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L'Unione Europea è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale con l'obiettivo di garantire pace e crescita economica, ispirata dal Manifesto di Ventotene e dai suoi padri fondatori. Ha simboli distintivi come la bandiera e l'inno, e si è espansa da sei a 27 Stati membri dopo la Brexit. L'ONU, fondata nel 1945, mira a mantenere la pace e la sicurezza internazionale, promuovendo i diritti umani e la cooperazione tra le nazioni.

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L'Unione Europea è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale con l'obiettivo di garantire pace e crescita economica, ispirata dal Manifesto di Ventotene e dai suoi padri fondatori. Ha simboli distintivi come la bandiera e l'inno, e si è espansa da sei a 27 Stati membri dopo la Brexit. L'ONU, fondata nel 1945, mira a mantenere la pace e la sicurezza internazionale, promuovendo i diritti umani e la cooperazione tra le nazioni.

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L’Unione Europea

Origini dell’Unione Europea: Il Manifesto di Ventotene e i Padri Fondatori

L’Unione Europea (UE) affonda le sue radici nel periodo successivo alla Seconda Guerra
Mondiale, un’epoca segnata dalla devastazione e dalla necessità di ricostruire un’Europa
pacifica e unita. Una delle prime idee di un’Europa federale nasce con il Manifesto di
Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni. In questo
documento, redatto durante il confino fascista sull’isola di Ventotene, gli autori proponevano
un’Europa unita per prevenire nuovi conflitti e superare i nazionalismi che avevano portato
alle guerre mondiali.

Il progetto di un’Europa unita fu poi portato avanti da alcuni leader politici del dopoguerra,
considerati i padri fondatori dell’Unione Europea:

• Robert Schuman (Francia): promotore della “Dichiarazione Schuman” del


1950, che pose le basi per la cooperazione economica tra gli Stati europei.

• Jean Monnet (Francia): ideatore del metodo dell’integrazione economica


graduale.

• Konrad Adenauer (Germania): primo cancelliere della Germania Ovest,


favorevole all’integrazione europea.

• Alcide De Gasperi (Italia): primo ministro italiano, sostenitore della creazione


di istituzioni europee sovranazionali.

• Paul-Henri Spaak (Belgio): protagonista della firma dei Trattati di Roma del
1957.

L’integrazione europea iniziò ufficialmente con la firma dei Trattati di Roma (1957), che
istituirono la Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea dell’Energia
Atomica (EURATOM), coinvolgendo inizialmente sei Paesi: Italia, Francia, Germania Ovest,
Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.

I Simboli dell’Unione Europea

L’Unione Europea ha diversi simboli che rappresentano la sua identità e i suoi valori:

1. La Bandiera Europea: un cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu, simbolo di


unità, armonia e solidarietà tra i popoli europei. Il numero 12 è simbolico e non rappresenta il
numero degli Stati membri.

2. L’Inno Europeo: la melodia dell’“Inno alla Gioia” di Beethoven, tratta dalla


Nona Sinfonia, adottata ufficialmente nel 1985.
3. Il Motto dell’UE: “Unita nella diversità”, che esprime l’idea di un’Europa
formata da nazioni con culture diverse ma unite negli stessi valori.

4. La Giornata dell’Europa: celebrata il 9 maggio, in ricordo della Dichiarazione


Schuman del 1950, considerata l’atto di nascita dell’integrazione europea.

5. La Moneta Unica: l’euro (€), introdotto nel 1999 per le transazioni finanziarie e
nel 2002 come valuta fisica in molti Stati membri.

Finalità della Nascita dell’Unione Europea: Pace ed Economia

L’Unione Europea è nata con due obiettivi principali:

1. Garantire la Pace: dopo due guerre mondiali devastanti, si voleva costruire


un’Europa in cui i conflitti tra nazioni fossero impossibili. L’idea di una stretta cooperazione
economica tra gli Stati avrebbe reso la guerra non solo impensabile ma anche
materialmente impossibile.

2. Promuovere la Crescita Economica: attraverso il mercato comune, la libera


circolazione di persone, merci, servizi e capitali, e l’adozione di politiche economiche
comuni.

Questi obiettivi si sono evoluti nel tempo, e oggi l’UE si occupa anche di altri settori come la
tutela dell’ambiente, i diritti umani, l’innovazione tecnologica e la cooperazione
internazionale.

