Capitolo 6
Capitolo 6
A prescindere dalle caratteristiche della forma di governo, il Parlamento corrisponde alla sede della
rappresentanza popolare, di conseguenza è il luogo in cui viene rappresentato il soggetto sovrano.
È fondamentale precisare che il Parlamento, almeno a partire dal medioevo, ha assunto un significato più
specifico: esso è definito come una pubblica adunanza che si occupa di affari pubblici, politici e
amministrativi.
1. le prime forme storiche di assemblee rappresentative sono sorte nell’antica Grecia, le più rilevanti erano
l’Aereopago, la Bulè e l’Ecclesia:
-si trattava sostanzialmente di assemblee composte da gruppi selezionati di cittadini per la discussione di
questioni di carattere generale (svolgevano quindi una funzione consultiva e decisionale).
-La Curia generale in Sicilia durante il dominio degli Svevi nel 1190 d.C.
In verità, queste assemblee non sono propriamente definibili come Parlamenti, poiché mancano delle
garanzie di funzionamento e di fatto non rappresentavano una forma di limitazione del potere dell’autorità.
Un Parlamento può essere definito come tale quando rappresenta un meccanismo di contropotere rispetto
agli altri organi di governo; per tale motivazione, il parlamento dovrebbe essere un organo anzitutto
indipendente, dotato di una propria garanzia autonomia organizzativa, finanziaria e strumentale.
3.I parlamenti in senso proprio cominceranno a svilupparsi a partire dal 13esimo secolo:
-Il primo esempio rilevante è stata la pubblica assemblea di Foggia con Federico II di Svevia: si trattava di
un’assemblea dotata di poteri normativi e alcune forme di garanzia;
-A Londra, vi era il Magnum Parliamentum di Westminster, composto da Abati, Conti e Baroni riuniti per
respingere la richiesta di nuove forme di tassazione avanzata dal sovrano Enrico III.
Per soddisfare le richieste dell’assemblea, nel 1258, il Re approvò le Provisions of Oxford, istituendo
un’Assemblea rappresentativa del reame che includeva anche delegati delle città e dei borghi, convocati
almeno tre volte l’anno per le decisioni sulle spese più rilevanti.
Circa 30 anni dopo, Edoardo I riconobbe la necessità costituzionale del Parlamento di Londra, pertanto ne
formalizzò ulteriormente il funzionamento ed estese la rappresentanza anche a vescovi e arcivescovi.
Il Parlamento britannico odierno è stato ufficialmente istituito nel 1295 e prende il nome dall’omonima
sede.
-Il parlamento svolge una funzione decisionale di portata generale riconosciuta dalla legge fondamentale
dello Stato.
Di conseguenza, il Parlamento costituisce una forma di limitazione dei poteri del sovrano e del potere
costituito. I parlamenti sono sempre stati oggetto di rivendicazione da parte dei cittadini come strumento
per affermare uno spazio di libertà ed evitare l’insorgenza di derive assolutistiche.
I presupposti fondamentali per la presenza di un organo rappresentativo sono la conquista dei diritti politici
e la separazione dei poteri.
Il Parlamento è l’unica istituzione aperta verso la società: Manzella ha definito il parlamento come
“porticato tra lo Stato e la società civile”.
APPROFONDIMENTO FERRARO: La terza funzione del parlamento come sede di composizione del conflitto:
Il Parlamento è anche quella sede centrale in cui si svolge il contrasto fisiologico tra maggioranza e
opposizione.
Con il termine “conflitto” si intende naturalmente la diversità di opinioni: questa dinamica è ritenuta
necessaria perché un conflitto privo di sede potrebbe riversarsi nelle strade pubbliche, portando a fenomeni
terroristici.
Questi fenomeni si manifestano nel momento in cui una società è incapace di portare il conflitto politico
all’interno di una sede adeguata.
SCALETTA DEGENERAZIONE DELLE SOCIETA’ IN CUI IL PARLAMENTO NON COSTITUISCE LA SEDE DEL
CONFLITTO POLITICO:
1.Un parlamento in cui non si manifesta il conflitto politico non può costituire la sede della rappresentanza;
2.Dal momento che il Parlamento è incapace di rappresentare i cittadini, i cittadini ricorrono alle
manifestazioni;
Per garantire la corretta composizione del conflitto, è necessaria che quest’ultima sia regolata da fonti
autonome. Il contrasto fisiologico delle opinioni consente all’elettorato di formare un’idea matura e
consapevole.
Come precedentemente affermato, è necessaria una forma di regolamentazione delle funzioni e della
struttura parlamentare:
Per quanto riguarda le fonti del diritto parlamentare, è possibile individuare due macrocategorie:
-FONTI NON SCRITTE: rientrano in questa categoria le convenzioni costituzionali (ad esempio, una
convenzione costituzionale inglese impone al Re di nominare come primo ministro il leader del partito di
maggioranza).
Nelle fonti scritte, generalmente, la Costituzione si occupa di definire la struttura, la funzione e lo status dei
componenti, rinviando il resto ai regolamenti parlamentari, particolari fonti dotate di un proprio livello
gerarchico e inderogabili da una legge ordinaria.
COSA ACCADREBBE NEL NOSTRO ORDINAMENTO SE UNA LEGGE ORDINARIA VIOLASSE UN REGOLAMENTO
PARLAMENTARE?
-la legge ordinaria varrebbe nella disciplina generale dello Stato, ma nei due Rami del Parlamento sarebbe
comunque applicabile esclusivamente il Parlamento.
