = y · z
(10) x · y = 0 se e solo se x = 0 oppure y = 0
(11) se x, y 6= 0, allora (x · y)−1 = x−1 · y −1 .

Osservazione 5: L’implicazione ⇐ nella regola (4) è la cosiddetta Regola di Sem-


plificazione della Somma.
L’implicazione ⇐ nelle regole (9) è la cosiddetta Regola di Semplificazione del Pro-
dotto.
La regola (10) è chiamata Legge di Annullamento del Prodotto: essa solitamente è
enunciata come segue:

«Un prodotto è nullo se e solo se almeno uno dei suoi fattori è


nullo».

Dimostrazione. Dimostriamo la (1). Dato che per (A.4) si ha:

0+0=0 e 1·1=1,

è evidente che 0 gode della proprietà (A.5) rispetto a se stesso e che 1 gode della
proprietà (A.6) rispetto a se stesso; pertanto 0 coincide col suo opposto ed 1 coin-
cide col suo reciproco, come volevamo.

Dimostriamo la (2). Mostrare vera la (2) equivale a mostrare che l’elemento x è


l’(unico) opposto di −x, ossia che esso soddisfa la relazione:

(−x) + x = 0 ;

ma tale relazione è senz’altro soddisfatta, per l’assioma (A.5). Conseguentemente


x = −(−x), come chiedevamo.

Dimostriamo la (3). Mostrare la prima delle (3) equivale a far vedere che l’elemento
(−x) + (−y) è l’(unico) opposto di x + y, cioè che esso soddisfa la relazione:


(x + y) + (−x) + (−y) = 0 .
4 G. DI MEGLIO

Abbiamo:
 (A.1)  
(x + y) + (−x) + (−y) = (y + x) + (−x) + (−y)
(A.2)
  
= y + x + (−x) + (−y)
(A.5) 
= y + 0 + (−y)
(A.4)
= y + (−y)
(A.5)
= 0,
come volevamo.

Dimostriamo le (4). L’implicazione ⇒ di (4) è immediata conseguenza della defi-


nizione di uguaglianza, quindi basta dimostrare la ⇐. Abbiamo:
(4,⇒) e (A.5)
x+z =y+z ⇒ (x + z) + (−z) = (y + z) + (−z)
(A.2)  
⇒ x + z + (−z) = y + z + (−z)
(A.5)
⇒ x+0=y+0
(A.4)
⇒ x=y,
come volevamo.

Dimostriamo la (5). Abbiamo:


(A.4)
x · 0 = x · (0 + 0)
(A.3)
= x·0+x·0

quindi x · 0 = x · 0 + x · 0 per la proprietà transitiva dell’uguaglianza. Dalla (4) e


da (A.4) segue:
(A.4)
x·0=x·0+x·0 ⇒ 0+x·0=x·0+x·0
(4)
⇒ 0=x·0,
che, per la proprietà simmetrica dell’uguaglianza, è proprio quanto volevamo.

Dimostriamo la (6). Per mostrare la prima uguaglianza dobbiamo mostrare che


l’elemento (−x) · y gode delle proprietà:
x · y + (−x) · y = 0 .
Abbiamo:
(A.3) 
x · y + (−x) · y = x + (−x) · y
(A.5)
= 0·y
(5)
= 0,

pertanto −(x · y) = (−x) · y. La dimostrazione dell’altra uguaglianza è del tutto


analoga ed è lasciata al lettore.
SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 5

Dimostriamo la (7). Fissato x ∈ R, occorre e basta mostrare che (−1)·x è l’opposto


di x, cioè che risulta x + (−1) · x = 0. Abbiamo:
(A.4)
x + (−1) · x = 1 · x + (−1) · x
(A.3) 
= 1 + (−1) · x
(A.5)
= 0·x
(5)
= 0,
dunque (−1) · x è l’opposto di x, ossia vale la (7).

Dimostriamo la (8). Scelto x 6= 0, provare l’uguaglianza (x−1 )−1 = x significa


mostrare che x−1 è diverso da zero e che l’elemento x è il reciproco di x−1 , ossia
che esso gode della proprietà:
x−1 · x = 1 .
Ma tanto il fatto che x−1 sia diverso da zero tanto l’uguaglianza di cui sopra so-
no senz’altro soddisfatte, a causa dell’assioma (A.6) e di (A.1); conseguentemente
(x−1 )−1 = x.

