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Sintesi Abap

Il documento descrive l'uso dell'editor ABAP (transazione SE38) per creare programmi in SAP, evidenziando la necessità di iniziare i nomi dei report con 'Z' e l'importanza di commenti e codice pulito. Viene fornito un esempio di report che stampa 'Hello world!' e spiegato come dichiarare variabili e utilizzare comandi come WRITE, con dettagli sui tipi di dati e la loro valorizzazione. Infine, viene introdotto il comando IF per la gestione delle condizioni nel codice.
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Sintesi Abap

Il documento descrive l'uso dell'editor ABAP (transazione SE38) per creare programmi in SAP, evidenziando la necessità di iniziare i nomi dei report con 'Z' e l'importanza di commenti e codice pulito. Viene fornito un esempio di report che stampa 'Hello world!' e spiegato come dichiarare variabili e utilizzare comandi come WRITE, con dettagli sui tipi di dati e la loro valorizzazione. Infine, viene introdotto il comando IF per la gestione delle condizioni nel codice.
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SINTESI- PROGRAMMING ABAP.

ABAP EDITOR – TRANS. SE38


Questa transazione serve per scrivere il codice di un programma. Un programma sta dietro ogni
transazione del SAP. Quando si crea un programma in SE38, si parla ovviamente di report custom.
Per questo motivo, il nome di un report in SE38, deve cominciare sempre con la Z.
N.B. per ricordare meglio il nome di un programma, mettere magari le iniziale del nome e
cognome.
Ad esempio: ZPROGTEST_FB01
Una volta inserito il nome, cliccare su creare.
Appare una schermata in cui bisogna dare il titolo al programma.
In ‘’ATTRIBUTI’’ indicare il tipo di programma, selezioniamo ‘’PROGRAMMA ESEGUIBILE’’.
‘’Programma eseguibile’’: parte da solo.
Gli altri tipi di programmi che troviamo in attributi, devono essere necessariamente richiamati da
altri programmi.
In ‘’STATO’’ (a che punto sta il programma): programma test.
SALVARE.
Dopo aver cliccato su salvare, ‘’PACCHETTO INFORMAZIONI’’: Serve a passare tra i vari ambienti
questo programma. Cliccare su ‘’OGGETTO LOCALE’’ per lasciarlo solo in questo ambiente.
Finalmente si arriva all’editor.
Le prime righe che troviamo con l’asterisco sono dei commenti (una parte di testo che possiamo
leggere solo noi, note da ricordare). I commenti sono importanti perché possiamo mettere dei
promemoria in un determinato punto del report da ricordare se successivamente andiamo a
riutilizzare quel report.
La scrittura di un codice deve pulito e quanto più semplice possibile, in modo da essere facilmente
riutilizzabile e modificabile.
I commenti devono essere anticipati da * oppure da “
Il report ci riporta il nome del programma. (Non cancellarlo)
Ogni comando deve finire con un punto.

ESEMPIO REPORT: STAMPA SCHERMO FRASE


Ipotizziamo che il nostro report deve portare a schermo per l’utente la frase ‘’Hello world!”. Il
comando bisogna scriverlo in questo modo:
WRITE ‘Hello word!’.
Il comando write può essere scritto sia in maiuscolo o minuscolo. Il testo deve essere sempre
scritto tra gli apici.
Prima di avviare il programma, bisogna controllarlo in alto. In caso di errore, dopo il controllo,
l’errore viene riportato in basso e viene specificato il numero della riga in cui viene trovato l’errore
con la spiegazione accanto.
Una volta controllato ed eventualmente corretto l’errore, bisogna salvare su floppy. Anche dopo
ogni modifica, bisogna sempre salvare.
Dopo salvato, bisogna attivare (bacchetta magica). Attivando il programma, lo rendo eseguibile. Se
non è attivo, non è funzionante.
Nel caso in cui attivi senza controllare, se ci sono errori, il programma non viene attivato e viene
elaborato un registro di errori.
Quando si attiva il programma, viene riportata una lista di oggetti da attivare a sistemare, noi
diamo semplicemente invio per attivare solo il nostro report.
Dopo aver controllato, salvato e attivato, possiamo eseguire il programma.
Cosi facendo troveremo a testo la scritta ‘’Hello world!”
Se io voglio stampare a schermo 2 frasi, impostandolo in questo modo:
WRITE ‘hello world!’.
WRITE ‘ciao’.
Il programma mettere tutto sulla stessa riga.
Come possiamo impostare il comando in modo tale che vada accapo?
WRITE ‘hello world!’
WRITE / ‘ciao’.
Un comando può avere più parametri. Se il comando viene scritto in questo modo:
WRITE ‘hello world’.
WRITE: / , ‘ciao’. ( SE METTO IL WRITE CON I DUE PUNTI, LUI SI ASPETTA PIU’ PARAMETRI, CON LO
SLASH GLI DICO DI ANDARE A CAPO)
Il comando SLASH VIRGOLA / , stacca di più la parola a capo di un PARAGRAFO. I due punti servono
ad unire più parametri. Si può unire anche tutto in una riga:
WRITE: ‘Hello world’ , / , ‘ciao’.
ELEMENTI DI TESTO
Si possono impostare dei testi in un report e richiamarli nel codice tramite ID numerici.
Bisogna andare in alto su ‘’elemento testo’’. Uscirà un tab in cui inserire un ID numerico con
accanto il testo da associare. Esempio:
000 – hello world
001 – ciao
Quando diamo invio, il sistema ci darà una lunghezza standard per quel testo, ovviamente
modificabile. L’elemento testo viene visto come un’oggetto a parte, quindi bisogna salvarlo e
attivarlo prima di poterlo richiamare nel codice, questo perché se faccio delle modifiche al testo
non ho bisogno di modificare il codice.
Il comando write ora può essere impostato in questo modo:
WRITE: text – 000,
/, text – 001.