Dai 6 Paesi Fondatori ai 28 (-1 con la Brexit del Regno Unito)

L’integrazione europea si è progressivamente allargata. Dopo la nascita della CEE nel 1957
con sei Stati, altri Paesi si sono uniti nel tempo:

• 1973: Regno Unito, Irlanda, Danimarca

• 1981: Grecia

• 1986: Spagna, Portogallo

• 1995: Austria, Svezia, Finlandia

• 2004: Cipro, Malta, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca,


Slovacchia, Ungheria, Slovenia

• 2007: Romania, Bulgaria

• 2013: Croazia
Nel 2016, con un referendum, il Regno Unito ha votato per uscire dall’UE, un processo noto
come Brexit, ufficialmente completato il 31 gennaio 2020, riducendo il numero degli Stati
membri a 27.

Gli Organi e i Compiti dell’Unione Europea

L’UE ha una struttura istituzionale complessa, con diversi organi:

• Parlamento Europeo: rappresenta i cittadini e legifera insieme al Consiglio


dell’UE. È eletto direttamente dai cittadini ogni 5 anni.

• Consiglio dell’Unione Europea: rappresenta i governi nazionali e approva le


leggi europee.

• Commissione Europea: organo esecutivo che propone le leggi e attua le


politiche dell’UE.

• Consiglio Europeo: riunisce i capi di Stato e di governo per definire le


strategie politiche generali.

• Corte di Giustizia dell’UE: garantisce l’applicazione uniforme del diritto


dell’Unione.

• Banca Centrale Europea (BCE): gestisce la politica monetaria dell’Eurozona.

Il Bilancio dell’Unione Europea: Entrate e Spese

Il bilancio dell’UE è finanziato da:

• Contributi degli Stati membri (basati sul PIL di ciascun Paese).

• Dazi doganali sulle importazioni da Paesi extra-UE.

• Percentuale dell’IVA raccolta nei vari Paesi membri.

Le principali voci di spesa dell’UE riguardano:

• Politica agricola comune (PAC)

• Crescita economica e innovazione

• Coesione sociale e regionale

• Ambiente e transizione energetica

• Sicurezza e difesa

Un elemento centrale degli investimenti dell’UE è il Next Generation EU (NGEU), un fondo


straordinario di circa 800 miliardi di euro creato nel 2020 per rilanciare l’economia dopo la
crisi del Covid-19. Gran parte di questi fondi è destinata al Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR) di ciascun Paese, con focus su transizione ecologica, digitalizzazione e
infrastrutture.

L’Italia è il paese che ha beneficiato maggiormente di questo fondo, poiché riceverà circa
200 miliardi nell’arco di cinque anni.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU)


Origini storiche e finalità

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è un’organizzazione internazionale fondata il 24


ottobre 1945, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di
mantenere la pace e la sicurezza nel mondo. La creazione dell’ONU è il risultato del
fallimento della Società delle Nazioni, fondata dopo la Prima Guerra Mondiale ma rivelatasi
inefficace nel prevenire il secondo conflitto globale.

L’ONU nacque ufficialmente con la firma della Carta delle Nazioni Unite da parte di 51 Paesi
a San Francisco nel 1945. Il documento stabilisce i principi fondamentali dell’organizzazione,
tra cui il rispetto della sovranità degli Stati membri, la promozione della pace e della
sicurezza, la cooperazione internazionale e la tutela dei diritti umani. Oggi l’ONU conta 193
Stati membri ed è l’organizzazione internazionale più importante e influente a livello globale.

Le finalità principali dell’ONU sono:

1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale: prevenire conflitti,


promuovere soluzioni diplomatiche e intervenire nelle crisi internazionali.

2. Promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali: garantire il rispetto della


dignità umana attraverso trattati e dichiarazioni.

3. Favorire la cooperazione internazionale in ambito economico, sociale,


culturale e umanitario.

4. Sviluppare il diritto internazionale e promuovere relazioni amichevoli tra le


nazioni.

Pace e sicurezza: l’uguaglianza della sovranità di ogni Stato

Uno dei principi fondamentali dell’ONU è l’uguaglianza sovrana degli Stati, sancita
dall’Articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite. Questo principio afferma che ogni Stato,
grande o piccolo, ha gli stessi diritti e doveri all’interno dell’organizzazione e che nessuno
Stato può interferire negli affari interni di un altro. Tuttavia, nella pratica, alcuni Stati
esercitano un’influenza maggiore, soprattutto i cinque membri permanenti del Consiglio di
Sicurezza, che hanno il diritto di veto.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Uno dei documenti più importanti adottati dall’ONU è la Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo, approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale. Questo testo stabilisce i
diritti fondamentali che devono essere riconosciuti a tutti gli esseri umani,
indipendentemente da razza, sesso, lingua, religione o opinione politica.