LE PREROGATIVE PARLAMENTARI:
All’interno della Costituzione sono trattate le “prerogative parlamentari”, quest’ultime sono delle forme di
tutela che NON riguardano la persona, ma l’esercizio della funzione parlamentare.
Per tale motivazione, le prerogative parlamentari non sono identificabili come diritti o addirittura privilegi,
ma di tutele necessari per il corretto svolgimento della sua funzione.
1.INSINDACABILITA’: il principio di insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari è stato il risultato
della lotta originata in Gran Bretagna nel XIII secolo.
Il principio di insindacabilità corrisponde alla tutela della libertà di manifestazione di pensiero nel momento
in cui il Parlamentare svolge la sua funzione.
La tutela dell’opinione espressa dal Parlamentare è applicata anche alle affermazioni extra moenia purché vi
sia un nesso funzionale con il ruolo svolto.
-Intervista di politica: in questo contesto, il parlamentare non sarebbe perseguibile per le opinioni espresse
dal momento che vi è un nesso funzionale con il ruolo svolto;
-Art 68.1 (costituzione italiana): questo articolo è stato oggetto di una recente riforma costituzionale;
-Art 46.1 (GG tedesco): in questo caso, il costituente tedesco ha ritenuta lecita la perseguibilità anche in
caso di diffamazione (espressioni non vere).
2.INVIOLABILITA’: il principio dell’inviolabilità parlamentare richiede che il parlamentare non possa essere
perseguito senza l’autorizzazione preventiva della camera di appartenenza.
Edmund Burke, nel suo celebre discorso agli elettori di Bristol del 1774, espresse perfettamente questa
concezione: il parlamentare deve sicuramente mantenere un rapporto stabile con i propri elettori e
prendere in considerazione le loro opinioni, ma questo non deve sostituirsi al suo giudizio imparziale.
“Il Parlamento non è un congresso di ambasciatori di interessi diversi e ostili”, ma è “Un’Assemblea
deliberativa di una Nazione, con un solo interesse”.
Il divieto di mandato imperativo ha trovato una prima formulazione grazie a un’ordinanza di Luigi XVI.
Tuttavia, il divieto di mandato imperativo è stato oggetto di deroga negli ordinamenti federali, in cui la
seconda camera rappresenta gli interessi dei territori:
-Ad esempio, in Germania, i rappresentanti dei singoli Länder, ricevono precise istruzioni di voto delle
Assemblee statali e possono essere revocati dall’organo che li ha disegnati.
-Un istituto analogo è il “recall” (revoca del mandato parlamentare mediante voto parlamentare), presente
in alcuni Stati degli USA.
Ad ogni modo, il Governo risponde politicamente nei confronti dell’intero corpo elettorale al momento delle
elezioni.
Inoltre, il divieto di mandato imperativo è contemplato anche nell’ATTIVITA’ DI PARTITO e all’interno dei
GRUPPI PARLAMENTARI: (ripreso successivamente)
-i gruppi parlamentari sono definiti come le unioni di più parlamentari con l’obbiettivo di rappresentare un
determinato movimento politico o partito politico.
I gruppi parlamentari sono adottati per una motivazione di carattere istituzionale: i partiti rappresentano
delle associazioni private non riconosciute, e per tale motivazione non potrebbero dialogare formalmente
con il presidente della Repubblica.
Per tale motivazione, i gruppi parlamentari rappresentano la proiezione del tessuto politico all’interno della
realtà istituzionale. I capi dei gruppi parlamentari svolgono un’importante funzione consultiva durante le
crisi di governo e possono proporre disegni di legge.
QUINDI, nella rappresentanza politica non vi è il divieto di mandato imperativo poiché il parlamentare
dev’essere libero nell’esercizio delle sue funzioni.
-RAPPRESENTANZA TERRITORIALE (riferimenti in seguito): l’unico caso in cui è ammissibile l’ipotesi del
mandato imperativo riguarda la rappresentanza territoriale, ma si tratta di un’altra fattispecie di
rappresentanza. (es. Lander);
Nella rappresentanza territoriale, risulta più semplice convergere l’interesse collettivo in un’unica istanza.
Art. 63 Costituzione spagnola: “Il senato è la camera di rappresentanza territoriale”, ad ogni modo, il senato
svolge la funzione di camera di rappresentanza territoriale perché il costituente non aveva previsto
originariamente l’esistenza di comunità autonome.
Nell’esperienza italiana è valso il principio dispositivo: l’art. 131 della nostra costituzione elenca in maniera
esplicita le regioni.
Invece, il costituente spagnolo ha invece affidato ai singoli territori la possibilità di costituirsi in comunità
autonome; pertanto è stato modellato un senato senza sapere quali sarebbero state le future autonomie.
Esempio di eventuali condizionamenti economici sono le lobby, formazioni portatrici di particolari interessi
che persuadono i parlamentari per ottenere l’approvazione di particolari disegni di legge.
Da qui sono nati diversi dubbi riguardo la legittimità degli obblighi di versamento di una quota dell’indennità
al bilancio del gruppo o partito di appartenenza.
Attualmente, la retribuzione parlamentare è oggetto di ricorrenti discussioni riguardo i crescenti costi della
politica. A seguito di numerosi scandali durante gli anni 90’, si è diffusa l’opinione collettiva secondo cui
l’eliminazione dell’indennità parlamentare potrebbe essere un modo per ripulire la politica.