Dimostriamo la (9). L’implicazione ⇒ di (9) è un’immediata conseguenza della


definizione di uguaglianza, quindi basta dimostrare le ⇐. Per la ⇒ di (9), fissato
ad arbitrio z 6= 0, abbiamo:
(8,⇒), (A.6)
x·z =y·z ⇒ (x · z) · z −1 = (y · z) · z −1
(A.2)
⇒ x · (z · z −1 ) = y · (z · z −1 )
(A.6)
⇒ x·1=y·1
(A.4)
⇒ x=y,
come volevamo.

Dimostriamo la (10). L’implicazione ⇐ è un’immediata conseguenza della regola


(5)
(5): infatti, se x = 0 allora x · y = 0 · y = 0 ed analogamente se y = 0.
Mostriamo allora che vale l’implicazione ⇒, cioè che se x · y = 0 allora almeno uno
tra x ed y è nullo. Procediamo per assurdo: supponiamo che x 6= 0 e y 6= 0 e
mostriamo che ciò genera una contraddizione.
Dato che y 6= 0, y è dotato di reciproco per l’assioma (A.6) e perciò abbiamo:
(9)
x · y = 0 ⇒ (x · y) · y −1 = 0 · y −1
(A.2), (5)
⇒ x · (y · y −1 ) = 0
(A.6)
⇒ x·1=0
(A.4)
⇒ x=0,
contro il fatto che x 6= 0!
Perciò non è possibile avere contemporaneamente x · y = 0 e x, y 6= 0, dunque
almeno uno tra x ed y deve essere nullo se x · y è nullo.

Dimostriamo la (11). Presi x, y 6= 0 il prodotto x·y è diverso da zero e, per l’assioma


(A.6), esso è dotato di reciproco. Vogliamo adesso stabilire che (x·y)−1 = x−1 ·y −1 ,
6 G. DI MEGLIO

cioè che il numero x−1 · y −1 gode della proprietà:


(x · y) · (x−1 · y −1 ) = 1 .
Abbiamo:
(A.1)
(x · y) · (x−1 · y −1 ) = (y · x) · (x−1 · y −1 )
(A.2)
= y · x · (x−1 · y −1 )


(A.2)
= y · (x · x−1 ) · y −1


(A.6)
= y · 1 · y −1


(A.4)
= y · y −1
(A.6)
= 1,
come volevamo. 

Osservazione 6: Introducendo le usuali convenzioni:


def
x − y = x + (−y) , per x, y ∈ R
x def
= x · y −1 , per x ∈ R ed y ∈ R − {0} ,
y
le regole (3), (8), (11) assumono la forma:
(4) −(x + y) = −x − y
1
(9) 1 =x
x
1 1 1
(13) = ·
x·y x y
certamente più familiare al lettore. 

Osservazione 7: Combinando opportunamente gli assiomi con le regole elencate


nel Teorema 1, non è difficile dimostrare altre regole di calcolo.
Ad esempio, l’usuale Regola di Semplificazione delle Frazioni :
x·z x
per ogni y, z 6= 0 si ha =
y·z y
si può di mostrare come segue.

Dimostrazione. Abbiamo:
x·z
= (x · z) · (y · z)−1
y·z
(11)
= (x · z) · z −1 · y −1
(A.2)
= x · (z · z −1 ) · y −1
(A.6)
= x · 1 · y −1
(A.4)
= x · y −1
x
= . 
y
Oppure, il fatto evidente che:
1
= −1 ,
−1
SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 7

equivalente alla relazione (−1)−1 = −1, si può dimostrare come segue.

Dimostrazione. Partendo dall’assioma (A.6) ed usando (2) ed (6) otte-


niamo:

−1 = 1 · (−1) ⇒ −(−1) = − 1 · (−1)
⇒ 1 = (−1) · (−1) ;
dall’ultima uguaglianza, in virtù dell’unicità del reciproco garantita dal-
l’assioma (A.6), traiamo immediatamente (−1)−1 = −1. 