Tra i diritti principali sanciti dalla Dichiarazione vi sono:

• Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale.

• Il diritto a non essere sottoposti a tortura o trattamenti inumani.

• La libertà di pensiero, coscienza e religione.

• Il diritto a un equo processo e alla protezione della legge.

• Il diritto all’istruzione e alla partecipazione alla vita culturale.

Anche se la Dichiarazione non è giuridicamente vincolante, ha influenzato profondamente il


diritto internazionale e le costituzioni di molti Stati.

Organi e funzioni dell’ONU

L’ONU è composta da sei organi principali:

1. L’Assemblea Generale: formata da tutti gli Stati membri, discute le questioni


internazionali e adotta risoluzioni non vincolanti.

2. Il Consiglio di Sicurezza: responsabile del mantenimento della pace e della


sicurezza internazionale.

3. Il Segretariato: guidato dal Segretario Generale, coordina le attività dell’ONU.

4. La Corte Internazionale di Giustizia: risolve le controversie legali tra Stati.

Il Consiglio di Sicurezza e i cinque Stati permanenti

Il Consiglio di Sicurezza è l’organo più potente dell’ONU, incaricato di garantire la pace e la


sicurezza internazionale. È composto da 15 membri, di cui 5 permanenti con diritto di veto:

• Stati Uniti

• Russia

• Cina

• Regno Unito

• Francia

Gli altri 10 membri non permanenti vengono eletti a rotazione per un mandato di due anni.
Il Consiglio di Sicurezza può adottare risoluzioni vincolanti, imporre sanzioni economiche e
autorizzare interventi militari in caso di minacce alla pace mondiale.

Il diritto di veto dei membri permanenti

Il diritto di veto è uno strumento che consente a ciascuno dei cinque membri permanenti di
bloccare qualsiasi risoluzione del Consiglio di Sicurezza, anche se la maggioranza degli altri
Stati è favorevole. Questo meccanismo fu introdotto per garantire che le grandi potenze non
venissero costrette ad accettare decisioni contrarie ai loro interessi.

Tuttavia, il diritto di veto è spesso criticato perché rallenta le decisioni dell’ONU e impedisce
interventi tempestivi in situazioni di crisi (come in Siria o in Ucraina).

Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza

Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono decisioni ufficiali dell’ONU e possono essere di
tre tipi:

1. Risoluzioni dichiarative: esprimono opinioni o condanne, ma non sono


vincolanti.

2. Risoluzioni con sanzioni economiche: impongono restrizioni commerciali o


finanziarie agli Stati che minacciano la pace.

3. Risoluzioni con autorizzazione all’uso della forza: permettono l’intervento


militare in situazioni di grave crisi internazionale.

L’embargo

L’ONU può imporre un embargo a uno Stato come misura di pressione per indurlo a
rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. L’embargo può riguardare:

• Beni economici (blocco commerciale).

• Armi (divieto di forniture militari).

• Risorse finanziarie (congelamento di conti bancari).

Un esempio significativo è l’embargo imposto all’Iraq di Saddam Hussein negli anni ‘90 o
quello contro la Corea del Nord.

I Caschi Blu e le missioni di peacekeeping

I Caschi Blu sono le forze di pace dell’ONU, formate da soldati e personale civile inviati in
aree di conflitto per garantire la stabilità e la sicurezza. Essi svolgono missioni di
peacekeeping, che includono:

• Il monitoraggio di cessate il fuoco.

• La protezione di civili e minoranze.


• Il supporto a elezioni democratiche.

• La rimozione di mine e il disarmo di gruppi armati.

Le missioni di peacekeeping sono attivate solo con l’approvazione del Consiglio di


Sicurezza. Tra le più famose ci sono le operazioni in Bosnia, Ruanda, Libano e Repubblica
Democratica del Congo.

La NATO: L’Organizzazione Militare del Trattato del Nord


Atlantico
La NATO (North Atlantic Treaty Organization - Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del
Nord) è un’alleanza militare intergovernativa creata il 4 aprile 1949 con la firma del Trattato
del Nord Atlantico a Washington. Nata durante il periodo della Guerra Fredda, la NATO
aveva come scopo principale la difesa collettiva dei paesi membri contro un eventuale
attacco da parte dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati. Nel corso degli anni, la NATO ha
subito un’evoluzione, adattandosi ai cambiamenti geopolitici e assumendo nuovi ruoli anche
dopo la fine della Guerra Fredda.