Un testo può essere richiamato più volte all’interno di un codice. Se successivamente vado a
modificare l’elemento testo, verrà modificato in tutti i richiami nel report.

DICHIARAZIONE DI UNA VARIABILE


Per dichiarare una variabile utilizzo il data; la variabile è case-sensitive.
Facciamo un esempio di dichiarazioni di variabili all’interno di un report:
DATA: utente(20) type c.
‘’ utente ‘’ è il nome della variabile. Per poterla poi utilizzare nel codice, il nome della variabile non
deve cambiare.
‘’ 20 ‘’ è la lunghezza che deve avere quella variabile.
‘’ type c ‘’è il tipo di variabile che ho dichiarato.
( N.B. per i tipi dati delle variabili, slides ).
TIPO C: per testi (anche alfanumerici).
TIPO N: per testi numerici.
TIPO D: per date.
TIPO T: per orari.
Per il write ci vuole il tipo c.
Ogni tipo ha una lunghezza iniziale (in alcuni casi è fissa). Se non si dichiara la lunghezza per il tipo
c, la sua lunghezza standard è 1.
Il tipo c è di base blank (vuoto). Bisogna dargli un valore. Esempio di dichiarazione variabile di tipo
c con valore:
DATA: utente(20) type c. (dichiarazione)
Utente = ‘ Carmen’. (valorizzazione)
WRITE: text-001, utente. (stampa a schermo)

La variabile può cambiare valore nel codice. Nel codice quello che si scrive prima, influenza quello
dopo.

Il TYPE N funziona come il TYPE C ma accetta solo numeri. Solo che non può essere utilizzato per i
calcoli, per quelli bisogna usare il TYPE I ( interi, non c’è bisogno di dichiarare la lunghezza) . Ad
esempio:

DATA: num1 type I,


num 2 type I,
tot type I.
num1 = 1000.
num2 = 500.
tot = num1 + num2. ( attenzione, sempre con gli spazi tra le operazioni, li dobbiamo sempre
mettere)

In questo caso i numeri non bisogna scriverli con gli apici perché non si tratta di un testo. I tipi
numerici hanno valore iniziale uguale a zero, quindi bisogna valorizzarli. In questo report abbiamo
dichiarato delle variabili di tipo numerico a cui abbiamo assegnato un valore, Poi abbiamo chiesto
al report di fare un calcolo numerico.
(TYPE I per numeri interi; TYPE F per numeri a virgola mobili; TYPE P per calcoli decimali).
Posso valorizzare anche un variabile di tipo I in questo modo:
DATA: num1 type I value 100. ( VALUE per valorizzarlo, altrimenti vale zero)
Per rendere un codice pulito, non è necessario dare dei nomi molto lunghi alle variabili.

Bisogna dichiarare qualcosa prima di poterla utilizzare nel report, perché sennò il programma non
riesce a leggerlo, visto che comunque il codice viene letto dall’alto verso il basso. Non c’è una
regola precisa per esprimere e dichiarare le variabili, però possono essere usati dei prefissi ( per es.
al posto di dichiarare solo Utente, lo dichiaro come vUtente, per far capire che è una variabile).
Esistono 2 tipi di variabili:
 Variabili globali (gv) che sono leggili dal programma per intero. Vengono dichiarate all’inizio
e posso essere usate per tutto il programma.
 Variabili locali (lv) che vengono dichiarate in parti di sottocodice, quindi esiste ed è
raggiungibile solo lì.
Esempi di dichiarazione di variabile da stampare a schermo.

gvCogn type gnNome può essere usato quando le varibili hanno le stesse caratteristiche. Prima era
più frequente utilizzare il comando LIKE come si può vedere nel commento.
Esercizio esempio:

COMANDI:
Quando utilizziamo il comando write con riferimento all’elemento di testo, l’elemento di testo può
essere creato anche direttamente dalla scrittura del codice. Basta fare doppio click sull’id del
codice.
IF
L’IF viene usato per verificare se una condizione si presenta. La struttura di IF si presenta cosi:

IF (condizione).
(comando).
ENDIF.
In realtà possiamo impostare anche più condizioni da verificare:
IF (condizione).
(comando).
ELSEIF (condizione).
(comando).
ELSE.
(comando).
ENDIF.
Quando nel codice viene introdotto ELSEIF, allora vengono verificate più condizioni. In casi come
questi bisogna sempre precedere endif da else.
Esempio di IF:
DATA: gvNum TYPE I.
gvNum = 10.
IF gvNum > 10.
Write ‘ Maggiore di 10!’.
ENDIF.
In questo caso però il programma non farà nulla perché gvNum = 10.

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