2. Regole dell’Ordine
Ricordiamo gli assiomi del Gruppo 2:

Assiomi dell’Ordine
Esiste una relazione d’ordine2 ≤ che soddisfa le seguenti proprietà:
(O.1) per ogni x, y ∈ R o si ha x ≤ y oppure y ≤ x
(O.2) per ogni x, y, z ∈ R, x≤y ⇒ x+z ≤y+z
(O.3) per ogni x, y, z ∈ R, x ≤ y e 0 ≤ z ⇒ x · z ≤ y · z .3

Osservazione 8 (Definizione della Relazione d’Ordine Stretto <): Dagli assiomi


dell’ordine segue che è possibile definire in R anche una relazione d’ordine stretto4,
denotata col simbolo <, ponendo per definizione:
def
(12) x<y ⇔ x ≤ y ed x 6= y ;
la relazione x < y si legge “x è minore di y”. 

Osservazione 9 (Principio di Tricotomia): Introdotta la relazione d’ordine stret-


to, è evidente che la totalità della relazione ≤ può essere espressa anche come segue:

«Per ogni paio di numeri x, y ∈ R sussiste una ed una soltanto


delle alternative x < y, x = y od y < x».

Quello ora enunciato è solitamente detto Principio di Tricotomia. 

Fatte tali premesse, dagli assiomi dell’ordine e dalla definizione (12) si ricavano
le seguenti regole di calcolo:
2Ricordiamo che una relazione interna ad un insieme è detta d’ordine se essa gode delle
proprietà riflessiva, antisimmetrica e transitiva.
3Ricordiamo la terminologia introdotta a lezione (peraltro già nota dalle scuole dell’obbligo).
La notazione x ≤ y si legge “x è minore o uguale ad y”.
La proprietà (O.1) si esprime dicendo che la relazione d’ordine ≤ è totale. Le proprietà (O.2)–
(O.3) sono dette, rispettivamente, compatibilità con la somma e compatibilità col prodotto.
I numeri reali diversi da 0 che soddisfano la relazione 0 ≥ x e sono si chiamano numeri positivi,
mentre i numeri diversi da 0 che soddisfano la relazione x ≤ 0 vengono detti numeri negativi.
Si dice che due numeri x, y 6= 0 hanno lo stesso segno quando sono entrambi positivi od entrambi
negativi; mentre si dice che essi hanno segno opposto se uno dei due è positivo e l’altro è negativo.
4Ricordiamo che una relazione R interna ad un insieme è detta d’ordine stretto se essa gode
delle proprietà transitiva nonché della seguente:
xRy ⇒ y 6 Rx ,
usualmente detta proprietà asimmetrica (da non confondere con la proprietà antisimmetrica!).
8 G. DI MEGLIO

Teorema 2
Siano x, y ∈ R.
Valgono i seguenti fatti:

(13) x < y se e solo se per ogni z ∈ R si ha x + z < y + z


(14) x ≤ y se e solo se per ogni z ∈ R si ha x + z ≤ y + z
(15) se x < y e z < w, allora x + z < y + w
(16) se x < y e z ≤ w, allora x + z < y + w
(17) se x ≤ y e z < w, allora x + z < y + w
(18) se x ≤ y e z ≤ w, allora x + z ≤ y + w
(19) x < y se e solo se − y < −x
(20) x ≤ y se e solo se − y ≤ −x
(21) x < y se e solo se per ogni z < 0 si ha y · z < x · z
(22) x ≤ y se e solo se per ogni z < 0 si ha y · z ≤ x · z
(23) se 0 < x e 0 < y oppure se x < 0 e y < 0, allora 0 < x y
(24) se x < 0 e 0 < y oppure se 0 < x e y < 0, allora x y < 0
1
(25) se x 6= 0, allora si ha 0 < x se e solo se 0 <
x

1
(26) se x 6= 0, allora si ha x < 0 se e solo se <0
x
1
(27) 0 < x < 1 se e solo se 1 <
x
1
(28) 1 < x se e solo se 0 < <1
x
1 1
(29) 0 < x < y se e solo se <
y x
1 1
(30) 0 < x ≤ y se e solo se ≤
y x

Osservazione 10: Le regole (23) e (24) vengono solitamente enunciate assieme


come segue:

«Il prodotto di due numeri reali non nulli è positivo se i due numeri
hanno lo stesso segno, negativo altrimenti».