PERO’, la mancata retribuzione dei parlamentari li renderebbe più facilmente corruttibili, pertanto sarebbe
in contrasto con i principi costituzionale alla base di ogni ordinamento democratico.
-dall’altro deve assicurare la parità di accesso alla carica politica, senza restringere la competizione
elettorale ai soli appartenenti ai ceti più abbienti.
DEFINIZIONI LOBBY: le lobby sono definite come gruppi portatori di particolari interessi che svolgono
un’attività di pressione al fine di portare all’approvazione di determinate proposte.
IL FENOMENO LOBBYSTICO È LEGITTIMO? La considerazione dipende dall’ordinamento preso come
riferimento:
-Nel NOSTRO ORDINAMENTO, il fenomeno lobbystico NON è disciplinato ed è respinto per una concezione
ideologica: il parlamentare cura l’interesse dalla nazione, mentre la lobby è portatrice di un singolo
interesse, pertanto non rispecchierà la nazione;
-Negli altri ordinamenti, come FRANCIA e USA, l’intervento è ritenuto ammissibile purché sia pubblico: Il
colloquio dev’essere pubblico poiché la pubblica opinione dev’essere consapevole che quel parlamentare
sia stato sensibilizzato su quell’argomento.
-In altri ordinamenti, il fenomeno è disciplinato per garantire una maggiore trasparenza nell’attività del
parlamentare.
I parlamenti adottano generalmente una struttura monocamerale, in cui la camera politica è la sede della
rappresentanza politica.
Esempio rilevante è il modello parlamentare italiano, in cui i due rami svolgono collettivamente la funzione
legislativa e l’unica differenza rilevante riguarda la base elettiva;
In realtà, il costituente italiano aveva messo in atto un tentativo di differenziazione attraverso l’introduzione
dell’elezione su base regionale dei senatori.
Questo tentativo non ha avuto molto seguito, dal momento che i meccanismi elettivi delle due camere sono
perfettamente sovrapponibili: infine, si tratta in entrambi i casi di camere politiche con le quali il governo
deve detenere un rapporto fiduciario.
2.SISTEMI BICAMERALI IMPERFETTI O “ASIMMETRICI”: i due rami del parlamento assolvono ruoli e funzioni
differenziate; inoltre, i componenti sono selezionati con modalità diverse.
All’interno del Bundesrat tedesco è applicato il criterio geometrico: il numero dei delegati di ciascun Lander
può oscillare da un minimo di 3 a un massimo di 6 in relazione alla consistenza demografica.
In Austria, invece, i membri della camera di rappresentanza territoriale sono designati dai parlamenti
regionali degli stati membri;
- Bundestag (Camera di rappresentanza politica): composta da 709 deputati eletti a suffragio universale e
diretto.
All’interno del Bundesrat tedesco vige il vincolo di mandato, di conseguenza il parlamentare deve
rappresentare gli interessi del Lander di appartenenza.
Infatti, i governi dei Lander forniscono indicazioni vincolanti per i delegati e possono revocarli qualora non
rispettino le indicazioni.
COME FUNZIONA IL MECCANISMO DI VOTAZIONE DEI LANDER? La votazione avviene mediante VOTO
UNITARIO:
-nel Bundesrat non vale il principio tipico della rappresentanza politica 1 testa=1 voto, poiché il governo del
Lander impartisce delle direttive specifiche come espressione di una preferenza unitaria.
PERCHE’ IL VOTO È UNITARIO? La risposa è da ricercare nella natura della rappresentanza territoriale:
PERO’, nel nostro ordinamento sono previsti degli ORGANI DI RACCORDO, si tratta di organi non
costituzionalmente necessari ma che svolgono una funzione di collegamento.
3.SISTEMI BICAMERALI MISTI: svolgono funzioni sostanzialmente omogenee ma con una diversa
composizione e base rappresentativa;
Rientrano in questa categoria gli USA, in cui le camere svolgono le medesime funzioni ma hanno un
meccanismo rappresentativo diverso.
Il bicameralismo misto è adottato negli USA, Regno Unito e Canada.
-Camera dei rappresentanti, formata da 435 deputati eletti a suffragio universale a cadenza quadriennale;
-Senato, formato da 100 senatori, 2 per ogni Stato ed eletti ogni 6 anni, con il rinnovo di 1/3 dei membri
ogni 2 anni come forma di controllo politico per l’operato del presidente.
Questa composizione permette eguale rappresentanza degli stati membri all’interno del congresso;
All’interno del senato americano è applicato il criterio aritmetico, in relazione al quale è previsto il
medesimo numero di rappresentanti a prescindere dalla consistenza numerica degli stati membri.
-camera dei comuni: camera di rappresentanza politica, composta da 650 membri eletti mediante suffragio
universale ogni 5 anni con sistema maggioritario a turno unico.
-camera dei lord: esprime la classe nobiliare inglese, è composta da un numero variabile di membri
nominato a vita dalla Corona su proposta del governo (attualmente sono 689 e il titolo non è ereditabile); vi
sono 26 membri della camera dei lord in quanto titolari di una carica ecclesiastica (law spirituals).
La Camera dei lord ha sempre svolto storicamente un ruolo “conservativo” rispetto alle politiche di riforma
proposte dalla camera dei comuni.
-la camera dei comuni: a seguito di una recente riforma costituzionale del 2011, i deputati sono 338 ed
eletti a suffragio universale ogni 4 anni a livello provinciale, con un’equa ripartizione dei seggi tra le
province.
