Psicologia dinamica 3 mercatorum
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Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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Roberto Maniglio - Il contributo della psicoanalisi
Indice
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
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per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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psicoanalitica e dalle teorie psicodinamiche è uno dei maggiori impianti teorici della psicologia
dinamica.
una serie di meccanismi, forze e processi psichici prevalentemente inconsapevoli alla persona e
risultato dello sviluppo psicologico e delle influenze ambientali soprattutto relazionali nelle prime
fasi di vita.
Nella sua concezione originaria (Sigmund Freud) la teoria psicoanalitica concepisce l’uomo
come guidato da forze irrazionali e spinte sessuali e aggressive e riserva particolare importanza agli
eventi di vita precoci in quanto capaci di influenzare il funzionamento mentale in età adulta. A
partire dagli eventi di vita precoci la personalità si sviluppa attraverso stadi o fasi (orale, anale,
fallico, latenza, genitale) che rappresentano la parte del corpo verso cui è diretta la spinta
sessuale (libido). Lo stadio genitale viene raggiunto quando la persona vede soddisfatti tutti i suoi
bisogni in tutte le fasi precedenti rimanendo con sufficiente energia sessuale a disposizione. Gli
individui che non hanno visto soddisfatti i loro bisogni in un determinato stadio si fissano, ovverso si
ovvero quella forma di psicoterapia che utilizza tecniche come l’interpretazione dei sogni e le
libere associazioni per comprendere l’interazione tra elementi consci e inconsci della mente al fine
di riportare alla luce a livello conscio quel materiale represso, come paure, pensieri, ecc., ovvero
nascosto e reso non disponibile alla riflessione consapevole poiché incompatibile con pensieri
L’inconscio è la parte della mente di cui una persona non è consapevole e rappresenta i
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contenuto latente dei sogni a partire dall’interpretazione del contenuto manifesto del sogno,
ovvero il contenuto del sogno che una persona ricorda al risveglio, permette di conoscere conflitti
pensieri repressi che derivano da esperienze passate (risalenti di solito all’infanzia), e come risultato
La struttura psichica viene rappresentata come costituita da tre differenti elementi: Es,
Super-Io, Io.
L’Es è l’aspetto della personalità guidato da forze e bisogni basilari e interni. Si tratta di forze
e bisogni che sono tipicamente istintuali, come la fame, la sete e l’impulso sessuale (libido). L’Es
agisce secondo il principio del piacere, in quanto evita il dolore e la sofferenza e cerca il piacere.
Per la sua natura istintuale, l’Es è caratterizzato da impulsività e spesso dall’inconsapevolezza delle
Il Super-io è guidato dal principio di moralità. Invece di agire istintivamente come l’Es, il
Super-io agisce in connessione con la morale del pensiero superiore e dell’azione, inducendo,
sbagliato e di giusto che la persona possiede e usando il senso di colpa per incoraggiare
ottenere il controllo dell’Es razionalizzando l’istinto dell’Es e compiacendo le pulsioni benefiche per
la persona nel lungo periodo. L’Io aiuta a riconoscere ciò che è veramente reale o realistico,
distinguendo la realtà dalle pulsioni dell’Es, come anche distinguendo ciò che può essere davvero
realistico dagli standard che il Super-Io definisce per l’individuo. L’Io bilancia l’Es, il Super-io e la
realtà per mantenere uno stato di coscienza sano. Reagisce quindi per proteggere l’individuo da
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stress e ansia distorcendo la realtà. Ciò impedisce che i pensieri e il materiale inconscio minacciosi
Nell’Io ci sono due processi in corso. In primo luogo, c’è il processo primario inconscio, in cui
i pensieri non sono organizzati in modo coerente, i sentimenti possono cambiare direzione, posto o
tendenza, gli elementi potenzialmente in contraddizione tra loro non sono in evidente conflitto, o
molteplicità di immagini e di parole). Non c’è logica e nessuna linea del tempo. La libido ha un
ruolo importante in questo processo. Al contrario, c’è il processo secondario conscio, in cui sono
stabiliti confini forti e i pensieri devono essere organizzati in modo coerente. La maggior parte dei
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Nel corso dei decenni, dalla teoria psicoanalitica nella sua concezione originaria (Sigmund
alcune delle quali hanno avviato dei filoni autonomi che hanno talvolta intrapreso strade e
posizioni anche molto distanti rispetto all’impianto teorico originario e che sono state catalogate
anche in maniera distinta e indipendente, per esempio come teorie umanistiche, esperienziali,
ecc.