Tale affermazione è detta Regola dei Segni. 

Dimostrazione. Dimostriamo le (13) e (14). L’implicazione ⇒ di (13) segue im-


mediatamente dall’assioma (O.2), quindi basta mostrare la ⇐. Scelto ad arbitrio
z ∈ R, abbiamo:

(O.2)
x+z <y+z ⇒ x + z + (−z) < y + z + (−z)
(A.2)  
⇒ x + z + (−z) < y + z + (−z)
(A.5)
⇒ x+0<y+0
(A.4)
⇒ x<y
SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 9

come volevamo.
D’altra parte, per la definizione di ≤ abbiamo:
x≤y ⇔ x < y oppure x = y
(13), (4)
⇔ per ogni z ∈ R, x + z < y + z oppure x + z = y + z
⇔ per ogni z ∈ R, x + z ≤ y + z ,
che è la (14).

Dimostriamo le (15)–(18). Per la proprietà transitiva dell’ordine e la (O.2) abbiamo:



(O.2)
x<y ⇒ x+z <y+z
⇒ x+z <y+w ,
(O.2)
z<w ⇒ y+z <y+w

che è la (15).
Le (16)–(18) si provano analogamente.

Dimostriamo la (19). Mostriamo che vale la ⇒. Per assurdo, supponiamo che


contemporaneamente ad x < y non si abbia −y < −x; allora, per il Principio di
Tricotomia, o è −x < −y oppure è −x = −y.
Nel primo caso, per la (O.2) troveremmo:
(O.2)
x<y ⇒ x + (−x) < y + (−x)
⇒ 0<y−x
ed analogamente:
(O.2)
−x < −y ⇒ y + (−x) < y + (−y)
⇒ y−x<0;
ma il raffronto delle due ultime disuguaglianze porta ad un assurdo, in quanto il
numero y − x violerebbe il Principio di Tricotomia.
Nel secondo caso, avremmo addirittura x = y per la (2), il che è assurdo poiché
x < y.
Conseguentemente, in concomitanza con x < y deve necessariamente aversi anche
−y < −x, come volevamo.
L’implicazione inversa ⇐ si dimostra usando quanto appena mostrato e la regola
(2): infatti, abbiamo:
(19)
−y < −x ⇒ −(−x) < −(−y)
(2)
⇒ x<y.
Dimostriamo la (20). L’implicazione ⇒ segue dalla (19) e dalla proprietà simetrica
dell’uguaglianza: infatti abbiamo:
x≤y ⇔ x < y oppure x = y
(19)
⇔ −y < −x oppure − x = −y
(19)
⇔ −y < −x oppure − y = −x
⇔ −y ≤ −x .
L’implicazione inversa ⇐ segue da quanto ora mostrato come nella dimostrazione
di (19).
10 G. DI MEGLIO

Dimostriamo le (21) e (22). Per la (19), se z < 0 allora si ha 0 = −0 < −z; pertanto
abbiamo:
(O.3)
x<y ⇔ x · (−z) < y · (−z)
(6)
⇔ −(x · z) < −(y · z)
(19)
⇔ y·z <x·z
e ciò dimostra l’equivalenza (21). D’altro canto, usando la (21) e la proprietà
simmetrica dell’uguaglianza, si ha:
x≤y ⇔ x < y oppure x = y
(21)
⇔ per ogni z < 0, y · z < x · z oppure x · z = y · z
⇔ per ogni z < 0, y · z < x · z oppure y · z = x · z
⇔ y·z ≤x·z ,
che è la (22).

Dimostriamo le (23) e (24). Se 0 < x, y, le (23) seguono immediatamente dalla


(O.3) e dalla regola (5): invero, se 0 < x e 0 < y per (O.3) è 0 · y < x · y ossia
0 < x · y.
Viceversa, se x, y < 0, abbiamo 0 < −x, −y e dunque da (O.3) e (7) segue:
 
0 < (−x) · (−y) = (−1) · x (−1) · y = xy .
Le (24) si dimostrano in modo analogo.