-Senato: il senato è composto da 105 membri nominati dal governatore generale su indicazione del primo
ministro, con una distribuzione territoriale precisa tra le diverse province e territori.
I senatori terminano il loro mandato al raggiungimento dei 75 anni. La nomina dei senatori da parte
dell’esecutivo ha reso questa camera priva di qualsiasi legittimazione politica, trasformandola in una camera
tecnica che elabora iniziativa legislative che richiedono elevata specializzazione.
2.le commissioni.
Oltre a un ruolo di natura gestionale, il presidente è anche un organo di garanzia della trasparenza dei lavori
parlamentari.
-convocare la seduta;
-presiedere la conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari per la programmazione dei lavori;
1.Il presidente è un organo di garanzia dell’intero parlamento a prescindere dalla sua provenienza politica
(modello italiano, spagnolo, francese, tedesco e britannico).
Stando a questa concezione, il presidente sarebbe tenuto ad assicurare il rispetto delle forze politiche non
appartenenti alla maggioranza, garantendo loro un tempo minimo nel dibattito parlamentare.
Questa funzione di garanzia può essere assicurata dalle norme dei regolamenti o da consuetudini
costituzionali.
-In Germania, il presidente del Bundestag svolge una mera funzione di mantenimento dell’ordine e
dell’organizzazione dei lavori (ad esempio, si occupa di ottimizzare l’iter dei provvedimenti governativi.
-In Francia, il presidente dell’Assemblea nazionale è tendenzialmente una figura estranea al dibattito
politico.
-Nel Sistema Inglese, il presidente dell’assemblea è denominato “speaker”, è eletto sulla base di un accordo
congiunto tra maggioranza e opposizione, e svolge principalmente la funzione di arbitro del dibattito.
2. Il presidente è un mero esecutore della volontà del governo (modello statunitense).
-caso emblematico è il modello statunitense: il presidente della camera dei rappresentati è generalmente
l’esponente più significativo del partito di maggioranza ed è chiamato ad assicurare l’attuazione
dell’indirizzo politico del presidente federale.
Il presidente del senato coincide con la figura del vicepresidente federale, evidenziando una stretta
connessione tra potere legislativo ed esecutivo.
2.1commissioni: le commissioni sono articolazioni interne dell’assemblea in cui svolge la maggioranza dei
lavori parlamentari.
2.2 COMMISSIONI PERMANENTI: sono commissioni istituite che permangono per l’intera durata della
legislatura; la loro ripartizione segue come criterio le materie d’interesse;
-In Italia, Spagna e Germania queste commissioni svolgono un ruolo cruciale nel procedimento legislativo,
esaminando i disegni di legge di iniziativa governativa e modificandoli mediante emendamenti.
Queste commissioni sono dotate di poteri istruttori e di supervisione dell’azione governativa, dal momento
che possono convocare i funzionari pubblici.
Le commissioni speciali affrontano una specifica tematica o proposta di legge per un periodo di tempo
limitato:
2.4 COMMISSIONI D’INCHIESTA: sono commissioni che dispongono di poteri analoghi all’autorità giudiziaria
e sono dotati dei poteri investigativi del pubblico ministero.
Art. 44 GG: “la commissione d’inchiesta raccoglie le prove necessarie con procedimento pubblico”.
Le commissioni d’inchiesta sono generalmente istituite con ampia maggioranza durante le indagini su
questioni, eventi o situazioni che hanno suscitato un particolare interesse agli occhi dell’opinione pubblica
2.5 COMMISSIONI DI CONCILIAZIONE: le commissioni di conciliazione intervengono nel momento in cui
emergono dei contrasti tra i due rami del parlamento durante i procedimenti relativi all’approvazione del
medesimo testo legislativo.
Le commissioni d’inchiesta degli stati uniti dispongono di poteri ispettivi rilevanti e sono istituite con voto
maggioranza qualificata della camera o del senato. Vi sono inoltre le commissioni o agenzie indipendenti,
commissioni dotate di poteri giudiziari in cui i membri sono nominati dal presidente federale con parere
favorevole del Senato.
GRUPPI PARLAMENTARI:
-i gruppi parlamentari sono definiti come le unioni di più parlamentari con l’obbiettivo di rappresentare un
determinato movimento politico o partito politico.
In caso contrario, i parlamentari che non esprimono una preferenza confluiscono nel gruppo misto.
I gruppi parlamentari sono adottati per una motivazione di carattere istituzionale: i partiti rappresentano
delle associazioni private non riconosciute, e per tale motivazione non potrebbero dialogare formalmente
con il presidente della Repubblica.
Per tale motivazione, i gruppi parlamentari rappresentano la proiezione del tessuto politico all’interno della
realtà istituzionale. I capi dei gruppi parlamentari svolgono un’importante funzione consultiva durante le
crisi di governo e possono proporre disegni di legge.
Le modalità di composizione dei gruppi parlamentari possono variare nei diversi ordinamenti:
-In Francia, sono necessari almeno 20 deputati per costituire un gruppo parlamentare nell’Assemblea
nazionale.
Ad ogni modo, il regolamento francese vieta espressamente la formazione di gruppi parlamentari che
perseguono particolari interessi o che cercano di vincolare il mandato dei propri membri.
-Un esempio analogo si riscontra in Spagna, dove è prevista una corrispondenza tra gruppo parlamentare e
partito politico attivo al momento elettorale: i candidati non aderenti a nessun gruppo confluiscono
direttamente nel gruppo misto come in Italia.