Alcuni di questi studiosi denominati Neo-Freudiani (Sandor Ferenczi, Otto Rank, Carl Jung,
Alfred Adler, Erich Fromm, ecc.) hanno portato un importante contributo alla comprensione
(Anna Freud, Heinz Hartmann, David Rapaport, Ernst Kris, Rudolph Loewenstein, René Spitz,
Margaret Mahler, Edith Jacobson, Erik Erikson) che pone in risalto il ruolo dell’Io e dell’influenza
dell’ambiente, per cui l’individuo interagisce con il mondo esterno tanto quanto risponde alle forze
In particolare, Anna Freud focalizzò la sua attenzione sulle operazioni difensive dell’Io,
sostenendo che l’Io è predisposto a supervisionare, regolare e contrastare l’Es attraverso una
varietà di difese (meccanismi di difesa) ognuna delle quali è collegata ad un particolare stadio
dello sviluppo psicosessuale (nel quale la stessa difesa ha preso origine) ed è prevalente in una
Heinz Hartmann esaltò alcuni elementi innati dell’Io (come la percezione, l’attenzione, la
capacità di un individuo di adattarsi al proprio ambiente e ritenendo tali elementi dell’Io autonomi
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dalle pulsioni libidiche e aggressive (e non come prodotti di frustrazione e conflitto, come credeva
I successivi studiosi della Psicologia dell’Io hanno sottolineato l’importanza delle esperienze
della prima infanzia e delle influenze socio-culturali sullo sviluppo dell’Io. In particolare, Spitz
forze socio-culturali.
Una serie di importanti studiosi (Melanie Klein, Donald Winnicott, Wilfred Bion, Harry Guntrip,
Ronald Fairbairn, Michael Balint, Heinz Kohut, Otto Kernberg) è stato coinvolto nella nascita e nello
sviluppo della Teoria delle relazioni oggettuali, secondo la quale la motivazione primaria del
un “oggetto” relazionale, ovvero di qualcuno con cui relazionarsi, tanto che il processo di sviluppo
Basata sulla teoria psicodinamica, la teoria delle relazioni oggettuali ritiene che il modo in
cui le persone si relazionano agli altri e il modo in cui si approcciano alle situazioni nella vita adulta
sono influenzati dalle esperienze durante l’infanzia. Le immagini di persone ed eventi precoci si
trasformano durante l’infanzia in “oggetti” nell’inconscio che il “Sé” porta nell’età adulta e sono
utilizzati dall’inconscio per predire il comportamento delle persone nelle relazioni e nelle interazioni
sociali. Gli oggetti interni sono di solito immagini interiorizzate della madre, del padre o del
caregiver primario e sono formati dalle modalità con cui è avvenuta e da cui è stata costituita
schemi precoci, ma gli oggetti spesso continuano a esercitare una forte influenza per tutta la vita.
In particolare, Melanie Klein riteneva che le interazioni tra bambino e madre sono così
profonde e intense che formano il punto focale della struttura delle pulsioni del bambino. Alcune di
queste interazioni provocano rabbia e frustrazione; altre provocano forti emozioni di dipendenza
mentre il bambino inizia a riconoscere che la madre è più di un seno da cui nutrirsi. Queste reazioni
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minacciano di sopraffare l’individualità del bambino. Il modo in cui il bambino risolve il conflitto si
portare il bambino al graduale distacco e autonomia dalla figura materna; l’holding, ossia il
sostegno e il contenimento quali forme di amore della madre verso il figlio e capaci di fornire
sicurezza nello svilupppo; i concetti di “vero sé”, un senso di sé basato sull’esperienza autentica e
spontanea e la sensazione di essere vivi, di avere un sé reale, e di “falso sé”, un senso di sé basato
sulla mancanza di spontaneità e la sensazione di sentirsi vuoti o morti e di essere reali solo
apparentemente.
Secondo Heinz Kohut, autore della “Psicologia del sé”, l’uomo è tormentato dall’esperienza
di isolamento dell’individuo combinata con l’innato desiderio di avere uno scopo, piuttosto che
dai sensi di colpa per avere desideri proibiti. Lo sviluppo del sé non è solo una serie di conflitti interni
difesi con successo che creano il proprio stile di personalità, piuttosto Kohut propone che
l’autostima si sviluppa lungo una propria traiettoria. L’autostima e la vitalità personale si creano sia
attraverso l’affiliazione (empatia) sia attraverso il conflitto (frustrazione) nelle relazioni interpersonali
e anche attraverso le influenze culturali. Senza frustrazione, il bambino non lotta mai e di
conseguenza non riesce a sviluppare la fiducia nelle proprie capacità. Senza empatia, il bambino
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Nelle più tradizionali teorie delle relazioni oggettuali, le pulsioni innate per le relazioni creano
fantasie sui bisogni e sulle esperienze, che contribuiscono in maniera più importante allo sviluppo
della persona rispetto a quella che è l’esperienza effettiva. Invece, nelle teorie relazionali o
interpersonali psicodinamiche, le esperienze effettive tra sé e gli altri, comprese le influenze culturali
più ampie, sono ritenute essere maggiormente responsabili dell’esperienza individuale e dello
Tra i teorici della psicoanalisi interpersonale, in particolare, Harry Stack Sullivan ha proposto
che esiste un campo interpersonale che esiste nell’interazione continua tra le persone. Lo studio di
questo campo è più rilevante dello studio dell’individuo o della personalità isolatamente. Le
persone possono tenere fuori dalla consapevolezza certi aspetti o componenti delle loro relazioni
meccanismo di difesa che funziona prima della repressione psicologica e che agisce bloccando
ogni notifica della minaccia in questione e può anche essere accompagnato da una non-
partecipazione selettiva.