Dimostriamo la (25). Innanzitutto, notiamo che l’essere x > 0 implica x 6= 0,


cosicché x è certamente dotato di reciproco, il quale è a sua volta un numero diverso
da 0. Per assurdo, supponiamo che contemporaneamente ad 0 < x non si abbia
1
x > 0: ciò, per il Principio di Tricotomia e per quanto notato all’inizio, significa
che è x1 < 0. Allora per la (O.3), abbiamo:
1 (O.3) 1
<0 ⇒ ·x<0·x
x x
⇒ 1 < 05
e dalla (19) segue 0 < −1. Usando ancora la (O.3) troviamo:
(O.3)
0 < −1 ⇒ 0 · (−1) < (−1) · (−1)
(5), (6) 
⇒ 0 < − 1 · (−1)
(A.4)
⇒ 0 < −(−1)
(2)
⇒ 0<1
e questo è assurdo, in quanto le due relazioni 1 < 0 e 0 < 1 non possono sussistere
contemporaneamente per il Principio di Tricotomia.
Pertanto, non si può avere contemporaneamente 0 < x ed x1 < 0 e dunque quando
0 < x è necessariamente anche 0 < x1 .

5Come ben noto, tale disuguaglianza è falsa. . . Tuttavia non l’abbiamo ancora dimostrata,
dunque non possiamo usarla per concludere la dimostrazione!
SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 11

Dimostriamo la (26). Evidentemente, anche l’ipotesi x < 0 implica che x è dotato


di reciproco diverso dallo 0.
Abbiamo:
(19)
x<0 ⇔ −0 < −x
(1)
⇔ 0 < −x
(19) 1
⇔ 0<
−x
(A.6) 1
⇔ 0<
1 · (−x)
(6) 1
⇔ 0<
(−1) · x
(11) 1 1
⇔ 0< ·
−1 x
1
⇔ 0 < (−1) ·
x
(7) 1
⇔ 0<−
 x 
(19) 1
⇔ − − < −0
x
(1), (2) 1
⇔ <0,
x
come volevamo.

Dimostriamo le (27) e (28). Proviamo dapprima le implicazioni ⇒. Fissato 0 <


x < 1, si ha x · x1 = 1, sicché 0 < x · x1 e ciò importa 0 < 1/x. Se, per assurdo, fosse
1/x < 1, si avrebbe:
1 1
x<1 e <1 ⇒ 1=x· <1
x x
contro il Principio di Tricotomia; analogamente, se fosse 1/x = 1 avremmo anche
x = 1, il che è contro l’ipotesi. Pertanto l’unica alternativa possibile è 1 < 1/x e
vale la prima delle implicazioni di (27).
Se, invece, x > 1, allora un ragionamento identico al precedente mostra che 0 <
1/x < 1, sicché vale la prima delle implicazioni (28).
Mostriamo le ⇐. Evidentemente, se 1 < 1/x, possiamo usare la (28) per ottenere
0 < 1/(1/x) < 1, ossia 0 < x < 1; analogamente, se 0 < 1/x < 1, allora possiamo
usare la (27) per avere 1 < 1/(1/x), ovvero 1 < x.

Dimostriamo le (29) e (30). Scegliamo 0 < x < y e, per assurdo, supponiamo


che non sia soddisfatta la relazione y1 < x1 ; ciò significa che x1 < y1 oppure che
1 1
x = y . Quest’ultima relazione non può sussistere, in quanto x 6= y, dunque deve
certamente essere 1/x < 1/y.
Per la (25) abbiamo 0 < 1/x ed invocando la (O.3) troviamo:
1 y
x<y e0< ⇒ 1< ;
x x
da ciò, usando la (28) ed il fatto che xy = ( xy )−1 , desumiamo che 0 < x
y < 1.
D’altra parte, applicando di nuovo la (O.3) otteniamo:
1 1 x
< e0<x ⇒ 1< ,
x y y
12 G. DI MEGLIO

e ciò è assurdo, perché il numero xy viola il Principio di Tricotomia.


Conseguentemente, le relazioni 0 < x < y ed 1/x ≤ 1/y non possono presentarsi
contemporaneamente; dunque vale la (29).
La dimostrazione della (30) è analoga. 