-Il regolamento parlamentare del Bundestag disciplina le modalità di composizione e funzionamento delle
frazioni, definite come unioni di parlamentari accomunati da una medesima finalità politica: esse devono
essere composte da almeno il 5% dei membri del Bundestag eletti nello stesso partito o in partiti non in
competizione tra loro a livello di singoli Stati.
I parlamentari che non appartengono a nessuna frazione possono costituire "gruppi" che, però, non godono
degli stessi diritti e garanzie procedurali riconosciuti alle frazioni.
Nell’ordinamento tedesco è data maggiore rilevanza all’omogeneità politica del gruppo parlamentare: il
presidente del gruppo ha il compito di assicurare la coerenza delle posizioni espresse dai membri all’interno
e all’esterno del parlamento.
Il parlamentare in contrasto alla linea politica del gruppo può essere rimosso, ma l’espulsione non
pregiudica in alcun modo il ruolo di parlamentare. (il principio di mandato imperativo riguarda
l’indipendenza del ruolo e della funzione).
-Nel contesto degli Stati uniti, l’omogeneità politica dei gruppi parlamentari è meno marcata:
Anche nel caso in cui questi gruppi siano espressione di un partito politico, viene comunque concessa ampia
libertà ai parlamentari di esprimere posizioni personali ed eventualmente divergenti da quelle del
presidente del gruppo (i gruppi parlamentari americani non hanno una disciplina vincolante).
Inoltre, è doveroso fare una precisazione sul ruolo dei partiti americani: i partiti americani non si
configurano come delle aggregazioni politiche portatori di interessi sociali, ma come macchine elettorali che
subentrano durante la campagna elettorale.
Infine, la vastità del territorio e le differenze culturali ed economiche tra i singoli stati hanno impedito la
formazione di partiti federali omogenei.
INTERGRUPPI PARLAMENTARI: distinti dai gruppi politici costituiti dai parlamentari, vi sono anche i
cosiddetti “intergruppi parlamentari”, particolarmente sviluppati negli ordinamenti anglosassoni.
Gli intergruppi sono definiti come aggregazioni di parlamentari appartenenti a gruppi diversi e coagulati in
un unico interesse per esercitare una forma di pressione.
Nel Regno Unito, il fenomeno degli intergruppi parlamentari è stato regolamentato per la prima volta
nell’ottobre del 1984: si trattava sostanzialmente di una lista unica con iscrizione facoltativa, ma
conveniente per ottenere delle agevolazioni.
L’anno successivo, a causa della scarsa adesione alla lista, la camera ha approvato una risoluzione che
obbligava tutti gli intergruppi a iscriversi in un registro, indicando scopo, responsabili, componenti, l’attività
principale, le regole di votazione interna e l’assistenza economica o materiale ricevuta da soggetti esterni al
parlamento, in modo da rendere trasparente il supporto fornito dai gruppi di pressione, società o
movimenti.
Da un punto di vista funzionale, gli intergruppi possono attivarsi per richiedere l’iscrizione all’ordine del
giorno di interrogazioni, interpellanze e mozioni, portando all’attenzione di tutti i deputati questioni
specifiche.
Al contrario, gli intergruppi parlamentari sono espressamente vietati in Francia, mentre in Italia e spagna
sono tollerati ma non regolamentati formalmente.
Con l’espressione “opposizione parlamentare” si intende l’attività di controllo esercitata da una forza politica
contrapposta alla maggioranza e finalizzata a controllare l’operato dell’esecutivo e proporre un indirizzo
politico alternativo in vista delle future elezioni.
Parallelamente, l’opposizione svolge un’attività informativa, dal momento che si occupa di evidenziare le
criticità dell’indirizzo politico del governo al fine di conferire maggiori elementi al corpo elettorale per
maturare una decisione consapevole in vista delle elezioni.
L’opposizione non corrisponde necessariamente alle minoranze parlamentari: la distinzione verte sulla
funzione di opposizione.
Il regno unito rappresenta la forma di governo per eccellenza a “opposizione garantita”: il partito di
minoranza assume automaticamente la funzione di opposizione.
L’attività dell’opposizione britannica è costituzionalmente garantita purché essa non sia finalizzata a mettere
in atto delle azioni di ostruzionismo che potrebbero influenzare parzialmente l’opinione pubblica e
compromettere la votazione.
Nel sistema costituzionale britannico, nonostante l’opposizione non possa definire il contenuto dei lavori
parlamentari, costituisce la componente più significativa del Parlamento poiché la maggioranza opera come
comitato esecutivo del governo.
L’opposizione rappresenta un elemento essenziale per garantire l’autonomia e la distinzione del parlamento
rispetto all’esecutivo.
-l’esempio più noto del nostro ordinamento è l’istituto dell’INTERROGAZIONE: si tratta di domande tese nei
riguardi del governo al fine di verificare la veridicità di una determinata questione;
Questa pratica si svolge ogni giorno dal lunedì al giovedì per un’ora: durante questa sessione, l’Opposizione
ufficiale rivolge domande specifiche al governo con importanza prioritaria rispetto alle altre minoranze.
La procedura prevede che lo speaker chiami il nome del deputato presentatore della domanda, quest’ultima
non viene citata in aula poiché già consegnata per iscritto al ministro competente.
A quel punto il ministro leggerà una risposta preparata precedentemente e il deputato potrà dichiararsi
soddisfatto o meno: in caso negativo, egli potrà rivolgere ulteriori domande non previste nell’interrogazione
scritta, alle quali il ministro è tenuto a rispondere.