I Paesi Aderenti e gli Scopi della NATO

Alla sua fondazione nel 1949, la NATO contava 12 paesi membri:

• Stati Uniti, Canada (Nord America)

• Regno Unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo (Europa


occidentale)

• Italia (Europa meridionale)

• Danimarca, Norvegia, Islanda (Europa settentrionale)

• Portogallo (Europa sud-occidentale)

L’alleanza si è ampliata nel tempo, includendo progressivamente altri Stati europei,


specialmente dopo la dissoluzione dell’URSS e la fine del Patto di Varsavia. Attualmente, la
NATO conta 32 paesi membri (ultimo ingresso: Svezia nel 2024).

Obiettivi della NATO

L’obiettivo principale della NATO è la sicurezza collettiva dei suoi membri. L’articolo 5 del
Trattato del Nord Atlantico stabilisce che un attacco contro un paese membro è considerato
un attacco contro tutti, impegnando l’alleanza a una risposta collettiva.

Gli scopi principali della NATO includono:

• Difesa collettiva: Proteggere gli Stati membri da minacce esterne.


• Stabilità internazionale: Partecipare a missioni di pace e operazioni militari
per garantire la sicurezza globale.

• Cooperazione tra gli alleati: Rafforzare il coordinamento militare e politico tra i


paesi membri.

• Dissuasione nucleare: Mantenere una capacità di difesa nucleare come


deterrente contro potenziali aggressori.

Il Confronto con il Patto di Varsavia

Il Patto di Varsavia, firmato nel 1955, era l’alleanza militare guidata dall’Unione Sovietica in
risposta alla NATO. Includeva:

• URSS, Polonia, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania,


Bulgaria, Albania (fino al 1968)

Mentre la NATO era fondata su un sistema di difesa collettiva tra paesi democratici
occidentali, il Patto di Varsavia era sotto il controllo sovietico e mirava a garantire il dominio
dell’URSS sui paesi satelliti dell’Europa orientale.

Le principali differenze tra le due alleanze erano:

• NATO: Sistema basato sulla cooperazione tra Stati sovrani, con decisioni
condivise.

• Patto di Varsavia: Sistema centralizzato sotto il comando di Mosca, con poca


autonomia per i singoli paesi.

Dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) e la dissoluzione dell’URSS (1991), il Patto di
Varsavia venne sciolto nel 1991, mentre la NATO continuò a esistere, assumendo nuovi
compiti nel campo della sicurezza globale.

Le Basi Militari della NATO in Europa

La NATO dispone di numerose basi militari strategiche in Europa e in Italia, utilizzate per il
dispiegamento rapido di forze e per esercitazioni congiunte.

Principali basi NATO in Europa

Alcune delle basi più importanti in Europa si trovano in:

• Germania: Ramstein Air Base (quartier generale delle forze aeree USA in
Europa).

• Regno Unito: Lakenheath (base dell’aeronautica statunitense).


• Polonia e Paesi Baltici: Basi strategiche rafforzate dopo il 2014 per difendersi
dalla minaccia russa.

Le basi NATO in Italia

L’Italia ospita alcune delle basi più strategiche dell’Alleanza, tra cui:

• Aviano (Friuli-Venezia Giulia)

• Sigonella (Sicilia)

• Napoli

• Vicenza

• Ghedi (Lombardia)

L’Italia, per la sua posizione geografica, è un paese chiave per le operazioni NATO nel
Mediterraneo e in Medio Oriente.

Gli Interventi della NATO dopo la Fine della Guerra Fredda

Dopo il 1991, la NATO ha trasformato il proprio ruolo, passando da un’alleanza puramente


difensiva a un’organizzazione attiva in missioni di sicurezza globale.

Principali interventi NATO dopo la Guerra Fredda

1. Guerra in Bosnia (1995) – La NATO ha condotto l’operazione “Deliberate


Force” per fermare il conflitto nei Balcani e ha contribuito alla stabilizzazione della regione
con la missione SFOR.

2. Guerra in Kosovo (1999) – L’operazione “Allied Force” ha visto la NATO


intervenire con bombardamenti aerei per fermare la repressione serba contro gli albanesi
kosovari.

3. Afghanistan (2001-2021) – Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, la NATO


ha guidato la missione ISAF per combattere i talebani e stabilizzare il paese.

4. Intervento in Libia (2011) – L’operazione “Unified Protector” ha contribuito alla


caduta del regime di Gheddafi con bombardamenti contro le forze lealiste.