Osservazione 11: La Regola dei Segni implica che per ogni x 6= 0 il prodotto x · x
è positivo, cioè che:
∀x ∈ R − {0}, 0 < x · x ,
relazione che usualmente si esprime dicendo che:

«Il quadrato di ogni numero reale non nullo è positivo».

Tale relazione ed il fatto che 1 = 1 · 1 implicano che 0 < 1, cioè che 1 è un numero
positivo. Ciò mostra che l’insieme dei numeri reali positivi non è vuoto (cosa non
scontata, dato che non è contemplata in nessun assioma).
Analogamente, da 0 < 1, da (19) e da (1) segue −1 < 0, ossia che −1 è un numero
negativo. Pertanto nemmeno l’insieme dei numeri reali negativi è vuoto. 

Osservazione 12: Come ben noto al lettore, in R si possono istituire anche le


relazioni > e ≥ per mezzo delle posizioni:
def
(31) x≥y ⇔ x > y oppure x = y ,
def
(32) x>y ⇔ y<x;
il simbolo x ≥ y si legge “x è maggiore od uguale ad y”, mentre il simbolo x > y si
legge “x è maggiore di y”.
Tali relazioni sono, rispettivamente, un ordine ed un ordine stretto su R.
Istitutite tali convenzioni, alcune delle regole enunciate nel Teorema 2 si riscrivono
in una forma più familiare; ad esempio, le regole (19), (20), (29) ed (30) divengono:
x<y ⇔ −x > −y
x≤y ⇔ −x ≥ −y
1 1
0<x<y ⇔ >
x y
1 1
0<x≤y ⇔ ≥ .
x y
Usualmente, le prime due equivalenze vengono espresse dicendo:

«Passando agli opposti, le disuguaglianze si invertono»;

mentre le seconde due equivalenze si riassumono come segue:

«Passando ai reciproci, le disuguaglianze tra numeri positivi si inverto-


no».

Infine, ricordiamo che vale il seguente fatto più generale:

«Passando ai reciproci, le disuguaglianze tra numeri aventi lo stesso se-


gno si invertono»,

la cui dimostrazione è lasciata allo studioso lettore. 


SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 13

Osservazione 13: Le regole di calcolo e gli assiomi possono essere combinate per
dimostrare tutte le altre regole omesse da questi fogli.
Ad esempio, mostriamo come provare che vale la seguente relazione:
x<y ez<0 ⇒ y·z <x·z .
Dimostrazione. Fissati x < y e z < 0, per (19) ed (2) si ha 0 < −z;
allora abbiamo:
(O.3)
x<y ⇒ x · (−z) < y · (−z)
(7)
⇒ −(x · z) < −(y · z)
(19)
⇒ y·z <x·z ,
come volevamo. 
La regola generale che contiene quella appena provata si esprime usualmente dicen-
do che:

«Moltiplicando ambo i membri di una disuguaglianza per un numero


negativo, la disuguaglianza si inverte»,

e la sua dimostrazione è lasciata al lettore.


Il lettore può anche provare che vale la regola:
x<y e0<z<w ⇒ x·z <y·w ,
ed altre che coinvolgono il prodotto e sono formalmente analoghe alle (15) – (18).

Osservazione 14: Notiamo esplicitamente, ma senza entrare nei dettagli, che gli
assiomi dell’ordine forniti all’inizio del paragrafo non sono gli unici possibili.
Ad esempio, è possibile dimostrare che richiedere l’esistenza di una relazione d’or-
dine stretto che goda delle (O.1) – (O.3) equivale a richiedere l’esistenza di un
sottoinsieme P ⊆ R non vuoto che goda delle seguenti proprietà:
(P.1) per ogni x ∈ R si ha x ∈ P oppure x = 0 oppure − x ∈ P
(P.2) se x, y ∈ P , allora x + y ∈ P
(P.3) se x, y ∈ P , allora x · y ∈ P .
Infatti, scelto di postulare come assioma l’esistenza di un sottoinsieme P che goda
delle proprietà (P.1) – (P.3), si può costruire una relazione ≤ su R ponendo:
def
x≤y ⇔ y − x ∈ P ∪ {0} ;
si verifica che tale relazione è d’ordine, gode delle (O.1) – (O.3) ed è tale che
P = {x ∈ R : 0 < x}. 