Naturalmente, le interrogazioni dovranno essere coerenti e attinenti al contenuto originario della domanda,
dal momento che l’interrogazione svolge una duplice funzione informativa e critica.
In particolare, il mercoledì pomeriggio, il primo ministro risponde personalmente alle domande del leader
dell’opposizione: in questa occasione, al leader è concessa la possibilità di porre fino a cinque domande
supplementari non previste.
L’istituto dell’interrogazione è stato riadottato in diversi ordinamenti senza produrre la medesima efficacia:
la causa è da imputare al contesto culturale.
-INDAGINI CONOSCITIVE: si tratta di indagini disposte dalle commissioni permanenti e svolte con i poteri
dell’autorità giudiziaria, ma possono essere attivate esclusivamente dalla maggioranza.
In Spagna, Germania e Francia, le commissioni possono procedere a indagini conoscitive nelle materie di
propria competenza per acquisire notizie, informazioni e documenti utili per l’attività delle Camere.
-INCHIESTE PARLAMENTARI: l’inchiesta parlamentare è uno strumento ancora più incisivo che comporta
l’istituzione di una commissione speciale ad hoc, alla quale sono delegati gli stessi poteri e limitazioni
dell’autorità giudiziaria.
Questo strumento non persegue esclusivamente una finalità di controllo del governo, ma assolve anche una
funzione informativa “generale”, in relazione al principio della pubblicità dei lavori parlamentari.
Oltre alla funzione di controllo e di indirizzo, il Parlamento svolge anche una funzione di parere e consenso,
riconosciuta dall’articolo 2 della Costituzione americana:
-secondo questa disposizione, il senato dev’essere preventivamente consultato dal presidente per
l’adozione dei trattati internazionali o per la nomina di particolari autorità come i membri della Corte
suprema.
Il parlamento può esercitare la funzione di indirizzo mediante il ricorso tendenziale a tre strumenti:
1. le mozioni;
2. le risoluzioni;
1.1 MOZIONE: la mozione rappresenta quello strumento con cui il Parlamento investe il governo della
titolarità del potere esecutivo (l’unica eccezione riguarda il Regno Unito, in cui la fiducia è ritenuta presunta
salvo la richiesta di un voto esplicito).
Generalmente, la mozione serve ad avviare un dibattito parlamentare in cui dovrà necessariamente prender
parte il rappresentate del Governo e si conclude con l’approvazione di una serie di indirizzi al governo su un
determinato argomento.
1.2 RISOLUZIONE: le risoluzioni sono atti con cui il Parlamento esprime orientamenti o indirizzi su tematiche
settoriali senza condizionare il rapporto fiduciario;
1.3 ORDINI DEL GIORNO: gli ordini del giorno sono strumenti a disposizione del singolo parlamentare per
impegnare politicamente il governo a sostenere determinate azioni o effettuare determinate scelte.
Gli ordini del giorno sono tendenzialmente presentati e discussi durante l’esame dei disegni di legge.
-In questi casi, interviene il macchinista (il Parlamento) per correggere la rotta e riportare il treno (il
governo) a destinazione, eventualmente deviando il percorso o allungando i tempi di percorrenza.
Accanto alle tradizionali funzioni, negli ultimi anni è emersa una terza funzione scarsamente esaminata dalla
dottrina: la funzione dialogante.
La funzione dialogante consiste nella costruzione di un dialogo permanente e costante con l’espressione
della società civile e degli interessi organizzati. L’obbiettivo della funzione dialogante è quello di assicurare
una maggiore qualità dei processi decisionali e l’efficacia degli atti adottati.
Per tale motivazione, possiamo affermare che la funzione dialogante è strumentale all’esercizio delle altre
funzioni parlamentari: dal momento che l’obbiettivo del parlamento è la produzione di una normativa
efficace, è necessario che quest’ultimo sia aperto verso l’esterno per ascoltare gli interessi del paese.
Il principale strumento attraverso cui l’opinione del cittadino può essere trasmessa in Parlamento è la
PETIZIONE: si tratta di richieste formali rivolte a un’autorità per porre l’attenzione del parlamento su
questioni specifiche o tematiche di interesse generale.
Tuttavia, nelle democrazie stabilizzate, le petizioni godono di scarsa considerazione e non producono effetti
significativi sull’attività parlamentare.
Il modello britannico a opposizione garantita ha trovato una manifestazione efficace in Canada ma con una
diversa declinazione dovuta all’ordinamento federale e alla frammentazione politica:
-il Canada è stato il primo paese del Commonwealth a riconoscere formalmente la figura del leader
dell’opposizione: il Parliament of Canada Act del 1905 attribuisce un compenso mensile analogo a quello del
primo ministro.
-Questa disposizione è stata adottata in maniera analoga al Regno Unito nel 1935.
Infine, il leader dell’opposizione può avvalersi della facoltà di presentare question times al governo in
qualsiasi momento e gode di una posizione prioritaria durante le questions period giornaliere.
Tuttavia, il potere legislativo può essere esercitato mediante un procedimento previsto espressamente in
costituzione e disciplinato nello specifico dai regolamenti adottati dalle camere.
-ad altri organi dello Stato: esempio è il consiglio nazionale dell’economia e del lavoro in Italia alias CNEL;
-a una minoranza del corpo elettorale: in Spagna è necessario il raggiungimento del numero minimo di
500.000 elettori per presentare una proposta di legge in relazione all’art.39;
-In Germania, l’iniziativa legislativa può essere esercitata da una percentuale minima del 5% dei membri del
Bundestag in relazione all’art. 76 del regolamento interno;
-In Regno Unito, il Governo ha iniziativa legislativa esclusiva sui disegni di legge finanziaria.