5. Difesa dell’Europa orientale (dal 2014) – Dopo l’annessione della Crimea da


parte della Russia, la NATO ha rafforzato la presenza nei paesi baltici e in Polonia per
scoraggiare possibili aggressioni.
La Corte Penale Internazionale (CPI)
La Corte Penale Internazionale (CPI) è un tribunale permanente con sede a L’Aia, istituito
nel 1998 dallo Statuto di Roma e attivo dal 2002. A differenza dei tribunali temporanei come
quello di Norimberga o per l’ex Jugoslavia, la CPI è permanente e ha il compito di
perseguire individui accusati di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Conta
124 Stati membri, ma alcune grandi potenze, come USA, Russia, Cina e Israele, non ne
riconoscono la giurisdizione.

Funzionamento e Mandati di Arresto

La CPI interviene quando gli Stati non possono o non vogliono perseguire i crimini. Può
avviare indagini su richiesta degli Stati membri, del Consiglio di Sicurezza ONU o su
iniziativa del Procuratore. Tuttavia, non ha una forza di polizia propria e dipende dalla
cooperazione internazionale per eseguire i mandati di arresto.

Mandati di arresto importanti

• Vladimir Putin (Russia) → Accusato di deportazione illegale di bambini ucraini


(marzo 2023). La Russia ha ignorato il mandato.

• Benjamin Netanyahu (Israele) → Accusato di crimini di guerra a Gaza (2024).


Israele e i suoi alleati hanno respinto la legittimità della CPI.

• Leader di Hamas (Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Al-Masri) →


Accusati di crimini di guerra per l’attacco del 7 ottobre 2023.

Motivi dell’inefficacia della CPI

1. Mancanza di una forza di polizia : La CPI dipende dagli Stati per eseguire gli
arresti.

2. Non riconoscimento da parte di molti Stati : Paesi come Russia, USA e


Israele non collaborano.

3. Interferenze geopolitiche : Stati influenti proteggono i propri alleati dai


procedimenti della CPI.

4. Difficoltà nelle indagini : Raccogliere prove nei contesti di guerra è


complesso.

5. Rischi politici : L’arresto di leader in carica potrebbe destabilizzare intere


regioni.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) è un organo giuridico internazionale con sede
a Strasburgo, istituito nel 1959 dal Consiglio d’Europa per garantire il rispetto della
Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (1950). Ha giurisdizione sui 46 Stati membri del
Consiglio d’Europa e rappresenta un’istanza di giudizio superiore, le cui sentenze sono
vincolanti.

Struttura e Funzionamento

La Corte è composta da 46 giudici, uno per ogni Stato membro, eletti per un mandato di
nove anni. Esamina i ricorsi attraverso:

• Giudice unico: per casi manifestamente infondati

• Comitato di tre giudici: per casi semplici

• Camera di sette giudici: per casi complessi

• Grande Camera di diciassette giudici: per questioni di particolare rilevanza

I ricorsi devono rispettare alcuni criteri, tra cui l’esaurimento dei rimedi nazionali e la
presentazione entro sei mesi dall’ultima decisione nazionale.

Finalità e Giurisdizione

La CEDU tutela diritti fondamentali come:

• Diritto alla vita (Art. 2)

• Divieto di tortura (Art. 3)

• Diritto a un equo processo (Art. 6)

• Diritto alla privacy e alla famiglia (Art. 8)

• Libertà di espressione (Art. 10)

Le sue sentenze obbligano gli Stati a modificare leggi e pratiche per adeguarsi ai principi
della Convenzione.

Le Condanne dell’Italia

In seguito al ricorso presentato da alcuni detenuti italiani, che denunciavano la violazione del
loro diritto a uno spazio minimo vitale nelle celle a causa del sovraffollamento carcerario, la
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha più volte condannato lo Stato italiano, obbligandolo a
risarcire i danni subiti dai detenuti.
La Corte si è inoltre occupata della questione della presenza del crocifisso nelle scuole, a
seguito del ricorso di un genitore che riteneva tale pratica una violazione del principio di
laicità dello Stato, il quale dovrebbe mantenere un atteggiamento equidistante rispetto a
tutte le confessioni religiose.

Recentemente, il 30 gennaio 2025, la CEDU ha emesso una sentenza di condanna nei


confronti dello Stato italiano per non aver tutelato adeguatamente la vita e la salute degli
abitanti della “Terra dei Fuochi”, un’area della Campania gravemente inquinata a causa dello
sversamento di rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata, con conseguenze
pericolose sulla salute della popolazione.

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