Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
3 visualizzazioni1 pagina

Book Viewer

Il documento analizza il sonetto 'Padre del ciel, dopo i perduti giorni' di Francesco Petrarca, evidenziando la sua struttura e il significato simbolico della preghiera al divino. La poesia riflette il desiderio del poeta di liberarsi da un amore peccaminoso, coincidente con l'anniversario dell'incontro con Laura e il giorno della Passione di Cristo. Si sottolinea l'importanza della rielaborazione del testo e il richiamo a temi religiosi e morali.

Caricato da

king
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
3 visualizzazioni1 pagina

Book Viewer

Il documento analizza il sonetto 'Padre del ciel, dopo i perduti giorni' di Francesco Petrarca, evidenziando la sua struttura e il significato simbolico della preghiera al divino. La poesia riflette il desiderio del poeta di liberarsi da un amore peccaminoso, coincidente con l'anniversario dell'incontro con Laura e il giorno della Passione di Cristo. Si sottolinea l'importanza della rielaborazione del testo e il richiamo a temi religiosi e morali.

Caricato da

king
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 1

!

Indice
Indice
I CLASSICI FRANCESCO PETRARCA


Risorse
Risorse
T5 Padre del ciel, dopo i perduti giorni
da Canzoniere, LXII

Il sonetto è, nella forma e nei contenuti, una preghie- ta da Manlio Pastore Stocchi, e ripresa da Marco San-
ra rivolta a Dio ainché, in occasione dell’undicesimo tagata, suggerisce che a una prima stesura, nel 1338, 
anniversario dell’incontro con Laura, faccia al poeta la abbia fatto seguito una profonda e definitiva rielabora-
grazia di liberarlo da un amore peccaminoso e ango- zione intorno al 1350. Conta però il valore emblema-
sciante, e lo incammini sulla strada della salvezza spi- tico della coincidenza e il significato morale della so- 
rituale. Dunque la datazione fittizia, e simbolica, del- vrapposizione: nell’anniversario dell’innamoramento,
la poesia coincide con il 6 aprile 1338, anche se nulla avvenuto il giorno della passione di Cristo, il venerdì
consente di stabilire con certezza che il testo sia stato santo, il poeta domanda a Dio di emanciparlo da una ©
efettivamente scritto in tale giorno: l’ipotesi formula- schiavitù da cui egli, da solo, non riesce a liberarsi.

Padre del ciel, dopo i perduti giorni,


dopo le notti vaneggiando spese
con quel fero desio ch’al cor s’accese,
4 mirando gli atti per mio mal sì adorni,

piacciati omai, col Tuo lume ch’io torni


ad altra vita et a più belle imprese,
sì ch’avendo le reti indarno tese,
8 il mio duro adversario se ne scorni.

 Or volge, Signor mio, l’undecimo anno 


ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo
11 che sopra i più soggetti è più feroce:

miserere del mio non degno affanno;


reduci i pensier’ vaghi a miglior luogo;
14 ramenta lor come oggi fusti in croce.

Schema metrico Sonetto con sche- le sue trappole (reti), ne rimanga sconfit- (non degno affanno: peccaminoso, col-
ma di rime ABBA, ABBA, CDE, CDE. to e disonorato (se ne scorni). Il termine pevole, causato da un vizio); indirizza
imprese – come ha ipotizzato lo stesso (reduci ) i miei instabili pensieri a più de-
1-8. Padre del ciel… scorni: o Dio Marco Santagata – designa spesso, nel- gna meta; ricorda loro come oggi (vener-
(ma l’espressione Padre del ciel rical- la lingua di Petrarca, un’opera letteraria o dì santo) tu fosti crocifisso (per la nostra
ca il «Padre nostro che sei nei cieli» con comunque un lavoro intellettuale: sicché salvezza e per la nostra liberazione dal
cui Gesù, nel Vangelo di Matteo, insegna sembra possibile che sia qui espresso il male). Pensier’ vaghi si ricollega al va-
ai suoi discepoli a pregare), dopo i gior- desiderio di dedicarsi a opere letterarie neggiando del v. 2; come oggi fusti in
ni che ho sprecato inutilmente ( perduti ), più elevate della poesia d’amore in vol- croce può ancora essere un recupero di
dopo le notti che ho trascorso nei vani gare. Il mio duro adversario se ne scorni «dacci oggi» della preghiera del Padre
pensieri d’amore, in compagnia (ma an- rimanda ancora alla preghiera del Padre nostro, che così «percorre in filigrana l’in-
che: a causa) di «quella feroce passione nostro: «e non ci indurre in tentazione». tero sonetto» (Santagata); reduci, verbo
che mi divampò nel cuore nel contem- 9-11. Or volge… feroce: sono ormai tipico della Bibbia (soprattutto dei profeti
plare gli atti (di Laura) così leggiadri per trascorsi, o mio Signore, undici anni da dell’Antico Testamento), è un imperativo
mia disgrazia» (Santagata), ti sia gradi- quando io fui sottomesso al terribile gio- (calco del latino reducere) ed è in allitte-
to che io finalmente, per effetto della lu- go [d’amore], che è tanto più crudele razione con ramenta (si veda per esem-
ce della Tua grazia, mi converta a un al- quanto più si è assoggettati (cioè inna- pio Isaia 37, 29: «reducam te in viam per
tro genere di vita e a più degne opere, morati). quam venisti», “ti farò tornare per la stra-
così che il demonio (il mio duro adversa- 12-14. miserere del mio… croce: ab- da da cui sei venuto”).
rio), avendo senza frutto (indarno) steso bi pietà del mio vergognoso tormento

473

Pagina 473
〈precedente !  

Potrebbero piacerti anche