2.FASE ISTRUTTORIA: in Regno Unito, durante questa fase sono svolte le 3 canoniche letture:
2.1 In regno unito, la prima lettura è svolta dallo Speaker, generalmente il presidente della camera; Il testo
non passa direttamente in commissione, ma viene esaminato in maniera sommaria in assemblea;
-Nel Regno Unito e in Canada, i lavori della Camera sono divisi in sessioni che possono durare da 1 a 4 anni:
a prescindere dalla durata, tutte le sessioni si aprono con un discorso del governo formalmente letto dalla
Corona o dal governatore generale.
Questo discorso si occupa di elencare dettagliatamente i provvedimenti che il governo intende perseguire
durante la sessione, allegando una forma provvisoria del disegno di legge.
2.2Al termine della discussione, avviene la prima votazione per il passaggio all’esame del testo: in caso di
esito favorevole, il provvedimento viene sottoposto all’esame di una commissione competente e
ripresentato all’assemblea mediante una relazione con le posizioni di maggioranza e minoranza. (nel nostro
ordinamento il rapporto è invertito).
2.3Questa seconda lettura, denominata report stage, permette ai deputati esterni alla commissione di
conoscere il contenuto del disegno di legge in modo da proporre eventuali emendamenti.
2.4Al termine del report stage, il disegno viene sottoposto alla terza lettura, durante la quale si votano gli
emendamenti in ordine di vicinanza al testo originario del disegno di legge.
La votazione degli emendamenti non esclude l’ipotesi che il testo finale non risulti più conforme al disegno
di legge originario, dal momento che la risultante delle singole decisioni non potrebbe essere altrettanto
convincente.
-Il Parliament Act del 1911, in determinate circostanze, prevede che la camera dei comuni possa approvare
definitivamente un disegno di legge anche in presenza del voto contrario della camera dei lord (in materia di
tassazione e spesa pubblica, l’approvazione è riservata esclusivamente alla camera dei comuni, dal
momento che essa è eletta mediante suffragio universale).
-In Germania, all’interno del Bundestag, la fase istruttoria è simile all’esperienza britannica:
1.1durante la prima lettura, il disegno di legge viene presentato in maniera sommaria ed eventualmente
trasmesso alla commissione competente per l’esame e la discussione;
1.2a seguito della discussione in commissione, il testo ritorna in Aula per la seconda lettura in cui vengono
proposti gli emendamenti;
1.3a seguito della terza lettura avviene la votazione finale; quest’ultima può essere sospesa su richiesta
della maggioranza dei parlamentari o qualora il Bundesrat ritenga che si stia intervenendo in materia di
competenza federale.
-In Spagna è presente un modello bicamerale asimmetrico: i disegni di legge devono essere istruiti dal
Congresso dei deputati, camera di rappresentanza politica eletta mediante suffragio universale.
- “legislative hearings”: sono più comuni e sono disposte nella fase istruttoria dalle commissioni competenti
con l’obbiettivo di acquisire informazioni sul provvedimento in esame, coinvolgendo i soggetti
potenzialmente destinatari degli effetti delle norme;
-“overnight hearings”: discutono gli effetti prodotti da leggi vigenti nel momento in cui si registrano dei
problemi nella loro applicazione.
Al termine delle hearings, la commissione procede al markup, ovvero alla modifica o integrazione del
disegno di legge alla luce delle osservazioni raccolte, motivando le ragioni delle scelte effettuate
3.L’INTERVENTO DEL CAPO DELLO STATO: a seguito dell’approvazione, il testo viene trasmesso al capo dello
Stato, il quale procede alla promulgazione:
-in Germania, Austria, Italia e Francia, il Capo dello stato dispone del potere di rinvio presidenziale: il rinvio
consiste nel respingimento di un atto che può dipendere da diverse motivazioni:
1.Il presidente potrebbe aver individuato a primo impatto dei profili di incostituzionalità; è proprio in questo
momento che il presidente subentra come garante della Costituzione;
2.Il presidente potrebbe semplicemente rinviare il testo alle Camere in modo da poter maturare una
decisione più ponderata.
Ad ogni modo, il potere di rinvio presidenziale non corrisponde assolutamente a un veto sospensivo, dal
momento che la seconda approvazione del testo finale vincola il capo dello stato alla promulgazione.
Quest'ultimo tema si lega alla tematica del lobbying, ovvero quell'insieme di attività poste in essere da
soggetti privati al fine di tutelare, presso i parlamentari, i propri interessi. Nelle democrazie contemporanee,
la funzione dialogante dei Parlamenti si rivolge anche verso i portatori di interessi privati, per ascoltare le
loro ragioni e verificare come integrare i loro interessi nel perseguimento dell'interesse generale. In alcuni
casi, questa funzione è disciplinata mediante la regolamentazione della partecipazione dei portatori di
interessi particolari (i cosiddetti "lobbisti") al processo decisionale del Parlamento.
Negli Stati Uniti d'America esiste un vero e proprio diritto costituzionale di tali soggetti a influenzare il
processo decisionale: il I Emendamento della Costituzione, entrato in vigore il 15 dicembre 1791, stabilisce il
"rights to petition to the government". Tale previsione costituzionale non fonda semplicemente il diritto a
presentare petizioni, ma individua un diritto più ampio a esercitare la propria influenza sui decisori pubblici.