immaginarie con gli altri, tenta di integrare l’enfasi della psicoanalisi interpersonale sull’esplorazione
dettagliata delle interazioni interpersonali con l’importanza a livello intrapsichico attribuito dalla
teoria delle relazioni oggettuali alle relazioni interiorizzate con altre persone.
relazione con gli altri. Di conseguenza le prime relazioni, di solito con i caregiver primari, plasmano
le proprie aspettative sul modo in cui i propri bisogni sono soddisfatti. Pertanto, i desideri e gli stimoli
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non possono essere separati dai contesti relazionali in cui sorgono. Ciò non significa che la
sistemica di una persona e del suo mondo relazionale. Gli individui tentano di ricreare queste prime
relazioni apprese in relazioni in corso che potrebbero avere poco o nulla a che fare con quelle
relazioni iniziali. Questa ri-creazione di modelli relazionali serve a soddisfare i bisogni degli individui in
un modo conforme a ciò che hanno appreso nell’infanzia. Questa ri-creazione è chiamata
enactment.
Oltre la teoria psicoanalitica, pur discendendo da questa, ma con posizioni molto distanti si
esperienziali, che hanno come fondamento comune l’enfasi sulla motivazione, sul potenziale di
Tali teorie, sebbene vengano spesso catalogate anche in maniera distinta e indipendente
(per esempio come teorie umanistiche, esistenziali o esperienziali), in quanto hanno intrapreso
strade e posizioni anche molto distanti dalla teoria psicoanalitica, dal punto di vista delle radici non
semplicistica, considerata la natura e la finalità del contesto, possono essere comunque incluse nel
centrati nel presente e sia di incoraggiare la piena espressione delle emozioni umane. Identificano
gli individui come intrinsecamente buoni, o almeno neutrali, in contrasto con l’assunto che gli
individui sono guidati da motivazioni basate sull’Es e dalla ricerca non modulata del piacere.
Hanno la convinzione che un individuo si stia sempre muovendo verso un senso di completezza, a
meno che non sia bloccato in questa impresa dalla paura o da ostacoli ambientali.
personale di sperimentare e crescere è un fattore primario nel proprio sviluppo emotivo e sociale.
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Maslow ha introdotto una “gerarchia di bisogni”, cioè una struttura teorica che illustra come le
persone cercano a tutti i costi le cose che soddisfano il bisogno di esistere e prosperare.
Victor Frankl, ideatore della logoterapia, presuppone che dinanzi ai condizionamenti della
società e dell’eredità genetica l’uomo è capace di porsi in maniera attiva, rispondendo con
responsabilità a quanto viene quotidianamente richiesto dalla vita in vista di uno scopo
significativo della vita. La logoterapia aiuta le persone a dare un significato alla loro vita, ovvero a
percepire uno scopo e un perché della loro vita, a riscoprire il significato dell’esistenza dell’essere
umano
Carl Rogers, ideatore del cosiddetto “approccio centrato sulla persona”, ha postulato che
si hanno molte opinioni su se stessi, che vanno dal modo in cui uno appare agli altri a come uno
appare a se stesso, e al modo in cui desidera essere. Le persone con problemi emotivi hanno “sé”
multipli fratturati o discordanti anziché una visione coerente e progressiva di sé e degli altri.
L’innata spinta verso l’autorealizzazione porterebbe il paziente a integrare varie espressioni di “sé”
Fritz e Laura Perls, ideatori della terapia della gestalt (da non confondersi con la teoria della
gestalt sulla percezione), enfatizzano gli aspetti relazionali, l’esperienza soggettiva, i significati
impliciti e il dialogo. La psicoterapia della Gestalt, come praticata dai moderni psicoterapeuti, si
concentra sugli aggiustamenti autoregolatori che le persone fanno nel momento presente per
dalle attribuzioni date all’interazione tra l’ambiente, la relazione terapeutica e i contesti sociali.
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Bibliografia
Bologna, 2015.
• Lis A., Stella S., Zavattini G. C., Manuale di Psicologia dinamica, Il Mulino,
Bologna, 1999.
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