Esercizi
Esercizio 1: Sia x ∈ R.

1. Dimostrare che x ≤ 0 se e solo se:


∀ε > 0, x < ε .
2. Analogamente, dimostrare che x ≥ 0 se e solo se:
∀ε > 0, x > −ε .
3. Infine, mostrare che x = 0 se e solo se:
∀ε > 0, |x| < ε .
14 G. DI MEGLIO

4. È possibile sostituire la disuguaglianza stretta x < ε con x ≤ ε nella 1 conser-


vando la validità del risultato?
Motivare la risposta ed estendere le proprie considerazioni a 2 e 3.

Esercizio 2 (Monotònia della potenza): Scelto un qualsiasi numero reale x,


ponendo:
x1 := x
(

xn+1 := xn · x
rimane definita la potenza n-esima di x per ogni n ∈ N − {0} (questa è un’istanza
del Principio d’Induzione); tale potenza coincide con il numero:
xn = x
| · x · {z· · · · x} .
n volte
1. Dimostrare che l’implicazione:
0≤x<y ⇒ xn < y n
vale per ogni n ∈ N − {0}.

2. Dimostrare che l’implicazione:


x<y ⇒ xn < y n
vale per ogni x, y ∈ R ed ogni indice n dispari.
Trovare un controesempio che confuti l’implicazione precedente nel caso in cui n
sia pari (ci si può limitare a considerare il caso n = 2).

3. Dimostrare che se n ≥ 1 è pari allora vale l’implicazione:


x<y≤0 ⇒ y n < xn .
Fornendo alcuni esempi, mostrare nel caso in cui x < 0 < y, in generale, nulla si
può dire sull’ordine in cui si presentano xn ed y n .

N.b.: le 1-3 asseriscono, rispettivamente, che le funzioni potenza ad esponente


naturale sono tutte strettamente crescenti in [0, +∞[; che le potenze ad esponen-
te naturale dispari sono strettamente crescenti su tutto R; e che le potenze ad
esponente naturale pari sono strettamente decrescenti su ] − ∞, 0].

Esercizio 3: 1. Provare che l’implicazione:


0<x<y ⇒ x−n > y −n
vale per ogni n ∈ N − {0}.

2. Provare che l’implicazione:


x<y<0 ⇒ x−n > y −n
vale per ogni n dispari.

3. Provare che l’implicazione:


x<y<0 ⇒ x−n < y −n
vale per ogni n pari.

N.b.: Le 1 - 3 asseriscono, rispettivamente, che le funzioni potenza ad esponente


intero negativo sono tutte strettamente decrescenti in ]0, +∞[; che le potenze ad
esponente interno negativo dispari sono strettamente decrescenti anche in ] − ∞, 0[;
SULLE REGOLE DI CALCOLO IN R 15

e che le potenze ad esponente interno negativo pari sono strettamente crescenti in


] − ∞, 0[.

Esercizio 4: 1. Siano X, Y ⊆ R non vuoti e sia f : X → Y una funzione inverti-


bile.
Provare che f è strettamente crescente [risp. strettamente decrescente] in X se e
solo se f −1 è strettamente crescente [risp. strettamente decrescente] in Y .

2. Dedurre dalla 1 e dagli esercizi precedenti le proprietà di monotònia delle potenze


1
del tipo x n e delle funzioni radice n-esima (per n dispari).

Esercizio 5: 1. Siano X, Y ⊆ R non vuoti, f : X → Y e g : Y → R.


Provare che se f e g hanno la stessa monotònia (i.e., entrambe crescenti o entrambe
decrescenti), allora la funzione composta f ◦ g : X → R è crescente.
Al contrario, provare che se f e g hanno monotònie opposte (i.e., una crescente e
l’altra decrescente), allora la funzione composta f ◦ g è decrescente in X.

2. Ricavare le proprietà di monotonia delle potenze ad esponente razionale e reale.

Guglielmo Di Meglio, PhD


Scuola Politecnica e delle Scienze di Base
Università degli Studi di Napoli “Federico II”
piazzale Tecchio 80
80126 Napoli – ITALY
email: [email protected]

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