La parola "petition" deve essere tradotta con il termine "lobby", che significa "influenzare"; quando la
Costituzione statunitense venne scritta, la parola "lobbying" non era ancora utilizzata per indicare l'azione di
pressione da parte di soggetti privati nei confronti dell'autorità politica decisionale.
La conseguenza immediata di tale principio è stata la previsione nei regolamenti del Congresso del
coinvolgimento dei gruppi di pressione fin dalla fase istruttoria dei provvedimenti, mediante specifiche
hearings, e l'istituzione, dapprima con una legge del 1946 e poi con ulteriori disposizioni, di un registro
pubblico dei lobbisti con i quali il Parlamento è tenuto a confrontarsi quando esamina un qualsiasi
provvedimento.
Lo stesso percorso volto a includere gli interessi organizzati nel processo decisionale parlamentare secondo
regole trasparenti e uguali per tutti si ritrova in altri ordinamenti democratici. Nel Regno Unito, il
Transparency of Lobbying, Non-Party Campaigning and Trade Union Administration Act del 2014 dispone
che i consultant lobbyists, ovvero coloro che fanno lobbying per conto terzi, devono iscriversi in un registro
pubblico, indicando i propri riferimenti e quelli del proprio cliente, nonché i pagamenti ricevuti. Il registro,
che deve essere aggiornato ogni 3 mesi da parte del lobbista, è tenuto presso un'autorità indipendente
appositamente costituita, il Registrar of Consultant Lobbyists, che può comminare sanzioni (pecuniarie e
amministrative) in caso di violazione degli obblighi di legge.
Lo stesso meccanismo si ritrova in Israele, Australia e Canada dove, fin dal 1989, con il Lobbyists Registration
Act (LRA), vige l'obbligo per i lobbisti di iscriversi in un albo pubblico indicando tutti i propri dati, la finalità
della propria azione, le fonti di finanziamento e di redigere una relazione annuale sull'attività svolta.
In Francia, una prima regolamentazione è stata introdotta nel 2009 all'Assemblea nazionale e nel 2010 al
Senato, istituendo un registro pubblico al quale sono tenuti a iscriversi "coloro che fanno lobbying". Nel
2012 tale regolamentazione è stata resa più rigida con l'adozione di un codice di condotta per i lobbisti e
dell'obbligo di tenere un'agenda pubblica degli incontri avuti con i decisori. Queste previsioni sono state
trasfuse nel 2016 nella "Legge Sapin 2", estendendole a tutte le istituzioni francesi e istituendo una specifica
autorità deputata al controllo della sua corretta attuazione.
In altri ordinamenti, come Spagna, Grecia, Portogallo, Italia e nel contesto latinoamericano, il rapporto tra
lobbisti e parlamentari è avvolto da una quasi totale oscurità per una serie di motivi riconducibili al ruolo
pressoché monopolistico dei partiti politici nell'intermediazione tra società e Stato, alla natura del tessuto
economico-sociale caratterizzato da piccole e medie imprese, al basso livello di cittadinanza attiva e al
"mito" dell'interesse pubblico di derivazione francese, che solo negli ultimi vent'anni sembra in via di
superamento.
A lungo in questi Paesi si è ritenuto che il decisore pubblico – in primis il membro del Parlamento – non
dovesse essere "inficiato" da alcun contatto con l'esterno nel corso del processo decisionale, dovendo
rappresentare l'interesse generale come frutto di una valutazione autonoma, isolata, indipendente da
fattori sociali, economici e culturali. Tale visione "giacobina" del processo decisionale, fondata sull'idea che
il decisore sappia già cosa sia l'interesse generale e possa decidere senza confronto con i destinatari della
decisione, non appare più sostenibile oggi, quando è assodato che chiunque sia chiamato ad assumere
decisioni di rilevanza pubblica debba necessariamente acquisire informazioni – specialmente quelle di
natura tecnica – da chi opera nel settore oggetto di regolazione e verificare preventivamente l'impatto della
decisione sui suoi destinatari naturali per evitarne effetti non voluti.
Questo approccio sintetizza la natura della funzione dialogante svolta dai Parlamenti nelle democrazie
stabilizzate, incluse quelle dove mancano regole specifiche per disciplinare la relazione tra portatori di
interessi privati e parlamentari. Negli ordinamenti democratici, le Carte fondamentali o i regolamenti
parlamentari definiscono limiti e garanzie affinché la decisione politica sia assunta in Parlamento secondo
regole di trasparenza e nel rispetto di principi etici che assicurino l'indipendenza del decisore e il divieto di
ogni vincolo esterno al suo mandato parlamentare.
È proprio in Parlamento che le diverse espressioni della società organizzata dovrebbero trovare un qualche
ruolo: il Parlamento è, per sua natura, l'unica istituzione aperta verso la società; è luogo trasparente perché
i suoi atti sono pubblici e facilmente acquisibili; è luogo di inclusione, osservabile da tutti e da tutti.
Come evidenzia l'analisi comparata, e come efficacemente osservato da Manzella, "all'incontro tra la filiera
verticale della rappresentanza generale e la filiera orizzontale delle rappresentanze organiche" c'è il
Parlamento che, dimostrando di saper conciliare la rappresentanza della volontà generale con il pluralismo
sociale, "può ritrovare un ruolo centrale di prestazione di garanzia e di integrazione dell'ordinamento". È
anche su questa sfida che si gioca il futuro dei Parlamenti, culla della democrazia.